Comune di Isola della Scala. Provincia di Verona PROGETTO DI AGGIORNAMENTO TECNOLOGICO DELL IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO AGROFERT S.R.L.

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1 Comune di Isola della Scala Provincia di Verona PROGETTO DI AGGIORNAMENTO TECNOLOGICO DELL IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO AGROFERT S.R.L. A.1 RELAZIONE TECNICO DESCRITTIVA Il legale rappresentante Dr.Andrea Candeo IL Tecnico Progettista Data 10/03/2014

2 1 Premessa L Agrofert Srl è titolare di un impianto di trattamento dei rifiuti organici per la produzione di ammendanti e/o fertilizzanti nel comune di Isola della Scala in Via Ca Magre n 53. L attività è oggi autorizzata con Determinazione del Dirigente Settore Ambiente della Provincia di Verona n 5650 del , autorizzazione all esercizio valida fino al Il progetto delle opere relative all impianto di compostaggio risale al 1992 quando è stata rilasciata la prima autorizzazione con DGR 646 del 27/03/1992. Nel 2006, in occasione del rinnovo di autorizzazione, è stata condotta una campagna di monitoraggio dei processi biologici che ha permesso di individuare le migliori condizioni operative per la conduzione dei processi di compostaggio. Nei periodi successivi di gestione, sino ad oggi, la società ha apportato numerosi interventi migliorativi e di manutenzione straordinaria alle opere e alle strutture, intervenendo sui presidi ambientali (nuove condotte di aspirazione aria esausta) e sui sistemi di raccolta dei percolati e loro ricircolo interno ( nuovi impianti di drenaggio e raccolta percolati); ha inoltre sostituito numerose macchine operatrici e la rivoltattrice con altra di nuovo acquisto. L impianto occupa un area di circa mq, circondata in buona parte da piantumazione arborea. La struttura operativa è costituita da tre capannoni di diverse dimensioni e funzioni comunicanti tra loro. Nel primo capannone, che ha una superficie di circa 2000 mq, sono fatte le operazioni di ricezione e miscelazione dei rifiuti in arrivo. Nel secondo e terzo capannone, che occupano una superficie di circa 5000 mq ciascuno, si svolgono i processi di biossidazione, di maturazione del materiale stabilizzato e di vagliatura del prodotto finito. A lato dei capannoni sono posizionati quattro biofiltri, che filtrano l aria aspirata dall interno. Troviamo inoltre due ampi piazzali pavimentati, uno adibito a lavori di triturazione del verde e manutenzione mezzi, e l altro a deposito del prodotto finito. In struttura indipendente è dislocato lo spogliatoio per il personale ed un magazzino per lo stoccaggio dei pezzi di ricambio e dei materiali di consumo. A1 - A1-Relazione tecnico-descrittiva.doc Pagina 2 di 16

3 La struttura organizzativa è completata da un edificio adibito a ufficio ed abitazione per il custode. Nel corso dell ultimo anno sono cambiate le condizioni del mercato per il servizio di recupero rifiuti organici operato dall azienda, con una forte discesa dei prezzi di conferimento a fronte di marcati aumenti dei costi energetici (carburanti ed energia elettrica) e si sta creando, nel tempo, un evidente discrasia fra il costo industriale complessivo dell attività e il valore di mercato dei servizi resi. Da tali situazioni la Soc. Agrofert risulta, oggi, notevolmente penalizzata e non in grado di competere con altri impianti per l approvvigionamento dei rifiuti, considerata la rilevante diminuzione dei prezzi. E stato pertanto elaborato un progetto che consenta all azienda di tornare competitiva riducendo il costo unitario di gestione e migliorando, nel contempo, la conduzione dei processi e la sicurezza operativa; tale ipotesi di sviluppo prevede una revisione dello schema di processo con inserimento di una nuova platea di biossidazione e un generale miglioramento della gestione del flusso interno che consenta di ottenere una maggiore capacità operativa e i vantaggi descritti nella conduzione dei processi. Il progetto permette di realizzare i seguenti obiettivi: una più razionale suddivisione delle aree operative; un miglioramento funzionale della fase di bioossidazione accelerata; un diverso utilizzo dell area di ricevimento e preparazione miscele, con inserimento anche della sezione di raffinazione e ottimizzazione dei volumi disponibili un miglioramento nella gestione degli scarti e sovvalli una revisione dei presidi ambientali (biofiltri) con loro progressiva sostituzione con strutture fatte in modo diverso, per un miglioramento degli interventi di manutenzione. Gli interventi citati richiedono nuovi investimenti ma sono propedeutici ad una generale riorganizzazione delle attività dell impianto che porteranno positivi miglioramenti sul processo e sulla gestione degli aspetti ambientali. A1 - A1-Relazione tecnico-descrittiva.doc Pagina 3 di 16

4 2 Descrizione del processo e ciclo di trattamento attuale L impianto oggi è realizzato secondo la planimetria in Fig. 1 e l organizzazione gestionale prevede lo schema di flusso indicato; Fig. 1 schema di flusso attuale Le matrici in ingresso (Forsu e agroalimentare) sono scaricate in area di ricevimento all interno del capannone di ricezione mentre il materiale ligneo-cellulosico è stoccato nel piazzale esterno lato sud-est. La FORSU in arrivo viene triturata in giornata e poi miscelata con il materiale strutturante; ciò assicura l immediata rottura dei sacchetti in cui è contenuta ed una conseguente migliore e più rapida interazione tra la forsu stessa e gli altri componenti al momento della formazione della miscela iniziale. La frazione ligneo-cellulosica è triturata in pezzature piuttosto grossolane in modo da costituire la parte cosiddetta "strutturante" della miscela impedendo che la stessa si impacchi rendendo difficile il passaggio dell'ossigeno indispensabile ad un buon andamento del processo. La porzione triturata è stoccata nel piazzale esterno pronta per essere miscelata alle altre matrici; A1 - A1-Relazione tecnico-descrittiva.doc Pagina 4 di 16

5 Il sovvallo viene conservato dentro il capannone di ricevimento, mentre i materiali lignocellulosici acquistati sono depositati nell area esterna. Il processo di compostaggio ha inizio con la preparazione della miscela di partenza costituita da: 50% Forsu e altri materiali organici, e 50% materiale vegetale ligno-cellulosico e sovvallo. Il materiale, una volta ben miscelato, viene posizionato con le pale meccaniche nella zona insufflata (platea di ossidazione) dove ha inizio la biossidazione; la miscela viene disposta in cumuli longitudinali (lunghezza 40 m larghezza 6 metri altezza 2,5 metri) per un periodo complessivo di 15 giorni. Le due porzioni insufflate, I (realizzata nel 2005) e II (realizzata nel 2006), dove avviene la biossidazione, sono gestite con un programma di insufflazione aria che prevede 20 minuti on e 10 minuti off, nel periodo estivo l aria viene mantenuta sempre in funzione. L aria insufflata sotto i cumuli è prelevata direttamente dall interno dei capannoni e ciò per evitare che nel periodo invernale l aria esterna fredda possa rallentare il processo di biossidazione, e per non diminuire la prevalenza interna di aspirazione (depressione). Durante tale fase il materiale viene rivoltato più volte la settimana (2/3) e umidificato nel caso i valori di umidità scendano al di sotto di quelli raccomandati. Nella fase di biossidazione sono monitorati settimanalmente e registrati : ph, umidità e temperatura dei diversi cumuli. A completamento della biossidazione segue la fase di maturazione, della durata di ulteriori 60 giorni, durante la quale il materiale porta a termine la trasformazione della sostanza organica in area non insufflata e con rivoltamenti che hanno cadenza settimanale. Nella fase di maturazione è monitorata settimanalmente la temperatura dei cumuli. Il processo termina con l'operazione della vagliatura del prodotto finito; essa consiste nella separazione a mezzo di due vagli in serie del prodotto finito "compost", dal "sovvallo", ovvero la parte lignocellulosica non del tutto compostata da riutilizzare in testa al processo. Tale operazione viene effettuata nel capannone 3) ove termina il processo di maturazione. Per un giorno la settimana tali attrezzature sono utilizzate per la rivagliatura del sovvallo presente in impianto al fine di renderlo riutilizzabile per la preparazione della miscela di matrici fresche. Il prodotto finito compost è stoccato all interno del capannone 2) in cumuli e, se necessario, nell area esterna davanti gli uffici. A1 - A1-Relazione tecnico-descrittiva.doc Pagina 5 di 16

6 3 Descrizione delle varianti al processo e ciclo di trattamento. La proposta analizzata prevede la realizzazione di alcuni interventi sull impianto esistente con l obiettivo di migliorare la gestione del layout di processo e incrementarne la sua capacità operativa; sono anche previsti alcuni interventi strutturali per ottenere l ottimizzazione degli spazi operativi dell area di ricevimento, ricavando una sezione destinata alla vagliatura del compost e contigua all area di preparazione della miscela di matrici fresche, in modo da poter facilmente ricircolare il sovvallo strutturante. La società ha programmato inoltre un progressivo rifacimento dei biofiltri, oggi realizzati su bacini in terra, con nuove strutture pavimentate, a piano campagna, che garantiscano una più facile manutenzione e sostituzione del substrato filtrante e pulizia della platea areata. Complessivamente gli interventi progettati sono i seguenti: Realizzazione di due nuove platee areate per la fase di biossidazione 1 e 2, nell area del capannone 3, su zona libera da colonne e pertanto tutta utilizzabile con il sistema di rivoltamento laterale (mediante macchina rivoltattrice Grizzly di cui è dotata l azienda), per una superficie complessiva di m 2 (di platea areata) ed un volume complessivo di processo (per la fase areata) pari a m 3. Realizzazione di una suddivisione interna all area di ricevimento con utilizzo dello spazio disponibile per la raffinazione finale del compost. Rifacimento dei n 4 biofiltri interrati, oggi esistenti, mediante realizzazione di nuovi biofiltri con struttura e pareti in calcestruzzo (fuori terra) che andranno progressivamente a sostituire quelli esistenti con pari prestazioni e portate, ma con una notevole facilità di gestione e controllo; (per questa fase, considerato un nuovo piano degli investimenti, tali opere saranno realizzate in un periodo di 4 anni, un biofiltro per anno, a cominciare dal n 3 adibito all aspirazione dalla nuova platea). Alla luce di tali realizzazioni la nuova capacità operativa dell impianto potrà essere la seguente: potenzialità ingresso : t/anno di FORSU e altri mat. organici (CER vedi allegato) t/anno di Rifiuti compostabili e strutturanti (CER vedi allegato) A1 - A1-Relazione tecnico-descrittiva.doc Pagina 6 di 16

7 Il ciclo di trattamento sarà modificato secondo il nuovo layout di processo indicato nella planimetria Fig. 2 nuovo schema di flusso del processo 4 Descrizione delle platee areate Le nuove platee di biossidazione saranno realizzate nell area del capannone 3 utilizzando il dislivello della pavimentazione esistente (rispetto al piano degli altri capannoni) che consente di costruire nuove platee sopra la pavimentazione esistente, senza compromettere le altezze dei pavimenti interni, poichè è già presente un abbassamento di quota di circa 25 cm; da tale soluzione potrà essere così realizzato (mediante unico getto in calcestruzzo) un pavimento forato con tubazioni annegate nel getto e dotate di spigot per il passaggio dell aria. Si potranno così realizzare due distinte platee da adibire alla biossidazione accelerata per la prima fase di trattamento dei materiali freschi. Per la fase 1 si prevede una platea con dimensioni di m 50 x 30 ed una superficie di mq 1500, per la fase 2 la platea avrà dimensioni di m 50 x 35 ed una superficie di mq Le platee saranno realizzate con tubazioni trasversali posizionate con un passo fori di 50 x 40 cm, alimentate da un condotto di distribuzione esterno ed un ventilatore per ciascun modulo di distribuzione aria; in totale si avranno 5 moduli con 5 ventilatori per la fase 1 e 5 moduli con 5 ventilatori per la fase 2. A1 - A1-Relazione tecnico-descrittiva.doc Pagina 7 di 16

8 La realizzazione del pavimento di insufflazione con il sistema tubazioni e spigot in PVC consente una perfetta e uniforme distribuzione dell aria di mandata per aerazione del materiale. La stessa consente una facile pulizia a fine ciclo e un corretto scarico delle acque percolate nel trattamento. La maglia quadra di soffio permette così un trattamento con le medesime caratteristiche sul prodotto e una uniformità di raffreddamento a fine ciclo. La realizzazione si completa con bloccaggio delle tubazioni mediante staffe in lamiera zincata di appoggio e regolazione, collari e tasselli di ancoraggio, canalette zincate, e quant altro necessario ad una perfetta realizzazione. Fig. 3 esempio distribuzione condotte Fig.4 esempio plenum alimentazione A1 - A1-Relazione tecnico-descrittiva.doc Pagina 8 di 16

9 Fig 5 Sezione distribuzione aria Fig 6 Sezione di un singolo modulo distribuzione aria In calcolo del fabbisogni di aria per la fase di biossidazione è stato fatto considerando le diverse necessità di processo per la fase iniziale che richiede un rapido avvio del processo biologico ed una iniziale perdita di umidità per favorire il passaggio di aria, rispetto alla seconda fase in cui prevalgono i processi di degradazione e riconversione delle sostanze organiche presenti nella miscela e dove di deve garantire il mantenimento di una umidità minima di almeno il 50% per evitare un rallentamento dei processi. A1 - A1-Relazione tecnico-descrittiva.doc Pagina 9 di 16

10 Il sistema è stato pertanto progettato per assicurare un elevato rapporto di insufflazione nelle fasi iniziali secondo le seguenti stime: presenza di materiale nella fase di biossidazione 1 circa 3300 m 3 disposti su platea areata di 1500 mq; il fabbisogno massimo di aria equivale alla necessità di processo e va rapportato alla durata prevista, considerando che siamo in presenza di una scelta operativa costituita da cumuli statici rivolt ati, e pertanto la componente di insufflazione va considerata complementare al rivoltamento, nel caso specifico infatti è previsto un rivoltamento dei cumuli ogni due giorni, tale operazione è obbligatoria, in base alla disposizione del nuovo layout, e quindi garantisce il rispetto delle tempistiche di progetto poiché, diversamente in mancanza di rivoltamento, il materiale fresco non potrebbe entrare nella fase iniziale del processo. Tutto ciò considerato si stima un fabbisogno di aria pari 25 Nm 3 /h/t di ss, pertanto considerata la quantità di materiale presente nella fase 1 di circa 1300 t di ss pari a 2145 t tq, il fabbisogno d aria risulta di Nm 3 /h; la somma della capacità dei 5 ventilatori, in grado di fornire ciascuno 6000 Nm 3 /h di aria, per un totale di Nm 3 /h, è pertanto congrua al fabbisogno di processo. Per la fase di biossidazione 2 si ipotizza di montare gli stessi gruppi di insufflazione, pur con un evidente fabbisogno di aria inferiore in quanto i materiali hanno già subito i primi 12 gg di trattamento intensivo; considerate le perdite di massa e acqua dopo la fase1, e la maggior superficie di platea areata pari a 2000 mq, avremmo circa 2700 t depositate con un fabbisogno stimato 20 Nm 3 /h/t di ss, complessivamente quindi Nm 3 /h ; la capacità installata dei ventilatori per la fase 2 è di Nm 3 /h e pertanto consente di far fronte anche ad eventuali supplementi di insufflazione per cumuli che abbiano maggiori necessità. A1 - A1-Relazione tecnico-descrittiva.doc Pagina 10 di 16

11 5 Descrizione e calcoli del nuovo processo di compostaggio Dal calcolo dei nuovi spazi disponibili la capacità operativa dell impianto potrà essere incrementata per il trattamento fino a t /anno complessive, consentendo di sviluppare il processo nel modo seguente: Potenzialità ingresso : t/anno di FORSU e altri mat. organici t/anno di Rifiuti compostabili e strutturanti La preparazione di una miscela da avviare a biossidazione sarà così costituita: t/anno di FORSU e altri mat. organici t/anno di Scarti vegetali e materiali strutturanti t/anno di sovvalli da riciclo Totale miscela da compostare t/anno. Sulla base di tali premesse il volume medio giornaliero della miscela da trattare è calcolato pari a Peso annuo miscela t Densità media dopo miscelazione 0,65 t/m 3 Volume annuo miscela m 3 Volume settimanale miscela ( /52)= m 3 Volume giornaliero miscela (1.954/6)= 325 m 3 Il processo di compostaggio si avvia con il carico e allestimento di un primo cumulo (Larghezza 6 m lunghezza 50 m h max 2,5 m) nella platea areata fase 1; (vedi schema di flussso) il volume utile stimato è pari a due giorni di conferimento quindi 650 m 3, su un volume massimo utile pari a 750 m 3. Nella platea areata è previsto anche il rivoltamento dei cumuli ogni 2 gg mediante rivoltatore laterale Grizzly, che sposta di una posizione tutti i cumuli presenti nella platea, liberando così lo spazio per un nuovo allestimento. Tempo di processo nella fase 1 complessivamente 12 gg solari da 1 allestimento. Il materiale in questa prima fase perde circa il 22 % (calcolato in volume, in totale restano 532 m 3 ), passa quindi alla fase 2 su platea areata dove vengono allestiti progressivamente 7 cumuli ciascuno di volume 532 m 3. La seconda platea areata avrà una funzione di completamento della fase di biossidazione accelerata e propedeutica alla maturazione successiva; considerando la variabilità stagionale dei rifiuti organici si è ritenuto utile disporre di un prolungamento della fase areata per integrare eventuali criticità nell avviamento del processo, A1 - A1-Relazione tecnico-descrittiva.doc Pagina 11 di 16

12 potendo così garantire la disponibilità di areazione per tempi nettamente superiori al fabbisogno minimo necessario. Nella fase 2 il materiale sarà rivoltato con pala e subirà 2 spostamenti. Tempo di processo nella fase 2 complessivamente è di 19 gg solari da 1 trasferimento. Il materiale in questa seconda fase perde un ulteriore 18 % (calcolato in volume, in totale restano 452m 3 ), Complessivamente la permanenza dei materiali su platea areata viene stimata in 31 gg solari, con ben 8 rivoltamenti, quindi molto più efficace di quella attuale. Successivamente i materiali saranno trasferiti mediante pala gommata alla fase di maturazione 1 (platea Larghezza 40 m lunghezza 50 m h max 2,8 m- volume utile m 3 ) dove si potranno disporre n 10 cumuli su platea tavolare e N 8 cumuli nella fase di 2 a maturazione (platea Larghezza 40 m lunghezza 40 m h max 2,8 m- volume utile m 3 ). Nella fase 1 a e 2 a maturazione il materiale sarà rivoltato con pala e subirà complessivamente 4 spostamenti. Il tempo di processo della maturazione è stimato in 51gg solari. Al termine della maturazione il materiale viene trasferito nell area di raffinazione per essere sottoposto ad una unica operazione di vagliatura con due macchine in serie (vaglio da 40mm e da 40mm ) che produrrà un compost finito di qualità e un sovvallo da riutilizzare ad inizio processo. In sintesi, i processi produttivi proposti sono i seguenti: ricevimento, pesatura e controlli tecnico qualitativo dei materiali in ingresso; apertura sacchi del forsu; preparazione della miscela da avviare a biossidazione accelerata biostabilizzazione aerobica in un sistema di corsie areate con rivoltamenti di 31 gg; maturazione della frazione stabilizzata in platea chiusa e aspirata, di 51 gg; raffinazione del prodotto finito per la produzione di compost di qualità; Indicazioni particolari di processo I microrganismi che compiono la degradazione biologica del substrato consumano notevoli quantità di ossigeno. Durante i primi giorni del processo, le componenti più facilmente degradabili del substrato organico sono rapidamente metabolizzate. Il bisogno di ossigeno e, di conseguenza, la produzione di calore sono perciò decisamente maggiori nei primi stadi della biostabilizzazione, mentre decrescono con l evolversi del processo. A1 - A1-Relazione tecnico-descrittiva.doc Pagina 12 di 16

13 Nel caso in cui l apporto di ossigeno sia limitato, la stabilizzazione rallenta. Anche se una concentrazione minima di ossigeno del 10% nell atmosfera circolante tra le particelle della biomassa può consentire la stabilizzazione biologica aerobica, per la gestione ottimale del processo, dovrebbero essere garantite, nella matrice, concentrazioni di O 2 non inferiori al 10%; la regolazione della quantità di aria fornità sarà pertanto modulata in relazione al contenuto residuo di CO 2 nei cumuli (facilmente misurabile), e i ventilatori programmati in base ai risultati ottenibili. Il mantenimento di un ambiente ossidativo all interno della matrice organica in corso di stabilizzazione è quindi importante anche per impedire il formarsi di emissioni maleodoranti associate, appunto, con le reazioni di decomposizione anaerobica. L aerazione del materiale in biostabilizzazione, per garantire l apporto di ossigeno necessario al processo, rende inoltre possibili la dissipazione del calore, l eliminazione del vapor d acqua e l allontanamento di altri gas intrappolati nell atmosfera interna del substrato. In effetti, il tasso di aerazione richiesto per la rimozione del calore può essere anche dieci volte maggiore di quello necessario per l apporto di ossigeno, ma in tal caso sarà l azione meccanica del rivoltamento a garantire il giusto equilibrio interno. Di conseguenza, è la temperatura che normalmente determina l estensione e la frequenza degli interventi di aerazione. La temperatura. Di solito, nel caso di matrici putrescibili, la fase di stabilizzazione attiva si svolge a temperature comprese tra 45 e 70 C. Le temperature termofile sono importanti per la distruzione degli eventuali organismi patogeni associati alla biomassa substrato di partenza. Il limite fissato per la disattivazione dei patogeni umani è di 3 giorni a 60 C. Il metabolismo microbico durante la stabilizzazione biologica aerobica rilascia una grande quantità di energia sotto forma di calore. Le proprietà auto-coibentanti dei materiali avviati a biostabilizzazione favoriscono l accumulo di calore, il quale, a sua volta, provoca l innalzamento della temperatura. Allo stesso tempo, la biomassa in trasformazione perde continuamente calore grazie alla evaporazione dell acqua ed ai movimenti d aria che rimuovono il vapore acqueo (ed i gas caldi) dal substrato. Nei casi di scarsa dissipazione dell eccesso di calore generato dalle reazioni ossidative esotermiche, la temperatura può raggiungere e oltrepassare i 70 C. A questo punto la quasi totalità dei microrganismi soccombe o diventa dormiente ed il processo si arresta. Ad evitare questa situazione, giova un puntuale monitoraggio della temperatura e l attivazione, quando questa si avvicina ai 70 C, ed intervenire con il rivoltamento che acceleri la rimozione del calore. A1 - A1-Relazione tecnico-descrittiva.doc Pagina 13 di 16

14 L umidità. L umidità è necessaria affinché i processi metabolici microbici possano attuarsi. La fase acquosa è il mezzo nel quale avvengono le reazioni chimiche, la diffusione ed il trasporto dei nutrienti, i movimenti e la migrazione dei microrganismi. In teoria, l attività biologica trova le condizioni ottimali in un ambiente saturo, mentre cessa completamente al di sotto del 15% di umidità. In pratica, tuttavia, i materiali avviati alla biostabilizzazione dovrebbero avere un contenuto di umidità compreso in un intervallo tra il 50% ed il 65%. Numerose esperienze hanno dimostrato che, approssimandosi l umidità della matrice organica al 40%, il processo di biostabilizzazione comincia ad essere inibito. Al di sotto del 30-35%, l attività microbica procede a stento ovvero molto lentamente. In condizioni di umidità > 65%, invece, l acqua espelle l aria dalla maggior parte degli spazi interstiziali tra le particelle della matrice organica. Ciò ostacola la diffusione dell ossigeno e può favorire l insorgenza di condizioni microaerofile o anossiche. Poiché l umidità del substrato diminuisce col procedere della stabilizzazione (evaporazione dell acqua), il contenuto in acqua del materiale di partenza dovrebbe essere ben più alto del 55%. Matrici organiche troppo secche per essere avviate direttamente alla stabilizzazione biologica aerobica dovranno essere bagnate con acqua ( o percolati) e potranno essere mescolate con substrati più umidi, in modo da raggiungere, nelle miscele di partenza, contenuti di acqua compresi tra il 60 ed il 63%. Materiali molto porosi possono essere avviati alla stabilizzazione biologica aerobica anche in eccesso di umidità, contrariamente ai substrati con struttura compatta e particelle di piccole dimensioni. Per tutto il corso del processo, compresa la fase di finissaggio, l umidità deve mantenersi al di sopra dei limiti compatibili con l evoluzione delle reazioni biologiche. L eccessiva disidratazione del substrato nel corso del processo può portare, erroneamente, ad interpretare il declino dell attività microbica come segno di avvenuta stabilizzazione. Il materiale così ottenuto sarà invece stabilizzato solo dal punto di vista fisico (disidratato). Se nuovamente umidificato, questo, in realtà, riprenderà ad evolversi biologicamente, con grave danno per le colture cui, eventualmente, sia stato somministrato. A1 - A1-Relazione tecnico-descrittiva.doc Pagina 14 di 16

15 6 Schemi di flusso Fig. 7 calcolo dati di processo Bilancio di Massa e Schema di Flusso del Processo A1 - A1-Relazione tecnico-descrittiva.doc Pagina 15 di 16

16 A1 - A1-Relazione tecnico-descrittiva.doc Pagina 16 di 16

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