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2 Ci siamo appassionati al mondo delle Maschere italiane un po per caso Abbiamo scoperto che la Commedia dell Arte è un genere letterario che è nato in Italia nel XVI secolo. La caratteristica di queste commedie era che non si basavano su un copione, ma gli attori improvvisavano su una trama, chiamata canovaccio. I protagonisti di queste opere erano le nostre maschere con i loro aspetti caratteristici, i loro scherzi e le loro burle. Avevano un carattere ben preciso, amicizie e inimicizie. Gli attori dovevano essere davvero bravi perché dovevano recitare, danzare, fare acrobazie, cantare e pure fare i mimi. Molte delle nostre maschere erano zanni, questo termine, di origine bergamasca, significa servi (come Arlecchino, Brighella, Pulcinella ). Speriamo che questo nostro lavoro possa essere interessante anche per voi!

3 Arlecchino, Brighella, Gioppino, Meneghino Rolar Colombina, Pantalone Gianduja Fagiolino, Dottor Balanzone, Sandrone Stenterello Issohadores Meo Patacca, Rugantino Il Dottor Tartaglia, Pulcinella, Scaramuccia Farinella Giangurgolo Beppe Nappa

4 La maschera di Arlecchino nasce dalla Lombardia e più precisamente a Bergamo. Il suo abito è formato da cento colori. La tradizione racconta che Arlecchino era un bambino povero che non aveva un vestito di Carnevale, allora i suoi amici gli portarono pezzi di stoffa, tutti di colori diversi. La madre cucì tutti insieme i pezzetti colorati per fare in modo che anche lui potesse avere un costume. Oltre al suo vestito tutto colorato ha una maschera nera e una spatola di legno di quelle che si usano per mescolare la polenta. Spesso la utilizza come bastone nei suoi litigi. Testo a cura di Morgan, Ilaria e Sara T. Disegni a cura di Morgan e Sonia

5 Arlecchino è pigro ma agile, onesto, furbo e astuto. E un servo che cerca in ogni modo di avere una vita migliore. E sempre alla disperata ricerca di buon cibo, infatti sogna di essere in un bosco dove sugli alberi crescono mortadelle e dove può trovare montagne di polenta. Per non mettersi nei guai non esita a raccontare bugie e sa fare molti dispetti. La sua compagna è Colombina e il suo peggior nemico è Brighella che è un attaccabrighe e un imbroglione. Ecco come è nata: LA MASCHERA BERGAMASCA LA PIÙ CONOSCIUTA AL MONDO!

6 La maschera di Beppe Nappa ha origini siciliane. E la maschera più antica della Sicilia, tra le più antiche d Italia. E il simbolo del carnevale di Sciacca; il re del carnevale siciliano. Assomiglia al Pierrot francese per il costume e per molti aspetti del carattere. Fa parte delle maschere italiane della Commedia dell Arte come Arlecchino e Pulcinella. Il suo nome deriva da Peppe cioè diminutivo di Giuseppe e Nappa che significa toppa dei calzoni cioè uomo da nulla. Il costume è formato da una casacca e calzoni azzurri troppo lunghi e ampi, un cappellino bianco o azzurro sopra la calotta bianca. Il suo carattere è pigro, geloso, ama stare in cucina per la sua fame e Golosità, annusare i deliziosi profumi: il cibo è la sua passione. E un fannullone e passa dal dormire e sbadigliare continuamente, alla ricerca di cibo con il suo fiuto infallibile... peccato che non lo usi mai per svolgere il suo lavoro! Generalmente ricopre la parte del servo pigro del padrone che può essere un innamorato o un vecchio barone, ma è capace di stupire con inaspettata agilità. Testo e immagine a cura di Martina

7 L origine della sua maschera è forse di Bergamo. Nella Commedia dell Arte prende il compito di primo Zanni cioè servo furbo, vivace, chiacchierone, coraggioso, combinaguai e attaccabrighe. Brighella ha il potere sui servi semplici grazie al suo abito smagliante. Il suo abbigliamento è infatti composto da: calzoni larghi e una giacca bianca, un mantello bianco arricchito da due strisce verdi, un berretto e una maschera nera sul viso. E questa la linea di cui si vanta. Testo a cura di Giorgio, Sabrina, Elisa e Iliass Disegni a cura di JinJin, Gabriele

8 E un cuoco, cameriere, servo dei padroni cattivi. E l antagonista di Arlecchino, sono infatti entrambi servi della Commedia dell Arte e sono nati tutti e due a Bergamo. Fa il servo come Arlecchino, ma anche altri mestieri domestici. Gli elementi caratteristici del personaggio sono la prontezza e l agilità della sua mente, questa agilità gli serve per inganni e trappole. E un tipo molto bugiardo, racconta bugie con convinzione ed è impossibile distinguere la verità della bugia. Inoltre è bravo a cantare, suonare e ballare.

9 Nasce a Venezia e parla il veneziano. La possiamo trovare in mezzo a tanti personaggi maschili. Essa si trova già nelle commedie di Plauto ed è una delle maschere più antiche. Il suo nome proviene dalla Compagnia degli Inoltrati, una delle più importanti fra quelle dei Comici dell Arte. Assume vari nomi come: Diamantina, Marmetta, Violetta, Corallina, Arlecchina e Betta. L aspetto fisico di Colombina è piuttosto interessante. Il suo vestito è molto vivace; indossa un abito a strisce bianche e blu, un grembiule arricciato sul fianco. Sulla testa porta una cuffietta bianca. Il suo carattere è simpatico, sveglio e furbo. Testo a cura di Martina, Sara S, Said e Francesco P. Disegni a cura di Ilaria e Sabrina

10 E un po pettegola e prende in giro le persone che si trovano vicino a lei. E molto affezionata alla sua padrona Rosaura e, pur di renderla felice, fa imbrogli su imbrogli. Non sopporta i vecchi brontoloni come Pantalone e schiaffeggia chi manca di rispetto a lei e alla sua padrona. Nell economia dello spettacolo ha una parte molto importante. Colombina nel 500, diventa una servetta complice degli inganni domestici e amorosi della padrona. Diventa anche servetta del teatro italiano e di quello francese. Di solito Colombina è sempre accompagnata dal suo fidanzato Arlecchino. Si pensa anche che siano sposati.

11 Per caratteristiche molto simile a Colombina, è in un certo senso una sua evoluzione. Anche Corallina è infatti una serva maliziosa ed adulatrice, dalla lingua sciolta, furba e complice della padrona. Corallina nacque a Parigi dal personaggio portato a teatro dall attrice italiana Anna Veronese che, nel 1744, si esibì accanto a suo padre in una commedia intitolata Il doppio matrimonio di Arlecchino Testo e disegno a cura di Said

12 Il personaggio più conosciuto nella tradizione del Carnevale romagnolo è sicuramente la maschera di Fasulèn, cioè Fagiolino. È nato alla fine del 1700 a Bologna. Ma la fortuna della maschera di Fagiolino è probabilmente dovuta al suo carattere: semplice, ignorante, maligno ed arguto, nervoso, ma assai dispettoso. Fagiolino è facile da riconoscere per la cuffia bianca da monello, calze a righe, pantaloni grigiastri, camicia bianca, gilè a casacca. È magro. Un suo compare di avventure, amato per la sua stoltezza, è il fedele Sganapino. Fagiolino è un ottimista che non invecchia mai. Ha un nome e un cognome: Fagiolino Fanfani. È un povero, ma ricco di appetito. Generoso coi deboli e severo con i cattivi. Testo a cura di Sonia Disegno a cura di Sara S.

13 La maschera viene dalla città di Putignano ed è Farinella è apparso sulla scena,, così come lo conosciamo ora, solo nel Farinella indossa un abito colorato con un cappello a due punte. Alla fine di ogni punta del cappello e su ogni scarpa ci sono delle campanelle che suonano a festa. Un tempo l abito era rosso e blu, i colori della città di Putignano, il cappello era a tre punte, per rappresentare i tre colli su cui c'è la città di Putignano. La maschera veniva rappresentata sempre nell atto di separare un cane e un gatto, questo per indicare i litigi interni tra la popolazione. Testo e disegno a cura di Gabriele

14 Il nome Farinella viene da un antico tipo di cibo che si consumava in questa zona d Italia. Si tratta di una farina di orzo tostato e ceci che è divenuta la base per una gustosa salsa di fichi appena raccolti, oltre che il pasto tipico di chi lavorava nei campi. L importanza della maschera Farinella è notevole, tanto che oggi con Farinella si intende anche un brano musicale dalla melodia piuttosto piacevole ed allegra.

15 Gianduja è originario del Piemonte, è una maschera popolare nata a Caglianetto (Asti) nel Il nome Gianduia, deriva dall'espressione piemontese "Gioan d'la douja", che vuol dire Giovanni del boccale (riferimento al suo debole per il succo d uva). Ha tutte le buone qualità di un popolano piemontese, ma è caparbio e sospettoso, se non vede chiaro in quanto gli accade intorno. E' un galantuomo, coraggioso, fa del bene ed è fedele alla sua inseparabile Giacometta. Ama il vino e mangiare bene. Indossa in testa un tricorno e la parrucca con il codino. Ha un costume di panno color marrone, bordato di rosso, con un panciotto giallo e le calze rosse. Testo a cura di Sara T., Elisa e Michela Disegno a cura di Morgan

16 Sul collo porta un fiocco verde oliva e un ombrello sempre dello stesso colore. Ha le scarpe di color nero e i calzini rossi. Nella settimana che precede l'inizio della Quaresima, Gianduja visita ospizi, ricoveri, ospedali per bambini, distribuendo le tipiche caramelle rotonde e piatte, avvolte in un cartoccio esagonale, con impresso il suo profilo. Dal nome di Gianduja deriva il cioccolatino gianduiotto e la cioccolata di tipo gianduia, specialità torinesi. I cioccolatini venivano distribuiti dalla maschera durante la festa del carnevale. La filastrocca di Gianduja Giacca marrone, panciotto giallo por to i colori del pappagallo; Calzoni verdi, calzette rosse, col vino mi curo tonsille e tosse. Naso paonazzo, cappello tricorno son Gianduia perdigiorno. Se non vi basta il cappellino c 'è la parrucca col codino.

17 Giangurgolo è una maschera calabrese, si è molto diffuso negli spettacoli della Commedia dell'arte tra i secoli XVII e XVIII. Aveva il ruolo del Capitano. Ha un naso molto grosso e una spada gigantesca che pende su un fianco; indossa un cappello a cono, un corpetto stretto e pantaloni a sbuffo a strisce gialle e rosse. Il suo nome significa "Giovanni Golapiena" proprio per la sua particolare fame e per le sue tante chiacchiere. La maschera potrebbe essere una versione calabrese dello Zanni bergamasco. Testo a cura di Said

18 Tra le maschere meno conosciute c'è quella di Gioppino uno dei burattini piu famosi della commedia teatrale bergamasca (chiamato in dialetto Giopì de Sanga). Conosciuto soprattutto per avere tre grossi gozzi di cui lui si vanta molto e che chiama granate o coralli quasi come fossero gioielli. Secondo la leggenda Gioppino avrebbe una origine ben delineata: sarebbe nato a Zanica da padre Bortolo Socalonga e madre Maria Scatolera, ha una moglie di nome Margì e un figlio di nome Bortolì; due fratelli uno di nome Giacomì e l'altro di nome Pisan' Braga.

19 La sua maschera si caratterizza con una faccia tonda, un'espressione furba, un vestito verde con l'orlo rosso, i pantaloni sono scuri e porta sempre un cappello rotondo con una fettuccina che gli pendeva.. È un uomo molto rozzo e ignorante, ma anche molto generoso, soprattutto nei confronti dei più poveri e sfortunati. É un grande amante del buon cibo e del buon vino: QUESTO É IL GIOPPINO! In dialetto bergamasco: L'è la tropa inteligènsa chè la ga stàa mia 'ndèl sèrvèl, è alura ol Padre Eterno al ma la mètida chè sota. È la troppa intelligenza che non ci sta nel cervello e allora il Padre Eterno me l ha messa qui sotto. Testo a cura di Morgan Disegno a cura di Martina

20 Il dottore Balanzone è bolognese. Il suo carattere è: pignolo, cavilloso, prodigo, sapientone, pedante, presuntuoso, serio e si vanta dei suoi titoli. E una persona obesa con dei baffetti all insù. Indossa: sulla testa un cappello nero, calze bianche, un panciotto, un vestito nero, pantaloni grossi, libro sotto braccio, cintura con un pugnale e fazzoletto, colletto bianco, maschera, giubba, mantello e scarpe nere. Il suo modo di parlare è il latino maccheronico con paroloni grossi; parla tanto. Le curiosità sono: fa gesti autorevoli, mentre parla mescola paroloni in un groviglio, adora mangiare e in Emilia- Romagna svolge i suoi studi per diventare avvocato. Il libro che tiene in mano è simbolo della cultura; è il più saccente di tutte le maschere. Insegna cose inappropriate, pensa di conoscere ogni cosa della scienza. E molto stimato tra le maschere per la sua cosiddetta intelligenza che non ha nessun valore. Testo a cura di Filippo, Gabriele e Debora Disegno a cura di Yosra

21 Tartaglia è una maschera della commedia dell'arte, nata nel Rappresenta un dottore goffo e tozzo, senza baffi né barba e con la testa senza capelli. Prende il nome di Tartaglia perché balbetta. Sulla balbuzie e sulla forte miopia si concentra tutta la comicità del personaggio, povero di contenuti umani. Il costume della maschera, costituito in origine di un abito e di un mantello verdi a strisce gialle, di un ampio collare bianco e occhiali verdi, cambiò in seguito nei colori e negli ornamenti aggiungendo parrucca bianca, cappello a punta, scarpe con gran fibbia Siccome per la sua immagine è particolarmente simile alla maschera padovana di Menego, spesso vengono confusi, come se si trattasse della stessa persona. Alcune antiche credenze popolari sostengono che Tartaglia sia Menego mascherato da dottore. Testo e immagine a cura di Filippo

22 Gli Issohadores insieme al Mamuthone sono una maschera tipica della Sardegna. Sono portatori di "soca" e cioè la lunga fune usata per il bestiame. Il costume tradizionale, simile al quello dei Mamutones, è composto da un corpetto rosso, camicia e i pantaloni larghi di tela, completato da berretto ornato con i nastri. Portano stivali neri a tracolla e una cinghia in pelle e stoffa dove sono appuntati piccoli sonagli, i sonajolos. Le due maschere non sfilano mai separate. Testo a cura di Said

23 Meneghino o Domenichino è di origine milanesi. Si pensa che il suo nome derivi dai servi che lavoravano di domenica...i DOMENICHINI. Ha un cappello a tre punte,una parrucca con codino alla francese, è vestito con una giacca di velluto,calzoni corti e calze a righe bianche e rosse. Interpreta un servitore rozzo ma con buon senso, è generoso, allegro,estroverso, sbrigativo e ama prendere in giro i difetti dei più ricchi. Nell'1848 durante la insurrezioni delle 5 giornate di Milano è stato scelto come simbolo di eroismo. Sua moglie è Checca. Testo e immagine a cura di Ilaria

24 Meo Patacca è la maschera romana, che assieme a quella di Rugantino, rappresenta il coraggio e la spavalderia di certi individui di Trastevere, il quartiere più popolare di Roma. Spiritoso e insolente, Meo Patacca é il classico bullo romano, sfrontato ed attaccabrighe, esperto ed infallibile tiratore di fionda, ma in fondo, generoso e di animo aperto. Gli piace fare lo spaccone e parlare in dialetto romanesco. Quando ci scappa la rissa, si getta nella mischia e la sua fama é ben nota in Trastevere e in tutta Roma. A parte il suo carattere sicuramente un po' difficile che si arrabbia per niente e quel suo strano modo di discutere con qualcuno, prima con le mani poi con le parole, Meo Patacca ha da subito riscosso la simpatia dei suoi concittadini che affollarono i teatri romani per assistere divertiti alle sue commedie. Il suo personaggio ebbe a lungo fortuna sulle scene e anche se è stato trasformato col tempo in un tipo più serio e meno manesco, ha mantenuto inalterati i caratteri di attaccabrighe, sbruffone e provocatore. Testo a cura di Francesco P e Filippo Disegno a cura di Sara T.

25 Pantalone è chiamato il Magnifico ed è un ricco mercante che in passato ha accumulato una fortuna con i traffici ed il commercio, ma è molto tirchio. Diffida di tutto e tutti; è pettegolo e si perde in chiacchiere inutili e banali. Solo con le donne é gentile e galante: allora fa inchini, sussurra paroline dolci e si comporta come un vero dongiovanni, anche se ormai non ha più l'età. Si mette spesso nei guai per corteggiare le donne. La maschera di Pantalone è quella di un personaggio tranquillo e pieno di umanità. Nata a metà del secolo XVI, quella di Pantalone é una fra le maschere più antiche della commedia dell'arte. È una maschera tipicamente veneziana e si esprime sempre nel dialetto di Venezia. La maschera di Pantalone piace al pubblico che vede in lui i propri pregi e difetti. Indossa una lunga casacca nera che copre una calzamaglia rossa. Testo e immagine a cura di Sabrina

26 Il suo nome è un francesismo perché è un personaggio italiano della commedia dell'arte. È stato uno dei primi zanni, interpretato dalla compagnia dei Gelosi alla fine del 500. Fu poi portato in Francia, dove prese il nome di Pierrot. Nella versione francese le caratteristiche di Pierrot sono: la furbizia, anche se è un personaggio sentimentale con aria triste, astuzia propria dello zanni; è diventato anche il mimo malinconico innamorato della luna. Indossa sempre grandi pantaloni bianchi con una lunga camicia, sempre bianca, ma con due enormi bottoni di stoffa nera al centro. Il colletto è buffo perché è molto grande e gonfio, tutto fatto di tulle. Le scarpe sono bianche con un altro bottone nero. Per finire, il cappello è a cono, bianco e nero. Il volto è truccato di bianco, con gli occhi ridefiniti di nero con una lacrima sulla guancia. Sicuramente è il più intelligente tra i servi, svelto nel linguaggio. Critica gli errori dei padroni e spesso finge di non capire i loro ordini, anzi li esegue al contrario. È l unico personaggio che al cibo preferisce una romantica serenata. Testo a cura di Sonia Disegno a cura di Francesco F

27 Pulcinella è la maschera tipica del Carnevale napoletano, fa parte della famiglia dei servitori ed è conosciuta in tutta Europa. Si conosceva fin dai Romani, è sparita con l arrivo del cristianesimo ed è risorta con la commedia dell arte. Indossa un camiciotto bianco, pantaloni bianchi, calzoni morbidi, rosa e grosse scarpe nere. Possiede un cappello bianco a forma di cono rovesciato, il suo nome deriva da piccolo pulcino o pulce e porta una maschera nera. Testo a cura di Francesco F, JinJin, Michela e Sonia Disegni a cura di Martina e Filippo

28 Il suo carattere é: indolente, malinconico, molto egoista, a volte buono, parecchio ubriaco, divertente e super strampalato, molto furbo, sciocco, insensato e a volte saggio. Poche volte è timoroso, è particolarmente debole e insolitamente lento e goffo. Possiede un naso adunco, occhi piccoli e due gobbe. E la maschera più antica del nostro Paese, possiede una voce stridula e chioccia, canta molto dolcemente e mangia e beve molto bene. E amato da tutti ed è soggetto a frequenti bastonate da parte del padrone. Si adatta ad ogni ruolo, ma per la sua lentezza non è per niente atletico.

29 Il carnevale in Friuli-Venezia Giulia non è una semplice ricorrenza di spensierata allegria, tutte le località ospitano dei veri e propri riti, densi di significati e legati alla tradizione. A Sauris, suggestivo paese della montagna carnica, si festeggia uno dei più suggestivi carnevali dell'arco alpino. Protagonisti dell' avvenimento che si svolge sempre il sabato che precede il giorno delle Sacre Ceneri sono il Rolar eil Kheirar. Rolar, figura magica e demoniaca, ha il viso nero di fuliggine così come le mani, indossa abiti trasandati, cammina con un bastone e ha la testa fasciata con un fazzoletto a frange.

30 Legati in vita, Rolar ha appesi dei sonagli metallici che agita in continuazione. Il suo nome deriva proprio da questi campanelli, i "ROLN". Rolar, percorrendo rumorosamente le vie del borgo, bussa nelle porte delle abitazioni per annunciare ai cittadini e ai turisti l'inizio del Carnevale. Gli abitanti a questo punto, si vestono e,compito di Rolar, è quello di radunare il corteo che è suddiviso in due gruppi "MASCHERE BELLE"e "MASCHEREBRUTTE". Tutti devono indossare grandi maschere di legno per ricoprire il volto perché devono essere irriconoscibili. Ora entra in scena il Kheirar che vestito di stracci e armato di scopa bussa ed entra in tutte le case. Una volta entrato, simbolicamente, spazza via il freddo inverno per far spazio alla nuova stagione in arrivo, carica di cose positive. Successivamente il corteo, guidato da Rolar e Kheirar, cantando e ballando, si addormenta nel bosco che collega Sauris Sopra e Sauris Sotto. I partecipanti sono dotati di un lume ad olio, seguono un suggestivo percorso notturno dando così inizio alla "Notte delle Lanterne", il momento finale del Carnevale. Una volta giunti alla piazza di Sauris Sotto la festa prosegue con balli e canti e con la degustazione di piatti della tradizione gastronomica. Testo e immagine a cura di Giorgio

31 La maschera più famosa di Roma è Rugantino. Questa maschera rappresenta un tipico personaggio romanesco, il giovane arrogante e strafottente ma in fondo buono e amabile, la caratteristica principale di Rugantino è l arroganza. Il suo nome, infatti, deriva proprio dal termine ruganza cioè arroganza. Rugantino è protagonista di una delle più romantiche e tragiche storie d amore di Roma. Il suo amore per la bella Rosetta lo trasforma da imbroglione a eroe, perché dice di aver ucciso il marito di lei, senza averlo fatto. Rugantino morirà giustiziato sulla forca per dimostrare il suo amore a Rosetta.

32 All inizio Rugantino era la caricatura del gendarme, ma anche del brigante. Lo si vede infatti vestito come un capo delle guardie del Bangello, sempre pronto ad arrestare qualche innocente per dimostrare la propria forza. Nel corso degli anni questa prima immagine si trasformò nel giovane bullo di quartiere che assumeva gli atteggiamenti del duro, ma che era in realtà uno spaccone pronto a parole ma non nei fatti. Venne rimosso quindi il suo carattere negativo per assumere un carattere più pigro e buono che farà l'interprete di una Roma popolare ricca di sentimenti. La maschera quindi lo vede vestito in due maniere: da sgherro, in modo appariscente vestito di rosso col cappello a due punte, oppure da povero, con calzoncini logori, fascia intorno alla vita, camicia con casacca e fazzoletto al collo. Testo a cura di Simone e Debora Disegno a cura di JinJin

33 Sandrone viene da Modena e rappresenta un vecchio contadino rozzo, ma furbo e scaltro. È una simpatica e astuta maschera modenese appartenente alla categoria del contadino grossolano e ignorante, è portavoce del popolo più umile e maltrattato. Vorrebbe cambiare la sua posizione sociale, così si sforza di parlare italiano dando vita, però, ad espressioni incomprensibili e senza senso. Questo personaggio ogni anno si affaccia al balcone del Municipio e dice tutto quello che pensa. Indossa lunghi calzettoni a righe bianche e rosse, ha i capelli bianchi, ha con sé attrezzatura tipica del suo tempo e parla uno stretto dialetto modenese. Testo a cura di Iliass e Ilaria Disegno a cura di Debora

34 Insieme a lui ci sono sua moglie Pulonia e suo figlio Sgorghìguelo, e tutti e tre provengono da Bosco di Sotto, un paese di fantasia che si troverebbe nei dintorni di Modena. Sandrone porta una parrucca con capelli piuttosto lunghi, coperti in parte da una specie di cuffia da notte di lana bianca che termina con un fiocco. Suo figlio ha una parrucca rossiccia e un berretto marrone con visiera. Pulonia indossa una cuffia bianca, un vestito lungo fino alla caviglia disegnato a fiori vivaci. Porta un grembiule bianco, ai piedi scarpette di vernice nera con vistose fibbie, e in testa, una parrucca bianca a boccoli.

35 E una maschera della Campania, originaria di Napoli. In verità però la maschera nacque con il nome di Scaramuzza, assumendo la forma Scaramuccia (toscana) nel Settecento. Scaramuccia è un gran sbruffone, bugiardo e codardo. E uno spaccone, anche se non sembra visto che in realtà sta quasi sempre in silenzio. In un modo o nell altro riesce ogni giorno a prendere qualche batosta! Naturalmente, come tanti altri, anche lui è uno scansafatiche eccezionale! Indossa un berretto nero alla basca, sembra una cuffia da letto. Sul viso porta una maschera nera. La giubba corta a righe nere e grigie scure la porta sborsata con una cinta. Scaramuccia porta un colletto bianco fatto di pizzo. Sopra indossa un mantello nero. I calzoni sono a metà ginocchio, completati da lunghe calze. Le scarpe sono nere e a punta ed hanno un fiocchetto all'altezza della caviglia. Testo e immagine a cura di Elisa

36 È una maschera di Firenze ed è anche l'unica del Carnevale del teatro fiorentino. Fu creato nel XVIII secolo dall'attore fiorentino Luigi Del Buono che, dopo aver visto Pulcinella a Napoli, volle creare un personaggio simile in Toscana. Il suo nome deriva da stento cioè mancante del necessario per vivere. Stenterello ha il naso grosso e ha un fisico magro. È chiacchierone, pauroso e impulsivo ma è anche saggio e pronto ad aiutare i più deboli nonostante la sua paura. Ha la risposta sempre pronta e fa battute pungenti, ma non volgari. Nonostante spesso dica cattiverie, grazie alla sua astuzia, riesce a diventare tenero e simpatico. È perseguitato dai creditori e dalla sfortuna. Il suo costume è allegro; partendo dall'alto, ha un cappello a barchetta, una giacca azzurra e profilata di rosso che indossa sopra una sottoveste dai colori allegri. Porta un panciotto giallo, dei calzoni corti neri e le calze di colori diversi. Testo e immagine a cura di Ilaria

arlecchina Questa maschera nasce nel '500' a Parigi. Conosciuta come l'innamorata di Arlecchino, che deve liberarsi da un corteggiatore a cui i parenti vogliono darla in sposa, per poter sposare l'arlecchino

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