Bollettino. Parrocchiale. ANNO LXII - N. 4 Settembre Novembre 2010 PREPOSITURALE COLLEGIATA INSIGNE DI SANTA MARIA ASSUNTA - ROVATO

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1 Bollettino ANNO LXII - N. 4 Settembre Novembre 2010 Parrocchiale PREPOSITURALE COLLEGIATA INSIGNE DI SANTA MARIA ASSUNTA - ROVATO Tutti siano una cosa sola (Gv 17,21) CAMMINO PASTORALE

2 sommario La voce del Prevosto 3 Il fine e i secondi fini. Parrocchia 4 Tutti siano una cosa sola. 6 La Parola di Dio è sorgente inesauribile di vita. 6 Viaggiatori per fede. 7 Dalla Chiesa umiliata alla Chiesa umile. 8 Volontariato: risorsa insostituibile della comunità. 8 Verbi e parole con «Il Cuore» dentro. 9 Itinerari di fede per fidanzati Calendario anno 2010/ S. Stefano Festa dell Incoronazione. 10 La preghiera del Rosario. 11 Festa per gli anniversari di matrimonio. 11 L arte di vivere. 11 Azione Cattolica anni felicemente insieme. 12 Il funerale religioso in Chiesa. Iniziazione cristiana 14 Iniziazione Cristiana: a che punto siamo del cammino? 15 Ai genitori del gruppo Betlemme. Oratorio 16 Sogni di una sera d estate. 16 Che meraviglia! 17...e vedrai che ti divertirai!!! 17 Giolab Valdobbiadene: campo 3 a - 4 a elementare. 19 Valdobbiadene: campo 2 a - 3 a media. 19 Se uno ama la giustizia, le virtù sono il frutto delle sue fatiche. 20 Il reparto e il campo estivo. 21 Clan in route. ATTUALITÀ 22 Quanto costa la pace? 23 La chiesa africana ci insegna. 25 Cesare Cantù e l istruzione dei giovinetti. 26 Cambio nella comunità delle Suore. 27 CRONACA 28 PARROCCHIA DI S. G. BOSCO 29 PARROCCHIA DI S. MARIA ASSUNTA 30 ANAGRAFE 31 OFFERTE INSERTO: L Archivio della Parrocchia di Rovato BOLLETTINO PARROCCHIALE Bimestrale di Vita Parrocchiale Direttore responsabile: Franco Manenti Editore: Parrocchia S.Maria Assunta In redazione: Gian Mario Chiari, Gianluigi Moretti, Roberto Morè, Giorgio Baioni, Nazzareno Lopez, Franco Manenti, Madre Dina, Marta Rugolotto, Giusi Plodari Registrato presso il Tribunale di Brescia in data al n. 115 del Registro Stampa. Fotografie: Foto Marini, Giorgio Baioni, Pietro Orizio Stampa: Grafiche Masneri Palazzolo s/oglio Preghiera per una società libera e giusta Dio della nostra speranza, Padre che sempre ci ascolti, in quest ora difficile e decisiva cresce la nostra fiducia in te. Noi che riconosciamo nel Figlio tuo Gesù Cristo il nostro vero Liberatore, siamo e vogliamo essere un popolo libero. Una volta ancora il nostro destino è posto responsabilmente nelle nostre mani: illumina le decisioni di tutti perché non siano provocate da leggerezza e da risentimento. né deviate da seducenti menzogne o turbate da violenze, ma siano maturate nella serena ricerca del bene comune. Guida tu, o Dio, le nostre scelte perché gli uomini che ci rappresentano siano onesti e capaci e assicurino a noi e ai nostri figli una società dove a nessuno manchino la casa, il lavoro e il pane quotidiano. dove di tutti sia riconosciuta e rispettata la libertà di parlare, di agire, di lavorare, dove ai discepoli di Cristo sia consentito di professare la fede senza timore, non solo nel segreto dei cuori e nel raccoglimento delle chiese, ma anche in ogni campo della vita associata. Noi ti affidiamo, o Padre, le sorti del nostro Paese: fa che nella coscienza dei suoi cittadini e nelle leggi sia sempre onorata la dignità dell uomo, tua creatura e tua immagine vivente. GIOVEDì 4 novembre Festa di S. Carlo S. Messa in parrocchia ore (è sospesa la Messa a Caporovato) Sarà presente S.E. Mons. Simone Giusti, Vescovo di Livorno ore 14.30: benedizione della nuova sede della scuola Ricchino presso la Fondazione Lodovico Cossandi, Orfanotrofio Maschile S. Carlo ore 15,30: inaugurazione della nuova biblioteca ore 17,00: consegna del Leone d Oro, in comune ore 18,30: solenne Concelebrazione con i sacerdoti della Vicaria e i nativi di Rovato 2

3 la voce del prevosto Il Fine e i secondi fini P er secondi fini si intende un azione o una scelta che una persona compie per raggiungere un fine diverso e a volte anche opposto, a quello che quell azione o scelta fanno vedere. Faccio qualche esempio. Quando i farisei ponevano domande a Gesù, all apparenza pertinenti e giuste, di fatto non erano per conoscere la sua dottrina, ma per cercare di coglierlo in fallo. Quando uno aderisce ad un partito o assume un incarico in amministrazione pubblica non perché convinto del progetto politico o del compito di servire la comunità, ma per tornaconti personali o una possibile carriera, questi ha secondi fini. Chi va a Messa e poi prolifica di pettegolezzi e di maldicenza sulla comunità, chi partecipa alle riunioni perché altrimenti il figlio non viene ammesso ai sacramenti, chi si pregia dell amicizia di un Vescovo o di qualche illustre sacerdote per nascondere o giustificare le proprie infedeltà, chi si sposa in chiesa senza un progetto cristiano di vita familiare tutti modi di agire con secondi fini. Nel vangelo Gesù si arrabbia e condanna in modo spietato l agire degli scribi e dei farisei. Guai a voi scribi e farisei ipocriti Serpenti, razza di vipere, come potrete sfuggire alla condanna della Geenna? (Mt 23,1-33). L esistenza di secondi fini nell agire di una persona, difficilmente si capisce o si verifica in tempi brevi, ma si scopre a distanza di tanto tempo (anche di anni!) quando cioè il soggetto li ha raggiunti; a quel punto si guarda il suo passato, si collegano fatti e motivazioni, e si spiegano tante questioni. Per questa ragione di effetto a distanza l agire per secondi fini è deleterio per una comunità. Il nostro Vescovo Luciano nella lettera pastorale dal titolo significativo: Tutti siano una cosa sola (Gv 17,21) dà diversi suggerimenti a questo riguardo. La parrocchia unisce più famiglie e le raccoglie attorno alla medesima Eucaristia. E quindi l Eucaristia domenicale che dà forma alla parrocchia e la fa essere un espressione precisa della Chiesa. La parola di Dio che viene annunciata, la preghiera condivisa, la comunione sacramentale hanno la forza di unire tra loro le persone, di dare una forma cristiana alla loro vita, di edificare una comunità, nella misura, s intende, in cui parola ed eucaristia vengono vissute nella fede (n. 36). E poi conclude la lettera: Si tratta, in concreto, di imparare ad ascoltarci gli uni gli altri; poi di imparare a discutere i problemi, cioè a mettere sulla bilancia i pro e i contro di ciascuna decisione possibile. Abbiamo bisogno di imparare una vera e propria disciplina interiore ed esteriore che permetta di giungere a risultati utili. Se non facciamo questo sforzo personale, ogni legge o regolamento si mostrerà inutile. Se invece avremo la forza e la perseveranza di andare in questa direzione, potremo sperare davvero in una fioritura delle nostre comunità sulla base di un coinvolgimento di tutti (n.49). La mia raccomandazione a tutti cristiani è questa: cerchiamo di avere forti idealità (soprattutto non dimenticare il Fine ultimo: la vita eterna con il giudizio di Dio) e stiamo attenti a non tradirle o a rovinarle con compromessi pericolosi. Affermiamo ciò in cui crediamo sempre e dovunque. Preoccupiamoci di aggiornare sempre le motivazioni della nostre scelte, altrimenti gli ideali si annebbiano. Vivere nella comunità umana con dei secondi fini è possibile davanti agli occhi degli uomini, ma non davanti a Dio e alla propria coscienza. Ai discepoli Gesù raccomanda: sia il vostro parlare: Sì, sì No, no ; il di più viene dal Maligno (Mt 5,37). Il tempo che stiamo vivendo ci chiama anche a forti responsabilità educative. Un proverbio orientale suona così: i bambini di tutto il mondo hanno due cose in comune: chiudono gli orecchi ai consigli e aprono gli occhi agli esempi. Anche a Rovato di bambini ne abbiamo tanti, mostriamo loro che la vita è grande e bella, e che il vangelo è la regola unica per viverla con gioia in questo mondo e goderla poi per tutta l eternità. Preghiamo lo Spirito Santo con le parole della liturgia: a noi che ci nutriamo de Corpo e del Sangue di tuo Figlio dona (Padre) la pienezza dello Spirito Santo perché diventiamo in Cristo un solo corpo e un solo spirito (preghiera eucaristica III). 3

4 parrocchia La lettera pastorale del Vescovo per l anno Tutti siano una cosa sola (Gv 17,21) Offriamo una breve presentazione: chi volesse il testo della lettera si rivolga ai sacerdoti o in sacrestia. Il Vescovo Luciano quando ha iniziato il suo servizio episcopale nella chiesa bresciana ha lanciato un progetto triennale sul rapporto Parola-Eucaristia-Comunità. La prima lettera dal titolo la Parola di Dio nella vita della comunità cristiana aveva come obiettivo e motivo di fondo la convinzione che solo da un rapporto approfondito con la Parola di Dio può venire un autentico rinnovamento della vita ecclesiale e della pastorale. La seconda lettera dal titolo un solo pane, un unico corpo (1Cor 10,14-17) poneva l accento sull Eucaristia nel giorno del Signore come centro della vita nella comunità cristiana. La lettera di quest anno dal titolo tutti siano una cosa sola (Gv 17,21) esorta la chiesa diocesana a costituirsi in comunità sull esempio di Gesù e sul modello delle prime comunità cristiane. La vita è data per essere spesa nel servizio: nel mondo vige la regola del potere: chi ha autorità si fa servire e chi non ha potere deve servire; nel gruppo dei discepoli vige la regola del servizio: chi ha autorità si piega a lavare i piedi degli altri e chi è senza potere viene servito da chi ha autorità in modo che appaia chiaramente la sua dignità e il suo valore (lett. pag 4-5). La lettera ha la parte introduttiva dal titolo la nascita della comunità cristiana. Poi si snoda in tre capitoli, che presentiamo in sintesi. Primo capitolo: Il dono dell amore Si chiede il Vescovo: qual è il senso della vocazione cristiana? tutti gli uomini sono amati da Dio, ma solo i credenti lo sanno e perciò solo loro rispondono consapevolmente al suo amore; in particolare, i cristiani sono credenti che hanno conosciuto Gesù, hanno visto il suo modo di vivere e di morire, hanno capito che tutta la sua vita è stata spesa sotto il segno dell amore e che la morte è stata il compimento di questo medesimo amore, hanno riconosciuto in Lui l amore di Dio reso umano, visibile, toccabile (lett. pag.15). A ciascun cristiano l impegno di conformare la propria vita a Cristo Gesù il quale sta dentro al mondo; ma non vi abita semplicemente come un ospite, bensì come una energia spirituale che rinnova il mondo stesso immettendo in esso la sua forma cioè la forma del Figlio di Dio, la forma dell obbedienza fiduciosa e dell amore integrale (lett. pag 20). E continua il Vescovo: Questo è il compito di tutti i battezzati: celibi o sposati, ricchi o poveri, bambini o anziani, sani o malati... ogni uomo è cor po, e ogni uomo dà una forma particolare al proprio corpo attraverso i pensieri e i desideri che nutre, attraverso le decisioni che prende e le azioni che compie, le relazioni che stabilisce e quelle che spezza. Di volta in volta il mondo prende la forma che è prodotta dalla libertà delle persone; prende la forma del la pace o della guerra, della bontà o della cattiveria, della sag gezza o della stupidità, secondo i diversi comportamenti delle persone. Salomone ha immesso nel mondo un patrimonio di sapienza poi, verso la fine della sua vita, ha cambiato stile e ha prodotto stoltezza; Alessandro Magno ha plasmato un intero ciclo della civiltà umana, ma ha anche insanguinato il mondo con ire e violenze e omicidi. Ciascuno plasma un frammento di mondo e gli dà forma umana: intelligente o stupida, responsabile o irresponsabile, buona o cattiva. Anche Gesù ha plasmato un frammento di mondo e gli ha dato la forma dell amore verso Dio e dell amore verso gli uomini. Lo aveva spiegato così: Bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre e faccio quello che Egli mi ha comandato (Gv 14,31). Per questo, dice san Giovanni, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine (Gv 13,1), e sapendo che non c è amore più grande di chi dona la vita per i suoi amici (Gv 15,13). Adesso tocca a noi, i credenti, la comunità cristiana: aderendo a Gesù, accogliendo liberamente e con gratitudine l amore di Gesù (di Dio attraverso Gesù), portiamo dentro di noi l amore stesso di Dio e con questo amore valutiamo le cose, prendiamo le decisioni, trattiamo le persone. Nella misura in cui lasciamo che l amore di Dio diventi attivo e fecondo dentro di noi, le nostre azioni danno al mondo (a piccoli frammenti di mondo) una forma nuova, la forma liberante dell amore. La Chiesa serve a questo: a trasmettere al mondo l amore di Dio. Non per una sua qualità ma- 4

5 gica, ma per il suo legame stretto con Cristo e, attraverso Cristo, con Dio (lett. pag ). Secondo capitolo: Noi siamo il Corpo di Cristo Operare la trasformazione del mondo secondo Gesù: questo è il compito di tutti i battezzati. La condizione essenziale perché la Chiesa possa compiere questa missione è naturalmente la sua piena adesione a Cristo (lett. pag. 27). Quando viene predicata la Parola di Dio è Cristo che parla alla sua Chiesa; quando vengono celebrati i sacramenti, è Cristo che opera la salvezza per la sua Chiesa. (il presbitero) deve operare come sacramento di Gesù, come segno efficace della sua presenza e della sua azione (lett. pag. 29). Da qui la necessaria comunione fra tutti i presbiteri e l obbiettivo della loro santità nella consapevolezza di portare un tesoro di cui non sono proprietari. Nella comunità cristiana, però, tutti diventano membra insostituibili di un corpo che deve dire Cristo al mondo e deve dare al mondo la forma di Cristo. In questo corpo, sono i laici che intercettano le strutture essenziali dell esistenza del mondo: il potere (nell impegno politico), il denaro (nella vita economica), la sessualità (nella vita familiare) e così via e che debbono essere però trasformate secondo dell amore che viene da Dio, la logica del vangelo lett. pag. 37). Consacrati, preti, laici hanno bisogno gli uni degli altri per comprendere e vivere il senso della loro vocazione. Dove esistono rapporti intensi di comunione, la vocazione di ciascuno riflette in se stessa qualcosa della bellezza delle altre vocazioni. L edificazione della comunità è compito di tutti i battezzati. Non ci sono limiti alla creatività dello Spirito nel suscitare doni e servizi; l unico criterio è il bene della comunità (lett. pag. 41) Terzo capitolo: Diventare una cosa sola La legge fondamentale della vita della Chiesa in tutte le sue realizzazioni è quella della comunione; e la comunione ecclesiale ha il suo modello e la sua forma originaria nella Trinità Proprio perché crediamo in un Dio uno e trino, l ideale della nostra vita non è l uniformità (come se esistesse un unica forma normativa di esistenza da replicare) ma non è nemmeno la pluralità dispersa (come se diverse forme di esistenza potessero svilupparsi una senza l altra o una contro l altra). Il nostro ideale è la pluralità unita nell amore: un corpo solo e molte membra, un unica famiglia umana in molte culture, lingue, esperienze, persone (lett. pag. 45). Dunque un unica Chiesa articolata in diversi livelli che insieme contribuiscono a formare la Chiesa varia nella molteplicità dei doni, unica nel vincolo della carità e della fede. È nella sinodalità, stile della comunione nella chiesa, che si può trovare il discernimento comunitario e cioè la ricerca insieme della volontà di Dio attraverso l analisi della vita comunitaria cristiana e l individuazione delle scelte necessarie. Perciò occorre valorizzare tutti gli organismi di partecipazione. L dea di una piramide del potere in cui al vertice stanno i primi viene non solo capovolta di modo che chi ha una qualche autorità, quale che essa sia, può intenderla e viverla solo come responsabilità nei confronti degli altri se nelle nostre comunità ci sono tensioni e liti, vuol dire che non abbiamo messo al centro, i deboli, ma i forti; non ci stiamo occupando dei piccoli, ma dei nostri interessi che riteniamo grandi (lett. pag. 55) chi impara ad essere attento agli altri diventa lui stesso più umano, più ricco di sensibilità ed edifica, in questo modo, la comunità cristiana (lett. pag. 59). Si tratta di apprendere con pazienza un nuovo stile di rapporti e una nuova modalità di confronto per giungere alla formulazione di scelte pastorali; si tratta di imparare ad ascoltarci gli uni gli altri. A spingerci e sostenerci deve essere la convinzione che il Signore risorto rimane presente sempre nella sua Chiesa e che non fa mancare il dono dello Spirito, anzi lo dona senza misura. Bisogna, però, che da parte nostra ci sia una disponibilità reale a lasciarci illuminare e condurre (lett. pag. 63). Riflettendo sui suggerimenti che il Vescovo scrive nella lettera, il Consiglio Pastorale nella riunione del 27 luglio ha individuato queste priorità di impegno nella nostra comunità per il prossimo anno pastorale: Maggior attenzione agli ammalati, curando il coordinamento per l assistenza spirituale e aumentando i ministri per portare l Eucaristia (per la domenica). Per meglio curare la liturgia istituire il ministero dei lettori (e cantori) con un adeguato cammino di formazione. Proporre un cammino di formazione per coppie di giovani sposi: aiutarli a fare un percorso spirituale e di fraternità. Riflettere sul volontariato al fine di aumentare il buon gruppo di volontari che già lavorano in parrocchia, ma anche di interiorizzare quello stile che il Vescovo suggerisce per essere costruttori della comunità e testimoni del Vangelo. 5

6 parrocchia La parola di Dio è sorgente inesauribile di vita Chi è capace di comprendere, Signore, tutta la ricchezza di una sola delle tue parole? E molto più ciò che ci sfugge di quanto riusciamo a comprendere. Siamo proprio come gli assetati che bevono ad una fonte. La tua parola offre molti aspetti diversi, come numerose sono le prospettive di coloro che la studiano. Il Signore ha colorato la sua parola di bellezze svariate, perché coloro che la scrutano possano contemplare ciò che preferiscono. Ha nascosto nella sua parola tutti i tesori, perché ciascuno di noi trovi una ricchezza in ciò che contempla. La sua parola è un albero di vita che, da ogni parte, ti porge dei frutti benedetti. Essa è come quella roccia aperta nel deserto, che divenne per ogni uomo, da ogni Viaggiatori per fede Un vascello che ha come meta la pa tria perduta, riconquistata attraver so un lungo viaggio di ritorno. Un uomo che marcia col suo clan verso una terra ignota, ma promessa con un giura mento divino. Ecco, secondo il celebre sag gio Mìmesis, pubblicato nel 1946 dal criti co e filologo berlinese Erich Auerbach, i due archetipi della letteratura e della stessa cultura occidentale. Da una parte c è Ulisse che intraprende il nóstos, ossia il cammino di ritorno verso l indimenticata Itaca, dan do origine a quel capolavoro poetico e no stalgico che è l Odissea. D altra parte si le va Abramo che s avvia lungo le piste del deserto che dalla Ur mesopotamica condu cono fino a Hebron nella terra di Canaan, regione a lui sconosciuta. Un itinerario che si trasforma in pellegrinaggio perché all ori gine c è un appello divino: Vattene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre verso la terra che io ti indicherò! (Genesi 12,1). E per fede Abramo, chia mato da Dio, obbedì partendo per un luo go che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava (Ebrei 11,8). Un viaggio nel passato per Ulisse, un cammino verso il futuro per Abramo: due modi per rappresentare la storia come ricerca di una mitica età dell oro perduta oppure come tensione escatologica verso una salvezza promessa. Sempre, però, come movimento. Il cammino, che è alla base della stessa esistenza umana (l homo viator), diventa una parabola per cui non si procede mai solo spazialmente, ma anche esistenzial mente. Lo sapeva bene la tradizione orien tale che descriveva tre diversi modi di muo versi. C è chi viaggia coi piedi e sono i mer canti. C è chi cammina con gli occhi ed è il sapiente (dovrebbe essere il vero turi smo...). E, infine, c è chi avanza col cuo re, pur spostandosi coi piedi e con gli occhi aperti, ed è il pellegrino, che cerca il mistero in ogni creatura e nei luoghi santi. Sì, perché le epifanie divine non sono so lo da cercare nella rivelazione, nella co scienza, negli eventi, ma si manifestano an che parte, una bevanda spirituale. Essi mangiarono, dice l Apostolo, un cibo spirituale e bevvero una bevanda spirituale (cfr. 1 Cor 10, 2). Colui al quale tocca una di queste ricchezze non creda che non vi sia altro nella parola di Dio oltre ciò che egli ha trovato. Si renda conto piuttosto che egli non è stato capace di scoprirvi se non una sola cosa fra molte altre. Dopo essersi arricchito della parola, non creda che questa venga da ciò impoverita. Incapace di esaurirne la ricchezza, renda grazie per la immensità di essa. Rallegrati perché sei stato saziato, ma non rattristarti per il fatto che la ricchezza della parola ti superi. Colui che ha sete è lieto di bere, ma non si rattrista perché non riesce a prosciugare la fonte. E` meglio che la fonte soddisfi la tua sete, piuttosto che la sete esaurisca la fonte. Se la tua sete è spenta senza che la fonte sia inaridita, potrai bervi di nuovo ogni volta che ne avrai bisogno. Se invece saziandoti seccassi la sorgente, la tua vittoria sarebbe la tua sciagura. Ringrazia per quanto hai ricevuto e non mormorare per ciò che resta inutilizzato. Quello che hai preso o portato via è cosa tua, ma quello che resta è ancora tua eredità. Ciò che non hai potuto ricevere subito a causa della tua debolezza, ricevilo in altri momenti con la tua perseveranza. Non avere l impudenza di voler prendere in un sol colpo ciò che non può essere prelevato se non a più riprese, e non allontanarti da ciò che potresti ricevere solo un po alla volta. Efrem il Siro nello spazio sacro dei santuari. Il primo centro di ordinamento del cosmo - come ha insegnato lo studioso delle religioni Mircea Eliade - è il perimetro del tempio ove l uomo depone le spoglie del profano e del quotidiano e incrocia terra e ciclo, im manenza e trascendenza, umano e divino. Verso questi centri si stende una rete di itinerari che avvolgono tutto il nostro glo bo e su questi percorsi avanzano i musul mani che pellegrinano alla Mecca, gli hindù che si recano ai fiumi sacri o ai loro templi, gli ebrei che hanno il cuore rivolto a Gerusalemme, i cristiani che accorrono a Roma o nei santuari mariani e dei martiri. Ma anche un popolo secolarizzato com è quello della modernità ha le sue migrazio ni, come pure i suoi viaggi di piacere. E nell ultima sera della sua vita terrena, prima di ritornare al Padre, Gesù Cristo aveva dichiarato: lo sono la via, la verità e la vita (Giovanni 14,6). Gianfranco Ravasi (in luoghi dell infinito n.142 luglio-agosto 2010) 6

7 Dalla alla umiliata umile Pianta dei cippi, metti paletti indicatori, ricorda il sentiero, la via che hai percorso (Geremia 31,21) Cosa avrebbero detto i padri del Concilio Vaticano II se lo scandalo della pedofilia, di cui oggi la Chiesa soffre, fosse scoppiato al tempo del loro incontrarsi nella basilica di San Pietro? Pur vivendo allora la Chiesa un tempo felice, nel quale stava godendo, anche grazie al concilio in atto, di notevole considerazione e stima nel mondo, essi avevano chiara consapevolezza di non poter parlare di santità della Chiesa ignorando il peccato e i suoi drammi. Scrivevano, infatti, in Lumen Gentium 8: Mentre Cristo, «santo, innocente, immacolato» (Eb 7,26), non conobbe il peccato (cfr. 2 Cor 5,21) e venne solo allo scopo di espiare i peccati del popolo (cfr. Eb 2,17), la Chiesa, che comprende nel suo seno peccatori ed è perciò santa e insieme sempre bisognosa di purificazione, avanza continuamente per il cammino della penitenza e del rinnovamento. Il problema della necessità della penitenza e del rinnovamento, però, non interessa esclusivamente la vita interna della comunità cristiana, coinvolge bensì il suo rapporto con la società civile e con il mondo. Se la Chiesa, come dichiara il famoso incipit della Gaudium et Spes, è realmente e intimamente solidale con il genere umano e con la sua storia nel condividere le gioie e le speranze, lo è anche nel viverne insieme le tristezze e le angosce, compresa la tristezza e l angoscia più pesante di tutte, quella dell esperienza del peccato e della vergogna. Rileggendo oggi i testi conciliari, nella triste situazione che si è creata, è facile percepire l importanza di quella consapevolezza di fede che ci impedisce di collocarci sul piedestallo nei confronti del mondo. La Gaudium et Spes al numero 40 dichiara con chiarezza, a nome di tutta la chiesa, che essa cammina insieme con l umanità tutta e sperimenta assieme al mondo la medesima sorte terrena. Il numero 43, quindi, raccoglie molte osservazioni che sono di grande attualità. La chiesa del concilio riconosce quanto distanti siano tra loro il messaggio ch essa reca e l umana debolezza di coloro cui è affidato il Vangelo. Di fronte, quindi, al giudizio del mondo, l unica preoccupazione seria dei padri conciliari sarebbe oggi, non quella di difendersi, ma quella di far sì che non ne abbia danno la diffusione del Vangelo. Più che dal peccato, che mai in questo mondo potrà essere del tutto eliminato, gran danno al vangelo viene dalla contraddizione fra le pretese della chiesa di essere, non solo per i credenti ma per il mondo intero, l unica interprete dei valori morali, da un lato, e la condotta immorale, che non manca di abitare anche al suo interno, dall altro. Anche per questo il concilio affermava che la Chiesa ha bisogno di continuamente maturare, imparando dall esperienza di secoli, nel modo di realizzare i suoi rapporti col mondo, senza misconoscere che molto giovamento le è venuto e le può venire perfino dall opposizione di quanti la avversano o la perseguitano (Gaudium et Spes 44). La lezione che in questo momento sembra di dover apprendere è quella, non certo di derogare ad alcuno dei doveri della propria missione, ma sì di concentrarsi nella semplice ed essenziale proposta della fede in Gesù. Ma soprattutto la lezione da apprendere è quella dell umiltà, che ci permetta di dialogare con gli uomini di ogni diversa visione del mondo, sempre proponendo e mai imponendo e rinunciando alla ricerca di qualsiasi posizione di potere, sia pure nell intento di far prevalere il bene sul male. A questo proposito non va dimenticato il monito di Gaudium et Spes 42: La forza che la Chiesa riesce a immettere nella società umana contemporanea consiste in quella fede e carità effettivamente vissute, e non in una qualche sovranità esteriore esercitata con mezzi puramente umani. Severino Dianich 7

8 parrocchia Volontariato: risorsa insostituibile della comunità Volontariato: parola solenne e fascinosa che corre il pericolo di accendere immagini su gesti di solidarietà eccezionali alla portata di pochi eroi. Al contrario il volontariato è il dovere quotidiano di tutti coloro che si sentono custodi dei propri fratelli (Gen 4,9), di coloro che aprono gli occhi (e vedono) le necessità e le sofferenze delle persone (Sir 4,4-10), di coloro che, come il Samaritano del vangelo, si mettono in gioco senza scuse (Lc 10,25-37). Esiste una coalizione di partiti dura a morire (ma che va estinta!) e che rappresenta la zavorra di ogni comunità. Il partito dei lamentosi: guardano tutto e sanno solo criticare, demolire e lamentarsi; c è il partito dei grandi consiglieri: hanno consigli per tutti, dal Papa al Presidente degli Stati Uniti, all ultimo venditore di gelati; il partito dei finti filosofi: ragionano con le categorie mentali dei SE (se i preti se il sindaco se gli industriali ) dei MA (ad ogni iniziativa o notizia positiva il commento è: sì, ma però ) e del condizionale (ci vorrebbe sarebbe bello ); infine il partito dei pettegoli (non ha bisogno di esempi). Questa coalizione (purtroppo molto diffusa sia nella chiesa che nella società) non deve assolutamente offuscare o rallentare la volontà di servire che è innata in tanti cristiani. Il volontariato è la forza vitale di ogni comunità; è impensabile che una parrocchia viva senza volontari; anzi possiamo affermare con certezza che se le nostre parrocchie vivono è perché molte persone vi operano gratuitamente. Il volontario è la persona che si mette in gioco, con i talenti ricevuti e scoperti, in base alle necessità della comunità in cui vive e prega con le parole della liturgia: donaci occhi per vedere le necessità e le sofferenze dei fratelli; infondi in noi la luce della tua parola per confortare gli affaticati e gli oppressi; fa che ci impegniamo lealmente a l servizio dei poveri e dei sofferenti (preghiera eucaristica VC). La scelta di servizio è fatta con competenza (che si impara facendo) e con passione (che cresce con la formazione). Lo stile del servizio accompagna tutta la vita, il campo del servizio è sempre a tempo determinato. Quanto è richiesta l azione dei Verbi e parole con «Il Cuore» dentro Ac-COR-darsi: mettersi d accordo, conciliarsi, far coincidere, armonizzarsi. Con-COR-dia: conformità profonda di sentimenti, idee e propositi tra due o più persone. COR-aggio: forza che viene dal cuore nell intraprendere imprese difficili, nel sopportare con serenità dolori e sacrifici. COR-dialità: accoglienza affabile che nasce dal cuore. COR-doglio: provare dentro di sè dolore per il dolore altrui. Miseri-COR-dia: donare il proprio cuore ai più miseri. Ri-COR-darsi: richiamare qualcuno alla memoria del cuore. Rin-CUOR-are: dare animo, consolare, rasserenare, rassicurare. In-COR-aggiare: infondere nuovo coraggio, animare, sostenere. volontari in una parrocchia? Non c è limite! Pensiamo ai ragazzi: hanno bisogno di accompagnatori per tutte le espressione della loro vita; pensiamo agli adolescenti: sempre criticati e abbandonati a se stessi (non esistono accompagnatori per loro!); pensiamo alle esigenze tecniche degli ambienti parrocchiali (manutenzioni, pulizie, gestione bar, impianti sportivi, amministrazione ); pensiamo alla liturgia: il Vescovo nella lettera pastorale suggerisce tante attenzioni nuove per quanto riguarda la liturgia. Abbiamo tutti goduto una serata indimenticabile sabato 24 luglio all oratorio assistendo al musical Sette spose per sette fratelli messo in scena dai nostri adolescenti e giovani. Ebbene ciò è stato possibile per l impegno di don Gigi e dei giovani, ma anche per il grande lavoro degli adulti a preparare la scenografia, i costumi e la parte tecnica. Rimane il dilemma: sono stati i giovani a coinvolgere gli adulti o gli adulti a invogliare i giovani? A voi la risposta! Si dovrebbe pensare più a far bene che a stare bene: e così si finirebbe anche a star meglio scriveva Alessandro Manzoni. E Madre Teresa di Calcutta esortava sempre le sue suore con queste parole: non importa le cose che fai, ma quanto amore metti in ciò che fai! Una cosa è certa: se il mondo degli adulti si impegnasse in servizi volontari, vissuti con gioia, gratuità e convinzione, cambierebbero la vita delle nostre comunità, mostrerebbero valori affascinanti e imitabili ai ragazzi e ai giovani, aumenterebbero l ottimismo nelle persone creerebbero un interessante circolo vituoso. Dunque, cari rovatesi, non ci resta che rimboccarci le maniche. don Gian Mario 8

9 Zona Pastorale VI S. Carlo - Franciacorta Itinerari di fede per fidanzati CALENDARIO ANNO Ogni grande conquista nella vita richiede preparazione e strumenti adeguati. Il sacramento del matrimonio, con le sue caratteristiche di unicità, fedeltà e indissolubilità, richiede gli strumenti dell Eucaristia domenicale e della Confessione periodica per portare, sempre freschi, i frutti dell amore, della comunione e del servizio. 1 Domenica ore Oratorio S.Giovanni Bosco - via S.Orsola 7, ROVATO da domenica 3 ottobre a domenica 5 dicembre 2010 iscrizioni: dal prevosto don Gian Mario tel Giovedì e lunedì ore Oratorio S.Domenico Savio - p.zza Vittorio Veneto, ERBUSCO da lunedì 25 ottobre a giovedì 2 dicembre 2010 iscrizioni: dal parroco don Luigi tel Giovedì e lunedì ore Oratorio Focolare - via Tonelli 20, COCCAGLIO da lunedì 10 gennaio a giovedì 3 febbraio 2011 (ritiro Domenica 6 febbraio) iscrizioni: presso l ufficio parrocchiale (sacrestia) negli orari di apertura della chiesa tel Domenica ore Oratorio femminile - via Castello 8, COLOGNE da domenica 16 gennaio a domenica 20 marzo 2011 iscrizioni: dal parroco don Agostino tel Sabato ore Oratorio S.Giovanni Bosco - via Emanuele III 12, BORNATO sabato marzo; aprile; 7-14 maggio 2011 (ritiro Domenica 22 maggio) iscrizioni orario ufficio, : dal parroco don Andrea tel Sabato ore Frati Servi di Maria (via Monte Orfano, 9) venti incontri a scadenza quindicinale con inizio sabato 2 ottobre Le schede di iscrizione sono disponibili nella portineria del Convento. Referente Padre Sebastiano Convento dell Annunciata in Rovato tel Alcuni suggerimenti ai fidanzati: u È cosa molto buona partecipare all itinerario prima di decidere la data delle nozze (che senso ha sposarsi in Chiesa se non si partecipa alla messa tutte le domeniche?). u Sposarsi in Chiesa è una scelta di fede: è cosa bella che i fidanzati si preparino spiritualmente facendosi aiutare dal sacerdote che benedirà il loro matrimonio. u È buona cosa che alla vigilia del matrimonio i fidanzati ritaglino qualche ora per un ritiro spirituale (preghiera, preparazione della liturgia del matrimonio, Confessione ). u Il Sacramento chiede essenzialità: per la celebrazione evitare sfarzi di addobbi, fotografi, cantanti ( quelle cose che non hanno niente o poco a che fare con il Sacramento, ma che vanno bene altrove). u È consigliabile che il dialogo spirituale con il sacerdote continui anche negli anni successivi. 9

10 parrocchia Santo Stefano Festa dell Incoronazione Lunedì 20 settembre celebriamo l anniversario dell incoronazione della Madonna di S.Stefano. La solennità vuol ricordare il miracolo attribuito alla Madonna che ha salvato Rovato da una probabile (o quasi certa) distruzione negli ultimi giorni della guerra. La devozione alla Madonna di Santo Stefano è legata a questo evento e i rovatesi devono ricordare con riconoscenza. Il programma della celebrazione: ore 7.00 S. Messa ore S. Rosario ore S. Messa (prefestiva). ore S. Messa (in Parrocchia si celebra solo alle 8.30). Sagra di Santo Stefano Da lunedì 15 a venerdì 19 novembre Ore Recita del Rosario. Ore S. Messa. (è sospesa la Messa del pomeriggio in parrocchia e del giovedì a Caporovato). Domenica 21 novembre Ore S. Messa (con la Corale). A seguire concerto della Banda e rinfresco. Lunedì 22 novembre: FESTA S. Messe: ore Ore S. Messa per gli ammalati e gli anziani * Ore Canto del vespro. Ore e Benedizione dei bambini. Ore S. Messa delle Associazioni. Ore S. Messa conclusiva. (in parrocchia si celebra solo alle ore 8.30). * Rovato soccorso, gli Amici della Casa di Riposo e gli Alpini si prestano (come sempre con generosità encomiabile) a trasportare gli anziani e ammalati che desiderano partecipare telefonicamente e prendere accordi per il trasporto. La preghiera del ROSARIO Giovanni Paolo II, proponendo il rosario rinnovato, ha invitato tutti a riscoprirne la bellezza «con gli occhi del cuore» di Maria: «Riprendete con fiducia tra le mani la corona del rosario». Il rosario è una preghiera semplice, mai ripetitiva e noiosa, perché ci fa partecipare attivamente con Maria alla contemplazione dei misteri della vita di Gesù. La meditazione dei misteri dell infanzia, della vita pubblica e della passione, morte e risurrezione di Gesù, in compagnia della Madre sua, ci fa scoprire anche il valore della nostra stessa vita. Misteri della gioia (lunedì e sabato) 1 L angelo porta l annuncio a Maria 2 Maria visita la cugina Elisabetta 3 Gesù nasce a Betlemme 4 Gesù è presentato al Tempio 5 Gesù è ritrovato nel Tempio Misteri della luce (giovedì) 1 Gesù è battezzato nel Giordano 2 Gesù si rivela alle nozze di Cana 3 Gesù annuncia il regno di Dio 4 Gesù si trasfigura sul Tabor 5 Gesù istituisce l Eucaristia Misteri del dolore (martedì e venerdì) 1 Gesù agonizza nell orto degli ulivi 2 Gesù è flagellato 3 Gesù è coronato di spine 4 Gesù porta la croce al Calvario 5 Gesù muore sulla croce Misteri della gloria (mercoledì e domenica) 1 Gesù risorge da morte 2 Gesù ascende al cielo 3 Lo Spirito Santo discende sugli Apostoli 4 Maria è assunta in cielo 5 Maria è incoronata Regina 10

11 Festa per gli anniversari di matrimonio Continua la simpatica tradizionale festa per gli anniversari di matrimonio. L iniziativa mira a manifestare quanto la comunità è vicina alla famiglia e nello stesso tempo vuole ricordare ad ogni coppia di sposi che è molto importante celebrare in famiglia il giorno anniversario del matrimonio. Domenica 10 ottobre sono invitate tutte le coppie che celebrano i seguenti anniversari di matrimonio: 5º - 15º - 25º - 40º - 50º - 60º ed oltre. La festa inizia con la Santa Messa delle ore e si conclude con un piacevole e familiare rinfresco all oratorio. E se alcune coppie desiderano festeggiare in questa occasione, il loro anniversario, che però non rientra in quelli proposti, si iscrivino e sarà più festa!! Permane il problema degli indirizzi per mandare l invito personale; ci è impossibile arrivare a tutti: ci affidiamo al passaparola. Chi ha piacere a vivere la festa avvisi per telefono: Prevosto: Marilena: Monica: In sacrestia entro martedì 5 ottobre Il Consiglio parrocchiale dell Azione Cattolica ha presentato al Consiglio Pastorale di fine luglio le date delle sue principali iniziative per l anno Non sono state fatte osservazioni particolari e pertanto le date sono, in linea di massima confermate. Mercoledì 8 dicembre: giornata dell Adesione all Azione Cattolica con incontro e pranzo con i genitori dei ragazzi dell ACR. Domenica 19 dicembre: ritiro spirituale di preparazione per l Avvento. Domenica 10 aprile: ritiro spirituale di preparazione per la Pasqua. Fine gennaio 2011: iniziativa di riflessione per tutta la cittadinanza in raccordo con il Mese della Pace, la Giornata della Memoria (dell Olocausto) e la settimana dell Oratorio, con presentazione del XI ciclo di incontri Cristiani nella Città , 24, 31 marzo e 7 aprile: ciclo di incontri Cristiani nella Città. A fronte della scarsa attenzione ad un momento liturgico essenziale che è la Pentecoste, memoria del dono dello Spirito, l AC intende provare a proporre una Veglia di Preghiera a carattere zonale in accordo con il Consiglio Pastorale. Frati Servi di Maria CONVENTO DELL ANNUNCIATA L ARTE DI VIVERE Percorsi antropologici sulla dinamica dei sentimenti AMORE E ODIO Lunedì 20 settembre: Amore, mito impossibile (rel. Umberto Curi) Lunedì 27 settembre: Amore e odio: due modi di perdere la testa (rel. Eugenio Borgna) Lunedì 4 ottobre: Percorsi (nascosti) di amorosa distruttività quotidiana (rel. Gabriella Mariotti) Lunedì 11 ottobre: L amore frainteso (rel. Roberto Mancini) Lunedì 18 ottobre: L elogio del conflitto (rel. Fabio Corazzina) Lunedì 25 ottobre: Il paradosso cristiano: odiare il padre e amare il nemico (rel. Carmine Di Sante). 100 anni felicemente insieme Il 30 luglio la nostra cara zia Adele ha raggiunto una preziosa tappa: 100 anni! La ricordiamo con tanto affetto e riconoscenza perché insieme alla Tina e alla Rina, la loro casa è per tutti noi un punto di riferimento. Accoglienza, dialogo e cordialità fanno di loro delle persone speciali per le nuove e vecchie generazioni. Ancora tanti auguri zia Adele! I tuoi fans 11

12 parrocchia Da sacerdote e da cristiano sento molto il desiderio di richiamare alla mia mente e alla mente di chi si trova a vivere un funerale alcune idee per ricordarmi e ricordare che, anche se non è un sacramento, il funerale è un momento molto importante in cui da cristiani, in Cristo, noi salutiamo e accompagniamo un fratello o una sorella defunta e una famiglia che piange la scomparsa di persona cara! Appunto perché è un momento così alto, unico e delicato esso va curato e mai improvvisato (come sacerdote sento molto questa responsabilità e inadeguatezza soprattutto quando si deve accompagnare persone che non si conoscono personalmente). Sento però anche la forza e la grazia del ministero sacerdotale che mi porta prima che a dire belle parole, ad esse- Il funerale religioso in Chiesa re testimone di quel Cristo Morto e Risorto a cui affidiamo i nostri defunti! Essi non sono persi o ingoiati nel nulla della morte, ma affidati alla misericordia e all amore grande del Buon Pastore che è morto e Risorto per noi tutti. Dall altre parte però il funerale, come ci ricorda la liturgia è un momento sobrio che non può essere banalizzato o ridotto a momento intimistico dove si può dire e fare tutto in nome di quel legame che c era in vita! Per sottolineare quei legami d affetto particolari che ci legano ai nostri cari che muoiono si potrebbe trovare altri spazi e luoghi diversi dal rito delle Esequie (sarebbe bello ricordarsi del defunto non solo al momento funerale in chiesa o al cimitero! Perché non ritrovarsi poi in date significative come al compleanno, nell anniversario della morte, nella data del matrimonio ecc come famiglia, amici e conoscenti, magari anche nel fare una preghiera assieme, una visita al cimitero?). Oggi c è molta confusione e si mescola molto sacro e profano, si pensa che nel funerale più si fa e più si dice e meglio sia!!! Per questo riporto qui il capitolo del direttorio del Vescovo di Brescia che ci ricorda il valore delle esequie cristiane, il modo in cui vanno celebrate, il perché si fanno certe cose e il perché no di altre!! Spero che possa essere una lettura utile per tutti anche per capire il perché a volte i sacerdoti agiscono in determinati modi, occasione anche per chiedere a noi sacerdoti di essere più fedeli a quanto predichiamo e diciamo. don Roberto IL RITO DELLE ESEQUIE 210. «La liturgia cristiana dei funerali è una celebrazione del mistero pasquale di Cristo Signore. Nelle Esequie la Chiesa prega perché i suoi figli, incorporati per il Battesimo a Cristo morto e risorto, passino con lui dalla morte alla vita. È per questo che la Chiesa, madre pietosa, offre per i defunti il Sacrificio eucaristico, memoriale della Pasqua di Cristo, innalza preghiere e compie suffragi; e poiché tutti i fedeli sono uniti in Cristo, tutti ne risentano vantaggio: aiuto spirituale i defunti, consolazione e speranza quanti ne piangono la scomparsa» (Rituale Romano, Rito delle Esequie (1974), RE Introduzione 1). INDICAZIONI GENERALI 211. Un posto di rilievo assume la veglia di preghiera nella casa del defunto. Qualora il sacerdote non possa essere presente si deputino laici che, attraverso appositi sussidi, animino la veglia. Essa non sia mai tralasciata: è un momento forte di comunione e di evangelizzazione (cfr. RE, introduzione 3.19) L Ordinario diocesano può concedere il permesso di celebrare le Esequie anche di un piccolo, morto prima che i genitori potessero battezzarlo, com era loro intenzione (cfr. CIC, can ); come pure di un battezzato non cattolico, qualora manchi il proprio ministro e non consti la sua volontà contraria (cfr. CIC, can ) Sarà necessaria un opera di saggia persuasione perché i familiari evitino spese eccessive per le onoranze funebri. Si potranno suggerire autentici gesti di solidarietà a vantaggio di necessità reali e bisogni presenti Quand anche gli accordi vengano presi tramite organizzazioni apposite, il pastore non trascurerà mai il contatto personale con i familiari del defunto Per la celebrazione delle Esequie di una persona proveniente da altra parrocchia, è necessario avvisare il parroco della parrocchia di provenienza e informarsi del defunto. PER LA CELEBRAZIONE 216. La liturgia funebre è espressione della comunione dei santi, perciò la celebrazione sia sostenuta dalla luce della fede cristiana La celebrazione completa delle Esequie si struttura attorno a questi elementi: preghiera nella casa del defunto, processione alla chiesa, celebrazione eucaristica in chiesa, ultima raccomandazione e commiato, processione al cimitero, preghiere al sepolcro (cfr. RE, Introduzione 3) Particolare attenzione va riservata alle orazioni, ai testi biblici e alle monizioni nella loro vasta possibilità di scelta (cfr. RE, Introduzione 11-13), tenendo presente che la Messa esequiale non può essere celebrata nel Triduo sacro, nelle solennità di precetto, nelle Domeniche di Avvento, di Quaresima e di Pasqua (cfr. RE, Introduzione 6). 12

13 219. Nella celebrazione si curi particolarmente l omelia, la quale non deve avere il carattere di elogio funebre, ma deve essere un aiuto alla comprensione e un approfondimento del mistero della morte alla luce del Signore Gesù crocifisso e risorto. I testi biblici in tal senso offrono ampie prospettive. È sempre possibile, e la domenica vincolante, utilizzare le letture bibliche della liturgia del giorno Nella Messa esequiale non si tralasci mai la preghiera dei fedeli (che sia preparata e sia preghiera) e si richiami il valore della Comunione eucaristica durante la Messa (cfr. RE ) Prima della celebrazione occorre manifestare con molta fermezza l assoluta inopportunità, nel rito liturgico, dei vari interventi commemorativi, i quali possono invece trovare migliore collocazione presso il cimitero Attenzione particolare va riservata anche ai segni: la collocazione del defunto rivolto verso l altare (ma, se ministro ordinato, rivolto verso l assemblea); il testo dell Evangelo o della Bibbia sul feretro, la presenza del cero pasquale (cfr. RE 59) L abbondante proposta che il Rituale offre circa la preghiera dei Salmi, soprattutto nel contesto delle due processioni (dalla casa alla chiesa; dalla chiesa al cimitero), permette una scelta di testi adatti alle varie circostanze (cfr. RE, Introduzione 24). Nella casa del defunto e durante il funerale vi sia l invito alla preghiera comune. Durante il trasporto della salma in chiesa si inviti alla partecipazione orante attraverso la forma litanica. Andando al cimitero si preghi con il S. Rosario o con altre forme di supplica (cfr. RE ), e al camposanto la celebrazione sia sobria, come dal Rituale, senza ulteriori aggiunte da parte del celebrante. CELEBRAZIONE DEL RITO DELLE ESEQUIE SEGUITO O PRECEDUTO DALLA CREMAZIONE 224. Il Rito delle Esequie (1974), recependo quanto è stabilito dall Istruzione della Sacra Congregazione del Sant Uffizio De cadaverum crematione dell 8 maggio 1963, afferma al n. 15 dell Introduzione: «A coloro che avessero scelto la cremazione del loro cadavere si può concedere il rito delle Esequie cristiane, a meno che la loro scelta non risulti dettata da motivazioni contrarie alla dottrina cristiana. Le Esequie siano celebrate secondo il tipo in uso nella regione, in modo che non ne resti offuscata la preferenza della Chiesa per la sepoltura dei corpi, come il Signore stesso volle essere sepolto» Il primo problema pastorale che emerge è il rapporto tra la celebrazione dell Eucaristia e la cremazione. La Presidenza CEI ha deciso con voto unanime che in linea di principio le Esequie precedano la cremazione. Ne consegue che nella prassi ordinaria l Eucaristia viene celebrata prima della cremazione, presente la salma Alcune volte si pone però il problema della richiesta di funerale religioso dopo la cremazione. Tale eventualità si verifica normalmente solo per motivi pratici nel caso di decesso all estero. La richiesta da parte dei fedeli di celebrare la Messa esequiale, anche quando si è compiuta la cremazione o arrivano dall estero le urne cinerarie di emigrati che intendono trovare riposo nella terra di origine, non può essere negata, ben consci che la S. Messa resta il cuore di tutto il rito Il Rito delle Esequie ricorda anche che «i riti previsti nella cappella del cimitero o presso la tomba si possono fare nella stessa sala crematoria, cercando di evitare con la debita prudenza ogni pericolo di scandalo o di indifferentismo religioso» (RE, Introduzione 15). CELEBRAZIONE DELLE ESEQUIE IN SITUAZIONI MATRIMONIALI IRREGOLARI 228. Come principio generale vale quanto è detto nei praenotanda al Rito delle Esequie: «Nel predisporre e nell ordinare la celebrazione delle Esequie, i sacerdoti tengano conto non solo della persona del defunto e delle circostanze della sua morte, ma anche del dolore dei familiari, senza dimenticare il dovere di sostenerli, con delicata carità, nelle necessità della loro vita di cristiani. I sacerdoti sono ministri del Vangelo di Cristo, e lo sono per tutti» (RE, Introduzione 18) Più specificamente sul problema delle Esequie di chi si trova in situazione matrimoniale irregolare ci si attenga a quanto indicato nel Direttorio di Pastorale familiare per la Chiesa italiana (1993) al n. 234: «Poiché il senso del funerale cristiano consiste propriamente nel ringraziare il Signore per il dono del Battesimo concesso al defunto, nell implorazione della misericordia di Dio su di lui, nella professione di fede nella risurrezione e nella vita eterna, nell invocazione per tutti, e in particolare per i familiari, della consolazione e della speranza cristiane, la celebrazione del rito delle Esequie non è vietata per questi fedeli, purché non ci sia stata una loro esplicita opposizione». CELEBRAZIONE DELLE ESEQUIE IN CASO DI SUICIDIO 230. Per la celebrazione delle Esequie dei cristiani suicidi: riconoscendo che in questi casi è diffi cile escludere il turbamento mentale del soggetto, di norma si proceda alle Esequie complete, a meno che la persona suicida, prima della morte, abbia fatto percepire in forma manifesta, o con le parole o con gli scritti, di non volere le Esequie cristiane Nella circostanza dei funerali dei suicidi il buon senso sconsiglia con fermezza tutte quelle iniziative che potrebbero creare equivoci e non lasciare intuire la contrarietà della comunità cristiana al suicidio. In tal modo la fede nella misericordia di Dio è accompagnata dal senso del rispetto della sacralità ed inviolabilità della vita. (Dal Direttorio per la celebrazione e la pastorale dei Sacramenti della diocesi di Brescia) 13

14 iniziazione cristiana Iniziazione Cristiana: a che punto siamo del cammino? Abbiamo terminato il cammino del nuovo progetto di Iniziazione Cristiana dei fanciulli e dei Ragazzi (ICFR) che la Chiesa bresciana ha deciso per tutte le comunità. Riproponiamo comunque una sintesi del cammino al fine di aiutare ciascuno a comprendere la bellezza del progetto e contribuire alla sua migliore realizzazione. Avere il progetto significa avere una guida sicura. Il progetto di ICFR ha come scopo ultimo di formare e crescere la mentalità di fede, che nasce dall incontro con Cristo e rende la persona capace di leggere evangelicamente le sfide del nostro tempo e di offrire, con motivazioni e con l esempio, risposte cristiane ai bisogni dell uomo moderno. Il progetto educa a vivere la Chiesa e ad essere partecipi e corresponsabili nel costruire una comunità che crede, spera e ama. Due sono i cardini del progetto: - L anno dedicato ai genitori (il primo). Oggi è necessario per gli adulti rimotivare la propria fede ed è determinante collaborare per educare i ragazzi alla fede. - La ricezione dei sacramenti. Nell unica celebrazione i ragazzi ricevono prima il sacramento della Cresima e poi l Eucaristia. I ragazzi, infatti, non vanno a catechismo per fare la Cresima, ma per imparare a partecipare all Eucaristia nel giorno del Signore, che è la massima espressione della nostra fede cattolica. Non bisogna mai dimenticare che veniamo battezzati e cresimati in ordine all Eucaristia. Tale dato implica l impegno di favorire nella prassi pastorale una comprensione più unitaria del percorso di iniziazione cristiana. Il sacramento del Battesimo, con il quale siamo resi conformi a Cristo, incorporati nella Chiesa e resi figli di Dio, costituisce la porta di accesso a tutti i Sacramenti. La santissima Eucaristia porta a pienezza l iniziazione cristiana e si pone come centro e fine di tutta la vita sacramentale. Benedetto XVI nell Esortazione Apostolica Sacramentum caritatis (n.17): Atteggiamento richiesto: accompagnare! Educare alla fede i ragazzi nel contesto di emergenza significa non insegnare loro una dottrina, ma accompagnarli, camminare accanto ascoltando con attenzione le loro domande (e dare risposte); indicare loro il bene, il bello, il giusto; aiutarli a guardare e vedere le situazioni di vita valutandole con i criteri del Vangelo. Presentiamo, in breve, la proposta di ogni anno per cogliere il senso globale del progetto della chiesa bresciana di Iniziazione Cristiana dei Fanciulli e dei Ragazzi (ICFR). Gruppo BETLEMME Gli incontri del primo anno si pongono come obiettivo di offrire ai genitori l opportunità di riappropriarsi della fede da adulti e di sintonizzarsi sul cammino da proporre ai figli. Sono incontri obbligatori al fine di iscrivere i figli al cammino di IC. L obbligo non è dettato da questioni fiscali o cervellotiche ma dal dovere che abbiamo di educare, in perfetta sinergia e unità d intenti, alla fede della Chiesa cattolica. Bisogna che noi adulti evitiamo tassativamente le contraddizioni cioè che in casa i ragazzi ascoltino o vedano esattamente il contrario di ciò che è stato loro detto o richiesto in parrocchia. Nell educazione alla fede tale contraddizione, voluta o abituale, è un crimine educativo perché disorienta e deforma la coscienza del ragazzo. Gruppo NAZARET I fanciulli cominciano il cammino di Iniziazione alla vita Cristiana e la prima fase delicata è la formazione del gruppo. Questo è l anno della prima evangelizzazione: partendo dal presupposto che parecchi fanciulli, pur essendo stati battezzati, non sono stati educati alla fede cattolica, si tratta di fare il primo annuncio dl Vangelo con l intento di introdurre al desiderio, alla conoscenza e all accoglienza di Gesù, che ci fa conoscere e incontrare il mistero di Dio. L itinerario di quest anno ha come rito di passaggio il rinnovo, in forma solenne, delle promesse battesimali. Gruppo CAFARNAO Continua per i fanciulli il cammino di prima evangelizzazione, con un passo importante: conoscere Dio come Padre. Nell itinerario di quest anno, i fanciulli scoprono che Gesù è venuto a parlarci di Dio che è Padre buono, misericordioso e ci vuole riunire in una sola famiglia. Se tutti gli uomini volessero chiamare Dio Padre e pregarlo con la preghiera che Gesù ci ha insegnato Padre nostro l umanità sarebbe un unica famiglia! L itinerario ha come momento significativo la consegna della preghiera del Padre nostro e come rito di passaggio la celebrazione del sacramento della Riconciliazione. Gruppo GERUSALEMME Il gruppo si chiama con questo nome perché a Gerusalemme Cristo muore e risorge decretando la fine dell Antica Alleanza e l inizio della Nuova Alleanza. Infatti Gerusalemme era la città dei Re, Salomone vi costruì il tempio maestoso, vi portò l Arca dell alleanza e la rese la capitale religiosa dove confluiscono tutti i popoli per adorare Dio e celebrare le feste solenni. E la città della gioia e della letizia, dice il pro- 14

15 feta Isaia (35,10). S.Paolo la definisce la madre dei cristiani (Gal 4,26) la loro città (Fil 3,20). L itinerario di quest anno ha come obiettivo di far conoscere e sperimentare ai ragazzi la storia della salvezza tra promessa e compimento cioè percorrere la storia dalle origini (creazione del mondo) fino a Gesù Cristo rispondendo alle domande fondamentali: perché fu creato il mondo, perché esiste il male, I ragazzi sono aiutati a lavorare con il libro della Bibbia in mano, imparando anche le modalità di uso. L itinerario ha come rito di passaggio la domanda dei ragazzi (e dei loro genitori) di ammissione tra i candidati ai sacramenti della Cresima e dell Eucaristia. Gruppo EMMAUS Emmaus è il villaggio vicino a Gerusalemme dove erano diretti due discepoli, la sera di Pasqua e hanno riconosciuto Gesù mentre spezzava il pane. Il racconto si trova nel vangelo di Luca al cap. 24 (si raccomanda di meditarlo!). L itinerario di quest anno porterà i ragazzi a ricevere il sacramento della Cresima nella celebrazione in cui riceveranno anche la prima Eucaristia. Per loro è una tappa molto importante perché entrano a far parte attiva e responsabile della comunità parrocchiale e della Chiesa cattolica, che vive e cresce con l Eucaristia celebrata ogni domenica. Gruppi ANTIOCHIA - ROMA (due anni di mistagogia) Per i ragazzi che hanno appena ricevuto i sacramenti della Cresima e dell Eucaristia incomincia ora il tempo della mistagogia cioè il tempo in cui sono aiutati ad agire secondo i misteri (sacramenti) ricevuti, a vivere da cristiani trasformando la grazia dei sacramenti in uno stile di vita conforme a Cristo. E tutta la personalità (intelligenza, volontà, affettività, corporeità ) cha va cresciuta e maturata all insegna delle virtù teologali (fede, speranza, carità) e cardinali (prudenza, giustizia, fortezza, temperanza). Perché il nome Antiochia? Ad Antiochia per la prima volta i discepoli furono chiamati cristiani (Atti 11,26) Come pure da Antiochia parte la missione di Paolo, ormai diventato cristiano (Atti 13,2-3). Perché Roma? Perché a Roma c è la tomba degli apostoli Pietro e Paolo, la sede del Papa e il centro della cristianità. Ai genitori del gruppo Betlemme Un invito a vivere quest anno, per loro obbligatorio, con il desiderio e l onestà interiore di pensare insieme un corretto cammino di Iniziazione Cristiana dei figli. Coltiviamo un sogno sui nostri ragazzi: possano vivere egregiamente la loro vita di cristiani, di figli e di cittadini impegnandosi seriamente nel dovere e nel servizio! Sappiamo che i ragazzi, nei loro comportamenti e nelle loro scelte di vita sono lo specchio della concezione di vita di noi adulti. Di fatto quando accusiamo il mondo giovanile accusiamo noi stessi. Il giovane di oggi è il bimbo di ieri e il contesto sociale che si ritrova, glielo abbiamo costruito noi. Domanda cruciale: cosa abbiamo dato noi ieri a questi ragazzi di oggi? Decidiamo di non riempirli di cose, di non parcheggiarli davanti alla TV o ai videogiochi, di non accontentarli in tutto, ma di dare loro delle regole, di giocare con loro, di pregare con loro e soprattutto di insegnare loro a pensare! In questo anno intendiamo offrire la possibilità ai voi genitori di riflettere su queste situazioni e condividere un progetto educativo. Abbiamo la possibilità di avere l oratorio come luogo di riferimento per far maturare ai ragazzi un senso grande di vita. Ma, carissimi genitori, bisogna esserci fisicamente (per un confronto diretto) con la testa (per pensare insieme) e con il cuore (perché l educazione è cosa del cuore). Il cammino del gruppo Betlemme è interessante perché mette i genitori nella condizione di ripensare insieme la propria fede per offrire poi ai bambini la prospettiva di una concreta iniziazione alla vita cristiana. Per i genitori lo sforzo di recuperare la storia della propria fede vuol dire tornare a pensare a ciò che per un bambino è importante, vuol dire identificarsi con i figli e i loro vissuti. Il Vescovo nella lettera pastorale scrive: la trasmissione della fede passa prima di tutto attraverso la famiglia; in famiglia si imparano i gesti religiosi fondamentali (segno della Croce, la preghiera, il rispetto del giorno del Signore, la premura verso gli anziani e i malati ) e lo stile di vita familiare si trasmette con naturalezza alle nuove generazioni (il modo di gestire il denaro, di vivere la corporeità, di trattare le persone, di ragionare sulla politica e così via) (n.32). E nei gruppi di genitori si sperimenta quanto ogni genitore può essere ricchezza per gli altri. Dunque genitori incontriamoci e facciamo gruppo. Ai ragazzi non faremo proposte quest anno; il loro cammino inizierà nel 2011 se voi genitori sarete d accordo. Importante è ricordarsi che la famiglia e la comunità non possono dare ai ragazzi dei messaggi contrapposti e tanto meno ridurre l educazione alla fede ad una semplice socializzazione; il nostro doveroso impegno è di offrire ai fanciulli la verità di Cristo, senza sconti. Per facilitare la partecipazione offriamo, anche per quest anno, due possibilità: il venerdì sera (ore 20.30) o la domenica pomeriggio (ore 15.00). Le date: ottobre: 1-3; novembre: 19-21; dicembre: 17-19; gennaio: 14-16; febbraio: 11-13; marzo: 18-20; maggio: 6-8; giugno 3-5. Gli incontri i tengono all oratorio. Il primo tema che verrà affrontato è: perché comunicare la fede ai figli? 15

16 Sogni di una sera d estate Sabato 24 luglio alle ore 20,30 ci troviamo nel cortile dell oratorio e con nostra grande sorpresa lo vediamo animato da tantissima gente; al centro una bellissima scenografia circondata da luci e tanti giovani in movimento pronti per dare inizio al musical Sette spose per sette fratelli. Gli attori protagonisti di questo spettacolo sono i giovani e gli adolescenti del nostro oratorio che con passione e amore per la muscia hanno subito coinvolto e affascinato tutte le persone presenti. Sappiamo che i nostri giovani sono bravi e preparati ma dobbiamo confessare che ci hanno veramente sorpreso, Ognuno di loro è riuscito ad immedesimarsi nel proprio ruolo, i costumi erano molto belli e curati in tutti i particolari; la scenografia così vera da riuscire a farci sentire all interno di un paese di montagna, i giochi di luci e di ombre, i suoni e le musiche completavano le scene dando armonia e souspance al musical. Alla fine dello spettacolo gli applausi sono stati tantissimi e si poteva leggere la felicità negli occhi di tutti. Vogliamo fare alcune riflessioni; per la preparazione di tutto sono serviti circa due anni di lavoro, prove, tempo, fatiche, costanza... Forse durante questi anni ci saranno stati anche momenti di tensione durante i quali la tentazione di mollare Che meraviglia! sarà stata forte per tutti perchè non sempre è facile uscire di casa dopo una giornata di studio o di lavoro. osservando abbiamo notato adulti affiancare i ragazzi con discrezione lasciando a loro il ruolo di protagonisti. Crediamo che questo sia il compito dell oratorio: dare spazio ai giovani, a tutti i giovani anche quelli che forse non ci piacciono tanto perchè ci chiedono qualcosa in più. Aver potuto vedere questo sogno realizzato ci fa continuare a credere nella possibilità che se ne possano concretizzare altri. Grazie e un abbraccio a tutti. Alcune mamme Un gruppo di giovani mette in scena uno spettacolo una storia vecchia ma che può dire ancora molto! Sabato sono tornata a casa canticchiando Fai la corte Fai la corte ma soprattutto con molta gioia nel cuore! sono consapevole delle difficoltà quando ci si occupa di formazione. E quello di sabato sera è stato anzitutto un successo educativo. Ebbene sì! Sicuramente è balzata subito agli occhi la vivace, precisa e allegra esecuzione che spero andrà riproposta. Ma vi chiedo di guardare oltre. Chi ha fatto centro sono quei giovani che mi hanno trasmesso molta gioia gioia di fare esserci. Dietro tutto immagino un grande impegno. Il livello di canti, balli e recitazione andava oltre il gruppetto dell oratorio che mette in scena uno spettacolino. L impressione è quella di un gruppo ben affiatato ed immagino gli sforzi per trovare questa sintonia. Un gruppo molto serio ed impegnato. Ecco la parola chiave impegnato. Complimenti a chi ha scommesso sull impegno di questi giovani. Senza alcun dubbio ritengo che dopo due anni di preparazione ognuno di loro si ritrovi diverso da quando tutto è iniziato. Si scopra cresciuto ha guardato dentro se stesso ed è emerso il meglio. Credetemi non è poco! siamo inseriti in un contesto sociale e culturale che disorienta. Scuola, lavoro, sport, tv Tutto fortemente in crisi valoriale! Fare un esperienza di impegno significa investire sulla propria crescita e formazione personale. Complimenti a tutti: ai giovani, ai loro genitori che immagino li abbiano sostenuti, ma soprattutto a chi si è lasciato incantare e travolgere dal loro entusiasmo accompagnandoli in questa scommessa. Una grande scommessa educativa sicuramente vinta! Stefania (genitore) 16

17 L archivio della parrocchia di Rovato Quando nel 2004 decidemmo di recuperare l Oratorio della disciplina nel progetto complessivo fu inserito anche la sistemazione degli uffici parrocchiali e soprattutto dell Archivio storico (molto importante anche per la franciacorta). Terminato la sistemazione degli ambienti su progetto dell Arch. Stefano Belotti nel 2006, bisognava passare al recupero dell archivio. La persona più indicata, competente e disponibile era il nostro parrocchiano don Giovanni Donni. Accettò con gioia la proposta e ha lavorato per tre anni, gratuitamente, per riordinare l archivio disordinatamente sparso in tanti angoli della parrocchia. A lui il grazie riconoscente da tutta la comunità. (Mons. Gian Mario Chiari) Nel 2006 monsignore mi chiese di sistemare l archivio secondo i criteri scientifici oggi correnti e accettai ben volentieri per ricambiare in qualche modo il bene ricevuto da mons. Zenucchini e per l amicizia e la stima che mi legano a don Gian Mario fin da quando era chierico. Mons. Emilio Spada nel 1974 fece un riordino generale e pubblicò in sintesi l inventario sul Bollettino parrocchiale (1974 novembre gennaio). Fu un lavoro meritorio che contribuì a salvare tante carte e a usarle per ricerca, tuttavia era incompleto e molti faldoni contenevano carte di fondi diversi. Al termine del mio lavoro segnalo questo archivio che parte dal basso medioevo (sec. XII) almeno con alcune copie; è composto da oltre pezzi (registri, fascicoli, album fotografici, ecc.) alcune decine di migliaia di carte, fotografie, registrazioni ecc. che segnano la strada percorsa da questa comunità nel tempo e offrono un vasto campo alla ricerca storica. Ho rilevato una certa scarsità di documenti per il sec. XX: penso che molte persone possiedano registri, carte, fotografie, lettere, appunti - avvisi e inviti di riunioni (specialmente delle associazioni, della vita oratoriana, ma anche di vita locale): separate dall archivio dicono poco, ma inserite (in originale o in fotocopia fotografia digitale) integrano la documentazione di un periodo così importante nella nostra storia. Questo archivio, i due del Comune inventariati dalla dott. Giuseppina Caldera (A. Storico, A. delle istituzioni assistenziali e di beneficenza) e i circa 1000 antichi registri comunali conservati all Archivio di Stato di Brescia (che auguro possano ritornare presto a Rovato), la disponibilità in Internet di molti registri di delibere dl Comune rendono possibile ricostruire una storia organica e non fantasiosa di Rovato. Di ogni pezzo ho riportato il titolo originario o quello dato dall archivista, una sintesi del contenuto, le date del documento, il numero delle carte, le dimensioni, lo stato di conservazione, la lingua, ecc. Mi sono avvalso della collaborazione di varie persone che qui ringrazio: signore Giuseppina Piva e Giovanna Vezzoli per la pulizia delle carte; signori Giuseppe Buffoli e Gavezzoli Bruno per i vari trasferimenti; prof. Lidia Peli di Rodengo Saiano per i fascicoli dei capitali e dei legati; sig.ra Valeria Brignoli per i registri delle messe; sig.ra Cristina Bombardieri per i fondi Fabbriceria, Orfanotrofio S. Carlo - Istituto Cossandi; signori Nino Andreoli e Angela Dabeni per i fondi anagrafe, libreria; prof. Ebe Radici per il fondo Zenucchini. Diverse di queste persone hanno collaborato anche per la numerazione delle carte e collocazione definitiva. Contenuto dell Archivio per titoli Titolo I - Anagrafe Parrocchiale (dal 1551; 198 registri): registri di Battesimo (dal 1551); comunicati (dal 1987); cresimati (dal 1792); matrimoni (dal 1572); morti (dal 1731); pubblicazioni (dal 1824) e fascicoli di matrimonio (dal 1828); stato delle anime ( ). Registri civili di nascita ( ); matrimonio ( ); morti ( ). 1

18 2 Titolo II - Autorità religiose ( ; 32 pezzi): visite pastorali ( ); documenti di autorità ecclesiastica ( ); carteggio del vescovo di Brescia ( ). Titolo III - Associazioni parrocchiali e opere ( ; 314 pezzi 314): scola del Santissimo ( ); altare e scola di S. Carlo ( ); altare e scola della Visita di Maria a s. Elisabetta ( ); dottrina Cristiana ( ); confraternita e altare del Rosario ( ); Triduo ( ); Terz Ordine Francescano ( ); confraternite, gruppi e associazioni ( ); gruppo Missionario ( ); Caritas ( ); oratorio S. Tarcisio ( ). Titolo IV - Autorità civili ( ; 1 pezzo) Titolo V Amministrazione dei beni parrocchiali (sec. XIX 2007; 98 pezzi): cinema teatro parrocchiale Don Bosco ( ); oratorio maschile (sec. XIX 2004); gestione dei beni immobili della parrocchia ( ); Opere Parrocchiali ( ); Interventi su abitazioni dei sacerdoti ( ); Progetti su lucido (senza data). Titolo VI - Chiese, beni artistici ( ; 205 pezzi): chiesa parrocchiale ( ); organo e organisti ( ); campane e torre ( ); chiesa di S. Stefano ( ); convento e chiesa dei Servi di Maria ( ); S. Nicola ( ); S. Donato ( ); S. Michele ( ); Santella dei Morti ( ); S. Orsola ( ); S. Cuore ( ); Immacolata (Ospedale) ( ); Casello dei Morti ( ); S. Rocco ( ); Disciplina o S. Giorgio o S. Croce ( ); S. Giovanni Bosco ( ); chiese e comunità di S. Anna, Duomo, Lodetto, Bargnana, S. Andrea, S. Giuseppe ( ); Progetti e disegni. Titolo VII - Catechesi, culto, Pastorale ( ; 378 pezzi): registri delle messe quotidiane ( ); cappellanie festive ( ); messe avventizie ( ); messe celebrate in altre chiese o particolari ( ); catechesi e predicazione (sec. XIX); culto (sec. XVIII 1970); attività pastorale parrocchiale ( ); Guida pastorale annuale ( ); Vademecum pastorale annuale ( ); Consiglio Pastorale Parrocchiale ( ); Consiglio pastorale affari economici ( ). Titolo X - Fabbriceria ( ; 916 pezzi): nomine e insediamento dei fabbricieri ( ); verbali di riunioni della Fabbriceria ( ); visite quinquennali del subeconomo ( ); copialettere della fabbriceria ( ); registri di amministrazione ( ); massarie ( ); amministrazioni gestite dalla Fabbriceria ( ); protocollo e repertori ( ); repertori di atti soggetti a tassa di registro ( ); carteggio amministrativo ( ); censi e livelli ( ); registri di amministrazione di capitali ( XIX ex.); scodiroli, registri di riscossione ( ); fascicoli di capitali della Fabbriceria ( ); conti consuntivi ( ); allegati al consuntivo, polizze e mandati ( ); registri a matrice di mandati pagamento ( ). Titolo XI Legati e cappellanie ( ; 69 pezzi): elenco dei legati e carte di fondazione ( ); registri dei legati ( ); cappellanie e carte di fondazione ( ); amministrazione delle cappellanie ( ). Titolo XII Miscellanea e carte di particolare importanza ( ; 67 pezzi): chiesa prepositurale e prevosti ( ); documenti raccolti da mons. E. Spada ( ); carte di provenienza diversa (sec. XV ); personaggi di spicco in Rovato ( ). Titolo XIII - Pastorale sociale ( ; 23 pezzi): Acli, Scuola bottega, S. Vincenzo, Lavoratori, Colonie, ecc. Titolo XIV Personale ( ; 69 pezzi): parroci e sacerdoti ( ); personale addetto ( ). Titolo XV - Religiosi e religiose ( ; 4 pezzi). Titolo XVI - Vicariato, Zona pastorale ( ; 13 pezzi): Vicaria Foranea ( ); Zona pastorale ( ); Inventari dei beni artistici e culturali (1969). Titolo XVII - Mediateca ( ; 96 pezzi): raccolte di fotografie ( ). Titolo XVIII - Libreria ( ; 451 pezzi): Bollettino Ufficiale della Diocesi ( ); Bollettino Parrocchiale (dal 1935); libri attinenti la storia di Rovato; articoli e giornali (dal 1846); Annuario della diocesi (dal 1966); Libreria Liturgica ( ); Pubblicazioni del sac. Giovanni Donni (dal 1970).

19 Titolo XIX - Sezione segreta Titolo XIX - Carte estranee ( ; 40 pezzi): carte del comune di Rovato ( ); carte del comune di Cazzago ( ); carte Barboglio. Titolo XXI - Orfanotrofio S. Carlo-Fondazione Lodovico Cossandi ( ; 156 pezzi): orfanotrofio S. Carlo ( ); Fondazione Cossandi Orf. S. Carlo ( ); Ospiti ( ); Personale dipendente ( ); Patrimonio della fondazione e gestione ( ); amministrazione dell Istituto S. Carlo; Fondazione Cossandi ( ); carte della famiglia Cossandi ( ) Fondi annessi all Archivio parrocchiale: Fondo di mons. Luigi Zenucchini già prevosto di Rovato ( ; 772 pezzi): documentazione biografica (Db) ( ); scritti di storia locale (Stl) senza data; volumi pubblicati (Vol. P.) ( ); materiali per pubblicazioni in volume (Vol) ( ); scritti per Boll. parrocchiale, studi e riflessioni (Bsr); taccuini e quaderni di appunti ( ); corrispondenti con Luigi Zenucchini (Zen) ( ); raccolta di articoli di giornali (inizio ); carte di Bagolino (Cb) ( ); carte di varia provenienza ( ); registrazioni su cassette audio (senza data). Fondo prof. Giacomo Medeghini ( ; 20 pezzi) Fondo prof. Teresa Redaelli ( ; 10 pezzi) don Gianni Donni modalità sperimentale di consultazione L archivio è soggetto alle norme civili ed ecclesiastiche di conservazione, promozione, consultazione e privacy. Da lunedì 8 novembre l archivio sarà accessibile previo avviso telefonico ai n (prevosto) (sig.ra Cristina). Per consultare l archivio è necessaria domanda scritta al parroco e successivo visto dell incaricato diocesano. Da Rovato a Castel Gandolfo Rovato, sabato 30 ottobre 2010 ore Convegno di studio presso il Foro Boario Saluto introduttivo: ANDREA COTTINELLI Sindaco di Rovato GIAN MARIO CHIARI Prevosto di Rovato GIUSEPPE CAMADINI Presidente del Centro studi dell Istituto Paolo VI GIANLUCA DELBARBA Presidente Cogeme Relazioni: GIOVANNI DONNI Associazione per la storia della Chiesa bresciana Da Rovato a Castelgandolfo: l impegno politico e civile SAVERIO PETRILLO Direttore delle Ville Pontificie, Città del Vaticano Il rilancio delle ville pontificie: continuità e rinnovamento MARIA ROMANA DE GASPERI Fondazione Alcide De Gasperi, Roma Tra idealità e impegno politico: De Gasperi e Bonomelli TERESA REDAELLI Testimonianza e ricordi di famiglia Conclusioni: GIOVANNI BATTISTA RE Prefetto emerito della Congregazione per i Vescovi Introduce e presiede: XENIO TOSCANI Università Cattolica del Sacro Cuore, Brescia Celebrazione eucaristica in parrocchia presieduta dal Cardinale 3

20 Da Rovato a Castel Gandolfo Ricordo di Emilio Bonomelli a 40 anni dalla scomparsa «Pochissimi bresciani, e soltanto della generazione più anziana, lo conoscevano, e chi lo ricordava lo faceva o con affetto o con stima. Mancava dalla sua Brescia da una quarantina d anni. Ci tornava con stagionato rimpianto, come a ricordi di gioventù e di spente lotte, ormai scomparsi quasi tutti i vecchi amici, e tanto più cari i pochi rimasti. È morto, lucido ottantenne, nella sua bella casa, che era all ultimo piano della villa papale di Castelgandolfo; e s affaccia dall alto sul lago, con i monti Albani e i Castelli romani; e lontano, ma non tanto, Roma. Si è spento tra le braccia della sposa, [ ] e confortato nel più profondo dell anima dalla visita del più antico e più venerato degli amici, il Papa, venuto apposta da Roma al suo capezzale». Così all indomani della morte, avvenuta il 18 febbraio 1970 dopo una grave malattia, il Giornale di Brescia ricordava la scomparsa dell avv. Emilio Bonomelli, storico e ininterrotto direttore delle Ville Pontificie da Pio XI a Paolo VI. Era nato a Rovato nel 1890 e qui aveva frequentato la scuola elementare, quindi il ginnasio a Chiari e il liceo all Arnaldo di Brescia, poi la laurea in legge presso l ateneo bolognese. Insieme a Galuppini e a Rossi aveva fondato la Giovane Rovato, era stato redattore de Il cittadino di Brescia diretto da Giorgio Montini, quindi era stato eletto sindaco di Travagliato, consigliere comunale di Rovato e consigliere provinciale; tra i primi aderenti del Partito popolare e tra i più attivi suoi promotori, nel 1924 ne era divenuto il segretario provinciale, per essere poi costretto a riparare in Francia in seguito alle ripetute intimidazioni e aggressioni fasciste da cui fece ritorno nel Grazie all interessamento dell on. Giovanni Longinotti, al rientro in Italia ebbe l incarico di ristrutturare le Ville pontificie di Castelgandolfo che, grazie a lui, divennero centro di incontri straordinari, in cui i problemi del Paese, l amicizia e l impegno socio-politico trovavano il loro coerente raccordo nell idealità di un forte radicamento cristiano. «Ben presto scriveva Bonomelli Castelgandolfo divenne la meta delle tranquille gite domenicali di De Gasperi accompagnato quasi sempre dall indimenticabile Longinotti, spesso da Cingolani o Spataro. Si facevano grandi gite nei boschi e interminabili chiacchierate, la sera, attorno al camino. Non di rado si aggiungevano amici di Roma e di fuori, molti dei quali, avevano avuto una parte cospicua nel movimento dei cattolici italiani». Una sorta di «punto franco dove ci si ritrovava volentieri non per fare congiure, ma per respirare una boccata d aria libera sotto un cielo più sereno, lontani dal clima greve della capitale». Per ricordare il quarantesimo della scomparsa di questo importante rovatese, che per tanti anni seppe servire in modo esemplare la Chiesa per la Santa Sede dal 1951 fu anche osservatore permanente presso la FAO e nel 1965 consultore per l Ufficio amministrativo della Sacra Congregazione del Concilio, senza mai perdere i legami con la sua terra d origine, si terrà il 30 ottobre nel suo paese natale un incontro di studio commemorativo, organizzato dalla rivista Brixia sacra con la collaborazione della Parrocchia e del Comune di Rovato e della Cogeme, ed il patrocinio del Dipartimento di Storia moderna e contemporanea dell Università Cattolica del Sacro Cuore e dell Istituto Paolo VI di Concesio. Tra gli interventi, si segnalano quello di Giovanni Donni sul periodo giovanile e il primo impegno politico; di Saverio Petrillo, successore di Bonomelli nella direzione delle Ville Pontificie, sull attività svolta a Castelgandolfo; di Maria Romana De Gasperi sui legami col padre, col mondo cattolico e della Democrazia Cristiana; a concludere i lavori sarà il card. Giovanni Battista Re, amico ed estimatore del lavoro di Bonomelli. L incontro è stato possibile grazie all impegno della famiglia Bonomelli, e particolarmente della prof. ssa Teresa Redaelli, che ha messo a disposizione l archivio di famiglia e quello personale dell avv. Emilio Bonomelli, depositandolo presso l Istituto Paolo VI a Concesio, dove è stato ordinato dalla dr.ssa Anna Brichetti ed è consultabile. Gabriele Archetti 4

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