In questa zona si alternano insediamenti produttivi di carattere prevalentemente industrialeartigianale ed aree verdi (per lo più prative).
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- Marina Tosi
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1 In questa zona si alternano insediamenti produttivi di carattere prevalentemente industrialeartigianale ed aree verdi (per lo più prative). Inquadramento geomorfologico L'area in oggetto è compresa tra il margine del terrazzo alluvionale casnighese ed il versante sottostante. La sommità è caratterizzata da ambiti per lo più pianeggianti, localmente rimodellati da pregressi interventi antropici (terrazzamenti, riporti), che divengono blandamente acclivi avvicinandosi al ciglio della scarpata morfologica, contrassegnato da un brusco incremento di pendenza; il pendio sottostante è molto acclive, a tratti aggettante, e copre un dislivello di circa 10 m. Alla base della scarpata il versante digrada poi con media acclività (25-30 circa in media) verso la valle del Rio Re, tributario di destra idrografica del Torrente Romna. Dal punto di vista morfodinamico, ad ovest del Centro Sportivo Radici, non vi è testimonianza di processi destabilizzanti di particolare rilevanza, come constatato consultando la cartografia dello studio geologico comunale vigente (Eurogeo, 2011) e precedente (Dott. Geol. Spada, ). Centro Sportivo Radici Fig. 28 stralcio della Carta Geomorfologica studio geologico Dott. Geol. Spada,
2 A valle della scarpata, lungo la porzione di versante medio-basale, è indicata la presenza di fenomeni superficiali (soliflussi) in entrambi gli elaborati cartografici analizzati (fig. 28, 29 e 30). Centro Sportivo Radici Fig. 29 stralcio della Carta della dinamica geomorfologica studio geologico vigente Eurogeo
3 Fig. 30 zona ad ovest del Centro Sportivo Radici rimodellata da pregressi fenomeni di soliflusso, foto tratta dalla relazione geologica dello studio comunale vigente Eurogeo 2011 La marcata acclività e le litologie presenti in loco hanno indotto gli estensori del piano geologico vigente a ricomprendere cautelativamente la scarpata sommitale ed un rilevante intorno verso monte nelle aree Fa (frana attiva) della carta del dissesto con legenda uniformata PAI (tavola 8 dello studio geologico vigente), come è stato già riportato nel capitolo precedente. Si sottolinea infine come, da testimonianze raccolte e da documenti bibliografici, non siano emersi ulteriori elementi di rilievo. Nel settore posto a N/NE del Centro Sportivo Radici, invece, si sono verificati nel recente passato fenomeni destabilizzanti superficiali che hanno coinvolto generalmente le coltri argillose (soil slip, scivolamenti, colamenti). In alcuni casi l instabilità dei depositi ha interferito con l equilibrio dei soprastanti strati di ceppo. L assetto geomorfologico dell area di studio è rappresentato nell Allegato 2 (in coda alla relazione). Inquadramento geologico e litologico Casnigo si colloca nelle Prealpi Orobie centro-orientali, all interno del dominio geologicostrutturale del Parautoctono Sudalpino Orobico che si estende dal margine della pianura fino alla faglia di Clusone. Questo ambito si contraddistingue nelle porzioni montane per l affioramento di corpi rocciosi di età compresa tra il Trias Superiore ed il Cretaceo (
4 Ma), mentre il fondovalle si imposta invece sui depositi continentali pleistocenici (2-0.1 Ma) del Bacino di Leffe. Tali depositi caratterizzano estese porzioni della Valgandino che, già ad un primo sguardo, risulta sopraelevata rispetto all alveo del Fiume Serio grazie alla presenza di un alto ripiano sospeso (su cui si colloca l area in oggetto), limitato da una scarpata alta un centinaio di metri, lungo la quale in più punti affiorano bancate suborizzontali di conglomerati grossolani. Il ripiano terrazzato, che colma l intero fondovalle fra Gandino, Cazzano S. A., Leffe e Casnigo, è costituito da sedimenti quaternari alluvionali e lacustri. La porzione superiore dei succitati depositi quaternari, da letteratura, prende il nome di Complesso di Casnigo (n.88 in fig.32). Questa unità, nell ambito in esame, si presenta in facies alluvionale, costituita da conglomerati a supporto clastico con abbondante matrice arenacea fine e clasti di dimensioni centimetrico-decimetriche, ben arrotondati, di forma subsferica; localmente si rinvengono banchi conglomeratici compatti, con cementazione carbonatica. La composizione petrografica dei clasti è variabile, si passa dai litotipi carbonatici, a quelli vulcanoclastici o porfiritici caratteristici del bacino seriano. limi e argille Rio Re ghiaie e conglomerati depositi lacustri Fig. 31 schema esemplificativo, Cremaschi & Ravazzi, 1995; in verde la posizione indicativa dell area di progetto 35
5 I terreni superficiali sono invece caratterizzati dalla presenza di paleosuoli argillosi di colore rossastro (7.5YR), di spessore variabile, potenti circa 10 m; si tratta di un mantello alteritico costituito da ossidi ed idrossidi di ferro e manganese che, in una fase successiva al prosciugamento del bacino lacustre leffese, si svilupparono per alterazione dei sottostanti depositi alluvional-lacustri durante fasi a clima temperato caldo umido e/o a stagioni contrastate. Il passaggio tra le coperture argillose superficiali ed i conglomerati sottostanti non è netto, ma graduale, spesso caratterizzato da terreni eterogenei con ciottoli a differente grado di alterazione immersi in abbondante matrice argillosa. I caratteri litologici descritti sono derivati da rilievi di terreno eseguiti in loco e nelle aree limitrofe, oltre che da indagini geognostiche sito-specifiche e dalla documentazione bibliografica consultata. Fig. 32 stralcio della Carta Geologica della Provincia di Bergamo, anno 2000 con indicazione dell area di progetto A loro volta i conglomerati poggiano sui depositi più fini costituiti da sabbie limose con subordinate frazioni grossolane (Allegato 1, in coda alla relazione). Seguono i depositi 36
6 lacustri della sottostante Formazione di Leffe (n.83 in fig. 32); si tratta di limi e limi argillosi con laminazioni parallele, argille grigie massive, calcilutiti e marne laminate, sabbie fini con gusci di molluschi dulciacquicoli, livelli metrici di torbe e ligniti, talora con tronchi deformati per il carico. Inquadramento idrografico ed idrogeologico Gli elementi idrografici più significativi nell intorno dell ambito in esame sono rappresentati dal Rio Re e dal Torrente Romna. Una valle laterale minore, con decorso nord-sud, è la Val Bronesca, lungo la quale si sono verificati in passato alcuni fenomeni destabilizzanti. Questi impluvi interessano la porzione settentrionale ed orientale dell area di studio, mentre in quella occidentale non si rilevano corsi d acqua di rilievo. Dal punto di vista idrogeologico, in base alla documentazione bibliografica reperita, si deduce che la permeabilità del suolo e del primo sottosuolo sia generalmente ridotta, come indicato anche nello studio geologico del Dott. Geol. Spada (1994). La scarsa pendenza degli ambiti sommitali, sul terrazzo alluvionale, potrebbe determinare occasionalmente fenomeni di ristagno. Lungo la scarpata, invece, in corrispondenza della transizione tra paleosuoli argillosi e ceppo, ed alla base del conglomerato stesso ove ricompaiono coltri fini, vi possono essere venute d acqua effimere per contrasto di permeabilità alimentate dagli apporti meteorici (vedi Allegato 3 in coda alla relazione). Inquadramento vegetazionale La vegetazione presente nell area è attribuibile a due categorie: - vegetazione erbacea - vegetazione forestale. La vegetazione erbacea è riferibile ai prati da sfalcio (arrenatereti). Sono prati stabili che occupano i pendii più dolci ed accessibili (versante medio-basale del versante in oggetto), con suoli relativamente profondi e spesso concimati; queste condizioni ambientali, unitamente al succedersi regolare di sfalci annuali, selezionano una flora ricca e diversificata che costituisce 37
7 un'associazione caratteristica, con struttura pluristratificata chiamata arrenatereto dal nome della specie più rappresentativa: l'avena altissima (Arrhenatherum elatius). La vegetazione forestale (latifoglie meso-termofile) fascia invece la scarpata sommitale ed è riferibile agli aceri-frassineti con saltuaria presenza della betulla e diffusione della robinia. Fig. 33 aree prative medio-basali, fascia boscata sommitale lungo il versante occidentale della loc. Piscine Fig. 34 fascia boscata lungo il margine del terrazzo orientale casnighese 38
8 Fig. 35 fascia boscata lungo un tratto di scarpata L assetto vegetazionale dell area di studio è rappresentato nell Allegato 5 (in coda alla relazione). 39
9 7. INDAGINI GEOGNOSTICHE PREGRESSE IN AMBITI LIMITROFI È stato possibile recuperare n.3 indagini geologiche eseguite nel recente passato nell area di studio e nel significativo intorno. B A C Fig. 36 ubicazione indagini pregresse A) Indagine geologica C.E.G.A.U. del Dott. Geol. Bettoni - Indagine geotecnica Ing. Frassoni (2006) Nel 2006 sono state eseguite due indagini nei pressi dell incrocio tra via S. Carlo e la nuova circonvallazione di Casnigo rispettivamente dalla C.E.G.A.U. srl del Dott. Geol. Marco Bettoni e dall Ing. Alberto Frassoni, a seguito dei cedimenti verificatisi lungo la sede stradale. Le indagini sono consistite nell esecuzione di n.19 prove penetrometriche dinamiche e n.5 stendimenti geofisici con metodo geoelettrico. Le prove hanno riscontrato una forte eterogeneità del sottosuolo non solo per quel che riguarda la natura dei terreni rilevati ma anche in riferimento al passaggio dai depositi di copertura al substrato conglomeratico (contrassegnato dalla profondità di rifiuto all avanzamento). Il contatto infatti è generalmente posto a -10 m di profondità da p.c.; tuttavia talvolta risulta essere più superficiale (- 5 m circa da p.c.), altre volte più profondo 40
10 (oltre -10 m da p.c.). Dalle prove si può inoltre rilevare come lo stesso deposito pedogenetico di copertura mostri forti variazioni lateralmente e verticalmente. In talune prove infatti si passa da valori di risposta tipici di un argilla molto compatta ad intervalli nei quali la resistenza è estremamente bassa per la presenza di terreno fine fortemente rammollito e spesso in condizioni di saturazione con acqua. In questo contesto la rottura della conduttura fognaria (probabilmente causata dal fondo cedevole) ha favorito il dilavamento e la liquefazione del sottosuolo innescando ulteriori fenomeni di cedimento. A seguito delle indagini sono stati realizzati interventi di consolidamento del fondo e di sostituzione della tubazione lesionata che ad oggi si sono rivelati risolutivi. B) Indagine geologica-geotecnica GEA (2006) Dott. Geol. Sergio Ghilardi (2006) Sempre nel 2006 è stata eseguita dalla GEA snc del Dott. Geol. Sergio Ghilardi un indagine geologica-geotecnica di supporto al progetto di ristrutturazione della ditta Cilas Alpina srl; l indagine ha previsto l esecuzione di n 13 prove penetrometriche dinamiche e n.1 prova penetrometrica statica (in allegato alla fine del capitolo). I risultati indicano la presenza di una potente coltre di depositi superficiali fini con parametri geotecnici variabili, localmente pessimi; si tratta di coltri prevalentemente coesive, plastiche, limoso-argillose. Oltre i 10 m di profondità le caratteristiche geotecniche del sottosuolo tendono generalmente a migliorare progressivamente (probabile incremento di frazioni grossolane) fino al raggiungimento della quota di rifiuto all avanzamento della punta penetrometrica. Tale rifiuto è dovuto all intercettazione di livelli particolarmente resistenti, di origine alluvionale (ceppo, ghiaie cementate). Successivamente, nell ambito del progetto di ristrutturazione dell azienda, sono state poste in essere fondazioni profonde saldamente intestate nei livelli più compatti di conglomerato. C) Indagine Terramodel del Dott. Geol. Madesani (2002) - Indagine Eurogeo dei Dott. Geol. Caldarelli ed Elitropi (2004) Indagine Dott. Geol. Azzoni (2008) In via Lungo Romna, lungo la strada comunale che conduce al Centro Sportivo Radici, si sono verificati fenomeni di cedimento a partire dal Le indagini geognostiche effettuate 41
11 hanno appurato la presenza, al di sotto della massicciata stradale, di terre prevalentemente argillose, localmente in condizioni di liquidità, dalle scadenti caratteristiche geotecniche. Approfondimenti geofisici con metodo geoelettrico hanno inoltre evidenziato zone con differenti valori di resistività nel sottosuolo indagato; ciò può essere correlato alla presenza di argille rimaneggiate, dalle scadenti caratteristiche geotecniche, connesse alle pregresse attività minerarie (estrazione della lignite della Valgandino). Le scadenti proprietà geotecniche delle terre poste al di sotto della massicciata stradale (argille di riporto e lacustri, torbe), unitamente alla circolazione idrica sotterranea ed alla presenza di una tubazione disperdente sono le probabili cause dei cedimenti verificatisi. Recentemente sono stati realizzati interventi di consolidamento e drenaggio che, ad oggi, si sono rivelati risolutivi. 42
12 ALLEGATO B Tabulati penetrometrie dinamiche GEA (2006) 43
13 n. prov a quota p.c. (m s.l.m.) profondità investigata [m da p.c.] profondità di rifiuto strato di tetto del ceppo compatto (m s.l.m.) 1 496,5 13,60 482, ,1 14,40 480, ,4 14,60 479, ,2 11,40 481, ,5 10,00 480, ,5 9,40 481, ,5 13,40 477, ,5 15,40 478, ,5 9,20 481, ,5 9,40 481, ,5 17,80 475, ,5 14,80 478, ,5 11,80 478,7 Tab. 3 dati penetrometrie, GEA
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