Armi d'assedio e armi da lancio pesanti

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1 Armi d'assedio e armi da lancio pesanti Per assalire e distruggere le città dei nemici, l'esercito romano utilizzava armi da lancio e d'assedio. Alcune servivano per distruggere e sfondare le mura delle città sia da lontano (come ad esempio la Catapulta,la Balista e l'onagro) che da vicino (come la Testuggine o il Muscolo) Altre invece erano macchine da guerra d'assedio come la Torre con ponte levatoio. Le armi da tiro pesanti sono sostanzialmente divise in due tipologie principali, a seconda del tipo di proiettili che sono in grado di scagliare: Balestre pesanti e Baliste (dardi, quadrelli, sfere metalliche o di pietra di modeste dimensioni) Catapulte, Trabucchi, Mangani (massi, barili incendiari o esplosivi, carcasse in decomposizione) Usate per attaccare, ma anche per difendersi, le armi da lancio erano statiche (fisse) oppure mobili. Per "armi mobili" si intende che l'arma può essere montata su un pianale dotato di ruote. Questo non significa tuttavia che erano armi costruite per allo scopo di colpire in movimento. Lo stesso spostamento di tali armi era difficoltoso ed assai lento, al punto che gli eserciti spesso si limitavano a montare queste armi solo sul luogo dell'attacco, costruendole sul posto.

2 A seconda della grandezza di queste armi, occorreva un numero diverso di persone per manovrarle e spostarle. Le balestre e le baliste più maneggevoli ad esempio, potevano essere caricate ed usate da una sola persona. Le grandi catapulte e i trabucchi richiedevano invece l'impiego di una mezza dozzina di militari, con l'aggiunta di personale in posizioni rialzate per dare le direttive di tiro. La Catapulta Il nome deriva dal greco "kata pelta", ovvero "attraverso lo scudo": il pelta è il piccolo scudo di legno e cuoio dei peltasti, schermagliatori greci. Originariamente infatti la catapulta scagliava dardi capaci di trapassare le corazze meno robuste. Con il tempo il termine è passato ad indicare una qualsiasi macchina che scaglia un oggetto solitamente pietra Arma antichissima che risale addirittura agli inizi del I secolo a.c. La catapulta basava il proprio funzionamento sul principio dell'elasticità alla torsione delle corde. La catapulta dell'epoca romana, conosciuta come "mangano", lanciava con tiro arcato grosse pietre da 100, 200 o più libbre. Era costituita da due montanti, fissati a un telaio orizzontale, fra i quali era attorcigliata una matassa di corda nella quale si inseriva l'estremità inferiore di un braccio. Il braccio ruotava dal basso verso l'alto; aveva la parte superiore foggiata a cucchiaia per contenere le pietre. Al momento del lancio il braccio, fissato orizzontalmente, veniva liberato e ruotava; una traversa posta fra i montanti lo fermava bruscamente per ottenere il lancio della pietra. Quando gli eserciti romani si muovevano in territori stranieri da conquistare, giunti in prossimità delle fortezze avversarie da assediare erigevano delle imperiose macchine da guerra in grado di sbriciolare mura, torri ed edifici nemici dopo averla utilizzata, puntata contro il bersaglio da colpire, meno di sei volte. La catapulta era talmente potente che i carpentieri romani ne costruirono addirittura di più grandi o piccole dimensioni, a seconda dello scopo, anche da piazzare sulle navi. All'inizio e cioè nel primo secolo a.c. trasportare una costruzione alta 10 metri lunga 12 metri e larga 8 metri, comportava impiegare 1 comandante, 6 mastri carpentieri, 10 mastri muratori, 40 manovali per montare, smontare e caricare la catapulta su 30 carretti e un carro grande. Dopo ogni battaglia in territorio straniero, i soldati romani distruggevano le catapulte perché erano troppo grandi ed impegnative da trasportare. Venivano infatti salvati solo le corde, gli argani e le trecce di cuoio con le quali si realizzava la propulsione e soprattutto i proiettili [massi] in quanto era impossibile trovarli nei pressi di una fortezza. Tutti gli altri componenti (le travi e le assi di legno) venivano appunto distrutti.

3 Ovviamente gli eserciti stranieri ripulivano le zone dagli alberi, per evitarne la costruzione, e dalle pietre comuni di modo da rendere impossibile un ipotetico impiego di queste come proiettili da parte di una catapulta. Le dimensioni di ogni catapulta non erano dovute al fatto di poterle spostare meglio, ma erano dovute invece al loro utilizzo: quelle più piccole servivano per scagliare piccoli massi o proiettili incendiari contro truppe o città nemiche; le catapulte enormi servivano per abbattere fortificazioni e possenti mura. In ogni caso dovevano essere molto robuste per resistere al loro stesso utilizzo. Le catapulte più pesanti avevano in più a quelle leggere le ruote per essere mosse, spesso capitava però che le ruote non supportavano il peso dell imponente arma e si rompevano. Nonostante qualsiasi precauzione,infatti, la vita media delle catapulte era piuttosto limitata e il loro uso richiedeva una continua manutenzione. La gittata delle catapulte era assai lunga. Solo i trabocchi ed i mangani erano in grado di superarne la gittata e la capacità offensiva. A seconda dei modelli le catapulte potevano scagliare proiettili di peso variabile dai 20 ai 50 chili fino a distanze di metri. A differenza di altre armi pesanti da lancio, come baliste e balestre pesanti, le catapulte non erano in grado di effettuare lanci precisi. Erano macchine moltopesanti da spostare e posizionare anche se provviste di ruote. I soldati dovevano posizionarle alla giusta distanza dal bersaglio da colpire: né troppo lontane, altrimenti il proiettile non sarebbe arrivato a destinazione (oppure sarebbe arrivato, ma con poca forza distruttiva); né troppo vicine, altrimenti i nemici (dotati anch'essi magari di catapulte all'interno delle loro cinta murarie nella città) avrebbero potuto colpirle e distruggerle! L'artiglieria romana aveva in dotazione le baliste, ossia grandi balestre montate su ruote, che grazie alla torsione delle loro corde riuscivano a scaraventare anche a molti metri di distanza enormi dardi, che potevano essere incendiati. Insieme alle baliste c'erano anche gli "scorpioni", simili alle precedenti ma molto più piccoli e maneggevoli. Ogni legione ne aveva 55 circa, servite ciascuna da 11 uomini. Durante il periodo di massimo splendore e potenza dell'impero romano, l'esercito contava su oltre 60 legioni (composte di uomini armati).

4 SCHEDA TECNICA DELLE CATAPULTE Tipologia Armi da lancio pesanti adatte a colpire soprattutto strutture fisse. Gittata massima A seconda dei modelli, da 400 a 700 metri Modello in dotazione all'a.d: 500 metri Altezza di tiro massima: variabile dai 90 ai 120 metri a seconda del peso del proiettile e della tensione, in un raggio di metri dalla catapulta (metà della gittata massima); dato utile in caso di lanci contro bersagli in volo a distanza medio alta dal presidio. Traiettoria Proiettili Mobilità Velocità d'uso Precisione Addetti Parabolica accentuata, adatta a scavalcare mura ed ostacoli naturali. Proiettili pesanti sferoidali: - Macigni - Sfere in pietra o pietre multiple. - Vasi/barili di materiale infiammabile o esplosivo - Vasi/barili di materiale biologico (letame, carne in decomposizione, etc) A seconda dei modelli, in ogni caso molto ridotta. Possono essere montate su pianali dotati di ruote e trainate da bestie da soma. La mobilità è limitata al loro trasporto sul luogo di impiego dove poi devono essere fissate al suolo. Escluso il loro uso in movimento. Caricamento molto lento a seconda del tipo di proiettile e delle dimensioni/modello di catapulta. Prima di ottenere una precisione accettabile possono essere necessari diversi lanci di prova. Scarsa. Anche con proiettili dello stesso peso e dimensioni le catapulte sono adatte a colpire grandi strutture o grandi assembramenti di truppe, anzichè bersagli precisi. Da due a quattro a seconda dei modelli e delle dimensioni. Se il bersaglio non è visibile occorre almeno un osservatore in posizione privilegiata che sia in grado di comunicare le direttive di tiro. I modelli di dimensioni maggiori possono richiedere ulteriore personale.

5 Compito di realtà... tra le antiche civiltà Armi d'assedio dell'esercito romano Domanda 1 Quante persone servivano, nel primo secolo D.C., per assemblare una catapulta, di volta in volta sul campo di battaglia?

6 Domanda 2 Quante Baliste aveva l'intero esercito romano nel periodo di massima potenza dell'impero Romano? Domanda 3 Quanti soldati c'erano a disposizione in tutto per manovrare tutte le Baliste dell'esercito, nel periodo di massima potenza dell'impero Romano?

7 SFIDA TRA CATAPULTE Voi delle classi quinte, soldati dell'esercito romano,siete stati divisi in 3 squadre. Vi è stato impartito l'ordine di posizionare e successivamente manovrare le tre più grandi e potenti catapulte in uso nell'esercito per attaccare il villaggio fortificato dove vivono i vostri nemici. La prima squadra sistema la propria grande macchina da lancio a una distanza dal villaggio pari ai 4/9 di La seconda squadra posiziona la catapulta a una distanza dal villaggio pari ai 3/6 di La terza squadra colloca la propria catapulta mobile a una distanza pari ai 2/12 di Domanda 1 Operazioni Quale squadra riuscirà a colpire la cinta muraria del villaggio in piena sicurezza? Perchè? Avrà però sufficiente forza per distruggere una parte della cinta muraria con un colpo? Perchè? Risposte

8 Domanda 2 Quale è la differenza tra la distanza dal villaggio della prima catapulta da quella della seconda? Domanda 2 Quale è la differenza tra la distanza dal villaggio della seconda catapulta da quella della terza? C.M. 2016/2017 Scuola Primaria di Giovo

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