La distribuzione delle Testuggini europee è. Note sulla presenza di Testudo hermanni (Gmelin 1789) sui Monti Livornesi
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- Lino Ferrari
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1 27 / Sez. Scientifica Note sulla presenza di Testudo hermanni (Gmelin 1789) sui Monti Livornesi Franco Sammartino 1*, Sara Lefosse 2, 3 Parole chiave: testuggine, Monti Livornesi, distribuzione La distribuzione delle testuggini in Italia è stata modificata dall uomo nel corso dei secoli; infatti all autoctona Testudo hermanni hermanni si sono aggiunte T. hermanni boettgeri, T. graeca e T. marginata. La competizione e l inquinamento genetico con esemplari introdotti sono alcune delle minacce che gravano sulle popolazioni autoctone. Inoltre, l areale originario ha subito contrazioni a causa della riduzione degli habitat che, insieme alla predazione delle uova e dei giovani e al prelievo indiscriminato da parte dell uomo, rappresentano le principali cause della rarefazione di questa specie. In Toscana T. h. hermanni risulta in calo su tutto il territorio e abbastanza comune solo nelle aree costiere protette. A causa di possibili fenomeni di ibridazione è difficile stabilire quali popolazioni siano davvero autoctone. Sui Monti Livornesi T. h. hermanni risulta presente in una delle 4 particelle U.T.M. in cui è suddivisa l area. Nel corso di alcune indagini, condotte tra il 2004 e il 2009, sono stati ritrovati 13 esemplari, alcuni anche in una particella U.T.M. dove la specie non era segnalata. Inoltre è stata rinvenuta una femmina di T. marginata, anch essa non ancora riportata per questa zona. Per adottare misure di conservazione adeguate sarà necessario comprendere l origine (attraverso studi molecolari) e lo stato di questa popolazione. Introduzione La distribuzione delle Testuggini europee è stata fortemente modificata dall uomo nel corso dei secoli, attraverso traslocazioni e introduzioni di popolazioni alloctone. Ad esempio in Italia si possono trovare esemplari isolati o popolazioni naturalizzate di Testudo marginata Schoepff 1792, di origine balcanica, e Testudo greca Linnaeus 1758, presente in Nord Africa, sud della Spagna, parte della penisola Balcanica, Romania meridionale, parte della Bulgaria e Asia sud-occidentale; si tratta di esemplari sicuramente introdotti o in alcuni casi di origine incerta [1]. In Sardegna Testudo marginata è stata probabilmente introdotta prima del XVIII secolo [2], differenziandosi in seguito, fino a costituire una sottospecie a sé stante (Testudo marginata sarda Mayer, 1992). L unica specie endemica italiana è Testudo hermanni Gmelin 1789, presente in gran parte dell Europa mediterranea; le popolazioni italiane autoctone deriverebbero dalla radiazione di esemplari da rifugi Pleistocenici situati in sud Italia, dopo l ultima glaciazione Wurmiana [3]. Gli adulti delle tre specie si possono distinguere in base ad alcune caratteristiche morfologiche: ad esempio T. hermanni ha il carapace molto arcuato, generalmente con due placche gli autori 1 Museo di Storia Naturale del Mediterraneo, via Roma 234 Livorno 2 Museo Civico di Storia Naturale di Ferrara, via F. De Pisis 24 Ferrara; sara_lf@yahoo.it; 3 GAUM gruppo aree umide minori, Museo di Storia Naturale di Rosignano Solvay, via Monte alla rena Rosignano Solvay. * fsammartino@alice.it 215
2 sopracaudali (sono infatti stati ritrovati anche esemplari con una sola placca [4]) e possiede un astuccio corneo all apice della coda; T. marginata e T. graeca, al contrario, non hanno l astuccio corneo e hanno una sola placca sopracaudale. Inoltre T. marginata ha la parte posteriore del carapace tipicamente allargata a campana, con colorazione nel complesso generalmente più scura rispetto alle altre due specie e caratterizzata dalla presenza di macchie subtriangolari. Gli ambienti che occupano le tre specie sono grossomodo gli stessi: macchia mediterranea o boscaglia, zone arbustive con piccoli cespugli e rovi, boschi aperti, zone dunali, ma anche campi coltivati o incolti. Testudo hermanni comprende due sottospecie: T. hermanni hermanni che occupa l Europa occidentale, e T. hermanni boettgeri, nella zona orientale, dai Balcani alla Turchia europea. Esse si differenziano principalmente per la forma del carapace, trapezoidale in boettgeri e ovoidale in hermanni; quest ultima, inoltre, presenta marcate bande nere longitudinali sul piastrone. Sulla base di studi molecolari e morfologici alcuni autori [5, 6] hanno proposto che le sottospecie siano elevate a specie e che le popolazioni della costa balcanica e della Grecia nord-occidentale siano considerate come una nuova specie, T. hercegovinensis, ma non tutti sono concordi con questa nuova suddivisione [7]. In Italia, oltre all introduzione delle due specie alloctone, è stata introdotta T. hermanni in zone in cui non era presente (ad esempio, per quanto riguarda la Toscana, nelle isole dell arcipelago e in alcune zone dell interno, e probabilmente nella costa settentrionale e sull Isola d Elba [2]), e in alcuni casi è stata introdotta la sottospecie orientale, T. h. boettgeri. La presenza della sottospecie orientale e delle specie alloctone è riconosciuta come una delle cause di declino delle popolazioni endemiche per via della competizione per le risorse e di possibili fenomeni di inquinamento genetico [1, 2]. Per questo motivo, per preservare le popolazioni autoctone, sarebbe necessario eseguire delle analisi genetiche sulle popolazioni esistenti al fine di individuare quelle alloctone o ibride [8]. Le testuggini sono attive dall inizio della primavera, quando la temperatura diventa ottimale per il loro metabolismo e avviene la riproduzione, mentre svernano sottoterra, sotto strati di materiale vegetale o sassi. Caratteri sessuali facilmente distinguibili sono la coda ed il piastrone: il maschio ha coda robusta, lunga e più grossa alla base, e piastrone concavo, mentre la femmina ha coda più piccola e corta, e piastrone piatto. A parità di età, la femmina è sempre più grossa del maschio. La testuggine di Hermann è protetta da alcuni decenni da leggi e trattati internazionali (C.I.T.E.S., Convenzione di Berna, Direttiva Habitat, allegato A Legge Regionale Toscana 56/2000); secondo quanto riportato dalla IUCN le popolazioni sono in declino e la specie è classificata nella categoria endangered. Le principali minacce per la specie sono rappresentate dalle modificazioni ambientali causate dall agricoltura e dall edificazione, dagli incendi, dalla predazione dei giovani e delle uova, oltre che dal prelievo indiscriminato da parte dell uomo e, come già ricordato, dalle introduzioni di testuggini alloctone [1, 2]. Se fino agli anni 90 venivano descritte popolazioni consistenti nelle province di Livorno e Grosseto [9], attualmente la specie risulta in sensibile calo in tutta la Toscana e abbastanza comune solo nelle aree costiere protette [2]. Inoltre è inserita nella lista di attenzione di RE.NA.TO, in cui sono elencate le specie di interesse conservazionistico in base a rarità, endemicità e livello di minaccia [10]. Per quanto riguarda i Monti Livornesi (le colline comprese tra Livorno, Collesalvetti e Rosignano Marittimo) è difficile trovare testimonianze della loro presenza. Fino agli anni 60 le testuggini sembravano piuttosto frequenti, anche in aree retrodunali nella parte occidentale di quest area, mentre col tempo è diventato sempre più difficile avvistarle (F. Sammartino, non pubblicato). I dati noti per questa zona ne indicano la presenza soltanto per la parte settentrionale che corrisponde ad una particella U.T.M. [2, 11, 12] Lo scopo di questo lavoro è stato raccogliere i dati rilevati nel corso di indagini naturalistiche svolte per sei anni, per avere un primo quadro conoscitivo dell attuale distribuzione di questa specie in una zona in generale poco studiata, come quella dei Monti Livornesi. Materiali e Metodi Sono stati messi insieme i dati su Testudo hermanni raccolti nel corso di indagini naturalistiche condotte in località differenti dei Monti Livornesi 216
3 Note sulla presenza di Testudo hermanni (Gmelin 1789) sui Monti Livornesi Figura 1: Testudo hermanni. Esemplare subadulto fotografato nel corso delle ricerche naturalistiche condotte sui Monti Livornesi (Foto F. Sammartino). tra il 2004 e il A tutela della popolazione non forniremo informazioni dettagliate dei siti dove sono stati osservati gli esemplari, ma soltanto la loro collocazione nel reticolo U.T.M.. Le indagini hanno interessato tutte le particelle U.T.M. che compongono l area (4), negli ambienti idonei alla presenza della specie, quali garighe e radure assolate al limitare dei boschi, pinete e sugherete, e aree retrodunali rimaste. Le ricerche sono state condotte per lo più in primavera. Su ogni esemplare intercettato tra gli anni è stata applicata una piccola macchia di colore per il riconoscimento in caso di riavvistamento nel periodo delle indagini. Risultati In totale sono state effettuate 114 uscite, in cui sono stati esaminati 25 siti. Gli esemplari sono stati rinvenuti in 5 siti, di cui 2 ricadono nella particella U.T.M. 32T PP12-Livorno e 3 nella particella 32T PP11-Livorno. Quest ultima rappresenta un dato nuovo, poiché non inclusa nella distribuzione regionale di questa specie. Nessun esemplare è stato rinvenuto nelle zone retrodunali. Gli esemplari avvistati sono stati in tutto 13 (oltre a 25 riavvistamenti) di entrambi i sessi, sia adulti che subadulti e giovani (Figure 1 e 2). L esemplare di dimensioni maggiori è risultato essere una femmina di 18,2 cm, di circa cinquant anni d età. È stata comunicata la presenza di un esemplare solitario nei pressi di Rosignano Marittimo (comunicazione personale ad uno degli autori di Marcello Santinelli), ma nel corso delle nostre indagini non sono stati trovati esemplari. Possiamo inoltre segnalare il ritrovamento di parti di scheletro di un esemplare adulto nel 1992 a monte della zona costiera di Calafuria, in un area fortemente colpita due anni prima da un incendio. La conferma della presenza della specie in queste due località amplierebbe la distribuzione nota, poiché si tratta di nuove particelle U.T.M. (Figura 3). Infine riportiamo il rinvenimento di una femmina isolata di Testudo marginata di 21,2 cm, con 217
4 Figura 2: Testudo hermanni. Maschio adulto fotografato nel corso delle ricerche naturalistiche condotte sui Monti Livornesi. (Foto F. Sammartino) carapace molto usurato, il 14 maggio 2004 nella bassa Valle del Rio Popogna (particella 32T PP11-Livorno). Osservazioni Durante i periodi più caldi l interesse per le radure sembra lasciare posto a quello per la macchia più alta. È facilmente intuibile come ciò possa essere legato ad una maggiore facilità di riscaldarsi per attivare il metabolismo, viste le alte temperature che consentono di evitare una prolungata esposizione al sole (basking). Ad esempio è stato rilevato, per una popolazione del sud Italia, come il basking sia l attività principale in maggio-giugno e settembre [13]. La dieta di T. hermanni è molto varia e costituita soprattutto da vegetali, ma anche da invertebrati [2, 8]. In anni e periodi diversi sono state effettuate alcune osservazioni sull alimentazione della popolazione dei Monti Livornesi; gli esemplari sono stati osservati mentre mangiavano foglie di Potentilla reptans L., Plantago lanceolata L., Trifolium pratense L., Taraxacum officinale Weber e leguminose, Stellaria media L. e bacche di Prunus spinosa L., Arenaria serpyllifolia L., bacche di Cornus mas L e foglie di Clematis flammula L., bacche di Rosa canina L. e cappello di Xerocomus subtomentosus L. In due sole occasioni sono stati osservati due esemplari adulti cibarsi di escrementi secchi di ungulati. Conclusioni Con questa segnalazione viene ampliata la conoscenza della presenza di Testudo hermanni attraverso un dato inedito che corrisponde ad una particella U.T.M. finora non inclusa nelle cartine di distribuzione della specie. Se da un lato i ritrovamenti effettuati rappresentano un fatto positivo, evidenziano nello stesso tempo l esigenza di approfondire le ricerche per 218
5 Note sulla presenza di Testudo hermanni (Gmelin 1789) sui Monti Livornesi Figura 3: Reticolo U.T.M. dei Monti Livornesi. In evidenza la particella nota per Testudo hermanni (in giallo) e quella nuova (che corrisponde anche alla particella dove è stata avvistata Testudo marginata, in arancione) avere un quadro più completo della popolazione, visto lo stato di criticità in cui versa questa specie in tutto il suo areale di distribuzione. Gli avvistamenti effettuati solamente in 5 siti, non precludono la presenza di questo rettile anche in altre zone dei Monti Livornesi, poiché sarebbe necessario un maggior numero di uscite e per un periodo più prolungato durante la stagione di attività della specie. Anche l avvistamento di T. marginata rappresenta un nuovo dato in Toscana (il luogo più vicino ai Monti Livornesi conosciuto finora era nei dintorni di Cecina [2]) ed è indicativo di un intervento umano sulla situazione originaria. Per questo motivo e per quanto riportato in precedenza, bisognerebbe studiare aspetti quali densità, sex ratio e successo riproduttivo di questa popolazione di Testudo hermanni per capire lo stato in cui si trova, effettuare delle indagini genetiche per stabilirne la tassonomia e mettere quindi in campo misure adeguate di tutela [8]. Ringraziamenti Ringraziamo Alessandro Riga per la rilettura critica del testo e l elaborazione della figura dei Monti Livornesi. Bibliografia [1] International Union for Conservation of Nature: [2] S. Vanni, A. Nistri, Atlante degli Anfibi e dei Rettili della Toscana. Edizioni Regione Toscana. Firenze: [3] A.C. Van der Kuyl, D.L.Ph. Ballasina, J.T. Dekker, J. Maas, R.E. Willemsen, J. Goudsmit, Mol. Phylogenet. Evol. 2002, 22(2): 174. [4] K Ljubisavljević, G. Džukić, T.D. Vukov, M.L. Kalezić, Acta Herpetologica 2012, 7(2): 253. [5] J Perälä, Chelonii 2002, 3: 40. [6] J. Perälä, Manouria 2004, 7(22):
6 [7] U. Fritz, M. Auer, A. Bertolero, M. Cheylan, T. Fattizzo, A.K. Hundsdörfer, M.M. Sampayo, J.L. Petrus, P. Široký, M. Wink, Zoologica Scripta 2006, 35(5): 531. [8] S. Mazzotti, Ital. J. Zool. 2004, 71(1): 97. [9] S. Frisenda, D. Ballasina, Bull. Soc. Herp. Fr. 1990, 53: 18. [10] Regione Toscana: toscana.it/documents/10180/392141/ RENATO_Liste%20di%20attenzione/d78a3f14- a bc4e-03db22db0f74 [11] R. Sindaco, G. Doria, E. Razzetti, F. Bernini, Atlante degli Anfibi e dei Rettili d Italia / Atlas of Italian Amphibians and Reptiles. Societas Herpetologica Italica. Edizioni Polistampa. Firenze: [12] S. Ruffo, F. Stoch, Checklist and distribution of the Italian fauna. Memorie del Museo Civico di Storia Naturale di Verona, 2.Serie, Sezione Scienze della Vita 17: [13] A. Loy, C. Cianfrani, Ethol. Ecol. Evol. 2010, 22(1):1. 220
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