VIOLENZA SU DONNE: ASSISTENTI SOCIALI, HA CAUSATO ORFANI DAL 2000 = Il presidente Gazzi, anche i minori sono vittime di violenza assistita

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1 Violenza donne: assistenti sociali, non farle sentire sole (ANSA) - ROMA, 24 NOV - "Negli ultimi cinque mesi si sono registrati in Italia oltre 25 femminicidi: piu' di una donna a settimana e' stata uccisa per mano di un uomo all'interno di una relazione dominata da una sovrastruttura ideologica volta ad annullare la donna, nella sua identita' e liberta', non soltanto fisicamente, ma anche nella sua dimensione relazionale e sociale": lo afferma Gianmario Gazzi, presidente del Consiglio nazionale degli assistenti sociali, in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Per Gazzi non meno gravi sono i numeri dell'istat che ci ricordano come negli ultimi cinque anni poco meno di quattro milioni e mezzo di donne abbiano subito violenze fisiche o sessuali. "Serve concentrare tutti gli sforzi per scardinare l'intollerabile senso di proprieta', di possesso e di dominio che troppi uomini credono di poter esercitare sulla vita delle donne. Per raggiungere questo obiettivo occorrono azioni reali e concrete di educazione e di tutela, anche progettando interventi che affrontino la questione della violenza sulle donne in una visione di ampio respiro, focalizzando l'attenzione sugli aspetti di prevenzione e di contrasto". "Servono - dice ancora - una serie di strumenti operativi che avvertono di essere minacciate, colpite e danneggiate: tra questi, una rete di ascolto attento per superare la solitudine, il silenzio, la paura - oltre che - a volte la vergogna". (ANSA). AB-COM 24-NOV-16 11:04 NNNN VIOLENZA SU DONNE: ASSISTENTI SOCIALI, HA CAUSATO ORFANI DAL 2000 = Il presidente Gazzi, anche i minori sono vittime di violenza assistita Roma, 24 nov. (Adnkronos/Labitalia) - Non bisogna trascurare "l'intervento di sostegno sui minori vittime di violenza assistita o nel peggiore dei casi di orfani di madre per mano del proprio padre, condizione quest'ultima che rappresenta un concreto e importante fattore di rischio nel percorso di crescita". Lo dice Gianmario Gazzi, presidente del Consiglio nazionale degli assistenti sociali, in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. "Come denunciato dal presidente del Tribunale per i Minorenni di Bologna -spiega Gazzi- sono gli orfani, dal 2000 ad oggi: sono necessari, quindi, specifici percorsi di supporto alle famiglie affidatarie, spesso nonni o zii, che devono essere sostenuti per poter affrontare un dramma di quel tipo e garantire la protezione di questi minori''.

2 Contro il triste fenomeno della violenza esercitata sulle donna, aggiunge Gazzi "serve concentrare tutti gli sforzi per scardinare l'intollerabile senso di proprietà, di possesso e di dominio che troppi uomini credono di poter esercitare sulla vita delle donne". Servono "azioni reali e concrete di educazione e di tutela anche progettando interventi - oggi più necessari che mai - che affrontino la questione della violenza sulle donne in una visione di ampio respiro focalizzando l'attenzione sugli aspetti di prevenzione e di contrasto''. (segue) ADN CRO 0 ADN CRO NAZ VIOLENZA SU DONNE: ASSISTENTI SOCIALI, HA CAUSATO ORFANI DAL 2000 (2) = (Adnkronos/Labitalia) - ''Negli ultimi cinque mesi - ricorda Gazzi - si sono registrati in Italia oltre venticinque femminicidi: più di una donna a settimana è stata uccisa per mano di un uomo all'interno di una relazione dominata da una sovrastruttura ideologica volta ad annullare la donna, nella sua identità e libertà, non soltanto fisicamente, ma anche nella sua dimensione relazionale e sociale''. Gazzi cita i numeri dell'istat: "Negli ultimi cinque anni poco meno di quattro milioni e mezzo di donne hanno subito violenze fisiche o sessuali. Lo scenario doloroso e allarmante obbliga tutti non solo ad una riflessione ma ad una attivazione concreta per fronteggiare un problema così grave". ''Servono - dice ancora - una serie di strumenti operativi che avvertono di essere minacciate, colpite e danneggiate: tra questi, una rete di ascolto attento per superare la solitudine, il silenzio, la paura - oltre che - a volte la vergogna''. Ma non solo. Servono anche, per il presidente degli assistenti sociali italiani, interventi concreti per proteggere le donne, promuovere lo sviluppo di processi di elaborazione delle violenze subite, come equipe multidisciplinari e multiprofessionali che siano in grado di rispondere sotto il profilo giuridico, relazionale e sociale a questi bisogni. (segue) ADN CRO 0 ADN CRO NAZ VIOLENZA SU DONNE: ASSISTENTI SOCIALI, HA CAUSATO ORFANI DAL 2000 (3) = (Adnkronos/Labitalia) - ''Per questo motivo il potenziamento e il rafforzamento dei centri antiviolenza e delle strutture protette -spiega ancora Gazzi - deve essere un obiettivo primario di politica nazionale gestito operativamente a livello territoriale dagli Enti locali, dal Terzo Settore e dalle associazioni di volontariato. Il ruolo degli assistenti sociali si sta dimostrando, anche in queste

3 situazioni, decisivo al fine di coordinare e realizzare interventi specifici di prevenzione e contrasto e per il futuro questo ruolo dovrà essere sempre più competente ed adeguato alle complessità proprie di queste situazioni''. Infine "serve anche un deciso cambio di passo da parte degli operatori dell'informazione - conclude Gazzi - ai quali va chiesto un più marcato impegno e una maggiore attenzione nel raccontare e descrivere gli episodi di violenza. Senza un forte senso di responsabilità e di cautela si rischia di generare - mediaticamente - una 'violenza aumentata'". 9CO CRO ITA R01 VIOLENZA DONNE, ASSISTENTI SOCIALI: 1600 ORFANI DAL 2000 AD OGGI (9Colonne) Roma, 24 nov - "Serve concentrare tutti gli sforzi per scardinare l'intollerabile senso di proprietà, di possesso e di dominio che troppi uomini credono di poter esercitare sulla vita delle donne. Per raggiungere questo obiettivo occorrono azioni reali e concrete di educazione e di tutela anche progettando interventi - oggi più necessari che mai - che affrontino la questione della violenza sulle donne in una visione di ampio respiro focalizzando l'attenzione sugli aspetti di prevenzione e di contrasto". Così Gianmario Gazzi, presidente del Consiglio nazionale degli assistenti sociali, in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. "Negli ultimi cinque mesi - ricorda Gazzi - si sono registrati in Italia oltre venticinque femminicidi: più di una donna a settimana è stata uccisa per mano di un uomo all'interno di una relazione dominata da una sovrastruttura ideologica volta ad annullare la donna, nella sua identità e libertà, non soltanto fisicamente, ma anche nella sua dimensione relazionale e sociale". Per Gazzi non meno gravi sono i numeri dell'istat che ci ricordano come negli ultimi cinque anni poco meno di quattro milioni e mezzo di donne abbiano subito violenze fisiche o sessuali. "Non va trascurato - sottolinea Gazzi - l'intervento di sostegno sui minori vittime di violenza assistita o nel peggiore dei casi di orfani di madre per mano del proprio padre, condizione quest'ultima che rappresenta un concreto e importante fattore di rischio nel loro percorso di crescita. Come denunciato dal Presidente del Tribunale per i Minorenni di Bologna, sono 1600 gli orfani, dal 2000 ad oggi: sono necessari, quindi, specifici percorsi di supporto alle famiglie affidatarie, spesso nonni o zii, che devono essere sostenuti per poter affrontare un dramma di quel tipo e garantire la protezione di questi minori". (PO / red) NOV 16 DRS LAV 0 DRS / WLF VIOLENZA DONNE. ASSISTENTI SOCIALI: RAFFORZARE I CENTRI D'AIUTO In occasione della Giornata nazionale il presidente Gazzi sottolinea la necessita' di interventi concreti: "Deve essere un obiettivo primario di politica nazionale gestito da enti locali, terzo settore e volontariato". Psicologi e assistenti sociali del Lazio: "Formazione comune"

4 (RED.SOC.) Roma - "Serve concentrare tutti gli sforzi per scardinare l'intollerabile senso di proprieta', di possesso e di dominio che troppi uomini credono di poter esercitare sulla vita delle donne. Per raggiungere questo obiettivo occorrono azioni reali e concrete di educazione e di tutela anche progettando interventi - oggi piu' necessari che mai - che affrontino la questione della violenza sulle donne in una visione di ampio respiro focalizzando l'attenzione sugli aspetti di prevenzione e dicontrasto". Cosi' Gianmario Gazzi, presidente del Consiglio nazionale degli assistenti sociali, in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. "Negli ultimi cinque mesi - ricorda Gazzi - si sono registrati in Italia oltre venticinque femminicidi: piu' di una donna a settimana e' stata uccisa per mano di un uomo all'interno di una relazione dominata da una sovrastruttura ideologica volta ad annullare la donna, nella sua identita' e liberta', non soltanto fisicamente, ma anche nella sua dimensione relazionale e sociale". Per Gazzi "non meno gravi sono i numeri dell'istat che ci ricordano come negli ultimi cinque anni poco meno di quattro milioni e mezzo di donne abbiano subito violenze fisiche o sessuali. Lo scenario doloroso e allarmante obbliga tutti non solo ad una riflessione ma ad una attivazione concreta per fronteggiare un problema cosi' grave. "Servono - dice ancora - una serie di strumenti operativi che avvertono di essere minacciate, colpite e danneggiate: tra questi, una rete di ascolto attento per superare la solitudine, il silenzio, la paura - oltre che - a volte la vergogna". Ma non solo. "Servono anche - per il presidente degli assistenti sociali italiani - interventi concreti per proteggere le donne, promuovere lo sviluppo di processi di elaborazione delle violenze subite, favorire la creazioni di relazioni positive e infine sostenerle nei percorsi di autonomia per ricostruire una vita e riappropriarsi di se'. Servono, dunque, equipe multidisciplinari e multiprofessionali che siano in grado di rispondere sotto il profilo giuridico, relazionale e sociale a questi bisogni". "Per questo motivo il potenziamento e il rafforzamento dei centri antiviolenza e delle strutture protette - dice ancora Gazzi - deve essere un obiettivo primario di politica nazionale gestito operativamente a livello territoriale dagli enti locali, dal terzo settore e dalle associazioni di volontariato. Il ruolo degli assistenti sociali si sta dimostrando, anche in queste situazioni, decisivo al fine di coordinare e realizzare interventi specifici di prevenzione e contrasto e per il futuro questo ruolo dovra' essere sempre piu' competente ed adeguato alle complessita' proprie di queste situazioni". "Per affrontare funzionalmente la violenza di genere con una visione complessiva della problematica - prosegue - e' necessario occuparsi anche degli uomini che mettono in atto maltrattamenti e violenze"."non va trascurato - sottolinea Gazzi - l'intervento di sostegno sui minori vittime di violenza assistita o nel peggiore dei casi di orfani di madre per mano del proprio padre,

5 condizione quest'ultima che rappresenta un concreto e importante fattore di rischio nel loro percorso di crescita". Sulla stessa lunghezza d'onda i presidenti degli Ordini regionali del Lazio degli psicologi, Nicola Piccinini, e degli assistenti sociali, Giovanna Sammarco che dichiarano: "Uno sforzo importante deve essere compiuto per migliorare, nella regione, il funzionamento delle strutture assistenziali presenti sul territorio dove e' indispensabile che all'azione del volontariato venga riconosciuto l'operato professionale qualificato di assistenti sociali e psicologi: serve, percio', che nel piano sociale regionale trovino adeguato spazio norme, risorse e strumenti di contrasto alla violenza". "In presenza di questa piaga sociale - proseguono Piccinini e Sammarco - l'impegno di tutti deve essere quello di avviare una rifondazione culturale attraverso il dialogo e la riflessione dove non trovino posto differenze di genere e dove la diversita' sia una ricchezza e non piu' una discriminazione. Le nostre due professioni sono impegnate ad approfondire la capacita' di percezione degli indicatori e dei segnali che indicano situazioni di rischio per le donne. Una specifica formazione comune su questi temi vedra' impegnati assistenti sociali e psicologi attraverso progetti comuni". "Sono la cultura, l'educazione, il dialogo - concludono - che fanno e faranno, in futuro, la differenza. Sta ai giovani, in particolare, decidere se investire in quegli atteggiamenti e comportamenti nuovi che possono davvero rappresentare la svolta". ( 11:

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