UNIVERSITA DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA. Corso di Laurea in Infermieristica. Tesi di Laurea

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1 UNIVERSITA DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA Corso di Laurea in Infermieristica Tesi di Laurea L intossicazione acuta da monossido di carbonio: dal triage all algoritmo decisionale. Acute carbon monoxide poisoning: from triage to decisional flow-chart. RELATORE Dott. Alessandro Mastinu CANDIDATO Simone Alongi Anno Accademico 2011/2012

2 1. Epidemiologia dell intossicazione da monossido di carbonio 1.1. Epidemiologia italiana L intossicazione da monossido di carbonio rimane ad oggi un evento decisamente sottostimato. Molti sono i fattori che ne rendono difficile l identificazione, a partire dal quadro clinico spesso non chiaramente manifesto, in quanto fortemente legato ai tempi di esposizione, alla concentrazione della sostanza e alle differenze individuali dei soggetti. Diversi studi a partire dalla fine degli anni 90 hanno cercato di quantificare il numero di persone intossicate. Regione Lombardia Emilia-Romagna Veneto Toscana Liguria Calabria Lazio Campania Sardegna Piemonte Puglia Trentino A.A Sicilia Molise Marche

3 Umbria Friuli Totale Tabella 1- Numero di pazienti intossicati da CO e trattati con ossigeno iperbarico (Galli, Vezzani; 2009). Dalla tabella 1 si può notare che: la regione Lombardia ha avuto un drastico calo di pazienti trattati negli anni 2005 e 2007; in Sardegna si è potuto notare un decremento di circa due terzi delle segnalazioni; Emilia-Romagna, Liguria, Toscana e Lazio mantengono un numero di casi sostanzialmente costante, benché per le ultime due il dato sia opinabile, in relazione alla popolazione, l estensione e il profilo orografico; la regione Veneto presenta una lieve inflessione; mentre la regione Calabria ha avuto una drastica riduzione dei casi, nell ordine del 40%; Trentino A.A. e Sicilia hanno avuto un significativo incremento, pur mantenendo numeri modesti. Alcuni dati appaiono invece incomprensibili, come quelli delle regioni Campania, dove nell anno 2005 il numero dei casi dichiarati è stato pari a zero, nonostante questa sia una delle regioni più vaste del territorio nazionale; del Molise e dell Umbria, dove rispettivamente negli anni 2004, 2005 e dal 2004 al 2009 non si sono presentati pazienti con intossicazione acuta da CO, così come per la regione Puglia, nonostante l elevato numero di centri iperbarici. Data l assenza di centri di trattamento nelle regioni Valle d Aosta, Basilicata, Abruzzo e Umbria nulla si conosce del destino dei loro soggetti intossicati. Da sottolineare sono i dati della regione Friuli, in cui l attivazione di un centro iperbarico ha portato nel 2005 a trattare ben 17 pazienti. Particolare attenzione merita la regione Piemonte, dove il numero di casi è passato da 32 nel 1999 a 154 nel 2005, aumentando costantemente sino a 211 nel Ciò trova ragion d essere in problematiche legate a protocolli dei Pronto Soccorso, al numero dei centri iperbarici sul territorio e al tipo di tecnologie impiegate. Quindi i pazienti c erano, ma l organizzazione non era in grado di lavorare. 2

4 7% 16% 77% Nord Centro Sud Grafico 1- Numero di pazienti intossicati rapportato alla suddivisione geografica dell Italia (anno 2009). I dati di cui oggi disponiamo sono fortemente influenzati da fattori come: l evoluzione degli ospedali, il numero di centri appositamente dedicati alla terapia iperbarica, la presenza di protocolli specifici di trattamento intra ed extraospedaliero, il livello formazione del personale sanitario e le strategie di prevenzione messe in atto per la popolazione. Tenuto conto delle difficoltà con cui i casi vengono dapprima identificati e poi segnalati, è stato possibile stimare, in maniera puramente empirica, che annualmente sul territorio nazionale si verifichino circa casi di intossicazioni da monossido di carbonio e che solo un sesto circa venga trattato con ossigeno iperbarico, includendo un 10% di pazienti per cui è sufficiente la sola somministrazione di ossigeno normobarico. In base a ciò circa nella migliore delle ipotesi sono riconosciuti, ma non trattati, altrimenti nemmeno diagnosticati (Galli, Vezzani 2007). A partire dalle stime empiriche, adattate alla rilevazione piemontese, è possibile riscontrare che i casi trattati di intossicazione siano circa nel periodo , e che ben 1.060, pari all 83,5%, non siano stati sottoposti a terapia pur necessitandone. 3

5 1.2. Epidemiologia europea Anche a livello europeo i dati epidemiologici relativi alla diffusione e distribuzione dell intossicazione da monossido di carbonio presentano molte lacune e farraginosità. Gli studi presenti in letteratura evidenziano svariate difformità in relazione ai periodi in cui sono state effettuate le rilevazioni e non sono attualmente disponibili studi che mettano a confronto le diverse nazioni europee: alcuni dati infatti provengono da indagini compiute in anni diversi e/o in diversi periodi dell anno. In alcuni casi paesi di grande rilevanza nel panorama europeo non hanno stime attendibili: questo è il caso di Germania, Grecia, Polonia e Regno Unito, per i quali non sono stati effettuati studi epidemiologici di ampia portata, ma soltanto rilevazioni potenziali. In tabella 2 sono stati sintetizzati i dati raccolti. Stato Casi stimati Casi realmente trattati % Casi trattati Danimarca ,5 Finlandia ,0 Francia ,3 Spagna ,5 Tabella 2- Numero di pazienti stimato e reale per l'intossicazione da monossido di carbonio in diversi stati dell'unione Europe (Longobardi, 2007). Una prima e doverosa osservazione riguardo i risultati ottenuti è da farsi a proposito della necessità di migliorare la formazione e la sensibilizzazione per questo fenomeno degli operatori sanitari, per i quali appaiono evidentemente insufficienti le conoscenze in merito. A questo problema, inoltre si affianca la mancanza di specifici protocolli uniformemente adattati al territorio: sovente solo le regioni in cui sono presenti centri di terapia iperbarica dispongono di un profilo 4