ISSUE SPRING SUMMER 17

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1 ISSUE SPRING SUMMER 17

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3 CONTAMINAZIONI DI STILE PER UN FASCINO QUOTIDIANO Moda e arte, design e architettura, food e cultura: mondi che si contaminano e si confondono, sempre più spesso, sovrapponendosi l uno all altro. Espressioni di una passione innata o coltivata nel tempo, celebrazioni di stile ed estetica variegati, usi e costumi che mutano in fretta e che testimoniano del continuo divenire del mondo, ingredienti di un industria culturale nella quale limiti e confini sono sempre più sottili. Caractère presenta la sua collezione primavera-estate e accompagna le donne nella loro esplorazione del poliedrico scenario attuale, in un affascinante quotidianità metropolitana ricca di stimoli, proposte culturali e glamour. Un mondo in cui la femminilità s indossa, ma non solo.

4 SPRING SUMMER 17 ISSUE Viaggiare con stile. Il nostro viaggio ha inizio, un incontro con un amica, una città a disposizione. 2 2 Eleganza sempre con te. Un piccolo hotel di design alle porte della città, le valige da disfare, un armadio da riempire. 38 Spazi metropolitani. Aria di primavera in città, voglia di uscire e perdersi tra le vie affollate in un atmosfera cosmopolita. 44 Intervista: Viviana Varese e Sandra Ciciriello. Ambasciatrici della cucina d eccellenza. 5 4 Q UA LUN Q UE Mudec. Uno spazio contemporaneo recuperato all archeologia industriale in cui arte e cultura si fondono. 5 6 IN Looks. Lo stile si mixa, si sovrappone, si incrocia in mille possibilità. Arte e moda. Un dialogo continuo di due mondi che si incrociano. 6 8 C O N T E N U T I Intervista: Carolina Orsini. Le contaminazioni tra moda e costume attraverso lo sguardo di un antropologa. LUOGO IN Q UA LUN Q UE M O M E N T O 4 5

5 Spolverino jacquard con manica 3/4. Camicia in crêpe-de-chine. GIOCHI DI SOVRAPPOSIZIONI PER UNO STILE UNICO Spolverino jacquard con manica 3/4. Blusa in popeline con manica tulipano. Pantaloni ampi in lino cotone lavato. 6 7

6 Cardigan stampato di cotone. Occhiali da sole in acetato marrone. Spolverino in tessuto tecnico a contrasto. Sneakers in pelle con elastico a contrasto. Abito con pizzo in creponne bicolore. Pantaloni in crêpe fluido. 8 9

7 Top in tulle ricamato. Spolverino in stuoia ammagliata. Jeans in denim stretch. Occhiali da sole in acetato nero. Postina in pelle con tracolla

8 COLORI CIPRIA E PASTELLO MIXATI COL NERO Occhiali da sole in acetato nero. Blusa in crêpe-de-chine. Pantaloni cropped in crêpe fluido. Cintura in pelle con fiore tridimensionale. Sneakers in pelle con elastico a contrasto

9 Occhiali da sole in acetato marrone. Cintura di pelle laminata. Cardigan in cotone stampato. Camicia pois in voile di seta cotone. Sandali con tacco in pelle scamosciata. Jeans cropped in denim stretch. Tunica in viscosa fluida stampata

10 VIAGGIARE CON STILE Molto più di un non-luogo. La stazione Centrale di Milano è un luogo affascinante in cui la vita scorre rapida, in cui i volti si affollano e le voci si confondono. E mentre ogni cosa continua a cambiare, sullo sfondo rimane, immobile, l architettura avvolgente del grande edificio monumentale, a testimonianza di un altro scorrere del tempo. È qui che si arriva, è da qui che si parte. Milano si offre ai nostri occhi, crocevia di storia e culture, di stili

11 Giacca in suede. Top in raso con pizzo. Collana con fiori di metallo. Skinny in denim stretch. Sandali con fasce incrociate in pelle stampata e laminata

12 Giacca e gonna in duchesse fil coupé. Sandali in pelle scamosciata. Postina in pelle con tracolla

13 ELEGANZA SEMPRE CON TE L arrivo in un design hotel alle porte della città, un cambio d abito per essere al top. Gli abiti della nuova collezione trovano posto nella stanza trasformandola, per poche ore o per giorni, nella propria casa. Le fantasie delicate e i colori di stagione ispirano le donne di Caractère nella loro quotidianità, anche in viaggio, rinnovando il loro desiderio di essere sempre autentiche e raffinate. Pronte per uscire ed esplorare il mondo. Gli abiti che portano con sé diventano un passepartout d eleganza per esplorare una città che le aspetta

14 Cintura in pelle. Collana con pietre e resina. Abito bicolore in crêpe-de-chine e georgette plissettata

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16 Abito in garza di lino-cotone con bordi in pizzo a contrasto. Collana con pietre e perle. Postina in pelle con impunture e tracolla

17 Collana con pietre e perle. Occhiali da sole in acetato. Abito in viscosa fluida con stampa geometrica. Collana corta in ottone e legno. Collana lunga in legno

18 Camicia in lino fiammato. Postina in pelle con impuntura e tracolla. Abito in voile di seta-cotone con stampa fiore. Abito in viscosa fluida con stampa geometrica. Collana corta in ottone e legno. Collana lunga in legno

19 Trench in lino-viscosa. Stola in viscosa stampata. Top in cotone e taffetà. Shopper in nappa. Blusa in cotone con ricamo punto croce. Pantaloni cropped ampio in twill di lino viscosa stretch

20 Postina in pelle con tracolla. Occhiali da sole. Collana con pietre in resina

21 UNA CITTÀ CHE CAMBIA COSTANTEMENTE COME LA MODA Passeggiando per strada si respira un atmosfera cosmopolita. Il look è comodo e curato, abbinato ai nuovi accessori, ideali compagni di viaggio per le prime giornate in cui l aria si scalda. Sono scarpe, borse e foulards, da portare e da amare, per un outfit impeccabile insieme ad abiti e soprabiti leggeri. Sullo sfondo, una città che si trasforma. Su di te, capi da mixare per un continuo rinnovamento

22 Spolverino in tessuto tecnico. Abito stampato in cotone. Spolverino in stuoia ammagliata. Camicia con fiocco in georgette stampata. Pantaloni ampi in georgette stampata. Postina in pelle con tracolla. PER LE VIE DEL CENTRO 40 41

23 Blusa con maniche 3/4 in popeline di cotone. Pantaloni in cotone stretch stampato. Collana con pietre in resina. Clutch in drill stampato. Tunica in viscosa fluida stampata. Cintura in pelle laminata. Postina in pelle con tracolla

24 INTERVISTA ALICE RISTORANTE VIVIANA E SANDRA Viviana Varese e Sandra Ciciriello costituiscono, insieme, l anima di Alice Ristorante: un locale stellato da circa 70 coperti al secondo piano di Eataly Smeraldo, a Milano. Siamo accolti in un ambiente di design personalizzato, progettato e curato nei minimi dettagli secondo i dettami delle due proprietarie che, nella loro splendida cucina a vista, orchestrano un efficientissima brigata. Chef e sommelier, o meglio cuoca e pescivendola, come amano definirsi, Viviana e Sandra ci rivelano la loro opinione a proposito di argomenti e tendenze contemporanee, in un esplorazione allargata della loro personalità. Coraggiose e tenaci, impegnate e dinamiche, in cucina e in sala così come nella vita di tutti i giorni: donne come le Donne di Caractère

25 -Viviana e Sandra, c è una persona particolare impressa nella vostra memoria a cui far risalire il vostro amore per la cucina o per il pesce? S. Sicuramente si: Felice Varano, mio maestro e mentore. Mi ha fatto innamorare del pesce. Per quanto riguarda la cucina invece, al di là di mia mamma, Viviana Varese. V. Essendo nata e cresciuta in una famiglia di ristoratori, le prime nozioni le ho imparate da mia madre. Ma ho tutta una serie di maestri da ringraziare: Moreno Cedroni, i fratelli Roca, Maurizio Santin, varie persone che mi hanno aiutato a crescere. -Nella scelta di un ristorante sono molti i fattori che entrano in gioco. Il menu proposto compete con altri elementi, soggettivi e irrazionali, per farci raggiungere un piacere che va oltre il gusto di ciò che stiamo masticando. Voi come scegliete un posto dove andare a mangiare? S. Che bella domanda (sorride). Prediligo le trattorie o i ristoranti che mi sanno dare delle emozioni e li scelgo, spesso e volentieri, per sentito dire. Poi, ho i miei punti di riferimento. Peccato che molti non siano a Milano V. La mia scelta dipende da molti fattori. Per una cosa semplice scelgo un osteria, oppure un bistrot. Se voglio emozionarmi o imparare dagli altri non mi accontento e la mia scelta si fa più difficile. Cerco qualcosa che vada oltre me, anche all estero. -Parliamo di gusto quindi, ma sotto un altro aspetto. Il vostro ristorante non è solo un tempio della buona cucina. È un ottimo esempio della contaminazione tra il mondo del design e quello del food, grazie alla presenza di piante, oggetti naturali e di artigianato scelti personalmente da voi. Si può dire che lo stile e l estetica siano oggi componenti essenziali della proposta enogastronomica? V. L estetica è la prima cosa che arriva in tavola, quindi la componente visiva è fondamentale. Poi vengono l olfattiva e la gustativa. Un piatto può diventare più di quel che è cucinato: una creazione, qualcosa di artistico. S. Io credo invece che sulla tavola sia fondamentale l essenzialità. Non mi sono mai piaciuti i luoghi in cui c è troppo di tutto, in cui la gente è distratta dal contorno. Sono il cibo ed il vino che parlano. E il contorno, siamo noi

26 INTERVISTA ALICE RISTORANTE -Oggi c è una rinnovata attenzione al mondo della cucina, sia una di quelle cose che oggi manca, come formazione. economico a chi ne ha più bisogno. Anche voi avete colto fare, per se stesse, e/o per la loro famiglia. accolta e amplificata dal mondo della comunicazione Ci avviciniamo a questo mondo meraviglioso, ma con quali questa opportunità. C è un bel ricordo, in particolare? e dei mass-media. Assistiamo ad una vera invasione di nozioni? Vai al mercato, fatti un giro, parla con la gente V. Il mio consiglio è di venire a comprare i miei vasetti in programmi che si occupano di cibo, dai blog di cucina agli perché è un accrescimento molto importante : questo è il mio V. Il ricordo più forte è sicuramente legato a San Vittore, il gastronomia (ride). show-cooking, ai reality show ( La chef e la Boss vi ha viste consiglio. carcere con cui ho interagito di più. Ho cucinato un intera S. Il consiglio che vorrei dare è quello di cucinare insieme ai protagoniste). Voi vi riconoscete nella figura del food-star? V. Io invece consiglio di studiare e di prendersi almeno giornata insieme alle detenute e mi è piaciuto. Era in qualche propri figli, che poi unisce ancor di più la famiglia. un diploma. In questo mestiere ci vuole anche cultura. Le modo grottesco avere a che fare con chi aveva tagliato la gola S. Rispondo a nome di entrambe e sicuramente sì, anche scuole stesse a volte sono scarse ma se non hai la mente bene a qualcuno e stava maneggiando un coltello. Non posso non -Ultima domanda. Al punto in cui siete ora, le perché dopo La chef e la Boss molte persone, appassionate aperta e non sai fare nemmeno una moltiplicazione non provare compassione per loro, purtroppo nella vita gli errori soddisfazioni sono sicuramente tante. Ma... se vi di cucina e non, sono venute a trovarci. Sì, perché Alice è un puoi nemmeno moltiplicare una ricetta, per fare un esempio si possono fare e si possono avere momenti di non lucidità. ritrovaste al punto di partenza e doveste scegliere ristorante in cui arrivano anche persone che leggono un certo stupido. Dopodiché, è necessario iniziare dalla base e con S. Mi unisco a Viviana in queste considerazioni ed aggiungo un altra strada, cosa vorreste fare? tipo di guide. E ancora sì, infine, perché io e Viviana siamo grande umiltà, cosa che spesso manca. Il nostro è un lavoro l esperienza di collaborazione con un associazione di donne quasi sempre presenti e le persone che arrivano sono contente di gavetta, è importante apprendere un metodo e metterci la che aiutano le donne: Fuori dal Mondo. Speriamo l anno V. Mi dovrei reinventare veramente, so fare solo questo di trovarci qui, dove siamo le protagoniste di noi stesse. passione. Se lo scegli per egocentrismo o per moda, meglio prossimo di poter fare qualcosa di concreto per chi sta vivendo Mi piacerebbe semplicemente insegnare, quindi fare una vita abbandonare subito. un momento incredibile della propria vita a causa delle più tranquilla. Andare al mattino a insegnare in qualche -Cosa vi sentireste di consigliare a un giovane che ama calamità naturali che hanno colpito il Centro Italia di recente. istituto e tornare a casa la sera. cucinare e che si interroga sul suo domani? -Il food è anche, e sempre più, un mezzo potente di aiuto S. Io non ho dubbi, ma proprio nessuno: la ballerina. sociale, al centro di iniziative che hanno lo scopo di -Un consiglio alle donne che non hanno molto tempo S. Cominciare ad andare al mercato, o dal contadino. Credo riabilitare, di includere, o di dare un concreto sostegno da dedicare alla cucina ma che si trovano a doverlo 48 49

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28 Top in raso. Pantaloni ampi in viscosa fluida con stampa geometrica. Maglia a rete in cotone con righe a contrasto. Gonna ampia in viscosa devoré stampata. Collana corta in ottone e legno

29 UN LUOGO APERTO IN UNO SPAZIO CHIUSO MUDEC Il progetto del Museo delle Culture di Milano ha avuto origine negli anni 90 da un operazione di recupero di archeologia industriale nell area dell ex fabbrica Ansaldo, in zona Tortona, un vero e proprio monumento di archeologia industriale riportato a nuova vita per accogliere laboratori, studi e nuovi spazi creativi. Il Mudec oggi si presenta come un area espositiva di mq sviluppata, al primo piano, intorno a una grande piazza centrale coperta che ospita le opere della collezione permanente e le sale dedicate alle grandi mostre temporanee. Completa lo spazio l auditorium, un teatro da trecento posti dedicato alle performance e alle arti visive, e un piano terra, destinato all accoglienza, dotato di bistrot, design store, sala Forum, sala conferenze, spazio per la didattica, e laboratorio di restauro. Il Mudec ha pensato anche ai suoi visitatori più curiosi allestendo un area appositamente dedicata ai bambini, avvicinando anche i più piccoli alle diverse culture del mondo attraverso attività ludiche, postazioni multimediali e laboratori manuali. Il Museo delle Culture, concepito in un contesto socio-economico molto diverso dall attuale, ha dovuto essere ripensato alla luce di una complessità forse non immaginabile alla fine degli anni Novanta. La vocazione interculturale che lo ha ispirato trova oggi la sua espressione in un progetto ideato per offrire al visitatore grandi mostre internazionali costantemente affiancate a un immenso patrimonio etno-antropologico delle collezioni del Comune di Milano. Il Mudec si afferma oggi come un luogo aperto in uno spazio chiuso di grande suggestione, i cui obiettivi possono essere riassunti nella ricerca e tutela delle espressioni di cultura materiale e immateriale delle popolazioni non europee, nella promozione della partecipazione pubblica alla valorizzazione del patrimonio passato, presente e futuro del museo, e nella promozione di un dialogo attivo con le comunità di riferimento

30 MODA E COSTUME UN DIALOGO CONTINUO CON L ARTE Vi sono luoghi di sorprendente ricchezza culturale in cui è piacevole perdersi per ore, passando da un ambiente all altro, arricchendo il proprio bagaglio di conoscenze. Luoghi da esplorare e in cui aver voglia di tornare. Dove le diverse culture s incontrano e regalano l esclusiva possibilità di conoscere mondi vicini e lontani, nel tempo e nello spazio. Indossare la moda e approfondire l origine della passione per essa, scegliere abiti e accessori il cui uso affonda le radici nella storia dei popoli, in quella che è l origine della moda stessa: il costume. Usi e costumi che definiscono oggi l identità delle donne moderne

31 Cardigan jacquard in cotone. Top in crêpe-de-chine. Gonna con pieghe in cotone stampato. Sandali in pelle con fasce incrociate. Giacca jacquard. Blusa con fiocco in voile di cotone. Jeans in denim stretch

32 Abito block colour con gonna plissé. Cintura in pelle con fiore tridimensionale. Postina in pelle con doppio manico. Sandali in pelle con fasce incrociate

33 Abito in voile di cotone stampato. Stola lurex in lino e cotone. Postina in pelle con tracolla

34 Blusa in popeline di cotone con manica tulipano. Pantaloni culotte in lino cotone rigato. Clutch in drill stampato. Spolverino in suede. Camicia con rouches in voile di cotone. Pantaloni ampi in linocotone lavato

35 Blusa in popeline di cotone con manica tulipano. Pantaloni culotte in lino cotone rigato. Clutch in drill stampato

36 INTERVISTA CONSERVATORE MUSEO DELLE CULTURE - MUDEC CAROLINA ORSINI Incontriamo Carolina Orsini al Mudec, il nuovo Museo delle Culture di Milano di cui è curatrice e che ha da poco aperto le porte della sua collezione permanente alla città dando il via, al contempo, a un ampio programma di mostre, approfondimenti, programmi di ricerca, laboratori e corsi dedicati a tutte le culture del mondo. In un attimo ci immergiamo in un fiume di parole mentre camminiamo verso lo spazio fluido e luminoso dell Agorà, la piazza coperta al primo piano dell edificio progettato da Chipperfield, ideata come luogo di incontro fra le culture e la comunità e realizzata con una struttura in acciaio rivestito da un vetro opalino che permette un illuminazione naturale di giorno come di notte. Carolina è un archeologa esperta in studi etnostorici e iconografici delle civiltà precolombiane, l insieme delle culture indigene dell America Centrale e andina che si svilupparono tra il terzo millennio a.c. e l inizio dell avanzata spagnola nel Nuovo Mondo. Con alle spalle vent anni di esperienza sul campo in America del Sud, la nostra ricercatrice è affabile, simpatica e soprattutto preparatissima. Staremmo ore ad ascoltarla. Stare con lei anche pochi minuti è una preziosa iniezione di cultura. Aggirandoci insieme nel corridoio che introduce alle esposizioni, alle spalle di alcuni meravigliosi pezzi della collezione permanente, approfondiamo il suo punto di vista sulla moda da un punto di vista antropologico, come fatto di costume: la moda come parte della storia di una civiltà in continuo divenire. Così come esploriamo i margini di contaminazione, sovrapposizione e collaborazione tra due mondi in dialogo costante: moda e arte

37 -Possiamo definire la moda una forma d arte? La moda non è una forma d arte, ma è molto, molto di più! La moda è un fatto sociale importantissimo. È un modo di esprimere, davanti ad un pubblico, il proprio stato sociale ed economico, la propria posizione dal punto di vista etnico. In questo senso sarebbe più corretto parlare di costume, un fenomeno che include la moda e che si esprime anche attraverso l abito. E l abito è un elemento costitutivo dell essere sociale, nel passato come nel presente. Particolarmente in certe epoche e in alcuni luoghi, certo, ma il suo valore è assoluto. Si tratta di un veicolo di identità, di un messaggio forte, primario, direi vitale. -Più che una forma d arte, quindi, una forma di comunicazione? Assolutamente sì. L abito è una forma di comunicazione come gli altri potente ed efficace; uno strumento che definisce, afferma uno status, un appartenenza. Che protegge, o che al contrario può uccidere, poiché identifica. Che sia sul campo di battaglia o in altri frangenti, in fondo poco cambia. Si tratta sempre di un affermazione di parte, in pratica di uno strumento politico. L abito permette di capire a prima vista chi abbiamo di fronte, senza barriere linguistiche: è un tipo di comunicazione non verbale che è sempre stata efficace. -L identità sociale passa quindi attraverso l abito. In pratica l abito fa il monaco? (Sopra e a destra) Abito da teatro di tipo karaori (letteralmente tessitura cinese ) Secc. XVIII/ XIX - Giappone Seta broccata con doratura Mudec Museo delle Culture, Milano (GIAP 953) (Sotto) Borsa Sec. XIX (seconda metà) - Giappone Carta Mudec Museo delle Culture, Milano (GIAP 722) Sì, l abito fa il monaco. Perché attraverso l abito io mi identifico immediatamente rispetto all altro e definisco così la mia identità sociale. Nell antico Perù gli abiti erano spesso oggetto di furti e rubare un tessuto significava rubare l identità di qualcuno o di un gruppo. In tessuti erano anche richiesti, e pagati, i tributi. E infatti il rubarli rappresentava uno dei crimini più gravi che si potessero commettere. I tessuti rappresentavano una forma di vera ricchezza. -Moda e costume, arte, comunicazione Si tratta di mondi profondamente intrecciati. Che si contaminano fino a confondere i confini dell uno nell altra Certamente sì. Il costume, più dell effimera moda, è quel 70 71

38 Abito da teatro di tipo karinigu Secc. XVIII/ XIX - Giappone. Seta, oro Mudec Museo delle Culture, Milano (GIAP 954) mezzi di espressione, maggiormente svincolati dall immagine. Oggi c è una libertà diversa anche tra le popolazioni native, inimmaginabile in passato e interiorizzata soprattutto dalle nuove generazioni. Ho incontrato giovani indios che vivono sull altipiano andino e che vestono in alternanza gli abiti comuni dei giovani occidentali moderni come jeans, maglietta e pullover, e gli abiti tradizionali. L ideale di vita promulgato dai media laggiù è quello occidentale, quindi cercano di incarnare quel tipo di immagine. E, al contempo, questa libertà di scelta li spinge a riappropriarsi della loro originaria identità, con una nuova consapevolezza e, devo dire, con estrema naturalezza. Tenendo conto che l abito tradizionale è generalmente piuttosto complicato da indossare, pesante e ingombrante (sorride), si tratta di una libertà conquistata e della realizzazione della massima aspirazione: quella di scegliere ogni giorno la propria identità e di dire oggi mi sento così, oggi mi sento in un altro modo. Una cosa che permette di esprimere una gamma di sentimenti e una diversa appartenenza, perfetta per il mondo globalizzato in cui viviamo. -Il colonialismo ha inoltre permesso ai riferimenti etnici, così come ad altri elementi primitivi, di giungere in Occidente ed essere reinterpretati. In ogni caso, nell evoluzione dei tempi e nei diversi luoghi del mondo, moda e costume mantengono inalterato un certo potere. L abito ha sempre avuto nei popoli la funzione di agire sul corpo, modificandolo. Il suo scopo è diventato molto più determinante della sua originaria funzione di protezione, anche invasivo. Pensiamo alle calzature costruite per elevare o che costringevano il piede a rimanere piccolo; a busti e corpetti che stringevano la vita, alle vesti che facevano assomigliare a certi animali per generare rispetto e timore. La stessa body art si presenta come evoluzione naturale di pratiche primitive nate con lo scopo di modulare il corpo e comunicare la propria identità, come accade ancora in alcune parti del mondo. È il caso delle donne birmane, o donne giraffa, nel nord ovest della Thailandia, il cui collo è costretto in cerchi di ottone che deformano le clavicole fin dalla tenera età e per sempre. Oggi poche usanze del genere rimangono intatte, e spesso perdono comunque il loro principio ispiratore, diventando solo mode. Nella nostra società, secondo me, assistiamo a un depauperamento del valore del costume come veicolo di cultura. Le persone sono coinvolte in dinamiche commerciali che reiterano cicli di mode brevissimi. In passato l abito per molti era un bene prezioso, e spesso era per tutta la vita. Oggi c è chi preferisce gettarlo via e comprarne uno nuovo, piuttosto di reindossarlo. fatto sociale in cui si depositano tutti questi valori e saperi così come le aspettative e le aspirazioni di un gruppo. Valori estetici e di contenuto, saperi tecnici e intellettuali, anche esoterici. I tessuti precolombiani testimoniano che i tessitori andini furono fra i più abili che la storia conosca, capaci di riprodurre motivi altamente complessi che diventavano essi stessi strumenti di conoscenza, autentici supporti visivi alla scrittura. Sui tessuti erano apposti anche i simboli araldici e perfino illustrati i calendari, conferendo grande potere a chi li indossava poiché chi conosceva lo scorrere del tempo ne governava il controllo. -Da una tale ricchezza di conoscenza e di artigianalità la moda ha continuato ad attingere e la storia del costume è segnata dall innamoramento per mutevoli orizzonti culturali. Una continua rigenerazione di usanze che continuano a esprimere identità, ma in modi differenti rispetto al passato e con una rinnovata libertà. Il costume, con tutto il suo portato sociale, era un veicolo di comunicazione molto potente ma rappresentava anche una gabbia in cui le persone erano costrette ad attenersi a determinate leggi e canoni prestabiliti. L abbigliamento è diventato in epoca moderna una scelta individuale: le persone si vestono come vogliono e hanno a disposizione molti altri Manifattura di Kyoto Kimono da matrimonio Autore: Nakae (? 1982) Giappone Mudec Museo delle Culture, Milano (GIAP 1574) Sandali da bagno turco Sec. XIX (fine) - Nord Africa Legno, madreperla Mudec Museo delle Culture, Milano (ISL 432) 72 73

39 SPRING SUMMER 17 ISSUE Giacca: R306A1 035P Top: D189A0 040Q Pantaloni: P XJ Scarpe: N321S0-547A Collana: H799E0 270A Giacca: R035A Gonna: 1066A Scarpe: N323S0 079A Borsa: Z150E0 175A Spolverino: F036A0 030U Top: 2721A0 048S Borsa: Z151E0 175A Stola: S226E0 467A Occhiali: X337E0 092A Occhiali: X338E0 092A Blusa: 2738A Pantaloni: P065A 1 041T Collana: H013E0 415A (a sinistra) Spolverino:8678A Abito: 7010A0 320K Abito: 7267A1 028S Abito: 7296A0 050S Collana: H001E0 710A Borsa: Z149E0 175A (a destra) Blusa: 5183A0 319U Pantaloni: P085A0 319U Spolverino: 8686A Borsa: Z150E0 175A Tunica: 7280A0 309U Cintura: B113E0 980A Borsa: Z150E0 175A Occhiali: X336E0 092A (a sinistra) Abito: 7294A0 306K (a destra) Abito: 7281A0 309U Collana corta: H000E0 146A Collana lunga: H002E0 149A Camicia: 5178A0 309W Blusa: 2726A0 024Q Pantaloni: P095A 1 321N Borsa: Z107E0 329R Collana: H013E0 415A Occhialli: X338E0 092A Top: D189A0 040Q Pantaloni: P072A0 309U 74 75

40 SPRING SUMMER 17 ISSUE (a sinistra) Gonna: 1061A0 320K Top: 2728A0 024K Gonna: 1061A0 320K Maglia: M017D0 883M Maglia: M018D0 883M Gonna: 1056A Collana: H000E0 146A (a destra) Giacca: R035A Top: 2731A0 05XJ Pantaloni: P XJ Spolverino: 8684A Camicia: 5186A0 024K Spolverino: 8684A Blusa: 2727A0 024Q Pantaloni: P068A1 05VJ Spolverino: 8677A1 035P Camicia: 5182A Pantaloni: P068A1 05VJ Occhiali: X338E0 092A Blusa: 2727A0 024Q Pantaloni: P059A Occhiali: X336E0 092A Borsa: Z107E0 329R Abito: 7268A0 040N Occhiali: X337E0 092A Abito: 7268A0 040N Abito: 7263A1 031W Borsa: Z150E0 175A Cintura: B118E0 985A Abito 7010A1 313K Stola: S223E0 469A Borsa: Z150E0 175A Spolverino: 8678A Spolverino: 8678A Cardigan: M716D0 928M Pantaloni: P058A0 014N Scarpe: N955S

41 Spolverino: 8678A Top: D192A Spolverino: 8678A Top: D192A Pantaloni: P XJ Occhiali: X337E0 092A Borsa: Z150E0 175A CARACTÈ RE THE STORES Blusa: 2749A0 024K Pantaloni: P065A0 014N Cintura: B113E0 980A Blusa: 2749A0 024K Pantaloni: P065A0 014N Occhiali: X336E0 092A Cintura: P065A0 014N - Miroglio - Piazza della Scala, via Verdi , Milano Caractère - Corso Italia 20, Trieste Caractère - Via Mazzini 24, Verona Caractère - Via Dante 80, Bari Caractère - Via Libertà 24, Palermo Caractère - Corso Nicotera 63, Lamezia Terme Caractère - Corso Garibaldi 28, Reggio Calabria Caractère - Via Vittorio Veneto 55, Crotone Tunica: 7280A0 309U Cardigan: M716D0 928M Camicia: 5183A1 319U Pantaloni: P XJ Cintura: B113E0 980A Scarpe: N323S0 079A 78 79

42 Concept and Art Direction: Claim Brand Industry Photography: Davide Vagni, Simple AG. Styling: Peter Cardona Hair: Luce Tasca Make up: Jo Sanna Lithography: Colore due, Milano Paper: carta Fedrigoni Splendorgel Extra White 140 gr. Cover: carta Fedrigoni Splendorgel Extra White 300 gr. Printed in Italy: Grafiche Antiga Special thanks to: Mudec, Museo delle Culture - Milano. Carolina Orsini, Senior Curator Mudec. Ristorante Alice - Milano, Viviana Varese e Sandra Ciciriello. Hotel Borgonuovo - Chiaravalle. Stazione Centrale Milano - Centostazioni. 80

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