DOMANDE E RISPOSTE SULLA FEDE NEL SUTRA DEL LOTO

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1 Scritti di Nichiren Daishonin volume 7 DOMANDE E RISPOSTE SULLA FEDE NEL SUTRA DEL LOTO Domanda: Sono nato come essere umano, cosa di per sé rara, ed ho avuto la fortuna di incontrare il Buddismo. Esistono però insegnamenti superficiali ed insegnamenti profondi come esistono individui con capacità maggiori e minori. Quale insegnamento dovrei seguire per raggiungere la Buddità il più rapidamente possibile? Ti prego di istruirmi su questo punto. Risposta: In ogni famiglia ci sono anziani rispettati da tutti e ogni provincia ha i suoi dignitari. Ma, nonostante tutti rispettino il proprio signore e onorino i genitori, nessuno è più importante del capo della nazione. Allo stesso modo, le dispute fra insegnamenti mahayana e hinayana, mahayana provvisori e definitivi, sono paragonabili a competizioni tra famiglie rivali, ma tra tutti i sacri insegnamenti esposti dal Budda, il Sutra del Loto è l'insegnamento supremo. Esso indica la strada per l'immediato ottenimento della perfetta saggezza, è il veicolo che conduce immediatamente all'illuminazioni. Domanda: Un maestro è una persona che, avendo afferrato il significato fondamentale dei sutra e dei trattati, li spiega e li commenta. Ne consegue che ciascun maestro delle varie sette formuli le proprie dottrine, scriva spiegazioni, 3 stabilisca principi e si dedichi al raggiungimento della perfetta saggezza. Come può tutto ciò essere vano? Io credo che chi insiste sulla superiorità assoluta del Sutra del Loto abbia una visione troppo ristretta. Risposta: Se tu pensi che proclamare l'assoluta superiorità del Sutra del Loto dimostri un punto di vista limitato, allora nessuno al mondo ebbe una visione più ristretta del Budda Shakyamuni. Temo che tu stia gravemente sbagliando a questo proposito. Ti citerò un sutra e il commentario di una scuola, e vediamo se ciò potrà chiarirti le idee. Il Sutra Muryogi afferma: «(Poiché la natura e i desideri degli esseri umani non sono eguali io ho esposto la Legge in molti modi. Ho esposto la Legge in diversi modi con il mio potere di avvalermi di espedienti, ma in questi quaranta e più anni, non ho ancora rivelato la verità».

2 Udendo queste parole, il bodhisattva Daishogon 1 e gli altri ottantamila bodhisattva all'unisono dichiararono di aver compreso: «[Se una persona non può udire questo sutra...) non potrà mai raggiungere la suprema Illuminazione nemmeno con il passare di innumerevoli, infiniti, incalcolabili asogi 2 di kalpa». Il significato di questo brano è che chiunque aspiri alla Via del Budda invocando il nome del Budda Amida o abbracciando gli insegnamenti della setta Zen, oppure affidandosi ai sutra dei periodi Kegon, Agon, Hodo e Hannya esposti dal Budda durante i precedenti quaranta e più anni, non potrà mai raggiungere la suprema Illuminazione, nemmeno 1. Daishogon: un bodhisattva che ascoltò il Budda Shakyamuni predicare il Sutra Muryogi, l'introduzione del Sutra del Loto, sul Picco dell'aquila. Il Budda affidò il sutra a lui e agli altri ottantamila bodhisattva presenti che giurarono di propagarlo. Il numero ottantamila non è da intendersi letteralmente ma indica semplicemente un grande numero. 2. Asogi: antica unità di misura indiana indicante un numero incredibilmente alto. Nel Kusha ron viene calcolato come con il trascorrere di innumerevoli, infiniti, incalcolabili asogi di kalpa. Non solo, ma anche nel capitolo Hoben si legge: «L'Onorato dal mondo ha esposto a lungo le sue dottrine e ora deve rivelare la verità». Afferma inoltre: «[Nelle terre di Budda delle dieci direzioni] c'è la Legge dell'unico veicolo. Non ce ne sono due e neppure tre». Questi brani testimoniano che solo il Sutra del Loto contiene la verità, Nel secondo volume Shakyamuni afferma: «Soltanto io posso salvarli» 3. E insegna: «Bisogna desiderare di abbracciare e custodire esclusivamente i testi del Grande veicolo... non accettare neppure un singolo verso degli altri sutra» 4. Afferma anche: «Chi rifiuta di prendere fede in questo sutra, ma anzi lo calunnia, distrugge istantaneamente i semi per diventare un Budda in questo mondo... dopo la sua morte cadrà nell'inferno Avichi» 5. Esaminando questi brani, T'ien-t'ai concluse che furono queste affermazioni ad ispirare le parole «Non sarà un demone che ha preso le sembianze del Budda?» 6. Se ci basiamo unicamente sui commentari dei vari maestri e non ci atteniamo alle parole del Budda, come possiamo definirlo insegnamento del Budda? Sarebbe il colmo dell'assurdo! Perciò, il Gran Maestro Chisho dichiarò nel suo commentario: «Se accettiamo le affermazioni dei vari maestri e sosteniamo

3 3. Sutra del Loto, cap Ibid. Nel testo originale il Daishonin cita dapprima il brano del Sutra in cinese e quindi lo ripete in giapponese a beneficio del destinatario. Dato che la traduzione italiana sarebbe; identica per le due frasi, una è stata omessa per evitare ripetizioni. Lo stesso è stato fatto con molte altre citazioni in questo Gosho. 5. Ibid. 6. Ibid. Con queste parole Shariputra espresse il dubbio sorto in lui ascoltando per la prima volta l'insegnamento dell'unico veicolo nel capitolo Hoben (secondo) del Sutra del Loto. La spiegazione di T'ient'ai appare nel terzo volume dello Hokke mongu. 5 che non esiste differenza tra sutra mahayana ed hinayana e che non vi sono rivelazioni parziali e rivelazioni perfette della verità, la predicazione del Budda sarebbe stata inutile» 7. T'ien-t'ai asserì: «Ciò che si accorda con i sutra deve essere accettato e seguito, ma non dovete prestare fede alle parole e ai principi che non si trovano nei testi (dei sutra)» 8. Inoltre aggiunse: «Tutte le affermazioni che manchino di prova documentaria devono essere considerate false» 9. Come interpreti tutto ciò? Domanda: Ciò è applicabile ai commentari dei vari maestri. Ma cosa pensi dei sutra esposti prima del Sutra del Loto, nei quali si afferma: «Questo è il più importante fra tutti i sutra», oppure «Questo è il re dei sutra»? Stando a quanto tu hai detto, non dobbiamo accettarle benché siano parole del Budda? Risposta: Sebbene contengano affermazioni come «Questo è il più importante tra tutti i sutra», oppure «Questo è il re dei sutra», tali sutra appartengono tutti agli insegnamenti provvisori. Non ci si deve basare sulle loro affermazioni. A questo proposito il Budda stesso disse: «Dipendete dai sutra completamente chiariti, non dipendete da quelli che non lo sono» 10. E il Gran Maestro Miao-lo sostenne nel suo commentario:»sebbene altri sutra si proclamino i re dei sutra, nessuno sostiene di essere il più importante nel passato, nel presente o nel futuro". Perciò bisogna comprenderli secondo 7. Juketsu shu. 8. Hokke gengi, vol Ibid., vol Sutra del Nirvana, vol Nel capitolo Hosshi (decimo) del Sutra del Loto Shakyamuni dichiarò: «Gli insegnamenti che ho esposto ammontano a svariati milioni. Fra tutti quelli da me esposti nel passato, nel presente e nel futuro, il Sutra del Loto è il più difficile da credere e il più difficile da capire», intendendo che il Sutra del Loto è il più profondo dei suoi insegnamenti.

4 6 il principio di "riunire, escludere, confrontare e includere" Questo brano del commentario sostiene che un sutra che si autodefinisca "re dei sutra", ma non dichiari di essere superiore ai sutra esposti prima e a quelli che saranno esposti successivamente, deve essere considerato un sutra provvisorio. È tipico dei sutra precedenti [al Sutra del Loto] non fare riferimento ai sutra che saranno esposti nel futuro. Solamente nel Sutra del Loto, l'ultima e la massima predicazione del Budda, si afferma che unicamente questo sutra eccelle su «tutti i sutra che ho predicato in passato, che sto predicando e che predicherò». Il commentario di Miao-lo afferma: «Solamente quando giunse a esporre il Sutra del Loto il Budda spiegò l'intento dei suoi precedenti insegnamenti [espedienti preparatori] e l'intento del suo insegnamento attuale [rivelazione della verità]». 14 Cioè nel Sutra del Loto viene definito chiaramente sia il vero intento del Tathagata, sia il suo metodo per istruire la gente. Per questa ragione T'ien-t'ai sostiene: «Dopo che il Tathagata raggiunse l'illuminazione, per più di quarant'anni non rivelò la verità. Nel Sutra del Loto per la prima volta rivelò la 12. Nello Hokke gengi T'ien-t'ai definisce la relazione tra i "quattro insegnamenti dottrinali" (Tripitaka, di connessione, specifico e perfetto) e i primi quattro dei "cinque periodi" con l'espressione "riunire, escludere, corrispondere e includere ( ken tan tai tai )". Il periodo Kegon riunisce l'insegnamento specifico ed il perfetto insegnamento. Il periodo Agon consiste del solo insegnamento Tripitaka. Nel periodo Hoto furono esposti tutti e quattro gli insegnamenti, a seconda delle diverse capacità della gente. Il periodo Hannya consiste del perfetto insegnamento ma include anche elementi degli insegnamenti di connessione e specifico. Lo scopo di chiarire queste relazioni è dimostrare che il Sutra del Loto è il solo vero e perfetto insegnamento. 13. Hokke mongu ki, vol Hokke gengi shakusen, vol Verità» 15. In altre parole, quando iniziò a percorrere le vie del mondo, per più di quarant anni il Tathagata non rivelò la verità. Nel Sutra del Loto mostrò per la prima volta la vera via che conduce alla Buddità. Domanda: Ho compreso che cosa intendi dicendo che il Sutra del Loto è il primo tra tutti i sutra predicati dal Budda "nel passato, presente e futuro". Ma un certo maestro sostiene che l'affermazione «In questi quaranta e più anni non ho ancora

5 rivelato la verità» era rivolta ai discepoli shomon che conseguirono la Buddità con il Sutra del Loto, ma non ai bodhisattva che avevano già ottenuto il beneficio dell'illuminazione con i sutra esposti prima del Sutra del Loto. Qual è la tua opinione in proposito? Risposta: Che il Sutra del Loto sia stato predicato per il bene delle persone dei due veicoli e non per i bodhisattva, e che le parole «Io non ho ancora rivelato la verità» siano applicabili esclusivamente alle persone dei due veicoli, è una teoria elaborata dal Gran Maestro Tokuichi 16, un prete della setta Hosso. Essa fu confutata dal Gran Maestro Dengyo che scrisse: «Esiste al presente un individuo che si nutre di cibi grossolani, il quale ha composto svariati volumi di scritti pieni di falsità, calunniando la Legge e le persone. Come potrà salvarsi dal cadere nell'inferno?» 17. Quando fu criticato con 15. Hokke gengi, vol Tokuichi: prete della setta Hosso vissuto tra la fine dell'ottavo e l'inizio del nono secolo, che condusse un dibattito con il Gran Maestro Dengyo. Nell'817 scrisse il Bussho sho (Trattato sulla natura del Budda) in cui sosteneva che la dottrina dell'unico veicolo del Sutra del Loto è un insegnamento provvisorio e che la dottrina dei tre veicoli rappresenta il vero insegnamento del Budda. Dengyo invece sostenne che il Sutra del Loto è il vero insegnamento e che gli insegnamenti dei tre veicoli erano semplici espedienti per istruire la gente. 17. Nello Hokke shuku. Dengyo dice che Tokuichi si nutre di "cibi grossolani", intendendo che egli si accontenta dei quattro sapori inferiori (Kegon, Agon, Hodo e Hannya) rifiutandosi di gustare la delicatezza del burro raffinato, a cui il Sutra del Loto viene paragonato. 8 queste parole, la lingua di Tokuichi si divise in otto pezzi ed egli morì. Comunque sia, l'affermazione che la frase «Non ho ancora rivelato la verità» sia stata formulata per la salvezza dei due veicoli di shomon ed engaku è del tutto ragionevole. Infatti, sin dal principio, aprire la strada dell'illuminazione alle persone di questi due regni fu lo scopo fondamentale dell'insegnamento del Tathagata. Il metodo di istruzione usato in tutta la sua vita di maestro e gli abili espedienti impiegati nei tre cicli di predicazione 18 erano diretti principalmente alla loro salvezza. Nel Sutra Kegon si dice che persino gli esseri dell'inferno possono divenire Budda, mentre quelli dei mondi di shomon ed engaku sono condannati come incapaci di divenire Budda. Nei Sutra Hodo si afferma che, come i fiori di loto non possono crescere sul picco di una montagna, le persone dei due veicoli [non potranno raggiungere l'illuminazione perché] hanno bruciato i semi della Buddità. E nei Sutra Hannya leggiamo che coloro che hanno commesso i cinque peccati cardinali possono conseguire la Buddità, mentre i due veicoli ne sono esclusi.

6 Permettendo a tali persone disprezzate e respinte di ottenere la Buddità, il Budda dichiara quale è la vera intenzione del Tathagata e dimostra la superiorità del Sutra del Loto T'ien-t'ai quindi asserì: «Né i Sutra Kegon né il Sutra 18. I tre cicli di predicazione: tre serie di esposizione, comprensione e predizione di futura Illuminazione, che si trovano nella prima metà del Sutra del Loto. In questa parte del sutra Shakyamuni ripete l'insegnamento dell'unico veicolo della Buddità tre volte: la prima con "il vero aspetto di tutti i fenomeni (shoho Jisso)" nel capitolo Hoben (secondo); la seconda con la parabola del capitolo Hiyu (terzo); la terza parlando delle passate relazioni tra se stesso e i suoi discepoli nel capitolo Kejoyu (settimo). I discepoli shomon sono di conseguenza divisi in tre gruppi di capacità superiore, intermedia e inferiore a seconda di quando compresero questo insegnamento. 9 Daibon 19 potevano curarli. Solamente il Sutra del Loto era in grado di far germogliare le radici della bontà in coloro che non avevano più niente da imparare 20 e consentire loro di conseguire la Buddità. Perciò questo Sutra è definito myo (mistico). Inoltre, persino gli icchantika possiedono una mente e perciò sono ancora in grado di conseguire la Buddità, mentre le persone dei due veicoli hanno estinto la loro mente e non possono risvegliare l'aspirazione all'illuminazione. Tuttavia il Sutra del Loto può guarire anche loro e questo è il motivo per cui viene chiamato myo» 21. Il significato di questo brano non ha bisogno di spiegazione: dovrebbe esser chiaro una volta per tutte che anche la medicina del Dharma offerta dai Sutra Kegon, Hodo e Daibon non può guarire la grave malattia che affligge i due veicoli; inoltre nei sutra esposti prima del Sutra del Loto persino ai peccatori dei tre cattivi sentieri era riconosciuto lo stato di bodhisattva [e quindi la possibilità della Buddità], ma non alle persone dei due veicoli. A questo proposito il Gran Maestro Miao-lo spiega: «Benché i vari sutra insegnino che gli altri esseri [dei nove mondi) possono raggiungere la Buddità, per i due veicoli non c'è alcuna speranza. Perciò, accomunando i sei mondi inferiori al mondo di Bodhisattva [ai quali è garantita la Buddità], [il potere del sutra] si esplica a favore dei due veicoli per i quali è difficile ottenere la Buddità» 22. T'ien-t'ai afferma che 19. Sutra Daibon. Sutra Daibon hannya o Grande Sutra Hannya, uno dei principali sutra del gruppo Prajna-paramita (Perfezione della saggezza), tradotti in cinese da Kumarajiva. Viene anche chiamato Sutra Makahannya haramitsu.

7 20. Coloro che non hanno più niente da imparare: coloro che hanno ottenuto lo stato di arhat, il più alto dei quattro stadi di Illuminazione dell'hinayana, la meta dei discepoli shomon. Questa espressione significa che un arhat ha perfezionato la sua pratica. 21. Maka shikan, vol Hokke gengi shakusen, vol l Illuminazione dei due veicoli è la prova che tutti gli esseri possono divenire Budda. Si può pensare che sia difficile per un asura attraversare il grande oceano? O che per un bambino sia facile sconfiggere un lottatore di sumo? Anche i sutra esposti prima del Sutra del Loto affermano che coloro che possiedono i semi della Buddità possono divenire Budda, ma nessuno afferma che potranno divenire Budda coloro i cui semi sono irrimediabilmente bruciati. Solamente la buona medicina del Sutra del Loto può guarire senza difficoltà questa grave afflizione. Ora, se desideri raggiungere la Buddità, devi solo ammainare i vessilli dell'arroganza, mettere da parte il bastone della rabbia e dedicarti esclusivamente all'unico veicolo [del Sutra del Loto]. Fama mondana e profitto sono orpelli della presente esistenza, arroganza e pregiudizio sono catene nella futura esistenza. Sono disdicevoli e temibili! Domanda: Dato che da un singolo esempio si può supporre la natura di tutte le cose, ascoltando le tue brevi osservazioni sul Sutra del Loto, le mie orecchie e i miei occhi si sono aperti per la prima volta. Ma come si può comprendere il Sutra del Loto e raggiungere al più presto la riva dell'illuminazione? Ho sentito dire che solamente colui per il quale il sole della saggezza splende senza nuvole nel grande cielo di ichinen sanzen e per il quale l'acqua della saggezza scorre limpida nell'ampio stagno di isshin sangan 23, abbia la capacità di portare avanti la pratica di questo sutra. Ma, poiché io non mi sono mai impegnato nello studio delle varie scuole della capitale del sud [Nara], sono all'oscuro delle dottrine 23. Isshin sangan: "triplice contemplazione in una singola mente". Una forma di meditazione illustrata da T'ien-t'ai nel Maka shikan per percepire l'unità delle tre verità di ku, ke, chu (non sostanzialità, esistenza temporanea e Via di mezzo) in ogni singolo momento di vita. 11 dello Yuga ron e dello Yuishiki ron 24, e, poiché i miei occhi sono chiusi agli insegnamenti del Picco del Nord [monte Hiei], sono confuso sul significato del Maka shikan e dello Hokke gengi. Riguardo alla setta Tendai e Hosso posso essere

8 paragonato ad una persona che ha una pentola sulla testa ed è rivolto al muro. Sembrerebbe, quindi, che le mie capacità non siano all'altezza del Sutra del Loto. Come devo comportarmi? Risposta: Gli studiosi di oggi sostengono che solamente coloro che possiedono una saggezza superiore e che si dedicano diligentemente alla pratica della meditazione abbiano la capacità di beneficiare del Sutra del Loto, mentre coloro che mancano di tale saggezza sono esclusi. Ma questo è un punto di vista limitato ed erroneo. Il Sutra del Loto insegna che tutti gli esseri umani possono percorrere la Via del Budda: coloro che possiedono facoltà e capacità superiori dovrebbero naturalmente dedicarsi alla meditazione sulla mente e sui Dharma; per le persone di minori facoltà e capacità l'unica cosa essenziale è la fede. Il Sutra del Loto afferma: «Coloro che con mente pura credono e riveriscono questa dottrina senza nutrire dubbi, non cadranno nei mondi d'inferno, Collera o Animalità, ma rinasceranno alla presenza 24. Yuga ron e Yuishiki ron: due dei maggiori trattati della setta Hosso. Lo Yuga ron, abbreviazione di Yugashiji ron (Trattato sugli stadi della pratica yoga), viene attribuito a Maitreya o ad Asanga e fu tradotto in cinese da Hsuan-tsang. Esso spiega i diciassette stadi attraverso i quali il praticante della dottrina dell'unica coscienza avanza verso l'illuminazione. Lo Yuishiki ron è una sintesi di molte opere illustranti i punti essenziali della dottrina dell'unica coscienza, secondo la quale tutti i fenomeni originano dalla mente. Tali opere includono lo Yuishiki sanju ju (Trattato di trenta stanze sulla dottrina dell'unica coscienza), e lo Yuishiki niju ron (Trattato di venti stanze sulla dottrina dell'unica coscienza) scritti entrambi da Vasubandhu e tradotti da Hsuan-tsang, e lo Joyuishiki ron (Nascita della dottrina dell'unica coscienza), un commentario di Dharmapala, anch'esso tradotto da Hsuan-tsang. 12 dei Budda delle dieci direzioni» 25. Dobbiamo credere e desiderare di rinascere in presenza dei Budda. Supponiamo, per fare un esempio, che una persona si trovi ai piedi di un'alta rupe e sia incapace di salire. E supponiamo che ci sia qualcuno sulla cima che gli cali una corda dicendo: «Se l'afferri ti farò salire fin quassù». Se la persona in basso, dubitando che l'altro abbia la forza di tirarlo su o che la corda sia troppo debole, si rifiutasse di allungare la mano per afferrarla, come potrà mai salire in cima alla rupe? Se segue le istruzioni, tende la mano e afferra la fune, allora potrà salire. Se si dubita del potere del Budda quando afferma: «Io solo li posso salvare»; se si dubita della corda offerta dal Sutra del Loto che insegna che si può «guadagnare l'ingresso attraverso la fede» 26 ; se non si invoca la Legge mistica che garantisce «Non ci può essere alcun dubbio [sull'ottenimento della Buddità da parte di quest'uomo]» 27, allora il potere del Budda non potrà raggiungerci e sarà impossibile scalare la vetta dell illuminazione.

9 La mancanza di fede è l'errore fondamentale che provoca la caduta nell'inferno. Perciò nel Sutra del Loto è scritto: «Chi nutre dei dubbi e non ha fede cadrà sicuramente nei cattivi sentieri.»28 Chi ha avuto la rara fortuna di nascere come essere umano e la rara fortuna di incontrare gli insegnamenti buddisti, come può sprecare un'occasione come questa? Se vuole credere in qualcosa, allora, tra tutti gli insegnamenti del Mahayana e dell'hinayana, fra le dottrine provvisorie e le dottrine definitive, dovrebbe prendere fede nell'unico veicolo, il vero 25. Sutra del Loto, cap Ibid., cap Ibid.. cap Ibid., cap scopo per il quale i Budda compaiono in questo mondo, la strada diretta all'illuminazione per tutti gli esseri viventi. Se il sutra che una persona abbraccia è superiore a tutti gli altri sutra, anche la persona che lo abbraccia deve essere superiore a tutte le altre. Ecco perché il sutra afferma: «Colui che sostiene questo sutra sarà anche il primo fra tutti gli esseri viventi» 29. Non ci può essere alcun dubbio su queste auree parole del Budda, il grande saggio. Eppure la gente non comprende questo principio e non lo prende in considerazione, invece cerca la fama e si lascia sviare dai dubbi e dai pregiudizi, creando così le cause per cadere nell'inferno. Tutto ciò che si richiede è abbracciare questo sutra, affidare il proprio nome al mare di voti fatti dai Budda delle dieci direzioni e affidare il proprio onore al cielo di compassione dei bodhisattva delle tre esistenze. Quando una persona abbraccia il Sutra del Loto, gli dèi, i draghi, gli otto esseri inferiori 30 e tutti i grandi bodhisattva diventeranno suoi seguaci. Inoltre il suo corpo fisico che sta ancora ponendo la causa [per l'illuminazione] acquisterà l'effetto perfetto dell'occhio del Budda 31 ; il comune mortale che vive nel regno del condizionamento indosserà la sacra veste dell'incondizionato. Allora non dovrà più temere i tre sentieri 32 o tremare 29. Ibid., cap. 23 Il Daishonin riassume qui le parole del sutra. 30. Otto esseri inferiori: esseri non umani che proteggono il Buddismo, menzionati nel capitolo Hiyu (terzo) del Sutra del Loto. Questi sono gli dèi, i draghi, i demoni yaksha, i gandharva o dèi della musica, i demoni asura che vivono sul fondo del mare, gli uccelli garuda che predano i draghi, i kimnara o dèi dalla voce meravigliosa, i mahoraga o dèi dalla forma di serpente.

10 31 L'occhio del Budda: uno dei cinque tipi di vista. L'occhio del Budda percepisce la vera natura della vita attraverso passato, presente e futuro. 32. I tre sentieri: qui sono i sentieri del fuoco, del sangue e delle spade, che i morti devono percorrere. Questo termine è usato come sinonimo dei tre cattivi sentieri di Inferno, Avidità e Animalità e rappresenta le sofferenze che il defunto subisce come retribuzione per il cattivo karma creato in vita. 14 davanti alle otto difficoltà 33 : salirà sul picco della montagna dei sette espedienti 34 e spazzerà via le nuvole dei nove mondi. Nel giardino della terra incontaminata sbocceranno i fiori e nel cielo della natura della Legge splenderà la luna. Possiamo fare affidamento sul brano che promette: «Sull'Illuminazione di questa persona, non c'è assolutamente alcun dubbio» e non dobbiamo dubitare dell'affermazione del Budda: «Solo io posso salvarli». I benefici di un solo momento di fede e di comprensione sorpassano quelli della pratica delle cinque paramita 35 e il «beneficio della gioia goduta dalla cinquantesima persona a cui viene trasmessa la Legge supera quello di ottant'anni di elemosine 36. La dottrina dell'immediata Illuminazione supera 33. Otto difficoltà: otto stati o circostanze in cui si è incapaci di vedere il Budda o di ascoltare il suo insegnamento. Sono i mondi di Inferno, Avidità e Animalità; il cielo della lunga vita, una suddivisione del quarto cielo di meditazione nel mondo della forma; Uttarakuru, il continente a nord del monte Sumeru in cui gli abitanti sperimentano molti piaceri; ostruzione degli organi di senso; pregiudizi e false opinioni che sorgono dall'attaccamento alle conoscenze secolari; il periodo precedente la nascita e successivo alla morte del Budda. 34. Sette espedienti: gli stadi provvisori ottenuti dagli esseri dei mondi di Umanità, Cielo, Studio, parziale Illuminazione, dai bodhisattva dell'insegnamento tripitaka (o Hinayana), dai Bodhisattva degli insegnamenti di connessione (o Mahayana introduttivo), dai Bodhisattva degli insegnamenti specifici (o Mahayana provvisorio superiore). Sono menzionati da Miao-lo nello Hokke Gengi shakusen riferendo un concetto formulato da T'ien T'ai sulla base del capitolo Yakusoyu (quinto) del Sutra del Loto. 35. Cinque paramita: le prime cinque delle sei paramita, le pratiche richieste ai bodhisattva dal Mahayana per ottenere la Buddità. Il capitolo Fumbetsu kudoku (diciassettesimo) del Sutra del Loto afferma che il sorgere di anche un solo momento di fede e comprensione nell'udire il Sutra del Loto produce benefici superiori a quelli ottenuti praticando le cinque paramita per ottanta miliardi di nayuta di kalpa. 36. Si riferisce al principio della propagazione fino alla cinquantesima persona, menzionato nel capitolo Zuiki kudoku (diciottesimo) del Sutra del Loto. Supponiamo, dice Shakyamuni, che dopo la morte del Budda qualcuno gioisca ascoltando il Sutra del Loto e lo esponga ad una seconda persona che a sua volta lo esponga ad una terza, e così via fino alla cinquantesima persona. Shakyamuni spiega che il beneficio che tutte queste persone, persino la cinquantesima, ricevono dalla gioia provata nell'udire questo sutra supera quelli guadagnati da chi offre elemosine per ottant anni agli esseri viventi di quattrocento miliardi di asogi di mondi, e che inoltre permette loro di ottenere lo stato di arhat.

11 15 di gran lunga quelle delle altre scritture, e la rivelazione dell'illuminazione originale del Budda e della smisurata durata della sua vita come Budda, non si trovano in nessun altro insegnamento. Per questo motivo la figlia di otto anni del re dei Naga uscì dal grande mare e dimostrò in un istante il potere di questo sutra, e Jogyo, il bodhisattva di Honge (insegnamento originale), emerse dalla grande terra dimostrando l'eternità della vita del Budda. Questo, il Loto, è il re dei sutra, indescrivibile a parole, la Legge meravigliosa al di là del potere di comprensione della mente. Ignorare la supremazia del Sutra del Loto e affermare che gli altri sutra stanno al suo stesso livello è la peggior offesa alla Legge, un gravissimo peccato. Nessuna analogia è sufficiente ad illustrare ciò. Neppure i Budda con i loro mistici poteri di manifestazione, riuscirebbero a descriverne le conseguenze e i bodhisattva, con tutta la loro saggezza, non potrebbero sondarne la gravità. Perciò il capitolo Hiyu del Sutra del Loto dice: «Neppure un kalpa basterebbe per spiegare la gravità di questo peccato». Il significato di questa frase è che per descrivere la colpa di una persona che agisce contro il Sutra del Loto anche una sola volta, si potrebbe impiegare un intero kalpa senza terminare. Per questa ragione tale persona non potrà ascoltare l'insegnamento dei Budda delle tre esistenze e sarà esclusa dalle dottrine dei Tathagata, numerose come i granelli di sabbia del Gange; uscirà dall'oscurità per entrare in una oscurità più grande. Come potrà evitare le sofferenze della grande 16 fortezza dell'inferno Avichi? Come può una persona di buon senso non temere la prospettiva di lunghi kalpa di sofferenza?! Il Sutra del Loto afferma: «Disprezzeranno, odieranno, invidieranno e porteranno rancore verso coloro che leggono, recitano, trascrivono e abbracciano questo sutra... E quando moriranno cadranno nell'inferno Avichi», Chi riuscirebbe a non tremare di fronte a queste auree parole del grande saggio? E chi potrebbe dubitare della chiara affermazione del Budda: «Scartando onestamente gli insegnamenti provvisori [esporrò solamente la suprema Via]» 37? Tuttavia tutti voltano le spalle a questi brani del sutra e il mondo intero è completamente confuso sui principi del Buddismo. Perché tu persisti a seguire gli insegnamenti di amici malvagi? Il Gran Maestro T'ien-t'ai spiegò che accettare e riporre fede nelle dottrine dei cattivi maestri equivale a bere veleno 38. Devi stare attento a questo! Stai molto attento! Guardando attentamente il mondo di oggi, vediamo che, sebbene dichiarino che la Legge è nobile, tutti odiano la persona [che l'insegna]. Tu stesso sembri molto

12 confuso su quale sia la sorgente della Legge. Proprio come tutte le piante e gli alberi sorgono dalla terra, così tutti i vari insegnamenti del Budda vengono diffusi da persone. Come disse il Gran Maestro T'ien-t'ai: «Anche durante la vita del Budda la Legge era rivelata dalle persone. Come si può dire che nell'ultimo giorno la Legge è rispettabile, ma che la persona è spregevole?» Sutra del Loto, cap Hokke mongu, vol Probabilmente una citazione dallo Hokke mongu ki, vol. 4, in cui Miao-lo commenta l'interpretazione di T'ien-t'ai del brano del Sutra del Loto: «Shariputra! Devi credere in ciò. L'insegnamento del Budda non contiene falsità». Le parole del Daishonin differiscono solo leggermente da quelle di Miaolo. 17 Quindi, se la Legge che una persona abbraccia è suprema, ne consegue che la persona che l'abbraccia deve essere la prima tra tutte le altre. E se ciò è vero, allora insultare questa persona equivale a insultare la Legge, come disprezzare un bambino equivale a disprezzare i suoi genitori. Da ciò dovresti renderti conto che le parole della gente di oggi sono in completa contraddizione con i loro sentimenti. È come se colpissero i propri genitori con una copia de Il classico della pietà filiale 40. Sapendo che i Budda e i bodhisattva li stanno osservando, dovrebbero vergognarsi delle loro azioni! Le pene dell'inferno sono veramente terribili. Sii prudente, molto prudente! Quando vedi persone di capacità superiore alle tue, non denigrarti. La vera intenzione del Budda era che nessuno, neanche le persone di inferiori capacità, fossero escluse dalla Buddità. Viceversa, quando ti paragoni a persone di capacità inferiore, non essere arrogante e presuntuoso. Anche le persone di capacità superiore possono essere escluse [dall'illuminazione] se non si dedicano con tutto il cuore. Uno può aver nostalgia del proprio paese natale, ma, se non lo visita e non se ne presenta l'occasione, alla fine rinuncia all'idea di ritornarvi. Benché si ami una persona, se non si ha alcuna speranza e non si è scambiata alcuna promessa, si abbandona l'idea di continuare ad aspettarla. Allo stesso modo trascuriamo il nostro viaggio verso la Pura Terra del Picco dell'aquila, che sorpassa in grandiosità i palazzi dei nobili e degli alti ministri, nonostante sia abbastanza facile da raggiungere. Non riusciamo a vedere la figura gentile

13 40. Il classico della pietà filiale (cinese Hsiao Ching): opera tradizionalmente attribuita a Tseng Tzu, un discepolo di Confucio. Scritto in forma di dialogo fra Tseng Tzu e il suo maestro, considera la pietà filiale la virtù cardinale. Godette di speciale popolarità sotto gli imperatori della dinastia Han (202 a.c d.c.). 18 e benevola del Budda che ha dichiarato: «Io sono tuo padre» 41, sebbene dovremo sicuramente presentarci al suo cospetto. Non dovremmo addolorarci di ciò bagnando le maniche di lacrime e con il cuore bruciante di rimorso? Il colore delle nuvole nel cielo al crepuscolo, la luce della luna allo spuntar dell'alba, sono cose che dovrebbero farci riflettere. Ogni volta che gli eventi ci rammentano l'incertezza della vita, dovremmo rivolgere il pensiero alla vita a venire. Pensaci quando osservi i germogli in primavera o la neve in una mattina d'inverno, non dimenticartene un solo istante nelle sere in cui il vento infuria e cumuli di nuvole si agitano nel cielo. La vita non dura più a lungo di un respiro. In quale momento, in quali circostanze possiamo permetterci di dimenticare il compassionevole voto del Budda il cui «pensiero costante» 42 è la nostra salvezza? In quale giorno o mese possiamo abbandonare il sutra che dice, «Fra coloro che ascolteranno questa Legge non vi è alcuno che non otterrà la Buddità»? 43 Ieri diventa oggi, l'anno scorso diventa quest'anno: quanto tempo possiamo aspettarci di continuare a vivere? Guardando indietro al passato, possiamo contare quanti anni abbiamo vissuto, ma chi può sapere se rientrerà nel numero dei vivi per un altro giorno o anche solo per un'altra ora? Ma, benché uno sappia che il momento della morte si sta avvicinando, si aggrappa alla sua arroganza e ai suoi pregiudizi, alla fama e al profitto, e non si dedica alla recitazione della Legge mistica. Tale atteggiamento è assolutamente futile! 41. Sutra del Loto, cap. 3. Nel testo si legge: «Ti dico, Shariputra, che tutti voi siete miei figli e io sono vostro padre». 42. Si riferisce al verso conclusivo del capitolo Juryo (sedicesimo) del Sutra del Loto, in cui si legge: «Questo è il mio pensiero costante: come posso far si che tutti gli esseri viventi entrino nella Via suprema e raggiungano rapidamente la Buddità». 43. Sutra del Loto, cap Anche se il Sutra del Loto è ritenuto l'insegnamento col quale tutti possono conseguire la Buddità, come può conseguirla una persona che si comporta così? Si dice che il chiaro di luna non si degni di lambire la manica di una persona insensibile.

14 Inoltre, poiché la vita non dura che un momento, il Budda ha esposto i benefici che derivano da un singolo momento di gioia [per avere ascoltato il Sutra del Loto], Se avesse detto che sono necessari due o tre momenti, non si potrebbe più parlare di voto originale del Budda di grande e indiscriminata saggezza, di unico veicolo dell'insegnamento immediato, di Legge che permette a tutti di raggiungere la Buddità. Per quanto riguarda il tempo della propagazione, il Sutra del Loto si diffonde nell'ultimo periodo, quando la Legge del Budda è scomparsa; riguardo alle capacità delle persone, esso può salvare anche coloro che commettono i cinque peccati cardinali o che offendono la Legge. Lasciati quindi guidare dall'intento [del Sutra del Loto] dell'immediata Illuminazione e non cedere alle idee errate suggerite di attaccamenti o da dubbi. Se consideriamo quanto poco dura una vita, essa è come la sosta di una notte in una locanda. Come possiamo dimenticarlo e ricercare invece un po' di fama e profitto? Anche se le ottieni, saranno come ricchezze possedute in un sogno, gioie che non si fa in tempo ad apprezzare. Faresti meglio a lasciare tali questioni al karma formato nelle tue esistenze precedenti. Una volta risvegliato alla transitorietà di questo mondo, troverai infiniti esempi che si presenteranno ai tuoi occhi e riempiranno le tue orecchie. Scomparendo come nuvole o pioggia, gli uomini del passato non hanno lasciato altro che i loro nomi. Svanendo come rugiada, dissolvendosi come fumo, anche i nostri amici di oggi spariscono alla nostra vista. 20 Può qualcuno supporre che lui solo possa in qualche modo rimanere eterno come le nuvole sopra il monte Mikasa? 44 I fiori di primavera si disperdono al vento e le foglie dell'acero si arrossano sotto le piogge autunnali. Sono tutti segni che niente dura a lungo in questo mondo. Il Sutra del Loto ci esorta: «In questo mondo tutto è instabile, come la schiuma sull'acqua o la fiammella di un fuoco» 45. «Come posso far entrare tutti gli esseri viventi nella più alta Via affinché ottengano rapidamente la Buddità» 46. Il più profondo desiderio del Budda è condurre all'illuminazione sia coloro che accettano la vera Legge, sia coloro che vi si oppongono. Poiché questo è lo scopo fondamentale del suo avvento, la persona che abbraccia il Sutra del Loto anche per poco tempo agisce in accordo con la sua volontà e, poiché agisce in accordo con la sua volontà, ripaga il debito di gratitudine nei confronti del Budda. Le parole del sutra, piene di compassione come l'amore di una madre, troveranno conforto e anche la preoccupazione del Budda che afferma «Solo io posso salvarli», troverà sollievo. Il Budda Shakyamuni non sarà il solo a rallegrarsi; poiché il Sutra del Loto è lo scopo fondamentale dell'avvento di tutti i Budda, anche i Budda delle dieci direzioni e delle tre esistenze si rallegreranno. Shakyamuni disse:

15 «[Colui che lo abbraccerà anche per poco tempo] delizierà me e tutti gli altri Budda» 47. Quindi, non solo il Budda si rallegrerà, ma anche gli dèi si uniranno alla sua gioia. Per questo, quando il Gran Maestro Dengyo stava insegnando il Sutra del Loto, il Grande bodhisattva Hachiman gli offrì un mantello color porpora 48 e, 44. Mikasa: montagna nei dintorni di Nara, di grande bellezza paesaggistica, cantata spesso nella tradizionale poesia giapponese. 45. Sutra del Loto, cap Ibid., cap Ibid., cap Secondo il Dengyo daishi den (Biografia del Gran Maestro Dengyo), nell'814 Dengyo visitò il santuario di Usa Hachiman nel Kyushu, dove recitò il Sutra del Loto. Si dice che la divinità, profondamente commossa, regalò personalmente a Dengyo un mantello color porpora. 21 quando il prete Kuya 49 recitò il Sutra del Loto, la grande divinità del santuario Matsuo potè ripararsi dal vento freddo. Quando si prega perché «le sette difficoltà svaniscano e appaiano al loro posto le sette benedizioni» 50, questo sutra, il Sutra del Loto, si rivela il più efficace di tutti, dato che promette «pace e sicurezza in questa vita» 51. E quando si prega per evitare i disastri dell'invasione straniera e della rivolta interna, niente può superare questo meraviglioso sutra, poiché garantisce che le persone che lo abbracciano saranno protette «per un raggio di cento yojana 52 e non soffriranno declino né danno» 53. Ma oggigiorno il modo di pregare è precisamente il contrario di quello che dovrebbe essere: si usano gli insegnamenti provvisori designati per la propagazione nelle epoche 49. Kuya ( ): prete del periodo Heian ( ) che contribuì a diffondere gli insegnamenti della Pura Terra fra la gente comune. Percorreva le varie province danzando e recitando il nome del Budda Amida. Secondo lo Honcho koso den (Biografia dei preti eminenti del Giappone), mentre stava nel tempio di Unrin-in a Kyoto, vide un uomo anziano che, tremando dal freddo, gli rivelò di essere la divinità del Santuario di Matsuo. Egli disse che, sebbene avesse udito i Sutra Hannya, non era stato ancora in grado di ascoltare il Sutra del Loto, cosicché stava ancora tremando nei venti gelidi dell'avidità e dell'illusione. Kuya recitò per lui il Sutra del Loto liberandolo dalla sofferenza. 50. Queste parole appaiono nel Sutra Ninno. Le "sette calamità" sono: cambiamenti straordinari nel sole e nella luna; cambiamenti straordinari nelle stelle e nei pianeti: incendi; alluvioni fuori stagione; uragani; siccità; guerra, che include sia gli attacchi di nemici dall'esterno che le ribellioni all'interno. Le "sette benedizioni" consistono nell'allontanare o eliminare le sette calamità 51. Sutra del Loto, cap. 5.

16 52. Yojana: unità di misura dell'antica India, era la distanza che l'esercito reale poteva percorrere in un giorno di marcia. Varia tra i 9,6, i 18 e i 24 chilometri. 53. Sutra del Loto, cap precedenti, e non la Legge segreta della suprema verità, designata per la propagazione nell'ultimo giorno. È come usare il calendario dell'anno passato o come impiegare per la pesca un corvo al posto di un cormorano. Ciò accade esclusivamente perché si onorano i maestri eretici degli insegnamenti provvisori, mentre non si apprezza il maestro illuminato al vero insegnamento. È un peccato che questa gemma, come quella offerta da Pien Ho 54 ai re Wen e Wu, non sia accettata in nessun luogo! Ma è una gioia che io abbia ottenuto in questa vita la gemma inestimabile nascosta fra i capelli del Re che gira la ruota 5, per la quale Shakyamuni ha fatto il suo avvento in questo mondo! Ciò che dico è stato testimoniato dai Budda delle dieci direzioni, non sono vane chiacchiere. Quindi, sapendo che il Sutra del Loto afferma: «Tutta la società sarà molto ostile e sarà estremamente difficile credere» 56, come puoi serbare la sia pur minima incredulità e rifiutarti di divenire un Budda, promessa sulla quale "non c'è assolutamente alcun dubbio"? Fino ad ora non hai fatto che soffrire invano le pene di innumerevoli esistenze sin dal remoto passato. Perché non 54. Pien Ho: un nativo di Ch'u, in Cina, durante la dinastia Chou. Secondo il capitolo Ho-shih dello Han Fei Tzu, Pien Ho trovò una pietra preziosa sul monte Ch'u e la regalò al re Li. Quando il re la osservò, la scambiò per una pietra comune e fece tagliare il piede sinistro di Pien Ho. Dopo la morte del re, Pien Ho offrì di nuovo la pietra preziosa al re, che in quel tempo si chiamava Wu, cosa che gli procurò il taglio del piede destro come pena per il secondo tentativo di raggiro. Successivamente, quando sedeva sul trono il re Wen, Pien Ho pianse per tre giorni ai piedi del monte Ch'u, stringendo la pietra preziosa, versando alla fine lacrime di sangue. Saputo ciò, il re Wen chiese la pietra di Pien Ho e la fece levigare. Si scoprì allora che era realmente preziosa e si dice sia stata a lungo onorata dal popolo. 55. Re che gira la ruota: nel capitolo Anrakugyo del Sutra del Loto, l'unico veicolo del Budda viene paragonato a una gemma di valore incalcolabile nascosta fra i capelli di un Re che gira la ruota. 56. Sutra del Loto, cap provi, anche solo per una volta, a piantare i mistici semi dell'eterna ed immutabile Illuminazione? Sebbene nel presente tu possa gustare appena una minima parte delle gioie eterne del futuro, non devi bramare fama e profitto, fugaci come il lampeggiare di un fulmine o come la rugiada mattutina. Il Tathagata ci insegna: «Non c'è alcuna

17 sicurezza in questo triplice mondo; esso è come una casa che brucia» 57 e un bodhisattva afferma: «Tutte le cose sono come visioni, come fantasmi» 5 ". Al di fuori della città della Luce Tranquilla, ovunque regna la sofferenza. Una volta abbandonato il rifugio dell'illuminazione innata, cosa potrà portarti gioia? Io prego perché tu abbracci la Legge mistica che garantisce «pace e sicurezza in questa vita e circostanze favorevoli nella prossima» 59 : è il solo onore per la vita presente ed è la guida verso la Buddità nella prossima esistenza. Recita Nam-myoho-renge-kyo sinceramente ed esorta gli altri a fare la stessa cosa; questo resterà il solo ricordo della tua vita presente in questo mondo umano. Nam-myoho-renge-kyo. Nam-myoho-renge-kyo. Nichiren 57. Ibid., cap Probabilmente si riferisce a un passaggio simile del Daichido ron, vol. 37, in cui è discussa la non-sostanzialità di tutte le cose e di tutti i fenomeni. 59. Sutra del Loto, cap Ji myohokke mondo sho Gosho Zenshu, pag. 461 Scritto nel 1263 ali età di 42 anni, a Kamakura Destinatario sconosciuto CENNI STORICI - Poiché il manoscritto originale è andato perduto, la data e l'identità del destinatario di questo Gosho sono incerti. L'opinione generalmente accettata è che sia stato scritto nel terzo mese del 1263, a Kamakura, poco dopo il perdono dall'esilio di Izu. Secondo altre fonti, sarebbe stato scritto fra il 1276 e il 1280 da Nichiji, uno dei sei preti anziani, su autorizzazione del Daishonin. Il Gosho si compone di cinque domande e altrettante risposte. Nella prima il Daishonin risponde che il Sutra del Loto è l'insegnamento supremo perché conduce

18 tutti indistintamente all'illuminazione. Nella seconda afferma che la supremazia del Sutra del Loto è confermata dalle parole del Budda stesso, quali appaiono nei sutra, non è quindi una teoria avanzata successivamente alla sua morte. Nella terza, all'obiezione che anche altri sutra si definiscono il sutra supremo, risponde che solo nel Sutra del Loto si trova l'affermazione che è il sutra più difficile da comprendere e da credere fra tutti quelli predicati nel passato, nel presente e nel futuro e che, nei passati quarant anni, il Budda non aveva ancora rivelato la verità. Nella quarta, confuta l'interpretazione della setta Hosso secondo la quale il Sutra del Loto fu predicato solo per i discepoli dei due veicoli, spiegando che il fatto che porti alla Buddità "persino" i due veicoli di shomon ed engaku, conferma che è l'unico veicolo che guida alla Buddità tutti gli esseri. Infine spiega che non è necessario comprendere i profondi principi e praticare le complesse meditazioni insegnate dalla scuola Tendai, la cosa fondamentale è la fede. Chi ha fede otterrà immensi benefici, chi rifiuta di credere 25 e offende il Sutra del loto e i suoi seguaci, è destinato a grandi sofferenze. Conclude ricordando quanto sia fuggevole l'esistenza umana. Invece di sprecare questa breve vita inseguendo fama e profitti, una persona dovrebbe dedicarsi alla fede nel Sutra del Loto per ottenere la durevole felicità dell'illuminazione. Recitare Nammyoho-renge-kyo ed insegnarlo agli altri è il compito più nobile che un uomo possa avere nella presente esistenza terrena. 26

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