LA FAUNA di Alessandro Ruggero e Barbara Canu
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- Rachele Piccinini
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1 LA FAUNA di Alessandro Ruggero e Barbara Canu Coenagrion sp. La morfologia del Monte Limbara offre un ottimo rifugio a numerose specie selvatiche molte delle quali inserite nell Allegato II della Direttiva 92/43/CEE, Direttiva Habitat. Purtroppo ad oggi non si hanno numerosi riferimenti bibliografici relativi ad indagini sulla fauna del Monte Limbara, ci si riferisce quindi agli studi generici eseguiti nell ormai lontano 1993 da Schenk & Torre che indicano 4 specie di anfibi, 7 specie di rettili, 41 specie di uccelli e 12 specie di mammiferi, considerando esclusivamente quelle riproducentesi. Qui di seguito ne verranno citate alcune che vogliono essere rappresentative della notevole biodiversità ospitata da questa montagna. Testudo hermanni Particolarmente ricca di specie quindi è l erpetofauna, che comprende 13 specie diverse 7 delle quali sono endemismi. Tra gli anfibi spicca la presenza del tritone o Euprotto Sardo (Euproctus platycephalus), un Urodele acquatico e unico rappresentante della famiglia dei Salamandridi, la cui diffusione è fortemente minacciata dall inquinamento delle acque, dall introduzione di pesci competitori e dagli interventi di regimazione dei torrenti in cui vive abitualmente, queste sono le ragioni del suo declino, oggi infatti la sua presenza si limita a poche località, soprattutto nella parte orientale dell Isola, è ancora presente nel Monte Limbara.
2 Podarcis tiliguerta Riferendoci ancora alla componente erpetologica è importante sottolineare la presenza del Discoglosso sardo (Discoglossus sardus), appartenente ad una famiglia con pochi generi e piuttosto primitiva, è presente in tutta l Isola ma anch esso minacciato e ridotto dalla perdita dell habitat. Per quanto riguarda i rettili non si può prescindere dal citare la Lucertola di Bedriaga (Archaeolacerta bedriagae paessleri), che sul Monte Limbara (come nel promontorio di Capo Testa a Santa Teresa Gallura) si presenta con una colorazione più scura, un paleoendemismo osservabile sulle rocce e nei terreni pietrosi dove trova facilmente riparo. È presente una cospicua popolazione di lucertole comuni come per esempio la Lucertola tirrenica o Tiliguerta (Podarcis tiliguerta), dalla livrea verde screziata che la rende facilmente individuabile e riconoscibile durante le passeggiate primaverili. Testudo marginata
3 Testudo marginata È ben rappresentata la famiglia delle testuggini con la Testuggine d acqua (Emys orbicularis), sulla quale incombe il problema delle specie esotiche importate dall uomo e potenzialmente competitrici, la Testuggine comune o di Hermann (Testudo hermanni), particolarmente diffusa nelle zone costiere e subcostiere fino ai 1000 m di altitudine, il suo declino è dovuto in particolare alla forte antropizzazione del suo habitat;... e la rara Testuggine Marginata (Testudo marginata), di origine Greca, di cui le prime immissioni pare dovute ai frati francescani in tempi remoti, si sono avute in Gallura dove ormai la specie è naturalizzata, oggi presente anche in altre località per successive introduzioni, ma con una presenza non omogenea. Si contraddistingue nettamente dalle altre testuggini presenti ed è facilmente riconoscibile grazie al colore scuro del carapace che presenta solo i margini anteriore e posteriore svasati a campana e dentellati, mentre lateralmente il carapace risulta praticamente fuso con il piastrone. I maggiori fattori di minaccia oltre all alterazione del suo habitat sono il prelievo a scopi commerciali. Con le sue 41 specie ad oggi individuate si presenta molto interessante, malgrado la forte antropizzazione, l avifauna. Se sono da considerarsi ormai estinti in loco, vulturidi come il grifone (Gyps fulvus) e il Gipeto (Gypaetus barbatus), meglio conosciuto come Avvoltoio barbuto, sono ancora presenti rapaci come l Astore nella sottospecie Accipiter gentilis arrigonii, che rispetto alla forma tipica si presenta più piccola e con un piumaggio più scuro, l Aquila del Bonelli (Hieraaetus fasciatus) e il Pellegrino (Falco peregrinus). Garrulus glandarius
4 Vi nidificano ancora il Gheppio (Falco tinnunculus), facilmente riconoscibile grazie al fatto che durante la caccia rimane sospeso per aria con un battito d ali impercettibile che lo fa sembrare fermo, la Poiana (Buteo buteo) e l Aquila reale (Aquila crhysaëtos). A valle del versante meridionale si riscontra un piccolo gruppo della sempre più rara Gallina prataiola (Tetrax tetrax), presente solamente in Sardegna e Puglia, moltissime altre specie ornitiche inoltre, tra le quali la Pernice sarda (Alectoris barbara), il Merlo dal collare (Turdus torquatus), e il Picchio rosso maggiore (Picoides major) trovano nei prati, nelle garighe, nei rocciai e nei boschi della montagna il loro habitat stanziale o migratorio. Importante è anche la presenza dei mammiferi, specie come il Daino (Dama dama) e il Muflone (Ovis orientalis musimon), che probabilmente era un endemismo sardo-corso, e che oggi è però presente nel resto della penisola e dell Europa, dove peraltro si è ben adattato, sono stati reintrodotti sul Monte Limbara grazie a diversi progetti gestiti dall Ente Foreste per sopperire alla drastica diminuzione della loro popolazione. Sus scrofa meridionalis Vi sono invece buone popolazioni di Cinghiali (Sus scrofa meridionalis), Martore (Martes martes latinorum), Volpi (Vulpes vulpes ichnusae), Donnole (Mustela nivalis boccamela) e Ricci (Erinaceus europaeus italicus). Malgrado stia diventando sempre più raro, sopravvive ancora nei fitti boschi a leccio il Gatto selvatico (Felis silvestris lybica).
5 Papilio machaon Di tutta la fauna entomologica presente, rappresentata praticamente da elementi appartenenti ad ogni gradino della scala sistematica della Classe, merita certamente menzione un lepidottero considerato uno dei quattro insetti al mondo a più alto rischio di estinzione, il Papilio hospiton, scoperto e descritto agli inizi del 1800 dall abate naturalista Géné, che gli diede il nome di un leggendario capo barbaricino. Il Papilio hospiton è un endemismo sardo-corso facilmente confuso con il Macaone (Papilio machaon), dal quale si differenzia per esempio per avere le code delle ali molto più corte e tozze. Le due specie occupano nicchie diverse ma spesso sovrapposte, il Macaone infatti scegliendo diverse piante-ospite e non solo la Ferula communis, risulta essere molto più adattabile, questo gli permette di avere più generazioni annuali e ha portato la specie a colonizzare diversi ambienti, in alcuni casi le due specie potrebbero essere considerate competitrici.
6 Un potenziale pericolo per il Papilio hospiton è sicuramente il trattamento estensivo al quale vengono sottoposti i boschi di sughere e lecci con l agente patogeno utilizzato per il controllo della Lymantria dispar. Le sue larve nutrendosi del genere Quercus, finanche alla defogliazione di intere foreste, rappresentano un grave danno all ambiente e all economia locale, ma il loro trattamento si riflette anche su altre specie di farfalle sia diurne che notturne, compreso il Papilio hospiton. Sarebbe quindi opportuno favorire la permanenza del suo habitat ideale al fine di permettere alla specie il reiterarsi del proprio normale ciclo biologico. Come indicato precedentemente questa breve digressione rappresenta solo una piccola presentazione dell elevato numero di specie animali che trovano ospitalità nella montagna, e considerata la mancanza di indagini recenti e mirate sulla fauna del Monte Limbara è da ritenersi auspicabile istituire diversi punti di osservazione scientifica al fine di aumentare la conoscenza e la consapevolezza, per diminuire gli eventuali danni al patrimonio faunistico dovuti spesso alla mancanza di adeguate conoscenze. Bacillus sp.
Fotografo Gianpiero Unali
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