IPSIA G. Vallauri - Carpi Galileo L uomo e lo scienziato

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1 IPSIA G. Vallauri - Carpi Galileo L uomo e lo scienziato Prof. A. Cornia (ITI Leonardo da Vinci Carpi) Carpi, aprile 2010 Pag. 1

2 La giovinezza ( ) Galileo trascorre fra Pisa (dove nasce nel 1564) e Firenze gli anni giovanili, nei quali determinante sarà l influenza del filosofo della natura Francesco Bonamico e del matematico Ostilio Ricci, allievo di Tartaglia. In questi anni iniziano gli studi di Galileo su questioni di meccanica, che verranno ripresi nella sua ultima opera, i Discorsi su due nuove scienze. Il periodo padovano ( ) Il periodo trascorso a Padova rappresenta, da tutti i punti di vista, il più bello e fecondo della vita di Galileo, specie se confrontato con i burrascosi eventi che lo attenderanno in seguito. Decisive si rivelano le osservazioni del cielo fatte con il telescopio. Ai primi di gennaio del 1610 Galileo è in grado di annunciare alcuni sorprendenti risultati delle sue osservazioni: la Luna assume la forma di un corpo molto simile alla Terra, con monti assai più alti, la Via Lattea appare come una congerie di minutissime stelle. E scopre quattro satelliti di Giove, che vengono denominati pianeti medicei in omaggio alla casa del Granduca di Toscana Cosimo II. Firenze ( ) Contando sulla protezione dei Medici e nella speranza di trovare maggiori possibilità di portare avanti le proprie ricerche, Galileo si trasferisce a Firenze. In questo periodo si fanno più stretti i suoi legami con il copernicanesimo, e Galileo è il più lucido e consapevole assertore della portata storica della battaglia per la sua affermazione. Il primo processo (1616) Il cosiddetto processo del 1616, non un vero processo formale ma un richiamo e un ammonizione, costituisce per Galileo una grave sconfitta e lo obbliga a mutare alcuni aspetti del suo programma di conciliazione tra Chiesa cattolica e copernicanesimo. Dopo la condanna delle idee copernicane, Galileo deve diventare più prudente, ma non rinuncia alle sue ricerche scientifiche e alla sua battaglia culturale. In polemica con padre Grassi, pubblica nel 1623 Il Saggiatore, che in un certo senso è la più galileiana delle opere di Galileo, ovunque pervasa della combattiva personalità dell autore, con il suo stile mordace e polemico, con il suo spirito di acuto sperimentatore, con la sua forza di coraggioso innovatore della cultura. A questa opera appartiene uno dei brani più celebri della produzione galileiana, quello dedicato al libro della natura. Pag. 2

3 Nel 1623 l elezione a Papa di Maffeo Barberini (che assume il nome di Urbano VIII) fa sorgere nuove speranze, e non solo in Galileo: sembra agli occhi di molti l uomo adatto a portare la Chiesa su una nuova via, di larga apertura verso la scienza e le arti. E in questo periodo che Galileo si accinge a scrivere la sua opera più celebre, il Dialogo dei Massimi Sistemi, che non è indirizzato agli specialisti di astronomia, ma a un pubblico più vasto. Il secondo processo (1633) Alla fine del 1632 si mette in moto la macchina che inesorabilmente porterà alla sconfitta di Galileo. Il cardinale Antonio Barberini, fratello del Papa, scrive all inquisitore di Firenze di far chiamare Galileo in luogo dove siano presenti testimoni et il notaro, senza significare al detto Galilei per che fine li sudetti si trovino lì presenti e comunicargli l ordine di trasferirsi entro il mese di ottobre a Roma, a disposizione del Sant Uffizio. Galileo fa presenti i numerosi motivi che sconsigliano il viaggio a Roma (i gravi problemi di salute, l avanzata età -ha già 70 anni- l epidemia di peste che infuria nelle campagne), e che certamente non gli consentirebbero di affrontare serenamente la dura prova che lo aspetta a Roma. Ma il card. Barberini invia all inquisitore di Firenze una nuova lettera che non ammette repliche, e che si conclude con le parole: se non ubbidisce subito si manderà costì un Commissario con medici a pigliarlo, legato anco con ferri, poiché sin qui si vede che egli ha abusato della benignità di questa Congregatione. Il processo inizia ai primi del 1633 e si conclude alcuni mesi dopo. Il 22 giugno Galileo viene condotto al convento dei domenicani (i suoi avversari più implacabili) a Santa Maria sopra Minerva a Roma, dove davanti alla Congregazione del Sant Uffizio gli viene letta la sentenza, che prevede la proibizione del Dialogo dei Massimi sistemi, la condanna dell autore al carcere, poi commutato in domicilio coatto e isolamento e alcune penitenze salutari, vale a dire recitare una volta alla settimana, per tre anni, i Salmi penitenziali. Subito dopo Galileo pronuncia in ginocchio la pubblica abiura, drammatico documento che testimonia la sua sconfitta: Io Galileo, figliuolo del quondam Vincenzio Galileo di Fiorenza, dell età mia d anni 70, costituto personalmente in giudizio, e inginocchiato avanti di voi Eminentissimi e Reverentissimi Cardinali con cuor sincero e fede non finta abiuro, maledico e detesto li sudetti errori e eresie, e generalmente ogni e qualunque altro errore, eresia e setta contraria alla Santa Chiesa Io, Galileo Galilei, ho abiurato come di sopra, mano propria. Arcetri, gli ultimi anni di Galileo Dopo l umiliazione dell abiura Galileo torna alla scienza pura, e appare sorprendente che dopo poche settimane trovi l entusiasmo e un po di serenità che gli permettono di dedicare a questo compito le energie residue. Dopo una breve permanenza a Siena, Pag. 3

4 ottiene di trascorrere gli ultimi anni ad Arcetri alla periferia di Firenze. Dice Galileo in una lettera da Arcetri: Infelice questo nostro clima, nel quale regna una fissa resolutione di voler esterminare tutte le novità, in particolare nelle scienze, quasi che già si sia saputo ogni scibile. Nonostante l isolamento, le precarie condizioni di salute e il grande dolore per la prematura morte della figlia Virginia, suor Maria Celeste, Galileo scrive quello che, dal punto di vista strettamente scientifico, è il suo capolavoro: i Discorsi sopra due nuove scienze, che non sono un opera interamente nuova, ma la rielaborazione e l approfondimento di risultati che aveva già raggiunto nel periodo padovano o anche nel periodo giovanile in Toscana. La sua stesura occupa gran parte del suo tempo, e non si stanca di modificarlo e completarlo continuamente. Scrive in una lettera ad un amico: Il trattato sul moto sta all ordine, ma il mio cervello inquieto non può restar d andar mulinando e con gran dispendio di tempo, perché quel pensiero che ultimo mi sovviene circa qualche novità mi fa buttare a mare tutti i trovati precedenti Galileo muore all inizio dal 1642, poco prima di compiere 78 anni. Solo nel al 1822 il Sant Uffizio decide di annullare la proibizione a stampare le opere di Copernico, Galileo e Keplero. Ma il pensiero di Galileo si era ormai diffuso largamente in Europa, che aveva imparato a vedere in lui un uomo al di sopra di ogni pregiudizio, colui che ha dissipato gli errori dell antica scuola, come scrivono Diderot e D Alembert sull Encyclopédie. Il ruolo di Galileo nella rivoluzione scientifica del 600 I principali contributi che Galileo ha dato alla svolta che ha caratterizzato all inizio del 600 la storia della scienza, possono essere riferiti a: meccanica (leggi del moto, composizione dei moti, principio di relatività) astronomia (utilizzo scientifico del cannocchiale, prove astronomiche a favore del copernicanesimo) termologia, magnetismo, acustica, ottica introduzione del metodo sperimentale Meccanica La meccanica tradizionale con la quale Galileo si trova a confrontarsi può essere fatta risalire nelle sue linee essenziali alla visione aristotelica, che ha come elementi fondamentali la distinzione fra moti naturali e moti violenti e la dottrina dei luoghi naturali. Galileo sostituisce a questi concetti una visione profondamente unitaria dei fenomeni fisici, che ha i suoi punti di forza nel principio di inerzia, nello studio dei moti uniforme e accelerato, nel principio di relatività e nella composizione dei moti. Pag. 4

5 E interessante confrontare l interpretazione di alcuni fenomeni naturali secondo i due punti di vista: cosa accade se spingo un corpo su un piano e lo lascio? cosa succede se lancio un corpo verticalmente verso l alto? come si muove un corpo che cade verticalmente? se un corpo viene lanciato obliquamente che traiettoria descrive? se un corpo si muove su un piano orizzontale che si interrompe improvvisamente che tipo di moto segue? Astronomia In campo astronomico l importanza di Galileo è legata all uso del cannocchiale come strumento di indagine scientifica e alla raccolta di prove astronomiche a favore del copernicanesimo. Le sue principali scoperte sono: l osservazione della superficie lunare, che si dimostra essere un corpo celeste imperfetto la successione delle fasi di Venere, compatibile solo con il suo moto attorno al Sole e non intorno alla Terra la scoperta nel gennaio 1610 dei satelliti di Giove la scoperta delle macchie solari la natura della via Lattea Pag. 5

6 Il metodo sperimentale Tutti hanno sentito dire che il metodo di Galileo è sperimentale. Apparentemente siamo tutti d accordo: si può dire in maniera un po semplicistica che il metodo consiste nell appoggiarsi ai fatti piuttosto che procedere per teorie astratte e aprioristiche. Dicendo solo questo però non si coglie in pieno il valore dell opera di Galileo. Esaminando un po più in profondità il metodo galileiano troviamo alcuni elementi essenziali: 1) la distinzione tra osservazione ed esperimento. Mentre prima di Galileo lo studioso osservava i fenomeni ed il loro svolgimento con occhi di spettatore, di testimone, dopo Galileo questa osservazione si trasforma in esperimento; lo studioso non sta solo a sentire la natura che parla, ma la interroga, e le sue domande non sono fatte a caso ma sono cariche di teoria, e sono finalizzate a verificare un ipotesi di lavoro: sono quelle che Galileo chiama sensate esperienze. 2) l altro aspetto essenziale è che le domande vengono formulate in forma quantitativa: oltre che alle sensate esperienze Galileo fa anche appello alle certe dimostrazioni, cioè al ruolo della matematica. Questo a noi oggi sembra naturale, ma nel Seicento rappresentò un passo enorme, di grandissima importanza. 3) si ha un progressivo allontanamento da una visione antropocentrica dei fenomeni naturali: il corpo umano e la particolare posizione dell uomo nell universo non sono più il solo mezzo di interpretazione della realtà. Galileo scrittore Di seguito vengono riportati alcuni brani, in gran parte presi da opere di Galileo. E un occasione per ammirare direttamente, oltre alla profondità di pensiero del grande scienziato, anche il suo magnifico stile. La vasta cultura del padre e la frequentazione di ambienti culturali ricchi e vari contribuirono a formare ampi interessi non solo scientifici, ma anche filosofici e letterari, che lo accompagneranno per tutta la vita: scrive alcuni commenti su Ariosto e Tasso e sostiene la superiorità del primo, del quale esalta la fantasia, il gusto del fantastico. Ecco alcuni giudizi su Galileo scrittore. Sapegno: La sua opera, per ricchezza di contenuto umano e potenza di stile, si inseriva nella storia futura della nostra prosa, come un fatto letterario e culturale di prima grandezza. E il più grande prosatore fa Machiavelli e Manzoni, un periodo di 400 anni. Un giudizio analogo è espresso da Emilio Segré. Parini scrive a proposito dello stile di Galileo: D altro più non si cura fuorché d essere inteso De Sanctis: Galileo ha uno stile tutto cose e tutto pensiero, scevro di ogni pretensione e maniera, alieno dalla ricerca di vezzi, tutto proteso alla chiarezza della comunicazione Pag. 6

7 Italo Calvino: Stile come metodo di pensiero e come gusto letterario: la rapidità, l agilità del ragionamento, l economia degli argomenti, ma anche la fantasia degli esempi sono per Galileo qualità decisive del pensar bene Brani sulla figura scientifica di Galileo e brani da opere di Galileo Brano 1: a proposito del metodo scientifico, con particolare riferimento alla misura, dice Alexandre Koyré: E curioso: duemila anni prima di Galileo, Pitagora aveva proclamato che il numero è l essenza stessa delle cose, e la Bibbia aveva insegnato che Dio aveva fondato il mondo sopra il numero, il peso, la misura. Tutti l hanno ripetuto, nessuno l ha creduto, nessuno l ha messo in pratica. Per lo meno, nessuno fino a che Galileo l ha preso sul serio. Nessuno ha mai tentato di determinare questi numeri, questi pesi, queste misure. Nessuno si è provato a contare, a pesare, a misurare. O più esattamente nessuno ha mai cercato di superare l uso pratico del numero, del peso, della misura nell imprecisione della vita quotidiana per farne un elemento del sapere preciso Brano 2: sempre a proposito del superamento della visione antropocentrica, vediamo un passo del Sidereus Nuncius in cui Galileo mostra che è errata la pretesa di fare dei nostri occhi un criterio assoluto per l esistenza del reale. In oltre, chi vorrà dire il lume de i Pianeti Medicei non arrivare in terra? Vorremo ancora far gl occhi nostri misura dell espansione di tutti i lumi, sì che dove non si fanno sensibili a noi le specie degl oggetti luminosi, là si deve affermare che non arrivi la luce di quelli? Forse tali stelle veggono le aquile o i lupi cervieri, che alla debile vista nostra rimangono occulte Brano 3: nella Lettera a Francesco Ingoli, destinata in realtà a Papa Urbano VIII, Galileo espone con una splendida immagine quello che oggi chiamiamo principio di relatività galileiana : è impossibile decidere, sulla base di esperienze meccaniche compiute all interno di un sistema di riferimento, se esso sia in quiete oppure si muova di moto rettilineo e uniforme. E il celebre brano della nave: Nella maggiore stanza che sia sotto coverta di alcun gran navilio rinserratevi con qualche amico, e quivi fate di aver mosche, farfalle e simili animaletti volanti; pigliatevi anco un gran vaso con acqua, e dentrovi de pescetti; accomodate ancora qualche vaso alto che vada gocciolando in un altro basso e di angusta gola: e stando ferma la nave, osservate diligentemente come quelli animaletti volanti con pari velocità vanno verso tutte le parti della stanza; i pesci, gli vedrete andar vagando Pag. 7

8 indifferentemente verso qual si voglia parte delle sponde del vaso; le stille cadenti entreranno tutte nel vaso sottoposto; e voi, gettando all amico vostro alcuna cosa, non più gagliardamente la dovrete gettar verso quella parte che verso quella Osservate che avrete bene tutte queste cose, fate muover la nave con quanta si voglia velocità; ché (pur che il moto sia uniforme e non fluttuante in qua e n là) voi non riconoscerete una minima mutazione in tutte le nominate cose, né meno da cosa che sia in voi stesso, potrete assicurarvi se la nave cammina o pure sta ferma: gettando un frutto all amico, non con più forza bisognerà gettarglielo, per arrivarlo, se egli sarà verso la prua e voi verso la poppa, che se voi fuste situati per l opposito; le goccie cadranno nel vaso inferiore senza restarne pur una verso poppa, ancor che, mentre la goccia è per aria, la nave scorra molti palmi; i pesci nella loro acqua non più fatica dureranno per notare verso la precedente che verso la sussequente parte del vaso, ma con pari agevolezza andranno a prender il cibo che voi gli metterete su qual si voglia parte dell orlo del vaso; e finalmente le farfalle e le mosche dureranno a volare indifferentemente verso tutte le parti, né si ridurranno mai ai ritirarsi verso la parte che risguarda la poppa E se voi di tutti questi effetti mi domanderete la cagione, vi risponderò per ora: Perché il moto universale della nave, essendo comunicato all aria ed a tutte quelle cose che in essa vengono contenute, e non essendo contrario alla naturale inclinazione di quelle, in loro indelebilmente si conserva. Brano 4: nel Dialogo dei massimi sistemi Sagredo dà una bella immagine di quelle che Galileo chiama le vette della conoscenza : SAGREDO: Se a uno che non avesse cognizione di veruna sorte di scale fusse mostrata una torre altissima, e domandatogli se gli desse l animo d arrivare alla sua suprema altezza, credo assolutamente che direbbe di no, non comprendendo che in altro modo che co l volare vi si potesse pervenire; ma mostrandosegli una pietra non più alta di mezo braccio ed interrogandolo se sopra quella credessi di poter montare, son certo che risponderebbe di sì, ed anco non negherebbe che non una sola, ma 10, 20 e 100 volte, agevolmente salir vi potrebbe; per lo che, quando gli si mostrassero le scale, co l mezzo delle quali, con l agevolezza da lui conceduta si poteva pervenire colà dove poco fa aveva affermato esser impossibile di arrivare, credo che, ridendo di se stesso, confesserebbe il suo poco avvertimento. Voi, signor Salviati, m avete di grado in grado tanto soavemente guidato, che non senza meraviglia mi trovo giunto con minima fatica a quell altezza dove io credeva non potersi arrivare; è ben vero che, per esser stata la scala buia, non mi sono accorto d essermi avvicinato né pervenuto alla cima se non dopo che, uscendo all aria luminosa, ho scoperto gran mare e gran campagna: e come nel salire un grado non è fatica veruna, così ad una ad una delle vostre proposizioni mi son parse tanto chiare, che, sopraggiugnendomi poco o nulla di nuovo, piccolo o nulla mi sembrava essere il guadagno; onde tanto maggiormente si accresce in me la maraviglia per l inopinata riuscita di questo discorso, che mi ha scorto all intelligenza di cosa ch io stimava inesplicabile Pag. 8

9 Brano 5: il celebre brano sul libro della natura, preso dal Saggiatore, può essere compreso meglio se leggiamo anche le considerazioni che lo precedono: Parmi di scorgere nel Sarsi ferma credenza che nel filosofare sia necessario appoggiarsi all opinione di qualche celebre autore ; e forse stima che la filosofia sia un libro e una fantasia d un uomo, come l Iliade e l Orlando Furioso, libri ne quali la meno importante cosa è che quello che vi sia scritto sia vero. No!, sig. Sarsi, la cosa non istà così. La filosofia è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi a gli occhi (io dico l universo), ma non si può intendere se prima non s impara a intender la lingua, e conoscer i caratteri ne quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri sono triangoli, cerchi ed altre figure geometriche, senza i quali mezi è impossibile a intenderne umanamente parola; senza questi è un aggirarsi vanamente per un oscuro laberinto Brano 6: La posizione dei gesuiti nel corso del primo processo è illustrata dal seguente passo del più autorevole fra gli scienziati gesuiti, il card. Roberto Bellarmino: Mi pare che il sig. Galileo faccia prudentemente a contentarsi di parlar ex suppositione e non assolutamente, come io ho sempre creduto abbia parlato il Copernico. Perché il dire che supposto che la Terra si muova e il Sole stia fermo si salvano tutte le apparenze meglio che con porre gli eccentrici et epicicli, è benissimo detto, e non ha pericolo nessuno; ma volere affermare che realmente il sole stia nel centro del mondo, e che la Terra stia nel 3 cielo e giri con somma velocità intorno al Sole, è cosa molto pericolosa non solo di irritare tutti i filosofi e theologi scolastici, ma anco di nuocere alla Santa Fede con rendere false le Sacre Scritture. Brano 7: La posizione di Galileo sui rapporti tra scienza e fede è espressa nella celebre Lettera a Cristina di Lorena: Ora, se la teologia, occupandosi nell altissime contemplazioni divine e risedendo per dignità nel trono regio, per lo che ella è fatta di somma autorità, non discende alle più basse ed umili speculazioni delle inferiori scienze, anzi, come di sopra si è dichiarato, quelle non cura, come non concernenti alla beatitudine, non dovrebbono i ministri e professori di quella arrogarsi autorità di decretare nelle professioni non essercitate né studiate da loro; perché questo sarebbe come se un principe assoluto, conoscendo di poter liberamente comandare e farsi ubbidire, volesse, non essendo egli né medico né architetto, che si medicasse e fabbricasse a modo suo, con grave pericolo per la vita de miseri infermi, e manifesta rovina degli edifizi. Brano 8: Alexandre Koyré, filosofo e storico della scienza: Pag. 9

10 Il Dialogo non è un libro di astronomia e nemmeno di fisica; è soprattutto un libro di critica, un opera di polemica e di battaglia, un opera pedagogica, e un opera di storia: la storia dello spirito di Galileo. Esso si rivolge al lettore valentuomo, è scritto non in latino ma in lingua volgare. Il valentuomo che Galileo vuole conquistare alla sua causa non va affaticato o oppresso, ma va piuttosto persuaso e convinto. A ciò è dovuta la forma dialogica dell opera, il tono leggero della conversazione, le digressioni e riprese degli argomenti: proprio così si conversava nei saloni dei patrizi veneziani o alla Corte dei Medici. Pagina dopo pagina Galileo conduce il lettore valentuomo a lasciarsi convincere, a poter comprendere la dimostrazione e accogliere la prova. Occorre, secondo Galileo, educare il lettore, insegnargli a non avere più fiducia nell autorità, nella tradizione e nel senso comune. Occorre insegnargli a pensare. Si tratta insomma di un opera pedagogico-filosofica piuttosto che strettamente scientifica, un manifesto diretto a rinnovare la cultura piuttosto che un trattato scientifico operante entro la cultura già rinnovata. Galileo ha scritto il Dialogo non per il futuro ma per il suo tempo, per il suo ambiente, per indicare al mondo che lo circonda la via della nuova scienza; per insegnargli che l adesione al copernicanesimo non ha solo un significato astronomico ma è carica anche di conseguenze etico-filosofiche. Brano 9: Roma, 22 giugno 1633: alla conclusione del secondo processo Galileo pronuncia in ginocchio la pubblica abiura, drammatico documento che testimonia la sua sconfitta: Io Galileo, figliuolo del quondam Vincenzio Galileo di Fiorenza, dell età mia d anni 70, costituto personalmente in giudizio, e inginocchiato avanti di voi Eminentissimi e Reverendissimi Cardinali, in tutta la Republica Cristiana contro l eretica pravità generali Inquisitori; avendo davanti gl occhi miei li sacrosanti Vangeli, quali tocco con le proprie mani, giuro che sempre ho creduto, credo adesso, e con l aiuto di Dio crederò per l avvenire, tutto quello che tiene, predica e insegna la Santa Cattolica e Apostolica Chiesa. Ma perché da questo S. Offizio, per aver io, dopo d essermi stato con precetto dall istesso giuridicamente intimato che omninamente dovessi lasciar la falsa opinione che il sole sia centro del mondo e che non si muova e che la terra non sia centro del mondo e che si muova, e che non potessi tenere, difendere né insegnare in qualsivoglia modo, né in voce né in scritto, la detta falsa dottrina, e dopo d essermi notificato che detta dottrina è contraria alla Sacra Scrittura, scritto e dato alle stampe un libro nel quale tratto l istessa dottrina già dannata e apporto ragioni con molta efficacia a favor di essa, senza apportar alcuna soluzione, sono stato giudicato veementemente sospetto d eresia, cioè d aver tenuto e creduto che il sole sia centro del mondo e imobile e che la terra non sia centro e che si muova. Pertanto volendo io levar dalla mente delle Eminenze Vostre e d ogni fedel Cristiano questa veemente sospizione, giustamente di me conceputa, con cuor sincero e fede non finta abiuro, maledico e detesto li sudetti errori e eresie, e generalmente ogni e qualunque altro errore, eresia e setta contraria alla Santa Chiesa; e giuro che per Pag. 10

11 l avvenire non dirò mai più né asserirò, in voce o in scritto, cose tali per le quali si possa aver di me simil sospizione; ma se conoscerò alcun eretico o che sia sospetto d eresia lo denonziarò a questo S. Offizio, o vero all Inquisitore o Ordinario del luogo, dove mi trovarò. Giuro anco e prometto d adempire e osservare intieramente tutte le penitenze che mi sono state o mi saranno da questo S. Offizio imposte; e contravenendo ad alcuna delle dette mie promesse e giuramenti, il che Dio non voglia, mi sottometto a tutte le pene e castighi che sono da sacri canoni e altre constituzioni generali e particolari contro simili delinquenti imposte e promulgate. Così Dio m aiuti e questi suoi santi Vangeli, che tocco con le proprie mani. Io Galileo sodetto ho abiurato, giurato, promesso e mi sono obligato come sopra; e in fede del vero, di mia propria mano ho sottoscritta la presente cedola di mia abiurazione e recitatala di parola in parola, in Roma, nel convento della Minerva, questo dì 22 giugno Io, Galileo Galilei, ho abiurato come di sopra, mano propria. Brano 10: Unico conforto dopo l abiura è dato dalla figlia Virginia, suor Maria Celeste, che gli invia questa lettera: Di San Matteo, li 2 luglio 1633 Molto illustre e amatissimo signor Padre. Tanto quanto m è arrivato improvviso e inaspettato il nuovo travaglio di Vostra Signoria, tanto maggiormente m ha trafitta l anima d estremo dolore il sentir la risoluzione che finalmente s è presa tanto sopra il libro quanto nella persona di Vostra Signoria. Carissimo Signor padre, adesso è il tempo di prevalersi più che mai di quella prudenza che gli ha concessa il Signor Iddio, sostenendo questi colpi con quella fortezza d animo, che la religione, la professione ed età sua ricercano. E giacché ella per molta esperienza può aver piena cognizione della fallacia e instabilità di tutte le cose di questo mondaccio, non dovrà far molto caso di queste burrasche, anzi sperar che presto sieno per quetarsi e cangiarsi in altrettanta sua soddisfazione. Dico quel tanto che mi somministra il desiderio, e che mi pare ne prometta la clemenza che Sua Santità ha dimostrato inverso di Vostra Signoria in aver destinato per la sua carcere luogo sì delizioso, onde mi par che si possa sperare anco commutazione più conforme al suo e nostro desiderio, il che piaccia a Dio che sortisca, se è per il meglio. Intanto la prego di non lasciar di consolarmi con sue lettere, dandomi ragguaglio dell esser suo quanto al corpo e molto di più quanto all animo; e io finisco di scrivere, ma non già mai d accompagnarla con il pensiero e con le orazioni, pregando sua divina Maestà che gli conceda vera quiete e consolazione. Affezionatissima figlia Suor Maria Celeste Pag. 11

12 Brano 11: Nella Lettera a Gallanzone Gallanzoni, Galileo risponde alle critiche di Clavio nei confronti delle sue osservazioni della superficie lunare. Sono i celebri argomenti di Galileo contro la luna di cristallo : Le osservazioni dalle quali io deduco le mie dimostrazioni, non occorre che in questo luogo racconti, perché gli avversarii, con li quali si tratta al presente, non negano né quelle, né tampoco le apparenti inegualità lunari; ma vengono, in sustanza del loro discorso, a dire che la Luna sia hora non solamente quel globo che noi sensatamente con gl occhi veggiamo et sin qui havevamo veduto, ma che, oltre al veduto da gl huomini, vi è intorno un certo ambiente trasparentissimo, a guisa di cristallo o diamante, totalmente impercettibile da i sensi nostri, il quale, empiendo tutte le cavità et cimando le più alte eminenze lunari, cinge intorno intorno quel primo et visibile corpo, et termina in una liscia et pulitissima superficie sferica, non vietando in tanto il passaggio a i raggi del sole, rendendo intanto l antica luna al senso nostro suggetta. Veramente l immaginazione è bella; solo gli manca il non essere né dimostrata né dimostrabile. Et chi non vede che questa è una pura et arbitraria finzione, che nulla pone in essere, et solo propone una semplice non repugnanza? Che se il chimerizare del nostro cervello dovesse havere azione nelle determinazioni della natura, a me sarà lecito con altetanta autorità dire che la Terra è di superficie perfettissimamente sferica e pulita; intendendo per Terra non solamente questo corpo opaco dove si terminano i raggi solari, ma insieme con questo quella parte dell ambiente diafano che riempie tutte le valli, et con altezza eguale a i più sublimi gioghi delle montagne lo circonda. Principali opere di Galileo Viene indicato accanto al titolo per esteso la denominazione abbreviata con la quale l opera viene solitamente citata, l anno di prima pubblicazione e gli estremi delle edizioni più recenti. Sidereus Nuncius, Marsilio (a cura di A. Battistini) Il Saggiatore, Feltrinelli (a cura di L. Sosio) Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, tolemaico e copernicano [Dialogo dei massimi sistemi], Einaudi (a cura di L. Sosio) Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze attinenti alla mecanica et i movimenti locali [Discorsi], Einaudi (a cura di E. Giusti) Pag. 12

13 Opere e articoli su Galileo (parte storica) Viene indicata la data dell ultima edizione o della più recente ristampa. Stillman Drake, Galileo, Il Mulino, 1988 Ludovico Geymonat, Galileo Galilei, Einaudi, 1997 Enrico Bellone, Galileo, le opere e i giorni di una mente inquieta, Le Scienze, 1998 Dragoni, Bergia, Gottardi, Dizionario biografico degli scienziati e dei tecnici, Zanichelli, 2001 Giuliano Toraldo di Francia, L indagine del mondo fisico, Einaudi, 1976 (fuori catalogo) Emilio Segrè, Personaggi e scoperte della fisica classica, Oscar Mondadori, 1996 Andrea Frova e Mariapiera Marenzana, Parola di Galileo, Rizzoli, 1998 Luca Novelli, Galileo e la prima guerra stellare, Società Editoriale Libraria, 2002 Thomas Kuhn, La rivoluzione copernicana, Einaudi, 1997 James Reston, Galileo, Piemme, 2001 Opere e articoli su Galileo (parte scientifica) Andrea Frova, Perché accade ciò che accade, Rizzoli, 1995 Andrea Frova, La fisica sotto il naso, Rizzoli, 2001 Thomas Kuhn, La rivoluzione copernicana, Einaudi, 1997 Bertolt Brecht, Vita di Galileo, Einaudi, 1997 Hans Reichenbach, Da Copernico ad Einstein, Laterza, 1985 Bellini Mazzoni, Galileo e la prosa scientifica Moduli di letteratura italiana Laterza, 1999 Enrico Bellone, Uomini e scimmie, Le Scienze, n. 374, ottobre 1999 Oddone Longo, Galileo Galilei: l uomo che contava le stelle, Meridiano zero, 2009 Alcuni siti Internet galileo.imss.firenze.it/museo/b/igalilg.html www-history.mcs.st-and.ac.uk/mathematicians/galileo.html Pag. 13

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