La semiotica di Algirdas Julien Greimas

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1 La semiotica di Algirdas Julien Greimas 1. La vita e le opere di Greimas Greimas nasce nel 1917 a Tula, in Russia, da genitori lituani. Si laurea in lettere a Grenoble nel 1939, si trasferisce definitivamente in Francia nel 1944 e nel 1948 ottiene la libera docenza alla Sorbona. Dal 1949 al 1958 è lettore presso la facoltà di lettere dell università di Alessandria d Egitto; poi, fino al 1962, è professore di lingua e di grammatica francesi presso le università di Ankara e di Istanbul, in Turchia. Il suo primo campo d interesse è la lessicologia, presto abbandonata in favore della semantica. Lo studio della semantica porta alla redazione del libro Semantica strutturale [1966]. Il progetto di descrivere la semantica delle lingue naturali, tuttavia, rivela presto limiti insormontabili; per questa ragione Greimas passa gradualmente alla messa a punto di una teoria semiotica di più ampio respiro, e a partire dalla fine degli anni Sessanta lavora al progetto che porterà all elaborazione della cosiddetta semiotica generativa : nel 1970 pubblica Del senso (saggi di semiotica); nel 1983 pubblica Del senso 2, e nel frattempo, nel 1979, pubblica insieme a Joseph Courtés il Dizionario ragionato della teoria del linguaggio, dal quale risulta evidente il tentativo di costruire una teoria semiotica sulla base di un insieme di concetti interdefiniti. Intorno all opera di Greimas nasce una vera e propria scuola semiotica (École de Paris), ma va anche ricordato che la figura di Greimas è al centro di una sorta di costellazione di autori che in varia misura hanno contribuito alla messa a punto della teoria. Per citarne alcuni: Saussure, Hjelmslev, Benveniste, Tesnière, Brøndal, Martinet, Merleau-Ponty, Dumézil, Lévi- Strauss, Propp, Jakobson, Barthes, ecc. 2. La semantica strutturale Le condizioni per una semantica scientifica Nel libro Semantica strutturale del 1966 Greimas intende fondare e sviluppare una metodologia per descrivere il piano del contenuto dei sistemi significanti. Si tratta di un lavoro estremamente importante che costituirà la base per lo sviluppo di una teoria semiotica strutturale e generativa. La semantica si propone di descrivere le significazioni di una lingua naturale qualsiasi considerata come un insieme significante. Di qui anche i limiti di questo studio: ogni ricerca relativa alle significazioni di una lingua naturale resta imprigionata infatti in quel quadro linguistico, le descrizioni potendosi effettuare solo attraverso gli strumenti (le parole) della lingua stessa. La logica ha permesso di superare in parte questa difficoltà attraverso la teoria della gerarchia dei linguaggi; si distinguono pertanto due livelli diversi: la lingua-oggetto, che costituisce l oggetto del nostro studio, e il metalinguaggio, in cui si collocano gli strumenti linguistici della ricerca semantica. Riprendendo una distinzione proposta da Hjelmslev, Greimas sostiene che il metalinguaggio della teoria deve essere scientifico ; il metalinguaggio non scientifico è naturale come la lingua oggetto che deve descrivere: il metalinguaggio della critica pittorica, per esempio, è non scientifico perché si presenta come un sottoinsieme già presente e integrato nell insieme

2 significante della lingua oggetto; il metalinguaggio scientifico, invece, è costruito, nel senso che tutti i termini che lo compongono costituiscono un corpus coerente di definizioni. Nondimeno per essere diventato tale, il metalinguaggio scientifico deve essere stato esaminato a un livello gerarchico superiore: questo terzo livello è costituito da un meta-metalinguaggio, o linguaggio metodologico, destinato a definire i concetti descrittivi e a verificarne la coesione interna. Infine al quarto livello si colloca il linguaggio epistemologico, che verifica la solidità e l adeguazione del livello metodologico, nonché le procedure di descrizione e di scoperta. Pertanto la semantica scientifica è possibile solo se, per analizzare una lingua-oggetto, si tiene conto contemporaneamente di tre linguaggi posti a tre livelli differenti: il metalinguaggio descrittivo, il linguaggio metodologico, il linguaggio epistemologico. Il sema Stabilita l esigenza di un metalinguaggio descrittivo, Greimas postula un parallelismo tra i modi di organizzazione del piano dell espressione del linguaggio e i modi di organizzazione del piano del contenuto. Per quanto riguarda il piano dell espressione, la fonologia aveva definito il fonema come classe di suoni che possono scambiarsi l un l altro senza che ciò produca cambiamenti di significato: per esempio in italiano possiamo sostituire [r] (vibrante apicale) con [R] (vibrante uvulare, la cosiddetta erre moscia ) in tutti i contesti in cui appaiono, senza che questo produca cambiamenti del significato. Questo significa che [r] ed [R] sono riconducibili a una stessa classe di suoni, cioè al fonema /r/. I fonemi sono entità astratte, nel senso che indicano classi di suoni; nessun parlante emette dei fonemi, ma emette delle realizzazioni concrete (dette varianti o allofoni) del fonema, cioè appunto [r] oppure [R]. 1 I fonemi si possono identificare mediante la prova di commutazione, per esempio commutando in italiano [r] ed [R] ci si accorge che sono varianti appartenenti a uno stesso fonema (/r/); commutando in italiano [f] e [v] ci si accorge che i due suoni devono essere ricondotti a due fonemi differenti: infatti essi sono alla base della variazione di significato di due parole come fetta e vetta, o come fino e vino. Se in una parola sostituiamo un suono con un altro e otteniamo un cambiamento di significato, allora i due suoni sono riconducibili a due fonemi diversi. Tuttavia analizzando alcune coppie di parole e questo è valido in ogni lingua ci si accorge che le differenze non dipendono dai fonemi presi globalmente, ma da entità subfonemiche più piccole. Per esempio se prendiamo la coppia minima seguente: /kara/ cara /gara/ gara e analizziamo i due fonemi che ne determinano la distinzione, cioè /k/ e /g/, avremo una situazione di questo tipo: /k/ /g/ [occlusivo] [occlusivo] [velare] [velare] [sordo] [sonoro] Seguendo le convenzioni fonologiche, trascriviamo i fonemi tra barre oblique e gli allofoni, cioè i suoni, tra parentesi quadre. 2 Il tratto occlusivo riguarda il modo di articolazione della consonante e indica che il tipo di chiusura che viene opposto al passaggio dell aria è totale (altri esempi: [p], [t]). Il tratto velare indica il punto di articolazione, cioè il luogo del tratto fonatorio in cui la chiusura viene operata: in questo caso il dorso della lingua batte contro il cosiddetto palato molle. I tratti sordo/sonoro dipendono dalla posizione delle corde vocali al passaggio dell aria: se la posizione è aperta e l aria passa attraverso la glottide, la consonante è sorda (per es. [k]); se la posizione è chiusa e le corde vocali entrano in vibrazione, allora la consonante è sonora (per es. [g]).

3 Dal che risulta evidente che i fonemi sono composti da pacchetti di tratti, e che la distinzione tra /k/ e /g/ è dovuta solamente a un tratto, il [sordo] opposto al [sonoro]. Questi tratti prendono il nome di tratti distintivi. Pertanto i fonemi possono essere analizzati come pacchetti di tratti distintivi, o femi, 3 che sono inferiori al fonema e che si devono combinare tra loro affinché un fonema si possa realizzare. È importante sottolineare che i tratti distintivi sono ricostruiti dalla teoria, sono categorie del metalinguaggio teorico, e quindi sono unità di immanenza non manifestabili in quanto tali. Per descrivere il piano del contenuto dei linguaggi, Greimas segue il metodo fonologico: se la fonologia ha postulato i femi come tratti minimali del piano dell espressione, la semantica postula i semi come tratti minimali del piano del contenuto I semi, o figure semiche, sono dunque gli elementi minimali della significazione: non hanno nulla di sostanziale e si definiscono solo in relazione ad altri semi; essi servono ad analizzare il senso che si realizza nella manifestazione e la loro natura è unicamente teorica e metalinguistica. Avendo i semi una natura esclusivamente relazionale, il loro valore si determina sempre all interno di una categoria semantica, una categoria di natura teorica con la quale il metalinguaggio tenta di descrivere un articolazione di senso ponendo in relazione due semi tra loro contrari. Esempio: per comprendere la differenza di senso tra i due termini-oggetto donna/uomo si può tentare una descrizione in termini semici come segue: uomo donna umano umano adulto adulto maschile femminile Dal che risulta che la differenza di significato è determinata dalla categoria semantica della sessualità, che articola i due semi tra loro contrari maschile e femminile. Pertanto sul piano del contenuto l opposizione donna/uomo può essere descritta a partire dalla seguente categoria semantica: sessualità femminile vs maschile 4 Il lessema (nel suo stato virtuale) Il lessema, che possiamo intendere come voce di dizionario, può essere pensato come un insieme di semi: per esempio il lessema alto può essere descritto attraverso i semi spazialità, dimensionalità, verticalità ; il lessema lungo può essere costituito dai semi spazialità, dimensionalità, orizzontalità, prospettività ; il lessema largo dai semi spazialità, dimensionalità, orizzontalità, lateralità : 3 3 Nella terminologia adottata da B. Pottier. 4 È importante sottolineare che le denominazioni dei semi ( femminilità, mascolinità. verticalità, orizzontalità, ecc.) non vanno intese come parole del linguaggio naturale: si tratta infatti di denominazioni metalinguistiche adottate nell analisi.

4 4 SEMI spazialità dimensionalità verticalità orizzontalità prospettività lateralità LESSEMI alto basso lungo corto largo stretto vasto spesso Figura 1: da Greimas [1966: 58] Da questo quadro emerge che ogni lessema è caratterizzato dalla presenza di un certo numero di semi e dall assenza di altri semi. I semi presenti compongono un certo lessema colto nel suo stato virtuale, considerato cioè come voce lessicale che, prima di essere inserita in una frase, contiene in sé numerosi significati potenziali. Come vedremo tra poco sarà solo il suo inserimento in un contesto discorsivo a consentire il riconoscimento di un percorso di senso specifico (lessema realizzato). Il semema A questo punto secondo Greimas è necessario fare un passo avanti per capire meglio l organizzazione semica del lessema. Per fare questo, l autore prova ad analizzare il lessema testa, e trova che in un certo numero di occorrenze (cioè in un certo numero di frasi in cui compare il lessema) i semi sono i seguenti: a) il guppo di semi estremità superiorità verticalità caratterizza il lessema testa nelle seguenti occorrenze: la testa di un palo essere alla testa della ditta avere debiti fin sopra alla testa b) il gruppo di semi estremità anteriorità orizzontalità continuità caratterizza il lessema testa nelle seguenti occorrenze: testa di una trave stazione di testa

5 c) il guppo di semi estremità anteriorità orizzontalità discontinuità caratterizza il lessema testa nelle seguenti occorrenze: vettura di testa testa di corteo prendere la testa Questo inventario mette in evidenza due semi comuni: quello di estremità e quello di superatività (che comprende superiorità e anteriorità ), e questi semi comuni, definiti semi nucleari, vanno a costituire il nucleo semico del lessema testa (lo indichiamo con Ns). Gli altri semi sono definiti da Greimas semi contestuali, nel senso che si attivano a seconda del contesto della frase. A seguire Greimas esamina un altro inventario di occorrenze in cui il lessema testa indica una parte del corpo (rompersi la testa, mettersi in testa una cosa, ecc.). Questo secondo inventario mette in evidenza un nucleo semico basato sul sema sferoidità indipendente rispetto al nucleo semico rilevato nel primo inventario. Tuttavia una lettura più attenta degli occorrimenti del secondo inventario mostra come in tutti i casi il primo nucleo semico ( estremità superatività ) sia sempre implicito: del resto anche quando indica una parte del corpo il lessema testa ha sempre e comunque le caratteristiche di estremità superativa. Pertanto il nucleo semico del primo inventario è comune anche al secondo. Il nucleo semico del lessema testa si manifesta quindi come una figura nucleare, i cui semi contraggono tra loro una relazione gerarchica di presupposizione: Ns = S1 (estremità) S2 (superatività) Il nucleo semico è un minimo semico permanente, una invariante. Ma se il nucleo semico descrive l insieme invariante dei semi, le variazioni di senso come abbiamo iniziato a vedere possono provenire solo dal contesto, cioè dall enunciato. Per cui al nucleo semico si aggiungeranno i sèmi contestuali, che produrranno particolari effetti di senso. I semi contestuali sono chiamati classemi (Cs) perché definiscono classi di contesti associati a uno stesso effetto di senso. I classemi determinano pertanto le accezioni particolari di un termine e dipendono dall inserimento del lessema nella catena sintagmatica dell enunciato. L effetto di senso complessivo si definisce semema e risulta dalla combinazione di Ns (nucleo semico) e di Cs (classemi): semema Sm = Ns Cs Se questa è la rappresentazione schematica del semema, le analisi hanno però messo in luce una struttura più complessa. Infatti anziché analizzare separatamente ogni lessema, è opportuno considerare una sequenza del discorso (Sq) intesa come incontro di due sememi. Nella sequenza «il cane abbaia» il semema abbaia può essere descritto come la combinazione di un nucleo semico che, pur senza un analisi accurata, possiamo indicare come «una specie di grido», e del sema contestuale animale contenuto nel contesto cane; e del resto il semema cane, manifestandosi, seleziona il sema contestuale animale contenuto nel contesto abbaia, escludendo altri semi contestuali come per esempio oggetto (che sarebbe stato selezionato nel caso in cui si fosse parlato, per esempio, di una parte del fucile ). Quindi cane contestualizza abbaia e abbaia contestualizza cane, in una sequenza che può essere descritta in questo modo: Sq (A) = Ns2 cane Cs1 ( animale ) Ns1 abbaia («specie di grido») Cs1 ( animale ) Rispetto alla sequenza «il commissario abbaia», avremmo invece una descrizione di questo tipo: 5

6 6 Sq (B) = Ns3 commissario Cs2 ( umano ) Ns1 abbaia («specie di grido») Cs2 ( umano ) Dal che risulta evidente che una data sequenza contestuale, pur comportando due figure semiche, comprende un solo sema contestuale, tanto che le sequenze sopra descritte potrebbero essere riformulate nel modo seguente: Sq (A) = (Ns2 Ns1) Cs1 Sq (B) = (Ns3 Ns1) Cs2 Per riassumere: il semema è il prodotto della combinazione di almeno un sema nucleare e di almeno un sema contestuale, e trae dagli elementi del sintagma le specificazioni necessarie alla sua significazione: per definirlo, infatti, è necessaria la presenza di un contesto formato da almeno due sememi legati fra loro da almeno un classema. 5 Il lessema (realizzato) Ora possiamo delineare in modo più preciso le due possibili rappresentazioni del lessema. Infatti se prima abbiamo considerato il lessema nel suo stato virtuale, ora possiamo riconsiderarlo nella sua realizzazione. Nel suo stato virtuale il lessema può essere concepito come una voce dizionariale, che racchiude in sé un insieme di possibili percorsi discorsivi. Ma il lessema si realizza necessariamente all interno di un contesto discorsivo, dove il suo nucleo semico, inserendosi in un enunciato, raccoglie quei classemi che gli consentono di costituirsi in semema, attivando in tal modo dei percorsi di senso (accezioni particolari). Per esempio il lessema tavola può essere descritto nel suo stato virtuale come un insieme di possibili percorsi di senso: ma sarà solo la sua realizzazione in un contesto discorsivo, in quanto semema che si concatena ad altri sememi, a definirne l accezione particolare (da cucina, da pranzo, della legge, da stiro, da surf), quando cioè sarà possibile associare al suo nucleo semico permanente i classemi che provengono dal contesto d uso. Del resto solo una lettura contestuale permette (quasi sempre) di disambiguare gli enunciati, cioè di scegliere un percorso di senso eliminando le ambiguità interpretative. Il lessema va dunque pensato come un modello virtuale della significazione che si realizza sotto forma di sememi. Possiamo dire che il lessema sta al semema come una entrata dizionariale (lemma) sta alla parola inserita nel contesto di una frase. 6 Livello immanente e livello della manifestazione I semi nucleari, i classemi e i sememi appartengono al livello immanente. Essi si pongono anteriormente alla realizzazione dell atto linguistico (semiosi). In un saggio del 1972 Greimas renderà più chiara la distinzione tra livello della manifestazione e livello di immanenza indicando la realizzazione come piano della manifestazione, e suddividendo il livello immanente in due sottolivelli, un livello profondo e un livello di superficie: 5 In questa fase Greimas ritiene che i classemi si oppongano tipologicamente ai semi nucleari. Greimas pensa che i semi nucleari siano figurativi e che provengano dal «livello semiologico» del linguaggio: si tratta del livello cosiddetto esterocettivo, che si costituisce attraverso la percezione che l uomo ha dell universo che lo circonda. È per la sua dimensione esterocettiva che il nucleo semico viene denominato anche figura nucleare. I classemi sono invece astratti e provengono dal «livello semantico» del linguaggio: si tratta del livello interocettivo, che riguarda l organizzazione categoriale e concettuale del mondo. I classemi sono infatti animato / inanimato, umano / animale, ecc. Se in una lingua i nuclei semici sono in numero assai elevato, l inventario dei classemi è più limitato poiché si tratta di unità di natura molto generale. 6 Courtés [1976: 52].

7 7 livello profondo: fèmi Piano dell espressione livello di superficie: fonemi sillabe Piano della manifestazione fonemi realizzati lessemi livello di enunciati superficie: sememi semantici Piano del contenuto livello profondo: sèmi Figura 2: Greimas [1972: 138] Da questo schema emerge con chiarezza che nel piano della manifestazione si realizza l unione di fonemi realizzati e lessemi realizzati (semiosi), e che il piano immanente dell espressione è suddiviso in un livello profondo (tratti distintivi o femi) e in un livello di superficie (fonemi e sillabe), così come il piano immanente del contenuto è anch esso suddiviso in un livello profondo (semi) e in un livello di superficie (sememi). La distinzione fondamentale è dunque quella tra manifestazione intesa come realizzazione e immanenza intesa come costruzione metalinguistica dell analisi secondo livelli di pertinenza. Nello schema seguente si parte dalla manifestazione dell enunciato linguistico /Mario ha raggiunto la testa del corteo/: dal punto di vista dell espressione questo enunciato appare come una sequenza di fonemi realizzati che vanno a costituire dei formanti, cioè delle parti del piano dell espressione a cui corrispondono delle unità del piano del contenuto (per es. il formante /testa/); sul piano del contenuto abbiamo i lessemi realizzati, cioè le unità di contenuto che si congiungono con i formanti (per es. il lessema «testa»). Consideriamo quindi il formante espressivo /testa/: nel livello immanente del piano dell espressione esso è costituito da quattro fonemi (/t/, /ε/, /s/, /a/), ciascuno dei quali descrivibile con l impiego di tre femi; nel livello immanente del piano del contenuto consideriamo il lessema «testa» indicando i suoi semi nucleari e la sua trasformazione in semema all interno della sequenza «testa del corteo»:

8 8 E livello [occlusiva] [medio-bassa] [fricativa] [bassa] profondo: fèmi [dentale] [palatale] [alveolare] [centrale] [sorda] [non-arrotondata] [sorda] [non-arrotond.] livello di superficie: fonemi /t/ /ε/ /s/ /a/ Manifestazione fonemi realizzati lessemi /Mario ha raggiunto la testa del corteo/ «Mario ha raggiunto la testa del corteo» C livello di superficie: sememi Sm testa = Ns ( estremità superatività ) Cs ( umano ) Sm corteo = Ns ( ) Cs ( umano ) Livello profondo: semi estremità, superatività Figura 3 Una rivoluzione mentale Diceva Bloomfield che il senso esiste senza che per questo si possa dirne qualcosa di sensato. Infatti, se la materialità del significante garantisce una descrizione scientifica, il piano del significato sfugge a un approccio positivo. Secondo Greimas per legittimare uno studio scientifico del senso è stata necessaria una rivoluzione mentale che ha sostituito alle certezze di una descrizione dei fatti materiali del linguaggio l idea che la linguistica sia solo una costruzione teorica, che cerca di rendere conto di fenomeni altrimenti insondabili [Greimas e Courtés 1979: 293]. La semantica diventa così un linguaggio costruito, capace di parlare del linguaggio-oggetto. Nella prospettiva di Greimas il linguaggio della semantica non deve però essere una semplice parafrasi in lingua naturale: deve essere piuttosto un metalinguaggio scientifico, con termini interdefiniti e controllati dal punto di vista metodologico ed epistemologico. Non solo: il metalinguaggio non è costruito a-priori ma è desunto dall analisi dei testi, come nel caso del lessema testa, dal cui esame si traggono le categorie metalinguistiche di sema, sema nucleare, sema contestuale, semema. La semantica strutturale che si delinea muove dunque dall ipotesi che tra i due piani del linguaggio vi sia parallelismo, e che quindi agli scarti differenziali del significante debbano corrispondere scarti differenziali del significato (i tratti distintivi della significazione). Si tratta della grande ambizione degli anni Sessanta, che presto diventa però grande illusione, come ha riconosciuto lo stesso Greimas in diverse occasioni. 7 Infatti se sul piano dell espressione è possibile reperire un numero limitato di elementi minimali, risulta molto più difficile ottenere lo stesso risultato sul piano del contenuto. Inoltre, pensando di descrivere in modo esaustivo il piano del contenuto delle lingue naturali la linguistica si stava impegnando, senza rendersene conto, nel 7 Cfr. Greimas e Courtés [1979: 294]; Greimas [1986].

9 progetto straordinario di una descrizione completa dell insieme delle culture, progetto che ha le dimensioni stesse dell umanità. [ibid.: 94] Eppure la semantica strutturale costituisce senza dubbio una tappa decisiva, non solo perché avvia una nuova riflessione sulla teoria della significazione, ma anche perché apre la strada alla semiotica. I limiti posti dalla nuova semantica, infatti, spingeranno Greimas a elaborare un progetto semiotico di più ampia portata, e sempre di ispirazione saussuriana-hjelmsleviana. Il punto di partenza, per l appunto, è questo studio di semantica strutturale in cui Greimas ipotizza quel livello immanente che deve essere costruito dall analisi attraverso un metalinguaggio scientifico Semiotica: il percorso generativo del senso Nella seconda fase della riflessione semiotica greimasiana si delinea un progetto teorico di vasta portata, il cui esito complessivo va sotto il nome di Percorso Generativo. Sono sostanzialmente due i presupposti di questo passaggio. In primo luogo il superamento del segno e la scelta del testo come unità di analisi. Come abbiamo già visto, praticando l analisi semica Greimas si rende conto che per definire il semema è necessario entrare nella dimensione contestuale del discorso. Sono infatti i classemi, che nascono dal contesto di una frase, a modificare la significazione dei lessemi. La significazione lessicale si manifesta, pertanto, solo come significazione contestuale. In questo modo la semantica strutturale comincia a superare l ambito della parola, che non può da sola costituire l unità all interno della quale rilevare il senso. Greimas individua così un percorso che senza soluzione di continuità va dall analisi semantica all analisi del testo, ponendo proprio il testo in primo piano. 8 Il testo, di qualunque dimensione e composto di qualsiasi sostanza di manifestazione, diventa il luogo di disambiguazione, sia pur parziale, delle significazioni: Dal punto di vista della significazione, dunque, è il globale a determinare il locale e il generale che determina il particolare, non il contrario. [Bertrand 2000: 109]. Pertanto per descrivere il piano del contenuto occorre passare dai segni (termini isolati) ai testi, cioè a oggetti di taglio superiore. Il passaggio è determinante perché con Saussure si era parlato solo di segni linguistici, con Hjelmslev si era cominciato a ragionare sulle frasi, ma ora si passa, appunto, a considerare ampie porzioni testuali. Questo slittamento peraltro rende conto della prospettiva specificamente semiotica di questo approccio: la nozione di testo, molto più della nozione di segno, aiuta a passare da una semantica del linguaggio naturale a una semantica dei linguaggi. Non dobbiamo più ricercare il significato di una parola, o di una forma, o di una nota, ma cerchiamo di descrivere il significato di un racconto, di un quadro (preso nel suo insieme), di una partitura, di una conversazione. In questo modo si decide di andare oltre il segno e ci si colloca nella dimensione testuale. In secondo luogo si supera l idea che il piano del contenuto possa essere descritto a partire da un inventario limitato di tratti minimali (semi). Come abbiamo visto, in Semantica strutturale l idea di Greimas è quella di lavorare sul piano del contenuto così come si era già lavorato, con successo, sul piano dell espressione. Tuttavia i limiti di questo progetto appaiono subito evidenti: per quanto alcuni semi si presentino come effettivamente fondamentali, risulta impossibile trovare inventari limitati di semi per descrivere la semantica del linguaggio naturale. Lo stesso Greimas, come abbiamo visto, in seguito ha definito questo progetto come la grande illusione degli anni Sessanta, quando si riteneva possibile effettuare un analisi esaustiva del piano del contenuto delle lingue naturali attraverso un campione limitato di tratti generali, nel tentativo di dare una descrizione completa dell insieme delle culture. 9 Se non è possibile costruire tassonomie di tratti minimi sul 8 Cfr. Bertrand [2000: 108]. 9 Greimas e Courtés [1979: 294].

10 piano del contenuto, Greimas pensa di battere un altra strada tentando di individuare delle strutture soggiacenti ai testi che accomunino tutti gli universi semantici. La struttura soggiacente ai testi è pensata da Greimas come un sistema semantico organizzato per livelli di profondità, con un meccanismo di generatività che permette agli elementi più profondi e più semplici di generare elementi più superficiali e più complessi secondo regole di conversione. In questi termini la teoria greimasiana è definibile come una teoria della generazione del senso: al livello più profondo si situano elementi di tipo logico-semantico che si convertono in piani semantico-sintattici più superficiali, per poi trasformarsi, attraverso i meccanismi dell enunciazione, negli elementi discorsivi: il tutto in vista della manifestazione. La conversione designa dunque l insieme di procedure che rendono conto del passaggio da una unità del livello profondo a una unità del livello di superficie: il nuovo livello più superficiale mantiene lo stesso contenuto del precedente, ma nello stesso tempo apporta un arricchimento o un aumento del senso. Ogni conversione quindi deve essere considerata contemporaneamente come un equivalenza e come un surplus di significazione. 10 Il quadro del Percorso Generativo è riassunto schematicamente in questa tabella, che visualizza le sue componenti e le sue sotto-componenti: 10 Strutture discorsive Sintassi discorsiva Attorializzazione Spazializzazione Temporalizzazione Semantica discorsiva Tematizzazione Figurativizzazione Strutture semionarrative Livello di superficie Livello profondo Sintassi narrativa di superficie Sintassi fondamentale Semantica narrativa Semantica fondamentale Figura 4: il Percorso Generativo Dice Greimas a proposito dell ottica generativa: 11 si può prendere un tavolo e dire che si tratta di un asse con quattro piedi e con certe funzioni; oppure lo si può descrivere considerandolo all interno del sistema generale del mobilio; oppure si può dire come è stato costruito. Quest ultimo è l atteggiamento generativo, che consiste nell esplicitare come una cosa è stata formata, come è stata costruita. È un approccio empirico che si concentra sul come. L idea di Greimas è che ci si debba concentrare sul come vengono costruiti i testi ipotizzando un percorso generativo che parta dal semplice e che arrivi a poco a poco al più complesso. Se l entità che ci si pone di fronte è un testo realizzato (un oggetto materiale), cioè il livello della manifestazione, l oggetto di studio della semiotica, secondo Greimas, deve essere il livello immanente al testo. Il Percorso Generativo, situandosi nel livello immanente, costituisce una sorta di tronco strutturale autonomo, dove il senso è organizzato anteriormente alla propria manifestazione. Occuparsi del livello immanente, secondo Greimas, significa porre l attenzione sui sistemi soggiacenti che permettono ai segni di significare 10 Cfr. Greimas e Courtés [1979: voce Conversione ]. 11 Greimas [1987c: ].

11 Strutture semio-narrative: il livello profondo La semantica fondamentale Nel livello profondo delle strutture semio-narrative si colloca la struttura elementare della significazione nella forma del quadrato semiotico. Il quadrato è uno strumento descrittivo con il quale si prova ad articolare un microuniverso semantico mettendo in luce una serie di relazioni differenziali. Il quadrato è concepito come lo sviluppo logico di una categoria semica binaria. Partiamo per esempio dai termini maschile (S1) e femminile (S2) che costituiscono l asse semantico della categoria sessualità: ciascuno dei due termini, che si pongono in relazione di contrarietà, può proiettare un nuovo termine quale proprio contraddittorio; pertanto il sema maschile (S1) può proiettare il suo contraddittorio non maschile (non-s1), e il sema femminile (S2) può proiettare il suo contraddittorio non femminile (non-s2). sessualità maschile S femminile S1 S2 non-s2 non-s1 non-femminile non-s non-maschile non-sessualità relazione fra contrari (assi); relazione fra contraddittori (schemi); relazione di complementarità (deissi); Figura 5 Dal punto di vista formale il quadrato si presenta come una rete astratta di relazioni. I termini maschile e femminile, cioè S1 e S2, contraggono una relazione di contrarietà. I due termini differiscono si oppongono ma sulla base di una somiglianza, di alcuni tratti comuni espressi dalla categoria gerarchicamente superiore (sessualità). Parallelamente, la relazione tra nonmaschile e non-femminile, cioè tra non-s1 e non-s2, è detta di sub-contrarietà. La categoria semantica che sussume i termini contrari, sessualità (S) nel nostro esempio, è definita termine complesso. La categoria semantica che sussume i termini sub-contrari, non-sessualità (non-s) nel nostro esempio, è definita termine neutro. Fra i termini maschile e non-maschile (S1 e non-s1) e fra i termini femminile e nonfemminile (S2 e non-s2) si stabilisce una relazione di contraddittorietà. Le relazioni fra contraddittori prendono il nome di schemi. Il rapporto fra non-femminile (non-s2) e maschile (S1), così come quello tra non-maschile (non-s1) e femminile (S2), è una relazione di complementarità. Questa relazione indica

12 l implicazione logica di S1 da parte di non-s2, e di S2 da parte di non-s1. In altri termini, non-s2 implica S1, cioè non-femminile implica maschile ; e non-s1 implica S2, cioè non-maschile implica femminile. Le relazioni fra termini complementari prendono il nome di deissi poiché il termine contraddittorio indica come una freccia il termine contrario a quello che contraddice. 12 Si configura in questo modo il quadrato semiotico, cioè la rappresentazione visiva delle articolazioni logiche di una categoria semantica. Il quadrato si presenta quindi come la struttura costitutiva di un microuniverso di significazione. Ad esempio, per quanto riguarda l universo semantico dei valori individuali si può ipotizzare che l asse semantico vita/morte ne costituisca un articolazione fondamentale, e che lo sviluppo logico di questa categoria vada a delineare il seguente quadrato: 12 vita morte non-morte non-vita Figura 6 Per quanto riguarda l universo dei valori sociali si può invece ipotizzare che l asse semantico natura/cultura costituisca un opposizione fondamentale da sviluppare anch essa nella forma del quadrato semiotico. La semplicità del quadrato e la sua astrazione non devono peraltro essere intese come un impoverimento del senso manifestato perché il quadrato non rappresenta il contenuto di un testo: si tratta di una rappresentazione visiva della forma semiotica più profonda che può essere applicata a un testo intero o a diverse porzioni testuali. 13 Descrivendo di fatto sistemi di valori (morali, logici, estetici), il quadrato semiotico può essere considerato una assiologia. Nel saggio Interazioni delle costrizioni semiotiche 14 del 1968 Greimas utilizza lo schema del quadrato per descrivere i valori profondi, di natura antropologica, di un organizzazione sociale. La categoria di partenza è quella delle ingiunzioni: 12 La direzione della deissi è stata invertita da alcuni autori (cfr. Petitot 1979): dal punto di vista logico sembra infatti più corretto che sia maschile (S1) a implicare non-femminile (non-s2). La freccia dal basso verso l alto può essere intesa, come vedremo a proposito della sintassi fondamentale, come un operazione di affermazione: dall insieme di elementi indistinti che si trovano nel grande insieme del contraddittorio ( non-maschile ) emerge un solo elemento ( femminile ). 13 Marsciani e Zinna [1991: 47]. 14 Cfr. Greimas [1968a].

13 13 prescrizioni ingiunzioni interdizioni non-interdizioni non-prescrizioni non-ingiunzioni Figura 7: da Greimas [1968a: 149] Il quadrato delle ingiunzioni può essere investito dal punto di vista del contenuto considerando le relazioni sessuali di un gruppo umano dal punto di vista semiotico. Partendo dall opposizione Cultura vs Natura, dove la Cultura racchiude le relazioni permesse mentre la Natura racchiude le relazioni che una società esclude, i termini del quadrato semiotico diventano i seguenti: Relazioni permesse Relazioni escluse (Cultura) (Natura) Relazioni matrimoniali (prescritte) Relazioni anormali (interdette) Relazioni normali Relazioni non matrimoniali (non interdette) (non prescritte) Figura 8: da Greimas [1968a: 151] Come si può vedere, il quadrato organizza un universo concettuale e l organizzazione dipende dalle codificazioni sociali. Greimas fa notare ad esempio che la società tradizionale francese prescrive gli amori coniugali, mentre interdice l incesto o l omosessualità; giudica normale, quindi non interdetto, l adulterio dell uomo, mentre valuta come non prescritto l adulterio della donna. Si tratta quindi di un modello sociale delle relazioni sessuali. Questo schema può diventare più complesso se lo consideriamo in relazione al modello economico delle relazioni sessuali, o in relazione al modello dei valori individuali: per esempio vi possono essere valori vantaggiosi per l individuo ma dannosi per la società e sul piano economico. L ipotesi di Greimas è che le manifestazioni siano esse parole o matrimoni dipendono dall interazione di diversi sistemi semiotici, i quali consentono delle scelte e ne interdicono altre. Un produttore di oggetti semiotici qualsiasi si muove all interno di una episteme (l insieme dei sistemi semiotici in causa, un grande

14 sistema assiologico sociale) nella quale interagiscono valori individuali e valori sociali, ed egli non potrà che procedere a delle scelte limitate. Secondo Greimas l universo è un universo di valori e il soggetto ha certe possibilità di scegliere tra essi. Ci sono valori economici, valori morali, valori estetici verso cui noi soggetti tendiamo senza posa elaborando volta per volta soluzioni diverse. I soggetti vivono immersi in questi universi di valori cercando ciascuno la propria uscita dal labirinto. 15 Nell elaborazione del quadrato semiotico come articolazione profonda della semantica, Greimas prende ispirazione da alcuni studi di Lévi-Strauss [1958]. Da una prospettiva strutturale che si caratterizza per la ricerca di costanti, Lévi-Strauss analizza alcuni miti e trova che essi si riproducono con gli stessi caratteri nelle diverse regioni del mondo. In particolare Lévi-Strauss si sofferma sui miti tebani (nello specifico su quello di Edipo), e ipotizza che tali racconti mettano in relazione due diverse concezioni dell origine dell uomo, che evidentemente coesistevano a quel tempo presso i greci: secondo la prima concezione gli esseri umani spuntarono dalla terra (origine ctonia); in base alla seconda concezione nacquero da progenitori umani. Rileggendo alla luce di questa coesistenza alcuni miti, Lévi-Strauss costruisce uno schema in cui prova a mettere in correlazione un serie sintagmatica con una paradigmatica: 14 Cadmo cerca sua sorella Europa, rapita da Zeus Cadmo uccide il drago Gli Sparti si sterminano vicendevolmente Edipo uccide suo padre Laio Edipo immola la sfinge Labdaco (padre di Laio) = «zoppo» Laio (padre di E- dipo) = «sbilenco» Edipo = «piede gonfio» Edipo sposa Giocasta, sua madre Antigone seppellisce Polinice, suo fratello, violando il divieto Eteocle uccide suo fratello Polinice Figura 9: da Lévi-Strauss [1958: 240] La serie sintagmatica manifesta le sequenze dei miti, mentre la serie paradigmatica raggruppa nelle stesse colonne verticali avvenimenti analoghi. Nella prima colonna i miti tebani presentano casi in cui i rapporti familiari vengono sopravvalutati (Edipo sposa sua madre Giocasta, Antigone sfida la morte e seppellisce suo fratello Polinice); nella seconda colonna ci sono invece i casi in cui i rapporti di parentela vengono sottovalutati (Edipo uccide suo padre, Eteocle uccide suo fratello, ecc.). Secondo Lévi-Strauss questi miti affermerebbero e negherebbero l origine parentale dell uomo. 15 Greimas [1987c: 178].

15 La terza colonna riguarda i mostri e la loro distruzione (Edipo annienta la Sfinge, Cadmo uccide il drago): simbolicamente vi si potrebbe leggere la negazione dell origine dell uomo dalla terra. Ma dalla quarta colonna si evince che una serie di personaggi mitici si caratterizzano per la loro zoppia, e questo confermerebbe l origine ctonia dell uomo, indicando la condizione imperfetta dell uomo emerso dalla terra. Dice Lévi-Strauss: Quale significato finisce dunque con l avere il mito di Edipo così interpretato «all americana»? Esso esprimerebbe l impossibilità, in cui si trova una società che professa di credere all autoctonia dell uomo [ ], di passare da questa teoria al riconoscimento del fatto che ciascuno di noi è realmente nato dall unione di un uomo e di una donna. La difficoltà è insuperabile. [ibid.: 242] Ne consegue che il mito non risolve la contraddizione che si genera dalle due concezioni sull origine dell uomo, ma le fa convivere mettendo in un rapporto di analogia due contraddizioni: la sopravvalutazione della parentela di sangue sta alla sottovalutazione di quest ultima, come lo sforzo di sfuggire all autoctonia sta all impossibilità di riuscirci. [ibidem] Secondo Greimas l analisi di Lévi-Strauss sfocia in un modello acronico elementare a partire dal quale i miti possono essere generati. Questo modello può essere definito come la messa in correlazione di termini contraddittori accoppiati [Greimas 1969: 173]: Origine ctonia Progenitori umani 15 Non origine ctonia Non progenitori umani L ipotesi di Lévi-Strauss è che i miti si basino su contraddizioni soggiacenti e che le narrazioni mitiche servirebbero proprio a sanare queste contraddizioni. In altri termini, sono proprio queste contraddizioni a generare le narrazioni, i personaggi, le azioni, i drammi. Insomma, se la logica esclude le contraddizioni, l antropologia e la semiotica sostengono che i contrari possono coesistere, e che anzi proprio questa coesistenza sarebbe alla base delle narrazioni. Greimas riprende questa idea delle polarità soggiacenti e pensa di svilupparla nell articolazione logica del quadrato, che va a porsi al livello più profondo della semantica La sintassi fondamentale Il modello rappresentato dal quadrato è semantico (semantica fondamentale), in quanto struttura una categoria semantica e rende conto dell articolazione del senso all interno di un micro-universo di significato (da questo punto di vista è dunque una descrizione tassonomica); ma è anche un modello sintattico (sintassi fondamentale) in quanto consente operazioni: 16 la sintassi infatti opera delle trasformazioni in base alle quali un contenuto è affermato e un altro è negato. Così se da un lato abbiamo una sorta di tassonomia semica (visione statica del quadrato), dall altro abbiamo le operazioni che si possono effettuare su queste posizioni virtuali (visione dinamica del quadrato): la prima operazione è l operazione di negazione, che si effettuata sul termine primitivo S1 (o S2) e che genera il suo contraddittorio non-s1 (o non-s2); la seconda operazione è quella di asserzione: effettuata sui termini contraddittori (non-s1, non-s2), essa può far apparire i due termini primitivi (S1 e S2); una volta negato S1 e ottenuto così il contraddittorio non-s1, si potrà asserire S2 attraverso un operazione che fa emergere da tutto ciò che non è S1 quel particolare e determinato «non-s1» che è S2. Analogamente, una volta negato S2 e ottenuto così non-s2, si potrà tornare 16 Greimas specifica che si tratta di operazioni logiche che non prevedono ancora un soggetto antropomorfo.

16 tramite l operazione di asserzione all S1 di partenza. Le operazioni della sintassi fondamentale sono dunque orientate, delineano dei percorsi e disegnano le condizioni embrionali della narratività. Riprendiamo, per riepilogare, il seguente quadrato semiotico elaborato da Floch: 16 «Uomo» «Ermafrodita» «Donna» sessualità maschile femminile non-femminile non-maschile non-sessualità «Angelo» Figura 10: Floch [1985: 51] con integrazioni di Marsciani e Zinna [1991: 49] Il quadrato parte dall opposizione maschile/femminile, che costituisce una categoria semica. Ciascuno dei due termini presuppone l altro, contraendo con l altro una relazione di contrarietà; ma ciascuno dei due termini può, attraverso un operazione di negazione, proiettare il proprio termine contraddittorio: per esempio negando il tratto maschile si proietta il tratto contraddittorio nonmaschile. Infine con un operazione di asserzione dal non-maschile emerge l altro termine contrario ( femminile ). Il percorso sintattico può riprendere, poi, con la negazione di femminile che consente di proiettare non-femminile, e con l asserzione che fa riemergere il termine di partenza maschile. Questo esempio, scrive Floch, rende conto dell organizzazione relazionale della categoria della sessualità; vi possiamo posizionare anche alcuni sememi che possono manifestare questi singoli semi: per esempio «uomo» può manifestare il sema maschile, «donna» può manifestare il sema femminile ; «ermafrodita», riunendo in sé i termini contrari maschile e femminile, è un lessema che può manifestare il termine complesso sessualità, mentre «angelo», riunendo in sé i termini non-maschile e non-femminile, è un lessema che può manifestare il termine neutro non-sessualità Strutture semio-narrative: la grammatica narrativa di superficie L influenza di Propp Il primo meccanismo di conversione, quello che rende conto del passaggio dal livello profondo al livello di superficie delle strutture semionarrative, consiste nel passaggio dall astrazione del quadrato a una narratività che assume forme e modalità umane (narratività antropomorfizzata). Pertanto le relazioni logico-semantiche del quadrato e le possibili operazioni sintattiche di affermazione/negazione di valori si traducono ora in azioni e volizioni di soggetti. I valori virtuali del quadrato vengono investiti in oggetti (oggetti di valore) che possono trovarsi in congiunzione o

17 in disgiunzione con i soggetti: di qui le dinamiche narrative per rendere conto di queste trasformazioni. La narratività è dunque la sequenza ordinata di situazioni e di azioni: è la versione umanizzata di quello che era ipotizzabile a livello astratto con il quadrato. Mentre lì c erano solo delle articolazioni semiche, ora quelle articolazioni diventano valori, intervengono dei soggetti che vogliono fare delle cose, trasformare delle situazioni, ecc. È, questo, un presupposto fondamentale della teoria di Greimas: il senso può essere colto solo attraverso la sua narrativizzazione. Le differenze del quadrato a livello superficiale si trasformano in confronto/scontro fra soggetti che sono alla ricerca dei medesimi oggetti. La narratività è concepita come un universale del piano del contenuto dei linguaggi e diventa il principio organizzatore di qualsiasi tipo di discorso, dai discorsi figurativi (cioè narrativi in senso stretto), ai discorsi scientifici o filosofici. Così dalle differenze valoriali del quadrato si passa al confrontoscontro tra soggetti e oggetti con un progressivo incremento di senso. Per questa ragione Greimas prova a elaborare una grammatica narrativa, e per fare questo prende ispirazione da Vladimir Propp ( ), folklorista russo con posizioni assai vicine a quelle della scuola formalista il quale aveva prodotto un importante lavoro di analisi della fiaba di magia. La Morfologia della fiaba di Propp viene pubblicata in russo a Leningrado nel 1928, e tradotta in inglese nel Si tratta di un testo fondamentale per gli studi di narratologia. Se fino a quel punto gli studi folklorici erano stati dominati da un approccio storico che ricercava fonti, filiazioni, corrispondenze e genealogie delle fiabe, Propp si propone di studiare l oggetto fiaba in se stesso, attraverso l analisi della sua morfologia, cioè della sua forma. Comparando un corpus di un centinaio di fiabe di magia slave (quelle contrassegnate con i numeri da 50 a 151 della raccolta di Afanas ev), Propp si propone di trovare le regolarità e le variazioni formali: il suo scopo è quello di individuare le parti componenti della favola e le loro relazioni reciproche e col tutto. Nella sua indagine Propp trova che le unità costitutive della fiaba sono le funzioni dei personaggi, cioè le loro azioni: infatti nelle favole cambiano i nomi dei personaggi, cambiano i loro attributi cioè le caratteristiche esteriori, ma non le loro azioni, cioè le funzioni. Le funzioni sono quindi grandezze costanti della fiaba, i nomi e gli attributi dei personaggi sono grandezze variabili: Per l analisi della favola è quindi importante che cosa fanno i personaggi e non chi fa e come fa, problemi, questi ultimi, di carattere accessorio. [Propp 1928: 26] Il numero delle funzioni che compaiono nella favola di magia è limitato e Propp ne identifica trentuno: le prime sette designano funzioni preparatorie; con la funzione successiva, la mancanza, ha inizio l azione narrativa vera e propria. Ecco in sintesi le funzioni elaborate da Propp. I. Allontanamento. Uno dei membri della famiglia si allontana dalla casa: a volte si allontanano i genitori, a volte i figli. II. Divieto. All eroe è imposto un divieto; esempi: «In questo ripostiglio non dovrai guardare»; «Custodisci il fratellino, non uscire dal cortile». III. Infrazione. Il divieto è infranto: le infrazioni corrispondono alle forme di divieto e a questo punto entra in scena l antagonista, il cui ruolo è quello di turbare la pace della famiglia; l antagonista può essere il drago, il diavolo, i banditi, la strega, la matrigna, ecc. IV. Investigazione. L antagonista tenta una ricognizione: l investigazione di solito ha lo scopo di scoprire dove si trovino i fanciulli, o gli oggetti preziosi, ecc. V. Delazione. L antagonista riceve informazioni sulla sua vittima: l antagonista può ricevere direttamente risposta alla sua domanda, per esempio lo scalpello risponde all orso: «Portami nel cortile e buttami in terra; dove mi infilerò tu scava». VI. Tranello. L antagonista tenta di ingannare la vittima per impadronirsi di lei o dei suoi averi: prima di tutto l antagonista muta aspetto, si trasforma; poi tenta di ingannare la vittima attraverso la persuasione, o impiegando mezzi magici, o ricorrendo all inganno e alla violenza. 17

18 VII. Connivenza. La vittima cade nell inganno e con ciò favorisce involontariamente il nemico: in vari modi l eroe si fa convincere dall antagonista. VIII. Danneggiamento. L antagonista arreca danno o menomazione a uno dei membri della famiglia: è una funzione molto importante perché segna il passaggio dalla fase preparatoria della favola all azione narrativa vera e propria. L antagonista rapisce qualcuno, o estorce il mezzo magico, o saccheggia e devasta il raccolto, o compie una rapina, o arreca una mutilazione, o provoca una scomparsa, ecc. VIIIa. Mancanza. A uno dei membri della famiglia manca qualcosa o viene il desiderio di qualcosa: è un alternativa alla funzione del danneggiamento; può mancare una fidanzata, o un mezzo magico, o oggetti particolari. In ogni caso le funzioni del danneggiamento o della mancanza non possono mancare in nessuna favola del corpus studiato da Propp. IX. Mediazione. La sciagura o mancanza è resa nota ed entra in gioco l eroe, al quale ci si rivolge con una preghiera o con un ordine, e poi lo si manda o lo si lascia andare. L eroe può essere di due tipi: Ivan che parte alla ricerca della fanciulla rapita è un eroe cercatore; se la favola segue solo le peregrinazioni della fanciulla rapita, allora sarà lei l eroe vittima. X. Inizio della reazione. Il cercatore acconsente o si decide a reagire. Naturalmente questa funzione è presente solo nelle favole in cui è presente un eroe cercatore e manca se sono presenti eroi vittime. XI. Partenza. L eroe abbandona la casa. Le quattro funzioni di mancanza/danneggiamento, mediazione, reazione e partenza costituiscono l esordio della favola. A questo punto si sviluppa la vicenda vera e propria. XII. Prima funzione del donatore. L eroe incontra un «donatore» ben disposto o reticente, subito pronto all aiuto o dapprima ostile, e questi lo mette alla prova in vari modi. Alcuni esempi in cui il donatore mette alla prova l eroe: la baba-jaga assegna lavori domestici alla fanciulla; i bogatyri del bosco propongono all eroe di servire tre anni; il drago sfida a sollevare un pesante masso. XIII. Reazione dell eroe. L eroe reagisce all operato del futuro donatore in modo positivo o negativo. XIV. Conseguimento del mezzo magico. Il mezzo magico perviene in possesso dell eroe. I mezzi magici possono essere animali, oggetti, poteri particolari, e possono essere trasmessi direttamente, oppure venduti e acquistati ecc. XV. Trasferimento nello spazio tra due reami. Di solito l oggetto delle ricerche si trova in un altro reame, che può essere situato molto lontano in linea orizzontale o a grande altezza o profondità in senso verticale. Quindi l eroe si trasferisce, è portato o condotto sul luogo in cui si trova l oggetto delle sue ricerche: vola attraverso l aria, viaggia per via di terra o d acqua, si serve di mezzi di comunicazione ecc. XVI. Lotta. L eroe e l antagonista ingaggiano direttamente la lotta: essi si battono in campo aperto, o entrano in competizione, o giocano a carte. XVII. Marchiatura. All eroe è impresso un marchio: può subire una ferita durante il combattimento, oppure la figlia del re gli fa un piccolo segno sulla guancia con il coltello, ecc. XVIII. Vittoria. L antagonista è vinto. XIX. Rimozione della sciagura o della mancanza. Con la funzione di rimozione della sciagura o della mancanza iniziale la narrazione raggiunge l acme. L eroe recupera la figlia del re, o l anello, o comunque l oggetto della sua ricerca. XX. Ritorno. L eroe ritorna. XXI. Persecuzione. L eroe è sottoposto a persecuzione e i persecutori possono prendere le forme di animali diversi, di oggetti allettanti, ecc. XXII. Salvataggio. L eroe si salva dalla persecuzione fuggendo, o trasformandosi, o nascondendosi. Con la sconfitta del persecutore moltissime favole hanno termine, ma in alcuni casi 18

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