Provincia di Torino Comune di Cafasse. Comune di Cafasse PROGETTO DI INTERVENTO

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1 Committente: Provincia di Torino Comune di Cafasse Comune di Cafasse PROGETTO DI INTERVENTO Oggetto: Utilizzazione del soprassuolo di proprietà comunale presso il campo sportivo CODICE OPERA P/0222 CL \ CAT \ LIVELLO PROGETTO \ Tipo elaborato: REL. Forestale TECNICO- DESCRITTIVA ai sensi art. 6 Reg. For. Floema PROFESSIONISTI ASSOCIATI Via Pinelli, Torino Tel. e Fax 011/ PROGETTISTI TIPO DOCUMENTO RE Dott. For. Carlo Grosso Nicolin N ELABORATO E1 VERSIONE 1 DATA 12/2013 SCALA ELABORATO N 1 TIMBRI Floema Professionisti Associati via Pinelli Torino tel. fax 011/488101

2 1 FLOEMA PROFESSIONISTI ASSOCIATI RELAZIONE TECNICA Sommario Premessa... 1 Caratteristiche dell'area... 1 Descrizione del popolamento e commento dei dati dei tipi forestali presenti... 6 Metodo di lavoro... 6 Aree forestali... 8 Indagine di dettaglio sulla proprietà... 9 Caratteristiche delle categorie individuate Interventi selvicolturali proposti Autorizzazione degli interventi Iter procedurale: Premessa La proprietà ha incaricato il sottoscritto di redigere il progetto di utilizzazione forestale per l esecuzione del taglio affinché l amministrazione possa ottenere il beneficio dalla vendita del bosco in piedi e ottenendo al contempo il miglioramento del popolamento e della sua possibile fruibilità futura. L area su cui insiste il bosco, è all interno dell area Protetta del Parco della mandria, pertanto in base alla normativa vigente (LR 4/2009 e suo Regolamento) l intervento si configura regolato dall art.5 e dall art. 30 del citato regolamento. In breve il taglio sarà effettuato da un impresa certificata dalla Regione Piemonte che potrà elevare il limite della superficie di intervento da i 5 ha a 10 ha. Per poter effettuare l intervento sarà necessario presentare la comunicazione semplice e la relazione tecnica redatta da tecnici abilitati. Oltre a tale elaborati necessari per ottenere l autorizzazione al taglio, per poter permettere all amministrazione la vendita del Bosco sarà necessario elaborare la stima del soprassuolo per addivenire al valore di macchiatico valore che sarà posto a base d asta. Caratteristiche dell'area L'area oggetto d'indagine è collocata nel comune di Cafasse (TO), adiacente allo Stura e distante pochi chilometri dal parco regionale La Mandria di Torino. La superficie è circa 9 ha, divisa in 2 particelle non adiacenti, entrambe di proprietà Comunale. Tutta l area è interessata da una copertura arborea di tipo forestale e si presenta con giacitura pianeggiante, è inoltre ben servita da strade e sono presenti diverse piazzole utili per il lavoro in bosco. L area è in parte area esondabile del T. Stura di Lanzo (fasce PAI).

3 2 FLOEMA PROFESSIONISTI ASSOCIATI RELAZIONE TECNICA Inquadramento cartografico Figura 1 evidenziato in linea gialla tratteggiata le proprietà boschive comunali

4 3 FLOEMA PROFESSIONISTI ASSOCIATI RELAZIONE TECNICA Parte di particella comunale diventata sedime demaniale (T. Stura) Figura 2 estratto catastale su ortofoto con in giallo l area boscata a nord.

5 4 FLOEMA PROFESSIONISTI ASSOCIATI RELAZIONE TECNICA

6 5 FLOEMA PROFESSIONISTI ASSOCIATI RELAZIONE TECNICA Figura 3 estratto catastale su ortofoto dell area boscata a sud Figura 4 CTR Regione Piemonte

7 6 FLOEMA PROFESSIONISTI ASSOCIATI RELAZIONE TECNICA Descrizione del popolamento e commento dei dati dei tipi forestali presenti Metodo di lavoro La valutazione delle superfici forestali è stata effettuata con il metodo delle aree di saggio. Sono state programmate 40 aree di saggio (30 per la particella più a sud e 10 per quella a nord), distanziate a 50 m l una dall altra, originando così un reticolo con maglia di m 2. Figura 5 area a nord superficie mq al netto della porzione esclusa (ads )

8 7 FLOEMA PROFESSIONISTI ASSOCIATI RELAZIONE TECNICA Figura 6 area a sud superficie al netto delle tare (depuratore comunale parcheggio) e aree di radura (ads 30 28) All'interno delle aree di saggio sono state individuate le specie presenti, sono stati misurati i diametri degli alberi (con soglia di cavallettamento di 7,5 cm), e, mediante un ipsometro, è stata calcolata almeno un'altezza per ogni classe diametrica di tutte le specie arboree rilevanti presenti. Per una descrizione del popolamento più accurata sono anche state stimate visivamente la copertura erbacea e quella arborea e si è steso un elenco delle specie arboree e arbustive rilevate, includendo anche le piante escluse dal cavallettamento. I dati raccolti in campo sono stati elaborati tramite un foglio elettronico, in modo da definire i seguenti parametri dendrometrici: numero di piante ad ettaro composizione specifica percentuale area basimetrica ad ettaro altezza media specifica per classe diametrica provvigione ad ettaro. Sulla base dei parametri dendrometrici ottenuti, si è elaborata la proposta d'intervento selvicolturale.

9 8 FLOEMA PROFESSIONISTI ASSOCIATI RELAZIONE TECNICA Aree forestali Il popolamento forestale, è composto prevalentemente da due tipologie: il robinieto (RB11X), bosco di neoformazione per invasione del querco carpineto e il querco carpineto. Quest ultima tipologia è presente in particolar modo in tre forme: varietà con nocciolo (QC10A) varietà con latifoglie mesofile (QC10B) e varietà con robinia (codice QC10H) rappresentato in modo rilevante. In talune ADS il popolamento presenta caratteristiche di transizione tra le categorie rilevate. Le condizioni stazionali sono variabili, in generale però le aree si presentano molto umide e ombrose, con scarsa copertura erbacea. Sono comunque presenti piccole radure e superfici più soleggiate. Oltre alla farnia (Quercus robur) e alla robinia (Robinia pseudoacacia), hanno una presenza significativa il frassino (Fraxinus excelsior) e il tiglio selvatico (Tilia cordata); sono inoltre sporadicamente presenti il ciliegio (Prunus avium), il carpino bianco (Carpinus betulus), il pioppo bianco (Populus alba), il pioppo nero (Populus nigra), il pioppo tremolo (Populus tremula), l acero di monte (Acer pseudoplatanus), l acero riccio (Acer platanoides), la betulla (Betula alba), il pado (Prunus padus) e l olmo campestre (Ulmus minor). Limitatamente alle aree più umide sono stati trovati anche il salice bianco (Salix alba) e l ontano nero (Alnus glutinosa). Per quanto riguarda le specie arbustive si segnala la presenza diffusa di nocciolo (Corylus avellana) sambuco (Sambucus nigra), biancospino (Crataegus monogyna), fusaria (Euonymus europaeus) prugnolo (Prunus spinosa), e corniolo (Cornus mas). Tra le specie rampicanti si segnalano l edera (Hedera elix), la vite americana (Parthenocissus quinquefolia) e la vite canadese (Ampelopsis brevipedunculata) Percorrendo tutta la superficie forestale si è riscontrata una notevole moria della Robinia nonché della Farnia; questo fenomeno, è probabilmente da attribuire alle recenti esondazioni della Stura di Lanzo con ristagno idrico eccessivo e alla carenza di luce al suolo, dato confermato anche dalla assenza di rinnovazione della Farnia e di altre latifoglie mesofile. Figura 7 estratto della Carta dei Tipi Forestali dell area forestale n. 32 Valli di Lanzo.

10 9 FLOEMA PROFESSIONISTI ASSOCIATI RELAZIONE TECNICA Indagine di dettaglio sulla proprietà Come già affermato c è molta variabilità da un area campionaria all altra, tuttavia, facendo la media dei dati dendrometrici dell intera superficie, emerge la seguente composizione specifica: Specie % Robinia 60 Frassino 13 Tiglio 9 Farnia 6 Altre latifoglie 12 Le piante ad ettaro variano da un minimo di 265 ad un massimo di 1437, con valore medio di 643. Da una specie all altra varia molto la distribuzione per classe diametrica: L area basimetrica media è così distribuita: Specie D medio Robinia 18 Frassino 17 Tiglio 17 Farnia 39 Altre latifoglie 31 Totale 22 Specie G/ha m 2 Robinia 9,86 Frassino 3,32 Tiglio 3,86 Farnia 5,83 Altre latifoglie 8,87 Totale 21,72 Per quanto riguarda i volumi medi per ettaro: Specie V/ha m 3 Robinia 89,78 Frassino 31,44 Tiglio 34,70 Farnia 49,32 Altre latifoglie 72,20 Totale 224,62

11 10 FLOEMA PROFESSIONISTI ASSOCIATI RELAZIONE TECNICA Da questi e altri elementi si può dedurre la storia del popolamento forestale: la farnia, un tempo la specie dominante, non ha rinnovato bene dopo gli ultimi tagli, per cui sono presenti pochi esemplera ed in età avanzata. In condizioni simili sono anche altre latifoglie, tra cui il pioppo bianco e quello nero (sono presenti pochi esemplari e tutti di grandi dimensioni, alcuni con diametro pari a 1 metro). Al contrario altre specie tra cui la robinia, dall elevata capacità pollonifera, e il frassino, nota specie pioniera, hanno tratto giovamento dai recenti interventi, originando popolamenti caratterizzati da un elevato numero di piante e predominanza delle classi diametriche più basse. Vista la variabilità del popolamento si è deciso di effettuare una cluster analysis con i dati dendrometrici delle singole aree di saggio (numero di piante, composizione specifica, area basimetrica e volume ad ettaro), in modo da possedere anche una base statistica e oggettiva per la classificazione del popolamento. Da tale analisi è emersa la suddivisione rappresentata dal seguente diagramma: Figura 8 Dendrogramma

12 11 FLOEMA PROFESSIONISTI ASSOCIATI RELAZIONE TECNICA Tramite la cluster analysis, la fotointerpretazione, l analisi visiva del popolamento e la lettura dei dati raccolti è stata effettuata una suddivisione del popolamento in 3 categorie, in modo da pianificare meglio le tipologie di intervento selvicolturale: 1. Bosco misto di latifoglie: composto dalle differenti latifoglie attribuibili al querco carpineto (in percentuale variabile da un area di saggio all altra). Estensione complessiva: 3,69 ha. 2. Robinieto in fase giovanile: netta prevalenza della robinia (formante anche popolamenti puri) e dominanza delle classi diametriche inferiori. Estensione complessiva: 3,22 ha. 3. Robinieto invecchiato: prevalenza della robinia con maggior presenza di altre latifoglie e diametro medio più elevato rispetto alla categoria precedente. Estensione: 1,139 ha. Le tre categorie sono distribuite come rappresentato nella seguente cartografia: Particella nord Particella sud Figura 9 Rappresentazione dei popolamenti distinti per area geografica

13 12 FLOEMA PROFESSIONISTI ASSOCIATI RELAZIONE TECNICA Area di proprietà stralciata in quanto non utilizzabile Figura 10 Suddivisione del popolamento a nord nelle tre tipologie individuate Area di proprietà stralciata in quanto non utilizzabile Figura 11 Suddivisione del popolamento a sud nelle tre tipologie individuate Le aree con fondo bianco delimitate dalla linea gialla tratteggiata sono state escluse dall utilizzo forestale, in quanto le piante presenti erano caratterizzate da diametro del fusto sotto la soglia di cavallettamento.

14 13 FLOEMA PROFESSIONISTI ASSOCIATI RELAZIONE TECNICA Caratteristiche delle categorie individuate Bosco misto di latifoglie La frequenza specifica percentuale è rappresentata nella seguente tabella: Specie % Robinia 38 Frassino 14 Tiglio 16 Farnia 10 Altre latifoglie 22 Le piante ad ettaro variano da un minimo di 265 ad un massimo di 1083, con valore medio di 578. Il diametro medio delle differenti specie: L area basimetrica media è così distribuita: Specie D medio Robinia 18 Frassino 20 Tiglio 18 Farnia 39 Altre latifoglie 31 Totale 26 Specie G/ha m 2 Robinia 6,58 Frassino 4,50 Tiglio 3,93 Farnia 8,07 Altre latifoglie 12,41 Totale 25,92 Per quanto riguarda i volumi medi per ettaro: Specie V/ha m 3 Robinia 61,17 Frassino 48,36 Tiglio 38,23 Farnia 61,92 Altre latifoglie 105,10 Totale 267,20

15 14 FLOEMA PROFESSIONISTI ASSOCIATI RELAZIONE TECNICA Robinieto in fase giovanile La frequenza specifica percentuale è rappresentata nella seguente tabella: Specie % Robinia 81 Frassino 10 Tiglio 3 Farnia 5 Altre latifoglie 1 Le piante ad ettaro variano da un minimo di 332 ad un massimo di 1437, con valore medio di 766. Il diametro medio delle differenti specie: L area basimetrica media è così distribuita: Specie D medio Robinia 15 Frassino 15 Tiglio 15 Farnia 39 Altre latifoglie 20 Totale 17 Specie G/ha m 2 Robinia 10,56 Frassino 2,68 Tiglio 3,45 Farnia 3,66 Altre latifoglie 0,87 Totale 16,37 Per quanto riguarda i volumi medi per ettaro: Specie V/ha m 3 Robinia 89 Frassino 23,36 Tiglio 30,28 Farnia 36,04 Altre latifoglie 33,36 Totale 165,25

16 15 FLOEMA PROFESSIONISTI ASSOCIATI RELAZIONE TECNICA Robinieto invecchiato La frequenza specifica percentuale è rappresentata nella seguente tabella: Specie % Robinia 76 Frassino 17 Tiglio 3 Farnia 1 Altre latifoglie 4 Le piante ad ettaro variano da un minimo di 287 ad un massimo di 951, con valore medio di 623. Il diametro medio delle differenti specie: L area basimetrica media è così distribuita: Specie D medio Robinia 22 Frassino 16 Tiglio 17 Farnia 45 Altre latifoglie 30 Totale 22 Specie G/ha m 2 Robinia 16,07 Frassino 2,47 Tiglio 2,52 Farnia 3,56 Altre latifoglie 1,82 Totale 20,94 Per quanto riguarda i volumi medi per ettaro: Specie V/ha m 3 Robinia 154,71 Frassino 20,65 Tiglio 12,58 Farnia 41,80 Altre latifoglie 42,97 Totale 236,45

17 16 FLOEMA PROFESSIONISTI ASSOCIATI RELAZIONE TECNICA Interventi selvicolturali proposti In base al Regolamento Forestale (feb. 2013) la gestione proposta si differenzia in base alla tipologia forestale interessata e alla sua forma di governo. Nel caso specifico le aree classificate come robinieto ( 2 3 cfr. p.8 r.3) saranno soggette ad un intervento di taglio sulla robinia, preservando le specie autoctone presenti; l entità del taglio si orienterà verso il massimo consentito dalla legge (70 % copertura). In riferimento invece al popolamento di latifoglie miste (fustaia) l intervento proposto sarà a carico di tutte le latifoglie prevalenti, salvaguardando la biodiversità e la stabilità del soprassuolo. Insieme agli esemplari vivi indefinitamente (almeno 1 ogni 2500 mq) e quelli morti in piedi con caratteristiche definite dall art. 30 del regolamento, saranno salvaguardate le specie definite sporadiche. (vedi Piedilista allegati) Non si esclude l abbattimento di piante che, pur rientrando nelle categorie protette, presentino un cattivo stato fitosanitario o che rappresentino un pericolo per i frequentatori dell area. Autorizzazione degli interventi Secondo la normativa vigente: art. 7 comma 3 lettera b) punto 2) del Regolamento Forestale della Regione Piemonte (D.P.G.R. del 20/09/2011 n. 8/R, modificato dal D.P.G.R. 02/02/2013 n. 2/R), l'intervento selvicolturale deve essere eseguito nel rispetto delle misure di conservazione di cui all art 30 e sono soggetti come procedura all art. 6 in quanto la superficie è superiore ai 0,5 ha e siamo in assenza di strumenti di pianificazione forestale, e siamo su proprietà pubblica. Si configura quindi il caso di Autorizzazione + progetto di intervento. Iter procedurale: Alla presente relazione tecnica, nel momento in cui la proprietà decidesse per il taglio del Bosco, deve quindi essere allegata la comunicazione semplice corredata dai dati della ditta aggiudicataria. La documentazione (progetto di intevento) è spedita al parco della Mandria perché esprima il parere e le prescrizioni. Dopodiché tutta la documentazione sarà spedita in Regione Piemonte per ottenere l autorizzazione.

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