Relazione Tecnica per la Provincia di Prato sul progetto di realizzazione della Societa H2E di una centrale idroelettrica al Cavalciotto di S.

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1 Relazione Tecnica per la Provincia di Prato sul progetto di realizzazione della Societa H2E di una centrale idroelettrica al Cavalciotto di S. Lucia Associazione Il Cavalciotto di Santa Lucia Il Presidente Dr.ssa Erica Eisenberg Associazione Santa Lucia Insieme Il VicePresidente sig. Alessandro Rinaldi DICEMBRE

2 SOMMARIO 1 PREMESSA STATO DEI LUOGHI PROGETTO NON INTERRATO IMPATTO ACUSTICO IMPATTO SUL SISTEMA GORE SITUAZIONE PROBLEMATICHE DEL PROGETTO RISCHI DERIVANTI DALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO RISCHI AMBIENTALI RISCHI CULTURALI IMPATTO GIARDINO PUBBLICO SITUAZIONE E RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DELLO STATO ATTUALE ALLEGATA AL PROGETTO PROBLEMATICHE DEL PROGETTO LAYOUT DI CANTIERE E DANNI ALLA PORZIONE DI PARCO NON INTERESSATO DIRETTAMENTE DAI LAVORI IMPATTI ATTESI DURANTE LA FASE DI CANTIERE MANCATA FRUIZIONE DELL AREA DI CANTIERE E DANNI AL VERDE PUBBLICO DIFFUSIONE DI INQUINANTI IN ATMOSFERA CONCESSIONE E RIPRISTINO DELLO STATO DEI LUOGHI AL SUO TERMINE, OVVERO IN CASO DI FALLIMENTO RISCHI DI IMPATTO NEL PERIODO LUNGO CONCESSIONE PROGETTO AD ALTERNATIVA ZERO ALLEGATI: ELABORATI GRAFICI DICEMBRE

3 1 Premessa L Associazione Il Cavalciotto, impegnata nella tutela, promozione e valorizzazione del Cavalciotto di Santa Lucia, e l Associazione S. Lucia Insieme, dedita allo sviluppo e alla promozione della frazione di S. Lucia (Prato), pongono all attenzione dell Amministrazione Provinciale di Prato, autorità competente all adozione del provvedimento di VIA ai sensi della L.R. 10/2010 e del D. lgs 152/2006, alcune osservazioni in merito al progetto di costruzione di una centrale idroelettrica presentato dalla società H2E. Innanzitutto preme sottolineare, come peraltro è già stato fatto pubblicamente durante le assemblee organizzate dall Associazione Santa Lucia Insieme e dall Associazione Il Cavalciotto, svoltesi in data e in data , che il progetto e in evidente contrasto con l effettivo stato dei luoghi. Per le ragioni che saranno di seguito esposte si ritiene che gli Enti non siano stati messi nelle condizioni di valutare correttamente il progetto così come sarà effettivamente cantierabile e pertanto tutti i suoi impatti, diretti e indiretti sull ambiente, inteso come l insieme dei seguenti fattori: a) l uomo, la fauna e la flora; b) il suolo, l acqua, l aria e il clima c) gli ecosistemi d) il paesaggio e il patrimonio culturale; e) i beni materiali e i fattori agricoli ed economici; f) l interazione tra i fattori di cui alle lettere precedenti (Art. 40 comma 1 L.R. 10/2010). In considerazione di quanto sopra si ritiene che la procedura di valutazione di impatto ambientale in corso debba essere annullata e che debba essere eventualmente avviato un nuovo procedimento previa presentazione di un progetto che, oltre a rispondere correttamente allo stato dei luoghi, presenti un livello di informazioni e di dettaglio almeno equivalente a quello degli elaborati tecnici di un progetto definitivo, predisposti ai sensi dell art. 93 comma 4 D.lgs 163/2006, così come disposto dall art. 41 comma b della L.R. 10/2010. DICEMBRE

4 Si fa presente infine che la stessa L.R. 10/2010 prevede che sia il proponente ad informare del progetto in essere la cittadinanza interessata, mediante assemblea che dovrà svolgersi in luogo il più vicino possibile alla zona in cui è prevista la realizzazione dell opera. Stando a quanto affermato dalla stessa società H2E, tale assemblea si sarebbe svolta presso la sede della società H2E, ubicata in Via Carlo Marx. Pertanto si ritiene che la cittadinanza non sia stata adeguatamente coinvolta nei tempi e nei modi previsti dalla vigente normativa, venendo a conoscenza del progetto in occasione di indagini geognostiche che la società intendeva effettuare sul luogo. Si presentano quindi nel dettaglio le osservazioni. 2 Stato dei luoghi L'area su cui insiste il progetto per la Centrale idroelettrica al Cavalciotto presenta un grande valore storico-paesaggistico. Si trova allo sbocco della vallata del fiume Bisenzio e presenta un ampia visuale sul sistema montuoso e collinare oltre che sul percorso del fiume. L area oggetto del progetto deriva dalle trasformazioni antropiche che si sono susseguite a partire dal XI secolo d.c. per la regimazione dell acqua del fiume e l edificio del Cavalciotto è sottoposto a vincolo dalla Sovrintendenza. Recentemente tale area dopo molti decenni è tornata alla fruizione pubblica a seguito della cessione all'amministrazione Comunale come scomputo degli oneri di un intervento di recupero edilizio. Attualmente costituisce un parco pubblico di oltre mq, la cui progettazione è stata eseguita seguendo le indicazioni degli uffici comunali preposti, che parte da Via del Guado; ospita un oliveta secolare ed un percorso pedo-ciclabile in terra compattata, posto a circa 5 m dal muro di contenimento del fiume Bisenzio, che raggiunge una piccola piazza, sempre in terra stabilizzata, posta di fronte alla presa del Cavalciotto. Il parco è passato alla gestione pubblica nel 2009 con affidamento della gestione delle aree a verde a ASM e della manutenzione dell'argine alla Provincia di Prato. E' previsto il collegamento a Via Bologna tramite un ponte in legno che attraversa il Gorone in prossimità della presa del Cavalciotto collegando in futuro il parco alla pista ciclabile sulla sponda destra del fiume Bisenzio. Il parco è utilizzato quotidianamente durante tutte le stagioni da moltissime persone che vi si recano per svago, a passeggio, a fare jogging, in bicicletta, a fare bird-watching, con il cane, etc. Inoltre numerose scolaresche accompagnate dai professori si recano a svolgere visite guidate alla presa del Cavalciotto ed il Gorone. DICEMBRE

5 3 Progetto non interrato IL PROGETTO PREVEDE MANUFATTI EDILIZI A RIDOSSO DEL CAVALCIOTTO ED IN ADIACENZA CON IL MURO DI CONTENIMENTO DEL BISENZIO CHE RISULTANO FUORI TERRA DI ALMENO 2 M. Problematiche del progetto Il progetto prevede la realizzazione di una serie di locali tecnici in cemento armato atti ad accumulare l'acqua derivata dal Gorone, immetterla successivamente verso le turbine Kaplan ed infine scaricarla nel fiume Bisenzio. Tali locali sono rappresentati nelle tavole di progetto e descritti in tutte le relazioni allegate come totalmente interrati, nella logica di ridurre l'impatto ambientale, in considerazione del grande valore paesaggistico che viene assegnato all'area dove è prevista la realizzazione della centrale idroelettrica. In realtà, come dimostrato dai grafici allegati i locali tecnici risultano fuori terra di almeno 2 2,15 mt. a causa dell'andamento del terreno, che presenta una scarpata con un dislivello di circa 2 mt. tra il percorso pedonale ed il muro di contenimento del fiume. Il progetto presenta le seguenti problematicità: in tutti i documenti le opere sono descritte come totalmente interrate ma non lo sono; la Provincia di Prato, Servizio Ambiente e Tutela del Territorio (Prot. n del 28/10/10) si esprime sulla base di un progetto che descrive tali opere come totalmente interrate ; il Comune di Prato con DELIBERAZIONE n. 127 del 03/04/2012 ha concesso in diritto di superficie le aree sulla base di un progetto che descrive tali opere come totalmente interrate ; la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici ha posto la necessità della V.I.A. sulla base di un progetto che descrive tali opere come totalmente interrate ; tutti gli enti successivamente si sono espressi sulla base di un progetto che descrive tali opere come totalmente interrate ; in tutti i documenti allegati alla richiesta di attivazione della procedura di V.I.A. consegnata alla Provincia di Prato prot del 06/10/2011 le opere sono descritte come completamente interrate ; nella pubblicazione sul giornale Il Tirreno del 12/10/2011 le opere sono descritte come totalmente interrate. Estratto dalla Relazione Tecnica di Progetto - p. 17: DICEMBRE

6 9. Camera di carico Da realizzare in calcestruzzo cementizio armato, consta di un ambiente a pianta trapezoidale le cui dimensioni sono deducibili dalla pianta riportata di seguito (porzione della tavola tecnica contestualmente presentata relativa allo stato di progetto). Questa camera completamente interrata favorisce la decantazione di eventuali materiali trasportati e residuati che vengono allontanati grazie alla pendenza verso fiume della soletta di fondo e a due bocche di svuotamento ad apertura controllata (nella tavola Rendering se ne potrà osservare l effetto a vista finale). Estratto della Relazione Paesaggistica - p. 5: L'impianto in progetto utilizzerà le opere di derivazione già esistenti, costituite dallo sbarramento di intercettazione denominato Cavalciotto e dalla presa d'acqua del Gorone. In adiacenza al Gorone sarà realizzata una camera di carico, un vano con due turbine Kaplan ed un canale di scarico per la restituzione dell'acqua nell'alveo. Tali opere saranno completamente interrate. La distanza fra il punto di derivazione dell'acqua ed il punto di restituzione è di circa 50 m. Estratto della Relazione Paesaggistica - p. 6: Il progetto prevede inoltre la realizzazione di una camera di carico che convoglierà l'acqua in due turbine Kaplan, poste in apposito vano completamente interrato e accessibile dall'alto mediante botole. L'acqua sarà quindi rilasciata nell'alveo del Bisenzio mediante apposito canale di scarico. Estratto della Relazione Paesaggistica - p. 6-7: 4.2 Impatto delle opere sul paesaggio Le opere che sarà necessario costruire per l'impianto saranno completamente interrate, fatta eccezione per un piccolo locale tecnico costituito dalla cabina elettrica, di dimensioni in pianta 7,5 m x 2,3 m ed altezza 2,3 m (vedi Tav. 5 del progetto). L'impatto sul paesaggio sarà pertanto trascurabile, visto anche l'espansione edilizia che caratterizza tutta l'area circostante. Estratto dallo Studio di Impatto Ambientale - pp. 4-5: 1.2 Esito della procedura di Verifica di assoggettabilità La procedura di Verifica di assoggettabilità si è conclusa con la necessità di Valutazione DICEMBRE

7 di Impatto Ambientale (Provincia di Prato prot. N del 28/10/10), in seguito a quanto espresso dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici nei pareri Prot. N del 15/09/2010 e N del 20/10/2010 e di seguito riportati: considerato che il progetto consiste nella realizzazione di un impianto di produzione di energia idroelettrica ad acqua fluente da realizzare sul fiume Bisenzio, utilizzando manufatti esistenti di notevole valore storico-archeologico costituiti dallo sbarramento di intercettazione Cavalciotto e dalla presa d'acqua del Gorone, oltre alla realizzazione di un locale tecnico completamente interrato per le turbine idrauliche, a parere di questa Soprintendenza il progetto deve essere assoggettato a V.I.A. ;... essendoci due vincoli paesaggistici ai sensi degli artt. 136 e 142 del D. Lgs. N 42/04, l'intervento può costituire un rilevante impatto ambientale e in via cautelativa si ritiene più opportuno assoggettarlo a V.I.A.. Estratto della Relazione Archeologica - p. 43: Il tipo di analisi archeologica programmato, infatti, fa diretto riferimento ai pareri espressi dalla Provincia di Prato, Servizio Ambiente e Tutela del Territorio (Prot. n del 28/10/10) e dalla Soprintendenza per i beni Architettonici, Paesaggi, Storici, Artistici ed Etnoantropologici (Prot.n del 15/09/10 e n del 20/10/10), focalizzati principalmente sull utilizzo di manufatti esistenti di notevole valore storico-archeologico e sulla realizzazione di un locale tecnico completamente interrato. Estratto dallo Studio di Impatto Ambientale - p. 9: 3.2 Descrizione del progetto Il progetto consiste nella realizzazione di un impianto di produzione di energia idroelettrica ad acqua fluente da realizzare sul fiume Bisenzio, utilizzando manufatti già esistenti costituiti dallo sbarramento di intercettazione Cavalciotto e dalla presa d'acqua del Gorone. Il progetto prevede inoltre la realizzazione di una camera di carico che convoglierà l'acqua in due turbine Kaplan, poste in apposito vano completamente interrato e accessibile dall'alto mediante botole. Estratto dallo Studio di Impatto Ambientale - p. 10: impatto visivo dell'opera praticamente nullo, in quanto utilizzerà manufatti già esistenti, DICEMBRE

8 ed in quanto tutte le opere ed il vano delle turbine saranno totalmente interrati (come da parere del Comune di Prato). Estratto dallo Studio di Impatto Ambientale - p. 17: 5.4 Impatto urbanistico e paesaggistico Come già indicato l'impianto sarà caratterizzato da una quasi totale assenza di impatto visivo, in quanto utilizzerà manufatti già esistenti, come la traversa e l'opera di derivazione, mentre il vano delle turbine sarà realizzato totalmente interrato (come richiesto dal Comune di Prato), come pure la vasca di carico ed il canale di scarico. Le nuove parti dell'impianto saranno quindi nascoste alla visuale, e quindi tali da rendere irrilevante l'impatto sul paesaggio rispetto alla situazione esistente. Per maggiori approfondimenti sull'impatto paesaggistico si rimanda comunque alla specifica relazione. La realizzazione e l'esercizio dell'impianto non comporterà inoltre la costruzione di nuove strade di accesso, in quanto sarà utilizzato l'attuale collegamento viario. L'opera non interferirà inoltre con gli edifici già esistenti, in quanto non comporterà la realizzazione di nuovi manufatti edili fuori terra. Rischi derivanti dalla realizzazione del progetto Rischi ambientali, paesaggistici, e di rapporto con il Cavalciotto Il progetto della Centrale Idroelettrica al Cavalciotto prevede volumetrie fuori terra in corrispondenza dell'argine modificando la relazione intercorrente tra gli elementi esistenti - paesaggio naturale, pescaia, muro di contenimento del fiume, edificio del Cavalciotto, muro in pietra adiacente, scarpata naturalizzata - ed introducendo un nuovo volume non coerente. 4 Impatto acustico IL PROGETTO NON INCLUDE ALCUNA MISURAZIONE E NON FORNISCE ALCUNA INDICAZIONE SULL IMPATTO ACUSTICO DELLE STRUTTURE E DEI LAVORI DI CANTIERE DA REALIZZARE, IN RAPPORTO AL CONTESTO SPECIFICO. Lascia ampi spunti di riflessione l assoluta mancanza di un serio studio d impatto acustico all interno dello Studio d impatto ambientale redatto da Marconcini srl per il proponente H2E. Come si può facilmente evincere dalla lettura del paragrafo 5.8 (pag. 19) della suddetta relazione, tale studio è stato fatto in completa assenza di misurazioni fonometriche rilevanti i livelli di DICEMBRE

9 pressione sonora in prossimità dei ricettori abitativi situati nelle immediate vicinanze del sito adibito alla realizzazione dell impianto in oggetto. In maniera del tutto approssimativa e semplicistica infatti viene dichiarato che La realizzazione dell impianto in esame non genererà sorgenti sonore aggiuntive a quelle già esistenti, con la sola eccezione delle turbine: considerando però che queste saranno racchiuse in apposito manufatto completamente interrato è da ritenersi che le immissioni acustiche saranno efficacemente contenute all interno dello stesso. La rumorosità immessa agli edifici vicini sarà quindi del tutto trascurabile. Tale conclusione, anche alla luce del progetto presentato nel corso della seconda assemblea pubblica sopracitata (del quale non ci sono stati forniti i relativi elaborati), il quale prevede una turbina di dimensioni maggiori al posto delle due dichiarate inizialmente, risulta erronea per i seguenti motivi: L impianto sarà incontrovertibilmente fonte aggiuntiva di emissioni sonore causate dalla turbina stessa ma soprattutto dall alternatore posto in un vano di cemento armato. Le emissioni acustiche dei suddetti macchinari non saranno affatto contenute dai locali d installazione, essendo questi presumibilmente, in assenza di dati specifici di progetto, realizzati in cemento armato senza nessun accorgimento tecnico atto all attenuazione del rumore. Si può anzi ipotizzare che in assenza di qualsiasi elemento insonorizzante, tali locali avranno l effetto opposto ovvero di agire come cassa armonica per le emissioni sonore emesse dall accoppiata turbinaalternatore, ottenendo un amplificazione del rumore a causa della riverberazione sulle pareti dei locali stessi (effetto rimbombo). In aggiunta i vani macchine saranno comunicanti con l ambiente esterno mediante griglie metalliche poste sulla parte superiore; è quindi eufemistica l asserzione che le immissioni (o meglio le emissioni) acustiche saranno efficacemente contenute all interno dello stesso. In assenza di ulteriori dati di progetto nulla si può dire degli altri macchinari facenti parte dell impianto, come sgrigliatore, paratie automatiche etc ma, data la notevole vicinanza con i ricettori abitativi, si ritiene opportuno valutarne l impatto. Lascia ulteriormente interdetti la totale assenza di una valutazione d impatto acustico delle fasi di cantierizzazione e realizzazione dell impianto, in special modo se si pensa all esigua distanza dell area di cantiere dalle civili abitazioni esistenti e considerando che il passaggio dei mezzi di cantiere avverrà a pochi centimetri dalle abitazioni presenti. DICEMBRE

10 A tal proposito risulta infatti privo di fondamento quanto dichiarato nello Studio d impatto ambientale al paragrafo 5.4 (pag. 17), ovvero che La realizzazione e l esercizio dell impianto non comporterà inoltre la costruzione di nuove strade d accesso, in quanto sarà utilizzato l attuale collegamento viario. Per il raggiungimento dell area di cantiere si dovrà necessariamente adibire al passaggio di mezzi pesanti un area attualmente adibita a parco pubblico ma soprattutto dovrà essere temporaneamente occupato un giardino privato prospiciente le civili abitazioni poste in via del Guado a S. Lucia 39, come si evince dalle planimetrie di progetto relative alla fase di cantierizzazione. Questo comporterà il passaggio di mezzi di cantiere a pochi centimetri dall ingresso di tali abitazioni, con ovvi disagi non solo a livello di impatto acustico per i residenti. Come questo fatto non sia stato considerato né nel progetto né da parte della amministrazioni interessate, è fonte di perplessità. Ulteriore considerazione in relazione alla serietà e professionalità con cui è stato eseguito lo studio d impatto ambientale la si potrebbe fare in merito alle valutazioni sui valori limite di emissione ed immissione per le zone interessate, basate esclusivamente sul Piano di Classificazione Acustica del Comune di Prato, senza nessun senso critico o alcun criterio basato sul buon senso del progettista. In base a tale classificazione le zone in sponda destra del fiume Bisenzio sono ubicate in Classe IV mentre le zone in sponda sinistra in Classe III. Tale classificazione equipara le zone interessate dall intervento in oggetto a zone limitrofe, ubicate in prossimità di vie fortemente trafficate come via Fratelli Cervi o viale Galilei. Invece, come sarebbe stato evidente da un semplice sopralluogo, la zona si trova distante dalle vie precedentemente menzionate e quindi non impattata affatto dalle emissioni acustiche dovute al traffico relativo, mentre il rumore dovuto alla strada più vicina, via Bologna nel tratto dal numero 334 al 344, risulta essere decisamente attenuato dagli aggregati civili minori posti nelle immediate vicinanze. E altrettanto facile constatare come invece nella zona di via di Canneto, posta in sponda sinistra del Bisenzio e classificata come classe III, la rumorosità derivante dalle vie succitate e dalla SS 325 sia molto maggiore. Pertanto, a prescindere dal rumore generato dall attività antropica delle abitazioni circostanti, alla luce di quanto detto, il livello del clima acustico della zona è da considerarsi modesto e compatibile con la Classe III, se non addirittura con la Classe II. E quindi evidente come l area dove sarà operativo il cantiere e di conseguenza l impianto è caratterizzata da un clima acustico decisamente al di sotto dei livelli di rumore attesi per le fasi di DICEMBRE

11 realizzazione dell opera, nonché di funzionamento dell impianto stesso, in assenza di accorgimenti tecnici al momento non preventivati, con prevedibili conseguenze in merito al mancato rispetto del valore limite del differenziale di immissione. Infine da una opera privata di nuova realizzazione, così vicina a numerose abitazioni già esistenti, ci si potrebbe aspettare una valutazione ante operam che vada al di là delle prescrizioni di legge. Soprattutto in materia di acustica ambientale le relazioni tra rumore e disturbo dovrebbero essere valutate mettendo in relazione le rilevazioni del rumore perturbante (misurato o stimato) con risultati di inchieste sociali che utilizzino adeguati questionari, così come suggerito dalla norma UNI ISO/TS 15666:2010 Acustica - Valutazione del disturbo da rumore mediante indagini demoscopiche e socio-acustiche. Questo, più che l utilizzo di un asettico dato derivante da un Piano di Classificazione Acustica opinabile, avrebbe consentito una valutazione più vicina alla realtà dell impatto (limitatamente all acustica) sulle persone sia in fase di realizzazione dell opera che di funzionamento dell impianto. 5 Impatto sul sistema gore IL PROGETTO NON FORNISCE ALCUNA INDICAZIONE IN MERITO ALLA QUANTITA' DI ACQUA CHE CONTINUERA' A SCORRERE NEL SISTEMA DELLE GORE PRATESI DOPO LA REALIZZAZIONE DELLE CENTRALE IDROELETTRICA. 5.1 Situazione Il sistema delle gore pratesi, che risale al XI secolo d.c., assieme ai 48 mulini e gualchiere che alimenta, costituisce un esempio unico a livello internazionale di organizzazione di regimazione delle acque ai fini dello sfruttamento dell'energia idraulica e della bonifica a fini agricoli del terreno della piana di Prato. L'eccezionalità di questa organizzazione risiede nelle condizioni geomorfologiche particolari della piana pratese, che presenta un declivio naturale del terreno secondo la direzione nord-nord est / sudsud ovest, che non corrisponde al percorso del fiume Bisenzio, il quale segue l'andamento delle colline della Calvana curvando ad est dopo l'uscita dalla vallata. Tale condizione ha permesso la realizzazione di questo complesso di canali artificiali le gore che vengono alimentate da una presa a monte la presa del Cavalciotto che alimenta il Gorone e che seguono l'andamento DICEMBRE

12 naturale del terreno secondo la massima pendenza, che da S. Lucia allo sbocco sull'ombrone presenta un dislivello di circa 60 m. Il funzionamento dei mulini, come è noto, prevede una vasca di accumulo a ridosso dell'edificio ed un successivo canale di raccolta che convoglia l'acqua verso una pala in legno sottostante il ritrecine che girando, aziona meccanicamente un disco di pietra. Ogni mulino presenta quindi un salto del percorso dell'acqua di circa 1,5 2,00 m che attiva il ritrecine e permette lo sfruttamento dell'energia idraulica e la sua trasformazione in energia meccanica. Alcuni di questi mulini erano ubicati nel centro della città ed in epoche successive furono smantellati per lasciar posto ad altri edifici ma la maggior parte erano ubicati fuori delle mura, in aperta campagna e in molti casi se ne conservano tuttora le tracce. In buona sostanza, in molti degli antichi edifici sono identificabili strutture come le opere di presa dalla relativa gora, la vasca di carico (il margone), il locale (il carcerario) della turbina (ritrecine) e il locale delle macine, in uno stato di conservazione tale da permetterne, magari solo in alcuni, un eventuale ripristino al fine di microproduzione di energia elettrica. Interessante sarebbe eseguire un indagine su tali edifici per verificarne oggi le reali condizioni. Numerose pubblicazioni si sono interessate del sistema delle gore pratesi che tuttora è argomento di ricerca di numerosi istituti universitari che si occupano di medievalogia, storia della tecnica, progettazione idraulica, architettonica, etc. Una accurata ricognizione fu fatta non molto tempo fa e il lavoro della ricerca fu pubblicato nel 1992 in una memorabile e preziosa pubblicazione curata da Giuliano Guarducci e Roberto Melani con il patrocinio dell Assessorato al Centro Storico dal titolo GORE E MULINI DELLA PIANA PRATESE. ll sistema di gore derivato dal Cavalciotto alimentava i seguenti mulini: Mulino della Strisciola a Santa Lucia Mulino degli Abatoni a Santa Lucia Mulino Naldini (La guachiera) a Coiano Mulino Naldini a San Martino Mulino Geppi in Villa Nuova a San Martino Mulino delle Vedove Il Pino Via Galcianese Mulino dei Cavalieri a San Giusto Mulino di Gello In Via di Gello Mulino Corsi in Via Cava Mulino delle Colombe a Grignano Mulino del Palasaccio alle Fontanelle DICEMBRE

13 Mulino delle Cascine alle Cascine di Tavola Mulino del Ferro a Paperino Mulino di Castenuovo a Castelnuovo Mulino di Bindo fuori Porta Fiorentina Mulino di Santa Gonda all Ulivo in via Santa Gonda Mulino degli Albizi a Mezzana in via Santa Gonda Mulino Caciolli in via Ferrucci Mulino ai Confini in via Ferrucci Mulino Lotti a Paganella Tornando alle gore l'organizzazione ed il funzionamento del sistema è rimasto praticamente immutato dal 1100 fino agli anni '30 del secolo scorso, quando, dopo una parziale riconversione ai fini della produzione industriale (le follature e le tintorie), l'energia idraulica è stata sostituita da quella elettrica. Gli ultimi mulini hanno funzionato fino agli anni 70. Negli anni '70 il sistema delle gore è stato definitivamente trasformato nel sistema fognario della città di Prato, determinando come conseguenza l'interramento quasi totale dei canali, prendendo atto di una situazione che si è venuta a creare nel corso dello sviluppo industriale ed urbano della città nel corso del '900. Tuttora assolve a questa funzione, sopratutto per la zona del centro cittadino, dove la maggior parte degli edifici continuano a versare i propri scarichi fognari nelle gore. 5.2 Problematiche del progetto Il progetto per la realizzazione della Centrale Idroelettrica al Cavalciotto prevede lo sfruttamento dell'acqua del Gorone. Dopo la presa del Cavalciotto, a circa 3 m di distanza dall'edificio l'acqua del Gorone viene intercettata, deviata verso l'impianto di produzione dell'energia elettrica ed infine scaricata nel Bisenzio circa 8,3 mt. al di sotto del punto di presa, in modo da sfruttare il salto. L'acqua sfruttata è quindi quella del Gorone - non direttamente l'acqua del fiume Bisenzio (questo è un punto fondamentale) che viene immediatamente intercettata e scaricata nel Bisenzio senza rimandarla nel sistema delle gore. Da un punto di vista dinamico e ambientale, è chiaro che se si sfrutta il salto di acqua derivata da una gora per fini energetici, ovvero le si estrae energia, poi la gora tenderà ad una diversa configurazione di scorrimento che potrebbe anche non essere compatibile col suo attuale percorso. Varierà il suo regime, con svariati rischi. DICEMBRE

14 Il progetto presenta le seguenti problematicità: - non fornisce dati quantitativi sull'attuale corrente di acqua presente nel Gorone; - si limita a consentire lo sfruttamento dell'acqua del Gorone da parte di tre fabbriche che ancora ne fanno uso e non ne fornisce i dati quantitativi, se non accennando al mantenimento nella gora di una quantità di acqua inferiore al 20%, ad uso esclusivo delle tre fabbriche; - non considera l'acqua che eventualmente verrebbe mantenuta o reimmessa nel sistema delle gore e non ne fornisce i dati quantitativi relativi. Estratto dalla Relazione Tecnica di Progetto - pp : Da notare, come risulta comunque visibile nelle tavole tecniche contestualmente presentate e come spiegato nel proseguo, oltre al deflusso minimo vitale che verrà lasciato defluire in alveo senza essere turbinato, della quota parte idrica che verrà captata, verrà lasciato scorrere nel gorone e quindi non utilizzato ai fini della produzione elettrica, un quantitativo necessario al funzionamento di alcune industrie tessili presenti a valle dell impianto idroelettrico. Estratto dalla Relazione Tecnica di Progetto - pp : A valle di questa apertura, tramite opere edili di lieve entità, verrà costituita una camera di adduzione, sempre in conglomerato cementizio e materiale lapideo, congegnata in modo tale da permettere la sgrigliatura dei materiali ghiaiosi che inevitabilmente affluiranno nel canale di captazione, specialmente durante i picchi di portata. Più a valle, successivamente anche alla camera di carico verrà installata una nuova paratoia che regolerà il flusso idrico nel gorone. Tale canale alimenta infatti alcune fabbriche tessili poste a valle e che con un sistema automatizzato come quello in progetto riceveranno con flusso regolare il quantitativo che richiedono per i loro processi industriali. Estratto dallo Studio di Impatto Ambientale - pp : In questo contesto fu creato il canale detto Gorone, manufatto tutt'ora ben conservato e funzionante, il quale preleva l'acqua del Bisenzio all'ingresso della città, in località S. Lucia, mediante una pescaia ed una diga nota con il nome di Cavalciotto (vedi foto allegate). Il Gorone a sua volta si suddivide in altre cinque gore più piccole dette "Bresci", "Mazzoni", "Romita", "del Lonco" e "del Lupo", oggi quasi totalmente coperte, che terminano nel fiume Ombrone Pistoiese. DICEMBRE

15 Dal Gorone emungono ancora adesso acqua per usi tecnologici tre aziende tessili: il Lanificio Ricceri S.r.l., la Tintoria Cobra S.r.l. e la Follatura del Serraglio S.n.c.. La quantità d'acqua derivata nel Gorone è però solo in minima parte (meno del 20%) utilizzata dalle suddette aziende, mentre la rimanente parte entra nel sistema fognario pratese come acqua di diluizione. Estratto dallo Studio di Impatto Ambientale - p. 9: Il sistema di derivazione dell'acqua garantirà sia il deflusso minimo vitale (DMV) nel tratto di fiume interessato, pari a Q7,2 = 292 litri/secondo, sia le necessità idriche delle aziende collegate al Gorone (come richiesto anche dal Comune di Prato). Estratto della Relazione Paesaggistica - p. 6: Il sistema di derivazione dell'acqua garantirà sia il deflusso minimo vitale (DMV) nel tratto di fiume interessato, pari a Q7,2 = 292 litri/secondo, sia le necessità idriche delle aziende collegate al Gorone (come richiesto anche dal Comune di Prato). 5.3 Rischi derivanti dalla realizzazione del progetto Rischi ambientali Il progetto della Centrale Idroelettrica al Cavalciotto non fornisce garanzie sull'effettiva presenza di acqua nel sistema delle gore di Prato, ne dati quantitativi relativi a questa problematica a seguito della sua realizzazione. Dal momento che tale acqua ha lo scopo di diluire il sistema fognario, garantendone lo scorrimento verso l'impianto di Baciacavallo, si rileva il rischio di una scarsa diluizione con conseguenti ristagni o peggio ostruzioni dei sistemi fognari. Togliere l acqua al Gorone a beneficio della centrale proposta da H2E, oltre a creare un rischioso pregiudizio igienico per il funzionamento delle fogne della Città, vorrebbe dire anche impedire il recupero, a singoli cittadini e alla comunità di Prato nel suo insieme, di questa mirabile opera, testimonianza dell antico ingegno della nostra gente e potenziale fonte di sviluppo turistico economicamente significativo. DICEMBRE

16 5.3.2 Rischi culturali Il sistema delle gore, oltre ad avere ancora oggi funzioni strategiche ed essenziali al corretto funzionamento della città di Prato, è in primis un patrimonio culturale di questo territorio. La sua eccezionalità nel panorama europeo e l'innovazione che ha rappresentato nell'evoluzione della storia della tecnologia impongono una riflessione attenta sul suo futuro. Si tratta di un sistema di regimazione delle acque che ha funzionato (ed in parte funziona ancora oggi) in modo inalterato per oltre un millennio (dal XI secolo d.c.) e che, in modo unanime, viene riconosciuto dagli studiosi come uno dei fattori principali dell'evoluzione industriale, civile e sociale di Prato, oltre che, con le sue ricadute economiche, dello sviluppo storico e artistico di Firenze e della Toscana. A livello europeo il dibattito sul recupero e la trasformazione urbana è indirizzato alla riscoperta degli elementi peculiari che caratterizzano ogni luogo; ormai da anni si assiste al recupero dei sistemi ambientali storici che vengono riportati alla luce e valorizzati come elementi di origine del disegno urbano e della storia della civiltà. A partire dall'esempio eclatante del recupero ambientale del fiume Tamigi a Londra si sono susseguiti una serie innumerevole di interventi atti a valorizzare le specificità dei singoli luoghi. In Italia ad esempio in questo senso vanno letti gli interventi sui Navigli a Milano ed il sistema Dora Doks a Torino, come pure il progetto di recupero dei canali fluviali sotterranei di Bologna. Le gore di Prato potrebbero essere valorizzate come sistema ambientale per il suo significato di elemento trainante per l'origine del distretto tessile, come elemento generatore del disegno urbano della città e ancora oggi per sfruttare l'energia idraulica. Si ricorda, infatti, che di per sé il sistema dei mulini e delle gualchiere con i salti esistenti potrebbero essere utilizzati per la produzione di energia elettrica senza influire minimamente sul regime di moto esistente. In questo modo si recupererebbe un sistema storico alla sua originaria funzione con tecnologie e modalità di sfruttamento contemporanee divenendo un esempio unico nel panorama internazionale. La realizzazione della centrale idroelettrica proposta da H2E toglierebbe questa possibilità! Il recupero di una parte degli antichi mulini ad una microproduzione di energia elettrica, avvalendosi anche degli importanti incentivi previsti per questo tipo di operazioni (gli stessi di cui si avvarrebbe H2E) permetterebbe finalmente il recupero di quella mirabile testimonianza di archeologia industriale che era costituita dai mulini e dalle gualchiere che insieme alle gore e al Cavalciotto costruirebbero il vero museo delle origini di Prato, un opera sicuramente unica a livello nazionale e europeo, collegabile con le attrattive artistiche e storiche che ne derivarono, dalle mura al Duomo, dalle cascine di Tavola alla villa medicea di Poggio a Caiano. DICEMBRE

17 E in questa direzione che occorre andare per salvare questo inestimabile patrimonio culturale, non certo quella di farsi fare da H2E in cambio della concessione una stanza per mettere delle foto e le vecchie attrezzature del Cavalciotto che con molta prosopopea si intende chiamare museo. Immaginate la reale ricaduta sul territorio sotto un profilo economico e culturale: riportare Cavalciotto, gore, mulini e gualchiere (almeno una parte) al loro antico splendore! 6 Impatto giardino pubblico 6.1 Situazione e rappresentazione grafica dello stato attuale allegata al progetto L'area su cui insiste il progetto, come descritto al punto 2 presenta un grande valore paesaggistico oltre che essere un parco pubblico utilizzato quotidianamente dalla cittadinanza. Il parco pubblico che si estende da Via del Guado all'edificio del Cavalciotto è divisibile in due porzioni: la prima tra via del Guado ed il giardino privato del numero civico 39/3 della stessa via e la seconda da questo al Cavalciotto. Lo stato dei luoghi descritto graficamente nelle tav. 3a Stato Attuale e tav. 3b Stato Attuale è rappresentato in modo del tutto carente di informazioni rispetto alla realtà. la tav 3a contiene una documentazione fotografica, la pianta nella forma di uno schema planimetrico in scala 1:500 che rappresenta la porzione a nord del fiume Bisenzio rispetto all'edificio del Cavalciotto ed esclusivamente la porzione su cui insistono le opere della centrale ed infine uno schema di sezione in scala la tav 3b contiene le sezioni in scala 1:500 nella forma di schemi grafici e gli schemi grafici relativi all'edificio del cavalciotto in scala 1:100. Per quanto riguarda la pianta si rileva che: risulta totalmente decontestualizzata in quanto non viene rappresentato nessuno degli edifici che circondano le aree, le sistemazioni a terra, le attrezzature di arredo pubblico, le essenze arboree (tra cui olivi secolari) e cespugliose. Inoltre non esiste nessuna gerarchia grafica che permetta una corretta comprensione dello stato dei luoghi da parte di una persona che non abbia la possibilità di recarsi direttamente nell'area. risulta del tutto assente nei grafici di rilievo la porzione di parco pubblico tra via del Guado ed il giardino privato del numero civico 39/3, oltre a qualsiasi informazione grafica sul reale stato dei luoghi che consta di un fabbricato con civili abitazioni, derivante dalla DICEMBRE

18 trasformazione di un'antica fabbrica, i relativi giardini privati, le sistemazioni a terra del parco, gli arredi, le attrezzature, le essenze arboree e cespugliose, il parcheggio pubblico, le case di Via del Guado. Per quanto riguarda le sezioni si rileva che: delle 8 sezioni rappresentate 5 non interessano l'area di intervento; la scala di rappresentazione, 1:500, risulta del tutto carente di informazioni atte a permettere una corretta comprensione dello stato dei luoghi da parte di una persona che non abbia la possibilità di recarsi direttamente nell'area. Si fa notare che lo stato di progetto è in scala 1:200 1:100, pertanto si richiede: un medesimo livello di approfondimento anche per lo stato dei luoghi in termini di scala grafica; una integrazione di tutte le informazioni (edifici esistenti, essenze arboree, percorsi pedonali, arredi ed attrezzature pubbliche, etc.) atte a permettere una corretta comprensione da parte degli Uffici Pubblici preposti alla formulazione di un parere; la rappresentazione di tutto il parco pubblico comprensivo della porzione di parco pubblico tra via del Guado ed il giardino privato del numero civico 39/3. Per quanto riguarda la documentazione fotografica allegata alle tavole si rileva che: rappresenta esclusivamente l'edificio del Cavalciotto visto dalla sponda sinistra del Fiume Bisenzio, non esistono immagini a documentare l'area di intervento. Delle altre documentazioni fotografiche allegate al progetto si rileva che: quella allegata allo Studio di Impatto Ambientale si compone di n 2 immagini delle quali la prima rappresenta l'edificio del Cavalciotto visto dalla sponda sinistra del Fiume Bisenzio e la seconda l'edificio del Cavalciotto visto dal Gorone, non esistono immagini a documentare l'area di intervento. Tra l'altro si fa notare che la seconda immagine è totalmente fuorviante ed obsoleta in quanto a sinistra compare una recinzione di cantiere con una parete in fase di demolizione: da anni esiste un nuovo edificio in cui i primi residenti si sono insediati da molti mesi. quella allegata alla Relazione Paesaggistica consta di n 6 foto delle quali n 3 rappresentano l'edificio del Cavalciotto visto dalla sponda sinistra del Fiume Bisenzio, n 3 rappresentano l'area di intervento in una condizione relativa all'anno 2011 con scarsi riferimenti all'abitato circostante., non esistono immagini a documentare la porzione di parco tra via del Guado ed il numero civico 39/3 della stessa via. DICEMBRE

19 In termini generali si rileva che tutta la documentazione fotografica atta a rappresentare lo stato dei luoghi risulta datata e non sufficientemente rappresentativa della reale situazione dell'area di intervento che, si ricorda, è un parco pubblico frequentato quotidianamente dai cittadini di Prato che risulta delimitato da edifici per civile abitazione. 6.2 Problematiche del progetto Il progetto prevede la realizzazione di una serie di locali tecnici in cemento armato atti ad accumulare l'acqua derivata dal Gorone, immetterla successivamente verso le turbine Kaplan ed infine scaricarla nel fiume Bisenzio. Tali locali necessitano di notevoli movimentazioni di terra (cica mc) che appaiono del tutto sproporzionati rispetto al valore paesaggistico del luogo. Il progetto presenta le seguenti problematicità: la movimentazione di terreno prevede una quantità sproporzionata rispetto alle dimensioni fisiche ed alle caratteristiche ambientali e paesaggistiche del luogo; per la movimentazione ed il trasporto sono previsti centinaia di viaggi di autocarri che attraverseranno un parco pubblico; per la movimentazione ed il trasporto sono previsti centinaia di viaggi di autocarri che interesseranno strade a bassissimo scorrimento di traffico (in particolare Via del Guado); le dimensioni dello scavo rendono evidente l'entità dell'intervento, sproporzionato rispetto all'area in cui insiste, un'area di grande valore paesaggistico-culturale, storicizzata, con olivi secolari la cui configurazione si è determinata lentamente nel corso dei secoli a partire dal XI secolo d.c.; Estratto dalla Relazione Tecnica di Progetto - p. 20: Le volumetrie che si origineranno dalla realizzazione dello scavo per la camera di carico interrata saranno di circa 3400 mc. Solo una piccola parte potrà essere reimpiegato nell area di cantiere per reinterri e sistemazione delle opere; la parte eccedente quindi appunto non reimpiegata per i rinterri, ripristini o altri usi finalizzati alla realizzazione dell opera, sarà trattata DICEMBRE

20 e smaltita in luoghi autorizzati come richiesto dall Art. 186 del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i. riportato integralmente a completamento. Ad ogni modo il materiale da dislocare sarà depositato in un area appositamente destinata all interno del cantiere solo per i tempi tecnici connessi alle ditte di recupero e smaltimento terre di scavo. 6.3 Layout di cantiere e danni alla porzione di parco non interessato direttamente dai lavori Il parco pubblico che si estende da Via del Guado all'edificio del Cavalciotto è divisibile in due porzioni: la prima tra via del Guado ed il giardino privato del numero civico 39/3 e la seconda da questo al Cavalciotto. Le aree per le quali il progetto prevede l'interessamento diretto sono quelle relative alla seconda porzione, in questo senso si veda la tavola di progetto Tav.6 Layout di Cantiere. Tale tavola rappresenta la planimetria in scala 1:2000 dell'area di intervento senza tenere in considerazione lo stato reale dei luoghi che consta di giardini privati che nella rappresentazione grafica vengono inseriti nell'area di cantiere di percorsi pedonali pubblici di accesso ad abitazioni private i cui proprietari nella rappresentazione grafica si vedono privati della possibilità di accedere alle loro abitazioni un percorso pedo-ciclabile lungo il fiume Bisenzio, essenze arboree (tra cui olivi secolari) sopra i quali sono previste le aree di stoccaggio e le baracche di cantiere. Non esiste, come visto, alcuna rappresentazione grafica che descriva lo stato reale della prima porzione di parco dove, evidentemente, dovranno transitare tutti gli autoarticolati ed i mezzi di cantiere durante le fasi di lavorazione. A tal fine si richiama lo Studio di Impatto Ambientale pag. 10 e pag. 17: pag. 10: Tra le possibili alternative, il sito individuato è ottimale per i seguenti elementi: ( ) facile accesso al sito per la presenza di strade di collegamento, senza quindi dover realizzare ulteriori accessi stradali pag. 17: La realizzazione e l'esercizio dell'impianto non comporterà inoltre la costruzione di nuove strade di accesso, in quanto sarà utilizzato l'attuale collegamento viario Si rileva che l'area di intervento dista circa 150 m da via del Guado e che tutto il tragitto intercorrente tra la strada pubblica e l'area di intervento è un parco pubblico frequentato quotidianamente dai cittadini di Prato e circondato da abitazioni. Risulta del tutto evidente che tale parco sarà interessato in modo devastante dal cantiere per la realizzazione della centrale e che DICEMBRE

21 dunque anche la prima porzione del parco risulterà inutilizzabile durante il corso dei lavori da parte dei cittadini. Infine, data l assenza di riferimenti alle modalità di manutenzione dell impianto durante il suo esercizio, non è chiaro come si preveda il passaggio dei mezzi di manutenzione all interno del parco pubblico ripristinato e che impatto questo abbia sulla fruibilità dell area da parte della cittadinanza. 7 Impatti attesi durante la fase di cantiere Dall analisi degli atti acquisiti, non è emersa alcuna valutazione né alcuna richiesta di integrazione del progetto in merito agli impatti legati alla fase di cantiere, sia per quanto concerne la mancata fruizione delle aree che verranno adibite a cantiere, che per quanto concerne la diffusione delle polveri e degli inquinanti in genere in atmosfera. 7.1 Mancata fruizione dell area di cantiere e danni al verde pubblico Di fatto si rendono impraticabili per tutta la durata del cantiere aree a destinazione pubblica ovvero parco pubblico, che sono da poco state dotate di illuminazione pubblica, panchine e aiuole e aperte alla fruizione della cittadinanza. Tra l'altro la tempistica delle opere da realizzare risulta difficilmente definibile, essendo totalmente legata alle condizioni atmosferiche, in quanto le opere da realizzarsi consistono quasi esclusivamente in scavi e costruzione di vani in cemento armato all interno degli scavi realizzati. Si ricorda infine che quella che nel progetto viene definita area di cantiere all interno della quale si prevede lo stoccaggio e la movimentazione del terreno derivante dallo scavo, è un parco urbano con olivi secolari (18 piante), sulla cui salvaguardia non è data nel progetto alcuna garanzia ad esclusione di banali dichiarazioni di intenti. Si ritiene pertanto che dovrebbe essere richiesta la salvaguardia delle piante, con temporaneo spostamento e ripristino al termine del cantiere, così come avvenuto durante la fase di ristrutturazione degli immobili che si affacciano sul parco pubblico. 7.2 Diffusione di inquinanti in atmosfera NEL PROGETTO MANCA LA DEFINIZIONE DELLE MODALITA OPERATIVE PREVISTE IN CANTIERE, LA DEFINIZIONE DEL QUADRO EMISSIVO DI POLVERI E AS DI SCARICO DI MEZZI, L INDIVIDUAZIONE DEI RECETTORI E L ELABORAZIONE DI UN MODELLO DICEMBRE

22 Una valutazione corretta di impatto per le opere in oggetto non può a nostro avviso prescindere, a maggior ragione trattandosi di un area residenziale, da una valutazione delle emissioni di polveri e inquinanti in genere, derivanti dalla fase di cantiere dell opera. Nel progetto non compare alcuna argomentazione in merito, sebbene la fase progettuale compatibile con una procedura di valutazione di impatto ambientale debba essere, per legge, equivalente al grado di approfondimento di un progetto definitivo, il quale deve contenere descrizione e valutazione degli impatti relativi alla fase di cantierizzazione. Stante ai soli dati contenuti negli elaborati progettuali, i mc. che verranno escavati e trasportati in luogo idoneo ammontano ad un totale di mc. Trascurando gli impatti sulla viabilità, in parte non esistente e in parte non adeguata al passaggio di mezzi previsto, si osserva soltanto che il traffico previsto per l allontanamento dall area di cantiere supera il numero di 500 camion 3 assi, pertanto i viaggi, considerando il passaggio di mezzi vuoti e pieni, supera i 1000 viaggi. Questo numero si ottiene considerando di utilizzare camion 3 assi, con una capacità di trasporto pari a 10 mc, e considerando un aumento di volume della terra smossa pari al 50%. Pertanto la movimentazione delle quantità di terreno previste dal progetto comporta oltre 1000 viaggi di autocarri che insistono non solo nelle aree specificamente dedicate alla cantierizzazione, ma anche sulla restante parte di parco pubblico oltre che sul Via del Guado. I possibili recettori sono le abitazioni affacciate sul Gorone, sul parco pubblico ovvero sull'area di cantiere e infine sulla via del Guado. Fra i recettori il parco pubblico dell'anfiteatro di Santa Lucia e la pista ciclabile ubicata in sponda sinistra del Fiume Bisenzio. Le lavorazioni da cui potranno originarsi emissioni di polveri e altri inquinanti in atmosfera sono: - le escavazioni; - il carico delle terre sui mezzi d'opera; - lo stoccaggio temporaneo nell'area di cantiere; - il trasporto delle terre a destinazione finale. I mezzi in movimento transiteranno e movimenteranno la terra in alcuni casi a distanze inferiori ai 2 m dalle abitazioni. Per tutte le considerazioni sopra riportate, appare inaccettabile che il progetto non contenga l'individuazione dei possibili recettori né alcuna quantificazione delle emissioni e quindi dei disagi provocati agli abitanti; sono assenti anche indicazioni sulle misure di mitigazione. La stessa ARPAT e la Provincia di Firenze hanno elaborato un documento contenente Linee guida per la valutazione delle emissioni di polveri provenienti da attività di produzione, manipolazione, DICEMBRE

23 trasporto, carico e stoccaggio di materiali polverulenti pubblicata in attuazione della DGP 213/09 della Provincia di Firenze. Tale documento viene di norma preso a riferimento dalla competente ARPAT per la valutazione dei suddetti impatti nel caso di opere pubbliche e dovrebbe, a parere di questa Associazione, a maggior ragione essere utilizzato nel caso di un'opera privata che genera impatti su beni comuni, persone e proprietà private. Si ritiene pertanto che siano oneri a cui la società H2E non dovrebbe sottrarsi la definizione delle modalità operative previste in cantiere, la definizione del quadro emissivo, comprensivo delle emissioni sia di polveri che di inquinanti contenuti nei gas di scarico dei mezzi d'opera, l'individuazione dei recettori e l'elaborazione di un modello diffusionale, allo scopo di dimostrare che le mitigazioni previste siano sufficienti al fine di non generare emissioni incompatibili. La totale assenza di questi elementi nei documenti agli atti all'interno del procedimento di VIA è a parere di questa Associazione una grava mancanza ai fini della valutazione degli impatti generati dall'opera. 8 Concessione e ripristino dello stato dei luoghi al suo termine, ovvero in caso di fallimento L OPERA UNA VOLTA REALIZZATA RISULTA DIFFICILMENTE CLASSIFICABILE COME SOSTENIBILE. 8.1 Rischi di impatto nel periodo lungo La quantità di terreno da movimentare rende evidente che la dimensione dell'opera che verrà realizzata, se posta all'interno dell'ampia problematica relativa ai temi della sostenibilità ambientale, risulta difficilmente classificabile come sostenibile in questo luogo. In termini assoluti la dimensione di un intervento non è un problema, lo diviene nel momento in cui la si relaziona al contesto in cui sorge. I temi della sostenibilità ambientale non si riferiscono esclusivamente alla produzione di energia dalle fonti rinnovabili di cui ne costituisce certamente uno degli elementi centrali e più importanti ma allargano l'orizzonte alle problematiche generali relative ad uno specifico contesto. Tra i temi centrali legati alla sostenibilità ambientale nella logica del Life Cycle Cost ci sono anche la reversibilità dell'intervento ed il basso impatto sui luoghi: la centrale idroelettrica al Cavalciotto andrebbe a modificare in modo permanente ed irreversibile un luogo estremamente importante da molteplici punti di vista. DICEMBRE

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