CAPITOLO 1 LA PRIMA FASE. 1.1 La Capanna A

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1 CAPITOLO 1 LA PRIMA FASE 1.1 La Capanna A LA STRUTTURA (Fig. 5) Lo scavo della Capanna A è stato condotto in due momenti: alle prime campagne condotte dal 1986 al 1989 ha fatto seguito una ripresa delle indagini tra il 1993 e il La struttura occupa l intera estensione dell Area I e, insieme alla Capanna B e alle quattro fosse ad essa prospicienti, è riferibile alla prima fase dell insediamento di Campassini. La distanza tra le due capanne lascia supporre la presenza di spazi probabilmente destinati all agricoltura e all allevamento domestico. I dati di scavo consentono di ipotizzare una doppia fase di utilizzo della struttura abitativa. La fase più antica di occupazione è stata individuata al di sotto del piano di calpestio ed era caratterizzata dalla presenza di numerosissimi frammenti ceramici (US 77). Purtroppo il pessimo stato di conservazione della stratigrafia ad essa relativa non ha permesso alcun tipo di interpretazione sulla forma, che comunque si ritiene simile a quella che la struttura assunse nella fase successiva. Nella fase più recente la capanna aveva forma irregolarmente ovale e dimensioni abbastanza rilevanti, caratterizzate da un asse maggiore che misurava 5 m, mentre quello minore era di circa 4. Il piano di calpestio interno risultava ribassato di circa 20 cm rispetto al piano di campagna, mentre il pavimento della struttura era impiantato su di un vespaio realizzato con pietrisco e minuti frammenti ceramici (US 7). Lungo il perimetro doveva correre un basso muretto a secco di cui è stato individuato il crollo. Le pareti, verticali, erano realizzate con la tecnica del graticcio e la copertura, a doppio spiovente, doveva essere straminea. In questa fase la capanna aveva una sola apertura, ad ovest, su uno dei lati corti: il rinvenimento di due buchi di palo fa ipotizzare la presenza di un piccolo portico. L interno, che non presentava divisioni, era caratterizzato dall esistenza, lungo l asse maggiore, di due pozzetti scavati nella pietra, probabilmente utilizzati per la conservazione delle derrate. All esterno, di fronte all ingresso, si trovavano un focolare ed un pozzetto che, scavato nella roccia, doveva servire come punto di raccolta delle acque piovane che provenivano tanto dal tetto che da alcune canalette realiz- 25

2 zate intorno alla capanna. All interno, oltre alle consuete attività domestiche, la presenza di rocchetti e pesi da telaio lascia ipotizzare che si svolgessero attività di filatura e tessitura mentre il rinvenimento di resti di palchi di cervo è probabilmente associabile alla lavorazione dell osso. Gli insediamenti di capanne sono noti soprattutto nell Etruria meridionale e nel Latium Vetus 1, mentre in Etruria settentrionale scavi estensivi di strutture capannicole inquadrabili in questo periodo sono al momento editi solo per Chiusi 2. Le capanne a base parzialmente incassata, come la Capanna A di Campassini, non sono attestate frequentemente, a differenza di quelle completamente incassate che costituiscono invece uno dei tipi maggiormente documentati tra l età del Bronzo finale e il VII secolo a.c. I confronti più pertinenti provengono dal versante occidentale del colle di Montevenere 3, presso Chiusi, dove sono state individuate le tracce di almeno 12 capanne, tutte parzialmente incassate nel terreno geologico. Le strutture A, B, D presentano elementi di interesse. In particolare la capanna D, riferibile al villanoviano antico è risultata parzialmente coperta dalle altre due strutture, cronologicamente coeve, di cui la A era una capanna di forma rettangolare con base incassata mentre la B era un annesso costruito a breve distanza I MATERIALI I reperti ceramici della Capanna A costituiscono l 88% dei materiali rinvenuti al suo interno. Di questi soltanto il 6% è risultato utilizzabile ai fini dello studio, essendo il resto costituito da pareti non ricomponibili. Seguono nell ordine i reperti osteologici (7%), i frammenti di intonaco di parete (4%) e i reperti metallici (1%). Sono stati anche rinvenuti due frammenti di selce lavorata e due frammenti di bronzo. Tutti i frammenti ceramici sono riconducibili a ceramica d impasto; gli impasti grossolani sono quelli maggiormente attestati (68%) seguiti da quelli semidepurati (31%) e di impasto fine (1%). L utilizzo dell impasto fine di colore grigio scuro (A6) caratterizza esclusivamente le forme aperte, mentre soltanto due frammenti di olla risultano prodotti con quello di colore rosso (A1). Tra gli oggetti identificati va segnalata la leggera predominanza delle forme aperte (59%) rispetto a quelle chiuse (41%). 1 Ad esempio, per Sorgenti della Nova: NEGRONI CATACCHIO 1995; Satricum: HERLDRING 1988; Ficana: FISCHER HANSEN 1978, BRANDT 1988 e 1996; Marino: CHIARUCCI 1978; loc. Pescaccio sul lago di Albano: NEGRONI CATACCHIO 1995; Acquarossa: ÖSTENBERG 1975; Ardea: Cures Sabini: GUIDI 1988 e GUIDI et al. 1996; Lavinium: FENELLI 1984, GUAITOLI 1988 e FENELLI, GUAITOLI Per un quadro generale sull età del ferro a Chiusi: BETTINI BETTINI 2000, pp. 44 ss. 26

3 Fig. 5 La Capanna A: pianta (disegno: G. Bandinelli) CATALOGO Il seguente catalogo presenta i reperti divisi due sezioni, relative rispettivamente ai materiali della I e della II fase. I fase LA CERAMICA D IMPASTO: IL VASELLAME DA FUOCO E DA CONSERVA N. 1 Scodella (Tav. 1,1) US 77. Impasto: A5. Diam. orlo 19 cm; alt. max. cons. 10,6 cm. Scodella a vasca troncoconica, labbro indistinto, orlo piatto, vasca profonda. Confronti: Pisa, Piazza Dante: BRUNI 1993, tav. I/8 (fine dell VIII-inizi del VII secolo a.c.). Luni sul Mignone: HELLSTRÖM 1975, fig. 65/28 (fine dell VIII-inizi del VII secolo a.c.). Veio, Porta Nord-Ovest: MURRAY THREIPLAND 1963, figg. 3/12 e 6/10 (fine dell VIII-inizi del VII secolo a.c.). Gabii, necropoli di Osteria dell Osa: BIETTI SESTIERI 1992, fig. 3a 211/5 (fine del IX-inizi dell VIII secolo a.c.). Villanova di Castenaso, necropoli di Cà dell Orbo, tomba 16: MORIGI GOVI, TOVOLI 1979a, fig. 35/8 (metà del VII secolo a.c.). Datazione: Orientalizzante antico e medio. 27

4 N. 2 Bacile (Tav. 1,2) US 77. Impasto: A5. Diam. ric. orlo 21 cm; alt. max. cons. 5,4 cm. Bacile a vasca troncoconica, labbro a colletto, orlo arrotondato. Confronti: Ischia di Castro, Grotta Nova: NEGRONI CATACCHIO 1983, fig. 41/16 (età del Bronzo finale). Veio, necropoli di Quattro Fontanili: BARTOLONI, PANDOLFINI 1972, fig. 64/2; CAVALLOTTI BATCHVAROVA 1967, fig. 49/58. Anagni: GATTI , fig. 5/ 12 (fine dell VIII-inizi del VII secolo a.c.). Lazio: BEDINI, CORDANO 1980, tav. 13/7 (secondo-terzo quarto dell VIII secolo a.c.). Gabii, necropoli di Osteria dell Osa: BIETTI SESTIERI 1992, fig. 3a425/2 (fine dell VIII-inizi del VII secolo a.c.). Villanova, necropoli di Caselle, tomba 3: MORICO 1994, tav. V/23 (fine dell VIII-inizi del VII secolo a.c.). Datazione: bacili di forma analoga si ritrovano in contesti datati dalla fine dell età del Bronzo a tutto l Orientalizzante antico. N. 3 Bacile (Tav. 1,3) US 77. Impasto: A5. Diam. ric. orlo 22 cm; alt. max. cons. 6,6 cm. Bacile carenato a vasca troncoconica, labbro rientrante rettilineo, orlo obliquo all interno, carena angolata, vasca profonda. Confronti: Livorno, Fortezza Medicea: ANDREOTTI et al. 1998, fig. 2/1 (IX secolo a.c.). Poggio Buco, necropoli: BARTOLONI 1972, fig. 7/25 (primo quarto del VII secolo a.c.). Saturnia: DONATI 1989, fig. 16/4 (fine dell VIII-inizi del VI secolo a.c.). Veio, necropoli di Quattro Fontanili: TOMS 1986, fig. 28, tipo X13 (metà-fine dell VIII secolo a.c.). Datazione: questo tipo di bacile trova confronti soprattutto tra la fase antica e quella media dell Orientalizzante. LA CERAMICA D IMPASTO: IL VASELLAME DA MENSA N. 4 Scodella (Tav. 1,4) US 77. Impasto: A3. Diam. orlo 17,2 cm; alt. 10,6 cm; diam. fondo 8,6 cm. Scodella a vasca troncoconica profonda, labbro indistinto, orlo piatto, tre bugne/ prese impostate sotto l orlo, fondo piatto. Confronti: Grottaferrata, necropoli Villa Cavalletti, tomba 1: GIEROW 1966, tipo IX, fig. 19/11 (fine dell VIII-inizi del VII secolo a.c.). Pontecagnano, necropoli di S. Antonio, tomba 3250: DE NATALE 1992, fig. 85/4 (metà dell VIII secolo a.c.). Datazione: Orientalizzante antico. N. 5 Scodella (Tav. 1,5) US 77. Impasto: A6. Diam. orlo 16,4 cm; alt. 7,2 cm; diam. fondo 7,6 cm. Scodella a vasca troncoconica, labbro curvilineo estroflesso, orlo arrotondato distinto esternamente, gola ampia, spalla tesa pronunciata, fondo concavo. Confronti: Massarosa (Pisa), abitato: BRUNI 1998, fig. 21 (fine dell VIII-inizi del VII secolo a.c.). Poggio Buco, tomba VI: BARTOLONI 1972, fig. 44/29 (fine dell VIII-inizi del VII secolo a.c.), PELLEGRINI 1989, tav. XXII/ (fine dell VIII-inizi del VII secolo a.c.). Saturnia: DONATI 1989, fig. 17/9 (primi decenni del VII secolo a.c.); fig. 27/68-69 (fine dell VIII secolo a.c.). San Giovenale: BERGGREN, BERGGREN 1981, tav. 7/71 (fine dell VIII secolo a.c.). Luni sul Mignone: HELLSTRÖM 1975, tav. 70/150 (fine del IX-inizi dell VIII secolo a.c.). Tarquinia, Pian di Civita, abitato: BONGHI JOVINO 1986, fig. 81/181 (seconda metà dell VIII secolo a.c.). Cerveteri, necropoli del Sorbo: 28

5 1 4 Tav. 1 Materiali dallo scavo della Capanna A (disegno: G. Bandinelli)

6 POHL 1972, fig. 95/2 (fine dell VIII-inizi del VII secolo a.c.). Datazione: la maggior parte dei confronti rimanda all Orientalizzante antico. Stringenti in particolare le affinità con gli esemplari provenienti dall area della Valle Fiora e dall agro vulcente in generale (Poggio Buco, Saturnia). N. 6 Scodella (Tav. 2,1) US 77. Impasto: A3. Diam. ric. orlo 16 cm; alt. max. cons. 4,5 cm. Scodella a vasca troncoconica, labbro curvilineo estroflesso, orlo arrotondato distinto esternamente, gola ampia, spalla sfuggente. Confronti: Chianti senese, senza indicazione di provenienza: VALENTI 1995, tav. II/3 (età del Bronzo finale). Pitigliano, loc. Mulino Rossi: ARANGUREN et al. 1985, tav. 6/2 (di dimensioni leggermente più piccole) e tav. 6/4 (in impasto depurato; età del Bronzo recente e finale). Manciano, corredo funerario dalla località Bagnatoio: CASI 1995, fig. 2/1 (età del Bronzo finale). Valle del Fiora, tomba: RITTATORE VONWILLER 1961, fig. 3/1 (età del Bronzo finale). Luni sul Mignone: HELLSTRÖM 1975, tav. 71/166 (fine del IX-inizio VIII secolo a.c.). Allumiere (Roma), necropoli di Poggio della Pozza, tomba 8: D ERCOLE 1998, fig. 3 (X secolo a.c.). Datazione: la forma sembra tipica dell età del Bronzo finale, almeno per la zona dell Etruria settentrionale interna. In alcuni siti (Luni sul Mignone, San Giovenale) questo tipo di scodella è attestato anche in contesti della prima età del Ferro. Per Campassini si può ipotizzare che essa costituisca una prova della frequentazione del sito sin dal Bronzo Finale. N. 7 Bicchiere (Tav. 2,3) US 77. Impasto: A3. Diam. orlo 14 cm; alt. 12 cm; diam. fondo 7,8 cm. Bicchiere a corpo troncoconico, labbro rientrante curvilineo, orlo arrotondato, fondo piatto. Confronti: Sorgenti della Nova: NEGRONI CATACCHIO 1995, fig. 138/37 (inizi dell età del Ferro). San Giovenale: OLINDER, POHL 1981, tav. 9/227 (fine dell VIII-inizi del VII secolo a.c.). Viterbo, Barbarano Romano: SANTELLA 1995, fig. 3/B (fine del IXinizi dell VIII secolo a.c.). Cerveteri, necropoli del Sorbo: POHL 1972, fig. 105/4 (fine dell VIII secolo). Roma, Foro Romano: BETTELLI 1997, tav. 8/1 (VIII secolo a.c.). Gabii, necropoli di Osteria dell Osa, tomba 157: BIETTI SESTIERI 1992, fig. 3a9/ 4 (IX secolo a.c.). Pontecagnano, necropoli di S. Antonio, tomba 3192: DE NATALE 1992, fig. 76/4 (metà dell VIII secolo a.c.). Bologna, necropoli Benacci-Caprara, tomba 43: TOVOLI 1989, tav. 59/2 (metà dell VIII secolo a.c.); tomba 27: tav. 10/3; tomba 37: tav. 26/18; tomba 47: tav. 64/4 (seconda metà dell VIII secolo a.c.); tomba 43: tav. 59/2 (ultimo quarto dell VIII secolo a.c.). Villanova, necropoli di Caselle, tomba 34: MORICO 1994, tav. XII/6 (inizi del VII secolo a.c.). Datazione: la maggior parte dei confronti rimanda ad una arco cronologico che abbraccia la parte finale dell età del Ferro e l Orientalizzante antico. N. 8 Scodella (Tav. 2,2) US 77. Impasto: A5. Diam. ric. orlo 20 cm; alt. max. cons. 5,6 cm. Scodella a vasca troncoconica, labbro a colletto, orlo piatto. Confronti: Poggio Civitate (Murlo), abitato: BOULOMIÉ MARIQUE 1972, tav. II (fine del VII-inizi del VI secolo a.c.). Sarteano, Poggio Rotondo, necropoli di Solaia, tomba 2: CAFFARELLO 1984, fig. 26/5 (secondo quarto del VII secolo a.c.). Chiusi, Poggio Renzo: CRISTOFANI 1971, fig. 3/9 (prima metà del VII secolo a.c.). Vulci: 30

7 1 3 5 Tav. 2 Materiali dallo scavo della Capanna A (disegno: G. Bandinelli)

8 FALCONI AMORELLI 1969, fig. 5b/11 (fine dell VIII secolo a.c.). Gabii, necropoli di Osteria dell Osa: BIETTI SESTIERI 1992, figg. 3a23/9, 3a59/5, 3a103/5, 3a148/5 (IX secolo a.c.). Pontecagnano, necropoli del Picentino, tomba 226: D AGOSTINO, GA- STALDI 1988, fig. 48/6 (metà-fine dell VIII secolo a.c.). Bologna, necropoli Benacci- Caprara, tomba 9: TOVOLI 1989, tav. 12/4 (seconda metà dell VIII secolo a.c.). Villanova di Castenaso, necropoli di Cà dell Orbo, tomba 74: MORIGI GOVI, TOVOLI 1979a, fig. 26/2 (inizi dell VIII secolo a.c.). Villanova, necropoli Caselle, tomba 4: MORICO 1994, tav. V/23 (secondo quarto del VII secolo a.c.). Datazione: il tipo di scodella è attestato dal Bronzo finale alla fine del VII secolo a.c. La maggior parte dei confronti rimanda però ad un arco cronologico che va dalla metà dell VIII secolo al primo quarto del VII secolo a.c. N. 9 Anforetta (Tav. 2,4) US 77. Impasto A5. Diam. orlo 16 cm; alt. 13 cm; diam. fondo 7,8 cm. Anforetta a ventre teso, spalla sfuggente, bassa gola concava, labbro curvilineo estroflesso, orlo piatto, fondo piatto, ansa a nastro verticale con sezione triangolare. Confronti: Veio, necropoli di Quattro Fontanili, tomba EE16: CLOOSE BROOKS 1963, fig. 64; tomba FF 14-15: CAVALLOTTI BATCHVAROVA 1965, fig. 36/c; tomba GG HH 5: CAVALLOTTI BATCHVAROVA 1967a, fig. 96/1; tomba ZAAd: FABBRICOTTI, HEALEY 1972, fig. 36/1 (fine dell VIII-inizi del VII secolo a.c.). Verucchio, sepolcreto Moroni, tomba 5: GENTILI 1985, tav. X/16 (fine dell VIII-inizi del VII secolo a.c.). Datazione: Orientalizzante antico. N. 10 Scodella (Tav. 2,5) US 77. Impasto: A6. Diam. orlo 13 cm; alt. 8 cm; diam. fondo 6,2 cm. Scodella carenata a vasca troncoconica, labbro rientrante rettilineo, orlo arrotondato, carena arrotondata, vasca profonda, fondo piatto. Confronti: Populonia, necropoli, tomba : ROMUALDI 1994, tav. III/5 (fine dell VIII-inizi del VII secolo a.c.). Capannori (Lucca): CIAMPOLTRINI 1993, fig. 5/2 (inizi del VII secolo a.c.). Poggio Buco tomba II: BARTOLONI 1972, fig. 10/11; tomba III, fig. 20/14 (inizi del VII secolo a.c.). Saturnia: DONATI 1989, fig. 6/ e fig. 14/8 (inizi del VII secolo a.c.). San Giovenale: OLINDER, POHL 1981, fig. 10/ (fine dell VIII-inizi del VII secolo a.c.). Verrucchio Sepolcreto Moroni tomba 14: GENTILI 1985, tav. XIX/4; tomba 22: tav. XXX/8-9; tomba 24: tav. XXXVI/10 (seconda metà dell VIII secolo a.c.). Datazione: i confronti per questo tipo di scodella rimandano ad un arco cronologico compreso tra la metà dell VIII secolo e gli inizi del VII secolo a.c. II fase LA CERAMICA D IMPASTO: IL VASELLAME DA FUOCO E DA CONSERVA N. 11 Bacile (Tav. 3,1) US 7. Impasto: A5. Diam. ric. orlo 24,4 cm; alt. max. cons. 6 cm. Bacile a vasca troncoconica, labbro indistinto, orlo piatto. Confronti: Capannori (Lucca), abitato: CIAMPOLTRINI 1993, fig. 6/3 (VIII secolo a.c.). Bolsena, abitato perilacustre del Gran Carro: TAMBURINI 1995, figg. 67/2468 e 44/1650 (IX-VIII secolo a.c.). Cerveteri, Vigna Parrocchiale: MOSCATI 1993a, 32

9 figg. 434/H16.1 e H16.2 (fine dell VIII-inizi del VII secolo a.c.). Pontecagnano, necropoli di S. Antonio, tomba 3212: DE NATALE 1992, fig. 80/6 (prima metà dell VIII secolo a.c.). Datazione: Orientalizzante antico. N. 12 Bacile (Tav. 3,2) US 7. Impasto: A5. Diam. orlo 22,4 cm; alt. 9 cm; diam. fondo 10,8 cm. Bacile a vasca troncoconica, labbro rientrante curvilineo, orlo arrotondato, vasca profonda, fondo piatto profilato. Confronti: Volterra, necropoli delle Ripaie: CATENI, MAGGIANI 1997, fig. 117/2 (IX secolo a.c.). Quercianella (Livorno): ZANINI 1997, fig. 110/8 (IX-VIII secolo a.c.). Bolsena, abitato perilacustre del Gran Carro: TAMBURINI 1995, fig. 35/915 (VIII secolo a.c.). Vulci: FALCONI AMORELLI 1969, fig. 4a/2 (fine dell VIII-inizi del VII secolo a.c.). Tarquinia, necropoli delle Rose: BURANELLI 1983, figg. 40/2 e 83/9 (inizi dell VIII secolo a.c.). Cerveteri, necropoli del Sorbo: POHL 1972, figg. 98/2 e 128/2 (fine dell VIII-inizi del VII secolo a.c.). Veio, necropoli di Quattro Fontanili, tomba U5: BARTOLONI-PANDOLFINI 1972, fig. 86/5. Gabii, necropoli di Osteria dell Osa: BIETTI SESTIERI 1992, fig. 3a40/5 (fine del IX-inizi dell VIII secolo a.c.). Pontecagnano, necropoli del Picentino: D AGOSTINO-GASTALDI 1988, fig. 33/6 (metà dell VIII secolo a.c.). Pontecagnano, necropoli del Pagliarone: GASTALDI 1998, tavv. 51/7-8, 61/4 e 65/3 (seconda metà del IX secolo a.c.). Bologna, necropoli di San Vitale: MORIGI GOVI, PINCELLI 1975, fig. 46/2 (IX-VIII secolo a.c.). Bologna, necropoli di Cà dell Orbo, tomba 28: MORIGI GOVI, TOVOLI 1979, fig. 12/2 (IX secolo a.c.): fig. 34/ 2 e 5 (VII secolo a.c.). Bologna, tomba Melenzani 22: MORIGI GOVI 1979, fig. 2/6 (fine dell VIII-inizi del VII secolo a.c.). Villanova, necropoli di Caselle: MORICO 1994, tav. IX/19 (inizi del VII secolo a.c.). Datazione: questo tipo di scodellone ricalca perfettamente nella forma la ciotolacoperchio degli ossuari biconici delle necropoli 4 di età villanoviana. I confronti mostrano come questo tipo, diffuso a partire dalla fine dell Età del Bronzo, perduri per tutta l Età del Ferro e sia diffusa sino agli inizi del VII secolo a.c. 5 N. 13 Olla (Tav. 3,3) US 7. Impasto: A5. Diam. orlo 16 cm; alt. 14 cm; diam. fondo 5,2 cm. Olla di piccole dimensioni, labbro svasato rettilineo, orlo arrotondato assottigliato, bassa gola concava, corpo ovoide, probabile fondo piatto. Confronti: Pitigliano, loc. Mulino Rossi: ARANGUREN et al. 1985, tav. 2/6 (età del Bronzo finale). Poggio Buco: BARTOLONI 1972, figg. 26/8 e 32/22 (prima metà del VII secolo a.c.). Bologna, necropoli di San Vitale, tomba 742: MORIGI GOVI, PINCELLI 1975, fig. 65/4 (fine dell VIII secolo a.c.); necropoli Benacci-Caprara, tomba 23: TOVOLI 1989, tav. 22/3 (metà dell VIII secolo a.c.). Datazione: questo tipo di olle di piccole dimensioni è diffuso dall età del Bronzo finale fino ad almeno la prima metà del VII secolo a.c. 4 Per le varie necropoli non sono stati citati tutti i confronti ma solo quelli più puntuali. È ovvio che le grandi necropoli bolognesi o veienti consentono molteplici confronti con il nostro tipo. 5 Per il VII secolo a.c. i confronti rimandano soprattutto all area bolognese e padana. 33

10 N. 14 Olla (Tav. 3,4) US 7. Impasto: A3. Diam. orlo 14 cm; alt. 13,5 cm; diam. fondo 11 cm. Olla di piccole dimensioni, a corpo ovoide rastremato verso il fondo, labbro rientrante rettilineo, orlo arrotondato, fondo piatto. Confronti: Gabii, necropoli di Osteria dell Osa: BIETTI SESTIERI 1979, tav. VI/17 (VIII secolo a.c.). Bologna: PANICHELLI 1990, tav. 16/376 (VIII secolo a.c.). Castenaso (Bologna), abitato: FORTE 1994, tav. III/8 (VIII secolo a.c.). Datazione: sulla base dei confronti l esemplare è databile all VIII secolo a.c. N. 15 Olla (Tav. 4,1) US 7. Impasto: A5. Diam. ric. orlo 11,4 cm; alt. max. cons. 5,4 cm. Olla di piccole dimensioni, a corpo ovoide rastremato verso il fondo, breve labbro curvilineo svasato, orlo arrotondato, bassa gola concava. Confronti: Fiesole: SALVINI 1990, fig. 10/3 (età del Bronzo finale). Saturnia: DONATI 1989, fig. 17/8 (inizi del VII secolo a.c.). Veio, Porta Nord-Ovest: MURRAY THREIPLAND 1963, fig. 1/18 (fine dell VIII-inizi del VII secolo a.c.). Bologna, necropoli di Cà dell Orbo, tomba 13: MORIGI GOVI, TOVOLI 1979a, fig. 28/4; tomba 18: fig. 29/4 (prima metà del VII secolo a.c.); necropoli Benacci-Caprara: TOVOLI 1989, tav. 25/ 2 (tomba 27) e tav. 26/17 (tomba 27) (seconda metà dell VIII secolo a.c.). Datazione: l olla è attestata nel Bronzo finale e nel periodo tra la fine dell età del Ferro e l Orientalizzante antico. N. 16 Olla (Tav. 4,2) US 7. Impasto: A5. Diam. ric. orlo 14 cm; alt. max. cons. 5 cm. Olla a corpo troncoconico, labbro indistinto decorato con tre solcature orizzontali parallele, orlo obliquo all interno. Confronti: Sarteano, Poggio Rotondo, necropoli di Solaia, tomba 3: CAFFARELLO 1984, fig. 3/1 (primo quarto del VII secolo a.c.). Chianciano, necropoli: PAOLUCCI 1988, tav. XL/4 (secondo quarto del VII secolo a.c.); BRUNI 1986, tav. 2/A8 (fine dell VIII secolo a.c.). San Piero a Sieve (Firenze): DE MARINIS 1991, fig. 17 (inizi del VII secolo a.c.). Bologna: GENTILI 1970a, figg. 25/B e 22/B (fine dell VIII secolo a.c.); GENTILI 1970b, fig. 7d (prima metà del VII secolo a.c.). Villanova, necropoli di Caselle, tomba 4: MORICO 1994, tav. VIII/8 (inizi del VII secolo a.c.). Verucchio, sepolcreto Moroni, tomba 11: GENTILI 1985, tav. XVII/10 (seconda metà dell VIII secolo a.c.). Datazione: la diffusione dell olla si colloca tra la seconda metà del VIII secolo a.c. e l intero periodo orientalizzante. N. 17 Olla (Tav. 4,3) US 7. Impasto: A3. Misure: diam. ric. orlo 28 cm; alt. max. cons. 8 cm. Olla a corpo cilindrico, labbro rettilineo estroflesso. Confronti: Chiusi, loc. I Forti: BETTINI 1998, fig. 77/4 (IX secolo a.c.). Romita di Asciano: PERONI , tav. 61/9 e tav. 62/2 (seconda metà dell VIII secolo a.c.). Pisa, Fossa 5: CIAMPOLTRINI, ANDREOTTI 1997, fig. 88/53 (IX secolo a.c.). Bolsena, abitato perilacustre del Gran Carro: TAMBURINI 1995, fig. 30/138 (prima età del Ferro). Veio, Porta Nord-Ovest: MURRAY THREIPLAND 1963b; FABBRICOTTI, FRANCO 1972, fig. 99/2 (seconda metà dell VIII secolo a.c.). Roma, Palatino: GJERSTAD 1966, figg. 37/4 e 38/3 (inizi del VII secolo a.c.). Roma: BETTELLI 1997, tav. 80/2 (IX secolo a.c.). Bologna, necropoli Benacci-Caprara, tomba 14: TOVOLI 1989, tav. 15/ 1 (metà dell VIII secolo a.c.). 34

11 1 3 Tav. 3 Materiali dallo scavo della Capanna A (disegno: G. Bandinelli)

12 Datazione: questo tipo trova confronti dall età del Bronzo Finale a tutto il VII secolo a.c. N. 18 Olla (Tav. 4,4) US 7. Impasto: A3. Diam. ric. orlo 32 cm; alt. max. cons. 10,5 cm. Olla a corpo ovoide, breve collo concavo, labbro estroflesso rettilineo, orlo arrotondato distinto esternamente, grandi dimensioni. Confronti: Piombino, Poggio del Mulino: FEDELI 1997, fig. 76/2 (età del Bronzo finale). San Giovenale: BERGGREN-BERGGREN 1981, tavv. 3/41, 13/1, 20/ (fine dell VIII-inizi del VII secolo a.c.). Bolsena, abitato perilacustre del Gran Carro: TAMBURINI 1995, fig. 37/1065 (fine dell età del bronzo-inizi del età del Ferro). Roma, Palatino: GJERSTAD 1966, fig. 35/3 (VIII secolo a.c.). Datazione: questo tipo sembra essere diffuso dall età del Bronzo Finale sino all inizio del VII secolo a.c. N. 19 Olla (Tav. 5,1) US 7. Impasto: A3. Diam. ric. orlo 31 cm; alt. max. cons. 13 cm. Olla a corpo ovoide, labbro a tesa, orlo arrotondato distinto esternamente. Confronti: Vetulonia, loc. La Torraccia: CURRI 1978, fig. 95/6 (età del Bronzo finale). Bolsena, abitato perilacustre del Gran Carro: TAMBURINI 1995, fig. 43/1482 (prima età del Ferro). Roma, S. Omobono: COLONNA , fig. 6/68 (VI secolo a.c.). Datazione: i confronti rimandano ad un arco cronologico molto ampio che va dall età del bronzo a tutto il VII secolo a.c. N. 20 Olla (Tav. 5,2) US 7. Impasto: A3. Diam. ric. orlo 39 cm; alt. max. cons. 4,4 cm. Olla a corpo ovoide, collo cilindrico, labbro a colletto, orlo piatto. Confronti: Barberino Val d Elsa, S. Appiano: DE MARINIS 1977, tav. XXI (VIII secolo a.c.). Sarteano, Poggio Rotondo, necropoli di Solaia, tomba 6: CAFFARELLO 1984, fig. 30/6 (primo quarto del VII secolo a.c.). Vulci: FALCONI AMORELLI 1983, fig. 34/61 (fine dell VIII-inizi del VII secolo a.c.). Terni, loc. La Bandita: CARANCINI 1990, tav. IX/A1 (IX secolo a.c.). Gabii, necropoli di Osteria dell Osa: BIETTI SESTIERI 1992, figg. 3a68/11 e 3a115/2 (fine del IX-inizi dell VIII secolo a.c.). Villanova, necropoli di Caselle, tomba 25: BALDONI 1994, tav. IV/11 (fine dell VIII-inizi del VII secolo a.c.). Datazione: il tipo si può datare tra la seconda metà del IX secolo e l inizio del VII secolo a.c. Interessanti i confronti puntuali riscontrati a Barberino e a Sarteano che consentono di datare il tipo presente a Campassini tra la seconda metà dell VIII e i primi decenni del VII secolo a.c. LA CERAMICA D IMPASTO: IL VASELLAME DA MENSA N. 21 Scodella (Tav. 5,3) US 7. Impasto: A3. Diam. orlo ric. 18 cm; alt. max. cons. 3,6 cm. Scodella a vasca troncoconica, labbro a colletto decorato con due solcature orizzontali parallele, orlo arrotondato. Confronti: Sarteano, Poggio Rotondo, necropoli di Solaia, tomba 4: CAFFARELLO 1984, fig. 12/6 (primo quarto del VII secolo a.c.); tomba 8: fig. 17 (secondo quarto del VII secolo a.c.). Chiusi, Poggio Renzo: CRISTOFANI 1971, fig. 2 (prima metà del VII secolo a.c.). Volterra, necropoli delle Ripaie: AA.VV. 1987, fig. 33 (fine dell VIII secolo a.c.). 36

13 1 2 Tav. 4 Materiali dallo scavo della Capanna A (disegno: G. Bandinelli)

14 Roselle, Casa dell Impluvium: DONATI 1994, tipo 1 (VII secolo a.c.). Poggio Buco, tomba III: BARTOLONI 1972, fig. 15/18 (secondo quarto del VII secolo a.c.); PELLEGRINI 1989, tav. XXV/ , su piede a tromba (secondo quarto del VII secolo a.c.). Cerveteri, Vigna Parrocchiale: MOSCATI 1993b, fig. 495/J 7.1 (fine dell VIII-inizi del VII secolo a.c.). Tarquinia, necropoli delle Rose: BURANELLI 1983, fig. 51/5 (inizi dell VIII secolo a.c.). Veio, necropoli di Monte Michele, tomba 3: CRISTOFANI 1969, fig. 3/6 (secondo quarto del VII secolo a.c.). Gabii, necropoli di Osteria dell Osa: BIETTI SESTIERI 1992, fig. 3c26/5 (fine dell VIII-inizi del VII secolo a.c.). Datazione: i confronti geograficamente più vicini consentono di datare la scodella tra l Orientalizzante antico e quello medio. N. 22 Scodella (Tav. 5,4) US 7. Impasto: A3. Diam. ric. orlo 16 cm; alt. max. cons. 3 cm. Scodella carenata a vasca troncoconica, labbro rientrante rettilineo decorato da due solcature orizzontali parallele, orlo arrotondato. Confronti: Pisa: BRUNI 1993, fig. 11 (fine dell VIII-inizi del VII secolo a.c.). Pisa, Piazza Dante: BRUNI 1998, fig. 25 (primo quarto del VII secolo a.c.). Poggio Buco: PELLEGRINI 1989, tav. XXV/122, su piede a tromba, e tav. XXVII/133, su basso piede troncoconico (prima metà del VII secolo a.c.). Saturnia: DONATI 1989, fig. 4/2 (inizio del VII secolo a.c.). Tarquinia, Pian di Civita: BONGHI JOVINO 1986, fig. 95/240 (fine dell VIII-inizi del VII secolo a.c.). Gabii, necropoli dell Osteria dell Osa: BIET- TI SESTIERI 1992, fig. 3c7/1 (fine dell VIII-inizi del VII secolo a.c.). Verucchio, sepolcreto Moroni, tomba 22: GENTILI 1985, tav. XXX/10 (primo quarto del VII secolo a.c.). Bologna, necropoli Benacci Caprara, tomba 1: TOVOLI 1989, tav. 3/7; tomba 65: tav. 97/2 (fine dell VIII secolo a.c.). Datazione: Orientalizzante antico e medio. N. 23 Scodella (Tav. 6,1) US 7. Impasto: A6. Diam. ric. orlo 18,4 cm; alt. max. cons. 5,4 cm. Scodella carenata a vasca troncoconica, labbro rientrante rettilineo, orlo arrotondato, carena arrotondata prominente, vasca bassa. Confronti: Volterra, necropoli della Guerruccia, tomba 19 e recupero dall area del Palazzo dei Vigilanti: CATENI, MAGGIANI 1997, fig. 9/b-c (terzo quarto del VII secolo a.c.). Cerveteri, necropoli: ALBERICI VARINI 1999, fig. 77a-b, cat. T65, 3, tav. LIII- LIV (prima metà del VII secolo a.c.). Poggio Buco: MATTEUCIG 1951, p. 30, nn , tav. VIII/1 e 5 (metà del VII secolo a.c.). Datazione: è una forma che si diffonde nell Orientalizzante medio. N. 24 Tazza (Tav. 6,2) US 7. Impasto: A6. Diam. ric. orlo 16 cm; alt. max. cons. 4,4 cm. Tazza a vasca troncoconica, labbro a colletto, spalla distinta. Confronti: Roselle: BERGONZI 1973, fig. 7/1 (VIII secolo a.c.). Cerveteri, necropoli del Sorbo: POHL 1972, fig. 30/1 (fine del IX-inizi dell VIII secolo a.c.). Veio, necropoli di Quattro Fontanili: TOMS 1986, fig. 19 (fine del IX-prima metà dell VIII secolo a.c.). Gabii, necropoli di Osteria dell Osa: BIETTI SESTIERI 1992, fig. 3a216/6 (inizi dell VIII secolo a.c.). Pontecagnano, necropoli del Picentino, tomba 208: D AGOSTINO, GASTAL- DI 1988, fig. 41/5 (VIII secolo a.c.); necropoli del Pagliarone, tombe 661, 671, 674: GASTALDI 1998, figg. 54/4, 57/3 e 59/2 (seconda metà del IX secolo a.c.). Datazione: i confronti per questo tipo di tazza rimandano soprattutto a Veio e a 38

15 Tav. 5 Materiali dallo scavo della Capanna A (disegno: G. Bandinelli). 39

16 Pontecagnano. Dal punto di vista cronologico il tipo è diffuso in contesti che vanno dalla seconda metà del IX sino a quasi tutto l VIII secolo a.c. N. 25 Anforetta (Tav. 6,3) US 7. Impasto: A5. Diam. ric. orlo 11 cm; alt. 10 cm; diam. fondo 6,4 cm. Anforetta a vasca troncoconica, spalla accentuata, bassa gola concava, labbro svasato rettilineo, orlo piatto distinto esternamente, fondo concavo, ansa a nastro verticale. Confronti: Poggio Buco: BARTOLONI 1972, fig. 20/9-11 (inizi del VII secolo a.c.). Versilia, Massarosa: FORNACIARI, MENCARINI 1970, fig. 21 (fine dell VIII-inizi del VII secolo a.c.). Versilia, San Rocchino: MAGGIANI 1990a, fig. 31/13 (fine dell VIII-inizi del VII secolo a.c.). Veio, necropoli di Quattro Fontanili, tomba HH 16: CLOOSE BROOKS 1963a, fig. 81/a; tomba GG 14: CAVALLOTTI BATCHVAROVA 1965, fig. 40/c; tomba FF GG 7-8: CAVALLOTTI BATCHVAROVA 1967, fig. 49/10-11; tomba EF 11-12: FABBRICOTTI 1975, fig. 45/9-10 (seconda metà dell VIII secolo a.c.). Gabii, necropoli di Osteria dell Osa: BIETTI SESTIERI 1992, fig. 3a209/6 (VIII secolo a.c.). Verucchio: GENTILI 1985, tav. XVI/3 (fine dell VIII-inizi del VII secolo a.c.). Datazione: il tipo di anforetta, è databile tra la seconda metà dell VIII secolo a.c. e l inizio del secondo quarto del VII secolo a.c. N. 26 Scodella (Tav. 6,4) US 7. Impasto: A3. Diam. ric. orlo 14 cm; alt. max. cons. 6 cm. Scodella a vasca emisferica, labbro indistinto, orlo arrotondato. Confronti: Sarteano, Poggio Rotondo, necropoli di Solaia, tomba 4 e 6: CAFFARELLO 1984, figg. 12/4 e 30/6 (primo quarto del VII secolo a.c.); tomba 11: fig. 26/5 (secondo quarto del VII secolo a.c.). Bolsena, abitato perilacustre del Gran Carro: TAMBURINI 1995, fig. 30/159 (fine dell età del Bronzo finale). Allumiere, necropoli di Poggio della Pozza, tomba 6: D ERCOLE 1998, fig. 3 (IX secolo a.c.). Veio, necropoli di Quattro Fontanili, tomba c18-19: FABBRICOTTI 1975b, fig. 69/5 (metà dell VIII secolo a.c.). Gabii, necropoli di Osteria dell Osa: BIETTI SESTIERI 1992, fig. 3a52/4 (IX secolo a.c.). Pontecagnano, necropoli del Pagliarone, tomba 667: GASTALDI 1998, tav. 57/2 (IX secolo a.c.). Bologna, quartiere fieristico: TOVOLI 1994, tav. I/10 (IX- VIII secolo a.c.). Villanova, necropoli di Caselle, tomba 34: MORICO 1994, tav. XIII/ (inizi del VII secolo a.c.). N. 27 Scodella (Tav. 6,5) US 7. Impasto: A3. Diam. orlo 14,1 cm; alt. 7,5 cm; diam. fondo 6,8 cm. Scodella a vasca emisferica, labbro curvilineo rientrante, orlo arrotondato, fondo piatto. Confronti: Chianciano: PAOLUCCI 1988, tav. XI/3 (secondo quarto del VII secolo a.c.); BRUNI 1986, tav. 2/A9 (VII secolo a.c.). Chiusi, Poggio Renzo: CRISTOFANI 1971, fig. 3 (prima metà del VII secolo a.c.); BETTINI, ZANINI 1995, fig. 3/2 (fine del IX-inizi dell VIII secolo a.c.). San Giovenale: OLINDER, POHL 1981, tav. 11/243 (fine dell VIII-inizio VII secolo a.c.). Tarquinia, Pian di Civita: BONGHI JOVINO 1986, fig. 81/186 (seconda metà dell VIII secolo a.c.); necropoli Le Rose: BURANELLI 1983, fig. 30/2 (fine del IX-inizi dell VIII secolo a.c.). Roma, Palatino: GJERSTAD 1966, fig. 13/ 1 (VIII secolo a.c.). Anagni: GATTI , fig. 5/11 (fine dell VIII-inizio VII secolo a.c.). Pontecagnano, necropoli di S. Antonio, tomba 3248: DE NATALE 1992, fig. 85/9 (metà dell VIII secolo a.c.). Bologna, necropoli di San Vitale, tomba 742: MORIGI GOVI, PINCELLI 1975, fig. 65/3 (fine dell VIII secolo a.c.). 40

17 1 3 6 Tav. 6 Materiali dallo scavo della Capanna A (disegno: G. Bandinelli)

18 Datazione: questo tipo di scodella, molto comune, è attestata per tutta l Età del Ferro fino all Orientalizzante medio. IMPASTO ROSSO N. 28 Olla (Tav. 6,6) US 7. Impasto: A1. Diam. ric. orlo 18 cm; alt. max. cons. 4,4 cm. Olla labbro curvilineo fortemente svasato, orlo arrotondato assottigliato, alto collo concavo. Confronti: Chiusi, abitato del Petriolo: CAPODANNO 1998, p. 217, tipo 1a (fine del VII secolo a.c.). Vulci, necropoli, tomba Monte Auto: FALCONI AMORELLI 1971, tav. XLVIII (inizi del VII secolo a.c.). Poggio Buco, tomba I: BARTOLONI 1972, figg. 3 e 5 (primo quarto del VII secolo a.c.). Saturnia: MICHELUCCI 1982, fig. 35, e 40, 120; DONATI 1989, figg. 5/3 e 5 (VII secolo a.c.). Poggio Civitate, Murlo: BOULOUMIÉ MARIQUE 1978, forma J, tav. XIV. Lago dell Accesa: CANOCCHI 1985, p. 151, n Roselle: DONATI , fig. 5, Gruppo A; RISTORI 1994, tipo 2. Datazione: il tipo è uno dei più comuni tra la fine dell VIII e la prima metà del VI secolo a.c., ed ha la massima diffusione nel VII secolo a.c CONCLUSIONI Dall analisi dei materiali si evince che la vita della capanna fu scandita da due fasi di utilizzo: la prima si colloca tra lo scorcio dell VIII e i primi anni del VII secolo a.c., la seconda, segnata dal parziale rifacimento della struttura, si può datare intorno al secondo quarto del VII secolo a.c. Alcune forme, come l olla n. 28 e la scodella n. 23, attestate soprattutto in contesti di metà VII secolo a.c., costituiscono infatti il limite cronologico inferiore di vita della capanna. Tra le forme vascolari relative alla prima fase, la scodella n. 5, attestata soprattutto in area vulcente nella valle del Fiora e nella valle del Mignone, è presente con alcuni esemplari analoghi anche in area pisana. Tra i materiali attribuibili alla seconda fase, di particolare rilievo è da considerare l anforetta n. 25, in quanto, pur essendo di produzione locale, è ispirata a modelli meridionali tipici della fine dell VIII secolo a.c. Inoltre il rinvenimento di esemplari simili tanto in Versilia che in area vulcente fa ipotizzare l esistenza di traffici commerciali lungo una direttrice nord sud, con la città di Vulci che doveva servire da tramite tra le due realtà. L olla n. 16 e la scodella n. 21, decorati con solcature orizzontali parallele sul labbro, sono invece forme molto diffuse nel senese, nel territorio chiusino ed in ambito vulcente, dove si ritiene che abbia avuto origine questa particolare produzione 6 : entrambi i tipi troveranno una grandissima diffusione per tutto il VII e anche nella prima parte del VI secolo a.c. 6 Cfr. CAFFARELLO

19 Lo studio dei materiali ceramici rinvenuti nella capanna sembra evidenziare sporadici contatti con l area chiusina e con quella volterrana durante le fasi di utilizzo della struttura della Capanna A. Pertanto in questo periodo la ricettività culturale dell insediamento di Campassini sembra orientata verso vari centri dell Etruria senza prediligerne alcuno in maniera preponderante. È questo un dato che si pone a sostegno dell ipotesi che nel corso dell Orientalizzante antico e medio Campassini fosse un insediamento dotato di spiccati caratteri di autonomia, sia da un punto di vista politico che commerciale, conformemente a quanto vanno dimostrando negli ultimi anni le ricerche condotte su altri siti dell Etruria settentrionale interna, con particolare riguardo all alta Valle dell Ombrone, al Chianti meridionale e all area senese 7. La maggior parte dei confronti rimanda all ambito meridionale, soprattutto vulcente, e al medio e basso Valdarno. La produzione locale della ceramica, testimoniata dall omogeneità degli impasti e dall impianto di una fornace nel corso della seconda fase, lascia pensare a forme imitate da modelli meridionali penetrati attraverso le vie commerciali che percorrevano la zona con direzione nord sud. In questa ottica può forse risultare più agevole comprendere quale fosse il ruolo del villaggio di Campassini e degli altri insediamenti sorti in posizioni strategiche nella Valdelsa, la cui funzione e la cui stessa esistenza dovevano essere legate al controllo delle direttrici viarie che la attraversavano. GUIDO BANDINELLI 1.2 La Capanna B LO SCAVO La struttura, denominata Capanna B, è stata individuata nell Area II durante le campagne di scavo del In una zona pianeggiante del banco formato da roccia calcarea e sedimenti argillosi, a circa 50 cm dall attuale piano di campagna, era già stato evidenziato nel corso di un precedente saggio effettuato dalla Soprintendenza Archeologica per la Toscana, uno strato costituito, oltre che da frammenti litici di piccole e medie dimensioni, anche da grossi frammenti di vasellame di impasto e da numerosi frammenti di ossa animali. Lo strato, corrispondente all US 425 del successivo periodo di frequen- 7 Per quanto riguarda Siena, di notevole rilievo la recente scoperta di un insediamento dell Orientalizzante medio-recente nell area del Santa Maria della Scala, la cui cultura materiale, come nel caso di Campassini, mostra caratteri di originalità e di rielaborazione di motivi provenienti da diverse aree dell Etruria (Vetulonia, Vulci, Chiusi, Valdarno), che ne dimostrano la sostanziale autonomia ed un potere basato sul controllo dei traffici commerciali. 43

20 tazione del sito, obliterava un deposito di colore rossiccio con tracce di legno combusto e resti di intonaco di parete (US 20). Quest ultimo potrebbe essere identificato come l alterazione superficiale della stratigrafia corrispondente all abbandono della capanna, composto da un accumulo di forma ovale di terra scura e friabile (US 27). Della fase di utilizzo della struttura si conservava solo la base, anch essa ovale (circa 7,30 m in lunghezza e 5,35 m in larghezza) che, come per la Capanna A nell Area I, era lievemente ribassata rispetto al piano di calpestio originario. Tale dislivello, misurato intorno ai 20 cm di profondità, era stato colmato dopo l abbandono della struttura da accumulo di colore scuro (US 27), che si impostava a sua volta su un uno strato di terra argillosa e compatta di colore bruno, ricco di frammenti di ceramica d impasto, ossa di animali e carbone (US 41). L asse principale della capanna era orientato in senso est ovest e l ingresso, situato a ponente, era indicato dalla presenza di due cavità, ad una distanza di circa 1,20 m, in cui dovevano essere infissi i pali che costituivano gli stipiti della porta. Lungo il lato settentrionale della struttura sono stati individuati sei piccoli buchi per pali, ad una distanza regolare di circa 1,60, la cui disposizione 8, così come è stata evidenziata in pianta, impone la necessità strutturale di altri due pali che coerentemente dovevano chiudere l intero perimetro. I buchi erano di forma approssimativamente circolare, con pareti leggermente svasate e rastremate verso la parte inferiore. Non tutti presentavano la medesima profondità e le stesse dimensioni: quattro di essi (US -51, -52, -53, -54) erano profondi circa 0,30 m, con un diametro di 0,25. Al loro interno sono state rinvenute tracce della inzeppatura laterale, che suggeriscono l utilizzo di pali portanti. Gli altri (US -31) erano di dimensioni inferiori con un diametro di circa 0,15-0,20 m per l alloggiamento di pali di medie dimensioni. Mancano evidenze relative alla presenza di un porticato prospiciente l entrata 9. Non sono state rinvenute, inoltre, né le tracce di canalette di fondazione, né di muretti a secco lungo il perimetro. All interno della capanna è stato individuato un accumulo di pietre disposte a delimitare un area di forma ovale di circa 0,65 m di lunghezza (US 42), in corrispondenza della quale il terreno era caratterizzato da una terra di colore marrone-grigiastro frammista a piccole pietre. Questa parte dell interno della struttura potrebbe essere interpretata come un area adibita alle attività domestiche interne all abitazione. 8 In entrambi i lati della capanna la distanza fra i fori indicanti l ingresso ed i primi buchi di palo, lungo il bordo, è circa doppia rispetto all interasse riscontrato tra i sei fori trovati. 9 Le capanne di Roma-Palatino (PUGLISI 1951, pp. 1 ss.; BROWN 1976, p. 5), di Ardea (AA.VV. 1983, pp. 37 ss.) e di Pratica di Mare (FENELLI 1984, pp. 325 ss.) presentano due o quattro buchi di palo di fronte alla porta, probabile testimonianza di una rudimentale tettoia posta a protezione dell entrata. 44

21 Lungo il lato settentrionale della capanna, si delineava uno strato (US 29) di terra nera di forma rettangolare con margini irregolari, le cui dimensioni erano di circa 1,50 m di lunghezza e 0,60 m di larghezza, con una profondità di circa 0,10 m. Tale strato era caratterizzato da un terreno costituito da componenti di origine organica con numerosi residui carboniosi, frammisti a frammenti di ceramica d impasto e a reperti faunistici (US 29), ed è stato pertanto interpretato, non senza dubbi a causa della vicinanza del muro, come la traccia di un focolare posto all interno della struttura. Presso la struttura, ad ovest, è stato individuato uno strato (US 33), di dimensioni comprese tra gli 0,80 m di larghezza e 1,26 m di lunghezza, formato da un terreno argilloso, molto compatto e di colore rossiccio, privo di pietre e di qualsiasi altro reperto, ma ricco di carboni che è stato interpretato come area di lavoro annessa all abitazione. La zona che univa il piano di calpestio interno alla capanna a quello dell area meridionale esterna ad essa (US 47) presentava pochi reperti ceramici e scarsi frammenti di argilla INTERPRETAZIONE RICOSTRUTTIVA DELL ALZATO DELLA CAPANNA (Figg. 6-7) I resti lasciati sul terreno dalla base della capanna consentono con buona approssimazione di proporre un ipotesi ricostruttiva del suo alzato, grazie ai confronti con le numerose attestazioni di capanne a pianta ovale note dal Bronzo finale a buona parte del VII secolo a.c., con i modelli desumibili dalle urne a capanna 10 etrusco-laziali e con l osservazione delle tecniche tradizionali, utilizzate fino a pochi decenni fa per le capanne delle campagne tosco-laziali e di altre zone d Italia 11. Lo scavo della Capanna B non ha evidenziato la presenza di pali centrali utili a sostenere il peso della copertura, che doveva, di conseguenza, gravare sulla struttura portante delle pareti (Fig. 6,1 e 7) 12. Una volta ricavata nel terreno argilloso una superficie piana di forma ovale che costituiva il fondo della capanna (Fig. 6,1), sono state scavate le buche per l alloggiamento dei pali perimetrali (US -31, -51, -52, -53, -54), che comprendevano anche i montanti della porta 13. Sui pali perimetrali mediani dovette essere costruita un intelaiatura di pertiche che aveva la funzione di assorbire le spinte oriz- 10 DE ROSSI 1879, pp. 12 ss.; ZANNONI 1893, pp. 88 ss.; BARTOLONi 1986, pp. 7 ss.; MORIGI GOVI, PINCELLI 1975, tav. 332, pp. 500 ss. Per una bibliografia più recente sull argomento, vedi DAMGAARD ANDERSEN 2001, pp. 245 ss.; BROCATO, GALLUCCIO 2001, pp. 301 ss. 11 Per una bibliografia relativamente recente si vedano: BARBIERI, GAMBI 1973; FRANCOVICH et al. 1980; LA REGINA 1980; NEGRONI CATACCHIO 1981, pp. 291 ss.; SEPPILLI 1983; MODI 1988, pp. 207 ss.; NEGRONI CATACCHIO, MIARI 1995, pp. 524 ss; BROCATO, GALLUCCIO 2001, pp. 283 ss. 12 CATALDI 1986, pp. 94 ss. 13 Sulla base di confronti con ricostruzioni edite, i pali perimetrali dovevano avere l estremità superiore biforcuta: vedi ad es. ricostruzione in FIDENE 1998, p. 22, fig. 1 45

22 Fig. 6 Capanna B: 1. Pianta; 4. Ricostruzione del tetto; 2-3. Sezioni ricostruttive; 5-6. Prospetti (disegno: M. Catucci). 46

23 Fig. 7 Capanna B: assonometria ricostruttiva (disegno: M. Catucci). 47

24 zontali dovute all orditura dei correnti inclinati messi a sostegno della copertura (Fig. 6, 2-3) 14. La lunghezza dei correnti inclinati doveva essere tale da formare l aggetto necessario a proteggere le pareti dalla pioggia e dal sole, mentre al loro incrocio era stato posizionato il trave di colmo. Le falde minori della copertura dovevano essere costituite da timpani aperti per consentire il tiraggio del fumo e fornire l illuminazione all interno. Il manto di copertura, formato da strati di fasci di canne ben compatte, doveva essere poggiato su di un orditura di pertiche orizzontali disposte sui correnti, sulle quali i fasci venivano legati e gradualmente sovrapposti 15. I problemi tecnici correlati alla costruzione della capanna, il cui manto di copertura era sorretto soltanto dalla struttura perimetrale (Fig. 6,4) 16, dovettero inoltre imporre la realizzazione di pareti non molto alte, con la linea del tetto assai vicina al suolo, in modo da conferire alla capanna una maggiore stabilità. Le pareti 17 erano di rami, canne e arbusti intrecciati e tenuti insieme da irrigidimenti fissati all interno e all esterno dei pali principali. Questa orditura era stata infine coperta da uno spesso rivestimento di argilla 18 come dimostrano i numerosi grumi di concotto rinvenuti nel corso dello scavo con le impronte di rami o di canne (Fig. 6,5). Dallo scavo non sono emerse tracce dell ingresso alla struttura, anche se la sua posizione può essere ipotizzata in corrispondenza del lato corto settentrionale sulla base della presenza dei due montanti (Fig. 6,2 e 6). Da tutto ciò si ricava che la capanna non era eccessivamente grande e che doveva essere abitata da un solo nucleo familiare 19. Le analisi condotte sulla ceramica rinvenuta nell area della Capanna B hanno evidenziato una grande abbondanza di piccoli contenitori, come le olle, a fronte di una bassa presenza di ceramica da stoccaggio (dolia). Il dato quantitativo di per sé sembrerebbe orientare ad attività agricole esclusiva- 14 VITR. de Arch. II, I, 3, descrive il procedimento usato per la costruzione delle capanne primitive; OVID. Fasti, VI, 262 parla di «paries lento vimine textus». Vedi, MERLO 1989, pp. 27 ss.; DAMGAARD ANDERSEN 2001, pp. 245 ss. Alcuni esempi di ricostruzioni di capanne si trovano in BARNABEI 1893, pp. 198 ss., in particolare pp ; DAVICO 1951, pp. 125 ss.; BARBIERI, GAMBI Esempi di utilizzo di tetti straminei si ritrovano anche più tardi e continuano ad essere costruiti anche per le strutture abitative con alzato in mattoni crudi. Si vedano le abitazioni di Bologna in uso fino al V secolo a.c. Vedi inoltre FIDENE 1998, p. 21 ss. 16 Nelle capanne odierne dell Etiopia la costruzione del tetto si attua prefabbricandolo a terra e poi appoggiandolo, come un cappello, su un certo numero di forcelle verticali che costituiscono la struttura portante, che in questo caso è priva del sostegno centrale: CATALDI et al. 1982, pp. 112 s. e in particolare la fig. 77 a p VITR. de Arch. II, 3, descrive il procedimento usato per la costruzione delle pareti. 18 CATALDI et al. 1982a, pp. 113 ss. 19 BARTOLONI 1989, p

25 mente finalizzate al consumo e al fabbisogno individuale. Ma le evidenze paleozoologiche, caratterizzate da una presenza di animali vecchi allevati all interno della comunità e da una scarsa presenza di resti di animali selvatici, esito di una modesta attività venatoria 20, indirizzano a ipotizzare un economia di villaggio dove l agricoltura sembra invece essere assai sviluppata. Dalla capanna proviene una varietà limitata di forme vascolari d impasto vasellame di uso comune, sia da mensa che da cucina in cui prevalgono quantitativamente le olle e le tazze carenate. Lo standard di questa produzione è abbastanza modesto, sia per quanto concerne la scelta delle forme che per le decorazioni, rare e limitate per lo più alla presenza di una serie di linee impresse a falsa cordicella e disposte a formare motivi lineari. Il vasellame, prevalentemente di fattura locale, presenta affinità tipologiche e decorative con materiali da contesti funerari da Poggio Civitate a Murlo, precedenti alla fase di impianto della prima residenza 21, da centri delle valli dell Ombrone e del Fiora e dall area vulcente, mentre minori analogie si riscontrano nei confronti dell area chiusina e volterrana, probabilmente per una limitata disponibilità dei dati di confronto. A Monteriggioni non esistevano giacimenti di metalli e nella formazione geologica del pianoro non è stata registrata la presenza di filoni di minerale di ferro, quindi le materie prime per utensili e ornamenti dovevano essere estratte altrove e poi trasportate nel sito per essere lavorate. Testimonianza di tale attività artigianale è il rinvenimento di scorie di minerale allo stato naturale e la presenza di alcuni oggetti di metallo, fra cui la fibula a losanga (vd. p. 57, Tav. 10,2), provenienti dall area della capanna. L analisi dell insieme dei reperti ha permesso di datare la struttura al periodo compreso tra l ultimo quarto dell VIII secolo e gli inizi del VII secolo a.c I MATERIALI La maggior parte dei reperti rinvenuti nel corso dello scavo della Capanna B proviene dall US 425, che ne obliterava i livelli di vita. La maggior parte del materiale consiste in frammenti di ceramica d impasto lavorata a mano. È quindi molto difficile procedere ad una ricostruzione delle forme intere. Numerosi frammenti appartengono a forme da cucina (dolia e olle). Una certa quantità di frammenti di impasto più fine appartiene a vasellame da mensa (tazze e scodelle). È del tutto assente il bucchero. Le decorazioni caratterizzate da cordoni e bugne applicati, quelle eseguite con la tecnica del decoro modellato (solcature, scanalature, costolatu- 20 Le ossa animali rinvenute nell area della capanna sono state analizzate dal Prof. J. De Grossi Mazzorin, in BARTOLONI et al NIELSEN 1991, pp. 245 ss. 49

26 re) e quelle incise o impresse 22 sono poco rappresentate e si riscontrano solo in pochi frammenti di pareti. Ad attività domestiche più strettamente legate alla sfera femminile rimandano i rocchetti, le fuseruole e i pesi da telaio CATALOGO LA CERAMICA D IMPASTO: IL VASELLAME DA FUOCO E DA CONSERVA N. 1 Olla (Tav. 7,1) US 27. Impasto: A6. Diam. 18 cm; alt. max. cons. 11,2 cm. Frammento di olla ansata. Orlo arrotondato, labbro svasato curvilineo, breve collo concavo, corpo presumibilmente ovoide, presenta un ansa verticale a bastoncello, con sezione circolare, impostata dall orlo alla spalla. Confronti: Murlo, Poggio Civitate,: BOULOUMIÉ 1978, p. 94, forma M2, pl. XIX. Roselle, Colle delle Macinaie: BERGONZI 1973, p. 15, fig. 6, n. 6 (primo periodo dell età del Ferro). Sarteano, Poggio Rotondo, necropoli di Solaia: CAFFARELLO 1984, tav. III, n. 6 (inizi del VII secolo a.c.). Poggio Buco, tomba V: BARTOLONI 1972, p. 60, n. 5, fig. 26, tav. XXVIIc; sporadici A: p. 160, n. 18, fig. 79, tav. CVIIb. Saturnia, necropoli di Sede di Carlo, tomba I: DONATI 1989, p. 5, fig. 5; tomba IV: fig. 12, n. 1; tomba V: fig. 17, n. 8; DONATI, MICHELUCCI 1981, p. 163, n. 395; necropoli del Puntone: MICHELUC- CI 1982, p. 63, nn , fig. 40. Vulci, necropoli di Mandrione di Cavalupo, tomba 25: HALL DOHAN 1942, p. 81, n. 6, tav. XLIII; CECCANTI, COCCHI 1981, fig. 1, nn. 6-7 (fine dell VIII-prima metà del VII secolo a.c. Narce, necropoli dell Agro Falisco, tomba XXV: DAVISON 1972, p. 75, n. 15, tav. XXI (inizi del VII secolo a.c.). Veio, necropoli di Quattro Fontanili: GUIDI 1993, fig. 11, n. 9 (datata alla fine dell VIII secolo a.c.). Roma, area sacra di S. Omobono: COLONNA , fig. 6, nn (tipo A; datata fra la prima e la seconda età del Ferro). Datazione: fine dell VIII-inizi del VII secolo a.c. N. 2 Olletta (Tav. 7,3) US 425. Impasto: A6. Diam. orlo 7,7 cm; diam. fondo 7 cm; alt. max. cons. 8,7 cm. Frammento di olletta. Orlo arrotondato, labbro svasato curvilineo, breve collo concavo, spalla sfuggente e arrotondata, con corpo ovoide e rastremato verso il basso, fondo piatto. N. 3 Olla (Tav. 7,2) US 31. Impasto: A6. Diam. fondo 12 cm; alt. max. cons. 13,5 cm. 22 Sono stati trovati frammenti di pareti che presentano dei motivi decorativi: due cerchielli formati da tre circonferenze concentriche ed una banda di rettangolini verticali alternati a tratteggi obliqui (Saturnia, necropoli di Pancotta, tomba VI: DONATI 1989, fig. 29, n. 91); linea impressa a falsa cordicella sulla spalla, cinque trattini obliqui sul corpo (Vulci, necropoli di Mandrione di Cavalupo: FALCONI AMORELLI 1971, p. 111, n. 97, fig. 45, databile tra la fine dell VIII secolo a.c. e la metà del successivo); linee oblique e parallele a falsa cordicella (Vulci, necropoli di Mandrione di Cavalupo, tomba B: FALCONI AMORELLI 1971, fig. 5b, nn ; Santa Marinella, abitato della Castellina: TOTI 1967, fig. 6, n. 6, databile tra la fine dell VIII secolo a.c. e la metà del successivo); solcature verticali e parallele. 50

27 Tav. 7 Materiali dallo scavo della Capanna B (disegno: M. Catucci). 51

28 Frammento di olla. Corpo ovoide, rastremato verso il basso, fondo piatto. È stata ricomposta da tre frammenti. N. 4 Olla (Tav. 8,2) US 425. Impasto: A4. Diam. 29 cm; alt. max. cons. 20 cm. Frammento di olla. Orlo piatto, obliquo all esterno, breve collo svasato e concavo, corpo ovoide. Sono stati trovati sei frammenti pertinenti ma non contigui. Confronti: Murlo, Poggio Civitate: BOULOUMIÉ 1978, p. 92, forma M1, pl. XVIII. Roselle, Poggio Diaccialone, raccolta di superficie: BERGONZI 1973, p. 15, fig. 7, n. 1; p. 20, fig. 8, nn. 9-10, nn. 1-2 con labbro svasato e spigolo interno vivo (prima età del Ferro). Saturnia, necropoli del Puntone, tomba V: DONATI 1984, fig. 17, n. 7. Narce, abitato: PERONI, FUGAZZOLA 1969, fig. 7, 11 e 18, 2. Satricum, abitato: CHIA- RUCCI, GIZZI 1985, p. 168, nn. 119 e 128; p. 175, n N. 5 Olla (Tav. 9,2) US 425. Impasto: A6. Alt. max. cons. 2 cm. Frammento di olla. Orlo piatto, parete rettilinea. Presenta una decorazione con solcature oblique e parallele. Confronti: Santa Marinella, abitato: TOTI 1967 fig. 6, n. 5 (fine dell VIII-inizi del VII secolo a.c.). Datazione: fine dell VIII-inizi del VII secolo a.c. N. 6 Scodella (Tav. 8,3) US 425. Impasto: A3. Diam. 14 cm; Alt. max. cons. 6,3 cm. Frammento di scodella. Ansa a maniglia obliqua sormontante, a bastoncello schiacciato agli attacchi, impostata sul labbro, vasca troncoconica. Confronti: Roma, area sacra di S. Omobono: COLONNA , p. 7, fig. 3, n. 17 (gruppo A); p. 8, fig. 3, n. 19. Satricum, abitato: AA.VV. 1982, p. 163, n. 109; MAASKANT KLEIBRINK, VAN T LINDEHOUT 1985, p. 185, fig Ampia letteratura relativa al Lazio e alla Campania: FARIELLO Datazione: fine dell VIII-inizi del VII secolo a.c. LA CERAMICA D IMPASTO: IL VASELLAME DA MENSA N. 7 Coppa (Tav. 7,4) US 33. Impasto: A6. Diam. 12 cm; alt. max. cons. 3 cm. Frammento di coppa. Orlo sottile e arrotondato, labbro leggermente rientrante, presenta una costolatura nella giunzione con la vasca troncoconica. Confronti: Murlo, Poggio Civitate: BOULOUMIÉ 1978, forma A. Roselle, Colle delle Macinaie: BERGONZI 1973, p. 13, fig. 1 (fine dell VIII-inizi del VII secolo a.c.). Saturnia: DONATI- MICHELUCCI 1981, p. 30, n. 23 con confronti; necropoli del Puntone, tomba A: MICHELUC- CI 1982, p. 54, n. 23, fig. 31, n. 28, fig. 35; tomba 14 di Berckley: DONATI 1984, p. 277, tav. Ia; necropoli di Sede di Carlo, tomba IV: DONATI 1989, fig. 14, n. 8; tomba VI: fig. 25, n. 46, n. 49 (inizi del VII secolo a.c.). Vulci, necropoli dell Osteria, tomba 48: MAV III, p. 22, n. 512; DOHAN 1942, tav. XIV, 13. Roma, area sacra di S. Omobono: COLONNA , p. 5, fig. 1, n. 1 (gruppo A). Satricum: CHIARUCCI, GIZZI 1985, p. 168, n. 125; p. 175, nn. 136 e 139 (fasi III e IV della cultura laziale). Datazione: fine dell VIII-inizi del VII secolo a.c. 52

29 Tav. 8 Materiali dallo scavo della Capanna B (disegno: M. Catucci). 53

30 N. 8 Coppa (Tav. 7,5) US 37. Impasto: A6. Diam. 22 cm; alt. max. cons. 2,7 cm. Frammento di coppa. Orlo arrotondato, alta spalla rientrante rettilinea, costolata all esterno, vasca troncoconica carenata. Confronti: Marino, Riserva del Truglio, tomba XXIX: CATALDI DINI 1976, p. 95, n. 2, tav. XIa. Gabii, necropoli di Osteria dell Osa: BARTOLONI, CATALDI DINI 1979, tav. 24, n. 3e. Castelnuovo Berardenga: MANGANI 1985, p. 157, fig Sarteano, Poggio Rotondo, necropoli di Solaia: CAFFARELLO 1984, tav. 12, n. 6 (metà del VII secolo a.c.). Poggio Buco, tomba XVI: BOHELAU 1900, p. 165 fig. 4,5; BARTOLONI 1972, p. 42, n. 18, fig. 15, tav. XVIII; tomba IV: p. 50, n. 13, tav. XXIIc; p. 52, n. 17, fig. 20, tav. XXIII c; p. 72, n. 34, fig. 33, tav. XXXIXd; MATTEUCIG 1951, p. 25, tav. IV, 19. Saturnia, abitato e necropoli del Puntone: MICHELUCCI 1982, p. 556, fig; 14,1; tomba 14 di Berckeley: DONATI 1984, p. 277, tav. Ia; necropoli di Sede di Carlo, tomba I: DONATI 1989, fig. 4 n. 2; tomba VI, fig. 25, n. 46, n. 52; fig. 28, nn Vulci, necropoli dell Osteria, tomba 48: MAV III, p. 22, n 507; HALL DOHAN 1942, tomba 25, p. 81, nn. 7-9, tav. XLIII; tomba 66: p. 84, nn. 3-4, tav. XL. Veio, necropoli di Quattro Fontanili: GUIDI 1993, fig. 7 nn Narce: HALL DOHAN 1942, tav. XIV. Datazione: fine dell VIII-prima metà del VII secolo a.c. N. 9 Coppa (Tav. 9,1) US 37. Impasto: A6. Alt. max. cons. 1,8 cm. Frammento di coppa. Orlo arrotondato e assottigliato, spalla dritta. Presenta una decorazione incisa con linee oblique e parallele intersecantesi ortogonalmente con un tratteggio ugualmente obliquo e parallelo Confronti: per la decorazione, Vulci, necropoli di Mandrione di Cavalupo: FALCONI AMORELLI 1983, fig. 43, n. 87. Datazione: inizi del VII secolo a.c. N. 10 Coppa (Tav. 8,4) US 41. Impasto: A6. Alt. max. cons. 6,9 cm. Frammento di coppa. Orlo arrotondato, labbro curvilineo, collo concavo, spalla arrotondata, corpo troncoconico. Presenta un ansa verticale, a sezione triangolare, impostata sull orlo e sulle spalle. Sulla carena vi è una decorazione incisa a trattini verticali e paralleli; l ansa è decorata con solcature parallele Confronti: Vulci, tomba 25: HALL DOHAN 1942, tav. XLIII, 16; necropoli di Mandrione di Cavalupo, tomba b: FALCONI AMORELLI 1969, p. 193, tav. XXXVIIa, fig. 4b, nn. 3-4 (fine dell VIII-inizi del VII secolo a.c.). Per la decorazione, Saturnia, necropoli di Sede di Carlo, tomba V: DONATI 1989, fig. 28, n. 79; per la morfologia: fig. 17 n. 9. Pitigliano, tombe XI e XII: BOHELAU 1900, p. 167, n 7a; p. 175, nn. 7-8, figg Poggio Buco, tomba A: MATTEUCIG 1951, p. 21, n. 15, tav. II, 11; tomba B: p. 23, nn. 6-7; tav. III, nn Saturnia: DONATI, MICHELUCCI 1981, p. 34, nn ; necropoli del Puntone, tomba A: MICHELUCCI 1982, p. 54, nn , fig. 31; tomba B: p. 63, n. 70, fig. 41. Satricum: CHIARUCCI GIZZI 1985, p. 175 n Datazione: fine dell VIII-inizi del VII secolo a.c. N. 11 Scodella (Tav. 7,6) US 52. Impasto: A3. Diam. orlo 19 cm; alt. max. cons. 2,6 cm. Frammento di scodella. Orlo piatto, labbro leggermente rientrante. Confronti: Murlo, Poggio Civitate: BOULOUMIÉ 1978, forma Id. Sarteano, Poggio 54

31 Tav. 9 Materiali dallo scavo della Capanna B (disegno: M. Catucci). Rotondo, necropoli di Solaia: CAFFARELLO 1984, tav. 12, fig. 4; tav. 26, figg. 4-5; tomba 6: tav. 30, fig. 3. Vulci, necropoli di Mandrione di Cavalupo, CECCANTI, COC- CHI 1981, fig. 1, n. 5 (prima metà del VII secolo a.c.). Poggio Buco, necropoli, tomba 1: BARTOLONI 1972, fig. 7, n. 24, tav. IXf. Datazione: prima metà del VII secolo a.c. N. 12 Scodella (Tav. 7,7) US 47. Impasto: A6. Diam. fondo 10 cm; alt. max. cons. 5,3 cm. Frammento di scodella. Parte inferiore del corpo troncoconica a profilo teso, fondo irregolarmente piatto. INSTRUMENTUM DOMESTICUM N. 13 Dolio (Tav. 8,1) US 425. Impasto: A5. Diam. 41,2 cm; alt. max. cons. 9,1 cm. Frammento di orlo di dolio. Orlo ingrossato e arrotondato, labbro svasato, leggermente obliquo all interno, alto collo concavo. Confronti: Murlo, Poggio Civitate: BOULOUMIÉ 1978, p. 102, forma N2, pl. XXIII, nn Roma, area sacra di S. Omobono: COLONNA , fig. 6, nn , p. 8, fig. 3, n. 28 (prima età del Ferro). Satricum: CHIARUCCI, GIZZI 1985, p. 152, n. 100; MAASKANT KLEIBRINK, VAN T LINDEHOUT 1985, p. 184, figg (metà dell VIII secolo a.c.). Datazione: metà dell VIII secolo a.c. N. 14 Rocchetto (Tav. 9,3) US 425. Impasto: A3. Alt. max. cons. 6 cm. Rocchetto. Estremità discoidale convessa, corpo cilindrico a profilo irregolarmente convesso percorso trasversalmente nella parte mediana da un foro circolare passante. Sono stati rinvenuti, inoltre, un peso da telaio di forma tronco-piramidale con foro orizzontale passante a circa due terzi dell altezza a partire dalla base e spigoli smussati; 5 rocchetti, di cui uno presenta una decorazione incisa a cordicella caratterizzata da 3 o 4 linee ortogonali. 55

32 Confronti: Murlo, Poggio Civitate: PHILLIPS 1971, p. 260, tav. 62, fig Roselle, Colle delle Macinaie: BERGONZI 1973, p. 17, fig. 7, n. 8. Vulci, abitato: FALCONI AMORELLI 1971, tav. XXXVIIe, fig. 5b, 13. Satricum: AA.VV. 1982, p. 99, fig. 1; CHIARUCCI, GIZZI 1985, p. 168, n N. 15 Fuseruola (Tav. 9,4) US 425. Impasto: A6. Alt. max. cons. 2,4 cm. Fuseruola. Cono superiore a profilo concavo, cono inferiore schiacciato a base concava. Presenta una decorazione incisa e impressa, costituita da due cerchi concentrici con linee oblique e parallele, un motivo a S compreso tra i cerchi sul cono inferiore. Tra le fuseruole una presenta la base decorata con linee incise formanti un motivo a stella; su altre due sono presenti delle fitte solcature radiali formanti dei triangoli. METALLI N. 16 Fibula (Tav. 10,2) US 41. Bronzo: patina verdastra; la superficie esterna presenta leggere incrostazioni. Lungh. 4,4 cm; largh. 0,8 cm; alt. max. cons. 2,4 cm. Fibula a losanga. Arco a losanga cava, staffa a canale leggermente allungata, molla a tre giri e lungo ardiglione, presenta una decorazione incisa sull estremità dell arco caratterizzata da una serie di dieci linee anelliformi al di sopra della molla e della staffa e da quattro fasce di sette linee oblique e parallele formanti un motivo ad X, due cerchielli opposti. Confronti: vicina al tipo G IIb SUNDWALL 1943, p. 58 e pp Sarteano, Poggio Rotondo, necropoli di Solaia: CAFFARELLO 1984, tav. 12, fig. 9. Poggio Buco, tomba A: MATTEUCIG 1951, n. 28, p. 22, tav. XXII, 11 (primo quarto del VII secolo a.c.). Vulci, necropoli di Mandrione di Cavalupo, tomba B: FALCONI AMORELLI 1969, p. 200, nn (fine dell VIII-prima metà del VII secolo a.c.); HALL DOHAN 1942, p. 90, nn , tav. 48. Veio, necropoli di Quattro Fontanili: TOMS 1986, tipo I 31, fig. 29, p. 80 (fasi IIB-IIC). Gabii, necropoli di Osteria dell Osa: BARTOLONI, CATALDI DINI 1979, tomba 116, n. 29; tomba 148: n. 10 (primo quarto del VII secolo a.c.). Narce, necropoli dell Agro Falisco, tomba 42 M: DAVISON 1972, nn , tav. XVI, p. 31; tomba 2 F: n. 25, tav. XXXIV (prima metà del VII secolo a.c.). Datazione: fine dell VIII-prima metà del VII secolo a.c. LA SEPOLTURA A INCINERAZIONE N. 17 Ossuario (Tav. 10,1) Impasto: A3. Diam. Orlo 17 cm; diam. fondo 12,4 cm; alt. max. cons. 38 cm. Ossario. Orlo arrotondato, labbro rivolto verso l esterno, breve gola, corpo biconico con carena arrotondata e irregolare, fondo piatto. Presenta un ansa a maniglia orizzontale impostata al di sopra della carena. È stato ricomposto da cento frammenti. Il corredo rinvenuto all interno dell ossuario è costituito da pochissimi elementi in bronzo: una fibula frammentaria a drago, una catenella, due perni con capocchia convessa, uno spillone. Confronti: per gli ossari inornati: BRUNI 1995, pp Saturnia, necropoli di Sede di Carlo, tomba I: DONATI 1989, fig. 4, n. 1 (primi anni del VII secolo a.c.). Veio, necropoli di Valle La Fata, tombe 3, 20 e 28: BARTOLONI, DELPINO 1979, varietà C, tavv. XV, d; 15, A1 e 24, 1 (primi anni del VII secolo a.c.). Veio, necropoli di Quattro Fontanili: TOMS 1986: tipo IX 3, fig. 19, p. 90; p. 55, tav. 11, C1, tav. XIX, 56

33 Tav Ossuario dalla sepoltura nei pressi della Capanna B; 2. Fibula dalla capanna; 3-6. Materiali dalla sepoltura nei pressi della Capanna B (disegni: M. Catucci). 57

34 b; tav. 15, A1; tav. XIX, C, p. 58, tav. 24, 1, p. 64 (datazione limitata alle fasi IC e IIA); GUIDI 1993, fig. 1, n. 3, tipo 74. Vetulonia: MAGGIANI 1973, p. 75, tav. XXIV, a, fig. 1, a (terzo-ultimo quarto dell VIII secolo a.c.). Va tuttavia rilevato come i biconici inornati compaiono già nella fase Tarquinia IB, necropoli di Selciatello di Sopra: BARTOLONI, DELPINO 1970, pp ; tomba 72, tav. III, fig. 1; tomba 76, tav. X, fig. 2; tomba 141, tav. IV fig. 2; tomba 177, tav. V, fig. 2. Secondo A. Guidi (1980, pp ) il cinerario inornato potrebbe indicare uno status sociale dell individuo non ancora cristallizzato o per problemi legati all età o per quanto riguarda le donne, per il mancato conseguimento di uno status diverso a seguito di matrimoni. Datazione: terzo-ultimo quarto dell VIII-primi anni del VII secolo a.c. N. 18 Fibula (Tav. 10,4) All interno dell ossuario. Bronzo: patina verdastra; la superficie esterna appare corrosa e con leggere incrostazioni. Lungh. 3,5 cm; largh. 0,8 cm; alt. max. cons. 0,9 cm. Fibula a drago. Arco a sezione romboidale, priva della staffa, della molla e dell ago, presenta sull arco tre triangoli campiti da sette linee incise. N. 19 Spillone (Tav. 10,3) All interno dell ossuario. Bronzo: patina verdastra; la superficie esterna appare corrosa nella parte mediana della verga. Lungh. 10,1 cm; largh. 0,7 cm. Spillone. Capocchia costituita da prisma esagonale sormontato da una cupoletta, verga a sezione circolare mancante della parte terminale. N. 20 Catenella (Tav.10,5) All interno dell ossuario. Bronzo: patina verdastra; la superficie esterna appare corrosa e con leggere incrostazioni. Lungh. 2 cm; alt. max. cons. 0,7 cm. Catenella a doppi anelli. N. 21 Perno (Tav. 10,6) All interno dell ossuario. Bronzo: patina verdastra; la superficie esterna appare corrosa e con leggere incrostazioni. Lungh. 3 cm. Due perni a testa piatta con all interno tracce di legno. 1.3 Le sepolture dell Area II MARGHERITA CATUCCI L abitato di Campassini ha restituito due sepolture, relative alla sua più antica fase di vita. Si tratta di una tomba a incinerazione e di una a inumazione, pertinenti rispettivamente a un uomo e a una donna adulti 23. La prima deposizione, entro un ossuario biconico inornato, con corredo costituito da scarsi frammenti di una fibula ad arco serpeggiante, è stata messa in luce nella parte sud orientale, a ridosso della Capanna B 24. I frammenti di 23 BARTOLONI 2003, p Le analisi dei reperti osteologici sono state condotte da Elsa Pacciani (Soprintendenza Archeologica della Toscana). 24 ACCONCIA 2002, p. 132, con bibliografia precedente. 58

35 fibula (Tav. 10,4), rinvenuti all interno dell ossuario e lo stesso biconico (Tav. 10,1), che presenta alcune affinità con materiali chiusini, consentono di datare la sepoltura tra la fine dell VIII e gli inizi del VII secolo a.c. 25. La sepoltura ad inumazione, posta a nord delle fosse di scarico relative alla Capanna B, ha carattere più problematico. Si tratta infatti di una semplice fossa di forma pressoché ovale, scavata nel banco naturale, priva di elementi di corredo utili a fornire un inquadramento cronologico puntuale. L aspetto di maggiore interesse è costituito tuttavia dalla collocazione delle due sepolture all interno di un area a destinazione abitativa, anziché in una necropoli, la cui eccezionalità è resa ancor più evidente ad un rapido esame dei caratteri del popolamento nel territorio circostante. Infatti le aree funerarie di Busona 26, del Poggiolo 27, de Le Gabbra 28, de L Incrociati 29, di Cetinale 30 e di Vada 31 suggeriscono l esistenza di piccoli insediamenti, simili a quello di Campassini e ad esso coevi, in cui le aree di sepoltura dovevano essere chiaramente distinte da quelle abitative. Nella fase corrispondente alle deposizioni di Campassini, inoltre, comincia l utilizzo della sottostante necropoli del Casone 32, anche se in maniera meno intensiva di quanto avverrà nei periodi successivi. Per quanto riguarda l Etruria settentrionale interna non si conoscono altri rinvenimenti di sepolture all interno degli abitati. A Chiusi 33, ad esempio, le recenti ricerche nel territorio e nell area urbana mostrano chiaramente che la divisione degli spazi funerari, rispetto a quelli propriamente abitativi, doveva essere ben strutturata già alla fine dell età del Ferro e nell Orientalizzante antico 34. Per spiegare la presenza delle due deposizioni all interno del villaggio di Campassini, si potrebbe quindi ipotizzare una fase di non completa distinzione tra area abitativa e area sepolcrale analogamente a quanto proposto per il Foro Romano Il biconico trova confronti puntuali in un esemplare dalla necropoli di Sferracavalli presso Sarteano, conservato al Museo di Sarteano (n. inv /B) ed è assimilabile ad un altro di dimensioni ridotte dalla stessa necropoli, conservato al Museo di Siena (n. inv. 853) Ringrazio la Dott.ssa A. Minetti e la Dott.ssa G.C. Cianferoni per avermi consentito di prendere visione dei materiali. 26 DE MARINIS 1977, p. 33 con bibliografia precedente; da ultimo CIANFERONI 2002, p. 87, passim. 27 DE MARINIS 1977, p. 35 con bibliografia precedente; da ultimo CIANFERONI 2002, p DE MARINIS 1977, pp con bibliografia precedente; da ultimo CIANFERONI 2002, p DE MARINIS 1977, p. 48 con bibliografia precedente; da ultimo CIANFERONI 2002, p DE MARINIS 1977, p. 46 con bibliografia precedente; da ultimo CIANFERONI 2002, p DE MARINIS 1977, p. 36 con bibliografia precedente; da ultimo CIANFERONI 2002, p DE MARINIS 1977, p. 39 n. 3a, p. 40 n. 3d; da ultimo CIANFERONI 2002, p BETTINI BETTINI 2000, pp. 58 ss. 35 BARTOLONI et al. 1997, p. 95; ACCONCIA 2002, p

36 Tuttavia, il seppellimento all interno del villaggio, in un momento in cui a poca distanza è già in uso la necropoli del Casone, sembra piuttosto dovuto ad una scelta ben precisa degli abitanti di Campassini dovuta alla volontà di distinguere i due defunti 36. Se si guarda ai casi noti di sepolture entro abitati in contesti mediotirrenici, il costume sembra essere prerogativa delle deposizioni infantili nel Lazio, dove il fenomeno si manifesta tra la prima età del Ferro avanzata e l età tardo-arcaica 37 e sembra dovuto al fatto che i bambini, non essendo considerati a tutti gli effetti membri della comunità, non avevano diritto ad una «sepoltura comunitaria» 38. Gli scavi condotti dall Università di Milano nell area della Civita di Tarquinia hanno inoltre portato alla luce alcune deposizioni con caratteristiche peculiari. Le analisi compiute su di un bambino inumato di sette-otto anni, sepolto in prossimità di una cavità naturale senza suppellettile di corredo alla fine del IX secolo a.c., hanno rivelato che si trattava di un albino affetto da encefalopatia. A questo proposito M. Pallottino ha proposto di attribuire a tale rinvenimento il carattere di prodigium, così come gli scavatori quello di monstrum, ovvero di un individuo che sarebbe stato distinto rispetto al resto della comunità, che seppelliva altrove 39. Nella stessa area della Civita sono attribuibili alla seconda metà dell VIII secolo a.c. tre deposizioni di neonati privi di corredo, interpretati come sacrifici ricollegabili al lungo periodo di rifacimenti delle strutture del sito 40. Al pieno VIII secolo a.c. è ascrivibile la sepoltura di un individuo adulto di sesso maschile che fu soggetto a morte violenta, che dalla lettura dei dati antropologici è risultato probabilmente estraneo ai gruppi etnici di cultura etrusca e per il quale si è parlato di un «delitto religioso» perpetrato su un uomo di mare greco 41. Infine, all inizio del VII secolo a.c., sotto la fondazione del muro settentrionale del monumentale edificio b, è attestato il seppellimento di un altro neonato 42. Per le inumazioni sulla Civita è stata sostenuta l ipotesi di sacrifici umani all interno di un area sacra: per quanto scarse siano le conoscenze sugli aspetti cultuali negli insediamenti villanoviani, è comunque evidente che si tratta di sepolture di individui posti ai margini del corpo sociale 43, soprattutto se si 36 BARTOLONI 2003, p MODICA 1993, p MODICA 1993, p BONGHI JOVINO 1997, pp. 158 ss. 40 BONGHI JOVINO 1997, p BONGHI JOVINO 1997, pp. 165 ss. 42 BONGHI JOVINO 1997, p IAIA 1999, pp. 68 ss. 60

37 considera che le tombe infantili rinvenute negli abitati etrusco-laziali coevi sono, in totale contrasto con queste, generalmente accompagnate da ricchi corredi 44. L ipotesi del sacrificio, analogamente alla Civita, è stata sostenuta anche per un gruppo di quattro tombe rinvenute sul Palatino a Roma, dislocate all interno di un recinto e connesse con la più antica fortificazione. Si tratta infatti di tre adulti inumati e di una sepoltura infantile entro dolio 45, databili tra lo scorcio dell VIII e l inizio del VII secolo a.c. 46, che sarebbero stati sacrificati per espiare il sacrilegio connesso alla demolizione delle mura e alla conseguente violazione di sanctitas 47. Il rinvenimento di un gruppo di materiali in corrispondenza della porta lungo le mura, probabilmente riferibili al corredo funerario di una fanciulla, è stato invece letto come sacrificio, reale o simbolico, per l edificazione della stessa porta 48. Caratteri di eccellenza presenta invece la sepoltura ad incinerazione di IX secolo a.c. di un uomo adulto, rinvenuta sotto la casa di Livia al Palatino, che la suppellettile funeraria qualifica come guerriero 49. Analogamente le tombe scoperte nell abitato di Monte Carbolino, presso l Abbazia di Valvisciolo (Caracupa), mostrano tra gli oggetti di corredo elementi di carattere distintivo che indicano il particolare ruolo che i defunti, appartenenti verosimilmente ad un gruppo aristocratico, rivestivano all interno della comunità 50. Infine, all interno dell area sacra in località Sant Antonio a Cerveteri, sono state individuate alcune tombe a fossa, che provano un occupazione molto antica del pianoro. Sebbene si tratti di sepolture generalmente prive di corredo, le datazioni sui reperti osteologici forniscono valori nell ambito del II millennio con oscillazioni fino al X sec. a.c. Le tombe non sono state disturbate dagli interventi successivi. Soltanto in un caso, la realizzazione della trincea di fondazione del muro orientale del tempio A ha parzialmente intaccato la fiancata di una sepoltura, la quale è stata salvaguardata creando con spezzoni di tegole una nuova spalletta sul lato distrutto e coprendo la fossa con tre lastroni di tufo. All origine di questa sistemazione monumentale sembra possibile ravvisare una forma di venerazione, o anche di culto, in maniera analoga agli heroa della Grecia arcaica e classica BARTOLONI 2003, p BROCATO 2000, p GUSBERTI 2000, pp. 294 ss. 47 CARANDINI 2000, p BROCATO 2000, p DELPINO 1976, p. 121; BARTOLONI 2003, p ANGLE, GIANNI 1985, pp. 195 ss.; BARTOLONI 2003, p MAGGIANI, RIZZO 2001, p

38 Tornando al caso di Campassini, gli scarsi elementi disponibili per le due sepolture rendono difficile proporre qualsiasi ipotesi circa le ragioni del seppellimento dei due individui all interno dell abitato. Scartate le ipotesi del delitto religioso o dei sacrifici umani, la presenza delle due tombe in prossimità della Capanna B sembra dovuta al ruolo ricoperto dai due individui nella comunità: in questo senso i due morti potrebbero essere interpretati come i capostipiti del gruppo che fondò il villaggio di Campassini 52 e la distinzione delle due sepolture, rispetto a quanto accadeva per il resto dei membri della comunità, potrebbe essere legata ad una commistione tra la sfera socio-politica e quella sacrale come frequentemente pare potersi ravvisare in questa fase. DONATELLA ZINELLI 1.4 Le fosse antistanti la Capanna B LO SCAVO (Fig. 8a-b) 54 Le quattro fosse rinvenute nel 1995 nell area antistante la Capanna B (Par. 1.2), erano tagliate direttamente nel substrato geologico, ed erano coperte al momento dello scavo da un deposito di spessore non elevato 55, probabilmente formatosi a seguito degli scavi Le fosse II, III e IV erano ovali 57, rivestite sul fondo da accumuli compatti di spezzoni di pietra locale e colmate con scarichi di materiali ceramici e metallici, di grumi di argilla concotta, ossa, carboni e probabilmente resti di elementi lignei decomposti 58. Il fondo di tutte presentava un andamento declinante (Figg. 8a, 10) BARTOLONI 2003, pp. 105 ss. 53 Una prima notizia in BARTOLONI 2001, p. 370; ACCONCIA Per i riferimenti alle attività proposti nel testo, vedi matrix di attività alla Fig US Alcuni dei materiali rinvenuti in questo strato sono coerenti con quelli delle fosse (nn. 2, 3, 14, 22). 57 La fossa II era lunga 2,30 m ca. per 1,85 di larghezza; la III misurava 2,90 1,80; la IV 2,60 1, I tagli sono numerati: US -435 (fossa II), -441 (III), -440 (IV); i rivestimenti in pietre: US 428 (II); 424b (III), 438 (IV); gli scarichi di materiali: US 423 (II), 424a (III), 437 (IV). La fossa II, in corrispondenza della sua parete orientale, restituiva un limitato strato superficiale di consistenza friabile e matrice sabbio-limosa (US 434), che copriva in parte il riempimento US 423: è probabile che si trattasse del risultato della percolazione delle acque piovane, infiltratesi in corrispondenza di un punto dove l US 423 non doveva essere molto compatta (nota 62). Le attività relative alle fosse sono rispettivamente: att. 62 (II), att. 59 (III), att. 60 (IV). 59 La profondità della fossa II variava da 0,20 a 0,40 m; la III da 0,35 a 0,70; la IV da 0,20 a 0,50. 62

39 La fossa I, di dimensioni inferiori e forma pressoché circolare, tagliava l estremità occidentale della II ed era riempita da un unico strato (Figg. 8a, 9) 60. Per tutte, si è ipotizzata una destinazione come scarichi di materiali di risulta. La ricorrenza del rivestimento di pietre sul fondo di quelle ovali può essere motivata, vista la forte componente argillosa del banco naturale in cui le fosse erano tagliate, con la necessità di creare una superficie inferiore drenante, per evitare il ristagno delle acque meteoriche all interno di riempimenti caratterizzati anche dalla presenza di abbondanti resti organici 61. Dall analisi dei materiali, che i confronti possibili collocano tra la fine dell VIII e la prima metà del VII secolo a.c., inoltre, emerge la sostanziale contemporaneità della formazione dei rispettivi depositi archeologici, o quanto meno degli strati da cui questi ultimi potrebbero avere avuto origine 62. Data la vicinanza con la Capanna B e l affinità con i reperti rinvenuti al suo interno, infatti, è probabile che i due complessi debbano essere messi in relazione. Se le fosse, però, possono essere identificate come scarichi della capanna, è incerto se questi siano avvenuti in un lasso di tempo coevo alla frequentazione della stessa, o in coincidenza con la fase terminale della sua attività. Il rinvenimento di forme ricorrenti nei riempimenti delle singole fosse, induce a ritenere che essi si siano formati sincronicamente e che quindi gli scarichi debbano essere identificati come il risultato di una bonifica dell area della Capanna B, alla fine del suo utilizzo. Per quanto riguarda i materiali, dei quali si offre una selezione di seguito (Par ), in altra sede si è già proposto che la presenza di vasellame da mensa e di ornamenti o utensili in percentuale significativa rispetto alla ceramica d uso comune, possa indirizzare l identificazione del contesto di provenienza come un segmento socialmente elevato della comunità 63. Da un punto di vista strettamente morfo-tipologico, se nelle schede successive si è scelto di inquadrare i reperti segnalandone solo i confronti puntuali, si delinea comunque una affinità con la cultura materiale di una vasta area, in cui sembra prevalere l influenza vulcente, ma anche di Tarqui- 60 Diametro: 1,30 m; profondità: 0,25. Taglio: US -426; riempimento: US 421 (att. 61). 61 Per una analisi delle paleofaune, realizzata da J. De Grossi Mazzorin: ACCONCIA 2001, p. 379, fig Solo nel caso della fossa II, nello strato di probabile percolazione US 434 (nota 58), in corrispondenza della sua interfaccia, si rinveniva un frammento di labbro di olla globulare in impasto rosso, dello stesso tipo di quella rinvenuta integra all interno del forno da ceramica (n. 1, a p. 170). Data la posizione del rinvenimento e i caratteri dello strato, è probabile che si tratti di un intrusione. 63 ACCONCIA 2001, pp. 377 ss., dove si proponeva un confronto percentuale con contesti analoghi da Ficana (nel Latium vetus), che hanno restituito quantità decisamente inferiori di vasellame da mensa rispetto a quello da fuoco e da conserva: BRANDT 1996, pp. 87 ss. 63

40 Fig. 8 Fosse antistanti la Capanna B: A. sezioni; B. pianta delle fosse con il loro posizionamento rispetto alla Capanna B e alle due sepolture (disegno: V. Acconcia). 64

41 Figg La fossa I; 10. La fossa III (foto: V. Acconcia). 65

III. I VETRI. BAUMGARTNER, KRUEGER 1988, p

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