REGIONE PIEMONTE Provincia di Cuneo COMUNI DI LESEGNO E SAN MICHELE MONDOVI'

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1 REGIONE PIEMONTE Provincia di Cuneo COMUNI DI LESEGNO E SAN MICHELE MONDOVI' IMPIANTO IDROELETTRICO SUL TORRENTE CORSAGLIA TRA CASCINA ISOLA E CASCINA LA GATTA PROGETTO DEFINITIVO Elaborato n. 1.5 Relazioni "Relazione forestale" (L.R. 45/89) IL COMMITTENTE: CLEAR ENERGY s.r.l. Corso Statuto 2c Mondovì (CN) dicembre 2011 I TECNICI INCARICATI: Dott. Ing. Sergio SORDO COLLABORATORI: Dott. Ing. Marco Carretto Dott. Geol. Luca BERTINO Dott. For. Giorgio COLOMBO COLLABORATORI: Dott. Arch. Stefania Romagnolo SR STUDIO STUDIO DI INGEGNERIA Dott. Ing. Sergio Sordo - C.so Langhe, 10 - Alba (CN) tel/fax / sordosergio@srstudio.info STUDIO TECNICO Dott. Geol. Luca Bertino - via Risorgimento 6 - Mondovì (CN) tel/fax / luca.bertino@libero.it STUDIO DI PROGETTAZIONE Dott. For. Giorgio Colombo - C.so Statuto, 21 - Mondovì (CN) tel/fax / studio@giorgiocolombo.net

2 INDICE 1. PREMESSA ASPETTI PRINCIPALI DELL IMPIANTO DESCRIZIONE DELLA VEGETAZIONE DELL AREA VASTA SEMINATIVI IRRIGUI E COLTIVI VEGETAZIONE D INVASIONE E DI GRETO BOSCAGLIE PIONIERE D INVASIONE ROBINIETI QUERCETI MESOFILI DESCRIZIONE E QUANTIFICAZIONE DELLA VEGETAZIONE DIRETTAMENTE INTERESSATA DALL INTERVENTO SUPERFICI INTERESSATE DALL INTERVENTO MOVIMENTI TERRA E VALUTAZIONE DEGLI SCAVI OPERE DI RIPRISTINO VEGETAZIONALE E AMBIENTALE RIPRISTINO PRATO STABILE NON SCOTICATO RIPRISTINO PRATO STABILE SCOTICATO LIVELLAMENTO E INERBIMENTO RIMBOSCHIMENTO CON SPECIE FORESTALI RIPRISTINO VEGETAZIONE DI SPONDA RIPRISTINO DEL FONDO ALVEO FORMAZIONE DI PIAZZALE E AREE DI MANOVRA PRESCRIZIONI PER LE OPERAZIONI DI RIPRISTINO RIPRISTINO DEL SUOLO E DELLA COPERTURA VEGETALE IL RECUPERO DELLA TERRA VEGETALE ESISTENTE LA COPERTURA CON GEORETI L INERBIMENTO L IMPIANTO DI VEGETAZIONE ARBOREA E ARBUSTIVA OPERE DI SOSTEGNO E DI CONSOLIDAMENTO FORMAZIONE DI SCOGLIERE FORMAZIONE DI IMPOTTITURA DI SPONDA ACCESSIBILITÀ DELLE AREE E ORGANIZZAZIONE DI CANTIERE

3 1. PREMESSA Il presente progetto riguarda la costruzione di un nuovo impianto idroelettrico sul Torrente Corsaglia nei Comuni di San Michele Mondovì e Lesegno, in Provincia di Cuneo. Il committente è la ditta Clear Energy s.r.l. di Mondovì (CN) che opera già da anni nel settore, essendo specializzata nella realizzazione e gestione di impianti idroelettrici. I Progettisti sono ll Ing. Sergio Sordo con studia in Alba e il Dott. Giorgio Colombo, agronomo forestale con studio in Mondovì. La relazione forestale è finalizzata a definire gli aspetti riguardanti i movimenti di terra, l abbattimento di alberi e le opere di ripristino vegetazionale ed ambientale con la finalità di completare le informazioni di progetto ai fini dell acquisizioni necessarie da parte dell Organo Forestale ai sensi della legge regional 45/89 inerente le aree soggette a vincolo per scopi idrogeologici. Per gli aspetti geologici si rimanda alla Relazione geologica di progetto (Elaborato 1.3 Relazione geologica redatta dal Geol. Luca Bertino. 2. ASPETTI PRINCIPALI DELL IMPIANTO Il Progetto prevede la realizzazione di un nuovo impianto idroelettrico ad acqua fluente, costituito da opera di presa, ubicata sul Torrente Corsaglia (alla quota di 398 m s.l.m.), da una condotta forzata della lunghezza di circa m e da un edificio adibito a centrale idroelettrica ubicato alla quota di circa 380 m s.l.m., in sponda destra del Torrente Corsaglia. 3

4 3. DESCRIZIONE DELLA VEGETAZIONE DELL AREA VASTA L area interessata dall interevento è compresa in un settore collinare caratterizzato dalla presenza di prati e campi coltivati e da nuclei di vegetazione arborea lungo i canali e le sponde del Torrente Corsaglia. Dove le opere in progetto non interessano le strade o i greti dei torrenti, le situazioni vegetazionali prevedibili sono: Presenza di seminativi irrigui; Presenza di vegetazione d invasione (robinieti) e di greto (saliceti). Estratto carta dell Uso del suolo riportata nell allegato SIA SEMINATIVI IRRIGUI E COLTIVI L area d intervento interessa superfici agricole irrigue attualmente coltivate con seminativi avvicendati per la produzione di foraggio, frumento e mais ed anche superfici coltivate a prato stabile che si trovano nelle aree più elevate rispetto al torrente VEGETAZIONE D INVASIONE E DI GRETO Al margine dei campi coltivati e lungo i canali irrigui si nota la presenza di frassini, aceri e salici, mentre sulle alte scarpate incise del Corsaglia, sul difficile e poco ospitale substrato marnoso tufaceo si è diffusa spontaneamente la robinia sostituendo, in passato, le specie climax appartenenti al querco-carpineto 4

5 Lungo il corso d acqua si notano le cenosi riconducibili al saliceto arbustivo ripario che hanno una distribuzione discontinua, stabile ma erratica in quanto parzialmente e ciclicamente distrutta dalle piene e riformantesi altrove; è localizzata prevalentemente sui greti ciottolosi relativamente stabili delle zone di pianura. Sono formazioni monoplane, discontinue a gruppi, con elevata densità locale di soggetti policormici arbustivi, d altezza media variabile dai 2 ai 6 metri, il cui sviluppo è ciclico a periodi brevi, scanditi dalle piene che sfoltiscono od eliminano la parte epigea, e talora l intera cenosi; la rigenerazione avviene in modo spontaneo per ricacci, radicamento di soggetti trasportati dalla corrente e da seme. Le specie più frequenti sono i salici (Salix eleagnus, Salix purpurea, Salix daphnoides, Salix alba), i pioppi (Populus nigra) e gli ontani (Alnus glutinosa); abbastanza frequente è la presenza di nocciolo (Corylus avellana) e di acero di monte (Acer pseudoplatanus) che forma nuclei sporadici. Queste formazioni sono fortemente irregolari e caratterizzano alcuni tratti spondali del Torrente Corsaglia BOSCAGLIE PIONIERE E ACERO-TIGLIO-FRASSINETI D INVASIONE Colonizzano in varie forme i versanti ed i prati di fondovalle, sono formazioni forestali marginali insediatesi su superfici un tempo regolarmente utilizzate ed oggi abbandonate. La composizione di questi popolamenti è fortemente variabile in funzione delle condizioni ecologiche microstazionali e del grado di evoluzione: sono infatti coperture transitorie a carattere invasivo, di preparazione per la formazione di boschi stabili di latifoglie miste. Le specie caratteristiche sono il frassino maggiore (Fraxinus excelsior), accompagnato generalmente da acero di monte (Acer pseudoplatanus), betulla (Betula pendula); salicone (Salix caprea); pioppo tremolo (Populus tremula) e da arbusti minori come il nocciolo. Le formazioni insediatesi da più tempo si trovano nello stadio di perticaia, la cui composizione e struttura varia puntualmente a formare boschi disomogenei e discontinui. Non investono alcun interesse di tipo produttivo e per cui vengono (nella maggior parte dei casi) semplicemente abbandonati a loro stessi: per questo motivo sono da considerarsi formazioni naturaliformi ROBINIETI La composizione specifica dei Robinieti risulta costituita per circa 2/3 da robinia (Robinia pseudoacacia) in termine di volume, quota che sale a quasi il 75% per numero di alberi/ha; tuttavia dove la ceduazione è mantenuta a regime con turni medio-brevi sono molto frequenti formazioni quasi in purezza. Una quota del 10% è costituita da specie quercine, in particolare farnia (Quercus robur) e rovere (Quercus petrea), spesso con soggetti di grosse dimensioni in qualità di matricine/riserve; meno del 5% è costituito da castagno (Castanea sativa), che talvolta può essere considerato relittuale in popolamenti degradati e successivamente infiltrati dalla robinia. Le latifoglie mesofile come ciliegio selvatico (Prunus avium), frassino maggiore (Fraxinus excelsior), olmo campestre (Ulmus minor) possono essere presenti accanto alla robinia in boschi di neoformazione, cui talora partecipa anche la farnia. La destinazione prevalente è quella produttiva, che diviene polifunzionale produttivoprotettiva per le aree collinari sottoposte a vincolo idrogeologico; la superficie destinata alla produzione risulta per estensione inferiore solo a quella dei Castagneti e delle Faggete. 5

6 La robinia è presente nell area e ha la tendenza ad espandersi a danno delle formazioni forestali tipiche del luogo ed è facilitata dai prelevi disordinati e sporadici altre che dall abbandono dei prati e campi coltivati 3.5. QUERCETI MESOFILI Al di sopra della fascia della vegetazione riparia a prevalenza di salice e pioppo, sulle scarpate di collegamento tra il greto del Torrente Corsaglia e la pianura soprastante, esiste una cenosi a farnia (Quercus robur), mista alle specie mesofile caratteristiche della fascia vegetazionale riparia, (Salix eleagnus, Salix purpurea, Salix daphnoides, Salix alba,populus nigra, Alnus glutinosa, Corylus avellana, Acer pseudoplatanus). Questa cenosi è presente nall area d intervento interessata dalla costruzione dell edificio della centrale idroelettrica e sulle restanti parti di scarpata dove si nota anche la presenza invasiva della robinia (Robinia pseudoacacia) che, nelle zone limitrofe, maggiormente soleggiate risulta essere maggiormente invadente, conolizzando ampie parti di territorio, compresi alcuni coltivi abbandonati a morfologia pianeggiante. I Querco-carpineti sono, per estensione, la nona Categoria forestale del Piemonte, con una diffusione che interessa circa il 60% delle Aree Forestali. Si tratta di formazioni ad ambito prevalentemente planiziale e collinare dove, accanto ai boschi planiziali più rilevanti, nuclei generalmente di limitata estensione si sono conservati in stazioni favorevoli lungo i corsi d acqua principali al di là delle golene, sulle scarpate e sommità dei terrazzi fluvio-glaciali meno fertili, nell alta pianura negli impluvi e fondovalle collinari. Per quanto riguarda l attitudine dei suoli alla coltivazione della farnia (Quercus robur L.) individuati dalla Regione Piemonte attraverso l Atlante cartografico dei suoli, si osserva che l area d intervento è sita in Terza classe di attitudine, quindi è classificata scarsamente adatta alla coltivazione della farnia. 4. DESCRIZIONE E QUANTIFICAZIONE DELLA VEGETAZIONE DIRETTAMENTE INTERESSATA DALL INTERVENTO. La superficie forestale direttamente interessata dall intervento è pari a circa m 2 di cui m 2 di acero tiglio frassineto con presenza di pioppi e robinie e m 2 di vegetazione spondale a prevalenza di salice. Considerando che la densità complessiva dei popolamenti è stimata in piante/ha di cui soltanto 250 piante/ha di diametro maggiore di 17,5 cm si stima che le piane adulte interessate dall intervento possano esser stimate con il seguente calcolo. 16 ha x 250 p/ha = alberi maturi Dal punto di vista del volume di legname presente nell area d intervento si stima che siano presenti circa 100 m 3 /ha, pertanto la stima complessiva della massa legnosa che sarà abbattuta per permettere l intervento è pari a: 16 ha x 100 m 3 /ha = m 3 6

7 5. SUPERFICI INTERESSATE DALL INTERVENTO La seguente tabella indica l occupazione temporanea di suolo della soluzione progettuale adottata considerando tutte le aree individuate come aree di cantiere. Tabella 5 - Occupazione di suolo del progetto per Categoria d uso del suolo Categoria d uso del suolo area m 2 % Prati e coltivi % boschi % greto % Viabilità forestale e vicinale 450 1% TOTALE % Le tipologie ambientali maggiormente interessate sono i prati e coltivi (71%) e i boschi (21%) essendo l intervento localizzato in un comprensorio prevalentemente agricolo e pianeggiante solcato dall alveo del Torrente Corsaglia. Le superfici di greto interessate dal progetto riguardano l 8% della superficie totale coinvolta dagli interventi in progetto mentre molto bassa è l occupazione di viabilità forestale e vicinale. Grafico 7 - Occupazione di suolo del progetto per Categoria d uso del suolo 7

8 6. MOVIMENTI TERRA E VALUTAZIONE DEGLI SCAVI Considerando tutte le aree interessate dal cartiere, ivi comprese le aree di manovra e di stoccaggio e quindi una suparficie complessiva pari a circa m 2 interessata dai lavori, la realizzazione dell impianto idroelettrico in progetto prevede movimenti terra per volumi complessivi di scavo pari a m 3. I materiali provenienti dagli scavi saranno prevalentemente utilizzati in loco, si pensi all esubero di materiale dovuto all interramento delle condotte che sarà sistemato sulla condotta stessa quando il tracciato si sviluppa su terreni naturali, distribuito su una fascia di circa 10 metri a cavallo della tubazione, rimodellando il terreno prima della stesura definitiva del terreno vegetale precedentemente accantonato e della successiva realizzazione delle opere di ripristino ambientale e vegetazionale. I volumi di scavo previsti sono complessivamente circa m 3 così suddivisi: Opere di presa m 3 Canale di adduzione e vasca di carico m 3 Condotta forzata m 3 Centrale idrolettrica 900 m 3 Canale di restituzione m 3 I volumi di riporto previsti sono complessivamente circa m 3 così suddivisi: Opere di presa m 3 Canale di adduzione e vasca di carico m 3 Condotta forzata m 3 Centrale idrolettrica m 3 Canale di restituzione 900 m 3 Viabilità m 3 Il progetto in questa fase definitiva prevede un esubero di materiale pari a m 3 corrispondenti sostanzialmente al volume complessivo della condotta interrata. I volumi dei materiali provenienti dall esterno e che saranno utilizzati per opere comprese nella sagoma della sistemazione definitiva di progetto sono complessivamente circa m 3 così suddivisi: massi per scogliere m 3 sabbia per il letto di posa della condotta m 3 Calcestruzzo per blocchi e attraversamenti m 3 Se si considerano i volumi dei materiali sopra elencati, il materiale complessivo da conferire a discarica autorizzata risulta essere pari a m 3. Le discariche individuate per questa operazione sono quelle di San Michele Mondovì e di Lesegno. 8

9 7. OPERE DI RIPRISTINO VEGETAZIONALE E AMBIENTALE Le opere di ripristino vegetazionale sono state identificate nella Tavola 9.1 Opere di recupero ambientale e vegetazionale nella quale sono indicate con chiarezza le aree di intervento per ciascuna tipologia d intervento. Le tipologie d intervento sono riassunte in legenda come di seguito riportato. Legenda Tavola 9.1 Opere di recupero ambientale e vegetazionale 9

10 Le superfici interessate dagli interventi son complessivamente m 2 interventi sono così ripartiti: nei qiuali gli Ripristino prato stabile non scoticato m 2 Ripristino prato stabile scoticato m 2 Livellamento e inerbimento m 2 Rimboschimento con specie forestali m 2 Ripristino vegetazione di sponda m 2 Ripristino del fondo alveo m 2 Formazione di piazzale e aree di manovra m 2 Superficie complessiva m RIPRISTINO PRATO STABILE NON SCOTICATO Questa tipologia d intervento riguarda i prati utilizzati per l accantonamento della terra vegetale proveniente dagli scoticamenti i quali non hanno subito rimodellamenti del terreno, hanno gli strati originari integri ma hanno subito un compattamenteo dovuto sia al peso della terra vegetale, sia al passaggio occasionale di mezzi d opera. A fine cantiere è quindi necessario ripristinare la fertilità dei prati con una fresatura superficiale del terreno seguita dalla semina del prato, dall erpicatura e rullatura del terreno. Complessivamente queste lavorazioni interessano m RIPRISTINO PRATO STABILE SCOTICATO Per il recupero delle superfici precedentemente scoticate al fine permettere le operazioni di stoccaggio e trasporto materiali, scavo e costruzione delle opere, le modalità di ripristino prevedono la stesura di uno strato di terreno coltivabile analogo a quello ante operam. Dopo la stesura del terreno si provvederà al livellamento delle superfici ed infine alla fresatura superficiale del terreno seguita dalla semina del prato, dall erpicatura e rullatura del terreno. Complessivamente queste lavorazioni interessano m 2. 10

11 7.3. LIVELLAMENTO E INERBIMENTO Le aree incolte ed esodabili che riguardano la parte alta del tracciato della condotta forzata, nei pressi delle opere di presa, prima dei campi coltivati di Cascina dell Isola, data l assenza di uno strato di suolo coltivabile e la presenza massiccia di ciotoli e pietrame, le lavorazioni si concluderanno con un semplice livellamento delle superfici ed un successivo inerbimento potenziato finalizzato al recupero paesaggistico ed ambientale delle aree che saranno in parte interessate da una psita di accesso alle opere di presa a fondo naturale, ricavata sul tracciato della condotta forzata. Le aree interessate da questa tipologia d intevento hanno una superficie di m RIMBOSCHIMENTO CON SPECIE FORESTALI Laddove è stato estirpato il bosco per permettere le operazioni di costruzione dell impianto, sarà ripristinato lo stesso con un primo intervento di inerbimento ed una successiva messa a dimora di piantine forestali con specie appartenenti alla consociazione dell Acero-tiglio-frassineto. Il rimboschimento sarà realizzato con sesto di impianto irregolare equivalente a 2 x 3 metri, cioè una piantina ogni 6 metri quadrati. I rimboschimenti di latifoglie miste interesseramno una superficie di m RIPRISTINO VEGETAZIONE DI SPONDA Il rimboschimento delle sponde sara, invece, realizzata con l infissione di talee di salice prelevate nell area d intervento. Le talee di Salice saranno messe a dimora nella quantità di 4 per metro quadrato. Complessivamente è interessata una superficie di m 2. 11

12 7.6. RIPRISTINO DEL FONDO ALVEO Nei tratti interessati dai lavori per la realizzazione degli attraversamenti in subalveo della condotta il fondo alveo sarà ripristinato utilizzando lo stesso materiale precedentemente accantonato. La superficie di greto interessata è pari a m FORMAZIONE DI PIAZZALE E AREE DI MANOVRA Nelle zone individuate per la manovra dei mezzi in fase di esercizio della centrale idroelettrica, quindi nei pressi della centrale di produzione, il terreno circostante sarà sistemato con materiale inerte e con la formazione di un piazzale di manovra formato da funa fondazione stradale dello spessore di circa 100 cm. Complessivamente è interessata una superficie di m 2. 12

13 8. PRESCRIZIONI PER LE OPERAZIONI DI RIPRISTINO 8.1. RIPRISTINO DEL SUOLO E DELLA COPERTURA VEGETALE Le operazioni di recupero ambientale proposte, sono finalizzate alla creazione di una copertura vegetale, prima di tipo erbaceo e successivamente di tipo arbustivo ed arboreo, in modo da naturalizzare il luogo, e riportarlo alle stesse caratteristiche di qualità ambientale attualmente esistenti. Le prescrizioni tecniche esecutive sono relative a lavori da eseguire in conformità alle seguenti fasi di intervento: recupero della terra vegetale esistente consolidamento degli strati superficiali copertura con georeti inerbimento impianto di vegetazione arborea e arbustiva 8.2. IL RECUPERO DELLA TERRA VEGETALE ESISTENTE Prima della realizzazione degli scavi si procederà al recupero della parte superficiale del suolo per uno spessore di circa 30 cm sull intera superficie in modo da accantonare la maggiore quantità possibile di componenti organiche del terreno, separandole da quelle minerali. La porzione organica del terreno sarà ammassata nelle vicinanze degli scavi e riutilizzata la formazione del letto di semina. In linea generale nelle zone di scavo e di riporto, dove le caratteristiche di rocciosità e la profondità del suolo lo permettano, si prevede una preventiva asportazione del terreno vegetale con ammassamento e successivo riutilizzo dello stesso per i lavori di finitura, in modo da non disperdere e riutilizzare le componenti organiche del terreno. Particolare attenzione e cura saranno rivolte alla sistemazione superficiale dei materiali coinvolti dai lavori procedendo ad un adeguata regolarizzazione degli stessi, alla stesura del terreno vegetale accantonato ed al successivo inerbimento LA COPERTURA CON GEORETI Per favorire l'attecchimento del manto erboso nei punti maggiormente acclivi ed esposti al rischio di erosione si prescrive la stesura, precedente alla semina, di georeti in juta in modo da garantire la protezione del terreno sottostante dagli eventi meteorici e la pacciamatura dello stesso. Le georeti devono essere di materiale biodegradabile ed hanno la funzione di proteggere il terreno dall azione battente della pioggia e dai piccoli fenomeni di erosione superficiale; devono essere stese totalmente a contatto con il terreno seguendo la massima pendenza, previo interramento del lato a monte, e rese solidali al terreno tramite picchetti o talee. 13

14 Figura 1: Sezione tipo dei consolidamentoi con geojuta 8.4. L INERBIMENTO Le superfici scoticate saranno oggetto di un intervento di inerbimento che sarà effettuato in prevalenza con la tecnica della semina a spaglio e localmente con idrosemina al fine di garantire una celere ricostruzione del manto erboso. Obbiettivo principale dell'intervento di ripristino è la immediata creazione di una copertura vegetale con caratteristiche simili alla fitocenosi presente in zona. L'intervento di inerbimento deve essere il più tempestivo possibile, sarà effettuato con il metodo della semina a spaglio e localmente (scarpate delle strade e tratti a maggiore pendenza) con quello dell'idrosemina, utilizzando un miscuglio composto da sostanze colloidali e agglomeranti, sostanze igroscopiche, materiale organico, fertilizzante e sementi. Il concime utilizzato per l idrosemina dovrà essere del tipo a lenta cessione con un alto titolo d azoto per favorire la germinazione delle sementi. E importante l uniforme distribuzione della miscela inerbitrice sulla superficie interessata. I semi, quindi, non vengono interrati ma rimangono in superficie, parzialmente protetti dalle sostanze solide componenti la miscela. Con questo sistema si tende a ridurre al minimo i tempi di lavorazione concentrando le diverse operazioni (fertilizzazione, concimazione, semina, irrigazione e protezione del terreno), in un unico intervento, grazie al quale sia anche possibile ridurre al minimo le cure colturali. Per ogni metro quadrato di superficie trattata oltre ad una adeguata quantità di acqua variabile a seconda del tipo di idroseminatrice utilizzata, la miscela inerbitrice dovrà contenere le seguenti sostanze nella quantità minima indicata: * sostanze colloidali e agglomeranti 300 gr * sostanze igroscopiche 250 gr * materiale organico 400 gr * concime complesso azotato a lenta cessione 30 gr * miscuglio di sementi 30 gr Molto importante è la presenza, nella miscela inerbitrice, delle sostanze agglomeranti che hanno la prerogativa di legare le particelle terrose fini, opponendo una resistenza all'azione erosiva degli agenti meteorici sul terreno nudo. Esse devono poter penetrare nel terreno per alcuni centimetri e formare un reticolo in modo da espletare l'azione antierosiva di protezione e di garantire, nel contempo, l'infiltrazione dell'acqua ed i normali scambi gassosi tra radice ed atmosfera, necessari per lo sviluppo dei vegetali. Gli agglomeranti devono essere biodegradabili e non lasciare traccia nel terreno dopo 6-12 mesi dalla loro applicazione in modo da contribuire, con le loro proprietà, al trattenimento del terreno superficiale nei primi mesi dopo la semina; la funzione 14

15 antierosiva degli agglomeranti permette anche di incollare il seme al terreno garantendo un buon attecchimento del seme. Le sostanze igroscopiche tipo la cellulosa rivestono anch esse una notevole importanza tecnico-colturale in quanto trattengono l acqua e garantiscono per lungo tempo il minimo apporto di acqua alle piante. Il miscuglio di sementi da utilizzare sarà composto in prevalenza da (90%) graminacee prative, comunque con caratteristiche di buona rusticità e resistenza al calpestio nonché elevata capacità colonizzante e in minore misura (10%) da leguminose anch'esse rustiche ed adatte a pascoli montani. La composizione del miscuglio di sementi da adottare per l inerbimento delle superfici erodibili sarà indicativamente la seguente: GRAMINACEE 80% - Dactylis glomerata 15% - Phleum pratense 15% - Festuca rubra 10% - Festuca pratensis 10% - Agrostis tenuis 10% - Lolium perenne 10% - Poa pratensis 10% LEGUMINOSE 20% - Trifolium hibridum pratensis 8% - Trifolium repens 8% - Lotus corniculatus 2% - Vicia villosa 2% Per l inerbimento delle superfici a prato, viene impiegata una miscela di 11 specie foraggere, composta dall 80% da semi di graminacee molto resistenti al freddo, al calpestio ed alle escursioni termiche in modo da fornire una rapida ed efficace copertura del suolo. Le Graminacee garantiscono la colonizzazione del suolo nudo in breve tempo, e la persistenza delle stesse nel medio e lungo periodo. Il rimanente 20% è costituito da specie appartenenti alla famiglia delle Leguminose, anch esse resistenti al freddo, molto rustiche e adatte ai pascoli del piano montano. La formazione futura rispecchia le caratteristiche qualitative delle specie ora presenti nelle aree più fertili di media valle, e permette nel tempo lo sviluppo di alcune leguminose prato-pascolive (inizialmente meno competitive delle graminacee) migliorandone l attitudine al pascolo e la produttività in termini generali L IMPIANTO DI VEGETAZIONE ARBOREA E ARBUSTIVA La realizzazione della copertura vegetale forestale delle sponde sarà realizzata utilizzando le specie autoctone presenti in sito, con particolare riferimento all impianto diffuso di talee di salice reperite in sito nel numero di 4/m 2. Si ritiene che l infissione di talee di salice sia la migliore azione di ricostruzione della copertura vegetale che permette un risultato rapido sia in termine di consolidamento delle sponde, sia in termini naturalistici e di formazione di una quinta verde di mascheramento delle opere in progetto. 15

16 9. OPERE DI SOSTEGNO E DI CONSOLIDAMENTO 9.1. FORMAZIONE DI SCOGLIERE In corrispondenza della traversa di derivazione, a protezione delle opere di presa ed in alcuni attraversamenti e laddove la pendenza del versante immediatamente a ridosso della sponda ha una pendenza superiore al 45%, sono previste opere di sostegno in massi ciclopici, del peso non inferiore a kg. Complessivamente le scogliere si sviluppano per una lunghezza di circa 600 metri è sono costituite da massi il cui volume complessivo è pari a m 3. Le Scogliere saranno relizzate con massi non cementati e con l infissione di talle di salice negli interstizi intasati in terra FORMAZIONE DI IMPOTTITURA DI SPONDA Negli attraversamenti in subalveo della condotta il rifacimento della sponda è previsto con una risagomatura che riprenda la sponda esistente con l accortezza di posizionare i massi di maggiore dimensione in superficie al fine di consentire un migliore consolidamento delle sponde. Complessivamente le imbottiture di sponda si sviluppano per una lunghezza di circa 200 metri è sono costituite da massi reperiti in sito il cui volume complessivo è pari a m 3. 16

17 10. ACCESSIBILITÀ DELLE AREE E ORGANIZZAZIONE DI CANTIERE Non si segnalano in loco particolari infrastrutture, fatto salvo la presenza della strada comunale che collega San Michele Mondovì a Codovilla che percorre la sinistra orografica del torrente Corsaglia e la Strada Statale n. 28 del Colle di Nava, situata in destra orografica. Il sito è raggiungibile percorrendo le suddette strade dalle quali si dipartono strade interpoderali che si avvicinano all asta del Torrente Corsaglia, alcune delle quali sono state individuate come accessi al cantiere e messe in evidenza sulla Tavola n. 8.1 Aree di cantiere e accessi. Tavola n. 8.1 Aree di cantiere e accessi 17

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