Istituzioni di diritto romano. Indice. 1 La signoria sulle cose
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1 INSEGNAMENTO DI ISTITUZIONI DI DIRITTO ROMANO LEZIONE VIII FORME DI APPARTENENZA (B) PROF. FRANCESCO M. LUCREZI
2 Indice 1 La signoria sulle cose Appartenenza dominicale e proprietà Mancipium e dominium ex iure Quiritium Res màncipi e res nec màncipi Incrementi naturali di proprietà Gli iura in re aliena Le servitutes praediorum Le varie servitutes Le servitutes tra rapporti relativi e assoluti L ususfructus di 8
3 1 La signoria sulle cose 1.1 Appartenenza dominicale e proprietà Per quanto riguarda la titolarità sulle res e sugli animali, è molto dibattuto, in dottrina, il problema dell effettiva natura delle antiche concezioni dominicali e dei loro rapporti di parentela con il moderno concetto di proprietà (il diritto principe del mondo moderno, che, per la sua forza e assolutezza, fu definito terribile da Cesaria Beccaria). L etica borghese dei secoli XIX e XX, nel propugnare con forza il diritto di proprietà individuale, si è esplicitamente collegata a un idea di appartenenza, elaborata dalla giurisprudenza romana, volta ad esaltare l illimitatezza del potere dispositivo del dominus, nonché una forte vis attractiva, un potere di attrazione reale e un carattere assorbente ritenuto intrinseco al dominio sulle cose e, soprattutto, sulla terra (capace, in forza di tale capacità magnetica, di captare nella propria sfera tutto ciò che abbia a radicarsi sulla superficie terrestre o a celarsi nel sottosuolo, estendendosi la sovranità del titolare secondo un efficace espressione coniata, in epoca post-romana, dalla Glossa - usque ad coelum et usque ad inferos, fino al cielo e fino agli inferi ). Se, però, è vero che tale idea assolutistica della proprietà emerge più volte dalla cultura giuridica romana, recenti indagini hanno messo in luce come le forme di appartenenza dominicale siano state concepite e tutelate, nelle varie fasi della storia di Roma, in forme alquanto articolate e diversificate, difficilmente riconducibili a un unico modello (e neanche, in molti casi, a un concetto unitario di diritto ). 1.2 Mancipium e dominium ex iure Quiritium Vediamo, comunque, che, dopo le campagne militari dei secoli III e II a.c., si andò consolidando una forma di titolarità sull ager Italicus, sulle res e sugli animali denominata dominium ex iure Quiritium, limitata ai cittadini romani e al territorio della penisola italica (e ciò proprio nel periodo in cui la repubblica andava espandendosi nei territori transmarini e andava a intrecciare il proprio diritto con quello dei peregrini). 3 di 8
4 Il dominium ex iure Quiritium, a sua volta, come forma di diritto astratto e assoluto, rappresentò probabilmente il punto d arrivo di un evoluzione dell antico mancipium (l antica forma di signoria che, come abbiamo visto, garantiva l appartenenza degli oggetti utili all economia rurale), a seguito della quale fu reso possibile assicurare il godimento esclusivo anche di nuovi beni (p. es., denaro, monili, opere d arte, imbarcazioni ecc.), non compresi nell antico mancipium in quanto non esistenti, o non oggetto di rilevante interesse economico, nell età precedente. 1.3 Res màncipi e res nec màncipi Significativa, da questo punto di vista, la distinzione, elaborata dal diritto classico, e perdurante fino all epoca bizantina (fu abolita, come abbiamo ricordato [Modulo V], soltanto da Giustizino, nel 531), tra le cd. res màncipi (cose oggetto di mancipium) e le res nec màncipi (cose non riguardanti il mancipium): furono fatti rientrare nella prima categoria tutti quei beni che, essendo stati attribuiti in titolarità, per secoli, in forza dell antico mancipium, conservarono anche in seguito, come vedremo, in ossequio a una radicata tradizione, un regime di disposizione solenne e formalistico (anche quando le esigenze di velocità della società mercantile avrebbero reso preferibili delle forme negoziali più agili e spedite), mentre al secondo gruppo furono ascritti tutti quei nuovi beni che, non avendo interessato il mancipium e le modalità di scambio per esso adoperate, furono considerati cedibili e acquistabili secondo il più elastico sistema permesso dal dominium ex iure Quiritium. Anche dopo il superamento dell età contadina, quindi, continuarono a essere ritenute màncipi quelle res che avevano contrassegnato l economia romana nella sua prima fase rurale e stanziale (più precisamente, secondo l elencazione fornita, nel secondo secolo d.c., da Gaio [Inst. 2.14a], la terra e le abitazioni situate su suolo italico, i servi, gli animali da basto o da soma [ animalia quae collo dorsove domari solent, quali boves equi muli asini ] e le servitù prediali rustiche), mentre tutte le altre res furono etichettate come nec màncipi. La distinzione, ripetiamo, trovava il suo fondamento unicamente in ragioni di tradizionalismo, e non in una diversa attribuzione di valore: la terra, per esempio, continuerà sempre a essere apprezzata come essenziale elemento di ricchezza, ma, dopo la conquista della Grecia e il contatto con l Oriente, è evidente che, per fare un esempio, un gioiello d oro sarebbe stato stimato 4 di 8
5 più prezioso di un ovino: ma sarebbe stato solo quest ultimo, in quanto res màncipi, a essere vincolato a modalità di trasferimento rigide e formali. 1.4 Incrementi naturali di proprietà Lo ius civile, naturalmente, oltre a disciplinare i contenuti dei vari poteri (mancipium, potestas, manus, ususfructus ecc.) attibuiti ai patres familias (e soprattutto, come abbiamo detto, i confini degli stessi, di fronte ai diritti degli altri consociati), fu anche chiamato a definire le loro modalità di acquisto e di trasmissione. Riservandoci di trattare in seguito i modi di acquisto detti a titolo derivativo (per i quali, cioè, la proprietà passava da un soggetto a un altro, attraverso, per esempio, vendita o eredità), ricordiamo, in questa sede, il modo più semplice di acquisto di titolarità quello, certamente, a cui per primo è stata conferita, in epoca remota, una forma di riconoscimento di tipo giuridico, ossia quello a titolo originario, in forza del quale il rapporto di appartenenza sorgeva in modo automatico, a seguito di un incremento naturale del numero dei componenti della familia e dei beni economici ad essa afferenti. La patria potestas, così, sorgeva direttamente, al momento della nascita, sui nuovi filii familias e nepotes ex filio, così come il mancipium (e, in seguito, il dominium) andava ad abbracciare naturalmente i nuovi capi di bestiame venuti alla luce, i frutti della terra, delle piante ecc. Furono anche considerati modi automatici di acquisto di proprietà l incremento del fondo che si fosse verificato per accrescimento naturale, a seguito del progressivo spostamento di terra determinato dalla corrente di un fiume (adluvio) o del distacco, sempre operato da un corso d acqua, di parti di un terreno, che andassero a radicarsi nella terra di un diverso titolare (avulsio). In tali casi, l acquisizione di nuova proprietà (e l estinzione della proprietà precedente) erano considerati avvenire naturalmente, in forza di accessio (ossia della già ricordata vis attractiva del dominio sulle cose, capace di assorbire secondo un antica e persistente convinzione - ciò che andasse a rientrare, in modo accessorio e sopravvenuto, nel suo raggio fisico e giuridico [ accessorium sequitur principale : la cosa accessoria segue le sorti della cosa principale ; Ulp. D : accessio cedit principali : l accessione è inglobata dalla cosa principale ; Paul. D : res per praevalentiam alienam rem trahit : la cosa attrae per prevalenza l altra cosa ; Gai Ep : superposita inferioribus cedunt : le cose sovrapposte vengono assorbite da quelle 5 di 8
6 sottostanti ecc.]), senza che avessero alcun rilievo le volontà dei soggetti interessati dal fenomeno. Allo stesso modo, nuova proprietà sorgeva, a vantaggio del titolare del fondo confinante, nel caso di terra venuta a emergere in mezzo a un fiume (insula in flumine nata) o di prosciugamento di un terreno precedentemente coperto da un corso d acqua (alveus derelictus). 6 di 8
7 2 Gli iura in re aliena 2.1 Le servitutes praediorum Tra le res màncipi, come abbiamo notato, furono fatte rientrare anche le cd. servitutes praediorum, che, in realtà, non erano propriamente delle res, bensì delle situazioni giuridiche particolari, qualificate, con linguaggio contemporaneo, diritti di godimento su cosa altrui (o, in latino, iura in re aliena : espressione, quest ultima, che non compare mai, però, nelle fonti antiche, e che rappresenta dunque la mera traduzione letterale di una categoria moderna, artificialmente antichizzata ). Si tratta di quei particolari rapporti, tipicamente funzionali all economia rurale di antichissima origine, e destinati, per la propria funzionalità, a una straordinaria vitalità storica (tuttora riconosciuti e praticati dagli ordinamenti moderni, nella loro stessa configurazione romanistica) -, in forza dei quali a un soggetto, titolare di un fondo (cd. dominante ), viene garantito il diritto di attraversare un terreno vicino (cd. fondo servente ), indipendentemente dal consenso del titolare di questo, per soddisfare alle necessità della propria unità terriera. 2.2 Le varie servitutes Tali diritti (secondo una consolidata communis opinio, messa di recente in discussione da una differente ricostruzione, che nega l esistenza di un numerus clausus) si andarono tipizzando in un elenco preciso e definito (comprendente l iter [diritto di attraversare il fondo a piedi o su una cavalcatura], l actus [passaggio su un carro o con del bestiame], la via [attraversamento su una strada] e l aquaeductus [diritto di far scorrere lungo il fondo servente delle acque necessarie all irrigazione del fondo dominante]), e si andò consolidando la concezione secondo cui la servitù era considerata una qualitas fundi, ossia un diritto e un obbligo di tutti i titolari dei fondi, dominanti e serventi, destinata a trasmettersi automaticamente, alla morte del padrone, al suo successore. 7 di 8
8 2.3 Le servitutes tra rapporti relativi e assoluti In quanto tali, le servitutes praediorum andarono sommando in sé tanto le caratteristiche dei rapporti relativi (intercorrendo tra due soggetti specifici) quanto quelle dei rapporti assoluti (godendo, il titolare del fondo dominante, di una tutela erga omnes del proprio diritto, e potendogli, quest ultimo, essere assicurato a prescindere dalla volontà del padrone del fondo servente, che era tenuto a sopportarne [pati] l esercizio). Probabilmente, però, come è stato ipotizzato, tale peculiare natura delle servitù di passaggio come diritti su cosa altrui rappresentò lo sviluppo di una più antica concezione, secondo cui al titolare del fondo dominante sarebbe stato riconosciuto semplicemente un diritto assoluto, ossia un vero e proprio diritto di proprietà sulla striscia di terra limitrofa il cui attraversamento si rivelava necessario. La servitù andava ad estinguersi quando il fondo dominante e quello servente fossero diventati di proprietà di uno stesso soggetto, giacché non avrebbe avuto senso avere un diritto e un obbligo verso sé stessi ( nemini res sua servit, nessuno può godere di una servitù su una cosa propria ). 2.4 L ususfructus Per certi versi simile ai iura praediorum fu il rapporto, riconosciuto in età successiva (probabilmente intorno agli anni della prima guerra punica) del cd. ususfructus, ossia il diritto di godere e sfruttare un bene di un altro soggetto (p. es., un terreno) senza alterarne la natura e la destinazione economica. Come le servitù prediali, e ad imitazione di queste, anche l usufrutto fu concepito come un rapporto ibrido, tanto relativo quanto assoluto (godendo l usufruttuario di una tutela erga omnes), ma, a differenza delle servitutes, il suo esercizio poteva essere solo a tempo determinato e, in ogni caso, non poteva mai andare al di là della vita dell ususfructuarius (limite, questo, ereditato anche, nel nostro ordinamento, dal moderno usufrutto). 8 di 8
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