RaPPoRTo SULLE TaRIFFE anno DEL SERVIZIo IDRICo InTEGRaTo E DEL SERVIZIo DI RaCCoLTa E SMaLTIMEnTo RIFIUTI

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1 RAPPORTO SULLE TARIFFE DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO E DEL SERVIZIO DI RACCOLTA E SMALTIMENTO RIFIUTI anno 2014

2 Il presente lavoro, realizzato da REF Ricerche per conto di Unioncamere Piemonte, analizza i dati contenuti nel Repertorio amministrativo delle Tariffe e degli Atti ufficiali dei Servizi Pubblici locali (Repertorio TASP), strumento di trasparenza e pubblicità delle tariffe praticate alle utenze finali (consultabile liberamente all iirizzo piemonte.repertoriotariffe.it). Attraverso il Repertorio TASP è possibile conoscere la spesa delle imprese per il servizio idrico e per la raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani nei Comuni con più di abitanti e accedere a delibere e regolamenti del servizio. Consultao il Repertorio TASP è possibile inoltre ottenere informazioni sulle tariffe praticate, sulle agevolazioni e le scontistiche riservate a particolari categorie di utenza e sulle coizioni generali del servizio. Il Repertorio TASP contiene informazioni desunte da una pluralità di fonti, quali deliberazioni dell organo competente (Autorità d Ambito, Giunta Comunale, Consiglio Comunale), siti internet delle istituzioni e dei gestori del servizio. Il Rapporto è stato curato da Donato Berardi e Samir Traini di REF Ricerche e redatto da Francesca Signori. Gli autori desiderano ringraziare per il sostegno e per il coordinamento dei lavori la dott.ssa Sarah Bovini e la dott.ssa Elena Porta (Unioncamere Piemonte). Tutte le elaborazioni sono realizzate sulla base delle informazioni disponibili a ottobre

3 INDICE INDICE CAPITOLO 1 - Servizio Idrico Integrato Assetto istituzionale: quadro nazionale e regionale La tariffa del servizio idrico integrato La spesa nei capoluoghi: Piemonte e Italia a confronto Oltre la spesa: la qualità del servizio La spesa annua in Piemonte Famiglie e imprese: le differenze L aamento della spesa per il SII Nota metodologica Appeice CAPITOLO 2 - Servizio di Raccolta e Smaltimento Rifiuti solidi urbani Assetto istituzionale e organizzazione del servizio: il quadro nazionale Assetto istituzionale e organizzazione del servizio: il quadro regionale La spesa nei capoluoghi: Piemonte e Italia a confronto Oltre la spesa: la qualità del servizio La spesa annua e le sue determinanti Famiglie e imprese: le differenze L impatto della TARI Nota metodologica Appeice BIBLIOGRAFIA

4 CAPITOLO 1: Servizio IDRICO INTEGRATO Assetto istituzionale: quadro nazionale e regionale Le Regioni mantengono invece il potere di iirizzo e programmazione del settore, il compito di vigilare sulle attività degli Enti di governo d ambito e i poteri sostitutivi di commissariamento nei casi di inerzia o inadempienza dei compiti loro assegnati. ALL AEEGSI IL RUOLO DI REGOLATORE NAZIONALE DEL SETTORE IDRICO L assetto istituzionale del settore idrico, a lungo disciplinato dalla Legge Galli (L. 36/1994), ha subito una profoa modifica prima con l abolizione delle Autorità di Ambito 1, poi con l attribuzione del ruolo di regolatore nazionale all Autorità per l energia elettrica, il gas e il sistema idrico 2 (AEEGSI). Sul versante della regolazione nazionale, il nuovo soggetto competente, ovvero L AEEGSI, ha un ventaglio di compiti e responsabilità piuttosto ampio, come specificato nel D.P.C.M. del 20 Luglio Più nel dettaglio deve occuparsi dei temi della qualità del servizio, con la definizione dei livelli minimi e degli obiettivi, degli aspetti di vigilanza sulle modalità di erogazione del servizio, nonchè della definizione dei criteri e dei metodi per la determinazione delle tariffe. In particolare, sul versante tariffario, l AEEGSI definisce le componenti di costo, predispone il metodo, verifica la corretta redazione del Piano d Ambito e approva le tariffe proposte dal soggetto competente che resta l Autorità locale, come riformata. Sul piano della regolazione locale, i soggetti competenti in tema di programmazione degli investimenti e definizione delle tariffe erano le Autorità D Ambito Territoriali Ottimali (AATO) 3. Con la loro abolizione le competenze sono state riassegnate alle Regioni, ma il cambiamento è stato molto spesso puramente formale: le Regioni hanno provveduto a riattribuire le funzioni esercitate dalle vecchie AATO, nel rispetto dei principi si sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza, lasciao il più delle volte invariati i confini geografici, ma cambiao l assetto istituzionale, in quanto i nuovi Enti sono dotati di personalità giuridica. Come ribadito anche nell agosto 2014 dallo Sblocca Italia, a tali soggetti spettano la programmazione degli investimenti e la definizione delle proposte tariffarie. 1. d.l. 2/2010, convertito nella l. 42/2010, ha stabilito la soppressione delle Autorità di Ambito Territoriale Ottimale (AATO) a far data da Gennaio 2011, termine più volte posticipato e infine fissato al 31 dicembre Ad opera del decreto Salva Italia, il d.l. 201/ ove queste non erano state istituite, la gestione restava in capo al fornitore storico in base a clausole di salvaguardia o veniva gestito in economia dai Comuni stessi 4

5 Assetto istituzionale: il quadro regionale La Regione Piemonte aveva recepito la legge Galli già nel 1997 con L.R. 13/97 che definiva l assetto istituzionale e identificava gli ATO, a capo dei quali erano state istituite le Autorità di Ambito. Si tratta di 6 amiti, non coincidenti con i confini provinciali, ma funzionali alla rappresentazione a livello territoriale della domaa di servizio idrico integrato delle popolazioni in essi residenti, ovvero: ATO 1: Verbano, Cusio, Ossola, Pianura Novarese; ATO 2: Biellese, Vercellese, Casalese; ATO 3: Torinese; ATO 4: Cuneese; ATO 5: Astigiano, Monferrato; ATO 6: Alessarino. in tema di servizio idrico integrato e di gestione integrata dei rifiuti urbani. Nello specifico, con riferimento al servizio idrico, la normativa regionale, diversamente dal disegno di legge originario, ha confermato gli ATO previsti nella L.R. 13/97 e ribadito la titolarità in capo agli enti locali delle funzioni di organizzazione del servizio, determinazione delle tariffe e affidamento della gestione, fatte salve le competenze di Regione e Province in materia di pianificazione e programmazione. L organizzazione del settore è costruita quii sulla base di convenzioni tra Province e Comuni, mentre dal punto di vista operativo, gli ATO sono al loro interno suddivisi in bacini tariffari. In seguito alla soppressione delle AATO, la Regione Piemonte con la L.R. 7/2012 è intervenuta nuovamente ASSETTO ORGANIZZATIVO IN PIEMONTE Composizione degli ATO numero comuni numero bacini numero gestori ATO 1 Verbano, Cusio, Ossola, Pianura Novarese No, vb ATO 2 Biellese, Vercellese, Casalese al, bi, vc ATO 3 Torinese to ATO 4 Cuneese cn ATO 5 Astigiano, Monferrato at ATO 6 Alessarino al TOTALE Fonte: elaborazione REF Ricerche su dati Unioncamere Piemonte 5

6 La tariffa del servizio idrico integrato Al di là della redistribuzione dei compiti tra diversi soggetti, sul versante tariffario poco o nulla è cambiato: la struttura della tariffa è definita sulla base di disposizioni normative ormai datate, come ad esempio, nel caso dell acquedotto, i provvedimenti del Comitato Interministariale Prezzi risalenti alla prima metà degli anni Settanta 3 che stabilivano la natura binomia della tariffa, ovvero composta da una quota fissa destinata a finanziare i costi di manutenzione dello strumento di misura e dell attività di lettura dei consumi - per questo definita nolo contatore - e una quota variabile, articolata su blocchi crescenti di consumo. Per i servizi di fognatura e depurazione, invece, la tariffa venne istituita nel 1976 (Legge 319/1976) e prevedeva una quota, quella di fognatura, commisurata alla quantità di acqua effetivamente scaricata e una quota, quella di depurazione, definita in funzione della quantità e qualità delle acqua scaricate. I corrispettivi, fissati e periodicamente aggiornati ex lege 4, non prevedevano distinzioni geografiche e risultavano molto spesso insufficienti a coprire i costi, tanto da determinare situazioni deficitarie. I successivi interventi normativi hanno apportato modifiche solo marginali al tema dell articolazione tariffaria, come l eliminazione 5 del Minimo Impegnato e la sostituzione del canone per il nolo contatore con una quota fissa. La legge Galli di riforma del servizio idrico (L. 36/1994) e il Metodo Normalizzato (MN) da questa previsto, intervengono sulla definizione della tariffa, stabileo i criteri per la determinazione della cosiddetta Tariffa reale Media (TRM) 6, ma lasciano alle Autorità di Ambito (AATO) il compito di articolare la tariffa tra diverse categorie di utenza e sui diversi scaglioni di consumo. Molto spesso le AATO hanno reiterato la struttura sino ad allora utilizzata. La tariffa applicata alle utenze prevede cioè: una differenziazione delle utenze in domestiche e non domestiche, queste ultime ulteriormente distinte in base alle tipologia di attività svolta e quii alla destinazione d uso della risorsa (agricolo, artigianale, commerciale, iustriale), quote fisse di acquedotto e di fognatura e depurazione (espresse in euro/anno), i cui corrispettivi possono eventualmente essere differenziati su scaglioni di consumo in funzione del volume annuo prelevato 7 e distinti in base al segmento, quote variabili (espresse in euro/m3), suddivise per servizio di acquedotto, fognatura e depurazione e a loro volta, nel caso della quota variabile di acquedotto, articolate per scaglione di consumo a corrispettivi crescenti. la tariffa e articolata per categorie d uso, distinta in quote e differenziata per segmento Con riferimento ai servizi di fognatura e depurazione è opportuno segnalare la distinzione tra le utenze cosidette civili, ovvero le domestiche e quelle ad esse assimilate per qualità e quantità dei 3. Provvedimenti CIP nn. 45 e 46 del 1974 e n. 26 del Nella versione originale della legge, i corrispettivi avrebbero dovuto essere fissati dalle Regioni sulla base di formule predisposte dal Ministero. 5. Delibera n. 52/2001 del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica che aveva nel frattempo acquisito le competenze del soppresso Comitato Interministeriale Prezzi. 6. Dal punto di vista operativo, la TRM è il risultato di calcoli effettuati sui costi modellati derivanti dal Piano d Ambito ed in particolare dal piano degli investimenti; la formula di calcolo degli adeguamenti è costruita in modo da incentivare un aumento di produttività da raggiungere attraverso il contenimento dei costi e non l aumento dei ricavi. 7. In alcuni casi, gli scaglioni di consumo sono distinti sulla base della potenza installata, misurata in termini di diametro del contatore o di portata oraria. 6

7 Con l approvazione del Metodo Tariffario Idrico (MTI) per il biennio c è stato un primo tentativo da parte dell AEEGSI di intervenire sull articolazione tariffaria che si è tradotto nella possibilità di modificare la struttura dei corrispettivi, anche riduceo il numero di categorie d uso previste, purché ciò non comporti uno scostamento del gettito tariffario di ciascuna categoria di utenza superiore al 10%, in aumento o in diminuzione, e la quota fissa non ecceda il 20% del gettito complessivo del servizio stesso. acquedotto, fognatura e depurazione: i tre segmenti del servizio idrico integrato l aeegsi conferma l articolazione tariffaria con alcune modifiche sulla struttura delle quote quelle ad esse assimilate per qualità e quantità dei reflui, eventualmente distinte per categoria d uso come per l acquedotto, e le utenze iustriali. Per queste ultime, la tariffa è il risultato di formule parametriche che tengono conto della qualità e quantità del refluo scaricato. Con l avvento dell AEEGSI, anche la struttura tariffaria avrebbe dovuto subire delle modifiche, in quanto tra i compiti ad essa assegnati vi è anche quello di stabilire i criteri con cui la tariffa viene applicata alle utenze, nell ottica di incentivare un consumo che garantisca il rispetto degli obiettivi ambientali, di equità e di redistribuzione territoriale, in un percorso di graduale omogeneizzazione della struttura dei corrispettivi applicati agli utenti al fine di superare l elevata variabilità riscontrata nelle tariffe. Dalle iicazioni fornite, l AEEGSI ribadisce il divieto di applicare un consumo minimo impegnato alle utenze domestiche e prevede un articolazione della tariffa in: quota fissa iipeente dal consumo e distinta per ciascun servizio del SII quota variabile di acquedotto distinta in tariffa agevolata per i consumi essenziali delle sole utenze domestiche, cioè consumi fino a 30 metri cubi all anno, tariffa base, e da uno a tre scaglioni tariffari di eccedenza; quota variabile di fognatura e quota variabile di depurazione entrambe non modulate per scaglioni. Tale compito è stato tuttavia lasciato volontariamente incompiuto nel Metodo Tariffario Transitorio (MTT) per il biennio che prevedeva il mantenimento dell articolazione tariffaria vigente e impediva addirittura la possibilità di modificarne la struttura Tale posizione è rafforzata dalla disposizione del MTT secoo cui le tariffe eventualmente determinate per il 2013 dagli Enti d Ambito precedentemente all approvazione del MTT sono applicabili solo a patto che non sia stata modificata l articolazione tariffaria precedente. 7

8 La spesa nei capoluoghi: Piemonte e Italia a confronto La panoramica dei capoluoghi di Provincia piemontesi suggerisce una minore variabilità rispetto quanto riscontrato sull intero territorio nazionale e un livello di spesa per lo più inferiore o al più allineato al dato medio italiano. Il posizionamento in graduatoria varia a secoa del profilo, per effetto di una diversa articolazione tariffaria. Ad esempio, il Comune di Cuneo risulta particolarmente conveniente per l Albergo, mentre lo è meno per il parrucchiere e il ristotante. SPESA ANNUA NEI COMUNI CAPOLUOGo, anno 2013 Albergo, m3/anno euro/anno Comuni Media semplice Media poerata* * media regionale poerata sulla popolazione Fonte: elaborazione REF Ricerche su dati Unioncamere Piemonte e INDIS-Unioncamere 8

9 SPESA ANNUA NEI COMUNI CAPOLUOGo, anno 2013 Parrucchiere, 400 m3/anno euro/anno Comuni Media semplice Media poerata* * media regionale poerata sulla popolazione Fonte: elaborazione REF Ricerche su dati Unioncamere Piemonte e INDIS-Unioncamere SPESA ANNUA NEI COMUNI CAPOLUOGo, anno 2013 Ristorante, m3/anno euro/anno Comuni Media semplice Media poerata* * media regionale poerata sulla popolazione Fonte: elaborazione REF Ricerche su dati Unioncamere Piemonte e INDIS-Unioncamere 9

10 SPESA ANNUA NEI COMUNI CAPOLUOGo, anno 2013 Iustria alimentare, m3/anno euro/anno Comuni Media semplice Media poerata* * media regionale poerata sulla popolazione Fonte: elaborazione REF Ricerche su dati Unioncamere Piemonte e INDIS-Unioncamere POSIZIONAMENTO NEI CAPOLUOGHI, anno 2013 Ordinamento crescente al crescere della spesa Albergo Parrucchiere Ristorante INDUSTRIA ALIMENTARE Torino Vercelli Novara Biella nd nd ND Cuneo Verbania Asti Alessaria Fonte: elaborazione REF Ricerche su dati Unioncamere Piemonte e INDIS-Unioncamere 10

11 Oltre la spesa: la qualità del servizio QUALITÀ DEL SERVIZIO IDRICO la qualita del servizio mostra alcune criticita, soprattutto al sud Ad integrazione dell analisi sulla spesa è stato esaminato l importante tema della qualità del servizio che mette in luce forti criticità a livello nazionale: forte variabilità ed un elevato numero di Comuni capoluogo di Provincia al di sotto degli staard. Gli aspetti iagati riguardano la qualità tecnica, ovvero il livello delle perdite di rete e la quota di popolazione allacciata alla depurazione, e la qualità commerciale, che attiene agli aspetti del servizio, quali i tempi di attesa per le diverse attività richieste (allacciamento, intervento, risposta ai reclami) come si evince dalla Carta del servizio. I Capoluoghi piemontesi si caratterizzano per una buona qualità tecnica, ad eccezione di Cuneo dove pesano le elevate perdite di rete, pari al 41% rispetto ad una media nazionale del 32%, e di Alessaria dove invece pesa la quota di abitanti servita da impianti di depurazione, pari all 86%, tre punti in meno rispetto al dato medio registrato in Italia. Risulta invece non pienamente soddisfacente la qualità commerciale, influenzata negativamente soprattutto dalla durata delle sospensioni programmate. SERVIZIO IDRICO INTEGRATO: GIUDIZIO DI QUALITÀ Ordinamento crescente al crescere della spesa Città/COMUNE Qualità tecnica Qualità commerciale Valutazione complessiva Torino Vercelli Novara Biella Cuneo Verbania Asti Alessaria Scala di valutazione Ottimo (80-100) Accettabile (50-70) Pessimo (minore di 30) Buono (70-80)! Mediocre (30-50) Fonte: elaborazione REF Ricerche su dati INDIS-Unioncamere 11

12 La spesa annua in Piemonte La spesa sostenuta dalle imprese mostra una discreta dispersione, con un valore massimo pari a quasi tre volte quello minimo. Le differenze non sono ricoucibili alla dimensione comunale, tanto che la media semplice e la media poerata sono pressochè equivalenti, ma dipeono dal fatto che le tariffe sono definite a livello di bacino tariffario e quii sono trasversali sia rispetto ai confini provinciali che a quelli dell ATO. spesa annua delle imprese Spesa al lordo dell IVA, euro/anno, Anno 2013 Albergo Parrucchiere Ristorante INDUSTRIA ALIMENTARE Numero Di Comuni Popolazione Media Semplice Media Poerata Mediana Minimo Massimo Fonte: elaborazione REF Ricerche su dati Unioncamere Piemonte 12

13 SPESA ANNUA NEI COMUNI, ANNO 2013 Albergo, m3/anno euro/anno Comuni Media semplice Media poerata* TO VC NO CN AT AL BIVB *media regionale poerata sulla popolazione Fonte: elaborazione REF Ricerche su dati Unioncamere Piemonte e INDIS-Unioncamere SPESA ANNUA NEI COMUNI, ANNO 2013 Parrucchiere, 400 m3/anno euro/anno Comuni Media semplice Media poerata* TO VC NO CN AT AL BIVB *media regionale poerata sulla popolazione Fonte: elaborazione REF Ricerche su dati Unioncamere Piemonte e INDIS-Unioncamere 13

14 SPESA ANNUA NEI COMUNI, ANNO 2013 Ristorante, m3/anno Comuni Media semplice Media poerata* euro/anno TO VC NO CN AT AL BIVB *media regionale poerata sulla popolazione Fonte: elaborazione REF Ricerche su dati Unioncamere Piemonte e INDIS-Unioncamere SPESA ANNUA NEI COMUNI, ANNO 2013 Iustria alimentare, m3/anno euro/anno Comuni Media semplice Media poerata* TO VC NO CN AT AL BIVB *media regionale poerata sulla popolazione Fonte: elaborazione REF Ricerche su dati Unioncamere Piemonte e INDIS-Unioncamere 14

15 Famiglie e imprese: le differenze Le scelte in tema di articolazione tariffaria, ovvero numero degli scaglioni e differenza di aliquota tra scaglioni successivi, oltre che ovviamente il livello medio dell aliquota, determinano il livello complessivo della spesa sostenuta dalle utenze, nonché la relatività tra esse. Una importante classificazione delle utenze è quella tra domestiche e non domestiche: per capire il carico tariffario che ciascuna categoria sostiene, la spesa sostenuta dai diversi profili di utenza in ciascun Comune viene iicizzata rispetto alla media regionale. Utilizzao poi un diagramma cartesiano si riportano in ascissa il valore iice calcolato come media dei tre profili domestici, mentre in ordinata quello calcolato sui quattro profili delle imprese. In questo modo è possibile leggere innanzitutto il posizionamento di ciascun Comune rispetto alla media: nel primo e nel terzo quadrante troviamo i Comuni in cui la spesa è rispettivamente superiore e inferiore alla media per entrambe le tipologie di utenza. Negli altri due quadranti, le situazioni miste e, nello specifico, nel secoo si localizzano i Comuni in cui le imprese sostengono una spesa superiore alla media e le famiglie una spesa inferiore alla media, mentre nel quarto quelli dove la spesa è maggiore alla media per le famiglie e inferiore per le imprese. Un secoo interessante aspetto, trasversale rispetto ai quadranti, è il posizionamento rispetto alla bisettrice che rappresenta i punti in cui il costo del servizio viene equamente ripartito tra famiglie e imprese: i Comuni alla destra sono quelli in cui la spesa sostenuta dalle famiglie è relativamente maggiore rispetto a quella delle imprese e, in maniera speculare, a sinistra troviamo quelli in cui il costo del servizio è sostenuto principalmente dalle imprese. La lettura della Tavola mostra per Torino una spesa relativamente speriore per le famiglie, mentre per gli altri capoluoghi una convenienza relativa delle famiglie. I Comuni di Verbania e Vercelli, invece, mostrano un equa ripartizione del carico tra le due categorie di utenza. SPESA ANNUA INDICIZZATA, ANNO 2013 Numeri iici, media regionale = II quadrante I quadrante famiglie < imprese Alessaria Asti IMPRESE 100 Cuneo Novara Vercelli Verbania Torino famiglie > imprese III quadrante IV quadrante FAMIGLIE Fonte: elaborazione REF Ricerche su dati Unioncamere Piemonte 15

16 L aamento della spesa per il SII nel 2013 e degli investimenti contenuti nel Piano d Ambito, di un coefficiente di variazione tariffario, detto teta, da applicare alle tariffe in vigore nel 2012, prima dell avvento dell AEEGSI. Il coefficiente, che può assumere un valore massimo pari a 1,134 10, pari cioè ad un incremento annuo del 6,5% sia nel 2012 che nel 2013, è calcolato dall AATO (o dall ente competente in materia tariffaria) e proposto all AEEGSI per l approvazione definitiva. Le tariffe sono definite sulla base del metodo stabilito dall AEEGSI: i cosidetti Metodo Tariffario Transitorio (MTT) e Metodo tariffario transitorio per le gestioni ex - CIPE (MTC) definiscono le modalità di calcolo, sulla base dei costi reicontati dal gestore In Piemonte, tutte le Autorità di Ambito hanno provveduto a deliberare il valore del moltiplicatore tariffario per il 2013, differenziato in base al gestore del servizio e cioè al bacino tariffario. Nella maggior parte dei casi l AEEGSI ha provveduto all approvazione definitiva, confermao, ad eccezione di 7 Comuni, il valore approvato dall Autorità locale. I moltiplicatori tariffari hanno determinano una variazione annua della tariffa assai variabile, con alcuni Comuni che hanno registrato incrementi molto contenuti ed altri invece che hanno messo a segno l incremento massimo consentito dal MTT. l incremento della spesa nel 2013 Var. %, 2013/ % 12% 10% 8% 6% 4% 2% Var.% 0% *media regionale poerata sulla popolazione Fonte: elaborazione REF Ricerche su dati Unioncamere Piemonte 9. Il metodo transitorio si occupa, in realtà, anche delle tariffe del 2012, sulle quali verrà calcolato l eventuale conguaglio applicato nel Nel caso in cui il coefficiente calcolato superi il tetto massimo, la disciplina prevede che sia disposta un istruttoria per accertare, con il coinvolgimento degli Enti d Ambito, i dati forniti, la corretta applicazione del metodo tariffario transitorio e l efficienza del servizio di misura, prevedeo che il recupero degli eventuali ricavi spettanti avvenga con il meccanismo di perequazione ( ) e in attesa del completamento dell istruttoria, il gestore applicherà in via provvisoria la variazione tariffaria massima. 11. E inoltre disponibile il valore deliberato da un gestore, pari a 1,0830, ma valido per le sole tariffe di acquedotto. 16

17 Il moltiplicatore tariffario adottato è applicato in maniera trasversale a tutte le aliquote tariffarie: ciò comporta che l aumento della spesa sarà uguale per tutte le categorie considerate. Vista la struttura organizzativa del servizio e l adozione di coefficienti legati al bacino tariffario, la variazione annua a livello provinciale (e a livello di ATO) non è omogenea. Nelle Tavole seguenti sono sintetizzati i valori di media semplice e poerata calcolata con riferimento al territorio provinciale e a quello dell ATO. spesa annua delle famiglie Spesa al lordo dell IVA, euro/anno, Anno 2013 Num. comuni popolazione media media semplice poerata Torino ,0% 8,0% Vercelli ,6% 7,8% Novara ,6% 5,6% Biella ,6% 7,5% Cuneo ,1% 4,1% Verbania ,5% 10,7% Asti ,0% 4,4% Alessaria ,5% 4,3% ATO 3 Torinese ,0% 8,0% ATO 2 Biellese, Vercellese, Casalese ,1% 7,4% ATO 1 Verbano, Cusio, Ossola, P. N.se ,3% 5,3% ATO 4 Cuneese ,6% 7,5% ATO 5 Astigiano, Monferrato ,1% 4,1% ATO 6 Alessarino ,5% 10,5% Fonte: elaborazione REF Ricerche su dati Unioncamere Piemonte 17

18 L impatto del Metodo Tariffario Idrico sulle tariffe 2014 Il Metodo Tariffario Idrico (MTI) adottato dall AEEGSI per il biennio ripree quanto stabilito con in metodo transitoro e definisce le modalità di calcolo del coefficiente teta. Anche in questo caso l AEEGSI stabilisce come soglia critica una variazione annua del 6,5% o del 9% a secoa della situazione infrastrutturale e degli investimenti previsti nel Piano d Ambito. Qualora si voglia applicare un incremento maggiore occorre accedere ad una specifica istruttoria. In Piemonte, tutte le Autorità di Ambito hanno provveduto a deliberare il valore del moltiplicatore tariffario per il 2014 e il 2015, ma solo per due ATO (Torinese e Astigiano, MOnferrato) l AEEGSI ha provveduto all approvazione definitiva. A differenza di quanto previsto nel MTT, nel nuovo metodo le Autorità di Ambito, in accordo con il gestore, avrebbero potuto modificare l articolazione tariffaria applicata alle utenze. Di conseguenza, la variazione, calcolata rispetto al 2013, è teorica e potrebbe essere applicata non in modo trasversale a tutte le categorie di utenza. I moltiplicatori adottati dalle Autorità locali hanno determinato incrementi tariffari molto diversi tra loro: in alcuni casi contenuti, pari ad appena lo 0,3%, in altri casi pari al massimo consentito senza l accesso alla fase di istruttoria: nel grafico è illustrato l incremento medio calcolato a livello provinciale. L aamento della SPESA nel 2014 Var. % 2014/2013 9% 8% 7% 6% 5% 4% 3% 2% Media semplice Media poerata* 1% 0% TO VC NO CN AT AL BI VB * media regionale poerata sulla popolazione Fonte: elaborazione REF Ricerche su dati Unioncamere Piemonte 18

19 Nota metodologica L analisi della tariffe per il SII applicate a famiglie e imprese ha come oggetto i Comuni con almeno 5 mila abitanti: si tratta, in Piemonte, di 133 Comuni che interessano una popolazione di oltre 3 milioni di abitanti, distribuiti in maniera non omogenea sulle Province. L attività di ricognizione, avvenuta tramite la ricerca sui siti internet di AATO, Comuni e gestori e tramite la richiesta di collaborazione agli stessi, ha consentito di recuperare i prospetti tariffari vigenti nel 2013 di tutti i Comuni eccetto 3, ovvero una copertura del 99% rispetto all obiettivo, e la documentazione (delibere di approvazione delle tariffe degli Enti competenti e Regolamenti) di quasi il 90% della popolazione, come esplicitato nella Tavola. PIANO DELL INDAGINE: OBIETTIVI E REALIZZAZIONE Anno 2013 Num. Comuni OBIETTIVO REGOLAMENTO TARIFFE DELIBERA Popolazione Num. Num. Num. Comuni % Popolazione Comuni % Popolazione Comuni % Popolazione TO VC NO CN % 14 59% AT % 3 77% AL % BI VB Totale % % Fonte: elaborazione REF Ricerche su dati Unioncamere Piemonte L analisi dell articolazione tariffaria consente, per i motivi già citati, un confronto solo parziale; il solo modo per capire le differenze tra Comuni è quello di calare le diverse articolazioni tariffarie nei profili di utenza e ricostruire la spesa da queste sostenuta 12. Per tale motivo sono state selezionate alcune utenze tipo che si caratterizzano per il consumo annuo e per la tipologia di utenza, a sua volta legata alla categoria d uso. I profili tipo selezionati sono: struttura alberghiera, associata all utenza commerciale ove non presente l uso specifico, con un consumo di 8.000m3/anno; parruchiere, associato all utenza artigianale, con un consumo di 400 m3/anno; ristorante, associato all utenza commerciale, con un consumo di m3/anno; impresa di trasformazione alimentare, associato all utenza iustriale, con un consumo di m3/ anno 12. E opportuno segnalare che nel caso di strutture tariffarie con MI il valore di quest ultimo è fissato pari all 80% del consumo effettivo. 19

20 Appeice Per maggior completezza, in questa sezione sono riportati i livelli di spesa e le variazioni nell ultimo anno per tutti i Comuni censiti, divisi per Provincia. SPESA ANNUA NEI COMUNI DELLA PROVINCIA DI alessaria Imprese, Anno 2013 COMUNE Albergo Parrucchiere Ristorante Acqui Terme Alessaria Arquata Scrivia Casale Monferrato Castelnuovo Scrivia Novi Ligure Ovada Serravalle Scrivia Tortona Valenza INDUSTRIA ALIMENTARE Media semplice provinciale Media semplice regionale SPESA ANNUA NEI COMUNI DELLA PROVINCIA DI asti Imprese, Anno 2013 COMUNE Albergo Parrucchiere Ristorante Asti Canelli Costigliole d Asti Nizza Monferrato San Damiano d Asti Villanova d Asti INDUSTRIA ALIMENTARE Media semplice provinciale Media semplice regionale

21 SPESA ANNUA NEI COMUNI DELLA PROVINCIA DI biella Imprese, Anno 2013 COMUNE Albergo Parrucchiere Ristorante Biella* Caelo* Cossato* Trivero Vigliano Biellese* INDUSTRIA ALIMENTARE Media semplice provinciale Media semplice regionale *Sono previste tariffe a forfait, la cui struttura non è ricoucibile allo schema adotato SPESA ANNUA NEI COMUNI DELLA PROVINCIA DI cuneo Imprese, Anno 2013 COMUNE Albergo Parrucchiere Ristorante Alba Bagnolo Piemonte Barge Borgo San Dalmazzo Boves Bra Busca Canale Caraglio Cavallermaggiore Centallo Ceva Cherasco Cuneo Dronero Fossano Moovì Peveragno Racconigi Saluzzo Savigliano Sommariva del Bosco Verzuolo Villanova Moovì INDUSTRIA ALIMENTARE Media semplice provinciale Media semplice regionale

22 SPESA ANNUA NEI COMUNI DELLA PROVINCIA DI novara Imprese, Anno 2013 COMUNE Albergo Parrucchiere Ristorante Arona Bellinzago Novarese Borgomanero Cameri Castelletto sopra Ticino Cerano Galliate Gozzano Novara Oleggio Romentino Trecate Varallo Pombia INDUSTRIA ALIMENTARE Media semplice provinciale Media semplice regionale

23 SPESA ANNUA NEI COMUNI DELLA PROVINCIA DI torino Imprese, Anno 2013 COMUNE Albergo Parrucchiere Ristorante Almese Alpignano Avigliana Beinasco Borgaro Torinese Braizzo Bruino Bussoleno Buttigliera Alta Caluso Cambiano Caiolo Carignano Carmagnola Caselle Torinese Castellamonte Castiglione Torinese Cavour Chieri Chivasso Ciriè Collegno Cumiana Cuorgnè Druento Favria Gassino Torinese Giaveno Grugliasco Ivrea La Loggia Lanzo Torinese Leinì Luserna San Giovanni Moncalieri Montanaro Nichelino Nole None Orbassano INDUSTRIA ALIMENTARE

24 SPESA ANNUA NEI COMUNI DELLA PROVINCIA DI torino (...segue) Imprese, Anno 2013 COMUNE Albergo Parrucchiere Ristorante Pianezza Pinerolo Pino Torinese Piossasco Poirino Rivalta di Torino Rivarolo Canavese Rivoli San Benigno Canavese San Maurizio Canavese San Mauro Torinese Santena Settimo Torinese Strambino Susa Torino Trofarello Venaria Reale Vigone Vinovo Volpiano Volvera INDUSTRIA ALIMENTARE Media semplice provinciale Media semplice regionale SPESA ANNUA NEI COMUNI DELLA PROVINCIA DI verbano - cusio - ossola Imprese, Anno 2013 COMUNE Albergo Parrucchiere Ristorante Domodossola Gravellona Toce Omegna Verbania Villadossola INDUSTRIA ALIMENTARE Media semplice provinciale Media semplice regionale

25 SPESA ANNUA NEI COMUNI DELLA PROVINCIA DI vercelli Imprese, Anno 2013 COMUNE Albergo Parrucchiere Ristorante Borgosesia Crescentino Gattinara Santhià Serravalle Sesia Trino Varallo Vercelli INDUSTRIA ALIMENTARE Media semplice provinciale Media semplice regionale

26 CAPITOLO 2: Servizio di Raccolta e Smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani Assetto istituzionale e organizzazione del servizio: il quadro nazionale Ancora una modifica al quadro normativo che disciplina la materia dell imposizione locale. La Legge di stabilità per il 2014 (L. 147/2013) ha nuovamente rinnovato il meccanismo di tassazione sugli immobili e, nell ambito di quest ultima, il sistema di finanziamento del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani. La normativa, in seguito ad alcune modifiche, prevede una Imposta Unica Comunale (IUC), composta da una componente patrimoniale, l imposta municipale propria (IMU), e una componente per i servizi, ulteriormente distinta in tributo per i servizi iivisibili comunali (TASI), come definiti dal Regolamento comunale, e in una tassa sui rifiuti (TARI), destinata a finanziare il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Un nuovo tributo che va ad aggiungersi alla lista di quelli sino ad oggi adottati: dalla Tassa per i Rifiuti Solidi Urbani (TARSU) alla Tariffa di Igiene Ambientale (TIA1), passao per la Tariffa Integrata Ambientale (TIA2) e la Tassa sui rifiuti e sui servizi (TARES). Il susseguirsi di norme negli ultimi 17 anni ha determinato un avvicearsi di nomi ed acronimi, ma poco ha modificato in termini sostanziali. La TARI si ispira infatti ai criteri istituitivi della TIA e, nello specifico, la copertura integrale dei costi e la commisurazione della tariffa alla quantità e qualità dei rifiuti prodotti, ovvero il principio chi inquina paga. La tassa conferma la natura binomia, ovvero composta di una quota fissa e di una quota variabile, e l articolazione per categorie e sub categorie, sulla base di coefficienti di producibilità di rifiuto. Nonostante l impianto richiami esplicitamente il Metodo Normalizzato stabilito con il D.P.R. 158/99, la disciplina della TARI appare meno stringente e sembra lasciare più ampi spazi di autonomia decisionale ai singoli Comuni che possono derogare all utilizzo dei coefficienti di producibilità presuntiva, definire una propria classificazione delle utenze, decidere l allocazione dei costi tra parte fissa e variabile, nonché tra le categorie di utenza. tari: la nuova tassa per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani Una nuova normativa che lascia ancora una volta in sospeso importanti punti critici e contribuisce ad accrescere la confusione interpretativa da parte sia degli Enti Locali sia dei soggetti passivi del tributo. 26

27 Capitolo 2 / Servizio di Raccolta e Smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani TARSU TIA1 TIA2 TARES TARi Definizione Tassa per i Rifiuti Solidi Urbani Tariffa di Igiene Ambientale Tariffa integrata Ambientale Tassa sui rifiuti e sui servizi Tassa Rifiuti Documento Istitutivo d.lgs. 507/1993 d.lgs. 22/1997 d.lgs. 152/2006 (Testo Unico Ambientale) d.lgs. 201/2001 L. 147/2013 (Legge di stabilità 2014) Iter Applicativo Recepito da tutti i Comuni introduce organicità nella normativa Avrebbe dovuto sostituire la TARSU, ma per le continue proroghe, mai adottata da tutti i Comuni Numerosi rinvii applicativi, terminati con l adozione dei D.P.R. 158/99 Avrebbe dovuto sostituire tutti i regimi ma d.l. 102/2013 li ha nuovamente salvati Dovrebbe sostituire tutti i regimi esistenti. Ad oggi recepito da buona parte dei Comuni, almeno nella forma Articolazione Aliquota unica, differenziata per famiglie e per alcune categorie di attività economica, espressa in euro/ mq Struttura binomia (quota fissa - espressa in euro/ mq - e quota variabile - espressa in euro/anno per le famiglie e in euro/ mq per le imprese) e articolazioni su 6 categorie per le familgie e 30 categorie per le imprese Struttura binomia (quota fissa - espressa in euro/ mq - e quota variabile - espressa in euro/anno per le familgie e in euro/ me per le imprese) e articolazioni su 6 categorie per le familgie e 30 categorie per le impresa Struttuta binomia (quota fissa - espressa in euro/ mq - e quota variabile - espressa in euro/anno per le famiglie e in euro/ mq per le imprese) e articolazioni su 6 categorie per le famiglie e 30 categorie per le imprese Struttura binomia (quota fissa - espressa in euro/ mq e quota variabile espressa in euro/anno per le famiglie in euro/ mq per le imprese) e articolazioni su 6 categorie per le famiglie e 30 categorie per le imprese. La normativa è più flessibile sulla struttura e sull articolazione Imposte Addizionale provinciale per la tutela ambientale (1-5%) e IVA (10%) Addizionale e provinciale per la tutela ambientale (1-5%) a IVA (10%) fino al 2009, ma nei fatti anche successivamente Addizionale provinciale per la tutela ambientale (1-5%) e IVA (10%) Addizionale provinciale per la tutela ambientale (1-5%); IVA solo nel caso di natura tariffaria (tariffa puntuale) Addizionale provinciale per la tutela ambientale (1-5%); IVA solo nel caso di natura tariffaria (tariffa puntuale) Vincolo di Copertura Minimo 50% costo di esercizio, minimo 70% per i Comuni in squilibrio finanzioario, per i Comuni in dissesto finanziario costo del servizio costo del servizio costo del servizio costo del servizio 27

28 Assetto istituzionale e organizzazione del servizio: il quadro regionale Uno dei princiali obiettivi del riordino è raggiungere un adeguata economia di scala e un ottimizzazione della rete impiantistica. Per quanto riguarda la produzione dei rifiuti, il Piemonte mostra un aamento virtuoso, con un calo continuo dei rifiuti pro capite, soprattutto con riferimento alla frazione iifferenziata. Nel 2013, in calo la produzione di rifiuti pro capite e in crescita la quota di raccolta differenziata raccolta differenziata e smaltimento in discarica: le sfide del servizio L ultimo intervento della Regione Piemonte in materia di rifiuti, la l.r. 7/2012, ha rivisto l assetto del settore 13. Il territorio regionale è suddiviso in 4 Ambiti Territoriali Ottimali al cui interno è costituita una Conferenza, composta dai Presidenti delle Province e da rappresentanti dei siaci che si occupa di organizzare il servizio, e a capo dei quali è istituita un Autorità che ha, tra le sue funzioni, quella di approvae il Piano d Ambito e stabilire le tariffe del servizio. la produzione media di rifiuti è di 448 kg/abitante, una riduzione di quasi il 13% in 10 anni. Il calo ha interessato soprattutto i rifiuti differenziati che si sono ridotti di quasi il 40% nel decennio, contribueo in questo modo all aumento della percentuale di raccolta differenziata, cresciuta di quasi 20 punti e nel 2013 è pari a più del 52% sul totale. A livello territoriale, nonostante una buona percentuale in tutte le Province, si distinguono per l ottimo risultato raggiunto Novara e Verbano- Cusio-Ossola, dove la quota di differenziata è del 60%, mentre meno soddisfacenti le performance di Alessaria e Cuneo che si fermano poco al di sotto del 50%. Produzione di rifiuti soliti urbani Medie provinciali, Anno 2013 rifiuti totali iifferenziato % raccolta kg/abitante kg/abitante differenziata Alessaria ,7 Asti ,9 Biella ,3 Cuneo ,7 Novara ,1 Torino ,2 Verbano - Cusio - Ossola ,0 Vercelli ,7 Fonte: elaborazione REF Ricerche su dati ARPA Piemonte 13. Si veda il Rapporto sulle tariffe del servizio idrico integrato e del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti, anno

29 Capitolo 2 / Servizio di Raccolta e Smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani La spesa nei capoluoghi: Piemonte e Italia a confronto La panoramica dei capoluoghi di Provincia suggerisce che la variabilità a livello regionale è molto elevata, e in alcuni profili non è di molto inferiore a quanto registrato sul territorio nazionale. Inoltre, la graduatoria è snsibilmente influenzata dal profilo considerato: ciò suggerisce che solitamente la convenienza di un Comune non è assoluta. Ad esempio il capoluogo torinese che registra i livelli maggiori di spesa per Parrucchiere e Ristorante, nel caso degli alberghi è in secoa posizione, dietro a Cuneo. Nei grafici e nella Tabella seguenti è illustrato il posizionamento dei capoluoghi nella graduatoria nazionale, per i quattro profili considerati. SPESA ANNUA NEI COMUNI CAPOLUOGo, anno 2014 Albergo, mq euro/anno Comuni Media semplice Media poerata* * media regionale poerata sulla popolazione Fonte: elaborazione REF Ricerche su dati Unioncamere Piemonte e INDIS-Unioncamere 29

30 Capitolo 2 / Servizio di Raccolta e Smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani SPESA ANNUA NEI COMUNI CAPOLUOGo, anno 2014 Parrucchiere, 70 mq euro/anno Comuni Media semplice Media poerata* * media regionale poerata sulla popolazione Fonte: elaborazione REF Ricerche su dati Unioncamere Piemonte e INDIS-Unioncamere SPESA ANNUA NEI COMUNI CAPOLUOGo, anno 2014 Ristorante, 180 mq euro/anno Comuni Media semplice Media poerata* * media regionale poerata sulla popolazione Fonte: elaborazione REF Ricerche su dati Unioncamere Piemonte e INDIS-Unioncamere 30

31 Capitolo 2 / Servizio di Raccolta e Smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani SPESA ANNUA NEI COMUNI CAPOLUOGo, anno 2014 Iustria alimentare, mq euro/anno Comuni Media semplice Media poerata* * media regionale poerata sulla popolazione Fonte: elaborazione REF Ricerche su dati Unioncamere Piemonte e INDIS-Unioncamere POSIZIONAMENTO NEI CAPOLUOGHI Ordinamento crescente al crescere della spesa, Anno 2014 Albergo Parrucchiere Ristorante INDUSTRIA ALIMENTARE Torino ND Vercelli Novara ND Biella Cuneo Verbania Asti Alessaria Fonte: elaborazione REF Ricerche su dati Unioncamere Piemonte e INDIS-Unioncamere 31

32 Oltre la spesa: la qualità del servizio QUALITÀ DEL SERVIZIO rifiuti la qualita del servizio mostra alcune criticita, soprattutto al sud Ad integrazione dell analisi sulla spesa è esaminato l importante tema della qualità del servizio che mette in luce forti criticità a livello nazionale: forte variabilità e numerosi capoluoghi di Provincia al di sotto degli staard. Gli aspetti iagati riguardano le caratteristiche del servizio (% raccolta differenziata e smaltimento in discarica, frequenza di raccolta dell iifferenziato e numero di frazioni raccolte) e della struttura tariffaria (agevolazioni per tipologie di utenza non domestica), nonché gli aspetti legati alla Carta del servizio, sui quali emerge una pesante debolezza, dovuta ad un quadro normativo-regolatorio poco chiaro. Il livello qualitativo è complessivamente mediocre, spesso coizionato da un basso livello di trasparenza. In altre parole, spesso il punteggio negativo è dovuto alla mancata comunicazione agli utenti degli aspetti considerati, come con riferimento alla frequenza di spazzamento, dove il gudizio negativo è spesso dovuto all assenza della carta del servizio o di altra iicazione sui tempi e le modalità. raccolta e smaltimento rifiuti: GIUDIZIO DI QUALITÀ Comuni capoluogo di Provincia caratteristiche del servizio completezza carta del servizio attenzione alle imprese Valutazione complessiva Torino Vercelli Novara Biella Cuneo Verbania Asti Alessaria!!!!!!!! Scala di valutazione Ottimo (80-100) Accettabile (50-70) Pessimo (minore di 30) Buono (70-80)! Mediocre (30-50) Fonte: elaborazione REF Ricerche su dati NDIS-Unioncamere 32

33 Capitolo 2 / Servizio di Raccolta e Smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani La spesa annua e le sue determinanti La relazione positiva tra dimensione abitativa e spesa dipee in buona misura dal fatto che al crescere della popolazione, la produzione di rifiuti cresce più che proporzionalmente, in quanto si modificano le abitudini di consumo e la composizione dei city users : non più solo la popolazione residenziale, ma anche peolari, escursionisti e turisti, oltre ovviamente ad insediamenti produttivi-commerciali. Di qui la presenza di diseconomie di scala che prevalgono sulle economie di densità. raccolta differenziata e smaltimento in discarica: le sfide del settore La spesa per il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti si caratterizza per una forte variabilità territoriale, iipeentemente dai confini geografici considerati, e da diseconomie di scala che determinano un costo e quii una spesa crescente al crescere degli abitanti. A livello regionale, la variabilità per le imprese si traduce in un esborso che si muove in un intervallo da un minimo di 1:8 per il profilo del parrucchiere, ad un massimo di 1:12 per il profilo dell iustria alimentare, attività classificata nella più generica categoria capannoni iustriali e che quii può essere molto diversa a secoa della specifica vocazione territoriale. La forte variabilità determina una discreta sensibilità alla localizzazione di un attività sul territorio regionale. Tra gli altri fattori che influenzano il livello della spesa media sicuramente l organizzazione del servizio, soprattutto in termini di raccolta differenziata e soluzioni impiantistiche per il trattamento e lo smaltimento. Il conferimento in discarica risulta infatti più costoso, poiché alla tariffa di accesso all impianto si aggiunge un tributo speciale, la cosiddetta ecotassa. Con il 43% di rifiuti smaltiti in discarica, il Piemonte registra una performance peggiore rispetto alle altre regioni del Nord, ma migliore al dato medio nazionale, pari a oltre il 50%. La differenza tra media semplice e media poerata sulla popolazione è contenuta nel caso dell albergo e dell iustria alimentare (pari rispettivamente al 13% e al 15%), mentre è molto elevata per il parrucchiere e il ristorante (oltre 50%). Tale risultato se da un lato sembra confermare la relazione tra spesa e dimensione abitativa, dall altro va letto in funzione del livello di spesa registrato nel capoluogo torinese che da solo rappresenta circa il 30% della popolazione oggetto di studio. 33

34 Capitolo 2 / Servizio di Raccolta e Smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani SPESA ANNUA: MISURE DI SINTESI Imprese, anno 2014 Albergo Parrucchiere Ristorante INDUSTRIA ALIMENTARE Numero di Comuni Popolazione Media Semplice Media Poerata Mediana Minimo Massimo Fonte: elaborazione REF Ricerche su dati Unioncamere Piemonte VARIABILITÀ TERRITORIALE: VALORI MINIMO E MASSIMO Spesa unitaria - euro/mq, anno 2014 Iustria Alimentare Min - Max Iustria Alimentare Rapporto Max/Min 12,4 Ristorante Ristorante 9,3 Parrucchiere Parrucchiere 7,7 Albergo Albergo 10, Fonte: elaborazione REF Ricerche su dati Unioncamere Piemonte 34

35 Capitolo 2 / Servizio di Raccolta e Smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani Famiglie e imprese: le differenze Per quanto concerne i capoluoghi di Provincia non si riscontra una netta concentrazione. Torino si caratterizza per un livello di spesa superiore alla media e per una redisribuzione del carico relativamente favorevole alle famiglie. Una situazione simile, seppur di minore intensità, è quella registrata nel Comune di Biella e Novara. In quest ultimo caso, però le differenze sono molto contenute. Sul versante opposto il Comune di Cuneo che, oltre a registrare una spesa minore alla media regionale, si caratterizza per un peso che grava prevalentemente sulle famiglie. I restanti capoluoghi mostrano inece una ripartizione del carico pressochè omogenea tra le due categorie e un livello della spesa al di sopra del valore medio per entrambe le categorie. Il livello dei corrispettivi unitari, e quii della spesa, dipee dalle redistribuzione del carico tra utenze: in quest ottica è interessante analizzare la relazione tra la spesa media delle famiglie rispetto a quella delle imprese. Il confronto viene effettuato utilizzao i numeri iici, ovvero normalizzao la spesa sostenuta in ciascun Comune rispetto alla media semplice regionale: in ascissa è riportato il valore iice calcolato come media dei tre profili domestici, mentre in ordinata quello calcolato sui quattro profili delle imprese. La media disegna quattro quadranti: il primo, in alto a destra, in cui si posizionano i Comuni in cui la spesa è superiore alla media per entrambe le tipologie di utenza, il terzo, in basso a sinistra, dove si localizzano i Comuni con spesa inferiore alla media. Nel secoo e nel quarto troviamo rispettivamente i Comuni in cui le imprese sostengono una spesa superiore alla media e le famiglie una spesa inferiore alla media, e quelli dove, al contrario, la spesa è maggiore alla media per le famiglie e inferiore per le imprese. E infine interessante vedere come nel passaggio a TARI alcuni Comuni abbiano rivisto la redistribuzione tra le utenze: in alcuni casi, come ad esempio nel Comune di Pinerolo, l introduzione della TARI ha comportato un aumento della spesa molto sostenuto per le imprese e di ridotta entità per le e ciò ha determinato uno spostamento da una parte all altra della bisettrice, pur restao all interno del primo quadrante. Al contrario, nel caso di San Mauro Torinese e di Caselle Torinese se l introduzione della TARES aveva colpito in maniera omogenea famiglie e imprese, con l introduzione della TARI le modifiche alle logiche di ripartizione hanno penalizzato maggiormente le famiglie. Una secoa evidenza riguarda il posizionamento rispetto alla bisettrice che rappresenta i punti in cui il costo del servizio viene equamente ripartito tra famiglie e imprese: i Comuni alla destra sono quelli in cui la spesa sostenuta dalle famiglie è relativamente maggiore rispetto a quella delle imprese e, in maniera speculare, a sinistra troviamo quelli in cui il costo del servizio è sostenuto principalmente dalle imprese. 35

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