COMUNE DI NARDO VALUTAZIONE DI INCIDENZA SOTTO IL PROFILO FLORISTICO VEGETAZIONALE DEL PIANO URBANISTICO

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1 COMUNE DI NARDO VALUTAZIONE DI INCIDENZA SOTTO IL PROFILO FLORISTICO VEGETAZIONALE DEL PIANO URBANISTICO ESECUTIVO COSTA DEI CAFARI (NARDO ) INDIVIDUATO PER LA REALIZZAZIONE DI UN INSEDIAMENTO TURISTICO Committente: SO.CI.TUR. s.r.l. ed ALTRI Estensore: Dr. Antonio Giaccari agronomo. +

2 PREMESSA Il sito individuato per la realizzazione di un insediamento turistico è ubicato in località Cafari, nelle immediate vicinanze dell antica torre costiera di avvistamento denominata Torre Inserraglio e risulta compreso, sia pure marginalmente, all interno della perimetrazione del Sito di Interesse Comunitario (S.I.C.) IT Palude del Capitano, individuato nell ambito del programma europeo Rete Natura Secondo quanto riportato nella scheda identificativa C6 allegata alla L.R. n. 19/97 Norme per l istituzione e la gestione delle aree naturali protette nella regione Puglia la Palude del Capitano è un «rilevante fenomeno carsico rappresentato da varie risorgive a forma di dolina colme d acqua salmastra, localmente dette spunnulate ; presentano una caratteristica vegetazione idrofila a Ruppia. Nelle aree circostanti, di rilievo la presenza dello Spinaporci (Sarcopoterium spinosum) che ha qui l unica stazione di presenza regionale e la seconda conosciuta per tutta l Italia. E presente anche una rigogliosa stazione di Salicornieto, habitat prioritario». Occorre premettere che l istituzione di aree S.I.C. ha come finalità specifica quella della individuazione e conseguente tutela di habitat e specie della Direttiva 92/43/CEE, nota più comunemente come Direttiva Habitat che sono gli elementi base della istituzione dei SIC stessi. Pertanto qualsiasi intervento da realizzare nell ambito di un SIC non deve in alcun modo compromettere o alterare, direttamente o indirettamente, gli habitat e le specie indicati nella suddetta direttiva. METODOLOGIA Nel sito interessato dal progetto è stata effettuata una indagine specifica volta alla individuazione delle caratteristiche floristico-vegetazionali, facendo specifico riferimento agli allegati della Direttiva 92/43/CEE. Il sito oggetto è stato pertanto analizzato utilizzando come base di riferimento sia dati di letteratura verificati in campo che dati originali ottenuti con apposite ricognizioni in loco. In particolare lo studio ha puntato a definire le caratteristiche floristiche del sito e ad inquadrarne le fitocenosi presenti sotto il profilo fitosociologico per un successivo confronto con le liste di specie vegetali ed habitat della Direttiva 92/43/CEE. La nomenclatura floristica utilizzata è quella di Pignatti (1982) così come le forme biologiche e le formule corologiche. Per 2

3 l analisi fitosociologica è stata utilizzata la metodologia della Scuola Sigmatista di Montpellier. Successivamente i dati floristici e vegetazionali sono stati esaminati criticamente oltre che dal punto di vista del loro intrinseco valore fitogeografico, anche alla luce della loro eventuale inclusione in direttive e convenzioni internazionali, comunitarie e nazionali, al fine di una corretta valutazione di tutti gli elementi riscontrati sotto il profilo conservazionistico. In particolare, come accennato, si è fatto costante riferimento alla Direttiva 92/43/CEE (nota anche come Direttiva Habitat) e relativi allegati inerenti la flora e gli habitat. Tale Direttiva rappresenta un importante punto di riferimento riguardo agli obiettivi della conservazione della natura in Europa (RETE NATURA 2000). Infatti in essa viene esplicitamente sancito il concetto fondamentale della necessità di salvaguardare la biodiversità ambientale attraverso un approccio di tipo ecosistemico, in maniera da tutelare l habitat nella sua interezza per poter garantire contestualmente la conservazione delle singole componenti biotiche, cioè delle specie vegetali e animali presenti. Tale Direttiva indica negli allegati sia le specie vegetali che gli habitat che devono essere oggetto di specifica salvaguardia da parte della U.E. Il criterio di individuazione degli habitat è fondamentalmente di tipo fitosociologico, mentre il valore conservazionistico viene definito su base biogeografica (tutela di tipi vegetazionali rari o esclusivi del territorio comunitario). Essi vengono suddivisi in due categorie: a) habitat prioritari, che in estensione occupano meno del 5% del territorio comunitario e che risultano ad elevato rischio di alterazione sia per loro fragilità intrinseca che per la collocazione territoriale in aree soggette ad elevato rischio di alterazione antropica; b) habitat di interesse comunitario, meno rari e a minor rischio dei precedenti, ma comunque molto rappresentativi della regione biogeografica di appartenenza e la cui conservazione risulta di elevata importanza per il mantenimento della biodiversità. Data l elevata importanza rappresentata dagli habitat prioritari, essi furono oggetto di uno specifico censimento nazionale affidato dalla Comunità Europea al Servizio Conservazione della Natura del Ministero dell Ambiente e alla Società Botanica Italiana che è stato attuato nel triennio Per quanto riguarda lo studio botanico dell area è stato utilizzato il criterio di esaminare gli eventuali elementi floristici rilevanti sotto l aspetto della conservazione in base alla loro inclusione nella Direttiva 92/43, nella Lista Rossa Nazionale o Regionale (Conti et al., 1992; Conti et al., 1997), oppure ricercare specie notevoli dal punto di vista fitogeografico (specie transadriatiche, transioniche, endemiche ecc.), mentre dal punto di vista vegetazionali sono stati ricercati gli habitat facenti parte della già citata Direttiva. Pertanto gli elementi (habitat e specie) che hanno particolare significato in uno studio di incidenza 3

4 ambientale e che sono stati espressamente ricercati sono compresi nelle seguenti categorie: HABITAT PRIORITARI DELLA DIRETTIVA 92/43/CEE Sono, come accennato, quegli habitat significativi della realtà biogeografica del territorio comunitario, che risultano fortemente a rischio sia per loro intrinseca fragilità e scarsa diffusione che per il fatto di essere ubicati in aree fortemente a rischio per valorizzazione impropria (AA.VV., 1999). HABITAT DI INTERESSE COMUNITARIO DELLA DIRETTIVA 92/43/CEE Si tratta di quegli habitat che, pur fortemente rappresentativi della realtà biogeografica del territorio comunitario, e quindi meritevoli comunque di tutela, risultano a minor rischio per loro intrinseca natura e per il fatto di essere più ampiamente diffusi (AA.VV., l.c.). SPECIE VEGETALI DELL ALLEGATO B DELLA DIRETTIVA 92/43/CEE In questo allegato sono enunciate solo due specie pugliesi: Marsilea quadrifolia e Stipa austroitalica. SPECIE VEGETALI DELLA LISTA ROSSA NAZIONALE Recentemente la Società Botanica Italiana e il WWF-Italia hanno pubblicato il Libro Rosso delle Piante d Italia (Conti et al., l.c.). Tale testo rappresenta la più aggiornata e autorevole Lista Rossa delle specie a rischio di estinzione su scala nazionale. SPECIE VEGETALI DELLA LISTA ROSSA REGIONALE Questo testo rappresenta l equivalente del precedente ma su scala regionale, riportando un elenco di specie magari ampiamente diffuse nel resto della Penisola Italiana, ma rare e meritevoli di tutela nell ambito della Puglia. La Lista Rossa della Puglia annovera circa 150 specie (Marchiori e Medagli, 1997). SPECIE VEGETALI RARE, ENDEMICHE O DI IMPORTANZA FITOGEOGRAFICA L importanza di queste specie viene stabilità dalla loro corologia in conformità a quanto riportato nelle flore più aggiornate, valutando la loro rarità e il loro significato fitogeografico. 4

5 ORCHIDACEE PROTETTE DALLA CONVENZIONE CITES Si tratta di orchidacee spontanee delle quali è vietata la raccolta, la detenzione e il commercio. STATO ATTUALE Il sito in oggetto si localizza lungo la costa ionica del Salento meridionale, in località Cafari, in territorio di Nardò. A nord il sito confina con un altro insediamento turistico e con aree agricole. Ad est confina con un area ad oliveto. A sud e ad ovest il sito confina con aree agricole a seminativo e terreni incolti o con vegetazione naturale. La superficie del sito attualmente risulta interessata da aree adibite a seminativi con colture orticole, da aree incolte e superfici agricole abbandonate, da aree a gariga e infine, lungo il versante sud sulla scarpata dei terrazzi - da aree con calcare affiorante o ad elevata pietrosità che presentano una vegetazione spontanea di tipo erbaceo substeppico. L area in oggetto è stata sottoposta a zonazione, individuando 7 zone omogenee (vedi la tavola 1 - Carta dell uso del suolo) che vengono di seguito descritte analiticamente: Zona 1 Superfici arate destinate a colture agricole erbacee. Al momento del sopralluogo erano coltivate specie orticole (patate e angurie). Si rileva la quasi assoluta assenza di vegetazione spontanea. Zona 2 Oliveto con calcare affiorante accuratamente diserbato al momento del sopralluogo. Pertanto si rileva la quasi assoluta assenza di vegetazione spontanea anche negli interstizi del calcare affiorante. 5

6 Zona 3 Si tratta di terreni agricoli da alcuni anni abbandonati. E presente una vegetazione prevalentemente annua formata da specie appartenenti alla flora infestante delle colture agricole e solo limitatamente da specie delle aree di pseudosteppa. Le principali specie riscontrate sono: Ajuga chamaepitys (L.) Scheber, Bellis sylvestris Cyr., Calendula arvensis L., Capsella bursa-pastoris (L.) Medicus, Carlina corymbosa L., Chrysanthemum segetum L., Conyza canadensis (L.) Cronq., Dactylis hispanica Roth.,Daucus carota L., Diplotaxis erucoides (L.) DC., Echium plantagineum L., Galactites tomentosa Moench, Mercurialis annua L., Sonchus oleraceus L., Lagurus ovatus L., Stipa capensis Thunb., Avena fatua L., Avena barbata Brot., Anthemis arvensis L., Papaver rhoeas L., Fumaria officinalis L., Silybum marianum (L.) Gaertner, Sideritis romana L., Echium asperrimum Lam., Dorycnium hirsutum (L.) Ser.. Come si evince dall elenco su riportato si tratta prevalentemente di specie banali con spiccate caratteristiche di nitrofilia, tipiche di ambienti fortemente disturbati da pratiche antropiche. Zona 4 Tale zona è interessata da una vegetazione di pseudosteppa a Cymbopogon hirtus (L.) Janchen (= Hyparrhenia hirta Stapf) e Brachypodium ramosum (L.) R. et S. (Figura 1), con: Asphodelus microcarpus Viv., Bellis sylvestris Cyr., Cachrys sicula L., Carlina corymbosa L., Dactylis hispanica Roth., Foeniculum vulgare Miller, Lagurus ovatus L., Leopoldia comosa (L.) Parl., Micromeria graeca (L.) Bentham, Plantago serraria L., Reichardia picroides (L.) Roth., Serapias vomeracea (Burm.) Briq., Spiranthes spiralis L., Urginea maritima (L.) Baker, Andropogon distachyus L., Stipa capensis Thunb., Poa bulbosa L., Scolymus hispanicus L., Onopordum illyricum L., Galactites tomentosa Moench. Questo tipo di vegetazione si inquadra nella associazione fitosociologica Hyparrhenietum hirto-pubescentis A. & O. Bolòs & Braun Blanquet 1950 della classe Lygeo-Stypetea Rivas Martinez Gli hyparrhenieti sono ricchi di specie perenni e vengono considerati come uno dei primi stadi di degradazione (decespugliamento) della macchia a mirto e lentisco. Sono formazioni vegetali estremamente ricche di specie e rappresentano veri e propri serbatoi di biodiversità. Tale tipo di vegetazione identifica l habitat prioritario percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea 6

7 Zona 5 Gariga degradata a cisto (Figure 2 e 3). Questa zona caratterizzata da elevata rocciosità affiorante è interessata da una vegetazione arbustiva interrotta da percorsi substeppici di graminacee e piante annue (Thero-Brachypodietea) con presenza di isolati cespi di Cymbopogon hirtus (L.) Janchen (= Hyparrhenia hirta Stapf). Per la gariga la specie prevalente è Cistus monspeliensis L. accompagnato da Thymus capitatus Hoffmanns & Link, Asparagus acutifolius L., Micromeria canescens (Guss.) Bentham, Micromeria microphylla (D urv.) Bentham., e specie della macchia, quali: Myrtus communis L., Olea europaea var. sylvestris Brot., Calicotome infesta (L.) Presl., Smilax aspera L., Prasium majus L., Phillyrea latifolia L. Nella formazione Thero-Brachypodietea predomina Brachypodium ramosum (L.) R. et S. con piante isolate di Cymbopogon hirtus (L.) Janchen. Altre specie sono: Muscari commutatum Guss., Urginea maritima (L.) Baker, Serapias vomeracea (Burm.) Briq., Iris pseudopumila Tineo, Asphodelus microcarpus Viv., Tuberaria guttata (L.) Fourr., Bellardia trixago (L.) All., Poa bulbosa L., Crepis rubra L. Zona 6 Questa zona comprende aree incolte caratterizzate da elevata rocciosità. La composizione floristica è simile a quella descritta per la Zona 3. Pur tuttavia in questa zona si rileva la presenza di geofite (es. Muscari commutatum Guss., Asphodelus microcarpus Viv., Urginea maritima (L.) Baker) accompagnate da rari ciuffi di Cymbopogon hirtus (L.) Janchen (Figura 4). Anche per questa zona si tratta prevalentemente di specie comuni ampiamente diffuse sul territorio compresi i campi coltivati tipiche di ambienti disturbati dall uomo. Zona 7 Questa zona comprende le aree a vegetazione ruderale di origine antropica (bordi stradali, aree residuali delle coltivazioni agricole ad elevata pietrosità). La composizione floristica è notevolmente variegata con possibile presenza di tutte le specie appartenenti alle altre formazioni vegetali viste prima. 7

8 VERIFICA: - SPECIE VEGETALI DELLA LISTA ROSSA NAZIONALE: Nessuna - SPECIE VEGETALI RARE, ENDEMICHE O DI IMPORTANZA FITOGEOGRAFICA: Iris pseudopumila Tineo e Micromeria canescens (Guss.) Bentham Si tratta comunque di specie presente nella Zona 5 meridionale (nei pressi della strada provinciale) non soggetta ad alcun intervento. - ORCHIDACEE DELLA CONVENZIONE CITES Serapias vomeracea (Burm.) Briq., presente in tutta la Zone 4 e nella parte meridionale della Zona 5 (nei pressi della strada provinciale). Tali aree non sono oggetto di interventi. - HABITAT PRIORITARI DELLA DIRETTIVA 92/43/CEE Percorsi substeppici di graminacee e piante annue (Thero-Brachypodietea), presenti nella Zone 4 non soggette ad interventi e nella Zona 5 marginalmente interessata dall intervento proposto (vedi Tav. 2). - SPECIE VEGETALI DELL ALLEGATO B DELLA DIRETTIVA 92/43/CEE NESSUNA - SPECIE VEGETALI DELLA LISTA ROSSA REGIONALE NESSUNA 8

9 CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE E PRESCRIZIONI L'area in questione, risulta parzialmente inclusa, come già evidenziato, nell elenco dei siti S.I.C. della Puglia, cioè nell ambito di aree considerate meritevoli di tutela. Inoltre lo studio ha evidenziato all interno dell'area oggetto d'indagine la presenza di zone con habitat prioritario, rappresentato nello specifico da Percorsi substeppici di graminacee e piante annue (Thero- Brachypodietea). Dalla Tav. 2 emerge che tutta l area del lotto di intervento compresa in zona S.I.C. sarà completamente salvaguardata indipendentemente dal tipo di uso attuale del suolo e/o copertura vegetale. Ma anche per le altre zone il progetto proposto prevede un grado di intromissione e trasformazione limitato, caratteristico di insediamenti antropici a maglia larga. In ogni caso, al fine di mitigare ed attenuare l intervento è stato predisposto un piano del verde (Tav. 3), orientato prevalentemente alla conservazione dello status quo. In ogni caso vine suggerita l utilizzazione di specie vegetali autoctone o esotiche di consolidato inserimento nel paesaggio agroforestale circostante. Galatina aprile 2003 Dott. Antonio Giaccari BIBLIOGRAFIA 1) PIGNATTI S., Flora d'italia, 3 voll. Edagricole, Bologna 2) MARCHIORI S., MEDAGLI P., Lista Rossa Regionale della Puglia in: CONTI F., MANZI A., PEDROTTI F., Liste Rosse Regionali delle Piante d Italia.Camerino 3) CONTI F., MANZI A., PEDROTTI F., Libro Rosso delle Piante d'italia. WWF-Italia, Società Botanica Italiana, Ministero dell'ambiente 9

10 ALLEGATO 1 DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA 10

11 Figura 1 - ZONA 4 Habitat prioritario percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero- Brachypodietea. 11

12 Figura 2 - ZONA 5 - Gariga degradata a cisto. La vegetazione arbustiva è interrotta da percorsi substeppici di graminacee e piante annue (Thero-Brachypodietea). 12

13 Figura 3 - ZONA 5 - Gariga degradata a cisto. La vegetazione arbustiva è interrotta da percorsi substeppici di graminacee e piante annue (Thero-Brachypodietea). 13

14 Figura 4 - ZONA 6 - Aree incolte ad elevata rocciosità. In secondo piano gariga e campi coltivati (patata). 14

15 Figura 5 Esempio di limite di confine tra gariga e campi coltivati (anguria). 15

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