Magnus_biz_ITAL_1-29.qxd :24 Pagina 5 BISANZIO IN SICILIA E NEL SUD DELL ITALIA. Filippo Burgarella. Adele Cilento MAGNUS
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2 Magnus_biz_ITAL_1-29.qxd :24 Pagina 5 BISANZIO IN SICILIA E NEL SUD DELL ITALIA I N T R O D U Z I O N E Filippo Burgarella T E S T I D I Adele Cilento MAGNUS
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5 Magnus_biz_ITAL_1-29.qxd :25 Pagina 12 Pagine precedenti: pag. 4: l arcangelo Michele, ritratto a figura intera, nella volta a oriente fra la cupola e il cappellone seicentesco, secolo XII, chiesa della Martorana, Palermo. pagg. 6-7: affresco con tre apostoli, particolare, seconda metà del secolo XI, chiesa del monastero, Sant Angelo in Formis, Capua (Caserta). pagg. 8-9: Noè riceve la colomba, secolo XII, cattedrale, Monreale (Palermo). pagg : navata centrale, cattedrale, Monreale (Palermo). in questa pagina: Santa Maria dell Ammiraglio, interno della cupola, secolo XII, Palermo.
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7 Magnus_biz_ITAL_1-29.qxd :25 Pagina 15 SOMMARIO Introduzione L ESPANSIONE DI BISANZIO NEL MEDITERRANEO LA NUOVA ROMA LA RICONQUISTA GIUSTINIANEA TRA LONGOBARDI E ARABI LA BIZANTINIZZAZIONE LA SOCIETÀ, L ARTE, LA CULTURA Società ed economia LINGUE, ETNIE E DIRITTO NEL CATEPANATO LE ATTIVITÀ ECONOMICHE La vita religiosa LA CHIESA TRA ROMA E BISANZIO IL MONACHESIMO: ORGANIZZAZIONE E SPIRITUALITÀ LA PRIMA COLONIZZAZIONE BIZANTINA SECOLI VI-VIII I riflessi culturali LIBRI, SCRITTURA E COMUNICAZIONE LA CULTURA ARTISTICA I Bizantini fra Ostrogoti e Longobardi LE CAMPAGNE DI GIUSTINIANO NEL SUD DELL ITALIA BISANZIO DI FRONTE AI LONGOBARDI BISANZIO DOPO BISANZIO L ARTE BIZANTINA NELLA SICILIA NORMANNA I secoli della trasformazione I POSSESSI BIZANTINI E IL THEMA DI SICILIA SIRACUSA CAPITALE IL DOMINIO DI BISANZIO NEL MERIDIONE D ITALIA SECOLI IX-XI Le fasi della riconquista L AVANZATA ARABA NELL ITALIA MERIDIONALE LA RISCOSSA BIZANTINA LE NUOVE PROVINCE: DAI THEMA AL CATEPANATO Territori, città e capitali: centri di potere e cultura I DUCATI CAMPANI FRA CONTATTI E AUTONOMIA LE CITTÀ PUGLIESI E LA CAPITALE DEL CATEPANATO I CASTRA CALABRESI: VESTIGIA E MONUMENTI Gli epigoni della dominazione bizantina e l avvento dei Normanni L eredità di Bisanzio in Sicilia: Palermo DA CAPITALE ARABA A CAPITALE NORMANNA IL PALAZZO DEI PRINCIPI LÀ DOVE PREGANO I POTENTI: LA CAPPELLA PALATINA LA MARTORANA, OVVERO LA CHIESA DELL AMMIRAGLIO Bagliori d oro bizantino: Cefalù BELLEZZE DELLA NATURA E BELLEZZE DELL ARTE IL DUOMO E IL GRANDE CRISTO PANTOCRATORE La regalità di Bisanzio in Sicilia: Monreale IL DUOMO DELLE MERAVIGLIE BIBLIOGRAFIA Tensioni e rivolte LO SCONTRO FRA IMPERI LA CRISI DEL SECOLO XI
8 Magnus_biz_ITAL_1-29.qxd :25 Pagina 17 Introduzione L ESPANSIONE DI BISANZIO NEL MEDITERRANEO
9 Magnus_biz_ITAL_1-29.qxd :25 Pagina L A N U O V A R O M A B isanzio è il nome dell antica colonia greca sul Bosforo della quale l imperatore Costantino ( ) si fece rifondatore eponimo pochi anni dopo aver concesso la libertà di culto ai cristiani. Tra il 234 e il 330 egli la rifondò, la ridenominò Costantinopoli in proprio onore e vi traslò l Impero di Roma, destinato a perpetuarvisi fino al Costantinopoli, l odierna Istànbul, acquisiva così il rango e il titolo di Nuova Roma in quanto capitale dell Impero che era continuazione di quello romano. Non scompariva tuttavia il suo nome precostantiniano, Bisanzio, richiamato specialmente tra i moderni per connotarne l Impero e la civiltà e distinguerli così dagli antecedenti romani. Bizantino è perciò detto l Impero di cui Costantinopoli fu longeva capitale, mentre con Bisanzio si indicano il medesimo Impero e la peculiare civiltà da esso accolta, creata e irradiata. L Impero bizantino ereditava da Roma dimensione e vocazione mediterranea. Suo peculiare retaggio era la parte orientale dell ecumene romana e mediterranea, come esigeva la collocazione della capitale e stabiliva la sopraggiunta divisione dell Impero per i due figli di Teodosio I ( ). Sorgeva allora, per gemmazione, l Impero Romano d Occidente, sicché di quello rimasto a Costantinopoli si precisava l identità istituzionale come Impero Romano d Oriente. Ma l istituto del duplice Impero e il principio della connessa bipartizione dello spazio mediterraneo risultarono fragili ed effimeri, perché l Impero d Occidente non resse all urto delle invasioni barbariche e decadde nel 476. Perciò all unico Impero superstite in Oriente ritornò l integrale sovranità sull ecumene romana e si aprì la via dell espansione mediterranea. Alle pagine precedenti: gli imperatori Giustiniano e Costantino il Grande offrono alla Madre di Dio i modelli della Basilica di Santa Sofia e della Città di Costantinopoli. Istambul, Basilica di Santa Sofia, vestibolo sud, mosaico del secolo X. In questa pagina, particolare con Costantino il Grande.
10 Magnus_biz_ITAL_1-29.qxd :25 Pagina 19 LA RICONQUISTA GIUSTINIANEA. 19 Costantinopoli, affresco, secolo XIV, chiesa di Santa Caterina d Alessandria, Galatina (Lecce). L A R I C O N Q U I S T A G I U S T I N I A N E A L espansione avvenne proprio perché prendeva legittimità e forma come restaurazione romana e unificazione della pars Occidentis nell Impero che ormai era il bizantino. E avvenne soprattutto perché voluta, quasi in solitudine, da Giustiniano ( ), assertore dell identità e continuità romana del suo Impero e perciò deciso a ripristinare, per esso, la trascorsa grandezza di Roma. Era questo l ideale che lo ispirava principalmente nelle sue due maggiori imprese: il Corpus Iuris Civilis e la riconquista dell Occidente. Imprese complementari e coerenti con quell ideale: così egli stesso le definiva nel promulgare, nel 533, il Digesto con tripudio per la riuscita della codificazione giuridica e delle guerre specie dopo la conquista dell Africa occidentale mediterranea, appena sottratta ai Vandali. La terza parte del mondo allora conosciuto, cioè l Africa, raggiungeva così le altre due, l Europa e l Asia, nell Impero. Da tale annessione e da quella della Sicilia, tolta agli Ostrogoti nel 535, Giustiniano traeva l auspicio di un pieno recupero di tutti i territori che gli antichi Romani avevano dominato sino al confine dei due oceani, salvo poi perderli per negligenza. Affidava alla Novella 30 del 536 questo manifesto politico dell espansione bizantina. Motivi religiosi, oltre che politici, convincevano Giustiniano all intervento in Occidente. Qui gli invasori barbarici o germanici, seguaci del cristianesimo ariano, erano ormai divenuti sedentari assieme ai propri regni nazionali, sovrapposti alle genti romano-
11 Magnus_biz_ITAL_1-29.qxd :25 Pagina cattoliche, con effetti lesivi dell unità politica e religiosa. Né si erano trattenuti dal discriminare o perseguitare tali genti, per le quali l Impero era sempre rimasto garante di legittimità e di protezione. L intento giustinianeo era ora di liberarle, di rimuovere perciò i regni dei Vandali d Africa, degli Ostrogoti d Italia e dei Visigoti di Spagna e di completare l unificazione politica dell Occidente nell Impero con quella religiosa nell osservanza della medesima fede cattolica. Coerenti con tali motivi politici e ideali furono i tempi e i modi della riconquista, aperta dal debellamento dei Vandali e della loro potenza marinara. L Impero così li sostituiva nel dominio sul Mediterraneo centro-occidentale, sul loro territorio in Africa, dalla capitale Cartagine a Cesarea di Mauretania (Cherchell) e a Septem (Ceuta), e sulle loro dipendenze insulari di Sardegna, Corsica e Baleari. Il che favoriva l intervento in Italia, preparato peraltro dalla conquista di Sicilia e Dalmazia e intrapreso nel 536 da truppe al comando del conquistatore di Africa e Sicilia, Belisario. Ne seguì una guerra quasi ventennale, detta greco-gotica perché combattuta fra Bizantini, greci per lingua, e Ostrogoti, strenui difensori del proprio regno, erede dell Impero Romano d Occidente e con la stessa capitale, Ravenna. Un regno ben accetto a gran parte degli italici, grazie alla politica conciliante con loro del re Teoderico ( ) e della sua dinastia. Aperta dalla repentina conquista del Mezzogiorno e di Roma, la spedizione si concluse solo nel 540, con la resa di Ravenna e del re Vitige ( ), tradotto prigioniero a Costantinopoli al seguito di Belisario. La Nuova Roma imponeva, quindi, la sua sovranità all Italia: ma il suo governo fu subito scalzato in quasi tutta la penisola per la defezione degli italici, insofferenti del suo fiscalismo, e per la rinascita e riscossa del regno ostrogoto sotto un sovrano elettivo, Totila ( ). Fallita la seconda spedizione ( ) di Belisario, Totila estendeva il regno in forme vieppiù estranee al modello teodericiano in quanto discriminatrici del tradizionale ceto dirigente di rango senatorio. Vittime ne furono soprattutto i senatori romani, privati dei beni, ridotti a servi e costretti all esilio sotto tutela imperiale. Le lamentele degli eminenti esuli, fra i quali papa Vigilio ( ), convinsero Giustiniano a inviare la spedizione finale agli ordini di Narsete, che nel sconfisse Totila e i suoi epigoni, annientò il regno ostrogoto e restituì l Italia all Impero. Nel 554 Giustiniano promulgava la Prammatica Sanzione per sancire la fine della guerra e l avvio della pacificazione, cassare gli atti eversivi di Totila ed estendere all Italia la validità del Corpus Iuris Civilis. Ma la prevista restaurazione romana era anacronistica dopo guerre rovinose, pestilenze e carestie mortali e purghe radicali della classe dirigente. L Italia, in ogni caso, da culla dell Impero ne diventava provincia, subito subordinata a Costantinopoli per mezzo di governatori e burocrati di carriera orientali. I fatti italiani non fermarono l espansione poiché, nel 552, una spedizione penetrò nella parte meridionale della penisola iberica grazie a una guerra civile tra i Visigoti. Il loro regno non corse rischio di scomparsa come il vandalo e l ostrogoto, ma fu amputato dell area di occupazione imperiale: la costa mediterranea e atlantica, da Valencia, Cartagena e Malaga fino a Cadice, e il relativo entroterra, inclusi Cordova e il Guadalquivir. Questo lembo di terra iberica, nel complesso dominio imperiale fino
12 Magnus_biz_ITAL_1-29.qxd :25 Pagina 21 LA RICONQUISTA GIUSTINIANEA. 21 AVARI FRAN CHI BURGUNDI LONGOBARDI G EPIDI S LAVI ABASGI ALAN I VIS I G OTI IMPERO PERS IAN O DEI S A SSA N IDI LAKHMIDI Arabi sotto la sovranità dei Sassanidi G HASSA N IDI Arabi sotto la sovranità dei Bizantini al 625, valse al controllo dello Stretto di Gibilterra e alla protezione dei vicini possedimenti già vandali specie dalle mire dei Visigoti innanzi tutto per Ceuta. Fu l avamposto dell espansione giustinianea nel traguardo auspicato nella già ricordata Novella 30, a riprova che ormai l autocrate di Costantinopoli deteneva la talassocrazia fino alle Colonne d Ercole e a tutto il mare lì vicino. Così avrebbe scritto l imperatore Costantino Porfirogenito ( ) nel De thematibus. Giustiniano lasciava un Occidente mediterraneo in gran parte sotto l Impero e riordinato, all indomani della conquista, secondo schemi e princìpi della tradizione imperiale romana. Fu prima ripristinata la prefettura del pretorio d Africa, con capitale Cartagine, per inquadrare i domini dell ex regno vandalo: l Africa e le isole di Sardegna, Corsica e Baleari. La Sicilia ricevette lo statuto speciale di dominio privato dell imperatore sotto il governo di un pretore. L Italia peninsulare, con capitale Ravenna, costituì l omonima prefettura del pretorio. La più duratura creazione di Giustiniano fu proprio l Italia bizantina. L Impero di Giustiniano intorno al 565 d.c. L Impero prima di Giustiniano Le conquiste di Giustiniano
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14 Magnus_biz_ITAL_1-29.qxd :25 Pagina 23 TRA LONGOBARDI E ARABI. 23 T R A L O N G O B A R D I E A R A B I D opo Giustiniano, si apriva la fase del mantenimento dell integrità e unità imperiale dello spazio mediterraneo, per sottrarlo allo sfacelo delle aree interne. Dalla seconda metà del VII secolo, la venuta degli Slavi e dei Longobardi nelle penisole balcanica e italiana sfaldava o dissolveva gli ordinamenti di tradizione romana, costringeva i Bizantini a ripiegare nei territori costieri o nelle città portuali e ad adeguare il sistema e gli schemi di governo alle mutate esigenze. Ne conseguiva, prima della fine del secolo, l istituzione degli esarcati in Africa, sempre alle prese con gli attacchi dei Mauri, e in Italia, largamente occupata dai Longobardi, e dei ducati: circoscrizioni rette da governatori superiori e periferici, cioè esarchi e duchi, con entrambi i poteri, il civile e il militare, separati invece per principio dalla tradizione romana. Dai quattro canti dell ecumene riemergevano, quindi, forze centripete verso il bacino mediterraneo, in cui tuttavia Bisanzio si collocava con inalterata saldezza almeno fin oltre i primi decenni del VII secolo. Le gravi e permanenti crisi nella capitale e nelle province accentuavano la gravitazione mediterranea dell Impero, impegnato perciò a conservare il dominio sulle vie del mare, oltre che sulle fasce costiere delle province occupate dai nuovi invasori. Ne è la prova il nuovo assetto dell Italia col singolare condominio fra Longobardi e Bizantini: gli uni sparsi e stanziati nell entroterra e con istituzioni proprie seppur modellate sulle bizantine, come i ducati, e gli altri piuttosto stabili nel possesso delle aree costiere, oltre che di Roma. A contendere all Impero la talassocrazia non furono gli Slavi né i Longobardi, ma gli Arabi, conquistatori inattesi e con precoci mire sulle province bizantine proprio all indomani dell epica vittoria, nel 629, del basileus Eraclio ( ) sui Persiani Sassanidi. Ma agli Arabi bastarono i suoi rimanenti anni di regno per uscire dalla penisola arabica e radicarsi nell ecumene mediterranea. Tra il 634 e il 642, la sequenza delle loro annessioni di province e città imperiali dalla Siria-Palestina all Egitto, da Gerusalemme, Damasco e Antiochia ad Alessandria spodestava davvero Bisanzio e i suoi basileis del rango di incontrastati signori dell ecumene. Perciò a Cartagine, già investita dalla minaccia, un ebreo filobizantino perché convertito al cristianesimo ortodosso presagiva il tracollo dell Impero, scrivendo: Dall Oceano, quindi dalla Scozia, dalla Britannia e Spagna, L imperatrice Teodora seguita da due funzionari e la sua corte, secondo quarto del secolo VI, presbiterio, basilica di San Vitale, Ravenna. A fronte: particolare.
15 Magnus_biz_ITAL_1-29.qxd :25 Pagina nonché dalla Francia, Italia, Grecia e Tracia, fino ad Antiochia, Siria, Persia, tutto l Oriente, Egitto, Africa e Nord-Africa, i confini dei Romani sembravano fatti sinora di bronzo e di marmo, come le statue degli imperatori: tutte le genti vi erano, infatti, soggette ai Romani per volere di Dio. Oggi assistiamo purtroppo alla decadenza della Romània. Per prevenire la decadenza, il basileus Costante II ( ) si cimentò nel disegno di una translatio Imperii che restituisse l Impero all Occidente, dotandolo nel contempo di una centralità mediterranea prossima a quella delle origini romane. Egli, nel 663, si pose al comando di una spedizione che, nell itinerario e nelle mète, richiamava quelle giustinianee. Lasciata Costantinopoli, toccò Tessalonica, Atene e Corinto; sbarcato a Taranto, raggiunse Roma, onorata dopo secoli dall adventus di un erede dei Cesari sia pur per una rapida visita (5-17 luglio 663) e in veste di spogliatore di materiali e cimeli del glorioso passato. Intendeva, del resto, consegnare l Impero non all antica capitale, ma a una nuova, Siracusa, con funzione di baluardo all espansione islamica nel Mediterraneo. Perciò Siracusa fu sede imperiale fino al regicidio che, nel 668, chiuse la vita del basileus e ne stroncò il piano di translatio Imperii. Costante II falliva certo nel contenimento dell espansione islamica, data la sconfitta di una sua spedizione in Africa; ma raggiungeva altri obiettivi. Infatti, col suo itinerario italiano e nel suo quinquennio di regno a Siracusa, delineava una nuova geografia politica dell Italia rimasta bizantina, individuando un area preferenziale nel Mezzogiorno e nella Sicilia. Un comprensorio, del resto, di maggiore coesione politico-culturale con l Impero, ormai divenuto greco, e destinato a rimanere più a lungo sotto l autorità dei basileis. Egli, inoltre, prefigurava la separazione di tale area da Ravenna e dall esarca, sottoponendola a un governo accentrato o convergente su Siracusa e delineando così un Mezzogiorno bizantino, comprensivo delle isole, separato dal resto d Italia e dalla giurisdizione o primato dell esarca. Ancora un supplemento di storia attendeva, malgrado incrinature e accerchiamenti, l impianto giustinianeo delle province mediterranee dell Occidente, forse per le iniziative siracusane di Costante II, certamente per l ordinamento dei temi, introdotto in Sicilia verso il 695. Retti da strateghi con poteri civili e militari, i temi erano province tipiche dell Impero medievale, con funzioni difensive e perciò dotate di truppe stanziali e reclutate sul posto. Il thema siculo comprendeva anche il drungariato, distretto marittimo, di Malta e i ducati di Napoli e di Calabria. Incombeva tuttavia un ulteriore riduzione territoriale sul duplice fronte marittimo e interno. Tra il 698 e il 711, Cartagine e l esarcato d Africa furono conquistati dagli Arabi, subito transitati in terra iberica, mentre Sicilia e Malta ne subirono l occupazione tra l 827 e il 902. L Italia bizantina si restringeva alfine al Mezzogiorno della penisola, anche per l emanciparsi delle superstiti province ancor prima del tracollo, nel 751, dell esarcato di Ravenna per conquista longobarda, ben presto sostituita dalla franco-carolingia. Si emancipavano, in particolare, il ducato di Venezia, sorto per la tutela imperiale su terre e abitanti lagunari al tempo dell invasione longobarda; il ducato di Roma, nucleo fondante dello Stato pontificio; e il ducato di Napoli che, come il veneziano, rendeva autonomi i propri istituti e magistrati già di emanazione imperiale. I duchi bizantini erano, infatti, gli antecessori dei duchi e dogi di Napoli e Venezia. A fronte: il duomo di Cefalù (Palermo).
16 Magnus_biz_ITAL_1-29.qxd :25 Pagina 25 LA BIZANTINIZZAZIONE. 25 L A B I Z A N T I N I Z Z A Z I O N E B isanzio compensava la riduzione territoriale con l omogeneità dei suoi residui possedimenti, lungo una striscia di terra dall Asia Minore al Mezzogiorno d Italia. E sull espansione militare e politica, quasi vietata ai suoi esigui mezzi, privilegiava l irradiazione culturale e religiosa, utile strumento di politica estera e interna: per assimilare le nuove genti, da un lato, e per integrare tutti i sudditi nel medesimo sistema di fede e di pensiero. L Impero romano era ormai compenetrato dall ortodossia, forma peculiare del cristianesimo greco di àmbito bizantino, sicché il propagarla era la principale
L Impero bizantino. L Impero bizantino. 4. L Impero paga ai Germani tanto oro per far rimanere i Germani lontani dai confini delle regioni orientali.
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