08 Belleggia Selena Viozzi Lucia

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1 08 Belleggia Selena Viozzi Lucia Pietra artificiale La pietra artificiale è un aggregato di materiale minerale o resinoso (leganti e resine artificiali) con l aggiunta di sabbie e frammenti di pietra. E utilizzato in campo edilizio e di arredo, e imita la pietra naturale in elementi decorativi e costruttivi. A differenza della pietra naturale le sue caratteristiche fisiche e meccaniche sono appositamente progettate per soddisfare le esigenze dell utente. Il legante è un materiale inorganico che impastato con acqua forma una massa plastica che serve a tenere insieme il composto naturale presente nel manufatto e che, aderendo a essi ed indurendo, forma un insieme monolitico atto a resistere alle sollecitazioni meccaniche. Un legante può essere aereo o idraulico a seconda che il processo di presa e il processo di indurimento avvengano solamente in ambiente sub-aereo oppure anche in ambiente subacqueo. Alcuni esempi di leganti sono il gesso, il cemento e la calce aerea o idraulica. 1 La resina artificiale si intende in generale un materiale viscoso capace di indurirsi a freddo o a caldo. Vari tipi di resine artificiali sono utilizzati come matrici per i materiali compositi e sono anche impiegate nell edilizia. 2 L uso dei materiali artificiali risale almeno al Rinascimento ( ), quando si tentava di creare decorazioni plastico-architettoniche più resistenti e a minor prezzo. A fine dell Ottocento le malte cementizie ebbero un vero e proprio picco di utilizzo in architettura,, diventando più utilizzate della pietra stessa ad esempio nelle decorazioni dei palazzi civili, soprattutto nel caso di bugnati che coprivano ampie superfici. Tra i vantaggi c'era la possibilità di creare elementi più sporgenti, la possibilità di colorare la malta in fase di lavorazione (e non tinteggiarla dopo la stesura, risparmiando tempo e migliorando la durata futura), per una maggiore resistenza al degrado e un costo inferiore a quello del materiale lapideo. L'uso nel restauro architettonico in Italia risale all'incirca ai primi del Novecento. 3 Possiamo classificare le pietre artificiali secondo la loro macro famiglia di appartenenza, di natura calcarea come il marmo, o di natura silicea come il quarzo e il granito. 1 Materiali lapidei artificiali Wikipedia Resina artificiale 3 Wikipedia Pietra artificiale 1

2 Il marmo è una roccia metamorfica composta prevalentemente di carbonato di calcio. Si forma attraverso un processo metamorfico (trasformazione della struttura minerale) da rocce sedimentarie quali il calcare o la Dolomia. Come pietra artificiale ricavata dal marmo c è il Marmoresina. Il Marmoresina è un materiale sostituivo all utilizzo del marmo naturale, che seppure realizzato per il 90% di marmo ha una maggiore valenza rispetto ad esso. È considerato una pietra artificiale perché attraverso dei processi, il marmo viene sminuzzato e agglomerato con le resine. Il quarzo è una roccia magmatica e presenta una struttura cristallina trigonale costituita da tetraedri silicio-ossigeno. Ha una densità di 2,65 g/cm³ ed è classificabile come un minerale duro, 7 sulla Scala di Mohs. Come pietra artificiale ricavata dal quarzo abbiamo l Okite e il Bretonstone Quartz. Il Bretonstone Quartz come l Okite per le proprietà fisichemeccaniche è molto resistente e la resina di tipo poliestere presente nella composizione ha la funzione di legante tra le particelle di quarzo. Il granito è una roccia intrusiva (rocce magmatiche solidificate all interno della crosta terrestre). Si colloca nelle rocce sovraccariche, ossia con contenuti di quarzo compresi tra il 20 e il 60% ed altri minerali. La densità media del granito è di 2,75 g/cm 3. Come pietra artificiale ricavata dal granito c è lo Stoneglass. Lo Stoneglass è una pietra artificiale costituita da polveri ceramiche e silicio le cui condizioni di formazione sono molto simili a quelle del granito naturale. Ci sono pietre artificiali composte da due o più materiali naturali diversi, come il caso della pietra compatta e il Listotech. La pietra compattata è composta da porfidi, quarzi e graniti. Le materie prime usate sono recuperate dalle lavorazioni delle pietre naturali. Invece l Ecostone come il Terastone è una pietra naturale, eco-compatibile ed ecosostenibile. Innovativo nella composizione poiché oltre a contenere marmo o altri materiali come quarzo, granito, porfido, dioriti o ghiaie, con cemento, ha un elevata percentuale di acqua. Tipi di lavorazione e tecnologie produttive - Tecnologie produttive: L impianto produttivo delle pietre artificiali è stato concepito per ottenere prodotti qualitativamente stabili ed omogenei. Ci sono diversi processi che permettono di ottenere lastre in pietra come quello della vibrocompattazione sottovuoto. La graniglia viene miscelata con la resina ed additivi, la massa così ottenuta è riversata in casseforme e successivamente compattate sottovuoto tramite una pressa (vibrocompattazione). Con questa procedura si ottiene uno sviluppo controllato di calore nonché una reazione chimica della resina, questa riveste completamente la graniglia di pietra naturale e, graniglia e resina si uniscono inseparabilmente diventando una massa omogenea. Dopo la fase di compattazione si ottiene un blocco massiccio di pietra che può essere rimosso dalla cassaforma, Fig. 1 Comportamento delle molecole nella vibrocompattazione sottovuoto 2

3 lavorato come un blocco di pietra naturale. Questa tecnica è utilizzata per produrre la maggior parte di pietre come il Marmoresina, l Ecostone, il Bretonstone Quartz, l Okite e la pietra compattata. Un altra tecnica di produzione è la cristallizzazione. Questo è il caso dello Stoneglass, ottenuto attraverso un procedimento di cristallizzazione di particelle di silicio tramite fusione a 1300 C, un processo molto simile alle condizioni naturali di formazione del granito. Si formano così dei micro cristalli che lo rendono bianco. Per produrre il Listotech, invece, grazie ad un processo produttivo altamente tecnologico, calibrato al millimetro, si plasma una miscela di pietra liquida e ossidi estratti da rocce naturali in stampi sottili e si livella attorno a due trecce di acciaio armonico messe in tensione. Sono necessari 28 giorni di manutenzione perché la mescola raggiunga la consistenza ideale. I moduli, una volta solidificati, vengono tagliati permettendo ai trefoli presenti all interno di esercitare una forza di compressione che aggrega e compatta la materia. - Tipologie di lavorazione: Alcune pietre artificiali presentano caratteristiche fisiche simili a quelle delle pietre naturali e per questo motivo anche le tecniche di lavorazione sono comuni a entrambe le categorie di materiali. Questi procedimenti di lavorazione sono realizzati utilizzando macchinari avanzati che in alcuni casi comprendono l utilizzo di elaboratori elettronici come le macchine a controllo numerico che sono dirette da un computer esterno e concentrano in un macchinario le funzioni come il taglio, la sagomatura, la profilatura, la levigazione, la lucidatura, permettendo anche la realizzazione di forme complesse. Il ciclo di lavorazione delle pietre artificiali inizia con il taglio. Possiamo distinguere diverse tipologie: con sega a disco; a secco; per fresatura; a laser; a getto d acqua; con punta di diamante. Le macchine Water jet compiono tagli o trattamenti della pietra sfruttando la pressione del getto d acqua. Con questo macchinario si ottengono tagli precisi anche con piccoli raggi di curvatura sebbene sia necessario aggiungere per alcune pietre un abrasivo. Il taglio e la sagomatura si ottengono anche per mezzo della contornatrice usata soprattutto per realizzare tavoli e top di cucine e bagno. Per le lavorazioni particolari è impiegata una macchina a filo diamantato, la sagomatrice che permette la realizzazione di superfici curve anche di forma complessa come cilindrica, conica o elicoidale. Nella seconda parte della lavorazione la pietra è sottoposta a trattamenti superficiali. La finitura superficiale è una lavorazione Fig. 2 Taglio water jet 3

4 fondamentale per lo sfruttamento delle possibilità espressive di un prodotto lapideo come il colore, la tessitura, la rugosità e tutti gli attributi estetici che di una pietra possono essere valorizzati. Ci sono diversi tipi di lavorazioni e sono classificate in base alle tecniche impiegate. Le superfici ottenibili mediante lavorazioni meccaniche per urto sono la bocciardatura, spuntatura, rigatura, gradinatura e sabbiatura ovvero quelle eseguite con utensili a percussione come lo scalpello, bocciarde, martelline, raschini. La bocciardatura è una tecnica adottata soprattutto per materiali collocati all esterno per ridurre la scivolosità di zone soggette a calpestio, conferisce alla superficie un aspetto scolpito e in rilievo minimizzando difformità e variazioni cromatiche. L effetto bocciardato si ottiene con la bocciarda, un martello a fitte punte piramidali. La bocciardatura, sia manuale sia meccanica, non è facile ottenerla sugli spigoli perché essendo una lavorazione meccanica per urto, sottopone la parte considerata a forti sollecitazioni che ne provoca la rottura sugli spigoli. Infatti, i materiali bocciardati presentano un piccolo bordo di circa 1 cm generalmente lucidato. La spuntatura è un trattamento della superficie mediante la sua percussione mediante scalpelli di varie dimensioni che determinano sulla superficie un alternanza di zone depresse e zone in rilievo che possono essere uno spuntato debole, medio o grosso, in base al grado di spuntatura richiesto. I materiali più idonei a ricevere la spuntatura e la bocciardatura sono quelli a grana fine o medio fine. La rigatura è una forma di finitura superficiale che si presta per manufatti grezzi, levigati, lucidi o anche precedentemente bocciardati. Consiste nell incisione, con uno scalpello, di rigature larghe circa 8-15 mm, profonde circa 2-5 mm e distanze con interasse di 8-15 mm. La lavorazione è eseguita sia a umido che a secco e gli effetti finali sono differenti poiché la risposta alla luce e l efficacia in certe applicazioni (pavimentazioni esterne), dipende molto dalla lavorazione specifica. L aspetto finale dipende molto dalla profondità dei solchi e dalla nettezza con cui questi solchi sono eseguiti e dall uniformità di aspetto presentata dal materiale. La gradinatura è una variante di rigatura il cui risultato estetico è una superficie striata in modo più fitto e irregolare rispetto la rigatura. Storicamente la gradina è un utensile da taglio, formato da una barra di cm, a sezione rotonda o ottagonale con l estremità di taglio cosparsa di denti di varie dimensioni. Oggi la gradinatura è fatta da uno strumento a forma di rullo. La sabbiatura consiste nel proiettare ad alta pressione e velocità una miscela abrasiva composta da aria e sabbia, o un altro materiale duro. La superficie sabbiata assume un aspetto ruvido ma non tagliente e solitamente viene applicata per la pulizia e il rispristino cromatico delle superfici lapidee annerite e degradate dagli agenti atmosferici. Le superfici ottenibili mediante trattamento termico o conosciuto come fiammatura sono quelle che esposte ad elevate temperature subiscono uno shock termico, in conseguenza del Fig. 3 Marmo e granito bocciardato. Fig. 4 Spuntatura con rigatura orizzontale Fig. 5 Spuntatura rigata a 45 Fig. 6 Marmo sabbiato 4 Fig. 7 Granito fiammato

5 quale vetrifica e scoppia producendo una scabrezza ed un rilievo del tutto caratteristico. Attraverso la fiammatura, il materiale lapideo può raggiungere i 2500 C grazie ad un cannello che funziona con l ossigeno. Non agisce tanto sul colore ma sulla tessitura superficiale dei materiali, conferendo loro una certa morbidezza ed un cromatismo attenuato. La fiammatura è applicata solamente ai graniti e quasi mai ad altri materiali lapidei. I graniti sono aggregati polimineralici e sono quindi contraddistinti da diversi coefficienti di dilatazione ed ognuno di questi contribuiscono all effetto finale. Quindi cristalli di specie diversa reagiscono in maniera diversa l uno dall altro, ma anche riguardo alla struttura di ogni materiale. La dilatazione indotta dalla fiamma è quindi una dilatazione differenziale, e provoca disgiunzioni, sollevamenti e distacchi di cristalli in punti diversi della superficie trattata. Invece i marmi sono costituiti da un unico minerale, il carbonato di calcio, e quindi non è contraddistinto da coefficienti di dilatazione diversi non permettendo così di ricevere il risultato voluto. Le macchine utilizzate per la fiammatura ha un principio di funzionamento simile a quello delle bocciardatrici; utilizzato per lavorature che permettano alle pietre, di solito per usi esterni, di essere resistenti agli agenti atmosferici o dove è presente un elevato livello di calpestio. Le superfici ottenibili mediante trattamenti meccanici con azione da rasamento sono quelle ottenute rasando il materiale con utensili abrasivi come mole, piatti, rulli. Normalmente si fa riferimento a tre principali operazioni: la calibratura, la levigatura e la lucidatura. La calibratura è un trattamento che permette di spianare la superficie, entro i valori di tolleranza ammessi, asportando le eccedenze di materiale e minimizzando le irregolarità. La levigature e la lucidatura sono le operazioni attraverso le quali si porta una superficie ad essere liscia e lucida. Il processo di lucidatura di esplica in due modi differenti a seconda che si tratti del marmo o del granito. Nel marmo avviene per un processo chimico; trattando la superficie con degli acidi ossalici ed acetosella, questa reagisce formando una patina superficiale, dovuta alla reazione del minerale che lo compone e alla riduzione dell apporto dell acqua nella fase finale del trattamento provocando un surriscaldamento del materiale. Per i graniti, invece, la lucidatura è un fenomeno meccanico. Infatti, pur se nella fase finale del processo viene fatto impiego di feltri con ossido di piombo e di stagno, quella che viene chiamata in gergo la chiusura del materiale si ottiene grazie ad una specifica applicazione di abrasivi a grana progressivamente più fine. La lucidatura esalta soprattutto le qualità decorative ed estetiche della superficie delle pietre. Le superfici trattate mediante prodotti chimici rispondono a molteplici esigenze: - azioni di consolidamento o rinforzo - esaltazione o attenuazione di componenti cromatiche, di tessiture e di disegni cromatici 5

6 - incremento alla resistenza ad agenti esterni (acqua, smog, piogge acide) - protezione del materiale dalle varie cause di degradazione superficiale Tra i vari trattamenti chimici prevalgono due applicazioni come la resinatura e la stuccatura. La resinatura è un operazione di consolidamento e di rinforzo mediante il quale i materiali fragili e difettosi sono impregnati di resina pigmentale onde conferire loro maggior solidità e compattezza. Il processo fa uso di resine epossidiche e resine poliestere. Può essere eseguito sia su lastre che su blocchi. La resinatura si applica su una o entrambe le facce della lastra, in funzione della debolezza mostrata dal materiale; l impregnazione sulla faccia posteriore è frequentemente combinata con l applicazione di una rete di rinforzo (resinatura), dove conferire alle lastre la maggior rigidità possibile. La resinatura è un trattamento poco applicato ai graniti; in questo caso il trattamento è necessario per otturare piccoli buchi visibili sulla superficie. La stuccatura è un operazione tipicamente eseguita sui travertini, dove buchi, fratture e cavità vengono sigillati con mastici e stucchi di tonalità adeguate al colore del materiale. Le operazioni di stuccatura possono essere manuali impiegando le classiche spatole da stucco, o automatiche con macchine stuccatrici inserite nelle linee continue di lavorazione. Produzione commerciale dei materiali (tipo e marca) caratteristiche e campi d applicazione: Stoneglass : pietra artificiale che mantiene intatte tutte le caratteristiche del vetro e le unisce alle qualità della pietra. Il risultato è uniforme, un pezzo più duro e robusto della pietra naturale secondo i valori della scala di Mohs. Resistente all abrasione e a qualsiasi attacco chimico, impossibile da macchiare e resiste alle alte temperature. Non contiene né resine né coloranti, tale caratteristica lo rende totalmente ecologico e riciclabile. La cristallizzazione dei suoi componenti avviene senza solventi o resine, non risulta perciò nocivo alla salute. Dimensioni lastre: 3060x1340 cm Spessore mm. Queste misure sono suscettibili di variazioni in base all utilizzo che ne viene fatto. Il prodotto è distribuito dall azienda ARCOM. Bretonstone Quartz e Okite : pietre in quarzo. Caratterizzate da un elevata durezza dovuta alla presenza della pietra naturale, resistenza alla flessione, scarso assorbimento dell acqua. Resistenti ai graffi e antimacchia. Dimensioni lastre: 306x140 cm. Spessore 2-3 cm. L Okite è un materiale prodotto da SEIEFFE Industrie. Il Bretonstone Quartz Dimensioni lastre: da 125x306 cm a 165x330cm. Spessore da 7 a 30 mm. Granuli da 6-8 mm. Fig. 8 piano cucina Stoneglass Fig. 9 Piano cucina Okite 6

7 Il Bretonstone Quartz è prodotto dall azienda BRETON s.r.l. Marmoresina : pietra artificiale la cui graniglia di pietra naturale viene miscelata con la resina ed additivi. Le lastre prodotte permettono di avere piani di grande formato e spessore sottile. Facile ed economica la manutenzione. Dimensione standard: 3050x1250 cm. Spessore mm. Il Marmoresina è un materiale prodotto dalla ditta AGGLONORD s.r.l. Listotech : materiale innovativo costituito da due moduli lineari precompressi formati da una miscela di pietra ricostruita colorata in massa nella quale sono presenti il quarzo, il marmo e la sabbia naturale, e rinforzata da due trefoli di acciaio armonico. Lunghezza assi: m. Spessore 30 mm. Listotech è un materiale prodotto dalla ditta LISTOTECH s.r.l. Pietra compattata: questa pietra presenta una grande resistenza a compressione, flessione, abrasione ed urti; la sua superficie è antiscivolo e antigeliva. È un prodotto resistente al fuoco e fono riducente. La produzione di questo materiale si distingue in tre manufatti, che si differenziano per la lavorazione superficiale. Il consolare ha una superficie burattata, ed è utilizzato negli ambienti rustici; il compact ha invece una superficie liscia e un rigore geometrico, con bordi regolari ed è usato per superfici di grandi dimensioni e spazi commerciali; infine c è il lappato, una superficie perfettamente liscia, patinata e lucida. Le dimensioni variano da un minimo, per le mattonelle di 12,25x6,2 cm; ad un massimo per le lastre di 67,2x33,3 cm. Lo spessore varia da 2,2 a 3 cm. Ecostone e Terastone : particolari pietre che non lasciano residui inquinanti. Hanno un elevata resistenza all usura, alla compressione e agli agenti atmosferici; particolarmente resistenti al caldo, al gelo e al disgelo. Il legante utilizzato è il cemento Portland e il rapporto acqua-cemento è di circa 1/3. Dimensioni lastre: (40x40, 60x60, 60x30) cm. Spessore da 1,5 a 3 cm L Ecostone è un materiale prodotto dalla ditta AGGLO BAGHIN s.p.a. Al Terastone, oltre al cemento, si può aggiungere lattici polimerici o resine per enfatizzare le caratteristiche del prodotto finito. Dimensioni lastre: Max 68x153 cm. Spessore da 15 a 35 mm. Dimensioni mattonelle: (30x30, 40x40, 40x60, 60x60) cm. Spessore da 9,5 a 30 mm. Granuli da mm Il Terastone è prodotto dalla ditta BRETON s.r.l. Fig. 10 Pavimentazioni esterne in pietra compattata 7

8 Esempi di applicazione nel design e nell interior e nel design Le pietre artificiali sono utilizzate per la realizzazione di piani da lavoro, da cucina, e bagno; per rivestimenti e pavimentazioni, davanzali. Le pietre derivate dal quarzo e lo Stoneglass grazie alle loro caratteristiche fisiche-meccaniche e chimiche sono preferite agli altri per la costruzione di piani da lavoro. Il Terastone, oltre ad essere usato per la fabbricazione di lastre e mattonelle, incorporato ad una lamina d acciaio di particolare struttura, da vita al Terastone Steel, un pannello autoportante utilizzato per la costruzione di pavimenti sopraelevati e rivestimenti di pareti. Il Listotech è principalmente applicato in ambienti esterni soprattutto per la pavimentazione di piscine, parchi, terrazzi, balconi. La pietra compattata e l Ecostone, vengono utilizzati principalmente nel campo delle pavimentazioni d interni ed esterni, anche sopraelevati, e per il rivestimento di pareti interne ed esterne, grazie alla loro caratteristica di buna resistenza alla sollecitazione. Limiti delle pietre artificiali Le pietre artificiali ereditano alcuni pregi e difetti delle pietre naturali, anche se alcuni limiti di queste sono stati superati dal lavoro dell uomo. Mentre le rocce che troviamo in natura hanno assunto caratteristiche fisiche negli anni, in base al luogo e al periodo di formazione, le qualità della pietra artificiale sono in parte stabilite dai produttori, che le scelgono in base alle condizioni d uso del prodotto. Ma essendo comunque un agglomerato di materia naturale e leganti vari, le caratteristiche chimiche del prodotto rimangono pressoché invariate rispetto alla roccia e pertanto vanno osservati alcuni accorgimenti per quanto riguarda la manutenzione e la pulizia del manufatto. La pulizia di pietre artificiali a base di marmi non deve mai essere fatta per mezzo di prodotti acidi, come alcol e acido muriatico, che toglierebbero lucidità al manufatto, rendendolo opaco a causa della corrosione della calcite presente naturalmente nel marmo. Anche l aceto e il succo di limone sono da evitare. Gli agglomerati a base di quarzo e granito, materiali formati interamente da silicio e in cui non è presente calcare, invece, pur essendo caratterizzati da un elevata compattezza e resistenza al calore non possono entrare a contatto diretto con oggetti incandescenti o con agenti chimici a ph basico, oltre che con solventi industriali, acido fluoridrico, che scioglie completamente il quarzo, la soda caustica, solventi per vernici e con l acido cloridrico che permette la formazione di macchie e rigonfiamenti sul prodotto. La durezza, la compattezza e l alto peso specifico rendono la pietra artificiale molto resistente alle sollecitazioni; queste caratteristiche vengono infatti sfruttate in tutti i campi d applicazione del materiale. Sono le stesse, però, a renderlo 8

9 poco versatile, in quanto non è malleabile e quindi molto spesso non può essere modellato a piacimento dell utente. Ogni ditta produttrice propone infatti una standard di lavorazioni, che difficilmente subiscono variazioni. La scivolosità è un limite che si presenta quando la pietra, in particolar modo se applicata nella pavimentazione, viene lucidata, soprattutto in presenza di acqua, anche se spesso questi materiali vengono sottoposti a trattamenti specifici per evitare questo tipo di problema. Le pavimentazioni esterne, per la cui realizzazione è utilizzata la pietra artificiale, possono subire nel corso degli anni un erosione superficiale e una variazione delle caratteristiche estetiche, che vengono modificate inevitabilmente, dagli agenti atmosferici. Aspetti sensoriali dei prodotti e dei materiali che hanno spinto i progettisti all uso di questi rispetto ad altri La pietra artificiale è un materiale che presenta alcune caratteristiche meccaniche e sensoriali comuni alla pietra naturale. Qualità che vengono migliorate dall opera dei produttori con l aggiunta di componenti come leganti o pigmenti coloranti. I materiali che abbiamo analizzato hanno diverse tattilità in base alla lavorazione superficiale alla quale vengono sottoposti: se soggette a sabbiatura, bocciardatura, le superfici risultano ruvide; se vengono, invece levigate risultano lisce. Anche la bordatura del prodotto finale cambia in base alla lavorazione a cui è sottoposto. Il bordo di una lastra può essere spigoloso o levigato. La superficie di pietra risulta fredda al tatto, per questo motivo il materiale non è un conduttore di calore, ma bensì un coibentante. A causa della loro compattezza questi materiali risultano molto resistenti a trazione, pressione, flessione, torsione ed a qualsiasi tipo di graffio. La presenza all interno dell agglomerato di resine e materia cementizia migliora queste qualità comuni alla pietra naturale. Il peso specifico si aggira intorno ai valori di quello del marmo o del granito: ad esempio lo Stoneglass ha un peso specifico di 2,7 g/cm3 a fronte di quello del marmo che è di circa 2.5 g/cm3. Percuotendo una pietra il suono che deriva dall urto è sordo, basso, grave ed ovattato, in quanto la vibrazione non si propaga all interno del materiale per la compattezza che lo caratterizza. È fonoassorbente, ma non è un buon isolante acustico. L agglomerato è di per se inodore, qualità costante nel tempo, anche dopo anni di utilizzo, grazie al coefficiente di assorbimento di liquidi molto basso, ed alla completa assenza di porosità. Le pietre ricostruite, costituite da polveri lapidee e leganti, hanno il colore della roccia da cui derivano; risultano perciò visivamente molto simili alla pietra naturale. Gli aggregati lapidei, invece, nel cui composto sono aggiunti pigmenti coloranti (è il caso dell Okite ), assumono il colore del 9

10 pigmento stesso. La gamma di colori è stabilita dalla casa produttrice del materiale. Con le tecniche di lavorazione superficiale, come il processo water jet, si possono conferire al manufatto varie texture. È il caso della pietra compattata, la cui ditta di produzione, applica questo tipo di finitura, su richiesta, in base alle esigenze dell utente. Anche la brillantezza, l opacità e la capacità di riflessione, come abbiamo già detto per l aspetto tattile del prodotto, dipende dalla lavorazione superficiale della lastra. Un materiale lucidato avrà perciò una brillantezza e un coefficiente di riflessione più elevati rispetto ad un materiale sabbiato o bocciardato, o semplicemente levigato senza ulteriori trattamenti, che risulterà più opaco. La brillantezza è una qualità che varia anche in base alle proprietà del materiale lapideo che compone il conglomerato. I manufatti a base di quarzo, ad esempio, essendo questa una roccia a forte concentrazione di silicio, presente sottoforma di cristalli, sono connotate da un elevata brillantezza. Per le applicazioni esterne, vengono utilizzate pietre opache, proprio perchè il trattamento di lucidatura risulterebbe superfluo, in quanto gli agenti atmosferici rischiano di erodere la superficie e alterare le sue caratteristiche e la renderebbero scivolosa e perciò pericolosa. Le superfici lucidate sono invece preferibili per gli interni, perché la loro brillantezza rende prezioso l ambiente. Per concludere, la pietra artificiale, è un materiale funzionale negli ambienti domestici, di lavoro, e in tutti quegli ambienti frequentati da un elevato numero di persone, in quanto permette di svolgere le azioni e le operazioni quotidiane, anche le più semplici, senza richiedere per questo una manutenzione particolare e costante. Tutti i materiali che possono essere catalogati come pietre artificiali, risultano particolarmente gradevoli alla vista ed al tatto, presentano un ottima resistenza a alle sollecitazioni, alla corrosione, ai graffi, all erosione dovuta agli agenti atmosferici. L economicità del materiale è dovuta al fatto che non richiede imballaggio per il trasporto, in quanto durante questa fase le lastre, protette dal trattamento superficiale, non si rovinano Il manufatto artificiale è più economico, anche rispetto alla pietra di origine naturale, in quanto l agglomerato è costituito da materiali di recupero provenienti dalla lavorazione delle rocce. Per questo stesso motivo la pietra artificiale è ecologica, poiché durante la sua produzione l emissione di rifiuti e scarti è minima. Anche le tecnologie produttive hanno un minimo impatto sull ambiente: i macchinari che producono la pietra compattata ad esempio registrano emissioni di CO 2 minime; il processo di cristallizzazione dello Stoneglass, invece, non richiede l applicazione di solventi chimici dannosi e tossici. Due caratteristiche importanti del materiale sono l asetticità e l antibattericità. Queste qualità sono fondamentali per i prodotti commercializzati in pietra artificiale come pavimenti, piani da lavoro, piani da cucina. 10

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