Intervento dell Assessore della Provincia di Napoli. Dott.ssa Angela Cortese. Roma, 14 maggio 2004
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1 Intervento dell Assessore della Provincia di Napoli Dott.ssa Angela Cortese Roma, 14 maggio 2004 Convegno Accrescere l occupazione: nuovo mercato del lavoro e istruzione per investire nel capitale umano Da soli pochi giorni si è realizzato un ampio processo di rafforzamento e di allargamento dell Unione. Con l ingresso dei nuovi paesi nella comunità europea si rafforza quel sogno di integrazione tra popoli che, pur diversi tra loro, intendono fondare e condividere uno visione del mondo basata sullo Stato di diritto, sulla difesa della libertà, della democrazia, della stabilità e dell unione dei popoli e, perciò stesso, un Unione Europea che sceglie di essere messaggera di pace e di tolleranza nel mondo. Ma l emozione di vivere un momento storico senza precedenti non deve farci dimenticare che le ingegnerie istituzionali non bastano. L altro grande evento sarà la firma della Costituzione, un decisivo passo avanti per la costruzione di una Comunità non solo economica, ma anche politica e sociale.
2 In altre parole bisogna ora accelerare l azione comune per creare le condizioni di una Cittadinanza europea in cui ciascuno possa pienamente riconoscersi come cittadino, lavoratore, studente. E consapevolezza di tutti che in questo la scuola gioca il suo ruolo fondamentale. La partita del terzo millennio si gioca sul grande tavolo della risorsa umana, che come sottolineano da tempo i documenti europei si presenta sempre di più come la risorsa strategica per eccellenza. Le grandi sfide che attendono il Paese quelle appunto della società della conoscenza vanno ingaggiate sul terreno di una cultura fondata non solo sulla memoria del patrimonio consolidato, ma anche sulla possibilità di acquisire quella che ormai comunemente si definisce l intelligenza duttile che si esprime nella capacità di imparare ad imparare. Solo la formazione di una capacità siffatta può infatti consentire ai giovani del nostro tempo di essere all altezza della accelerazione crescente dei processi culturali, scientifico-tecnologici, socio-economici che investono le società mature. In tutto il continente si rende necessario un ripensamento dei sistemi educativi per adattarli a questa dimensione. A livello formale, questo nuovo assetto richiede una progressiva omogeneizzazione delle strutture dei diversi sistemi nazionali e dei loro
3 prodotti (creazione di un sistema di crediti formativi e equipollenza diretta dei titoli). A livello sostanziale diventa imprescindibile l identificazione di contenuti e strategie di insegnamento/apprendimento comune, in grado di sviluppare questo doppio senso di appartenenza e cittadinanza. Il fatto di trovarsi a competere in uno spazio aperto, libero da barriere per la circolazione dei cittadini e libero da protezionismi economici, ha messo in moto tra gli Stati un processo di influenza reciproca, orientato verso gli esempi più produttivi tratti dall esperienza degli altri paesi presenti nella comunità. Nel libro bianco sull istruzione di Delors si legge che la scuola deve aiutare a conseguire i saperi che servono, deve riuscire a progettare e a coniugare il sistema della formazione con il senso della previsione del futuro. Bisogna pensare ad una scuola che, tra le altre cose, favorisca l incontro tra domanda e offerta di lavoro, tra cultura generalista e cultura specialistica. C è bisogno di una formazione professionale adeguata alle esigenze di sviluppo del Paese e alla strategia adottata dalla UE a favore dell occupazione; una strategia che promuove una forza lavoro qualificata e in grado di rispondere ai mutamenti economici e alla variabilità dei mercati del lavoro. Disegno che evidenzia la centralità dell investimento sulle risorse
4 umane e che viene riproposta, non a caso, come titolo del convegno di questa mattina. Ma basta un rapido sguardo alla realtà dell istruzione professionale in gran parte del Paese e soprattutto in Campania e a Napoli per capire che, senza investimenti strutturali, senza un radicale ripensamento, senza investimenti nella formazione dei formatori, senza risorse economiche, quello della formazione professionale non sarà mai un percorso alternativo credibile. E, questo della formazione professionale uno dei punti più critici dell intero processo di riforma del sistema istruzione/formazione. Perché se è vero che il nostro paese può contare su un sistema dell istruzione, pur con tutti i suoi problemi, autorevole e territorialmente diffuso, altra cosa è la consistenza dell altro polo, la Formazione Professionale Regionale. Le enormi differenze tra regione e regione, fanno decisamente temere che il nuovo sistema educativo vada a vantaggio delle regioni più ricche e meglio organizzate, dove esiste un tessuto produttivo vivace, dove una tradizione di raccordo è già consolidata. E noto che, in Campania, così come in quasi tutte le regioni meridionali, la F.P. non ha mai assunto la funzione di volano di sviluppo, semmai, in particolare per quanto riguarda i fondi europei, se ne è fatto un uso improprio di ammortizzatore sociale e di risposta passiva alle pressioni dei disoccupati sul mercato del lavoro.
5 Gli istituti professionali sono quelli che determinano i tassi di abbandono più alti. Spesso costituiscono scelte di ripiego per ritardare l ingresso nel mondo del lavoro. E evidente a tutti, che con queste premesse è difficile ipotizzare la costruzione di un credibile sistema binario. Eppure, sempre in quest ultimo decennio, abbiamo assistito ad un profondo processo di trasformazione istituzionale. Basti pensare all art. 21 della L.59/1997, e al conseguente regolamento in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche, che ha individuato tra le finalità dell autonomia organizzativa, la realizzazione della flessibilità, l integrazione e il coordinamento con il contesto territoriale. Identità integrata delle istituzioni scolastiche che viene sancita dal Piano dell offerta formativa, che riflette le esigenze del contesto culturale, sociale ed economico. Contemporaneamente, con il Decreto Legislativo n. 112 del 1998, lo Stato trasferiva agli Enti Locali le funzioni e i compiti amministrativi in materia di istruzione. Una lettura ragionata di queste funzioni che tutte presuppongono una costante attività di programmazione e di integrazione rende evidente che quello che viene chiesto alle Province è, in definitiva, un azione di governo territoriale del sistema integrato dell istruzione e della
6 formazione che si ponga a cerniera tra la scuola autonoma e lo Stato, al quale va il compito di garantire che dovunque siano organizzati i livelli essenziali di istruzione e formazione. Non c è dubbio che i mutamenti determinati dalle innovazioni istituzionali introdotte dal processo di riforma oltre ad affidare nuove responsabilità amministrative agli enti locali, ne mutano sostanzialmente il ruolo e la funzione. Questi ultimi da puri e semplici gestori di procedure e fornitori di strutture e di utenze, assumono ora il ruolo di programmatori dell offerta formativa e di promotori di azioni territoriali ad ampio raggio in un contesto, oltretutto, in cui l autonomia degli altri attori istituzionali è ampia e consistente. E in questa chiave che la Provincia di Napoli ha istituito le Conferenze d Ambito. Le Conferenze d Ambito La suddivisione del territorio in ambiti funzionali al miglioramento dell offerta formativa.
7 Possiamo definire le Conferenze d Ambito come il luogo dell esercizio condiviso delle responsabilità derivanti dai rispettivi compiti e funzioni sul tema del miglioramento dell offerta formativa. Le Conferenze d Ambito, nel quadro degli indirizzi tracciati dalla Regione Campania, hanno come scopo quello di creare sinergie tra le forze sociali ed economiche per realizzare un intervento sul territorio che sia improntato a criteri di collaborazione orizzontale tra le autonomie locali, titolari delle competenze in materia di istruzione, formazione e transizione al lavoro e tra queste ultime le parti sociali, gli attori istituzionali e non presenti a livello locale. Compongono la Conferenza d Ambito: il Presidente della Provincia di Napoli o, su delega, l Assessore alle Politiche formative, con funzioni di presidenza; i Sindaci dei Comuni e i Presidenti delle Comunità Montane o Isolane dell Ambito; il Direttore Generale dell Ufficio Scolastico Regionale; i Dirigenti Scolastici degli Istituti Superiori dell Ambito; il Presidente del CREB;
8 il Coordinatore dell Area Programmazione Scolastica della Provincia di Napoli; i Responsabili dei Centri per l Impiego afferenti al territorio dell Ambito; il Presidente della Commissione Istruzione della Provincia di Napoli. Sono in distribuzione copie della pubblicazione Linee guida per l organizzazione delle conferenze degli ambiti funzionali al miglioramento dell offerta formativa, presso lo stand della Provincia di Napoli. Assessore alle Politiche Formative Dott.ssa Angela Cortese
la L.R. 21 aprile 1999, n.3 Riforma del sistema regionale e locale capo III: Istruzione e formazione professionale;
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