VALUTAZIONE DI SPECIE ERBACEE ANNUALI E PERENNI PER IL RECUPERO DI CAVE DI SABBIA IN AMBIENTE MEDITERRANEO
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1 CNR ISPAAM, Istituto per il Sistema Produzione Animale in Ambiente Mediterraneo UOS di Sassari VALUTAZIONE DI SPECIE ERBACEE ANNUALI E PERENNI PER IL RECUPERO DI CAVE DI SABBIA IN AMBIENTE MEDITERRANEO C. PORQUEDDU, G. A. RE, F. SANNA, G. PILUZZA, L. SULAS, A. FRANCA, S. BULLITTA.
2 INTRODUZIONE Questo studio nasce dalla esigenza di affrontare una problematica comune a molte regioni italiane, come il ripristino ambientale di aree degradate a seguito di interventi antropici In Italia si stimano superfici pari a ha che potenzialmente potrebbero essere interessate da attività di ripristino e rivegetazione (Staglianò et al. 2012).
3 INTRODUZIONE Le problematiche che si affrontano riguardano molteplici aspetti, legati alle condizioni specifiche in cui si opera. Tipologia di manomissione Condizioni pedoclimatiche Finalità dell'intervento: produttivo ricreativo reinserimento paesaggistico
4 INTRODUZIONE Negli interventi che prevedono inerbimento uno degli aspetti più importanti riguarda il materiale vegetale impiegato. La scarsa disponibilità da parte del mercato sementiero di materiale autoctono spinge verso l'impiego di materiale commerciale, il quale è generalmente: di origine non locale, più economico e di facile reperimento spesso selezionato per finalità produttive (foraggere) quando non adatto alla condizioni pedoclimatiche può dar luogo ad insuccesso dell'intervento o a fenomeni di disturbo ecologico dell'ecosistema naturale circostante.
5 INTRODUZIONE In ambiente mediterraneo il problema del reperimento del seme, anche solo commerciale, è più accentuato a causa della difficoltà di reperire specie e miscugli ben adattati alle condizioni pedoclimatiche e di impiego, in particolare a basso regime manutentorio e a scarsa produzione di biomassa.
6 INTRODUZIONE Il problema si acuisce in particolar modo quando le superfici di intervento ricadono in aree protette (SIC Parchi naturali) ove è fatto assoluto divieto l'impiego di specie alloctone ed invasive (Direttiva 92/43/CEE "Habitat" e D.P.R. 8 settembre 1997, n. 357).
7 OBIETTIVI PRINCIPALI Individuare materiali vegetali per il recupero ambientale e/o produttivo di superfici spoglie di vegetazione (es. cave); Mettere a confronto in termini di insediamento e persistenza diverse specie erbacee native.
8 MATERIALI E METODI La selezione di una parte del materiale da valutare è avvenuta preliminarmente sulla base del monitoraggio di diverse aree manomesse distribuite sul territorio regionale sardo L ampia biodiversità riscontrata nei siti dismessi ha dimostrato la possibilità di operare una selezione di ecotipi e varietà da usare, in purezza o in miscuglio, nelle diverse condizioni ambientali e gestionali.
9 MATERIALI E METODI Il sito sperimentale (10m s.l.m.) si trova nel nord Sardegna, a Badesi (SS), in un'area destinata all'estrazione di sabbia e recentemente inclusa in un Sito di Interesse Comunitario.
10 MATERIALI E METODI A partire dal gennaio 2002, su un disegno sperimentale a blocchi randomizzati con tre repliche per 4 anni, sono state messe a confronto le 22 popolazioni tra genotipi locali e varietà commerciali appartenenti alle famiglie botaniche delle graminacee, leguminose e composite, in parte individuate dal precedente monitoraggio. Su 3 parcelle, è stata lasciata sviluppare naturalmente la vegetazione. Nella prova è stato incluso anche un miscuglio di nuove varietà di leguminose annue selezionate in Australia per suoli sabbiosi acidi.
11 Tabella 1 - Elenco e origine delle diverse accessioni in prova.
12 MATERIALI E METODI Caratteri rilevati durante la prova di Badesi: insediamento, reinsediamento ricoprimento del suolo fenologia altezza e portamento fitomassa persistenza produzione di seme e sue componenti caratteristiche della semente
13 MATERIALI E METODI Lolium rigidum Medicago polymorpha Veduta parziale del campo di valutazione Aegilops geniculata
14 Tabella 2 - copertura primaverile (%) delle diverse accessioni in prova.
15 Segue Tab.2 - Copertura primaverile (%) delle diverse accessioni in prova. Graminacee annue Aegilops geniculata SG Lolium rigidum cv Nurra Graminacee perenni Cynodon dactylon BA Festuca arundinacea cv Madra Composite annue Chrysanthemum coronarium OT Composite perenni Cichorium intybus cv Spadona Testimone Miscuglio di leguminose annuali Rivegetazione naturale
16 Fasi fenologiche nell annata SPECIE/CV /ECOTIPO Leguminose annuali A S 2002 O N D G F M 2003 A M G L A Astragalus boeticus AHO204 Biserrula pelecinus cv Mor 99 Medicago polymorpha cv Anglona Melilotus indica SIL137 Ornithopus compressus Pabarile O. sativus cv Cadiz T. campestre SIL337 T. subterraneum cv Campeda Miscuglio australiano Leguminose perenni Lotus cytisoides SE979 T. pratense Gioscari Graminacee annuali Aegilops geniculata SG131 Lolium rigidum cv Nurra Graminacee perenni Cynodon dactylon BA202 Festuca arundinacea cv Madra Composite annuali Chrisantemum coronarium OT108 Composite perenni Cichorium intybus cv Spadona emergenza acvegetativo iniziofioritura/spigat. pienafioritura/spigat. finefioritura/spigat. maturaz. infrut. senescenza
17 Produzione di seme numero di semi m Trifolium campestre Chysanthemum coronarium
18 Portamento e altezza 4 > 40 cm 0 < 10 cm C.dactylon O.compressus T.subterraneum cm B.pelecinus L.cytisoides M.polymorpha cm A.geniculata A.boeticus F.arundinacea O.sativus T.campestre T.pratense C.intybus C.coronarium L.rigidum M. indica PROSTRATO SEMI-PROSTRATO SEMI-ERETTO ERETTO Lotus cytisoides Ornithopus sativus Melilotus indica
19 CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE Tra le specie perenni il Lotus cytisoides rappresenta un valido materiale per i suoli sabbiosi e acidi grazie alla tolleranza alla salinità e alla siccità ed al suo ben sviluppato apparato radicale. Le ottime caratteristiche foraggere del T. pratense potrebbero preferirlo in caso di recupero di aree da destinare poi alla produzione zootecnica.
20 CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE Diverse specie annuali hanno evidenziato un elevata rapidità d insediamento e ottime coperture (M.indica, T.subterraneum, O.sativus); In altri casi non hanno però assicurato copertura continua (es. L. rigidum, O. compressus e C. coronarium) suggerendone l impiego come specie pioniere (o specie starter) da usare in associazione con specie meno aggressive ma di più lunga persistenza.
21 CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE I nostri risultati confermano inoltre come, in determinate condizioni, a partire dal suolo di scotico originale, sia possibile raggiungere significativi livelli di rivegetazione già a 3-4 anni dalle fine delle attività di coltivazione della cava, riducendo i costi di intervento per la preparazione del suolo.
22 CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE La ricerca ha sottolineato come le specie native possono giocare un importante ruolo nelle attività di rivegetazione di cave di sabbia ed incoraggiare pertanto le attività di valorizzazione della biodiversità locale, ostacolando l'introduzione di specie esotiche ed invasive nelle aree di interesse naturalistico e sottoposte a tutela. Laddove il mercato sementiero non sia in grado di fornire materiale autoctono, è necessario rendere partecipi le amministrazioni e gli enti coinvolti dell'importanza dei risultati positivi ottenuti impiegando materiale nativo.
23 TRASFERIMENTO DELL'ATTIVITÀ DI RICERCA La necessità di ulteriori conferme derivanti dalla reiterazione della prova in diverse condizioni pedoclimatiche e tipologie di manomissione ci ha portato ad operare anche in altri contesti, e recentemente in una cava di calcare sul Monte Albo a Siniscola. In un'area sottoposta a vincoli SIC, il CNR-ISPAAM ha avviato una prova in condizioni operative reali, impiegando un miscuglio di specie native selezionate in Sardegna. SIC MonteAlbo
24 SIC-MONTEALBO CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE Area di intervento 2011 Idrosemina Novembre anno di semina Marzo anno di semina Aprile anno di semina Aprile 2012
25 Grazie per l'attenzione
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