Il biennio rosso in Italia e le origini del Fascismo. M.Ferrari Liceo Malpighi 2015/16
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1 Il biennio rosso in Italia e le origini del Fascismo M.Ferrari Liceo Malpighi 2015/16
2 La crisi post-bellica/1 L Italia esce vittoriosa dalla guerra ma disastrata. Crisi finanziaria: debito pubblico verso gli Usa, aumento delle tasse, aumento del denaro in circolazione e quindi dell inflazione Crisi agricola: campagne spopolate e risorse insufficienti (i creditori diminuirono le esportazioni di grano, zucchero e carne congelata vista l insolvibilità italiana) Riconversione dell industria pesante: finite le commesse belliche statali molte grandi industrie (Ilva, Ansaldo, etc.) fallirono provocando 2 milioni di disoccupati Le frustrazioni del dopoguerra, unite alle difficoltà economiche dei contadini, al disagio dei reduci, ai disordini causati dai comunisti, contribuiranno a creare in Italia un clima di inquietudine tale per cui forte sarà il bisogno di affidare la guida della nazione a qualcuno che potesse ristabilire ordine e grandezza. La via del fascismo era dunque tracciata.
3 La crisi post-bellica/2 Crisi politica: Il suffragio universale maschile introdotto nel 1912 e il sistema elettorale proporzionale del 1919 favoriscono l ascesa di nuovi partiti di massa I vecchi liberali non hanno contatto con le masse e non riescono ad attuare con efficacia il trasformismo e perdono sempre più terreno Lo scontro politico è sempre più ideologizzato e carico di odio: I socialisti odiano i liberali perché borghesi; i liberali e i cattolici si odiano per la questione romana e per il diffuso anticlericalismo liberale; i cattolici contrastano con i socialisti per l ateismo, il materialismo, le tendenze rivoluzionarie dei socialisti; i liberali accusano i cattolici di bolscevismo bianco radicato nelle campagne.
4 La conferenza di Parigi La conferenza di pace si svolge tra 1918 e 1919 a Parigi in quattro sedute: 1) Trattato di Versailles (Diktat contro la Germania) 2) Trattato di Trianon (Ungheria) 3) Trattato di Noyon (Bulgaria) 4) Trattato di Sevrès (Impero Ottomano) Wilson guida i lavori: afferma la nullità dei patti segreti, e i principi di nazionalità e autodeterminazioni dei popoli Gli italiani Orlando, Primo ministro, e Sonnino, Ministro degli esteri, al tavolo dei vincitori vogliono far rispettare i Patti di Londra del 15 e ottengono: Treno, Alto-Adige (Sud Tirolo), Friuli, Istria e Zara Fiume non viene concessa e posta sotto il controllo internazionale La Dalmazia va alla neonata Jugoslavia In aprile Orlando e Sonnino lasciano i lavori di Versailles in segno protesta; in Italia sono accolti come eroi difensori dell onore della patria; ma quando tornano a Parigi Inghilterra, Francia e Giappone si sono spartiti le ricche colonie tedesche nel mondo non lasciando niente all Italia
5 La politica nel biennio rosso/1 Il 18 gennaio 1919 don Luigi Sturzo fonda il Partito Popolare, un partito laico di massa di ispirazione cattolica, appoggiato dalla Chiesa, e che non aveva nulla del messianismo del movimento modernista di Romolo Murri. Sturzo vuole uno Stato [non accentratore] veramente popolare, che riconosca i limiti della sua attività, che rispetti i nuclei e gli organismi naturali (famiglia, classi, comuni) che rispetti la personalità individuale e incoraggi le iniziative private (sussidiarietà). Il 23 marzo 1919 in un vecchio stabile di piazza San Sepolcro a Milano Mussolini fonda i Fasci di Combattimento: difesa delle aspirazioni dei reduci ed ex-combattenti, riforme sociali, repubblica e acceso nazionalismo antisocialista! Il 15 aprile una squadra fascista saccheggia e incendia la sede milanese del giornale socialista Avanti. D'Annunzio il 12 settembre 1919 con un gruppo di volontari, ufficiali e soldati occupa Fiume e vi instaura la Reggenza del Carnaro con una Costituzione incentrata sul corporativismo, sostenuto pubblicamente da Mussolini. Questo atto dei nazionalisti militaristi al seguito di d Annunzio rende manifesta la crisi d'autorità dello Stato liberale.
6 La politica nel biennio rosso/2 16 Novembre 1919 prime elezioni con sistema proporzionale (voluto da Nitti su pressione di popolari e socialisti): liberali scendono dai 300 a 179, socialisti 156, popolari di Sturzo 101 seggi. Questo sistema fa si che in ogni collegio i seggi vengono assegnati ai singoli partiti in proporzione ai voti ottenuti dalla singola lista. Si favoriscono le organizzazioni politiche di massa, e non più il personalismoclientelarismo dei singoli come nel vecchio sistema maggioritario. Si poteva votare inoltre dal 21 anno d'età e non più dal 25, sempre e solo maschile comunque. Nitti, capo di governo dal 23 giugno 1919, è accusato dalle destre di sinistrismo per la volontà di nazionalizzare varie imprese (per risolvere la crisi economica) e per l'amnistia ai militari condannati per diserzione fatta per distendere il clima da guerra civile tra nazionalisti-militaristi, comunisti e liberali borghesi. Fine giugno 1920 Nitti è costretto alle dimissioni, subentra Giolitti al suo 5 ministero. il biennio rosso, già iniziato sotto Nitti, prosegue con Giolitti con scioperi dell'industria e dei servizi (1881 scioperi nel 1920), agitazioni di massa e occupazioni delle campagne sostenute dalle leghe rosse e bianche.
7 La politica nel biennio rosso/3 Nel settembre 1920 la Fiom (Federazione italiana operai metallurgici) inizia l'occupazione delle fabbriche sponsorizzata dal gruppo di intellettuali della rivista sovietica torinese (Gramsci, Togliatti, Braida) Ordine nuovo. A Torino si formano alla Fiat Consigli di fabbrica di stampo sovietico che chiedono il rinnovo del contratto salariale che gli industriali non possono accettare per la difficile situazione economica, di tasse e debiti Situazione di alta tensione: gli operai occupano, fucili in mano, 600 fabbriche nel triangolo industriale Giolitti, fedele alla neutralità nello scontro sociale, ordina alle forze armate di presidiare le città e non permettere agli operai di allontanarsi dalle fabbriche con le armi. Arriva a un accordo coi sindacati e gli industriali per cui gli operai parteciperanno al controllo tecnico e finanziario delle aziende. Industriali e movimento operaio sono rispettivamente scontenti e si crea l'abisso tra fascismo dei primi e leninismo dei secondi. Nel gennaio 1921 al congresso di Livorno del Partito socialista Gramsci Togliatti e Braida si separano da riformisti e massimalisti e fondano il Pci, marxista-leninista, che aderisce alla III internazionale (avversata dalla maggioranza massimalista del Psi).
8 La politica nel biennio rosso/4 Il 12 novembre 1920 con il Trattato di Rapallo Giolitti risolve la questione jugoslava: Istria e Zara all Italia, Dalmazia alla Jugoslavia, Fiume città libera (italiana dal 24). Il 20 dicembre Giolitti fa sgombrare Fiume dai dannunziani: i nazionalisti gridano al tradimento I Fasci di combattimento di Mussolini nelle elezioni del 19 avevano preso poche migliaia di voti e nessun deputato. i fasci di verghe erano il simbolo dei littori romani che accompagnavano e simboleggiavano il potere dei magistrati: autorità e unione di intenti! Eco socialista dei Fasci dei lavoratori siciliani del e difesa dei reduci protagonisti del combattimento della Grande Guerra e della guerra a venire Le Squadre d azione tra fine 1920 e inizio 21 presero la forma di formazioni paramilitari che attaccavano le leghe rosse contadine della Val Padano che controllavano i braccianti e mettevano in difficoltà la grande proprietà con molti scioperi e rivendicazioni (fascismo agrario): da piccolo movimento dei ceti medi urbani a partito armato radicato nelle campagne (attacchi, incendi, percosse, assassini) A Bologna il 21 novembre del 20 gli squadristi vollero impedire l insediamento della amministrazione comunale socialista: scontri e morti a Palazzo d Accursio (i socialisti spararono erroneamente sui loro stessi sostenitori) dopo i quali i fascisti acuirono le violenze sui rossi.
9 Mussolini al potere/1 Alle elezioni del maggio 1921 Giolitti si allea, in funzione antisocialista, anche coi fascisti creando le liste del blocco nazionale (conservatori, liberali, democratici): 35 fascisti entrano in Parlamento come deputati tra cui Mussolini Giolitti, per la debolezza del suo governo, si dimette a luglio e subentra Ivanoe Bonomi (ex socialista) che favorì la firma nell estate del 1921 del Patto di pacificazione tra fascisti e socialisti Mussolini tenta di legittimare il fascismo accettando una limitazione delle violenze squadriste I ras del fascismo agrario (capi locali: Grandi a Bologna, Farinacci a Cremona, Balbo a Ferrara) si opposero alla pacificazione e alla nuova linea di Mussolini Mussolini ricompone il movimento nel novembre del 1921 al Congresso di Roma: sconfessa il patto di pacificazione e allo stesso tempo trasforma il movimento in Partito nazionale fascista (PNF) con 200 mila iscritti Nel febbraio del 1922 cade il governo Bonomi e gli subentra Facta: il suo debole governo non fece nulla per fermare l escalation delle violenze fasciste (occupazione di Ferrara, Cremona e Bologna), dopo che i socialisti proclamarono all inizio di agosto uno sciopero generale legalitario antifascista
10 Mussolini al potere/2 Mussolini preparava la presa del potere: Trattava coi liberali un alleanza per un nuovo governo Rassicurava la monarchia di Vittorio Emanuele III sconfessando i suoi ideali repubblicani Ottenne l appoggio degli industriali (vs socialisti) rassicurandoli contro ogni eventuale rivoluzione proletaria o contadina Lasciò che l apparato paramilitare fascista preparasse il colpo di stato, la Marcia su Roma La debolezza del governo Facta e la neutralità della monarchia permisero ai fascisti (organizzati a Milano il 16 ottobre da Mussolini e poi guidati dai quadrumviri Michele Bianchi, segretario del Pnf, e dai comandanti della Milizia Italo Balbo, Cesare Maria De Vecchi e il generale Emilio De bono con centro a Perugia) di occupare diverse città e invocare la marcia da Napoli (dove si svolse il ottobre il Congresso del Pnf con mila militanti in camicia nera: o ci daranno il governo o lo prenderemo calando su Roma. Ormai si tratta di giorni, forse di ore ) fino al cuore di Roma:
11 La marcia su Roma Il 28 ottobre 1922, nell imminenza della marcia della camice nere su Roma, quando il re non volle firmare lo stato d assedio e alle il governo Facta si dimise. Roma era protetta d 28 mila soldati mentre le camice nere erano solo 15 mila, pronte a marciare sotto la pioggia ferme fuori Roma. Il 29 ottobre il re offrì a Mussolini la guida del governo così che nella notte tra il 29 e il 30 le camice nere si mossero su Roma. Mussolini giunse a Roma da Milano il 30 ottobre e prese accordi col monarca. Il 31 i fascisti poterono sfilare per Roma con l autorizzazione delle autorità. In realtà quindi non fu né una rivoluzione (perché appoggiata dalle autorità statali) né un colpo di stato (fu rispettato alla lettera lo Statuto albertino) ma una rivoluzione conservatrice. Nasce un governo guidato da Mussolini con solo 35 deputati fascisti (senza una vera maggioranza!) e formato anche da liberali giolittiani, liberali di destra, democratici e popolari (liberali e cattolici definiti spregiativamente fiancheggiatori ): Mi sono rifiutato di stravincere e potevo stravincere. Mi sono posto dei limiti. Potevo fare di quest aula sorda e grigia un bivacco di manipoli; potevo sprangare il parlamento e costituire un governo unicamente di fascisti. Potevo, ma no ho, almeno in questo primo tempo, voluto. (16 novembre 1922, Discorso alla Camera)
12 Verso il regime/1 Nel dicembre del 1922 fu istituito il Gran Consiglio del Fascismo, che indicava la linea politica e raccordava il partito e il governo Nel gennaio 1923 le squadre d azione fasciste vennero inquadrate nella Milizia volontaria per la sicurezza nazionale per proteggere gli inesorabili sviluppi della rivoluzione e, come auspicava Mussolini, anche per limitare lo strapotere dei ras del fascismo agrario. L appoggio della polizia e della magistratura alle violenze fasciste sui socialisti, leghe rosse e camere del lavoro portarono gli scioperi nel 1923 a un numero irrilevante. Il governo favorì la riduzione dei salari anche per incentivare l iniziativa privata degli imprenditori; fu alleggerito il carico fiscale; fu privatizzato il servizio telefonico; furono licenziati molti ferrovieri (troppo sindacalizzati a sx); politica liberista che portò buoni risultati tra il 22 e il 25 fino al pareggio di bilancio! Nel febbraio del 22 era stato eletto Pio XI (Achille Ratti di Desio): Mussolinì abbandonò il suo anticlericalismo; i cattolici vedevano nel fascismo un argine al materialismo comunista; la riforma di Giovanni Gentile della scuola del 23 prevedeva l insegnamento della religione cattolica alle elementari e l introduzione dell esame di stato (che di fatto equiparava gli istituti cattolici a quelli statali) Nell aprile del 23 Mussolini impose ai ministri cattolici del suo governo di dimettersi e le gerarchie ecclesiali non si opposero e Sturzo lasciò la segreteria del Ppi
13 Verso il regime/2 Nell estate del 23 fu varata la nuova legge (Acerbo) elettorale maggioritaria: la lista di maggioranza relativa (almeno il 25% dei voti) avrebbe ottenuto i 2/3 dei seggi parlamentari All inizio del 24 la Camera fu sciolta e liberali e cattolici conservatori si inserirono nelle liste nazionali dei fascisti mentre socialisti, comunisti, popolari e liberali di opposizione di Amendola si presentarono divisi Il 6 aprile 24 si tennero le elezioni in un clima di violenze e intimidazioni fasciste: le liste nazionali presero il 65% dei voti (3/4 dei seggi) soprattutto al sud e nelle isole, dove i notabili moderati avevano aderito in massa al fascismo Il 10 giugno 24 Giacomo Matteotti, deputato socialista, fu rapito e ucciso a pugnalate da squadristi fascisti e poi ritrovato due mesi dopo nel bosco della Quartarella fuori Roma. Furono poi arrestati gli esecutori, processati nel 26 con pene limitate Matteotti aveva denunciato alla Camera le violenze fasciste e i brogli elettorali
14 Verso il regime/3 Nei mesi successivi l opposizione antifascista, debole e incapace di reagire, riuscì solo a astenersi dai lavori parlamentari in segno di protesta (secessione dell Aventino) agitando la questione morale del fascismo: il re non intervenne e i fiancheggiatori continuarono a sostenere il governo Mussolini Il 3 gennaio 1925 Mussolini alla Camera fece il discorso del bivacco che ridiede forza al fascismo messo duramente alla prova: si assunse la responsabilità politica, morale e storica e minaccio di usare la forza contro gli oppositori: inizio della dittatura fascista con arresti, percosse, requisizioni di giornali e oppositori!
15 Il regime/1 Bisogna scegliere tra fascismo e antifascismo: Giovanni Gentile pubblicò il Manifesto degli intellettuali fascisti nell aprile del 25 a cui rispose il manifesto degli intellettuali antifascisti redatto dal filosofo liberale Benedetto Croce Il liberale di sinistra Piero Gobetti (redattore della rivista La Rivoluzione Liberale tra il 22-24) e il liberale Giovanni Amendola morirono esuli in Francia nel 26 per i postumi di un aggressione fascista Tutti i grandi quotidiani furono fascistizzati Con i Patti di Palazzo Vidoni dell ottobre 1925 la Confindustria si impegnava a trattare coi soli sindacati fascisti, segnando la fine del sindacalismo libero
16 Il regime/2 Lo stato liberale fu stravolto con alcune leggi speciali fascistissime, volute da Alfredo Rocco Ministro della giustizia: Rafforzati i poteri del capo di governo (dicembre 25) Abolita la elettività di sindaci e consigli comunali nominati ora dal Gran Consiglio (febbraio 26) Proibiti gli scioperi e ammessi a firmare contratti collettivi solo i sindacati fascisti (aprile 26) Dopo l attentato alla vita del Duce da parte di un giovane bolognese Anteo Zamboni, furono presi provvedimenti per la difesa dello stato : furono sciolti tutti i partiti antifascisti e soppresse le pubblicazioni anti-regime; dichiarati decaduti i deputati aventiniani; reintrodotta la pena di morte per chi tramava contro la sicurezza dello stato ; fu istituito un Tribunale speciale composto da ufficiali delle forze armate della Milizia (novembre 26) Legge elettorale a lista unica (tanti candidati quanti seggi) da approvare o rifiutare in blocco (1928) Viene costituzionalizzato il Gran Consiglio, che aveva il compito di redigere le liste elettorali (1928) Regime a partito unico, abolita la separazione dei poteri, tutto il potere nelle mani di un solo uomo, il Duce.
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