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1 1.L amianto. L amianto rappresenta una seria di minerali utilizzati nel corso del 900, soprattutto nella seconda metà, per gli usi industriali più vari: freni e frizioni per auto, coibentante di civili abitazioni e carrozze ferroviarie, tettoie in fibrocemento (il famigerato Eternit, prodotto dall omonima ditta di Casale Monferrato). La usa pericolosità è nota ormai da alcune decine di anni; è lungo l elenco dei lavoratori esposti a fibre di amianto uccisi in tutto il mondo, non solo in Italia, da : - asbestosi, malattia assai simile alla silicosi (non è un tumore come erroneamente si crede) che colpisce i polmoni, portando progressivamente alla morte per insufficienza respiratoria cronica) ; - mesotelioma, rara forma di tumore altamente maligno che colpisce le membrane sierose, la pleura e, più raramente, il peritoneo; - carcinoma polmonare, per il quale esiste una sinergia di azione cancerogena di tipo esponenziale tra amianto e fumo. 1.1 Cosa è l amianto. Con il termine amianto si intende una serie di minerali naturali a struttura fibrosa appartenenti alla classe chimica dei silicati e alle serie mineralogiche del serpentino e degli anfiboli. E' presente naturalmente in molte parti del globo terrestre e si ottiene facilmente dalla roccia madre dopo macinazione e arricchimento, in genere in miniere a cielo aperto. Per la normativa italiana sotto il nome di amianto sono compresi i seguenti sei composti: Crisotilo: amianto di Serpentino (silicato di magnesio); Amosite, Crocidolite, Tremolite, Antofillite, Actinolite: amianti di Anfibolo (silicati di calcio e magnesio). 1

2 L'amianto resiste al fuoco e al calore, all'azione di agenti chimici e biologici, all'abrasione e all'usura. La sua struttura fibrosa gli conferisce insieme una notevole resistenza meccanica ed un alta flessibilità. E' facilmente filabile e può essere tessuto. E' dotato di proprietà fonoassorbenti e termoisolanti. Si lega facilmente con materiali da costruzione (calce, gesso, cemento) e con alcuni polimeri (gomma, PVC). Per anni è stato considerato un materiale estremamente versatile a basso costo, con estese e svariate applicazioni industriali, edilizie e in prodotti di consumo. In tali prodotti, manufatti e applicazioni, le fibre possono essere libere o debolmente legate: si parla in questi casi di amianto friabile, oppure possono essere fortemente legate in una matrice stabile e solida (come il cemento-amianto o il vinilamianto): si parla in questo caso di amianto compatto. La consistenza fibrosa è alla base delle proprietà tecnologiche, ma anche delle proprietà di rischio essendo essa causa di gravi patologie a carico prevalentemente dell'apparato respiratorio. La pericolosità consiste, infatti, nella capacità che i materiali di amianto hanno di rilasciare fibre potenzialmente inalabili ed anche nell estrema suddivisione cui tali fibre possono giungere.per dare un idea dell estrema finezza delle stesse basti pensare che in un centimetro lineare si possono affiancare 250 capelli umani, 1300 fibre di nylon o fibre di amianto. Non sempre l'amianto, però, è pericoloso: lo è sicuramente quando può disperdere le sue fibre nell'ambiente circostante per effetto di qualsiasi tipo di sollecitazione meccanica, eolica, da stress termico, dilavamento di acqua piovana. Per questa ragione il cosiddetto amianto friabile che cioè si può ridurre in polvere con la semplice azione manuale è considerato più pericoloso dell'amianto compatto che per sua natura ha una scarsa o scarsissima tendenza a liberare fibre. 2

3 1.2 Proprietà tecnologiche dell'amianto. L'amianto è un materiale usato comunemente laddove sia necessario un assorbimento acustico e/o un isolamento termico. L'assorbimento acustico è un fenomeno fisico che avviene tutte le volte che un'onda sonora colpisce un corpo solido. La riflessione dell'onda sarà tanto minore quanto più soffice e poroso sarà il solido. Per svolgere questa funzione l'amianto viene applicato a spruzzo su pareti o soffitti dove forma uno strato soffice di alcuni centimetri. Nei locali così trattati proviamo una sensazione acustica di ovattamento dei suoni, i rumori sono meno intensi e la comprensione della parola non è compromessa da echi acustici. Questo tipo di impiego è adesso vietato dalla legge, ma in passato i soffitti di molte scuole, sono stati spruzzati con amianto. Altri ambienti che hanno subito lo stesso tipo di trattamento sono palestre, piscine, mense, ospedali, stazioni delle metropolitane, ecc. L'isolamento termico è una proprietà fisica di alcuni materiali e consiste nell'opporre una notevole resistenza al passaggio del calore. L'amianto è un ottimo termoisolante e per questo viene sfruttato tecnologicamente laddove si desideri contenere il calore, ad esempio per fasciare tubazioni, per il trasporto del vapore, per isolare caldaie e forni. 1.3 Mineralogia. Il decreto legislativo n 277/91 utilizza il termine amianto per indicare sei differenti minerali appartenenti alla famiglia degli anfiboli (actinolite, amosite, antofillite, crocidolite, tremolite) e dei serpentini (crisolito) che hanno in comune una morfologia fibrosa, cioè un rapporto lunghezza/diametro maggiore di 3/1. 3

4 Di forma cristallina, possono presentarsi in fibrille isolate oppure in fasci di fibre. Si tratta in tutti i casi di silicati di magnesio idrati disposti in catena, salvo la crocidolite che è un silicato di sodio e di ferro. Gli anfiboli si presentano in fibre dritte di diametro variabile ma molto spesso finissime (circa 0,1 µm). La crocidolite e l'amosite contengono grosse quantità di ferro. I termini asbestiforme e fibroso sono utilizzati per composti aventi caratteri morfologici simili agli asbesti. Nella tabella che segue vengono riportate le formule chimiche ed alcune caratteristiche di base dei singoli minerali. Gruppo Minerale Definizione Formula Colore Flessibilità e filabilità Serpentino Crisolito Crisolito Mg 3 Si 2 O 5 (OH) 4 Verdastro Bianco Grigio Molta buona Anfibolo Riebeckite Crocidolite Na 2 (Mg, Fe) 7 Si 8 O 22 (OH) 2 Blu Buona Anfibolo Grunerite Amosite (Mg,Fe) 7 Si 8 O 22 (OH) 2 Anfibolo Antofillite Antofillite (Mg,Fe) 7 Si 8 O 22 (OH) 2 Anfibolo Tremolite Tremolite Ca 2 (Mg) 5 Si 8 O 22 (OH) 2 Bruno-Giallo grigiastro Giallastro, Verdastro, Bianco Grigio-verdastro, Giallastro Discreta Scarsa Scarsa Anfibolo Actinolite Tremolite Actinolite Ca 2 (Mg,Fe) 5 Si 8 O 22 (OH) 2 Verdastro Scarsa Tabella 1 - Tipi di asbsesto e sue caratteristiche di base Come si vede molti dei minerali dell amianto costituiscono una serie : sono cioè strutturalmente identici ma possono contenere proporzioni variabili di due o più cationi nella stessa posizione strutturale. La serie minerale può quindi essere 4

5 considerata come una serie di soluzioni solide nella quale i cationi costituenti variabili sono il magnesio (Mg) ed il ferro (Fe). 1.4 L amianto ieri e oggi. La storia dell utilizzazione degli amianti a fini commerciali ha ormai più di un secolo, ed ha visto prima un periodo di espansione, fino a superare i 5 milioni di tonnellate/anno prodotte, dei 4 tipi che progressivamente si sono affacciati sui mercati mondiali, nell ordine crisolito, crocidolite, antofillite, amosite. Da circa 20 anni assistiamo alla contrazione di questa produzione, che è già, probabilmente, ora al di sotto dei 3 milioni di tonnellate. Amosite ed antofillite non sono più ricavati; così pure la crocidolite australiana ed il crisolito italiano. Alcune lavorazioni, per esempio la coibentazione a spruzzo, od utilizzazioni, le filtrazioni nell industria alimentare, hanno ricevuto il bando pressoché ovunque. Questo trae l origine dalla storia degli effetti dell inalazione e ritenzione di questa fibra sul luogo di lavoro, che si è dipanata a partire dagli Anni Venti (asbestosi) per continuare dagli Anni Trenta ai Cinquanta (cancro polmonare), anche con la dimostrazione che segni biologici di una polluzione (minore) generalizzata si avevano anche nella popolazione generale (Anni Sessanta: corpuscoli dell asbesto nel polmone; placche pleuriche calcifiche). Se in ambito professionale nel nostro Paese ci dobbiamo attendere effetti ormai soltanto riconducibili ad esposizioni storiche, la storia degli effetti alla popolazione generale per la (bassa) contaminazione generale è tutta da scrivere. Sono pertanto da discutere e formalizzare le tecniche analitiche valide per la misura dei livelli di questa contaminazione generale, che debbono di necessità prevedere l utilizzazione della microscopia elettronica, la sola in condizione di fornire, attendibilmente, anche l identificazione delle fibre minerali repertate. 5

6 1.5 Dove è stato utilizzato Le caratteristiche dell'amianto hanno fatto sì che nel passato sia stato largamente utilizzato nell'industria, nell'edilizia ed in molti prodotti di uso domestico. Esistono pochi materiali diffusi come l'amianto e altrettanto pericolosi per la salute dell'uomo. Mentre la conferma della cancerogenicità dell'amianto risale agli anni '50 e '60, il divieto totale di produzione di tale materiale interviene nel Si riporta sistematicamente l'utilizzo nei vari settori: Nell'industria: - come materia prima per produrre innumerevoli manufatti ed oggetti; - come isolante termico nei cicli industriali con alte temperature (es. centrali termiche e termoelettriche, industria chimica, siderurgica, vetraria, ceramica e laterizi, alimentare, distillerie, zuccherifici, fonderie); - come isolante termico nei cicli industriali con basse temperature (es.impianti frigoriferi, impianti di condizionamento); - come isolante termico e barriera antifiamma nelle condotte per impianti elettrici; - come materiale fonoassorbente Nell'edilizia: - come materiale spruzzato per il rivestimento (ad es. di strutture metalliche, travature) per aumentare la resistenza al fuoco; - nelle coperture sotto forma di lastre piane o ondulate, tubazioni e serbatoi, canne fumarie, ecc.. in cui l'amianto è stato inglobato nel cemento per formare il cemento-amianto (eternit); - come elementi prefabbricati sia sottoforma di cemento-amianto che amianto friabile; 6

7 - nella preparazione e posa in opera di intonaci con impasti spruzzati e/o applicati a cazzuola; - nei pannelli per controsoffittature; - nei pavimenti costituiti da vinil-amianto in cui tale materiale è mescolato a polimeri; - come sottofondo di pavimenti in linoleum. In ambito domestico: - in alcuni elettrodomestici (ad es. asciuga-capelli, forni e stufe, ferri da stiro); - nelle prese e guanti da forno e nei teli da stiro; - nei cartoni posti in genere a protezione degli impianti di riscaldamento come stufe, caldaie, termosifoni, tubi di evacuazione fumi. Nei mezzi di trasporto: - nei freni; - nelle frizioni; - negli schermi parafiamma; - nelle guarnizioni; - nelle vernici e mastici "antirombo"; nella coibentazione di treni, navi e autobus. Per ulteriori usi vedere in appendice, la sezione Usi dell amianto: approfondimenti 7

8 2. Patologie legate all amianto La respirazione di fibre di asbesto (ed anche l'ingestione, anche se la questione è ancora controversa), può determinare malattie diverse, tutte comunque caratterizzate da un lungo intervallo di tempo fra l'inizio dell'esposizione e la comparsa della malattia. Questo intervallo, chiamato "tempo di latenza", è in genere di decenni. Il rischi per la salute è direttamente legato alla quantità ed al tipo di fibre inalate, alla loro stabilità chimica, ed ad una predisposizione personale a sviluppare la malattia. Le malattie principali che possono essere provocate dall'asbesto sono: asbestosi; mesotelioma; carcinomi polmonari; tumori del tratto gastro-intestinale, della laringe e di altre sedi Asbestosi È una malattia respiratoria cronica legata alle proprietà delle fibre di asbesto di provocare una cicatrizzazione (fibrosi) del tessuto polmonare; ne conseguono irrigidimento e perdita della capacità funzionale. Le fibre di asbesto penetrano con l'aria attraverso la bocca ed il naso, procedendo poi lungo la faringe, la laringe, la trachea e i bronchi fino ad arrivare agli alveoli polmonari. Qui l'aria giunge a stretto contatto con il sangue e, attraverso una sottilissima membrana, cede ossigeno e assorbe anidride carbonica. La superficie totale di scambio è molto estesa e può essere alterata dall'inalazione di polveri non inerti, fra cui la silice e l'asbesto. Le vie respiratorie possono ostacolare la penetrazione di particelle che abbiano un diametro maggiore di cinque millesimi di millimetro, in quanto sono dotate di ciglia sottilissime e capaci di una continua produzione di muco: le particelle vengono così bloccate e poi, con movimenti regolari o con colpi di tosse, espulse. 8

9 Molti studi hanno dimostrato che la pericolosità delle fibre di asbesto è legata al diametro molto piccolo e a una lunghezza superiore a cinque millesimi di millimetro. È stato dimostrato che una parte dell'asbesto che viene respirato non riesce ad essere espulsa e resta negli alveoli dove provoca una irritazione (alveolite): sembra che questo sia il primo passo per l'instaurarsi di lesioni cicatriziali e quindi di una vera e propria asbestosi. La quantità di asbesto che resta intrappolata nei polmoni è legata alla quantità totale di asbesto inalato, e dunque all'intensità e alla durata dell'esposizione: l'asbestosi è pertanto una malattia in cui esiste una stretta relazione fra "dose" di asbesto inalata e "risposta" dell'organismo, quindi tipica di una esposizione professionale. I sintomi dell'asbestosi sono simili a quelli delle altre malattie respiratorie croniche: l'affanno, prima da sforzo e poi anche a riposo, la tosse, che spesso è di tipo secco, la debolezza dovuta alla riduzione della quantità di ossigeno che dagli alveoli passa al sangue. La malattia insorge dopo un periodo di latenza di molti anni e inizia in modo graduale. Il decorso della malattia è molto variabile e, in tempi più o meno lunghi, porta ad un aggravamento dei disturbi respiratori, accompagnato da un ingrandimento e da una maggiore diffusione delle opacità radiologiche, e da un progressivo aumento del deficit funzionale. Mesotelioma È un tumore maligno che può colpire le membrane sierose di rivestimento dei polmoni (pleura) e degli organi addominali (peritoneo). I mesoteliomi sono quasi inesistenti nella popolazione non esposta ad asbesto, ma rappresentano il 15% dei tumori che colpiscono persone affette da asbestosi: l'individuazione di mesoteliomi deve pertanto sempre far sospettare un'esposizione ad asbesto. 9

10 Sono stati descritti casi di mesotelioma in persone residenti intorno a miniere di asbesto o nelle città sede di insediamenti industriali con lavorazioni dell'amianto, in familiari venuti in contatto con le polveri accumulatesi sulle tute di lavoratori direttamente esposti. L'esistenza di mesoteliomi nei residenti e nei familiari mostra che possono essere pericolose anche esposizioni a basse concentrazioni di asbesto. In genere il tempo di latenza (ovvero il tempo che intercorre tra l'esposizione ad amianto e la comparsa della malattia) è dell'ordine di decenni e può anche superare i 40 anni dall'inizio dell'esposizione. I sintomi del mesotelioma sono legati ad una compressione dei visceri che sono a contatto con la massa tumorale; per lo più il primo segno nelle forme toraciche è costituito da un versamento pleurico, spesso emorragico, con rapide recidive, con affanno, tosse stizzosa e comparsa insistente di alcune linee di febbre. Carcinoma polmonare Il carcinoma polmonare è in generale il tumore maligno più frequente. Come per l'asbestosi anche per i carcinomi polmonari è stata riscontrata una stretta relazione con la quantità totale di asbesto inalata e con l'abitudine al fumo di tabacco. Il rischio di contrarre questo tumore nei non fumatori non esposti ad asbesto è risultato di 11 su persone l'anno; nei non fumatori esposti ad asbesto è risultato circa 5 volte superiore; nei fumatori che non sono esposti ad asbesto è circa 10 volte superiore, ed è addirittura oltre 50 volte superiore nei fumatori che sono anche esposti ad asbesto. L'eliminazione almeno del fumo è quindi in grado di contribuire a ridurre la probabilità di contrarre tumori polmonari anche in lavoratori che sono stati esposti ad asbesto. Tumori del tratto gastro-intestinale, della laringe e di altre sedi 10

11 Numerosi studi hanno mostrato che la mortalità per tumori in genere è più alta nei lavoratori esposti a polveri libere di asbesto che nella popolazione generale, e in particolare sembrano più frequenti i tumori del tratto gastro-intestinale e della laringe. 11

12 3. Legislazione. La pericolosità dell amianto è conosciuta da tempo. La legislazione italiana in vigore stabilisce, dal 1994, dettagliate direttive per la rilevazione ed il conteggio delle fibre d amianto in campioni massivi e campioni d aria. Nessuna indicazione è stata data invece per quel che riguarda le metodologie da adottare per rilevare, identificare e quantificare la presenza di amianto in tessuti organici. A livello europeo la legislazione comunitaria in vigore stabilisce che tutti gli Stati membri devono entro l 1/1/2005 adeguarsi alla Direttiva 99/77 CE, che impone il divieto assoluto dell utilizzo dell amianto in tutte le fasi produttive. 3.1 La Legge italiana sull amianto. La legislazione italiana non ha trascurato la problematica amianto, anche se il problema è stato affrontato con notevole ritardo rispetto alle normative europee. Si può affermare, però, con certezza che a nessuno altro inquinante è stata dedicata tanta normativa a riguardo come per l amianto. Di seguito sono riportate, brevemente e schematicamente, in ordine cronologico, le leggi italiane riguardanti l amianto; ci soffermeremo a spiegare e commentare solo quelle che hanno una relativa importanza. 1. Con Legge 12/4/1943 n 455, poi modificata dal D.P.R. 20/3/56 n 648, l assicurazione obbligatoria contro le malattie professionali, istituita con Regio decreto 17/8/35 n 1765, veniva estesa alla silicosi ed all asbestosi. 2. Il DPR 30/6/65 n 1124, costituisce il "testo unico" delle disposizioni per l assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. Il capo VIII reca disposizioni speciali per la silicosi e l asbestosi. 12

13 3. Il D.M. 18/4/73 (G.U. n 203 del 7/8/73), fissa l elenco delle malattie per le quali è obbligatoria la denuncia contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. Al punto 1b del paragrafo "Malattie Professionali", provocate dalla inalazione di sostanze ed agenti non compresi in altre voci, si riporta asbestosi, associata o meno alla tubercolosi o un cancro polmonare. 4. Il D.P.R. 9/6/75 n. 482, modifica ed integra le tabelle delle malattie professionali, nell industria e nell agricoltura, di cui agli allegati n. 4 e 5 del Decreto del Presidente della Repubblica 30/6/ La Legge 27/12/75 n. 780, contiene specifiche norme riguardanti la silicosi e l asbestosi. 6. Il D.P.R. 10/2/82 n. 915, attuazione delle direttive (CEE) n. 75/442 relativa ai rifiuti, n. 76/403 relativa allo smaltimento dei policlorodifenili e dei policlorotrifenili e n. 78/319 relativa ai rifiuti tossici e nocivi, al punto 21 della tabella allegata riporta "Amianto (polveri e fibre)". In questa tabella sono elencate le sostanze che trasformano un rifiuto speciale in rifiuto tossico e nocivo, sulla base di apposita "concentrazione limite". La "sostanza amianto" con questo decreto viene immessa tra quelle sostanze che sono da considerarsi pericolose, anche ai fini ambientali. Viene regolamentato sia il trasporto sia la collocazione in discarica dei rifiuti contenenti amianto. 7. La Deliberazione del Comitato interministeriale di cui all art. 5 del D.P.R. 10/9/82 n 915 (s.o. G.U. n 253 del 13/9/84) "Disposizioni per la prima applicazione dell art. 4 del Decreto del Presidente della Repubblica 10/9/82 n 915, concernente lo smaltimento dei rifiuti", stabilisce una concentrazione limite (CL) di 100 mg/kg per Amianto (polveri e fibre libere). Oltre tale valore, i rifiuti contenenti amianto sono classificati rifiuti tossici e nocivi. Sono da collocarsi in discarica tipo 2B per concentrazioni (in polveri e fibre libere) inferiore mg/kg; diversamente tali rifiuti debbono essere inviati ad una discarica tipo 2C, 13

14 cioè in un sito "ad alta protezione", in cui si devono riporre a dimora definitiva i rifiuti "più tossici". 8. Il Ministero della Sanità, con Ordinanza 26/6/86 (G.U. n 157 del 9/7/86), aveva posto restrizioni all immissione sul mercato ed all uso della crocidolite (amianto blu) e dei prodotti che la contengono. 9. Nel 1986, il Ministero della Sanità emana la Circolare 10/7/1986 n. 45 (G.U. n 169 del 23/7/86) titolata "Piano d interventi e misure tecniche per la individuazione ed eliminazione del rischio connesso all impiego dei materiali contenenti amianto in edifici scolastici e ospedalieri pubblici e privati". La circolare si propone lo scopo di abbattere patologie neoplastiche correlabili ad esposizioni, anche di lieve entità, all amianto; tra queste il mesotelioma pleurico. La circolare 45/86, inoltre, segnala che "l OMS ha recentemente riconosciuto l impossibilità di individuare per l amianto una concentrazione nell aria che rappresenti un rischio nullo per la popolazione, data le proprietà cancerogene di questo inquinante 10. Il Decreto del Ministero dell Industria Commercio ed Artigianato (G.U. n 278 del 29/11/86) è un integrazione alle norme del D.P.R. 9/4/59 n 128, in materia di controllo dell aria ambiente nelle attività estrattive dell amianto. Per primo, in Italia, questo decreto, quantunque il suo campo di applicazione fosse limitato alle attività estrattive (è stato successivamente abolito dall art. 59 del Decreto Legislativo 277/921), ha stabilito i valori massimi di concentrazione a cui i lavoratori possono essere esposti. 11. Il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale con Decreto 21/1/1987 (G. U. n 35 del 12/2/87), stabilisce le norme tecniche per l esecuzione delle visite mediche periodiche ai lavoratori esposti al rischio di asbestosi. 12. Il D.P.R. 24/05/88 n 215, "Attuazione delle direttive CEE, numeri 83/478 e 85/610 recanti rispettivamente la quinta e la settima modifica (amianto) della 14

15 direttiva CEE n. 76/769 per il ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative degli Stati Membri relative alle restrizioni in materia di immissione sul mercato e di uso di talune sostanze e preparati pericolosi, ai sensi dell art. 15 della legge 16/4/1987, n 183". Con questa norma è stata, anche, recepita la direttiva CEE, per cui era stata emanata l Ordinanza del 26/6/ Il D.M. 26/4/89 del Ministero dell Ambiente, istituisce il catasto nazionale dei rifiuti. Prevede per quelli a base amianto due codici: - H007 (amianto in fibre libere); - H008 (materiali contenti amianto, cemento amianto, gomma-amianto ecc.). 14. Il Decreto 12/7/1990, del Ministero dell Ambiente, stabilisce le linee guida per il contenimento delle emissioni inquinanti degli impianti industriali, e la fissazione dei valori minimi di emissione. Il paragrafo 1.1, sostanze ritenute cancerogene e/o teratogene e/o mutagene, dell allegato 1.1 individua tre classi di sostanze. Nella 1 classe vengono poste le sostanze considerate più pericolose; tra queste è compreso l amianto (crisotilo, crocidolite, amosite, antofillite, actinolite e tremolite). 15. Il Decreto Legislativo 15/8/1991 n 277, "Attuazione delle direttive n. 80/1107/CEE, n 82/605/CEE, n. 83/477/CEE, n. 86/188/CEE e n.88/642/cee, in materia di protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da esposizione ad agenti chimici, fisici e biologici durante il lavoro, a norma dell art. 7 della legge 30/7/1990, n. 212". Il capo III è significativamente titolato "Protezione dei lavoratori contro i rischi connessi all esposizione ad amianto durante il lavoro". 16. Dopo appena sette mesi dall emanazione del D.Lgs 277/91 veniva emanata la Legge 27/3/1992 n. 257, che contiene norme relative alla cessazione dell impiego dell amianto. L art. 1 vieta in modo tassativo, "l estrazione, l importazione, l esportazione, la commercializzazione e la produzione di 15

16 amianto o di prodotti contenenti amianto". Preso atto che la legge 257/92 ha arrestato ogni nuova immissione di amianto sul mercato, il definitivo abbattimento del rischio è demandato all insieme delle attività di bonifica. 17. Parlando di bonifiche di amianto, non si può prescindere dall art. 34 del D. Lgs 277/91, significativamente titolato "Lavori di demolizione o di rimozione dell amianto". Potente strumento di prevenzione, con l emanazione della legge 257/92, è divenuto l articolo più importante di tutto il capo III della norma sopracitata. Si ricorda che, ai sensi del 1 e 2 comma, il datore di lavoro è obbligato a predisporre un "piano di lavoro" ai fini della sicurezza e salute dei lavoratori addetti e della protezione dell ambiente esterno, prima delle attività di demolizione o di rimozione dell amianto (o dei materiali che lo contengono) da edifici, strutture, apparecchi ed impianti, mezzi di trasporto. Nel presente contesto, oltre all art. 34, che testimonia quanto il legislatore tenga in debita considerazione la pericolosità dell amianto, si ritiene utile ricordare l ultima frase del comma 2 lettera b dell art. 28 "L attività di lavaggio è comunque compresa fra quelle indicate all art. 22". 18. Nel 1994 il Ministero della Sanità, emanava sul s.o. alla G.U. n 288 del 10/12/94, il Decreto 6/9/94 "Normative e metodologie tecniche di applicazione dell art. 6, comma 3, e dell art. 12 comma 2 della legge 27/3/1992, n. 257, relativa alla cessazione dell impiego dell amianto". Il decreto stabilisce, tra l altro, le modalità tecniche da adottarsi, per le attività di bonifica. 19. Il Decreto Ministeriale 26/10/95, "Normative e metodologie tecniche per la valutazione del rischio, il controllo, la manutenzione e la bonifica dei materiali contenenti amianto presenti nei mezzi rotabili". 20. Il Decreto Ministeriale 14/5/96 (s.o. G.U. n 251 del 25/10/96), "Normative e metodologie per gli interventi di bonifica, ivi compresi quelli per rendere innocuo l amianto, previsto dall art. 5, comma 1, lettera f), della legge 27/3/92, n 257, 16

17 recante: Norme relative alla cessazione dell impiego dell amianto". Quest ultimo decreto è costituito da cinque allegati e precisamente: - allegato 1: Normative e metodologie tecniche per la valutazione del rischio, il controllo e la bonifica di siti industriali dismessi; - allegato 2: Criteri per la manutenzione e l uso di unità prefabbricate contenenti amianto; - allegato 3: Criteri per l uso e la manutenzione di tubazioni e cassoni in cementoamianto destinati al trasporto e/o al deposito di acqua potabile e non; - allegato 4: Criteri relativi alla classificazione ed all utilizzo delle "pietre verdi" in funzione del loro contenuto di amianto; - allegato 5: Requisiti dei laboratori pubblici e privati che intendono effettuare attività analitiche sull amianto. 21. Il Decreto Legislativo 17/3/95, n 114, "Attuazione della direttiva 87/217/CEE in materia di prevenzione e riduzione dell inquinamento dell ambiente causato dall amianto". Il decreto fissa le concentrazioni di amianto alle emissioni e nelle acque di scarico. 22. Decreto Legislativo 5/2/1997 n. 22, modificato successivamente dal Decreto Legislativo 8/11/97 n. 389 "Attuazione delle direttive 91/156/CEE sui rifiuti, 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi e 94/62/CEE sugli imballaggi e sui rifiuti pericolosi". L allegato "A" (previsto dall art. 6, comma 1, lettera a) al punto 2 Catalogo Europeo dei Rifiuti, individua i materiali contenenti amianto con i seguenti codici: apparecchiature fuori uso contenenti amianto in fibre rifiuti derivanti dai processi di lavorazione dell amianto materiali da costruzione a base amianto materiali isolanti contenenti amianto 17

18 23. L allegato "D" previsto dall art. 7 comma 4), fornisce l elenco dei rifiuti pericolosi ai sensi dell art. 1, paragrafo 4 della direttiva 91/689/CEE. La designazione "Rifiuti di costruzione e demolizione (compresa la costruzione di strade) è individuato dal codice CER 17. Il sottocodice 1706 ha designazione "Materiale isolanti"; il codice "materiali isolanti contenenti amianto. Nel codice CER 17 non è inserito nessun altro tipo di rifiuto. Occorre evidenziare che mentre la norma abolisce il D.P.R. n 915/82, lascia in vita alcune norme tecniche da esso derivante. Nei fatti è ancora operante la deliberazione del Evoluzione delle disposizioni legislative italiane in tema di campionamento e analisi di fibre di amianto nell aerodisperso. Viene qui illustrata l evoluzione legislativa italiana in materia di amianto aerodisperso. Sono raccolte tutte le disposizioni di legge che, a partire dal 1986, fissano valori limite per fibre di amianto aerodisperso, con indicati i rispettivi metodi di campionamento e di analisi atti alla loro valutazione. I Valori Limite relativi alla concentrazione di fibre di asbesto in ambiente di lavoro sono stati introdotti dalla legislazione italiana, come precedentemente affermato, a partire dal Prima di tale data la legislazione del nostro Paese non indicava le concentrazioni massime ammissibili di fibre di asbesto in ambiente di lavoro, ma faceva riferimento, anche per quanto riguarda l amianto, all art. 21 del DPR nr 303 del 1956 e alla legge del 4 marzo 1958 nr 198 Norme in materia di pulizia delle miniere e delle cave. In quest ultima legge venivano definiti per le polveri, comprese le fibre, limiti ponderali (2 mg m -3 ) e limiti particellari (<650 particelle comprese tra 0,5 e 5 µm). È interessante notare che con l introduzione di tali valori limite, espressi come fibre/volume, la legislazione italiana introduce anche metodologie di campionamento 18

19 ed analisi che dal 1986 sono quelle di riferimento per tutti i ricercatori che in campo nazionale si occupano di tale materia. Le Tabelle 6 e 7 riportano gli estremi di legge ed i rispettivi limiti. Le Tabelle 8 e 9 riportano le metodologie di campionamento con allegata la metodologia analitica utilizzata. Tabella 2 - Decreti legislativi e valori limite 19

20 Tabella 3 - Decreti legislativi e valori limite. Tabella 4 - Metodologie di campionamento ed analisi 20

21 Tabella 5 - Metodologie di campionamento ed analisi 21

22 L esame delle varie disposizioni di legge riportate nelle tabelle precedentemente elencate, permette di evidenziare che i metodi di campionamento per le fibre di asbesto rimangono simili nei vari decreti legislativi, soprattutto quando il filtro campionato viene letto con la tecnica analitica della microscopia ottica a contrasto di fase. A partire dal D.M. del 06/09/94, con l introduzione tra le tecniche analitiche della microscopia elettronica a scansione, la metodologia di campionamento utilizza filtri in policarbonato anziché in esteri misti di cellulosa, in quanto si ottiene una migliore risposta alla successiva lettura in microscopia elettronica. L uso di questa nuova tecnica analitica consente di portare il valore limite di fibre di asbesto aereodisperso a 2 fibre L -1, contro le 20 fibre L -1 della microscopia ottica a contrasto di fase, perché garantisce una quasi certa identificazione delle fibre di asbesto. Nel caso del DLvo nr 114 del 17/03/95 il metodo di campionamento differisce notevolmente in quanto utilizza come tecnica analitica la gravimetria. 22

23 4. L amianto e il domani. A seguito della cessazione sul territorio nazionale dell utilizzo dell asbesto non cesserà il verificarsi di effetti patologici legati sia alla pregressa esposizione professionale (causa sicuramente dominante) sia alla presenza di asbesto in situ (causa verosimilmente di secondaria importanza). Per motivi dovuti alla lunghezza dell intervallo richiesto tra l inizio dell esposizione ed il manifestarsi della patologia, l effetto di gran lunga più rilevante e temibile è rappresentato dal mesotelioma, la cui incidenza è destinata a rimanere stabile per molti anni o, secondo alcune proiezioni, ad aumentare. In questo ambito l affinamento delle tecniche diagnostiche riveste un ruolo fortemente positivo nell identificazione dei casi veri di mesotelioma, in cui ricercare un eventuale pregressa esposizione professionale ad asbesto ed assume pertanto un importante valenza medico-legale. È dubbio invece l apporto all incidenza globale di questa neoplasia di esposizioni meramente ambientali, a basse o bassissime concentrazioni. E importante e promettente la possibilità di disporre di Concentrazioni Ambientali di Riferimento, che rappresentino livelli di base o di fondo inevitabili data l ubiquitarietà dell asbesto, anche in assenza di specifiche fonti di emissione. Tali valori rappresenterebbero utili concentrazioni di confronto per identificare situazioni anomale, purché determinati con metodiche unificate, semplici e corrette e basati su moli di dati adeguate per una corretta valutazione statistica. Nel prendere in esame le ipotesi riguardanti gli effetti dell asbesto domani occorre definire a quali effetti tra i molteplici esplicati dall asbesto ci si riferisce, a quale domani ci si riferisce, se ad un futuro prossimo o remoto, ed infine quale tipo di esposizione si prende in considerazione. Per questo occorre considerare separatamente due aspetti: 23

24 a) gli effetti della pregressa esposizione occupazionale nel periodo in cui l uso del minerale era consentito b) gli effetti di ciò che rimane dell asbesto utilizzato, il cosiddetto asbesto in situ, e delle sue ripercussioni nell ambiente generale. Per quanto riguarda il primo punto assumono particolare rilievo sia l entità della dose di fibre ritenute sia la latenza più o meno lunga necessaria affinché la patologia sia apprezzabile sul piano clinico o causi il decesso. Il futuro declino della stessa riguarderà in primo luogo l asbestosi ed il tumore polmonare, variamente ma chiaramente dose-dipendenti, e a latenza relativamente breve. Il secondo punto è caratterizzato dal rilievo che possono assumere le basse o bassissime concentrazioni tipiche, con alcune eccezioni ove esista una causa specifica di inquinamento, dell ambiente di vita e che comunque sono in grado di interessare essenzialmente la patologia pleurica. In ambedue i casi tuttavia il problema rilevante e drammatico riguarda la futura comparsa di nuovi casi di mesotelioma, la cui caratteristica principale sul piano epidemiologico è l essere la sua incidenza funzione della 3 a o 4 a potenza dell intervallo dall inizio dell esposizione indipendentemente dall età di inizio dell esposizione e dal fatto che questa sia o meno cessata nel tempo. Tale andamento temporale implica sul piano individuale che, raggiunta una dose critica per quanto non identificabile, l allungamento della speranza di vita, per assenza o rimozione di cause di morte competitive, lascia spazio all aumento di probabilità di comparsa di mesotelioma ed implica di conseguenza che non ci si possa attendere che tale effetto si modifichi a breve termine in modo positivo in seguito all applicazione della Legge 257/92. 24

25 5. Il caso Biancavilla. Dalla conferenza nazionale che si è svolta a Roma nel 2000 è emerso che ben 105 comuni italiani sono a rischio amianto. E tra questi figura anche Biancavilla, caso unico in Italia, dove, al contrario di altri luoghi dove l inquinamento di amianto è essenzialmente industriale, deriva da manifestazioni vulcaniche. Un indagine epidemiologica condotta nell anno 2002 ha registrato nella popolazione del Comune di Biancavilla, un paesino in provincia di Catania situato a sud ovest del complesso vulcanico Etna, un numero di casi di mesotelioma pleurico molto superiore a quello atteso. Accertamenti svolti dal Dipartimento di Igiene del Lavoro nella fattispecie dal Laboratorio Polveri e Fibre dell Istituto Superiore per la Prevenzione e la sicurezza del Lavoro, di Roma - hanno portato ad identificare la presenza di materiale fibrosi sia nell area estrattiva di Monte Calvario, situato a nord est, alle porte del paese (figura 4), che in altre zone del territorio comunale. Figura 1 - Area estrattiva di Monte Calvario 25

26 Il caso Biancavilla rappresenta un particolare caso di inquinamento ambientale da fibre anfibole, non derivante da esposizione professionale, ma da semplice esposizione ambientale, dato che un elevata dispersione di fibre si è avuta nel periodo di maggiore attività della cava di Monte Calvario e precisamente negli anni 60-70, quando il paese ha avuto il massimo sviluppo edilizio. Da questa cava sono state estratte, infatti, tonnellate di pietrame per essere destinate all edilizia. Quella stessa edilizia ( spesso abusiva) che a cavallo tra gli anni 70 e 80 fa passare Biancavilla da 7-8 mila abitanti a circa Va sottolineato che in Sicilia le attività di cava sono state adeguatamente disciplinate solo con l entrata in vigore della L.R. 9/12/1980 n Con D.P.R.S. 26/04/1974 n.1 è stato modificato il Regolamento di Polizia Mineraria ed è stato introdotto l obbligo di approvazione delle modalità di coltivazione ai soli fini della sicurezza ai lavori. Per aprire una cava prima dell entrata in vigore delle modifiche al regolamento di polizia Mineraria occorreva presentare, al Comune di competenza, la sola denuncia di esercizio con la quale dovevano essere nominate le persone responsabili ( ossia il direttore ed il sorvegliante dei lavori). Tale denuncia veniva inviata in copia al Distretto Minerario. Resta difficile ricercare con esattezza a quale periodo risalgono i primi lavori estrattivi nella località Monte Calvario di Biancavilla, considerato che il Distretto Minerario di Catania è stato attivato solo nel Dall esame degli atti, le denuncie pervenute prima dell entrata in vigore della L.G. 127/80 sono 9. 26

27 Ufficialmente le cave della zona hanno iniziato la propria attività nel 1969, ma si ha motivo di ritenere che l inizio di queste attività sia fatto risalire almeno agli anni E stato accertato dall Istituto Superiore di Sanità, che tracce di fibre sono presenti praticamente su tutto il territorio biancavillese. Inoltre le zone abusive sono spesso prive di adeguata pavimentazione e la polvere diventa veicolo perfetto per l inalazione delle fibre. Da più parti è stato chiesto di attivarsi affinché vengano sensibilizzate le autorità competenti nazionali a non sottovalutare la pericolosissima problematica dalle gravissime ripercussioni sulla salute pubblica. I risultati sanitari sottolineano che i morti per Mesotelioma Pleurico nel decennio 90/00, nel solo comune di Biancavilla ammontano a circa 25 casi. L azione dell amministrazione, è stata abbastanza incisiva interessando tutti gli organi competenti (regione, assessorati regionali, ministero). I provvedimenti che l amministrazione comunale sta prendendo sono rivolti, come accomandato dalle autorità sanitarie, a bonificare la cava, abbattere la polverosità ambientale asfaltando tutte le strade della periferia del paese e provvedere all incapsulamento degli intonaci delle case. Queste precauzioni dovrebbero permettere di ridurre sensibilmente il rischio di sviluppare la malattia. 6.1 La fluoro-edenite Si è scoperto che nel pietrisco lavico estratto dalla cava è presente un nuovo minerale riconducibile alla famiglia degli anfiboli: la fluoro-edenite. Esso è stato ritrovato dapprima in forma prismatica, e poi in forma aciculare e fibrosa. I primi sospetti si sono concretizzati quando una di queste fibre è stata 1 Dagli atti Piano di caratterizzazione del sito di interesse Nazionale di Biancavilla Allegato n.43 27

28 ritrovata nei polmoni di una donna deceduta per mesotelioma. Per la caratterizzazione di questo nuovo minerale della famiglia degli anfiboli sono state utilizzate le moderne tecniche di analisi mineralogica (microsonda elettronica, microscopia elettronica, raffinamento strutturale su cristalli singoli e su polveri, spettroscopie IR e Raman), in un lavoro coordinato tra i ricercatori dell Istituto di Geoscienze e Georisorse di Pavia e di Roma e del Dipartimento di Scienze della Terra dell Università la Sapienza. Tutte le forme sono riconducibili alla stessa composizione, prossima a quella del termine puro NaCa 2 Mg 5 (Si 7 Al)O 22 F 2. Al di là dell interesse mineralogico quindi, la fluoro-edenite è il primo e inaspettato caso di anfibolo con attività cancerogena contenente quantità rilevanti di Na, Al e F. Mentre Na e Al sono presenti anche in una zeolite (erionite) da tempo inserita tra i minerali più cancerogeni, la presenza di F è una novità assoluta. Da un punto di vista morfologico, la fluoro-edenite, mantiene invece analogie con la tremolite e l actinolite. Questa nuova fibra è stata quindi accettata dalla CNMMN (Commissione dei Nuovi Minerali e Nomi dei Minerali) dell IMA come nuovo end-member di anfibolo. L interesse suscitato nella comunità scientifica è notevole, e prelude a un riesame delle condizioni per definire la cancerogenicità dei minerali, la quale permetterà di meglio individuare e tutelare le comunità esposte al rischio. 28

29 29

30 0.1 Appendice Usi dell amianto: approfondimenti Le eccellenti proprietà fisicochimiche dell'amianto in passato ne hanno favorito un impiego massiccio sia nell'industria che nell'edilizia che in molti prodotti anche di uso comune. La fibra grezza veniva lavorata per ottenere vari prodotti adattabili a molteplici usi. Nel tempo, però, tale materiale si è rivelato nocivo per la salute dell'uomo ed i danni che esso provoca sono ormai ben noti. L'esposizione a fibre di amianto è responsabile di patologie gravi ed irreversibili, tra le quali anche il cancro. 30

31 E' sulla base della pericolosità di questa sostanza per la salute dell'uomo e dell'ambiente che lo Stato Italiano ha promulgato la Legge n. 257 del 27 marzo 1992 che ne detta le norme per la cessazione dell'impiego e per il suo smaltimento controllato. Questa legge prevede oltre al divieto di estrazione, importazione,esportazione, commercializzazione anche quello di produzione di amianto. Stante quest'ultimo divieto, si presume che tale tipologia di attività non venga attualmente più esercitata sul territorio nazionale ma sia da ricondursi al passato. Si trattano di seguito gli impieghi che ne sono stati fatti: NELL'INDUSTRIA Dalla tessitura si ottenevano: - CORDE, NASTRI e GUAINE utilizzati per fasciare tubazioni calde ed evitare ustioni, per rivestire cavi elettrici vicini a sorgenti di calore intenso come forni, caldaie, ecc. - TESSUTI per confezionare tute protettive antifuoco da destinarsi a pompieri, operai dell'industria siderurgica e persino a piloti di auto da corsa, coperte spegnifiamma e tende per il contenimento del calore dei forni a tunnel. Venivano, inoltre, prodotti materassi con l'esterno in tessuto e l'interno in fibra grezza; fortunatamente non per dormirci sopra, ma per coibentare le grandi caldaie a vapore delle vecchie navi. Alcuni sipari da teatro sono stati tessuti con amianto. Dalla pressatura si ottenevano: - CARTA e CARTONI utilizzati come barriere antifiamma, come guarnizioni per forni o caldaie, come rivestimento di piani d'appoggio per pezzi caldi di metallo 31

32 o di vetro e come piani di appoggio sui banchi di saldatura. I cartoni venivano impiegati all'interno di porte tagliafuoco e all'interno delle pareti e delle porte delle casseforti. - COPPELLE o PANNELLI di fibre grezze compresse erano impiegati per la coibentazione di tubazioni che trasportano vapore ad alta temperatura. - FILTRI costruiti con carta di amianto, o semplicemente con polvere compressa, hanno avuto un largo uso nell'industria chimica ed alimentare; per molti anni sono stati utilizzati per filtrare vino e bibite. Nelle bevande così trattate si potevano ritrovare numerose fibre di amianto. Dall'impasto con altri materiali si ottenevano: - AMIANTO A SPRUZZO. Questo tipo di materiale è stato utilizzato: come isolante termico nei cicli industriali con alte temperature (es. centrali termiche e termoelettriche, industria chimica, siderurgica, vetraria, ceramica e laterizi, alimentare, distillerie, zuccherifici, fonderie); come isolante termico nei cicli industriali con basse temperature (es. impianti frigoriferi, impianti di condizionamento); come isolante termico e barriera antifiamma nelle condotte per impianti elettrici. E' stato impiegato, inoltre, nel settore dei trasporti per la coibentazione di carrozze ferroviarie, di navi, di autobus, ecc... - MATERIALI DA ATTRITO. Dall'amianto impastato con resine sintetiche si ottenevano i ferodi, usati per fabbricare freni e frizioni degli autoveicoli. Durante le frenate e il cambio di marcia i ferodi si consumano, riducendosi in particelle che si disperdono nell'aria. Gran parte dell'amianto che vi era contenuto, per effetto dell'alta temperatura causata dall'attrito, si trasformava in 32

33 altri minerali, ma una certa quantità rimaneva tale e quale. L'usura dei ferodi è una delle cause dell'inquinamento da amianto dell'atmosfera. - CEMENTO-AMIANTO. Vedi uso dell'amianto in edilizia. - VINIL-AMIANTO. Impasto di resine sintetiche e amianto, utilizzato per confezionare mattonelle per pavimenti. Il rilascio di fibre da questo materiale è praticamente nullo durante il normale uso. NELL'EDILIZIA L'amianto è stato largamente impiegato anche in edilizia. L'utilizzazione più diffusa è stata certamente quella dell'impasto dell'amianto con cemento, comunemente detto Eternit. Con l'eternit era possibile realizzare numerosi manufatti quali: LASTRE PIANE O ONDULATE Le lastre ondulate venivano utilizzate per coperture di edifici industriali e civili e anche prefabbricati. Le lastre piane, in particolare, erano impiegate come pareti divisorie non portanti. Durante la fabbricazione potevano essere accoppiate con elementi quali schiume poliuretaniche, polistirolo espanso o lana di vetro. L'accoppiamento di questi materiali moltiplicava le proprietà termoisolanti e fonoisolanti. TUBI Lo stesso impasto di cemento-amianto (spesso però con alti tenori in crocidolite), essendo resistente all'alta pressione e all'attacco corrosivo di agenti chimici, era adatto alla fabbricazione di tubazioni per acquedotti o fognature. 33

34 TEGOLATURE L'amianto è stato utilizzato in miscele di calcestruzzo per conferire alle tegole leggerezza e resistenza. Potevano essere colorate per dare ai tetti l'aspetto tradizionale. CANNE FUMARIE I tubi di Eternit erano molto usati grazie alla loro buona resistenza termica. SERBATOI Erano impiegati per le caratteristiche di leggerezza, impermeabilità e durata nel tempo, per contenere acqua e altri liquidi. INTONACI L'amianto in polvere, mescolato con leganti particolari, è stato usato per intonaci e stucchi. L'applicazione, oltre che poter essere effettuata come la malta tradizionale, poteva essere fatta anche a spruzzo, ad esempio per il rivestimento di strutture portanti quali solai e pilastri. Sotto questa forma gli intonaci acquistavano particolari proprietà fonoassorbenti e di resistenza al fuoco. Strutture metalliche di edifici (travi e colonne) sono state rivestite con amianto spruzzato affinché queste conservassero la loro robustezza in caso di incendi. 34

35 Indice 1.L amianto Cosa è l amianto Proprietà tecnologiche dell'amianto Mineralogia L amianto ieri e oggi Dove è stato utilizzato Patologie legate all amianto Legislazione La Legge italiana sull amianto Evoluzione delle disposizioni legislative italiane in tema di campionamento e analisi di fibre di amianto nell aerodisperso L amianto e il domani Il caso Biancavilla La fluoro-edenite Appendice Usi dell amianto: approfondimenti Indice delle figure Figura 1 - Area estrattiva di Monte Calvario Indice delle tabelle Tabella 1 - Tipi di asbsesto e sue caratteristiche di base... 4 Tabella 2 - Decreti legislativi e valori limite Tabella 3 - Decreti legislativi e valori limite Tabella 4 - Metodologie di campionamento ed analisi Tabella 5 - Metodologie di campionamento ed analisi

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