Regione Piemonte - Provincia di Novara. Comune di Romagnano PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE VARIANTE GENERALE PROGETTO ESECUTIVO

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1 Regione Piemonte - Provincia di Novara Comune di Romagnano PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE VARIANTE GENERALE PROGETTO ESECUTIVO RELAZIONE GEOLOGICA Premessa INQUADRAMENTO GEOLOGICO GEOLOGIA MORFOLOGIA CIRCOLAZIONE IDRICA SUPERFICIALE IDROGEOLOGIA CARATTERISTICHE GEOTECNICHE NORME E PRESCRIZIONI GEOLOGICO TECNICHE PERICOLOSITÀ GEOMORFOLOGICA E IDONEITÀ ALL UTILIZZAZIONE URBANISTICA ALLEGATI: SCHEDE DI RILEVAMENTO DEI PROCESSI - CAMPO DI INONDAZIONE ED EFFETTI INDOTTI DALLA PIENA DEL 2-3/11/1968 (stralcio da sezione CTR n ) Elenco elaborati 1G Carta geomorfologica e della dinamica dei versanti scala 1: G Carta idrogeologica e della dinamica dei corsi d acqua scala 1: G Carta litotecnica scala 1: G (1-2) Carta della pericolosità geomorfologica e dell'idoneità all'utilizzazione urbanistica scala 1: G (3) Carta della pericolosità geomorfologica e dell'idoneità all'utilizzazione urbanistica Zona circostante la Roggia Mora nella parte interna all abitato scala 1: G 6G Relazione geologica Schede geologico-tecniche

2 Premessa Oggetto e scopi dell'indagine Incarico professionale conferito dall'amministrazione Comunale di Romagnano per l'attuazione delle indagini sulle caratteristiche geologiche del territorio, con stesura dei relativi elaborati a corredo della Variante Generale del Piano Regolatore Generale. Ciò secondo le indicazioni della legge regionale n 56 del e in particolare del punto 2a dell'art. 14 (..le indagini e le rappresentazioni cartografiche riguardanti le caratteristiche geomorfologiche ed idrologiche del territorio..). Modalità esecutive L'indagine si è articolata in 3 fasi diverse: 1) rilevamento geomorfologico sul terreno ed analisi fotogeologica; 2) ricerca bibliografica ed analisi dei dati geologici relativi al territorio in esame, compresi gli studi geologici del attuale; 3) elaborazione dati e stesura della relazione geologica e degli elaborati cartografici relativi a tutto il territorio comunale. Relazione geologica pag. 1

3 1. INQUADRAMENTO GEOLOGICO 1.1 Geologia Nel territorio comunale di Romagnano si distinguono le seguenti serie geologiche: substrato roccioso costituito da rocce vulcanitiche, date da rocce piroclastiche, ignimbritiche e laviche, le quali appartengono al Complesso dei porfidi quarziferi. Si rilevano solo nella parte settentrionale del territorio, dove formano le colline della Pietra Romanasca e Castello di S.Lorenzo, che si elevano alla destra del ; in sinistra affiorano solo nella zona di Villa Caccia. Nel resto del territorio il basamento roccioso è ricoperto dalle formazioni sedimentarie, che superano la potenza di 100 m; sedimenti marini costituiti da sedimenti sabbioso argillosi con livelli ghiaiosi e limoso-argillosi depositatisi in ambiente fluviale-deltizio e marino in un periodo compreso tra il Pleistocene inferiore e il Pliocene. Non affiorano nel territorio di Romagnano, in quanto sono ricoperti dai depositi alluvionali quaternari, si rilevano nella trivellazione di pozzi. Lo spessore della formazione supera i 150 metri nella parte meridionale del territorio. serie terrazzata quaternaria costituita da più serie di depositi alluvionali di età diversa, formati prevalentemente da ghiaie e sabbie, poggianti sul substrato roccioso (vulcaniti e depositi marini). Tale unità è contraddistinta dalla maggiore estensione di affioramento. a1 - sono i depositi più antichi, indicati sul Foglio Biella della Carta Geologica d Italia come Fluvioglaciale Mindel. Sono formati prevalentemente da ghiaie alterate, con matrice limoso-sabbioso-argillosa. Generalmente sono interessati da una copertura loessica superficiale (depositi di origine eolica - loess ) data da limi sabbioso-argillosi, il cui spessore medio è di 2 2,5 m. Costituiscono l altopiano baraggivo esteso ad Est di Romagnano, dove sorge l abitato della Mauletta. a2 - formano la piana principale su cui sorge l abitato di Romagnano. Sono costituiti da ghiaie grossolane con matrice sabbioso-limosa. Le coperture sabbioso-limose possono raggiungere lo spessore di 2 m. La potenza massima di questi depositi è di circa 20 m; a3 - costituiscono il fondovalle del e del torrente Strona. I depositi del sono formati da ghiaie grossolane con subordinata matrice sabbioso-limosa. In corrispondenza del t. Strona e dei suoi affluenti principali, che attraversano l altopiano esteso ad Est di Romagnano, la granulometria dei depositi è inferiore e talora prevalgono le sabbie e i limi. a4 - formano l alveo attuale dei corsi d acqua. accumuli colluviali e conoidi dei rii minori sono costituiti da materiali detritici a granulometria fine, derivanti dal disfacimento fisico della scarpata che delimita l altopiano della Mauletta, operato dall erosione delle acque meteoriche e di alcuni corsi d acqua minori, che hanno depositato i materiali erosi sulla superficie della piana sottostante. Sono localizzati pertanto al piede della scarpata, dove formano superfici poco inclinate, di raccordo tra il versante e la piana. Hanno uno spessore variabile da 1 a 5 m. I lineamenti geologici del territorio comunale di Romagnano sono riportati nella figura seguente e più in dettaglio nella carta geomorfologica. allegata. Relazione geologica pag. 2

4 SCHEMA GEOLOGICO ROMAGNANO Depositi alluvionali A4 - Depositi alluvionali attuali, costituiti da ghiaie grossolane con sabbie, limi e argille A3 - Depositi alluvionali recenti, costituiti da ghiaie grossolane con sabbie, limi e argille. Sottili coperture limoso-sabbiose A2 - Depositi alluvionali, costituiti da ghiaie grossolane con subordinate sabbie, limi e argille. Coperture limoso-sabbiose con spessore massimo di 2 m. A1 - Depositi alluvionali ghiaiosi con ciottoli alterati e matrice sabbioso-limoso-argillosa. Coperture loessiche costituite da limi sabbioso-argillosi, generalmente ben costipati (spessore medio 2,5 m) 0 m 1000 m 2000 m Basamento roccioso costituito da rocce vulcanitiche (piroclastiti, ignimbriti, lave) Orlo terrazzi alluvionali Relazione geologica pag. 3

5 PROFILO GEOLOGICO (non in scala) W E F. T.Strona depositi alluvionali ghiaiosi recenti depositi alluvionali ghiaiosi antichi alterati con coperture loessiche sedimenti sabbioso-limosi (Pleistocene inf. - Pliocene) basamento roccioso (vulcaniti) Relazione geologica pag. 4

6 1.2 Morfologia Sotto il profilo morfologico il territorio di Romagnano si suddivide in tre diversi settori: - il primo, costituente la parte nordoccidentale del comune, é caratterizzato dai rilievi rocciosi costituenti il fianco vallivo destro del. - il secondo settore comprende l altopiano baraggivo che si estende ad Est di Romagnano, il quale si eleva di circa 40 m rispetto il fiume, inciso dal reticolato idrografico secondario; - il terzo settore interessa la parte centrale e meridionale del territorio, costituita dalle piane alluvionali più recenti estese alla sinistra del fiume. Le colline costituenti il settore nordorientale del territorio si caratterizzano per l elevata acclività dei versanti, con frequenti fenomeni di dissesto dati in prevalenza da erosione superficiale, che interessa le rocce vulcanitiche più alterate e fratturate nei settori più acclivi. In corrispondenza dell altopiano baraggivo l'evoluzione geomorfologica si esplica principalmente con la dinamica del reticolo idrografico secondario, che nel tempo opera un arretramento delle testate dei corsi d'acqua ed un approfondimento delle aste torrentizie. Ciò è più evidente in corrispondenza dell ampia scarpata che delimita ad Ovest il terrazzo dalla piana sottostante. I fenomeni di dissesto pertanto si localizzano all'interno degli impluvi più incisi. Si tratta principalmente di fenomeni di erosione idrica o di limitati movimenti franosi dovuti alla fluidificazione dei terreni incoerenti superficiali; alcuni settori sono interessati da accenni di forme calanchive. Localmente si evidenzia la presenza di fenomeni franosi di tipo più profondo anche se di modesta estensione, legati a scoscendimenti e colamenti solo parzialmente stabilizzati. Le piane alluvionali recenti estese alla sinistra del sono caratterizzate dalla presenza di un terrazzo, che si sviluppa con andamento grosso modo parallelo a quello del. In corrispondenza di Romagnano coincide con il limite dell abitato più antico. Le caratteristiche geomorfologiche dell'area sono sintetizzate nella Carta Geomorfologica. 1.3 Circolazione idrica superficiale Fiume Un ampia superficie del territorio di Romagnano è direttamente interessata dal fiume, che scorre al limite occidentale del Comune. Il suo alveo (alveo di piena compreso) ha infatti una sezione molto ampia, che si sviluppa per una larghezza media di circa 300 m. Nel tratto prossimo all abitato di Romagnano la sezione è minore, a causa anche degli interventi antropici e delle opere di difesa che hanno ristretto la sezione di deflusso. L estensione del bacino idrografico del (990 km 2 al ponte di Romagnano) ed i notevoli apporti meteorici che caratterizzano questo settore delle Alpi, determinano un regime idrico elevato, con piene caratterizzate da deflussi rilevanti. Tra i vari studi idrologici riguardanti il bacino del, si evidenzia quello eseguito dalla SERTEC S.p.A. (1976) (Piano di bacino del Fiume. - Regione Piemonte, Assessorato alla Sistemazione Idrogeologica e Forestale), dove sono riportati i valori delle massime piene calcolate e misurate. Relazione geologica pag. 5

7 Per la sezione di Romagnano si hanno i seguenti dati: Portate calcolate (SERTEC) Portate massime provenienti da altri studi tempo di ritorno Q30 Q60 Q ( mc/sec) 3520 ( mc/sec) 3770 ( mc/sec) 4145 ( mc/sec) Numerosi sono i documenti storici relativi a danni alle infrastrutture (ponti e arginature) ed allagamenti verificatisi in occasione di piene. Tra gli eventi alluvionali più recenti si ricorda quello del 2 novembre 1968, in occasione del quale crollò il ponte ferroviario, furono allagati edifici (via Frà Dolcino, via Ludovico il Moro, spianata Fiera, via Lungo, quartiere Fanfani, via Roncati) e stabilimenti (cartiera Burgo, officina Cavanna) e si verificarono accentuati fenomeni erosivi in prossimità del campo sportivo. A titolo illustrativo si riporta in allegato uno stralcio della carta del Campo di inondazione della piena del 2-3/11/1968 del fiume, predisposta dalla Settore Prevenzione del Rischio Geologico della Regione Piemonte. I dati storici, morfologici ed idraulici indicano che le piane alluvionali estese direttamente ai fianchi dell alveo del sono in parte soggette a fenomeni di inondazione e di allagamento in caso di piene molto ingenti. Queste zone sono solo marginalmente edificate, ad eccezione di una fascia estesa ai margini della Roggia Mora, che interessa un settore dell abitato di Romagnano. Le aree esondabili sono riportate nella Carta idrogeologica e della dinamica dei corsi d acqua. Si sottolinea che la cartografia riportata nel Piano Stralcio delle Fasce Fluviali (Autorità di Bacino del fiume Po) indica come area di inondazione per piena catastrofica (fascia C), una superficie leggermente più ampia rispetto a quella indicata come esondabile nella Carta idrogeologica e della dinamica dei corsi d acqua. La minore estensione della fascia esondabile è giustificata dai dati storici e morfologici. Corsi d acqua minori Si evidenziano alcuni corsi d acqua minori, provenienti dall altopiano presente ad Est di Romagnano. Si tratta di rii a carattere temporaneo caratterizzati da un bacino idrografico molto ridotto. Essi interessano la scarpata che delimita l altopiano scorrendo all interno di profonde incisioni idriche e quindi sfociano sulla piana sottostante, confluendo poi nel o nella Roggia Mora. Questi rii in molti casi sono stati incanalati e tombinati, per cui in corrispondenza di alcune tombinature e dei restringimenti più accentuati si possono verificare ostruzioni e fenomeni di tracimazione. Torrente Strona L altopiano esteso tra Romagnano e Borgomanero è solcato da una fitta rete di corsi d'acqua che alimentano il torrente Strona. Si tratta di un area interessata solo marginalmente da insediamenti abitativi, che in nessun caso interferiscono con la dinamica idrica dei corsi d acqua. Il reticolato idrografico è inciso di alcuni metri rispetto la superficie principale della piana, pertanto grazie al grado di approfondimento che contraddistingue le aste torrentizie i fenomeni di esondazione sono limitati al fondo degli impluvi principali. La tendenza evolutiva è nel complesso di modesta entità, con limitati fenomeni di erosione sia sul fondo che i fianchi, i quali interessano essenzialmente l alveo del torrente Strona. Relazione geologica pag. 6

8 Roggia Mora La Roggia Mora, così chiamata da Ludovico il Moro, che ne ottenne la concessione nel 1481, rappresenta un antico ramo del fiume, che nel tempo è stato canalizzato. Fonti bibliografiche indicano che nella seconda metà del 1600 vennero realizzati alcuni interventi mirati ad allontanare le acque del dalla sponda sinistra, dove lambivano le mura dell abitato di Romagnano (La Vallesesia ed il Comune di Romagnano ; Dionisotti, 1994). Attualmente la roggia corre interamente compresa tra sponde artificiali e muri d argine ed è interessata da derivazioni idriche utilizzate per fini diversi. Lungo la roggia Mora, nel tratto in cui questa attraversa l abitato di Romagnano, è stato svolto un rilievo di dettaglio, per verificare il tipo e lo stato delle arginature, con lo scopo di definire la profondità delle fasce di rispetto da mantenere lungo le sponde. Gli argini, costituiti in prevalenza da muri in cls di altezza superiore al metro, sono complessivamente in buon stato di conservazione, tranne alcuni tratti prossimi al vecchio lavatoio, in cui si rilevano locali lesioni con modeste infiltrazioni idriche. Sulla base dei dati storici relativi alle massime piene, si è potuto verificare che i punti in cui sono avvenuti fenomeni di tracimazione corrispondono generalmente ai tratti in cui le arginature hanno altezza inferiore a 2 2,5 m dal fondo dell alveo. L origine della roggia, ricollegata ad un ramo fluviale abbandonato per intervento antropico, evidenzia una situazione da mantenere sotto controllo, come si può comprendere rileggendo le cronache e le relazioni tecniche riguardanti l evento alluvionale del novembre In tale occasione la roggia fu dapprima responsabile di allagamenti nella parte bassa dell abitato, a seguito di tracimazioni dovute all enorme massa di acqua che si riversava nel suo letto, proveniente dalle zone collinari e soprattutto dai riali di Prato. La sera del 2 novembre, le acque del fiume raggiunsero e sovrapassarono le opere di presa della roggia, e verso le ore 23 del 2 novembre si verificarono nuovi fenomeni di allagamento dell abitato. Tabella dati storici Allo scopo di individuare le aree del territorio maggiormente colpite dall attività dei corsi d acqua è stata effettuata una ricerca bibliografica e di archivio, nel corso della quale sono state raccolte informazioni di vario tipo provenienti dall Ufficio Tecnico comunale e dalla Banca Dati del Settore Studi e Ricerche Geologiche della Regione Piemonte. Il confronto delle informazioni raccolte nel corso della ricerca, con i dati geomorfologici dell area in esame e con le risultanze di studi precedenti in possesso dello scrivente, ha permesso di predisporre una tabella sintetica dei dissesti che hanno colpito il territorio comunale a partire dal XIX secolo. Tale tabella, di seguito proposta, riporta una breve descrizione del dissesto avvenuto, il nome della località colpita, l elenco dei danni segnalati, il nome della fonte ed un riferimento temporale corrisponde generalmente alla data dell evento meteorologico durante il quale si è verificato il dissesto. Relazione geologica pag. 7

9 LOCALITA' DATA EVENTO Descrizione FONTE NOTE ROMAGNA NO SESIA Regione Barca Ponte SS 142 Zona Via Frà Dolcino, Via Lodovico il Moro e spianata fiera Ponte ferroviari o Cartiera Burgo Zona a valle del ponte FF.SS. 11/1801 Piena f. set-48 Piena f. nov-51 Piena f. nov-68 Piena Roggia Mora, fiume e rii laterali nov-68 Piena f. nov-68 Piena f. nov-68 Piena f. Intabbia nov-68 Piena f. Carnina nov-68 Piena f. Ponte ferroviari o Ponte SS 142 set-1993 Piena f. ott-2000 Piena f. Distrutte opere di difesa idraulica Danneggiate opere idrauliche e minacciato l'abitato Ponte distrutto "Le acque della roggia Mora ingrossata dai rii laterali e dall'acqua del f. allagano edifici" Distrutto il ponte "Le acque della roggia Mora ingrossata dai rii laterali e dall'acqua del f. allagano la cartiera" Il F. distrugge opere di difesa in sponda sx e determinano allagamenti Il F. danneggia opere di difesa in sponda sx Il F. danneggia opere di difesa in sponda sx Asportate le pile provvisorie del ponte in costruzione Fenomeni erosivi hanno danneggiato gravemente la soglia di fondo sottoponte che la controbriglia poco a valle Schede processi effetti Banca Dati Geologica Schede processi effetti Banca Dati Geologica Schede processi effetti Banca Dati Geologica Danni alluvionali alluvione novembre 1968; Comune di Romagnano Danni alluvionali alluvione novembre 1968; Comune di Romagnano Danni alluvionali alluvione novembre 1968; Comune di Romagnano Danni alluvionali alluvione novembre 1968; Comune di Romagnano Schede processi effetti Banca Dati Geologica Schede processi effetti Banca Dati Geologica Schede processi effetti Banca Dati Geologica Lavori urgenti per la costruzione di opere di sostegnodel corpo stradale al km della SS 142 e di ripristino della briglia in corrispondenza del ponte sul F. al KM della ss 142 Biellese a seguito degli eventi alluvionali del 13- Località e sponda non precisate Rilevati fenomeni di sottoescav azione delle pile in sponda sx Erosione di fondo e di sponda 320 metri di argine asportato 80 metri di argine asportato Rilevati fenomeni di sottoescav azione delle Relazione geologica pag. 8

10 1.4 Idrogeologia Dal punto di vista idrogeologico il territorio di Romagnano si differenzia tra la zona collinare, l altopiano e la pianura. In corrispondenza dell'area collinare, dove i litotipi prevalenti sono dati dalle rocce vulcanitiche con permeabilità bassa o nulla, la circolazione idrica sotterranea risulta limitata a fenomeni sorgentizi locali, legati alle maggiori fasce di fratturazione e alle modeste coperture detritiche. I depositi alluvionali antichi formanti l altopiano sono caratterizzati da una permeabilità per porosità primaria medio-bassa (K = cm/sec), dovuta al loro grado di alterazione. Si evidenzia inoltre la presenza dello strato superficiale (loess), costituito da limi sabbioso-argillosi praticamente impermeabili, che limitano le infiltrazioni idriche nel sottosuolo. Queste avvengono principalmente in corrispondenza delle incisioni del torrente Strona e dei suoi affluenti. La potenzialità idrica di questi depositi è comunque scarsa, con falda freatica ridotta e discontinua Diversa è la situazione idrogeologica dei depositi alluvionali recenti formanti la pianura di Romagnano, costituiti in prevalenza da materiali ghiaioso-sabbiosi, che raggiungono uno spessore massimo di circa m. La permeabilità di questi depositi è complessivamente elevata (K = cm/sec); essi costituiscono un acquifero libero localizzato ad una profondità dal piano campagna di circa 10 m. La disponibilità idrica di questa falda è comunque limitata, essa inoltre è vulnerabile all inquinamento. Permeabilità per porosità primaria generalmente bassa contraddistingue invece gli accumuli colluviali limoso-argillosi presenti alla base dei rilievi collinari. Al di sotto dei depositi alluvionali quaternari si incontrano i sedimenti sabbioso-limosi (pleistocene - pliocene), i quali hanno una potenza massima di circa 150 m. Il passaggio al complesso idrogeologico superiore costituito dai depositi alluvionali antichi non è netto, in quanto si passa da una permeabilità medio-bassa dei depositi alluvionali a quella generalmente inferiore dei sedimenti sabbioso-limosi (variabile da 10-4 a 10-7 cm/s), che diminuisce con la profondità dove prevalgono i materiali argilloso-limosi. All interno della formazione sedimentaria gli acquiferi sono localizzati all'interno dei livelli sabbioso-ghiaiosi più permeabili, caratterizzati in alcuni casi da flussi rilevanti. Il basamento roccioso, che si trova a profondità compresa tra 0 e -200 m, è costituito da rocce vulcanitiche. Esso è da considerarsi praticamente impermeabile, se si escludono possibili fasce fratturate, all interno delle quali si possono avere valori anche elevati di permeabilità secondaria e quindi possibili flussi idrici di rilievo. Dai dati idrogeologici emerge che nell area gli acquiferi più rilevanti sono quelli artesiani, presenti all interno del complesso costituito dai sedimenti marini, che in alcuni casi hanno discrete potenzialità idriche, mentre si evidenzia in genere l'esiguità della falda freatica e la sua vulnerabilità all inquinamento. Relazione geologica pag. 9

11 1.5 Caratteristiche geotecniche Le attitudini geologico-tecniche dei terreni affioranti nel territorio di Romagnano possono essere espresse compiutamente solo valutando globalmente le condizioni geomorfologiche ed idrogeologiche di ciascun sito preso in considerazione. Si possono comunque esprimere qualitativamente le caratteristiche geoapplicative dei terreni affioranti nell'area, particolarmente per quanto attiene la loro risposta alla realizzazione di strutture edilizie. Nell'allegata Carta Litotecnica il territorio è stato suddiviso in funzione alle caratteristiche litologiche e geotecniche dei diversi terreni affioranti, determinate in base ai dati bibliografici esistenti e in particolare ai risultati di prove geotecniche eseguite nel territorio di Romagnano per la realizzazione di edifici. Accumuli colluviali e conoidi dei rii minori Questi terreni si incontrano soprattutto alla base della scarpata che delimita l altopiano della Mauletta dalla piana principale di Romagnano. Sono costituiti da una prevalente frazione limoso-argillosa e da uno scarso grado di addensamento, localmente sono caratterizzati da saturazione idrica. Mostrano pertanto requisiti geotecnici scadenti. Il loro spessore varia da 1 a 5 m e poggiano sui depositi alluvionali ghiaiosi, quindi in alcuni casi in presenza di questi terreni non è possibile la realizzazione di fondazioni dirette e sono invece necessarie fondazioni speciali (es. palificazioni). Depositi alluvionali attuali del fiume Formano l alveo del fiume. Sono costituiti da ghiaie grossolane con subordinate sabbie e limi e locali livelli prevalentemente. Hanno caratteristiche geotecniche buone. Depositi alluvionali recenti Si distinguono i depositi che formano la piana alluvionale principale di Romagnano, caratterizzati da una granulometria più elevata, strettamente legata al deposito delle acque del, da quelli dei corsi d acqua minori. I primi sono costituiti da ghiaie grossolane con sabbie e limi, caratterizzate da un buon grado di addensamento. Sono generalmente ricoperti da uno strato superficiale limoso-sabbioso dello spessore medio di circa 50 cm, che può raggiungere i 2 m. Hanno in genere caratteristiche geotecniche buone. I secondi hanno una frazione limoso-sabbiosa più elevata con una pezzatura dei ciottoli inferiore. Le caratteristiche geotecniche sono da discrete a scarse, in base alla granulometria. Relazione geologica pag. 10

12 Depositi alluvionali antichi Coperture loessiche Sono costituite da limi con argille e sabbie fini con spessore medio di circa 2 2,5 m. Grazie all'elevato grado di costipamento questi terreni hanno in genere discrete caratteristiche geotecniche per quanto attiene la loro risposta alla realizzazione di strutture edilizie. In caso questi terreni vengano rimaneggiati per cause naturali o artificiali, perdono parte delle caratteristiche geotecniche, in particolare con annullamento della coesione. Depositi alluvionali ghiaiosi alterati Benché alterati, hanno caratteristiche geotecniche da buone a discrete, essi infatti hanno un grado di costipamento elevato e sono formati in prevalenza da una componente sabbiosa con una subordinata percentuale di limi e argille. Basamento roccioso (vulcaniti) Il basamento roccioso affiora essenzialmente nel settore nordoccidentale del territorio. Le rocce vulcanitiche denotano nella maggior parte dei casi buone attitudini geotecnicofondazionali, manifestando capacità portanti da buone a ottime, accompagnate da cedimenti solitamente trascurabili. Relazione geologica pag. 11

13 2. NORME E PRESCRIZIONI GEOLOGICO TECNICHE Pericolosità geomorfologica e idoneità all utilizzazione urbanistica La zonazione del territorio comunale è stata effettuata, conformemente alle prescrizioni della Circolare del Presidente della Giunta regionale n.7/lap approvata in data 6 maggio L.R. 5 Dicembre 1977, N. 56, e successive modifiche ed integrazioni. Specifiche tecniche per l elaborazione degli studi geologici a supporto degli strumenti urbanistici, suddividendo il territorio per aree omogenee dal punto di vista della pericolosità geomorfologica intrinseca e dell idoneità all utilizzazione urbanistica. La suddivisione in tre classi di idoneità d uso è estesa alla ripartizione in sottoclassi laddove sussistano condizioni omogenee di pericolosità determinate da situazioni morfologiche differenti. La zonazione del territorio risultante nella carta della pericolosità geomorfologica e dell idoneità all utilizzazione urbanistica (4G), costituisce il riferimento per l applicazione dei relativi vincoli dettati dal PRG. Di seguito si riportano le tre classi di idoneità all utilizzazione urbanistica, le relative condizioni di pericolosità geomorfologica e le prescrizioni relative alla edificabilità. Classe 1 Nella classe 1 rientrano tutti i territori nei quali le condizioni di pericolosità geomorfologica sono tali da non porre limitazioni alle scelte urbanistiche. Ambito geomorfologico Fanno parte della classe 1 le aree pianeggianti o moderatamente acclivi, caratterizzate da buone condizioni di stabilità, non soggette a dinamica idrica, con terreni contraddistinti da buoni requisiti geotecnici. Prescrizioni L edificazione è in genere attuabile con normali tecniche costruttive. Gli interventi sono di norma consentiti nel rispetto delle prescrizioni del D.M. - 11/03/88. Pertanto progetti di opere che comportino significative modificazioni del suolo devono essere corredati da relazione geologica. La relazione geologica e geotecnica è comunque richiesta nel caso di nuove edificazioni. Le indagini devono essere finalizzate all analisi della stabilità globale dell insieme opera-terreno ed alla definizione delle caratteristiche litostratigrafiche e geotecniche del sottosuolo. Relazione geologica pag. 12

14 Classe 2 Porzioni di territorio dove le condizioni di moderata pericolosità geomorfologica possono essere agevolmente superate attraverso l adozione di accorgimenti tecnici esplicitati a livello di norme di attuazione ispirate al D.M 11/03/88 e realizzabili nell ambito del singolo lotto edificatorio o dell'intorno significativo circostante. In base alle caratteristiche morfologiche, idrologiche e geotecniche all interno della classe 2 vengono distinte le seguenti sottoclassi: Ambito geomorfologico Sottoclasse 2.1 Zone collinari caratterizzate morfologia poco acclive e da condizioni di stabilità complessivamente buone. Interventi ammessi L edificazione è in genere attuabile senza l adozione di particolari interventi costruttivi, fatte salve le zone prospicienti a rotture di pendenza o gli orli di scarpata, ove la realizzazione di tagli del pendio o alterazioni nel deflusso delle acque meteoriche possono determinare situazioni di instabilità locale. Le condizioni di pericolosità geomorfologica possono essere superate attraverso l adozione di accorgimenti tecnici, realizzabili esclusivamente nell ambito del singolo lotto edificatorio o dell intorno significativo circostante. Tali interventi non devono in alcun modo incidere negativamente sulle aree vicine, né condizionarne la propensione all'edificabilità Prescrizioni L edificazione e gli interventi comportanti modificazioni del suolo sono subordinati all esecuzione in fase preliminare di indagini geologiche comprendenti: esame geomorfologico dell area estesa ad un intorno adeguato ed analisi di stabilità dei versanti caratterizzazione geotecnica dei terreni indicazione delle eventuali opere atte alla stabilizzazione dei versanti, alla regimazione delle acque di ruscellamento superficiale, allo smaltimento delle acque di infiltrazione ed al recupero vegetazionale. Relazione geologica pag. 13

15 Sottoclasse 2.2 Ambito geomorfologico Aree di fondovalle prossime ai corsi d acqua naturali e ai maggiori canali artificiali, con possibilità di modesti allagamenti e difficoltà di deflusso. L'azione delle acque di esondazione presenta sempre caratteri di bassa energia e altezza di pochi decimetri. Aree comprese nella fascia fluviale C individuata nel Piano Stralcio delle Fasce Fluviali predisposto dall Autorità di Bacino del Fiume Po. Interventi ammessi Nei territori rientranti nella classe 2.2 ogni intervento antropico deve assicurare il mantenimento o il miglioramento delle condizioni di drenaggio superficiale. Il ricorso all innalzamento artificiale del piano campagna, al fine di evitare possibili coinvolgimenti di nuovi manufatti in fenomeni di allagamento, è permesso qualora venga accertato che tale intervento non provochi innalzamenti anomali del livello idrico nel corso di fenomeni di piena, tali da provocare maggiori danni nelle aree adiacenti. E di norma vietata la realizzazione di piani interrati, a meno che venga accertato che il livello di massima escursione della falda non interferisca con l edificio. Prescrizioni L edificazione e gli interventi comportanti modificazioni del suolo sono subordinati all esecuzione in fase preliminare di indagini geologiche comprendenti: verifica del mantenimento o miglioramento delle condizioni di drenaggio superficiale dell area, con indicazione di eventuali prescrizioni finalizzate ad attenuare gli effetti dei fenomeni di allagamento e alla regimazione delle acque verifica dell assenza di interferenze negative con il regime delle falde freatiche caratterizzazione geotecnica dei terreni. Ambito geomorfologico Sottoclasse 2.3 Aree caratterizzate da terreni aventi requisiti geotecnici scadenti. Ricade in questa classe la fascia pianeggiante estesa direttamente a valle della scarpata che delimita l altopiano della Mauletta dalla piana principale di Romagnano (si veda carta litotecnica) In queste aree vi possono essere situazioni caratterizzate da possibili ristagni idrici legati a sgrondo insufficiente o presenza di falda freatica superficiale. Interventi ammessi L edificazione in questi settori può essere subordinata all adozione di idonee strutture fondazionali (es. palificazioni) dimensionate sulla base di indagini geognostiche da eseguire a supporto della progettazione. Prescrizioni L edificazione e gli interventi comportanti modificazioni del suolo sono subordinati all esecuzione di indagini geologiche comprendenti: caratterizzazione stratigrafica e geotecnica dei terreni con indicazione sulle soluzioni tecniche e le tipologie fondazionali da adottare verifica dell assenza di interferenze negative con il regime delle falde freatiche. Relazione geologica pag. 14

16 Classe 3 Porzioni di territorio nelle quali gli elementi di pericolosità geomorfologica e di rischio, derivanti questi ultimi dalla urbanizzazione dell'area, sono tali da impedire l utilizzo qualora inedificate, richiedendo, viceversa la previsione di interventi di riassetto territoriale a tutela del patrimonio esistente. Classe 3a Porzioni di territorio inedificate che presentano caratteri geomorfologici (sottoclasse 3a1) o idrogeologici (sottoclasse 3a2) che le rendono inidonee a nuovi insediamenti. sottoclasse 3a1 Ambito geomorfologico Rientrano le aree interessate da frane non stabilizzate, pendii con precarie condizioni di stabilità, versanti con fenomeni di dissesto diffusi, testate di impluvi ove possono verificarsi deflussi idrici concentrati con fenomeni erosivi. Sono inoltre inclusi ampi settori collinari caratterizzati da versanti con acclività elevata (>25 ). Interventi ammessi Nell ambito di queste aree non sono consentiti nuovi insediamenti edilizi, fatti salvi quelli previsti per la conduzione delle attività agricole. Negli edifici preesistenti sono consentite trasformazioni che non aumentino il carico antropico, quali interventi di ristrutturazione edilizia manutenzione ordinaria e straordinaria e risanamento conservativo. La realizzazione di limitati ampliamenti è ammissibile solo nel caso in cui sia verificata la compatibilità con l assetto geomorfologico. Sono consentiti interventi mirati al consolidamento o al riassetto geologico per la messa in sicurezza dei siti. Sono ammissibili le coltivazioni agricole, le opere di recupero ambientale e di sistemazione morfologica, la realizzazione di piste forestali, strade di accesso, aree verdi, percorsi naturalistici, ecc. E inoltre ammessa l attuazione di opere di interesse pubblico, non diversamente localizzabili (strade, linee elettriche, edifici per impianti tecnologici, fognature, acquedotti, ecc.). Prescrizioni La realizzazione degli interventi consentiti è subordinata all esecuzione di indagini geologiche comprendenti: esame geomorfologico dell area estesa ad un intorno adeguato caratterizzazione geotecnica dei terreni verifica di stabilità dei versanti indicazione delle eventuali opere atte alla stabilizzazione dei versanti, alla regimazione delle acque di ruscellamento superficiale, allo smaltimento delle acque di infiltrazione ed al recupero vegetazionale. Relazione geologica pag. 15

17 sottoclasse 3a2 Ambito geomorfologico Rientrano in questa sottoclasse le zone di fondovalle interessate dalla dinamica dei corsi d acqua, quindi le aree esondabili o soggette ad erosione torrentizia. Queste aree determinano delle fasce lungo i corsi d acqua, la cui estensione per il fiume e i torrenti maggiori è stata definita su base morfologica, idrologica e storica. Per il reticolato minore sono state definite delle fasce di rispetto di profondità diversa in base all importanza del corso d acqua e alla presenza di opere di difesa. Le fasce hanno profondità minima di 10 m, ad esclusione di un breve tratto lungo il rio Vallone in corrispondenza di un PEC già approvato, dove la profondità è di 7,5 m. Per i canali artificiali maggiori è stata assunta una fascia di rispetto di 10 m. L ampiezza della zona soggetta a tale vincolo è stata definita di volta in volta sulla carta della pericolosità geomorfologica e dell idoneità all utilizzazione urbanistica. Corsi d'acqua naturali 20 m 10 m 15 m 10 m - per la presenza di modificazioni antropiche e opere di difesa 7,5 m PEC approvato (breve tratto su rio Vallone) Canali artificiali principali 10 m Interventi ammessi Nell ambito di queste aree non sono consentiti nuovi insediamenti edilizi, fatti salvi quelli previsti per la conduzione delle attività agricole. Negli edifici preesistenti sono consentite trasformazioni che non aumentino il carico antropico quali interventi di ristrutturazione edilizia di manutenzione ordinaria e straordinaria e risanamento conservativo. La realizzazione di limitati ampliamenti è ammissibile solo nel caso in cui sia verificata la compatibilità con l assetto geomorfologico e idraulico. Sono consentiti interventi mirati al consolidamento o al riassetto geologico per la messa in sicurezza dei siti. Sono ammissibili le coltivazioni agricole, le opere di recupero ambientale e di sistemazione morfologica, la realizzazione di piste forestali, strade di accesso, aree verdi, percorsi naturalistici, ecc. E inoltre ammessa l attuazione di opere di interesse pubblico, non diversamente localizzabili (strade, linee elettriche, edifici per impianti tecnologici, fognature, acquedotti, ecc.). Prescrizioni La realizzazione degli interventi consentiti è subordinata all esecuzione di indagini comprendenti: esame geologico ed idraulico dell area estesa ad un intorno adeguato al fine di definire l incidenza dei manufatti sulla la tendenza evolutiva del corso d acqua e sui deflussi idrici indicazione delle eventuali opere di difesa idraulica verifica dell assenza di interferenze negative con il regime delle falde freatiche. caratterizzazione geotecnica dei terreni. Relazione geologica pag. 16

18 Classe 3b Porzioni di territorio edificate nelle quali gli elementi di pericolosità geologica e di rischio sono tali da imporre in ogni caso interventi di riassetto territoriale di carattere pubblico a tutela del patrimonio urbanistico esistente. In assenza di tali interventi di riassetto saranno consentite solo trasformazioni che non aumentino il carico antropico Ambito geomorfologico Rientrano in questa classe alcune zone antropizzate poste sul fondovalle del fiume, potenzialmente soggette a fenomeni di esondazione, la cui perimetrazione è stata definita su base morfologica, idrologica e storica. Rientrano inoltre alcune aree comprese nelle fasce di rispetto della roggia Mora (profondità 10 m) e di tre rii minori (profondità 10 m), in parte tombinati, che attraversano l abitato principale di Romagnano. Interventi ammessi Nell ambito di queste aree non sono consentiti nuovi insediamenti edilizi. Pur escludendo la realizzazione di nuove unità abitative, sono ammessi, oltre alla ristrutturazione edilizia, la manutenzione ordinaria e straordinaria e risanamento conservativo, anche gli interventi finalizzati ad una più razionale fruizione degli edifici esistenti che non aumentino il carico antropico, quali: adeguamenti igienico-funzionali, ampliamenti, realizzazione nuovi locali e recupero di preesistenti volumetrie, realizzazione di autorimesse, costruzioni per ricovero attrezzi, ecc. Sono inoltre consentiti interventi di difesa idro-geologica per la messa in sicurezza dei siti e di riassetto territoriale a tutela del patrimonio esistente, gli interventi di recupero ambientale e di sistemazione morfologica ed idraulica, la realizzazione di aree verdi, percorsi naturalistici, strade di accesso, ecc. E ammessa l attuazione di opere di interesse pubblico, non diversamente localizzabili (strade, linee elettriche, edifici per impianti tecnologici, fognature, acquedotti, ecc.). Prescrizioni La realizzazione degli interventi consentiti è subordinata all esecuzione di indagini comprendenti: esame geologico ed idraulico dell area estesa ad un intorno adeguato al fine di definire l incidenza dei manufatti sulla la tendenza evolutiva del corso d acqua e sui deflussi idrici indicazione delle eventuali opere di difesa idraulica verifica dell assenza di interferenze negative con il regime delle falde freatiche. caratterizzazione geotecnica dei terreni. Relazione geologica pag. 17

19 Prescrizioni generali Quali indicazioni di carattere generale si evidenziano i seguenti punti: qualora siano necessari sbancamenti artificiali delle scarpate e riporti di materiale, gli stessi dovranno essere sostenuti e drenati al fine di garantire, a breve ed a lungo termine, la stabilità dei pendii; nel caso in cui siano presenti scarpate in frana limitrofe a nuovi insediamenti in progetto, dovranno essere garantite adeguate fasce di rispetto dall'orlo delle stesse; nelle zone poste alla base delle scarpate la realizzazione dei nuovi interventi edilizi dovrà essere preceduta dalla realizzazione di studi di stabilità del versante; in tali zone inoltre una particolare attenzione dovrà essere posta nella regimazione delle acque superficiali che andranno captate e regimate; si raccomanda la scrupolosa osservanza del D.M "Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la progettazione, l'esecuzione ed il collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione", ricordando che tali norme "si applicano a tutte le opere pubbliche e private da realizzare nel territorio delle Repubblica"; tutti i corsi d'acqua, sia pubblici che privati, non dovranno essere confinati in manufatti tubolari o scatolari di varia forma e sezione, subire restringimenti d'alveo e rettifiche del loro naturale percorso; le opere di attraversamento stradale dei corsi d acqua devono essere realizzate in modo tale che la larghezza della sezione di deflusso non vada in alcun modo a ridurre la larghezza dell alveo a rive piene misurata a monte dell opera; questo indipendentemente dalle risultanze della verifica delle portate; non sono ammesse occlusioni, anche parziali, dei corsi d acqua tramite riporti vari; è vietata l edificazione sopra i corsi d acqua tombinati. Nel caso di corsi d acqua arginati e di opere idrauliche deve essere possibilmente garantita la percorribilità veicolare, delle sponde a fini ispettivi e manutentivi; l edificazione in aree prossime a torrenti, rii, canali, rogge, ecc., potenzialmente coinvolgibili nella dinamica dei corsi d acqua, dovrà essere preceduta da verifiche idrauliche tese ad accertare il corretto dimensionamento delle sezioni idrauliche naturali ed artificiali localmente esistenti o, in alternativa, a fornire il corretto dimensionamento delle stesse che andranno adeguate prima della realizzazione degli interventi edilizi; dovrà essere costantemente garantita la pulizia e la manutenzione degli alvei dei corsi d'acqua, pubblici e privati; nelle zone di pianura dovrà essere evitata la realizzazione di vani interrati nelle zone soggette ad oscillazioni della falda freatica prossime al piano campagna; il ricorso all innalzamento artificiale del p.c., al fine di evitare possibili coinvolgimenti dei nuovi manufatti in fenomeni di inondazione, è permesso qualora venga accertato che tale intervento non provochi innalzamenti anomali del livello idrico, nel corso di fenomeni di piena, tali da provocare maggiori danni nelle aree adiacenti. Attività estrattiva (cave) La compatibilità delle attività estrattive è strettamente vincolata alla situazione geologica locale; pertanto gli interventi di scavo e di recupero delle aree oggetto di coltivazione devono essere attuati in modo da non determinare situazioni peggiorative dell assetto geomorfologico, idraulico ed idrogeologico. Inoltre il recupero deve prevedere un adeguato inserimento paesaggistico ed ambientale delle superfici cavate. L attività estrattiva è normata dalla L.R. 22/11/78 n.69 e dalla L.R. 4/9/1979 n. 57. Novembre 2001 Relazione geologica pag. 18

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