AZIONE A.2: Studio dello stato del pascolo e delle tipologie di pascolo Report finale

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1 AZIONE A.2: Studio dello stato del pascolo e delle tipologie di pascolo Report finale Coordinatore scientifico : Prof. Alessandro Travaglini Referente : Prof.ssa Antonella Canini Collaboratore (Basilicata) : Dott. For. Giovanni Marcantonio Borsisti (Lazio) : Dott. Andrea Fulgione, Dott.ssa Francesca Paolella Responsabile tecnico : F.S.T. Dott. Giovanni Buccomino 24 Settembre 2012

2 Indice Aree di studio...3 SIC IT : Monti Ruffi (versante sw)...3 SIC IT : Monte Guadagnolo...5 SIC IT : Dolomiti di Pietrapetrosa...7 Obiettivo...9 Metodo...9 Rilievi in situ...14 Analisi superficie pastorale...15 Caratterizzazione Fitosociologica...19 Il valore della Qualità Foraggera...31 Il Carico Teorico...35 Bibliografia...36 Allegato 1 SIC Monti Ruffi 6210 Allegato 2 SIC Monti Ruffi 6220 Allegato 3 SIC Monte Guadagnolo Allegato 4 SIC Dolomiti di Pietrapertosa 6220 Allegato 5 SIC Dolomiti di Pietrapertosa

3 Aree di studio SIC IT : Monti Ruffi (versante sw) Localizzazione: Il sito è localizzato nella porzione sudoccidentale del complesso montuoso calcareo dei Monti Ruffi e comprende il Monte Fossicchi ed il Colle Sacrestia. In particolare è delimitato dal Fosso del Fioio a nord, dalla Valle Figuzza ad est, dall abitato di Cerreto Laziale a sud e dalla valle del Torrente Fiumicino ad ovest (Fig.1). Estensione: Il sito si estende su una superficie di 579,4 ha. Provincia e Comuni: Per gran parte di proprietà privata, ricade all interno dei Comuni di Cerreto Laziale e Ciciliano, in Provincia di Roma, ed è compreso nella X Comunità Montana dell Aniene e nella IX Comunità Montana Monti Sabini, Tiburtini, Cornicolani, Prenestini. Morfologia: La zona si presenta con una morfologia prevalente di versante submontano, che degrada dalla zona sommitale del Monte Fossicchi (982 m s.l.m.) e del Colle Sacrestia (876 m s.l.m.) in direzione SW verso il corso del torrente Fiumicino, fino ad una quota di circa 400 m s.l.m. Altitudine: m s.l.m. Ambiente Fisico: Rilievi montuosi. Suolo: Nella parte occidentale del massiccio affiorano marne ed argille, mentre sulle pendici sono presenti regosuoli e nelle aree più stabili e meno acclivi dominano i suoli bruni-calcarei. La parte orientale presenta invece rocce arenacee su cui si sono sviluppati regosuli e suoli bruni acidi. Nell area sono presenti anche affioramenti di rocce calcaree, spesso intensamente carsificate. (Tilia, 1996). Vegetazione: La Regione Biogeografica di appartenenza è quella Mediterranea. La vegetazione potenziale è costituita, a seconda delle esposizioni e delle condizioni edafiche locali, dal bosco di querce termofile, con prevalenza di cerro nelle aree meridionali più esposte e di roverella (associazione Roso sempervirentis-quercetum pubescentis) nelle aree centro-settentrionali, e dall orno-ostrieto (associazione Seslerio autumnalis-ostryetum carpinilfoliae) sui versanti più umidi (Lattanzi e Tilia, 1996). Da sottolineare la presenza, da una parte, di aree boscate che coprono le porzioni sommitali del settore centro-settentrionale del sito ed i pendii nordoccidentale e sud-occidentale e dall altra, le formazioni cespugliose-arbustive ed erbacee aride delle aree centromeridionali, che rappresentano in gran parte stadi di ricostituzione dei querceti mediterranei, in passato tagliati per essere sostituiti da coltivazioni di cereali. La componente forestale copre circa il 40% della superficie totale del Sito, e la maggior parte (213 ha) di questa è rappresentata dall ornoostrieto. Di particolare importanza in termini di superficie, nonché per la loro valenza naturalistica, sono le aree coperte da stadi di degradazione delle cerrete submediterranee e le aree caratterizzate da pratelli aridi mediterranei e praterie collinari a grano villoso. Tali aree sono riferibili prevalentemente ai Thero-Brachypodietea ma anche ai Festuco-Brometalia, entrambi costituenti habitat di interesse comunitario prioritari e all interno dei quali si localizzano le zone interessate dagli interventi previsti nel presente progetto. Fauna: Nella zona è presente il cinghiale (Sus scrofa), reintrodotto utilizzando esemplari provenienti dall est europeo. Saltuaria è la presenza del lupo (Canis lupus). Faina (Martes foina), ghiro (Glis glis), riccio (Erinaceus europaeus), scoiattolo (Sciurus vulgaris), volpe (Vulpes vulpes), 3

4 tasso (Meles meles) e istrice (Hystrix cristata) sono tra i mammiferi maggiormente presenti nella zona (Pinchera,1998). Per quanto riguarda gli uccelli, abbiamo la civetta (Athene noctua), il gufo comune (Asio otus), l allocco (Strix aluco) e raramente l assiolo (Otus scops). Tra gli anfibi vi sono il tritone crestato (Triturus cristatus), la rana italica (Rana italica) e la salamandrina dagli occhiali (Salamandrina terdigitata). Tra i rettili abbiamo la vipera (Vipera aspis). Figura 1: Mappa SIC IT , Monti Ruffi (versante SW) 4

5 SIC IT : Monte Guadagnolo Localizzazione: il sito si estende sui Monti Prenestini, un complesso carbonatico orientato in senso N-S e situato quasi al centro del Lazio (Fig. 2). Estensione: La superficie totale del SIC è di 569 ha. Provincia e Comuni: Il sito ricade, per la maggior parte della sua estensione nel territorio del comune di Capranica Prenestina. Piccole parti del territorio ai margini del perimetro sono situate nei territori dei cinque comuni di Casape, Ciciliano, Pisoniano, Poli, San Gregorio da Sassola, tutti nella provincia di Roma. Il comune di Ciciliano è soltanto confinante con una piccola parte del perimetro. Il SIC ricade nel territorio della IX Comunità Montana Monti Sabini, Tiburtini, Cornicolani, Prenestini. Morfologia: tipica forma dei versanti a gradoni o a dente di sega, strutturalmente legata alle alternanze di strati calcarei e marnosi, a diversa erodibilità. Altitudine: m s.l.m. Ambiente fisico: Pianori carsici con affioramenti rocciosi calcarei e marnosi. Suolo: Sono presenti suoli poco evoluti e di scarso spessore, riferibili a rendzina e litosuoli. Il substrato è di tipo calcareo. Vegetazione: La Regione Biogeografica di appartenenza è quella mediterranea. La specie arborea più rappresentativa è costituita principalmente dal faggio (Fagus sylvatica L.) che può essere considerata la specie climax della montagna appenninica; oggi la faggeta costituisce certamente la tipologia vegetazionale caratteristica dell area. Gli habitat dominati dalla vegetazione erbacea si presentano in un mosaico in cui le strutture e i rapporti di abbondanza/dominanza sono notevolmente alterati dall intenso pascolamento. Sono presenti praterie a Bromus erectus e Thymus longicaulis, praterie con estese fioriture di Orchis morio e Anacamptys pyramidalis. Anche queste aree sono riferibili prevalentemente ai Thero-Brachypodietea ma anche ai Festuco-Brometalia, entrambi costituenti habitat di interesse comunitario prioritari e all interno dei quali si localizzano le zone interessate dagli interventi previsti nel presente progetto. Fauna: Anche nel SIC di Monte Guadagnolo, come in quello dei Monti Ruffi (versante SW) è presente il cinghiale (Sus scrofa). Saltuaria anche qui la presenza del lupo (Canis lupus). Faina (Martes foina), ghiro (Glis glis), riccio (Erinaceus europaeus), scoiattolo (Sciurus vulgaris), volpe (Vulpes vulpes), tasso (Meles meles) e istrice (Hystrix cristata) sono tra i mammiferi maggiormente presenti nella zona. Per quanto riguarda gli uccelli, abbiamo la civetta (Athene noctua), il gufo comune (Asio Otus), l allocco (Strix aluco) e raramente l assiolo (Otus scops). Tra gli anfibi vi sono il tritone crestato (Triturus cristatus), la rana italica (Rana italica) e la salamandrina dagli occhiali (Salamandrina terdigitata). Tra i rettili abbiamo la vipera (Vipera aspis). 5

6 Figura 2: Mappa del SIC IT Monte Guadagnolo 6

7 SIC IT : Dolomiti di Pietrapetrosa Localizzazione: il sito si estende all interno del Parco Naturale Regionale Gallipoli-Cognato- Dolomiti Lucane, al centro della Basilicata (Fig.3). Estensione: La superficie totale del SIC è di ha. Provincia e comuni: il sito ricade nei territori comunali di Pietrapertosa e di Castelmezzano, in Provincia di Potenza. Morfologia: il sito rientra all interno del complesso geologico denominato Dolomiti Lucane costituite da affioramenti di arenarie quarzoso-feldspatiche fortemente compattate formatesi in fondo al mare 15 milioni di anni fa. Altitudine: m s.l.m. Ambiente fisico: Vegetazione prativa e boschiva, con presenza di ruscelli e sorgenti a carattere prevalentemente stagionale. Vegetazione: La porzione basale esposta ad est presenta aree dominate da vegetazione mediterranea sempreverde. Al di sopra dei 900 m di altitudine è presente una vegetazione più mesofila. Populus tremula, P. nigra, Acer spp. e Fraxinus angustifolia vegetano lungo le principali linee di drenaggio. Carpinus orientalis è presente sui versanti più soleggiati a bassa quota, mentre Ostrya carpinifolia vegeta nelle gole umide e soleggiate al di sopra di 900 metri di altitudine all interno di boschi di latifoglie dominati dal Quercus cerris. Nella zona sud del sito, la vegetazione dominante è la quercia (Quercus spp.) con nicchie di Ilex aquifolium quale specie indicatrice della presenza, in epoca remota, di Fagus sylvatica. Fauna: All interno del Parco Regionale di Gallipoli Cognato, all interno del quale si trova il SIC oggetto di interesse, abbiamo, tra i mammiferi, il cinghiale (Sus scrofa), il lupo (Canis lupus), la volpe (Vulpes volpe), il tasso (Meles meles), l istrice (Hystrix cristata), il gatto selvatico (Felis silvetris), la lepre (Lepus spp.), il riccio (Erinaceus europaeus), ghiri (Glis glis) e scoiattoli (Sciurus vulgaris), donnole (Mustela nivalis) e faine (Martes foina). Tra gli uccelli, vi sono numerosi rapaci diurni, tra cui il nibbio reale (Milvus milvus), la poiana (Buteo buteo), i gheppi (Falco tinnunculus ) e il falco pellegrino (Falco peregrinus), e numerosi notturni, tra cui il barbagianni (Tyto alba), l allocco (Strix aluco). In prossimità dei pascoli, vi sono pettirossi (Erithacus rubecola), codibugnoli (Aegithalos caudatus), capinere (Sylvia atricapilla), allodole (Alauda arvensis). Tra gli anfibi abbiamo presenza di rana verde (Pelophylax esculentus), la rana greca (Rana graeca), il rospo smeraldino (Bufo viridis) e l ululone dal ventre giallo (Bombina variegata). 7

8 Figura 3: Mappa del SIC IT Dolomiti di Pietrapertosa 8

9 Obiettivo L obiettivo principale dell Azione A2 è quello di caratterizzare le varie tipologie di pascolo presenti nel sito. Al tal fine è stato necessario perseguire i seguenti obiettivi secondari: 1) caratterizzazione fitosociologica delle praterie; 2) la valutazione dettagliata del pascolo, attuale e potenziale (cenosi e tipo di pascolo); 3) la stima della resa quanti-qualitativa (offerta foraggera e relative variazioni stagionali); 4) la valutazione dello stato attuale del cotico erboso; 5) la caratterizzazione fitopastorale di tutte le tipologie di pascolo; 6) la valutazione della differenza nei rapporti relativi tra le specie, che si ripercuotono sulla qualità foraggera del cotico erboso. Metodo I metodi di indagine in campo e di analisi dei dati sono quelli riportati nelle linee guida dell'azione A2 del Progetto RICoPRI ( Per necessità specifiche delle Dolomiti Lucane, sono stati realizzati lievi adattamenti nelle metodologie utilizzate nel SIC specifico. Carta di uso del suolo La costruzione di una carta di uso del suolo per l analisi della superfici pastorale nelle aree identificate dal progetto si è resa necessaria per migliorare la risoluzione di quella riportata in Fig È stata eseguita la seguente procedura: Definizione degli obiettivi: L obiettivo di questa azione è stata la realizzazione di una carta di uso del suolo dell intera superficie interessata del pascolo bovino ed ovi-caprino per valutare la reale incidenza delle aree che presentano involuzione del pabulum fitopastorale. Scelta dei parametri di base: Trattandosi di aree di dimensioni relativamente piccole e rivestendo particolare importanza habitat di piccole dimensioni, è stata scelta come dimensione minima cartografabile una superficie pari a 200 mq per quanto riguarda il SIC lucano, e di 25 mq per i SIC laziali. Altro parametro di base individuato prima della realizzazione della carta è la Legenda, definita come l insieme delle voci che contribuiscono a classificare un dato tematismo. I suoi contenuti sono stati stabiliti prima dell inizio dei lavori e sono stati pensati per includere tutte le aree presenti. Scelta delle immagini e dei dati ancillari: Per quanto riguarda il SIC lucano, sono state utilizzate immagini, dati raster e vettoriali in possesso di ABD Monitoring S.r.l. In particolare sono state utilizzate immagini aeree E-Geos2009 e cartografia I.G.M Basilicata in scala 1: Per i SIC 9

10 laziali sono state utilizzate Ortofotocarte, messe a disposizione dalla Provincia di Roma, sempre in scala 1: Interpretazione delle immagini e costruzione del data-base: La delimitazione degli habitat è stata realizzata interpretando le foto aeree. Ad ogni poligono realizzato è stato dato un attributo (in relazione alla legenda creata in modo preliminare) e i relativi dati dimensionali (area e perimetro). In particolare le tipologie di habitat individuati e presenti nella legenda sono le seguenti: Aree boscate: tutte le aree coperte da formazioni vegetali di tipo arboreo; Prateria: aree prative con bassa o nulla percentuale di copertura arbustiva o arborea; Prateria arbustata: aree prative con forte percentuale di copertura di arbusti; Aree prative erose; Rocce; Seminativi; Aree antropizzate; Strade. Indagine fitosociologica L indagine fitosociologica è stata condotta nei mesi di massima presenza ed attività biologica delle specie vegetali (periodo critico). SIC IT Monti Ruffi (versante sw) e SIC IT Monte Guadagnolo All inizio delle attività, sono stati pianificati i diversi sopralluoghi da svolgere nelle aree di interesse, preliminari alle indagine floristiche e vegetazionale per l individuazione degli ambienti più idonei alla presenza di specie indicatrici degli habitat oggetto di studio. Nei due SIC laziali, vi è una sovrapposizione dei due habitat oggetto di studio, mentre nel SIC lucano i due sono ben distinti. I siti individuati nel corso dei sopralluoghi esplorativi sono stati utilizzati per i rilevamenti. L indagine è stata condotta nel periodo Maggio-Luglio 2011, su un totale di 9 aree di rilevamento fitosociologico per il SIC dei Monti Ruffi, 6 per il SIC di Monte Guadagnolo. Anche qui sono stati eseguiti i seguenti rilievi: censimento di tutte le specie presenti (indicatore = n. o ricchezza di specie); attribuzione di un valore percentuale di copertura per ogni specie censita (indicatore = percentuale di copertura); attribuzione di un valore percentuale di suolo scoperto da vegetazione (indicatore = percentuale di superficie di suolo nudo); misurazione dell altezza media del foraggio (indicatore = altezza in cm della biomassa). 10

11 SIC IT Dolomiti di Pietrapetrosa Sulle Dolomiti Lucane il periodo critico è rappresentato dai mesi maggio giugno e inizio luglio. Sono state individuate le aree rappresentative per ogni habitat, all interno delle quali è stato condotto un monitoraggio sistematico, con parcelle georiferite entro transetti. Nella prateria relativa all habitat 6220 è stato individuato un transetto in direzione Nord-Sud che parte dalla strada provinciale, si spinge sul crinale per poi riscendere verso il campo sportivo. Lungo il transetto sono state individuate 10 parcelle di 4 mq (2x2). Nella prateria relativa all habitat 6210, invece, sono stati individuati tre transetti trasversali alla prateria stessa, lungo ogni transetto sono state individuate e georiferite 2 parcelle di 16 mq (4x4). Per completare il monitoraggio dell intera area prativa, in modo rappresentativo, sono state infine individuate 9 parcelle ciascuna di 100 mq (4 nella zona A, 4 nella zona B ed una nella fascia di transizione) all interno delle quali è stato adottato lo stesso criterio di rilievo. In tutte le parcelle è stato fatto il seguente tipo di rilievo: censimento di tutte le specie presenti (indicatore = n. o ricchezza di specie); attribuzione di un valore percentuale di copertura per ogni specie censita (indicatore = percentuale di copertura); attribuzione di un valore percentuale di suolo scoperto da vegetazione (indicatore = percentuale di superficie di suolo nudo); misurazione dell altezza media del foraggio (indicatore = altezza in cm della biomassa). Cenosi e struttura del pascolo La caratterizzazione della struttura di ciascun tipo di pascolo delle differenti associazioni vegetali è stata effettuata stimando l indice di diversità di Shannon (che misura la α-diversità) e la corrispondenza tra particolari associazioni di specie e tipologie di habitat. Valore pastorale e stima del carico teorico La caratterizzazione fitopastorale delle tipologie di pascolo, sulla base del valore foraggero che le caratterizza è stato determinato con l ausilio di indici specifici (IS) determinati in differenti sperimentazioni che esprime il valore alimentare delle diverse specie foraggere. L'indice specifico (IS) è un indicatore sintetico che sintetizza la qualità della produzione, in termini di valore nutritivo del pascolo, in funzione della variabilità fitocenotica e del ciclo vegetativo; la qualità del foraggio, in termini di ingestibilità, appetibilità, palatabilità, digeribilità e la tolleranza al pascolamento delle specie del pascolo. L IS esprime il valore alimentare delle diverse specie, in base a produttività, valore nutritivo, appetibilità (o pabularità), sapore, digeribilità e resistenza al pascolamento (Bagella, 2001). Viene utilizzato un archivio informatizzato contenente gli indici specifici proposti o utilizzati da diversi autori, costituenti la flora dei pascoli naturali dell area mediterranea. L archivio è stato redatto dal Centro di Studio sui Pascoli Mediterranei del CNR di Sassari e dal Dipartimento di Biotecnologie Agrarie ed Ambientali dell Università di Ancona (Roggero et al., 2002). La suddivisione in classi di appetibilità (Tab. 1) dei vegetali è riferita a quanto proposto da Daget e Poissonet (1969). Nel caso vengano identificate specie non presenti nell archivio, verrà assegnato, 11

12 se possibile, all affinità sistematica e fenologica con le specie richiamate nell archivio stesso. Per le altre si è preferito utilizzare precauzionalmente la classe 0 (Scoppola, Pelosi, 1995). Indice sintetico (IS) Classe di appetibilità 5 Eccellente foraggera 4 Ottima foraggera 3 Buona foraggera 2 Mediocre foraggera 1 Consumata occasionalmente 0 Rifiutata e/o tossica Tabella 1: suddivisione in classi di appetibilità dei vegetali è riferita a quanto proposto da Daget e Poissonet (1969) Ciò nonostante l'is è da riferirsi soprattutto ai bovini, equini ed in misura minore agli ovini. I caprini presentano indici di preferenza molto diversi, tanto da tollerare anche essenze vegetali tossiche per i bovini (IS=0). Il valore pastorale (VP) rappresenta un indice globale di qualità di una superficie foraggiera, calcolato sulla base della composizione floristica e sull IS. La sua determinazione si ottiene dalla seguente formula (Daget & Poissonet, 1969): VP = 0,2 CSP x IS VP = Valore Pastorale CSP = Contributo Specifico di Frequenza 1 IS = Indice sintetico 0,2 = moltiplicatore che riporta a 100 il VP L espressione CSP x IS, che può essere definita contributo specifico agronomico (CSA), indica quanto la specie i-esima influisce nella determinazione del VP. L unità di campionamento vegetazionale a cui viene assegnato il VP essendo rappresentativo per l'habitat rappresenta una facies pastorale omogenea dal punto di vista agronomico. Ad ogni facies pastorale viene attribuito il VP relativo alla media dei VP dei singoli rilievi effettuati durante tutta la campagna di rilevamento. Abbiamo la seguente classificazione: Facies di scarsa qualità: VP 15 Facies di media qualità: 15 < VP 25 1 Più precisamente, nel presente lavoro, per "frequenza della specie" nell'unità di campionamento si intende la "percentuale di copertura" che rappresenta anche un indice di abbondanza ed un indicatore di biomassa relativa. 12

13 Facies di buona qualità: VP > 25 Il carico di bestiame è definito come il numero di animali che in linea teorica può sostare e nutrirsi su di una unità di superficie (es. l ettaro) durante il periodo di pascolo considerato, senza arrecare alcun danno. Questa stima è stata condotta per le tipologie di cenosi pabulabili (due nel caso delle Dolomiti di Pietrapertosa e due nei SIC laziali). Tale parametro deve essere calcolato valutando contemporaneamente, la produttività del pabulum, e i fabbisogni energetici del bestiame. Per ottenerne la stima si utilizza il metodo del Valore Pastorale (VP), il quale si basa sull indice di qualità specifico (IS), che esprime il valore alimentare delle diverse specie foraggere. Il carico ad ettaro viene espresso in UBA (Unità Bovine Adulte), al quale parametro vengono poi standardizzate tutte le diverse specie pascolanti. La determinazione del Carico Teorico (CT) di bestiame per ciascuna facies pastorale (espresso in UBA x ha-1 x anno-1) calcolato su base fitosopastorale, si effettua moltiplicando il Valore Pastorale (VP) della facies stessa per degli opportuni coefficienti, come nella formula (Albertosi et al., 2003): CT = VP x K x CF K = Coefficiente di conversione, rappresenta le condizioni ambientali del pascolo. Per le Dolomiti Lucane è stato scelto il valore 0,02 (UBA x ha-1 x anno-1) ideale per il piano collinare e montano. Per i SIC laziali invece CF = Coefficiente di fragilità, rappresenta le condizioni generali del pascolo, come la presenza di fattori limitanti quali pendenze eccessive, erosione, rocciosità. Con la realizzazione della carta degli habitat (Fig. 2 e 3) è stato possibile quantificare tali fattori limitanti, e quindi assegnare a CF un valore oggettivo. Alla prateria a valle, nella zona A, è stato assegnato un valore pari a 0.7, mentre, per la prateria a monte, nella zona B, è stato assegnato un valore pari a 0.9. Riferendo il CT di bestiame alla sola stagione di pascolamento si determina il Carico Teorico Stagionale (CTS). Conoscendo l estensione in ettari delle facies pastorali si può calcolare il CTS dell intero pascolo. In particolare il Carico Reale Stagionale si determina dal rapporto tra il bestiame pascolante e la superficie di pascolo disponibile. È il rapporto tra il carico teorico stimato e la superficie in ettari stima il carico potenziale stagionale. Il rapporto tra il Carico Reale Stagionale ed il Carico Potenziale Stagionale esprime il Tasso di Utilizzo della risorsa pascolo. Il Carico Teorico è stato calcolato su base fitopastorale in entrambi gli habitat del SIC lucano e del SIC laziale dei Monti Ruffi. Per quanto riguarda l habitat 6220 prevalente sulle pendici di monte Cerella, nel SIC laziale di Monte Guadagnolo, il Carico Teorico verrà calcolato su base ponderale. In tale zona non è stato possibile effettuare i rilievi fitosociologici in quanto il cotico erboso, laddove presente, è risultato per tutto il periodo dello studio di altezza insufficiente alla determinazione delle specie. Si parte dall assunto che il valore ricavato attraverso le due metodologie di calcolo (fitopastorale e ponderale), siano comparabili. 13

14 Rilievi in situ SIC IT Monti Ruffi (versante sw) e SIC IT Monte Guadagnolo All inizio delle attività, sono stati pianificati i diversi sopralluoghi da svolgere nelle aree di interesse, preliminari alle indagine floristiche e vegetazionale per l individuazione degli ambienti più idonei alla presenza di specie indicatrici degli habitat oggetto di studio. Nel corso dei sopralluoghi esplorativi sono stati eseguiti 9 rilievi fitosociologici nel SIC Monti Ruffi e 6 nel SIC Monte Guadagnolo (tab. 2a); successivamente alla elaborazione dei dati di campo è stato possibile ridefinire gli ambiti differenziali dei due habitat 6210 e 6220 per entrambi i SIC laziali, cosi come riportato nelle cartografia di Fig. 4 e 5 e nelle rispettive Tabelle (Allegato 1, 2 e 3). Habitat 6220 Habitat 6210 Monti Ruffi 4 5 Monte Guadagnolo -* 6 Tabella 2a: riepilogo dei rilievi in situ SIC laziali * I rilievi fitosociologici per la definizione dell habitat 6220 nel SIC di Monte Guadagnolo non sono stati effettuati per l impossibilità di determinare la componente floristica delle praterie in località Monte Cerella, a causa di una presenza costante di animali al pascolo (si è pertanto proposto anche qui la realizzazione di un quadrato permanente per il monitoraggio). Nel SIC dei Monti Ruffi è stato invece realizzato un quadrato permanente per il monitoraggio delle praterie riferibili all habitat 6210, in località Ara delle Valli, corrispondente al rilievo fitosociologico n. 2 (coord. X: coord. Y: ), che nelle successive stagioni di rilevamento sarà in grado di ridefinire la composizione floristica e la dinamica evolutiva in assenza di pascolo. SIC IT : Dolomiti di Pietrapetrosa I rilievi sono stati distribuiti uniformemente nelle aree prative individuate nelle Zone A e B (Fig. 6-7) con un disegno di campionamento per parcelle lungo transetti in modo da valutare le differenti caratteristiche stazionali e i diversi gradienti di pressione di pascolo. Nella tabella che segue è riassunto il quadro dei rilievi in situ: Habitat 6220 Habitat 6210 (Zona A) (Zona B) Dolomiti di Pietrapertosa 10 4 Tabella 2b: riepilogo dei rilievi in situ SIC lucano 14

15 Analisi superficie pastorale SIC IT : Monti Ruffi (versante sw) e SIC IT : Monte Guadagnolo Figura 4: Localizzazione dei rilievi eseguiti all interno del SIC IT Monti Ruffi (versante SW) nelle aree di prateria aggiornate a seguito dell azione A1 Monti Ruffi- Habitat 6210 e 6220 Pendenza media = 17% Esposizione prevalente = Sud Ovest Altitudine da 810 a 882 m s.l.m. Sup. tot. 579,40 ha Habitat cartografato Superficie in ha % superficie coperta Prateria Tip. A ,22 Prateria Tip. B ,65 Sup. totale (ha) Tabella 3: incidenza percentuale di ogni habitat Sono stati considerati i soli habitat di prateria, prateria arbustata e in parte arborata compresi gli oliveti in evidente stato di abbandono, contesti nei quali sono stati osservati gli animali al pascolo. 15

16 Figura 5: Localizzazione dei rilievi eseguiti all interno del SIC IT Monte Guadagnolo nelle aree di prateria aggiornate a seguito dell azione A1 Monte Guadagnolo- Habitat 6210 e 6220 Pendenza media = 6% Esposizione prevalente = Sud Ovest Altitudine da 900 a 1200 m s.l.m. Sup. tot. 569,00 ha Habitat cartografato Superficie in ha % superficie coperta Prateria Tip. A ,01 Prateria arbustata Tip. A ,29 Prateria Tip. B ,30 Prateria arbustata Tip. B ,54 Sup. totale (ha) Tabella 4: incidenza percentuale di ogni habitat 16

17 SIC IT : Dolomiti di Pietrapetrosa Di seguito si riportano due mappe in cui è possibile vedere gli habitat riscontrati nella Zona A (Località Costa Cervitale) e nella Zona B (Località Monte dell Impiso) e due tabelle con la sintesi delle superfici occupate da ogni habitat e l incidenza percentuale di ognuno di essi sulla superficie totale delle due zone individuate nel progetto. Figura 6: habitat individuati nella Zona A Costa Cervitale ZONA A Costa Cervitale- Habitat 6220 Pendenza media = 60% Esposizione prevalente = Sud Ovest Altitudine da 880 a 1248 m s.l.m. Sup. tot ,00 ha Habitat cartografato Superficie in ha % superficie coperta Area antropizzata Area prativa erosa Area boscata Prateria Prateria arbustata Roccia emergente Strade asfaltate Sup. totale (ha) Tabella 5: incidenza percentuale di ogni habitat 17

18 Figura 7: habitat individuati nella Zona B Monte dell Impiso ZONA B Monte dell Impiso- Habitat 6210 Pendenza media = 45% Esposizione prevalente = Sud Ovest Altitudine da 1020 a 1319 m s.l.m. Sup. tot ,00 ha Habitat cartografato Superficie in ha % superficie coperta Area prativa erosa Area boscata Prateria Prateria arbustata Roccia emergente Seminativo Sup. totale (ha) Tabella 6: incidenza percentuale di ogni habitat Le aree prative erose saranno obiettivo di interventi localizzati di ripristino, risemina e sfalcio mentre nelle praterie arbustate si provvederà al controllo/rimozione degli arbusti. 18

19 Caratterizzazione Fitosociologica SIC IT : Monti Ruffi (versante sw) Le praterie dei Monti Ruffi sono state studiate da Blasi et al. (1990) ed inquadrate in tre diverse tipologie riconducibili alle classi Thero-Brachypodietea e Festuco-Brometea coerenti con gli habitat prioritari indicati nel SIC Monti Ruffi (versante sw). Per una maggiore precisione delle analisi per lo studio dello stato del pascolo e rispettive tipologie si è reso necessario cartografare nuovamente i due habitat che nel Piano di Gestione venivano considerati in un unico mosaico di habitat (AA.VV., 2008). Figura 8 : SIC Monti Ruffi ricchezza di specie entro famiglia (Habitat 6210) Habitat 6210: i rilievi sono stati effettuati in località Ara delle Valli su un pianoro sospeso caratterizzato da un discreto strato di suolo, con limitati ambiti rocciosi di piccola entità (max 10 mq) riferibili all habitat 6110* Alysso-Sedion albi. In questa area è stato realizzato il quadrato permanente (Rilievo 2). In generale questo ambiente rimane molto contenuto in termini di superficie e sarà oggetto di una azione sperimentale di decespugliamento al fine di aumentare e migliorare la superficie prativa (Azione C1). Lo studio botanico (Azione A1) ha evidenziato la presenza di 63 specie comprese in 17 famiglie di cui quelle maggiormente rappresentate sono, in ordine decrescente: Poaceae, Asteraceae e Fabaceae. Prevalgono le terofite con buoni valori di copertura: Trifolium nigrescens, Bromus hordeaceus, B. intermedius, Trifolium resupinatum, Medicago rigidula, Hordeum secalinum. Tra le orchidacee: Orchis pauciflora, O. morio, O. tridentata e O. purpurea. Le specie più appetibili risultano essere Lolium perenne, L. rigidum, Poa annua, Phleum pratense, Dactilys hispanica, Avena barbata e Trifolium spp. 19

20 Figura 9 : SIC Monti Ruffi ricchezza di specie entro famiglia (Habitat 6220) Habitat 6210: i rilievi sono stati effettuati sui versanti ben esposti più o meno acclivi prossimi alla località Ara delle Valli, su substrati rocciosi calcari con scarso suolo superficiale e una buona presenza di Sedum spp. tipici dell habitat 6110* Alysso-Sedion albi. Complessivamente la copertura delle specie erbacee risulta scarsa anche per la presenza di rocce affioranti e pietre, in buona parte sono presenti aree cespugliate (Spartium junceum, ecc.) o alberi isolati di roverella (Quercus pubescens), carpino (Ostrya carpinifolia), ecc. Prevalgono le specie dotate di un buon apparato radicale come Dactylis hispanica e le terofite scapose (Crepis neglecta, Trifolium stellatum e Aegilops geniculata). Tra le orchidee: Orchis pauciflora e tra i cespugli e margine bosco Anacamptis pyramidalis e Limodorum abortivum. Le specie più frequenti appartengono alla famiglia delle Asteracee in genere poco appetite dagli animali al pascolo, mentre è buona la presenza delle Poaceae (Dactylis hispanica, Avena barbata, ecc.) e il contingente dei Trifolium spp.; è possibile la presenza di Festuca sp. non rilevata per la continua presenza di animali al pascolo. 20

21 SIC IT : Monte Guadagnolo Per il SIC di Monte Guadagnolo sono stati utilizzati i dati fitosociologici delle sole praterie riconducibili all habitat 6210 Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) (* notevole fioritura di orchidee), eseguiti in località Le Prata soggetta a sfalcio annuale di luglio per la produzione di foraggio (la zona è recintata ed è pascolata solo dopo l esecuzione dello sfalcio). All interno di questo ambiente sono presenti piccole zone con elevata rocciosità che non consentono lo sfalcio, ma presentano una vegetazione erbacea con caratteri più exerici riconducibili maggiormente all habitat 6220* - Percorsi sub steppici di graminacee e piante annue dei Thero- Brachypodietea. In buona parte dei casi queste zone sono già occupate da macchie arbustive con elementi arborei in evoluzione verso le formazioni forestali potenziali dell area. Numerose le Orchidacee presenti in questo habitat: Orchis morio, O. mascula, O. purpurea e Anacamptis pyramidalis, ecc. Figura 10 : SIC Monte Guadagnolo ricchezza di specie entro famiglia (Habitat 6210) Nel Report A1 sono state censite 63 specie di cui 2 non determinate, pertanto in Allegato 3 sono stati elaborati i dati relativi a 61 specie erbacee comprese in 20 famiglie di cui quelle maggiormente rappresentate sono, in ordine decrescente: Poaceae, Fabaceae e Asteraceae. Buoni valori di copertura sono dovuti a : Hordeum leporinum, Lotus corniculatus, Rhinantus minor, Cerastium ligusticum, Trifolium resupinatum, T. repens, Lolium perenne e Medicago minima. L indice di qualità specifico (IS) al quale corrisponde la classe di appetibilità risulta elevato per le specie appartenenti alle Poaceae (Dactylis hispanica, Lolium perenne, L. rigidum, Phleum pratense) e alle Fabaceae (Trifolium spp.) e in subordine per la presenza di Sanguisorba minor (Rosaceae) e Hippocrepis comosa (Asteraceae). 21

22 SIC IT : Dolomiti di Pietrapetrosa Habitat 6220 Sono state censite 191 specie appartenenti a 32 famiglie all interno dei quadrati riportati in Fig. 11 Le famiglie maggiormente rappresentate in tutta l area prativa ricadente nel SIC Dolomiti di Pietrapertosa sono: Asteraceae, Fabaceae, Poaceae e Lamiaceae. Figura 11: parcelle di rilievo floristico 22

23 Figura 12: Prateria zona A Costa Cervitale: ricchezza di specie entro famiglia In Costa Cervitale (prateria della zona A) sono state censite 167 specie e le famiglie maggiormente rappresentate sono, in ordine decrescente: Asteraceae, Poaceae, Fabaceae e Lamiaceae (Fig. 12). La specie che incide con indice di copertura medio superiore al 20% è il Brachipodium rupestris, tendendo a formare tappeti più omogenei (indicando pertanto una sociabilità elevata) correlata con una funzione ecosistemica altrettanto elevata. Pertanto la comunità vegetale tende a configurarsi come un brachipodieto sui versanti meno erosi. 23

24 Oltre al Brachypodium rupestre é il Triticum ovatum che in alcune parcelle, presenta un indice di copertura superiore al 20% (media = 9%). Quest'ultima specie tende a costituire un'associazione abbastanza anomala solo in alcune parcelle più prossime alla rete stradale. T. ovatum è una specie annuale tipica dei margini di ex coltivi, che in questo habitat indica una maggiore pressione antropica ed un degrado delle funzioni del suolo a causa dei processi di erosione degli strati più superficiali. Lo stesso vale per A. fatua, localizzata principalmente sulle fasce ai margini della strada. Le associazione che maggiormente tende a stabilizzare l habitat è rappresentata dalle seguenti specie: Brachypodium rupestre, Scabiosa crenata, Cynosurus cristatus, Ononis spinosa e Onobrychis alba. Tra le specie compagne con copertura significativa in alcune parcelle (minore del 15-20%), ma ampiamente distribuite, riportiamo le seguenti: Thymus longicaulis e Plantago lanceolata; Medicago lupulina, Trifolium campestre, Dactylis glomerata, Brachypodium rupestre e Koeleria splendens; Petrorhagia saxifraga, Festuca circummediterranea, Eryngium campestre e Bromus erectus; Galium lucidum, Hippocrepis comosa, Lotus corniculatus, Onobrychis alba, Polygala nicaeensis e Sanguisorba minor. In Allegato 4 è possibile vedere le specie rare, localmente distribuite, ossia quelle che sono state osservate in una sola parcella di monitoraggio. La maggiore ricchezza in specie, ed in particolare di specie con basso indice di copertura, indica un livello di biodiversità coerente con un elevato impatto antropico (zootecnico e non) ed un basso livello di azoto e potassio nel suolo. Ciò nonostante, la elevata diversità interspecifica e la presenza di leguminose, consente di prevedere l evoluzione della prateria verso una composizione ed una struttura più stabile in tempi biologici abbastanza brevi, sempre che vengano rimossi gli impatti e mitigati gli effetti già evidenziati. SIC IT : Dolomiti di Pietrapetrosa Habitat

25 Figura 13: Prateria zona A Monte Impiso: ricchezza di specie entro famiglia Sul Monte Impiso (prateria della zona B) sono state censite 114 specie. Le famiglie maggiormente rappresentate anche in questo caso sono: Asteraceae, Fabaceae, Poaceae e Lamiaceae. Rispetto alla prateria della zona A (habitat 6220), in quest area sono presenti più specie della famiglia delle Fabaceae rispetto alle specie appartenenti alla famiglia delle Poaceae. 25

26 Tra le specie con indice di copertura medio significativo (15-20) Cynosurus cristatus, Bromus erectus, Thymus longicaulis, Heliantemum nummularium, Cistus salvifolius, Eryngium campestre, Achillea millefolium, Dorycnium pentaphyllum (Allegato 4). Il Cynosurus cristatus e il Thymus longicaulis sono ampiamente distribuiti sulla superficie del pascolo. Entrambe con indice di copertura superiore al 20% in alcune parcelle di rilevamento, tendono a costituire un'associazione in cui è compreso in minor misura Bromus erectus che pure raggiunge il 20% di copertura solo in alcune aree di saggio. Pertanto questa prateria tende a configurarsi come un cinosureto-brometo. Tra le specie compagne ampiamente distribuite sulla praterie (quindi comuni entro habitat con copertura sempre minore del 15-20%) sono riportate: Carex caryophyllea, Centaurium erythraea, Euphrasia stricta, Hieracium hoppeanum, Linum bienne, Linum trigynum, Luzula campestris, Medicago lupolina, Petrorhagia saxifraga, Picris hieracioides, Plantago lanceolata, Prunella laciniata, Viola aethnensis; Aira cariophyllea, Festuca circummediterranea, Koeleria splendens, Sherardia arvensis, Trifolium arvense;acinos alpinus, Anthyllis vulneraria, Galium lucidum, Linum strictum, Lotus corniculatus, Phleum pratense, Scabiosa columbaria, Teucrium chamaedrys, Trifolium campestre, Trifolium pratense; Leontodon hispidus, Poa pratensis, Sanguisorba minor, Trifolium angustifolium. In Allegato 5 si evidenziano anche le specie rare (censite solo in una parcella e con indice di copertura inferiore o uguale all'1%), con distribuzione più localizzata; ossia quelle che sono state osservate in una sola parcella di monitoraggio. Le specie rare in habitat 6210 sono superiori a quelle riportate in habitat Questo è il risultato di una pressione di pascolamento più equilibrata e di un minore impatto antropico. Ciò nonostante, la presenza di nuclei di specie arbustive eliofile consente di prevedere che negli ultimi anni ci sia stata una riduzione della pressione di pascolamento sul versante più distale al punto di accesso. Per ogni parcella di monitoraggio è stato inoltre calcolato l indice di diversità di Shannon (H), indice che considera sia la ricchezza (numero di specie) che la loro abbondanza. I valori di H variano da un minimo di zero, in corrispondenza del quale la comunità è caratterizzata da una sola specie, all infinito. Il valore massimo dipende, quindi, non solo da un numero di specie ma anche dalla relativa abbondanza. A parità di ricchezze di specie, la parcella con indice di Shannon più elevato è quella con specie aventi la stessa percentuale di copertura (specie equamente rappresentate). p i = n i /N (frequenza della specie i) n i = % copertura della specie i-esima N = % copertura di tutte la specie 26

27 S = numero totale di specie Tale indice non è stato calcolato all interno dei SIC laziali, dal momento che in queste zone, si assiste ad una situazione molto più omogenea rispetto al SIC lucano. In Figura 14 si può osservare il valore H calcolato per parcella di monitoraggio. Nell area in giallo (Zona A) si notano valori di H molto diversi tra parcelle contigue, mentre nella Zona B i valori di diversità di Shannon sono molto simili tra loro. Questi risultati evidenziano una composizione e struttura eterogenea della prateria appartenente all habitat 6220, dovuta prevalentemente al maggior tasso di disturbo da attività antropiche ed animali. I risultati ottenuti nella prateria 6210 invece evidenziano una prateria a composizione e struttura stabile in cui il peso delle attività antropiche e del pascolo è meno visibile. 27

28 Figura 14: indice di diversità di Shannon entro parcelle di monitoraggio 28

29 Cenosi o tipi di pascolo Si sono evidenziate 2 tipologie di cenosi pabulabili con le seguenti caratteristiche: Nella zona A del progetto, in località Costa Cervitale, invece, la tipologia di pascolo è assimilabile all habitat Sono praterie xerofile (Brachipodieti) e discontinue con presenza di poacee annuali (Triricum ovata) di piccola taglia su substrato arenaceo soggetto ad erosione (Allegato 3). Quando le condizioni ambientali favoriscono i processi di sviluppo sia del suolo che della vegetazione, in assenza di pascolamento, questo tipo di prateria può essere invasa da specie perenni arbustive, come si sta verificando sul crinale nord-orientale di Costa Cervitale (invasione di ginestre) che tendono a soppiantare la vegetazione erbacea. Al contrario le aree sottoposte maggiormente al pascolamento (più prossime alla rete stradale) vanno incontro a processi erosivi a carico del suolo e della flora nativa. Consegue un degrado dei servizi ecosistemici e l'invasione di specie sinantropiche (cardi, grano selvatico e specie invasive biennali). La prateria ricadente nell habitat 6210 (Zona B del progetto Monte dell Impiso) è una prateria polispecifica perenne a dominanza di graminacee emicriptofitiche, tipica del Settore Appenninico e riferibile alla classe Festuco-Brometea interessata da una ricca presenza di specie di Orchideaceae. Si tratta di comunità endemiche, da xerofile a semimesofile sviluppate su substrati arenacei. Questa prateria rappresenta un habitat tipicamente secondario, il cui mantenimento è da mettere in relazione alle attività di pascolamento del bestiame ed alla persistenza delle tradizionali attività agro-pastorali. In assenza di tale sistema di gestione, i naturali processi dinamici della vegetazione favoriscono l insediamento nelle praterie di specie di margine ed arbustive come detto precedentemente (Allegato 4). 29

30 Zona B: pascolo 6210 Zona A: pascolo 6220 Figura 15: i due tipi di pascolo individuati nel SIC Dolomiti di Pietrapertosa 30

31 Il valore della Qualità Foraggera L'indice specifico (IS), negli Allegati, sintetizza i differenti aspetti agronomici del valore di pascolamento peculiari per ciascuna specie censita. Questi aspetti sono la produttività, il valore nutritivo, la quantità prelevata, sapore, digeribilità e la resilienza al pascolamento. SIC IT : Monti Ruffi (versante sw) Habitat 6210: Le specie più appetibili risultano essere Lolium perenne, L. rigidum, Poa annua, Phleum pratense, Dactilys hispanica, Avena barbata, Trifolium incarnatum, T. nigrescens e T. resupinatum con valori compresi tra 5-4. Il valore pastorale medio è buono (59,01), elevato rispetto al contesto, dovuto alla elevata presenza di ottime foraggiere come Trifolium nigrescens, Bromus hordeaceus e B. intermedius, elementi caratteristi dei cosiddetti brometi riconducibili all habitat Il risultato così elevato evidenzia come queste praterie, anche se di limitata estensione, possono essere gestite in modo ottimale con l intervento di decespugliamento (dominato da Rubus sp.) proposto con l Azione C1 del Progetto LIFE RI.CO.PR.I. Habitat 6220: Le specie più frequenti appartengono alla famiglia delle Asteraceae in genere poco appetite dagli animali al pascolo, Sanguisorba minor (IS=5), buona la presenza delle Poaceae come Dactylis hispanica (IS = 4) e Avena barbata (IS = 4), che insieme al contingente dei Trifolium spp. contribuiscono alla media qualità indicata dal valore pastorale medio pari a 18,18; è possibile la presenza di Festuca sp. non rilevata per la continua presenza di animali al pascolo. SIC IT : Monte Guadagnolo Per quanto riguarda l habitat 6220 prevalente sulle pendici di monte Cerella, nel SIC laziale di Monte Guadagnolo, il Carico Teorico verrà calcolato su base ponderale. In tale zona non è stato possibile effettuare i rilievi fitosociologici in quanto il cotico erboso, laddove presente, è risultato per tutto il periodo dello studio di altezza insufficiente alla determinazione delle specie. Si parte dall assunto che il valore ricavato attraverso le due metodologie di calcolo (fitopastorale e ponderale), siano comparabili L indice di qualità specifico (IS) al quale corrisponde la classe di appetibilità risulta elevato per le specie appartenenti alle Poaceae (Dactylis hispanica, Lolium perenne, L. rigidum, Phleum pratense) e alle Fabaceae (Trifolium spp.) e in subordine per la presenza di Sanguisorba minor (Rosaceae) e Hippocrepis comosa (Asteraceae). Il valore pastorale è buono con una media pari a 48,85, bisogna considerare che questo è dovuto alla buona gestione delle praterie in località Le Prata che non è applicabile al limitrofo mosaico costituito da lembi residuali di prateria e macchie cespugliate ed arborate conteggiate nel successivo carico teorico di bestiame. 31

32 SIC IT : Dolomiti di Pietrapetrosa Nello specifico contesto ecologico dell'habitat 6220 il pascolo è caratterizzato dalla presenza di numerose specie aventi valori di IS elevati e quindi valore alimentare elevato. Tra quelle ampiamente distribuite su gran parte della superficie sono (Zona A in giallo nella mappa riportata in Fig. 15), le seguenti: Dactylis glomerata, Phleum pratense e Lolium perenne con IS = 5; Onobrichys vicifolia, Trifolium incarnatum, Trifolium pratense, Trifolium repens, Vicia cracca e Poa pratensis con. IS = 4. Per quanto riguarda l'habitat 6210 (Zona B in verde): IS = 5 Lolium perenne, Dactylis glomerata e Phleum pratense; IS = 4 Poa pratensis, Trifolium repens, Trifolium incarnatum, Trifolium pratense e Poa pratensis. Anche in questo caso si tratta si specie comuni ed ampiamente distribuite. Complessivamente il Contributo specifico al Valore Pastorale per entrambi i siti è buono (VP = 27) (Allegato 4-5). Nell immagine (Fig. 16) si può osservare anche il valore medio dell Indice Sintetico (IS) per parcella sull intera area prativa all interno del SIC Dolomiti di Pietrapertosa divisa per tipologia di pascolo (in giallo l habitat 6220 in verde il 6210). Il valore medio di IS è stato rappresentato con simboli graduati (simboli più piccoli per valori bassi e simboli grandi per valori maggiori e con differente colorazione. Si registrano valori medi di IS molto eterogenei con prevalenza di valori compresi tra 1.25 e 1.45 (giallo e verde), solo 4 parcelle con valori minimi (compresi tra 1 e 1.15), due nella Zona A e due nella Zona B e due sole parcelle con valori medi più elevati lungo il transetto di monitoraggio in località Costa Cervitale. 32

33 Figura 16: IS medio nella zona Monte dell'impiso 33

34 Figura 17: VP medio nella prateria di Costa Cervitale In quest altra immagine (Fig. 17), invece, si può osservare il valore medio per parcella del Valore Pastorale (Vp). Anche in questo caso per la rappresentazione dei valori sono stati usati simboli graduati (simboli più piccoli per valori bassi e simboli grandi per valori maggiori) e con differente colorazione. Il Valore Pastorale si attesta mediamente su valori compresi tra 10 e 55. L'area A (6220) presenta una maggiore varianza dei valori pastorali rispetto alla zona B. 34

35 Il Carico Teorico La determinazione del Carico Teorico (CT) (CT = VP x K x CF) Dove: K = 0,02 (UBA x ha -1 x anno 1 ideale per il piano collinare e montano); CF = 0,7 (habitat 6220) e CF = 0,9 (habitat 6210). Riferendo il CT di bestiame alla sola stagione di pascolamento si determina il Carico Teorico Stagionale (CTS). Conoscendo l estensione in ettari delle facies pastorali si può calcolare il CTS dell intero pascolo. Di seguito le tabelle in cui è possibile osservare il calcolo del valore pastorale e del carico teorico dei SIC interessati dal progetto RI.CO.PR.I. SIC IT : Monti Ruffi (versante sw) e SIC IT : Monte Guadagnolo Zona/Habitat VP = 0,2 CSP x IS (dal database) K UBA*ha -1 *anno -1 CF CT = VP*K*CF (UBA*ha -1 *anno -1 ) Monti Ruffi , Monti Ruffi , Monte Guadagnolo , Il carico teorico stagionale nel SIC Monti Ruffi per l habitat 6210 e pari a 3,99 e per l habitat 6220 è pari a 37,97. Il carico teorico stagionale nel SIC Monte Guadagnolo per l Habitat 6210 è pari a 189,48 (nel calcolo è compresa la superficie di prateria arbustata). SIC IT : Dolomiti di Pietrapetrosa Zona/Habitat VP = 0,2 CSP x IS (dal database) K UBA*ha -1 *anno -1 CF CT = VP*K*CF (UBA*ha -1 *anno -1 ) Zona A/ Zona B/ Il carico teorico stagionale nella Zona A (Costa Cervitale habitat 6220), è pari a 17,44. Il carico teorico stagionale nella Zona B (Monte dell Impiso habitat 6210), è pari a 21,17. 35

36 Bibliografia AA.VV., s.i.a. - Piano di gestione del SIC IT Monte Guadagnolo. Provincia di Roma. AA.VV., 2008 Piano di gestione del SIC IT Monti Ruffi (versante SW). Lynx Natura e Ambiente s.r.l. - Provincia di Roma. Bagella S., Valore pastorale delle associazioni vegetali: un esempio di applicazione nell Appennino umbro-marchigiano (Italia). Fitosociologia 38 (1): Blasi C., Tilia A., Abbate G., 1990 Le praterie aride dei M.ti Ruffi (Lazio Italia centrale). Ann. Bot. (Roma) XLVIII, suppl. 7: Daget P., Poissonet T., Analyse phytologique des prairsies. INRA, Montpellier Document 48: Dainelli N., 2011 L osservazione della Terra Fotointerpretazione. Dario Flaccovio Editore, Palermo. Gusmeroli F., Della Marianna G., Puccio C., Corti M., Maggioni L., Indici foraggeri di specie legnose ed erbacee alpine per il bestiame caprino. Quaderno SOZOOALO n 4. Roggero P.P., Bagella S., Farina R., Un archivio dati di Indici specifici per la valutazione integrata del valore pastorale. Rivista di Agronomia, 36 (2): Tilia A., Monti Ruffi. In Dinelli A. e Guarrera P.M. (a cura di), Ambienti di particolare interesse naturalistico del Lazio. Censimento del patrimonio vegetale del Lazio, quaderno n. 2: Reg. Lazio, Ass. alla Cultura- Univ. La Sapienza, Dip. Biologia Vegetale. Scoppola A., Pelosi M., I pascoli nella Riserva Naturale Regionale del Monte Rufeno. Fitosociologia 30,

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