I Carabinieri danno il benvenuto alle nuove motociclette Ducati multistrada

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1 I Carabinieri danno il benvenuto alle nuove motociclette Ducati multistrada ROMA Ieri mattina, all interno del parco del Comando Generale dell Arma dei Carabinieri, sono state presentate le moto Ducati che hanno fatto ufficialmente ingresso nel mondo dell Arma. L evento si è svolto alla presenza del Comandante Generale Tullio Del Sette, dell Amministratore Delegato Ducati Motor Holding Ing. Claudio Domenicali e dei vertici dello Stato Maggiore dei Carabinieri. Le Ducati in dotazione all Arma sono la Multistrada 1200 S e la Multistrada 1200 Enduro. Le nuove moto della Casa di Borgo Panigale vanno a rafforzare il servizio di pronto intervento e di controllo del territorio dei Nuclei Radiomobili delle principali città italiane, per ora Roma e Messina, e saranno già impiegate in occasione del G7 di Taormina. I nuovi esemplari sono dotati di livrea istituzionale e di un allestimento specifico, caratterizzato da una maggiore potenza (160 cv) e da un elettronica di bordo sofisticata (gestione della frenata, trazione e sospensioni), pur mantenendo la tradizionale linea del segmento touring/enduro-stradale.

2 La versione Arma della nuova Multibike, già dotata di soluzioni tecnologiche all avanguardia, è accessoriata con appositi dispositivi sonori e luminosi, con la radio veicolare CC e l alloggiamento per l armamento di Reparto. Ducati è particolarmente orgogliosa di poter mettere a disposizione la tecnologia, lo stile e la qualità delle proprie moto all Arma dei Carabinieri, ha commentato Claudio Domenicali, Amministratore Delegato Ducati Motor Holding. L Arma potrà contare sul meglio della tecnologia avanzata Made in Italy a due ruote per il segmento dual touring. Con i suoi 160 CV la Multistrada è un veicolo eccezionale come combinazione tra prestazioni, indispensabili per i particolari impieghi a cui l Arma utilizza questi veicoli, comfort, guidabilità e capacità di carico. Sono davvero convinto che la tipica sportività Ducati, combinata con la qualità e affidabilità del nostro marchio, rappresentino una combinazione eccellente per questo impiego. A nome dell azienda che rappresento, e di tutti i lavoratori, ringrazio l Arma dei Carabinieri per la fiducia e l opportunità di offrire il nostro contributo al loro prezioso lavoro, combinando due eccellenze italiane. È motivo di grande soddisfazione e orgoglio, ha affermato il Generale Del Sette, che la Ducati abbia messo a disposizione dell Arma questi gioielli dell industria italiana delle due ruote. Sia la moto che la Casa rappresentano eccellenze italiane riconosciute a livello internazionale, dove anche l Arma, soprattutto nel recente passato, esprime la sua cifra distintiva. Legare il nome dell Arma dei Carabinieri al prestigioso marchio Ducati, con il suo glorioso passato di tradizione e successi, costituisce un evento di grande importanza storica che, ne sono certo, darà importanti risultati già a partire dai prossimi giorni in occasione del G7 di Taormina. Inseguimento in mare, arrestati trafficanti albanesi. La Finanza effettua max sequestro di marijuana Negli ultimi giorni, le unità aeronavali del Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Bari in coordinamento con il Gruppo Aeronavale della Guardia di Finanza di Taranto che svolge funzioni di Centro di Coordinamento Locale Frontex per l operazione TRITON, in due distinte operazioni, hanno localizzato, nelle acque internazionali adiacenti le coste pugliesi, due grossi gommoni visibilmente carichi di involucri solitamente utilizzati per il

3 confezionamento di sostanza stupefacente che navigavano, a forte velocità, verso le coste del barese e del brindisino. In entrambe le occasioni le veloci motovedette delle Fiamme Gialle si lanciavano all inseguimento dei mezzi sospetti che, al termine di concitati inseguimenti, venivano raggiunti, abbordati e fermati, nonostante le pessime condizioni del mare molto mosso. I finanzieri sorprendevano a bordo dei due gommoni, quattro trafficanti di nazionalità albanese, che venivano arrestati e posti a disposizione delle locali Autorità Giudiziarie. Il gommone di 9 metri con due motori da 300 HP, fermato nelle acque antistanti Bari, trasportava 79 colli di varie dimensioni per un totale di chilogrammi di marijuana mentre l altro, di circa 8 metri dotato di due potenti motori, bloccato al largo di Villanova (BR), conteneva 77 colli adeguatamente celati da un grosso telone, per complessivi 1.413,50 kg. di marijuana. I due ingenti carichi di droga sequestrati dalla Guardia di Finanza, se immessi in commercio, avrebbero fruttato al dettaglio all organizzazione criminale, oltre 30 milioni di euro.

4 Sono in corso approfondite indagini in collaborazione con le Autorità di Polizia albanesi, per il tramite del Nucleo di Frontiera Marittima della Guardia di Finanza di stanza a Durazzo, con il coinvolgimento del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia del Ministero dell Interno italiano, finalizzate ad individuare le organizzazioni responsabili dell illecito traffico. Solo negli ultimi 10 giorni sono circa otto le tonnellate di marijuana sequestrate dai finanzieri, in mare e sulla costa dal Salento al Gargano. Operazione Mare Monstrum. La politica a Trapani travolta: in manette il candidato sindaco Fazio. Indagata la sottosegretaria Vicari ROMA Un operazione dei Carabinieri dei comandi provinciali di Palermo e Trapani, coordinata dal procuratore capo di Palermo Francesco Lo Voi, dall aggiunto Dino Petralia e dai sostituti Luca Battinieri e Francesco Gualtieri, che all alba hanno dato esecuzione ad un provvedimento cautelare emesso dal GIP del Tribunale di Palermo, che su richiesta della locale Procura della Repubblica ha fatto scattare gli arresti domiciliari per il deputato regionale Girolamo Fazio, ex sindaco di Trapani e adesso candidato nuovamente a Sindaco, e per il funzionario della Regione Siciliana Giuseppe Montalto capo della segreteria particolare dell Assessore Regionale alle infrastrutture e mobilità. E finito invece in carcere Ettore Morace l armatore della Liberty Lines.

5 Indagata per corruzione anche la sottosegretaria e senatrice Simona Vicari: avrebbe ricevuto Rolex in cambio di un emendamento che riduceva l Iva sul trasporto marittimo. Inoltre il gip ha disposto la sospensione dal pubblico ufficio di Orazio Gisabella, militare dell Arma dei Carabinieri, in servizio in un altra regione. Le indagini hanno consentito di accertare reati di corruzione, turbata libertà degli incanti, violenza o minaccia a pubblico ufficiale, accesso abusivo ad un sistema informatico, rivelazione del segreto d ufficio ed installazione di apparecchiature atte ad intercettare conversazioni telefoniche. nella foto Simona Vicari È bufera aperta quindi sulla campagna elettorale di Trapani: dopo la richiesta di soggiorno obbligato per il candidato Tonino D Alì, un provvedimento della magistratura colpisce anche l altro candidato del centrodestra, l avvocato Girolamo Fazio, che nel 2012 era stato eletto nell Assemblea regionale siciliana nelle liste del Pdl, e successivamente è passato al gruppo misto.

6 Il procuratore Francesco Lo Voi ha dichiarato che l armatore Ettore Morace e entrato in contatto con un politico nazionale, attraverso un tramite, e ha cosi ottenuto l approvazione di un emendamento che riduceva dal 10 al 4 per cento l Iva sui trasporti marittimi urbani. Sia il politico, che il tramite hanno ricevuto in cambio due Rolex, L indagine è stata incentrata infatti sulla figura dell armatore Ettore Morace, proprietario della Liberty Lines, con sede in Trapani e leader nel settore del trasporto passeggeri su imbarcazioni veloci, e prendeva avvio dal riscontro di gravi irregolarità circa l affidamento, proprio a favore della sua compagnia di navigazione, dei servizi di collegamento a mezzo unità veloci per le isole Egadi ed Eolie. Nello specifico, si accertava un sovradimensionamento della compensazione finanziaria, ottenuto attraverso l indebita ingerenza di Salvatrice Severino, già dirigente del servizio trasporto regionale aereo e marittimo dell assessorato alle infrastrutture e trasporti, nonchè del deputato regionale trapanese Girolamo Fazio.

7 I fratelli Morace oltre a guidare il Trapani Calcio squadra che hanno portato in un decennio dai campi polverosi dei campionati dilettantistici sino alle soglie della serie A. Un miracolo calcistico che è forse definitivamente tramontato ieri sera quando i granata hanno perso a Brescia e sono retrocesssi in Lega Pro, ma soprattutto quando all alba di questa mattina i Carabinieri hanno arrestato Ettore Morace. I Morace sono con i Franza i re del mare in Sicilia avendo di fatto quasi un duopolio sui trasporti con le isole minori. Adesso la società Liberty Lines spa rischia anche di avere problemi perdendo una guida consolidata proprio a ridosso della stagione estiva. Proprio qualche giorno fa la compagnia di navigazione era stata premiata dal governatore Rosario Crocetta con una speciale attestazione di merito come azienda di eccellenza. Nel corso delle investigazioni veniva verificato tra l altro, che esisteva una reale cointeressenza economica tra l armatore Morace e l onorevole Fazio, tale da poter ipotizzare il reato di abuso d ufficio nella condotta di quest ultimo. Si è, altresì, registrato un notevole attivismo del Morace nel tessere una vasta e diversificata rete di supporto politico-istituzionale, a livello regionale e nazionale, finalizzata al rafforzamento della posizione di quasi monopolio della Liberty Lines e all aggiudicazione di fondi regionali gonfiati.

8 nella foto Palazzo Reale sede della Regione Sicilia Morace gode del forte appoggio del Sottosegretario di Stato al Ministero dei Trasporti, Senatrice Simona Vicari, il cui fratello è alle dipendenze della compagnia Liberty Lines. Attraverso l interessamento della sottosegretaria, il Morace riusciva ad ottenere nel periodo monitorato la presentazione e l approvazione di un emendamento alla legge di stabilità dello Stato con il quale veniva ridotta l imposta d IVA dal 10% al 5% per i trasporti su navi veloci, causando un ammanco alle casse dello Stato di 7 milioni di euro e, conseguenziale, notevole arricchimento della società Liberty Lines; il ritiro della proposta di nomina di un consulente, inviso a Morace, all Assessorato Regionale ai Trasporti.

9 A sua volta il capo della segreteria dell assessore ai Trasporti della Regione Sicilia, Giuseppe Montalto, sfruttando il suo ruolo, otteneva dal Morace l assunzione di un amico giornalista, presso l ufficio stampa della Liberty Lines e la più che favorevole liquidazione del trattamento di fine rapporto con Siremar s.p.a. dell amica Marianna Caronia. Morace era molto attivo anche per ottenere un intervento presso il CGA-Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana al fine di ottenere il ribaltamento della sentenza del TAR Sicilia del 21 febbraio 2017, dispositivo con il quale era stato rigettato il ricorso presentato dalla Liberty Lines avverso l annullamento in autotutela della gara d appalto per i trasporti su navi veloci per il Tale annullamento era stato operato dalla Regione Sicilia, a causa delle riscontrate sovracompensazioni. Di fatto, con la decisione del TAR, la compagnia di navigazione aveva perso 24 milioni di euro; Morace insieme al fratello Gianluca, organizzava un attività di intercettazione abusiva nei confronti di un suo dipendente, che sospettava di essere in accordo con la concorrenza. Tale attività veniva attuata con l ausilio di un agenzia di investigazioni private ed attraverso l installazione di uno spyware sul telefono cellulare del dipendente. Attraverso tale attività illecita, i fratellli Morace riuscivano ad assumere importanti informazioni che confermavano i loro sospetti. Il Gruppo Franza poneva a sua volta in essere manovre per danneggiare il concorrente Morace, condotte anche grazie al concorso del carabiniere Gisabella.

10 Il procuratore Francesco Lo Voi, nel corso della conferenza stampa a proposito di Fazio, ha ricordato che Il giudice delle indagini preliminari parla di uno stabile asservimento a Morace rilevando che Morace, al centro di questa indagine, ha fatto della corruzione una modalità quasi ordinaria dei rapporti fra sé e i pubblici amministratori. Il deputato regionale Fazio avrebbe ottenuto dall armatore assunzioni, biglietti per i traghetti e l uso di una Mercedes. L armatore è entrato in contatto anche con un esponente politico di rilievo nazionale, aggiunge il procuratore Lo Voi. Il politico, cioè il sottosegretario Vicari, attraverso un intermediario, si sarebbe speso per l approvazione di un emendamento che doveva ridurre l Iva sui trasporti marittimi dal 10 al 4 per cento. Il favore a Morace venne concesso, e nel Natale dell anno scorso furono regalati due Rolex. Uno è stato riconsegnato nel corso delle perquisizioni di stamattina. Sono indagati anche due esponenti politici nazionali. L indagine è stata possibile grazie al coraggio e al valore di un dirigente regionale che ha segnalato il caso, dice il procuratore aggiunto Dino Petralia. Le indagini sono state condotte in tempi record, appena dieci mesi. Ci siamo trovati di fronte a una centrale

11 della corruzione, con dei raggi anche in altri settori. Noi non ci occupiamo di politica, facciamo indagini e processi ha dichiarato il procuratore capo Lo Voi in conferenza stampa- possono essersi delle coincidenze temporali casuali, ma non c è alcun sistema ad orologeria. Parlare di giustizia ad orologeria è affrettato e ingeneroso. Le motivazioni della sentenza di appello per D Alì dai quali sono stati tratti elementi per la richiesta sono arrivate appena un mese fa. L affitto nel palazzo storico a prezzi ridicoli per il procuratore ROMA La famiglia Zuccarelli vive nella palazzina Rothschild di Villa Pignatelli a Napoli, sulla Riviera di Chiaia, area ritenuta il salotto buono della città. La signora ci vive perché è figlia di un ex dipendente statale al quale fu assegnata la casa nel 1961, cioè 51 anni fa, dovendosi egli occupare dell enorme giardino della Villa. Dopo la scomparsa di lui, l immobile è passato automaticamente, anche se non avrebbe dovuto essere così, nella disponibilità della figlia che non aveva alcun rapporto con la Soprintendenza. Fausto Zuccarelli è uno dei magistrati sicuramente più conosciuti nel capoluogo campano ricoprendo la carica di coordinatore della sezione Antiterrorismo ed in precedenza è stato uno dei pm più rigorosi nella sezione Reati finanziari.

12 Una casa dove però già cinque anni fa il magistrato dichiarava in occasione di un furto subito nel 2012, di non abitare più. A Napoli sono numerosi gli inquilini che vivono in location dal valore inestimabile a fronte di fitti assai modesti e, comunque, al di sotto della media del mercato immobiliare. Palazzi, monumenti e strutture storiche di proprietà delle varie Soprintendenze che, solo a partire dal 2012, sono stati oggetto di indagine ad ampio spettro sulla legittimità delle occupazioni. Un mare di carte dove spesso s incrociano cognomi importanti. La Guardia di Finanza ha avviato riscontri sulle case monumentali di Napoli e su chi le occupa e su tutti coloro che hanno consentito il verificarsi di queste condizioni di illegittimità omettendo il proprio intervento con conseguente danno erariale, che ha già portato all incriminazione di cinque alti dirigenti del Ministero dei Beni culturali e dell Agenzia del Demanio ai quali viene contestato un mancato incasso di un milione di euro. Terrorismo: un fermo e un espulsione a Bari ROMA Nell ambito dell attività di prevenzione e contrasto al terrorismo internazionale attuata dalla Polizia di Stato, la DIGOS della Questura di Bari con la collaborazione delle DIGOS di Foggia e Padova, coordinate della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione/UCIGOS hanno effettuato e concluso l operazione di polizia denominata BARAKAAT. Le indagini dirette dai pm della Dda di Bari Giuseppe Gatti e Lidia Giorgio, con il supporto della Procura della Repubblica di Foggia, sono state avviate nel 2016, nei confronti dell indagato tunisino Kamel Sadraoui, di 34anni, regolarmente residente in provincia di Foggia. L operazione, tesa a prevenire e a debellare il fenomeno dei cosiddetti lupi solitari ispirati dal Daesh/Isis, ha portato lo scorso 5 maggio all esecuzione della misura cautelare della custodia in carcere, per il reato di apologia del terrorismo, nei confronti del detto Sadraoui. Il provvedimento è stato depositato dal Tribunale della Libertà di Bari in data 14 parile 2017, in accoglimento dell appello del Pubblico Ministero avverso l iniziale ordinanza di rigetto da parte del GIP del Tribunale di Foggia, che aveva escluso la

13 configurabilità del delitto di apologia. Avvalendosi di sofisticate tecniche di monitoraggio del web, in particolare dei social media, gli investigatori hanno documentato come il cittadino tunisino fosse impegnato in attività di propaganda dello Stato Islamico tramite la pubblicazione su Facebook di video e post di esaltazione delle azioni compiute dalle milizie della stessa formazione terroristica. Sadraoui, peraltro, era solito accompagnare i documenti di propaganda con la frase Lo Stato Islamico sopravviverà. Nel medesimo contesto è stato accertato che l estremista tunisino, durante una conversazione, aveva esaltato la figura dell attentatore dei mercatini di Natale di Berlino. Pertanto, all esito delle indagini che hanno anche documentato la detenzione illegale da parte dell indagato di un arma da fuoco l 8 febbraio 2017 gli uomini dell Antiterrorismo della Polizia di Stato hanno eseguito il fermo disposto dal Procuratore distrettuale di Bari nei confronti del tunisino per il reato di apologia del terrorismo attraverso le sue attività di propaganda su Internet Alle fasi operative, nel cui ambito sono state effettuate anche alcune perquisizioni nel foggiano, hanno preso parte anche i reparti speciali dei Nocs della Polizia di Stato, in ragione del profilo di pericolosità del Sadraoui, desumibile dalla detenzione di una pistola e dai suoi collegamenti con ambienti legati alla criminalità locale,

14 oltre che dai suoi contatti sul web con soggetti attestati su posizioni filo-jihadiste. Nel corso dell attività investigativa è emersa anche quale figura di interesse, quella del fratello del fermato B. Sadraoui di anni 32 (titolare di permesso di soggiorno per motivi di lavoro emesso dalla Questura di Foggia), il quale aveva manifestato nel web analoghe posizioni filo-jihadiste. Nelle intercettazioni telefoniche diffuse dalla Polizia si sente lo scarrellamento della pistola da parte di un uomo che dice: L arma che ho sta sempre carica ci sono 30 colpi nel kalashnikov Quest ultimo, rintracciato l 8 maggio scorso dalla DIGOS di Padova, è stato poi espulso il successivo 13 maggio, perché pericoloso per la sicurezza, in esecuzione di provvedimento emesso dal Prefetto di Padova sulla base degli elementi informativi acquisiti a suo carico nelle indagini baresi. Continua l ondata di delinquenza a Taranto. Lo Stato dov è? ROMA Ancora un incendio doloso a Taranto, dove un incendio, quasi certamente di natura dolosa, ha distrutto nella scorsa notte alle 23:40 quattro auto in esposizione della società Pianeta Auto un rivendita di auto plurimarche, con sede in via Cesare Battisti 543, all interno della quale, nel cortile si è sviluppato il rogo. Per spegnere le fiamme dell autorivendita sono intervenuti i Vigili del Fuoco. Ingenti i danni all attività commerciale. La concessionaria è situata a pochi metri dalla sede dell ex-corpo Forestale dello Stato (ora Carabinieri).

15 Quanto avvenuto L ennesima conferma di quanto sosteniamo da mesi e cioè che nella città di Taranto occorre un pugno di ferro per garantire la sicurezza con la dovuta prevenzione, sopratutto nelle ore notturne, dove la città diventa terra di nessuno. E dove la parola prevenzione non esiste. E non è finita. Infatti giovedì nel primo pomeriggio è divampato un incendio di natura dolosa in Corso Piemonte negli uffici di un Caf Labor, riconducibile a Michele Patano, candidato al consiglio comunale con la Lista Progetto in Comune a sostegno di Baldassari Sindaco. Danneggiati i locali e bruciati una marea di documenti fiscali di molti cittadini sino al provvidenziale intervento dei vigili del fuoco che sono riusciti a spegnere le fiamme. Sul posto oltre ai pompieri, che hanno spento l incendio evitando ulteriori danni, anche gli agenti della Polizia e della Digos le cui indagini è facilmente presumibile non porteranno a nulla. Dai primi accertamenti dei Vigili del Fuoco. risulta che il rinvenimento di una bottiglia di plastica che conteneva sicuramente benzina. Qualcuno in Questura avrà ancora il coraggio di dire che Taranto è una città sicura? Dopo l incendio all autovettura del nostro direttore e le minacce ricevute, gli incendi a strutture ricettive commerciali di proprietà di una candidata alle elezioni amministrative, le continue sparatorie in pieno centro, persino a pochi metri dalla Prefettura e dall adiacente commissariato Borgo della Polizia di Stato, le cui indagini si protraggono inutilmente da mesi, ancora una volta la città è nelle mani della criminalità che fa quello che vuole, sopratutto nelle ore notturne quando manca un sufficiente controllo e prevenzione.

16 nella foto il Viminale, sede del Ministero dell Interno C è da auspicarsi che a questo punto che i parlamentari Tarantini si rivolgano al Ministero dell Interno affinchè intervenga e garantisca la sicurezza anche per i cittadini di Taranto che non sono figli di un Dio minore e che hanno diritto alla propria sicurezza. Confermata dalla Corte di Cassazione la condanna a Schettino: 16 anni

17 ROMA La Corte di Cassazione ha aggiunto così la parola fine alla vicenda giudiziaria del naufragio della Costa Concordia avvenuto all Isola del Giglio (Grosseto) il 13 gennaio 2012, ed ha confermato la condanna a 16 anni di carcere per Francesco Schettino il comandante della Costa Concordia, che ha atteso il verdetto davanti al carcere di Rebibbia, pronto a costituirsi: Busso in carcere per costituirmi perché credo nella giustizia. Il suo avvocato Saverio Senese ha spiegato che Schettino voleva evitare la mortificazione di vedersi con le manette ai polsi. E quindi ha scelto di costituirsi spontaneamente per evitare l ennesima gogna mediatica. Eravamo in contatto telefonico, io dal tribunale e lui dal carcere. Subito dopo la sentenza si è presentato in portineria. Francesco Schettino il comandante della nave finita contro gli scogli dopo che lui aveva deciso di cambiare la rotta è stato condannato a 16 anni in primo grado, sentenza confermata in secondo. E ora anche in via definitiva dalla cassazione che nel suo verdetto ha tolto solo un mese di reclusione per l ex comandante, per la prescrizione di una pena accessoria. Rigettato invece il ricorso del procuratore generale che

18 aveva chiesto una condanna più alta. L avvocato Senese ha poi annunciato l intenzione di fare ricorso alla Corte europea: Aspettiamo le motivazioni della Cassazione ma ritengo che nel processo a Schettino ci siano state una serie di violazioni dei diritti di difesa e faremo ricorso a Strasburgo. Schettino sa di essere responsabile ha aggiunto il penalista ma non colpevole. Chiaramente di diverso avviso Francesco Verusio l ex procuratore capo di Grosseto che con i pm Alessandro Leopizzi e Stefano Pizza aveva guidato le indagini: Questa sentenza dimostra che la procura di Grosseto ha lavorato bene, anche se alla fine mi dispiace umanamente, ha detto. La Costa Concordia andò a schiantarsi contro gli scogli dell Isola del Giglio a seguito del cosiddetto inchino, la manovra di avvicinamento attuata da Schettino la sera del 13 dicembre del 2012, quando a bordo della nave, al momento dell impatto sugli scogli, c erano oltre 4000 persone, tra passeggeri e membri dell equipaggio: 32 morirono, e 193 passeggeri rimasero feriti. Il sostituto procuratore della Suprema Corte Francesco Salzano aveva richiesto nella sua requisitoria, la conferma della condanna di Schettino e il rinvio alla Corte di Appello di Firenze per inasprire la pena, in accoglimento del ricorso del Pg di Firenze che aveva chiesto la condanna a 27 anni. È stato un naufragio di tali immani proporzioni e connotato da gravissime negligenze e macroscopiche infrazioni delle procedure pertanto aveva sottolineato il Pg, non è possibile concedere le attenuanti all uomo che deliberatamente non inviò il segnale di falla all equipaggio per far scattare l ammaina scialuppa e mettere subito in salvo i passeggeri. La Corte di Cassazione ha deciso che sedici anni di carcere sono la pena giusta. Sull Isola del Giglio, resta invece purtroppo il ricordo delle 32 vittime con una targa in cui sono scritti tutti i nomi

19 Lecce, truffa sui fondi per le vittime dei racket : 4 arrestati e 40 indagati. Avevano intascato 2 milioni di euro ROMA I pubblici ministeri Massimiliano Carducci e Roberta Licci della Procura della Repubblica di Lecce, dopo lunghe indagini delegate alla Guardia di Finanza, hanno chiesto ed ottenuto dal G.I.P.del Tribunale di Lecce dr. Giovanni Gallo, le misure cautelari che i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria del capoluogo salentino stanno eseguendo arrestando Maria Antonietta Gualtieri presidente dell associazione antiracket Salento, Pasquale Gorgoni funzionario dell ufficio Patrimonio del Comune di Lecce, (già coinvolto in passato nell inchiesta sulle assegnazioni delle case popolari), Giuseppe Naccarelli e Serena Politi ( 3 in carcere ed 1 ai domiciliari) a capo di un sodalizio criminoso dedito a reati di truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, corruzione, concussione, falso, e notificato l interdizione dai pubblici uffici a 7 soggetti, e disposto a carico di 32 indagati il sequestro delle somme indebitamente percepite dal Ministero, per un importo complessivamente superiore a 2 milioni di euro. nella mattinata odierna una serie di arresti e sequestri. nella foto Attilio Monosi

20 Un provvedimento di interdizione dai pubblici uffici è stato emesso nei confronti dell assessore comunale ai Lavori pubblici, Attilio Monosi, candidato al consiglio comunale in una delle liste che sostengono il candidato sindaco del centrodestra del centrodestra Mauro Giliberti. Ad aggravare ulteriormente la posizione della Gualtieri c è la circostanza che essendo venuta a conoscenza che alcuni suoi collaboratori erano stati convocati dalla Guardia di Finanza per gli interrogatori, li avrebbe istruiti dando loro istruzioni sulle versioni da fornire al fine di cercare di nascondere i numerosi illeciti commessi al fine di ottenere indebitamente i soldi del Fondo antiracket, sottraendoli al loro legittimo utilizzo. I finanziamenti, indebitamente percepiti da una locale associazione antiracket, erano destinati a rafforzare le iniziative in materia di contrasto al racket ed all usura attraverso l istituzione di tre sportelli nelle province di Lecce, Brindisi e Taranto aventi il fine di prestare assistenza alle vittime di tali reati con l ausilio di specifiche figure professionali quali avvocati, commercialisti, esperti del settore bancario. L attività di indagine ha svelato l esistenza di un sodalizio criminale capeggiato dal presidente di detta associazione, Maria Antonietta Gualtieri, la quale, avvalendosi dell apporto di numerosi altri soggetti, per lo più inquadrati all interno di detta associazione oltre che di pubblici amministratori e privati imprenditori, ha posto in essere plurime condotte delittuose volte al fraudolento accesso a finanziamenti in grave danno del Bilancio statale e della Comunità Europea. La ricostruzione dei fatti ha evidenziato come, ai fine di percepire indebitamente i suddetti fondi, la G.M.A., nel maggio 2012, avesse stipulato apposita convenzione con I Ufficio del Commissario Antiracket istituito presso il Ministero dell Interno e con le amministrazioni comunali di Lecce, Brindisi e Taranto per I istituzione di nr. 3 sportelli antiracket presso ciascun capoluogo, aventi il fine di prestare assistenza alle vittime del racket e dell usura e favorire l accesso ai finanziamenti previsti dal Fondo di Solidarietà. L indagine così condotta ha permesso di accertare come l Associazione ed i relativi sportelli fossero di fatto non operativi e costituiti all unico fine di frodare i finanziamenti pubblici mediante la fittizia rendicontazione di spese per il personale ivi impiegato, utilizzando fatture per operazioni inesistenti per giustificare l acquisizione di beni e servizi. Nel corso delle

21 indagini emergeva la rendicontazione di spese per viaggi e trasferte in realtà mai eseguite, e la falsa attestazione del raggiungimento degli obiettivi richiesti dal progetto in termini di assistenza ai nuovi utenti e numero di denunce raccolte. Nel dettaglio, le risultanze investigative dei finanzieri hanno dimostrato come l associazione, nel perseguire i propri affari illeciti ed accedere ai contributi, avesse stipulato contratti di collaborazione con dipendenti fittizi e compiacenti professionisti, emettendo false buste paga ovvero ricevendo fatturazioni per prestazioni professionali inesistenti. Le somme indebitamente percepite dai fittizi collaboratori grazie alle false rendicontazioni presentate all Ufficio del Commissario Antiracket, venivano successivamente restituite in contanti alla stessa presidente dell Associazione. Un particolare questo non è sfuggito agli inquirenti: venivano fatte salve le ritenute previdenziali e assistenziali. Nel perseguire ii disegno delittuoso, l organizzazione documentava inoltre l esistenza di spese fittizie per l acquisizione di beni e servizi quali inesistenti promozione di campagne pubblicitarie ed interventi di manutenzione presso le tre sedi, predisponendo una serie di documenti, anche di natura fiscale, idonei a dimostrare il regolare svolgimento delle procedure di selezione delle aziende fornitrici e l avvenuto pagamento delle prestazioni. Anche in questo caso il meccanismo truffaldino prevedeva che i finanziamenti indebitamente percepiti venissero dapprima bonificati in favore delle ditte esecutrici a pagamento delle forniture e successivamente restituiti in contanti per un importo pari alla differenza tra l importo fatturato ed una quota del 20%, quale compenso alla stessa azienda fornitrice, cui veniva aggiunto il rimborso delle spese effettivamente sostenute per la predisposizione della campionatura da trasmettere al Ministero. Le indagini hanno permesso di accertare l illecita percezione di finanziamenti destinati alle opere infrastrutturali ed all acquisto degli arredi presso le sedi di Lecce e Brindisi denotando dirette responsabilità a carico degli amministratori comunali e dei direttori dei lavori coinvolti nel rilascio delle autorizzazioni e nei pagamenti delle relative opere. In particolare venivano eseguiti dei lavori di ristrutturazione presso la sede di Lecce, in assenza della preventiva approvazione da parte dell Ufficio del Commissario Antiracket, che venivano pagati con fondi del Comune anziché con i finanziamenti erogati l Ufficio del Commissario al termine della indicata procedura di approvazione. Tale liquidazione veniva di fatto eseguita attraverso la creazione di un capitolo di spesa sprovvisto di copertura finanziaria, al fine di agevolare l imprenditore affidatario dei lavori e consentirgli una celere percezione di tali somme.

22 Tali condotte risultavano riconducibili ai rapporti esistenti tra l impresa esecutrice dei lavori ed un funzionario pubblico che in cambio riceveva agevolazioni nel pagamento di alcuni lavori eseguiti dalla medesima ditta presso la propria abitazione. Al fine di sanare la situazione venutasi a creare in seguito ai rilievi mossi dall Ufficio del Commissario Antiracket sulla irrituale procedura seguita ed ottenere il rimborso delle somme indebitamente anticipate, veniva quindi predisposta documentazione fittizia, in seguito trasmessa al citato Ufficio al fine di dimostrare il rispetto delle procedure previste per l approvazione dei lavori, in realtà già ultimati e liquidati. Questi artifici traevano in inganno l Ufficio del Commissario Antiracket che procedeva all erogazione dei fondi direttamente in favore dell impresa costruttrice, che in tal maniera si avvantaggiava di un ulteriore pagamento che andava ad aggiungersi a quello già ricevuto dal Comune di Lecce. Condotte delittuose venivano accertate anche in relazione ai lavori eseguiti presso lo sportello di Brindisi, ove funzionari del quel comune, unitamente all amministratore della ditta incaricata della esecuzione delle opere, certificavano l ultimazione e la regolare esecuzione dei lavori, in realtà non ancora completati. Emergeva infine che la presidente dell associazione, avuta notizia della convocazione presso gli uffici del Nucleo di Polizia Tributaria di alcuni suoi collaboratori per essere sentiti quali persone informate sui fatti, procedeva ad istruire i testimoni affinché rendessero dichiarazioni difformi dal vero finalizzate ad occultare le irregolarità poste in essere per l indebita percezione dei fondi erogati dal Ministero.

23 L associazione Antiracket Salento era arrivata a costituire la Federazione Antiracket Antimafia Puglia con la pretesa di organizzare il sistema antiracket del territorio e di operare con le stesse strategie ed era fortemente sostenuta dal sindaco di Lecce Paolo Perrone e dal sottosegretario all interno Alfredo Mantavano, entrambi esponenti del centrodestra. L associazione leccese aveva provveduto a certificare le associazioni di appartenenza alla FAAP (Federazione Antiracket Antimafia Puglia) con la denominazione unica Antiracket Salento, seguita dalla città di appartenenza e nello specifico Antiracket Salento Brindisi, Taranto, Gallipoli e Nardò e chiaramente la Casa madre di Lecce. Ma non avevano fatto i conti con gli investigatori della Guardia di Finanza di Lecce, che hanno brillantemente scoperto la truffa. Sono assolutamente sconcertata dichiara Rosa Barone, Presidente della Commissione regionale di studio e inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata in Puglia per le notizie giunte dalla Guardia di Finanza di Lecce, approfittare del proprio ruolo per arricchirsi alle spalle di persone che vivono gravi disagi è un atto da condannare a piena voce. Se le accuse fossero confermate il quadro che si andrebbe a delineare sarebbe quello di una vera e propria rete legata alle istituzioni locali, che avrebbe dato vita ad un traffico illecito e immorale basato su falsi e brogli. Fa male pensare che persone, o personalità, che sono a capo di associazioni e che dovrebbero aiutare i cittadini, vengano poi accusate di illeciti

24 talmente gravi. Abbiamo piena fiducia nel lavoro della magistratura e delle forze dell ordine e auspichiamo che venga fatta luce fino in fondo sull intera vicenda nel più breve tempo possibile anche al fine di scongiurare la creazione di un clima di sfiducia in tutti quei cittadini che hanno necessità di essere ascoltati ed aiutati da queste associazioni che conclude svolgono un ruolo assolutamente centrale, delicato e di enorme responsabilità. G7: la Polizia indaga su fake news ROMA La Polizia di Stato ha avviato accertamenti sulle fake news che da stamani circolano sui canali WhatsApp e sui social network relative a scontri violenti in corso a Bari dove è in corso il G7 dei ministri delle Finanze e dei governatori delle banche centrali. Gli accertamenti della Digos riguardano l origine di bufale e false segnalazioni e si ipotizza il procurato allarme. Tutto nasce da un audiomessaggio circolante su Whatsapp. La voce è quella di una donna, il tono è agitato ma composto. Buongiorno, vi volevo avvisare che in via Napoli dove lavora mio marito mi ha detto che sono arrivati i greci che stanno spaccando macchine, negozi, semafori. C è un macello e ora si stanno avviando nelle nostre strade un po più del centro, vi volevo avvisare di restare a casa e di non portare i bambini in quelle vie. Ma anche sui social, soprattutto su Facebook, circolano foto di vecchi scontri relativi ad altre città e a manifestazioni passate, oltre a video

25 Chiaramente è tutto falso. La situazione in città è tranquillissima, nel quartiere Libertà, in via Napoli, non c è nessuno così come non ci sono manifestanti violenti in via Capruzzi o vicino al tribunale di piazza De Nicola. Le manifestazioni autorizzate, un assemblea promossa da Rifondazione Comunista in piazza Cesare Battisti e i laboratori delle associazioni su diseguaglianze e povertà organizzati al Politecnico, sono tutte assolutamente pacifiche. Le bufale seguono quelle dei giorni scorsi in cui si erano diffuse voci di ambulanze-bomba e di arrivi in massa dei black bloc, che sono state smentite dal Questore di Bari. Grazie ad una segnalazione sono state trovate tre borse, risultate poi innocue nel corso di controlli compiuti dalle forze dell ordine effettuati nei pressi del Teatro Petruzzelli di Bari dove in serata ieri si è svolta cerimonia di apertura della riunione dei ministri delle Finanze e dei Governatori delle Banche Centrali dei paesi del G7. Sono intervenuti sul posto anche i cani degli artificieri della polizia. Le borse sono state controllate e sono risultate essere di proprietà in realtà di un uomo senza fissa dimora.

26 Arrestato dai Carabinieri un latitante internazionale in Albania ROMA- Alle prime luci dell alba i Carabinieri del Gruppo di Locri ed in particolare del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Bianco, coadiuvati da personale del Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia e della Polizia Albanese, hanno tratto in arresto il latitante Leonard Mucclari, 28enne, originario dell Albania, ricercato dall ottobre del 2011 allorquando evase dal regime di detenzione domiciliare cui era sottoposto presso l abitazione di residenza dei genitori, a Palizzi Marina (RC). Il latitante a seguito delle risultanze investigative veniva considerato elemento dalla elevata caratura criminale, era stato condannato nel 2014 dal Tribunale di Locri alla pena di oltre 7 anni di reclusione, ma il 26 ottobre del 2011, nel giorno del suo compleanno, dopo essere evaso dalla detenzione domiciliare, è riuscito ad organizzare nottetempo una complessa fuga per l Albania, dove, a soli 5 giorni di distanza, il 1 novembre successivo, ha ultimato le procedure per la modifica dei propri dati anagrafici da Leonard Mucclari ad Hasan Mucollari, convinto di garantirsi così l impunità per i numerosi reati commessi in Italia e riorganizzare la propria vita in Albania da uomo libero.

27 Il latitante si è successivamente sposato nell agosto 2012 con una connazionale in Albania fissando la propria residenza a Pogradec, cittadina di circa 30mila abitanti nel sud-ovest del Paese, che affaccia sul lago di Ocrida ai confini con la Macedonia, dove svolgeva saltuariamente l attività di autotrasportatore. Dal matrimonio, nel 2014, è nata anche una figlia. Nonostante le prime attività di ricerca del latitante abbiano dato esiti negativi, gli investigatori sono sempre rimasti sulle sue tracce effettuando un attento, certosino e costante monitoraggio dei suoi parenti in Italia, ovvero dei genitori e della sorella minore, tutti residenti a Palizzi Marina. Le numerose accortezze utilizzate da tutti i componenti della famiglia, che nei primi anni hanno interrotto qualsiasi contatto con il latitante, tuttavia, hanno complicato non poco le attività di ricerca. La tenacia dei militari dell Arma, tuttavia, a distanza di circa 5 anni dall evasione di Leonard Mucclari è stata perà ripagata. Il tempo trascorso ha probabilmente indotto il latitante a ritenersi al sicuro, forte anche della sua nuova identità e residenza nel paese di origine ed è stato sufficiente un singolo contatto telefonico, avvenuto nel mese di settembre del 2016 tra l utenza di Mucclari e quella in uso al padre, a fornire un nuovo e forte impulso alle indagini. Sono state quindi avviate complesse attività tecniche di intercettazione telefonica ed ambientale, che hanno consentito di monitorare i contatti e gli spostamenti dell intero nucleo familiare, oltre che di ricostruirne la nuova composizione in Albania. Un antica tradizione locale vuole, infatti, che la nuora chiami mamma la suocera, e ciò ha consentito in prima battuta di apprendere del matrimonio del latitante oltre che di individuarne con certezza la moglie. Importante elemento di innovazione, inoltre, è rappresentato nella circostanza dall utilizzo da parte degli investigatori di un noto social network, risultato un supporto fondamentale per identificare compiutamente amici e familiari del latitante in Albania, ma anche per ricostruire con minuzia i dettagli della sua nuova vita privata: a partire dalla localizzazione dello stesso a Pogradec, per individuarne successivamente l abitazione, i luoghi frequentati e le sue nuove sembianze. Un viaggio in Albania effettuato dai genitori del latitante nel dicembre del 2016,, desiderosi di incontrare la propria nipote, ha consentito la localizzazione certa della sua nuova residenza e l avvio delle procedure idonee ad internazionalizzare il Provvedimento

28 Esecutivo del Tribunale di Locri, in forza del quale gli uomini dell Arma hanno potuto catturare il latitante direttamente in Albania, grazie anche alla stretta sinergia con il Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia e alla collaborazione fornita in loco dalle Autorità albanesi. È finita così la lunga latitanza di Leonard Mucclari che, condotto presso il carcere di Pogradec, adesso dovrà scontare la pena a suo carico di 7 anni e 3 mesi di reclusione. Guardia di Finanza: sequestrati 125mila euro a commercialista di Manduria (TA) ROMA Militari della Compagnia di Manduria della Guardia di Finanza hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo diretto ex art. 321 c.p.p di disponibilità finanziarie pari a 125 mila euro, nei confronti di un commercialista titolare di uno studio con sede nella cittadina messapica. Il provvedimento cautelare, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Taranto, su proposta della locale Procura della Repubblica, rappresenta l epilogo di indagini condotte dalle Fiamme Gialle in relazione al trasferimento fraudolento di somme di denaro da una società in liquidazione amministrativa coatta, ad una impresa commerciale riconducibile al commissario liquidatore ed a sua moglie. Per tale reiterata distrazione il commercialista è stato denunziato all Autorità Giudiziaria per i reati di peculato e di interesse privato del curatore in atti di fallimento, unitamente alla coniuge responsabile in concorso nella perpetrazione dei reati medesimi.

29 Il Consiglio di Stato smentisce la Regione Puglia. Via libera al raddoppio della centrale termoelettrica a Massafra ROMA La Quinta Sezione del Consiglio di Stato (Pres. Saltelli, Est. Perotti) con la propria sentenza depositata questa mattina ha accolto le tesi degli avvocati Pietro Quinto e Luigi Quinto, difensori della società Appia Energy, ed ha annullato il provvedimento della Provincia di Taranto con il quale era stata revocata l autorizzazione al raddoppio, riconoscendo come sostengono in una nota i due legali la piena legittimità dell iniziativa proposta e la sua conformità alla disciplina paesaggistica regionale. Via libera quindi al raddoppio della centrale termoelettrica a Massafra, in provincia di Taranto, alimentata a cdr (combustibile ricavato dai rifiuti). Il progetto era stato presentato nel febbraio del 2012dalla società partecipata tra la Cisa di Massafra ed il gruppo Marcegaglia, ed a seguito del procedimento istruttorio, era stato autorizzato con successiva determina del settembre 2012 firmata dal Dirigente del Settore Ecologia della Provincia di Taranto. Dopo pochi giorni il provvedimento era però stato revocato a seguito di alcune contestazioni della Regione Puglia che aveva richiesto l acquisizione dell attestazione di compatibilità paesaggistica da parte della Giunta Regionale. La società Appia Energy, ha opposto davanti ai Giudici Amministrativi il provvedimento di revoca osservando come le evidenze ambientali rilevate dalla Regione Puglia fossero in realtà inesistenti in fatto.

30 Con la sentenza di oggi il Consiglio di Stato, condividendo integralmente le tesi degli Avvocati Pietro Quinto e Luigi Quinto, ha evidenziato come non vi siano contrasti tra il raddoppio proposto ed i vincoli di piano risultanti dalle perizie acquisite nel corso del processo. A tale conclusione il Giudice Amministrativo è pervenuto anche sulla base di una consulenza tecnica svolta, su incarico del Consiglio di Stato, dal Provveditorato delle Opere Pubbliche della Regione Basilicata dalla quale è emersa l insussistenza del contrasto con l area annessa al bosco e con il parco Terra delle Gravine, in quanto è stato verificato come i predetti vincoli rimangano esterni al perimetro dell impianto. Sentenza Appia Energy L intervento proposto secondo le intenzioni della società verrà realizzato in tempi brevissimi, con un investimento di oltre 50milioni di Euro ed il raddoppio della potenza elettrica da 10 a 20 MW. Ciò sulla base di una presunta interferenza dell intervento con aree sottoposte a tutela. La società osserva l avvocato Luigi Quinto ha contestato davanti ai Giudici Amministrativi il provvedimento di revoca osservando come le evidenze ambientali rilevate dalla Regione Puglia fossero in realtà inesistenti in fatto. Sit-in di protesta e sciopero del personale della Cittadella della Carità, da 2 mesi senza stipendio

31 Mele, presidente Cittadella CdA Fondazione Con una comunicazione inviata al capo Dipartimento Salute e Sanità della Regione Puglia, al Prefetto di Taranto, al Direttore Generale ASL Taranto ed all Assessore alla salute pro tempore, cioè il Presidente della Regione Puglia, e chiaramente agli organi sanitari, nonchè alla Curia Arcivescovile in veste di socio unico della Fondazione Cittadella della Carità, al Presidente e Direttore Generale della struttura sanitaria Cittadella della Carità, i rappresentanti sindacali di Fp CGIL (Bellanova), CISL Fp (Ciaccia), UIL Fpl (Brunetti) ed UGL Sanità (Blasi), hanno indetto lo stato di agitazione dei laboratori della fondazione Cittadella della Carità di Taranto, comunicando una manifestazione di protesta dei lavoratori della Cittadella della Carità prevista per domani venerdì 12 maggio a partire dalle ore 11,00. Dopo essere arrivati al secondo mese senza stipendio, ed in assenza di un piano industriale ufficiale e chiaro, ma sopratutto credibile, le organizzazioni sindacali nel rappresentare lo stato d animo inevitabilmente negativo dei lavoratori, hanno indetto per un Sit in di protesta, in assemblea sindacale retribuita per il personale, nei pressi dell ingresso della Cittadella della Carità, sita nel Rione Paolo Sesto di Taranto. In assenza di riscontro e di certezze si preannuncia la proclamazione dello sciopero di tutti i dipendenti.

32 Una delegazione della rappresentanza sindacale si recherà all interno della struttura per chiedere ed ottenere un incontro non più rinviabile vista la concomitanza della riunione del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Cittadella della Carità. Tutti i lavoratori comunicheranno per iscritto la loro adesione all assemblea e la Direzione stabilirà le comandate per la tutela dei servizi minimi essenziali convocato le rappresentanze Sindacali Aziendali stabilendo il contingente del personale che non potrà eccedere quello previsto in occasione delle giornate domenicali o festive. Mafia: colpita rete di fiancheggiatori di Messina Denaro ROMA Blitz questa notte nei confronti della rete di fiancheggiatori del super boss latitante Matteo Messina Denaro effettuato dai carabinieri del Ros e del comando provinciale di Trapani che hanno battuto palmo a palmo le campagne siciliane cercando l uomo che non si trova da 24 anni. Matteo Messina Denaro, il capomafia di Castelvetrano che sembra essere diventato un fantasma, condannato all ergastolo per le stragi di Roma, Milano e Firenze, erede del sanguinario capomafia Totò Riina, che conosce i segreti di quella stagione, e che di sicuro, continua a godere della protezione di una rete di fedelissimi. Dai misteri di una lunga latitanza emerge la foto di Messina Denaro da giovane, a 20 anni, al matrimonio della sorella Giovanna (un esclusiva del quotidiano La Repubblica) quando ancora nessuno poteva immaginarela carriera mafiosa del rampollo di don Ciccio Messina Denaro, boss di peso e campiere della famiglia D Alì, la famiglia del futuro sottosegretario

33 agli Interni del governo Berlusconi. Risale il 1982, l anno del primo omicidio per Matteo Messina Denaro. Dieci anni dopo, sarebbe diventato l erede di Totò Riina il capo dei capi intercettato in carcere Suo padre l ha affidato a me diceva il custode dei suoi segreti, Conserva lui l archivio di Riina (ha raccontato il pentito Giuffrè). Una latitanza ormai eterna costruita sui segreti del passato: Bernardo Provenzano dieci anni fa, trasmise tramite un pizzino riservato a Messina Denaro (che si faceva chiamare Alessio, ) anche il nome di un misterioso politico. Un altro enigma irrisolto nella rapida carriera della primula di Cosa nostra, colui che sta traghettando l organizzazione mafiosa in una nuova stagione di affari, omertà e complicità. Questa notte la procura distrettuale antimafia di Palermo diretta da Francesco Lo Voi ha fatto scattare un provvedimento di fermo per 14 persone indagate per associazione mafiosa, estorsione, detenzione illegale di armi e altri reati aggravati dalle finalità mafiose, tutte residenti nella zona di Marsala. Perché è in questo scorcio di Sicilia che si sono strette le indagini negli ultimi tempi, grazie ad alcune preziose intercettazioni. Foto arrestati Operazione VISIR ROS-CABARINIERI Alessandro RALLO Vito Vincenzo RALLO Nicolò SFRAGA Fabrizio VINCI

34 Andrea ALAGNA Alessandro D' AGUANNO Vincenzo D' AGUANNO Calogero D' ANTONI Giuseppe GENTILE Michele GIACOLONE Massimo GIGLIO Simone LICARI Ignazio LOMBARDO Michele LOMBARDO

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36 Questi gli arrestati: Andrea Antonino Alagna, classe 79 nato in

37 Germania e residente a Mazara del Vallo, Alessandro D Aguanno del 91 nato a Mazara del Vallo e residente a Marsala, Vincenzo D Aguanno del 60 di Marsala, Calogero D Antoni dell 82, nato a Mazara del Vallo e residente a Marsala, Giuseppe Giovanni Gentile detto testa liscia del 74 di Marsala, Michele Giacalone del 70 di Marsala, Massimo Salvatore Giglio del 76 di Marsala, Simone Licari del 58 di Marsala, Ignazio Lombardo detto il capitano, del 71 di Marsala, Michele Lombardo detto Michelone, del 62 nato a Marsala e residente a Petrosino, Vito Vincenzo Rallo del 60 di Marsala, Aleandro Rallo del 93 di Marsala, Nicolò Sfraga del 66 di Marsala e Fabrizio Vinci del 70 di Mazara del Vallo. L operazione ha impiegato 150 uomini tra carabinieri territoriali e specialistica. Adesso le intercettazioni acquisite sono un tassello importante per provare a ricostruire il mistero di una latitanza che dura da troppo tempo. Messina Denaro secondo gli investigatori e magistrati, si sposta di frequente. La rete di assistenza e di protezione è ampia, questo ribadisce il provvedimento di fermo disposto dal procuratore Lo Voi e dai sostituti procuratori Carlo Marzella, Pierangelo Padova e Gianluca De Leo, della direzione distrettuale antimafia. Immediatamente è stato deciso ed attuato un fermo d urgenza in quanto dalle intercettazioni sembravano emergere fibrillazioni all interno della famiglia mafiosa di Marsala. e quindi persisteva anche il rischio di un omicidio che doveva avvenire presto per risolvere l ennesimo contrasto nel clan. Al centro delle indagini del Ros la cosca mafiosa di Marsala, di cui sono stati delineati gli assetti e le gerarchie. Sono state documentate anche le tensioni interne alla famiglia per la spartizione delle risorse finanziarie derivanti dalle attività illecite e l intervento pacificatorio dello stesso Messina Denaro nel In questo contesto gli accertamenti hanno fornito inediti e importanti elementi, per l epoca spiegano gli investigatori riguardanti l operatività e la possibile periodica presenza del latitante nella Sicilia occidentale.

38 L indagine che ha preso il via nel 2014 dice il colonnello Roberto Dante Pugnetti vice comandante del RosCarabinieri ci ha fornito uno spaccato interessante sulle dinamiche interne del mandamento di Mazara del Vallo e della famiglia di Marsala e un quadro significativo delle regole gerarchiche, dell unitarietà e della confluenza di interessi all interno di cosa nostra. E, inoltre, emerso che tra la fine del 2014 e il 2015 la famiglia di Marsala subisce frazioni interne arrivando a un passo dal concretizzare episodi omicidiari. Dalle indagini sembrerebbe che nel 2014 Matteo Messina Denaro sia intervenuto nei confronti del responsabile del mandamento, esternando disappunto per le frizioni, tra il capo decina Sfraga e D Aguanno, ritenendole un pericolo. Cosa nostra ha aggiunto il colonnello Stefano Russo comandante provinciale dei Carabinieri di Trapani è attiva sul territorio. Gli appalti pubblici continuano a essere il business. Non basta interrompere le azioni illegali, ma dobbiamo vedere dove e in quali direzioni ci sono strutture in grado di aiutare la mafia, sradicando così possibili connivenze nelle pubbliche amministrazioni.

39 Operazione Hawala.net: Bari e Malta, la Polizia di Stato smantella un organizzazione di trafficanti di migranti somali ROMA Nelle prime ore della mattinata odierna, a Bari, Catania e Salerno la Polizia di Stato ha dato esecuzione ad un ordinanza di custodia cautelare a carico di cittadini extracomunitari di etnia somala ritenuti responsabili dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla permanenza illegale di clandestini nel territorio dello Stato ed al successivo ingresso in paesi esteri, favoreggiamento dell immigrazione clandestina a scopo di lucro, uso di documentazione falsa, corruzione di incaricato di pubblico servizio e falso ideologico in atto pubblico.

40 Hawala, da cui ha preso nome l operazione della Polizia di Stato, significain arabo semplicemente trasferimento ed è un sistema che si è sviluppato in Medio Oriente nel corso del medioevo e si è poi diffuso in Asia meridionale e in alcune parti dell Africa. È un sistema che all epoca non era molto diverso da quello delle lettere di cambio l antenato degli assegni nato in Europa e poi sviluppatosi fino a trasformarsi nel moderno sistema bancario occidentale. L hawala invece è rimasto un sistema di trasferimento informale, in cui privati si accordano con altri privati. Questo ha permesso agli hawaladar di tenere molto bassi i loro prezzi. Il sovrapprezzo a una transazione cioè la cifra che viene trattenuta dagli hawaladar è in genere del cinque per cento, poco più della metà di quanto chiedono le moderne società che si occupano di trasferimento di soldi. Da anni, l hawala è utilizzata da migranti arabi, pakistani e indiani per inviare denaro nei loro paesi di origine, ma è un sistema che nel corso del 2015 è diventato sempre più importante anche per finanziare il viaggio dei migranti stessi. Del fenomeno si è occupato anche il Wall Street Journal che si è occupato di questo fenomeno con un inchiesta dei giornalisti Joe Parkinson e Giovanni Legorano.

41 L hawala funziona molto bene come assicurazione nei confronti degli stessi trafficanti di uomini. Il migrante o la persona che paga il viaggio per lui effettua il pagamento a un hawaladar, ma il pagamento viene trattenuto fino al termine del viaggio o fino all arrivo a una tappa prestabilita. A quel punto il migrante sblocca la transazione e l hawaladar consegna al trafficante il pagamento. I migranti che Parkinson ha incontrato stavano proprio sbloccando i pagamenti per la prima tappa del viaggio, che prevedeva di arrivare sani e salvi sull isola greca. La hawala si presta molto bene anche per transazioni che non vengono effettuate dal migrante che compie il viaggio. I due giornalisti raccontano le storie di cittadini siriani residenti in Germania che grazie all hawala sono in grado di pagare il viaggio per i loro parenti, tramite probabilmente un hawaladar che si trova in Germania e un altro che si trova in Siria. Secondo Parkinson e Legolano, il 90 per cento dei circa 2,5 miliardi di euro che costituiscono il giro d affari del traffico di migranti in Europa vengono pagati tramite hawala. Dalle indagini, dirette dalla D.D.A. della Procura della Repubblica di Bari e condotte dai poliziotti della Squadra Mobile di Bari, con il coordinamento dello S.C.O. il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, nonché della Digos di Bari, è emerso come l associazione era solita utilizzare i canali money trasfer illegali, secondo il sistema dell hawala informatica.

42 Tale sistema, che si sostanzia in rimesse di denaro e di compensazioni tra varie agenzie in Italia ed all estero basate sulla fiducia negli intermediari e su schemi informali, veniva utilizzato dai trafficanti per incanalare le somme loro inviate dalle famiglie dei migranti somali quale prezzo per l organizzazione dei viaggi degli stessi verso il nord Europa. Nel corso delle investigazioni sono emerse relazioni sul web, attraverso l uso social network (Facebook, etc.), di alcuni componenti del organizzazione criminale con alcuni internauti attestati su posizioni filo jihadiste ascrivibili al gruppo terroristico somalo Al Shabaab. Le investigazioni, approfondite dai poliziotti della Digos della Questura di Bari, hanno documentato diretti contatti telefonici tra uno dei membri del citato sodalizio con un cittadino somalo, già sottoposto a fermo in Italia nel luglio 2016 per aver favorito l ingresso sul territorio nazionale, via Malta, di due foreign fighters militanti dell Isis/Daesh. Nella mattinata odierna inoltre, in esecuzione di apposito provvedimento emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Bari, sono stati oscurati dal Servizio Centrale della Polizia Postale e delle Comunicazioni i siti informatici non abilitati in Italia su cui gli indagati operavano effettuando i vari servizi di pagamento sia a beneficio dei membri dell organizzazione che dei migranti. Tra gli indagati anche un impiegato del Comune di Bari che si era lasciato corrompere per dichiarare falsamene inesistenti residenze di cittadini somali nel capoluogo pugliese. Proseguono ricerche anche in ambito internazionale. L agenzia di money transfer gestita dal 33enne somalo Ismail Olhaye Hussein, ritenuto il capo dalla organizzazione transnazionale di trafficanti di migranti scoperta dalla Dda di Bari e che ha consentito alla Polizia di Stato di eseguire oggi arresti in Puglia, Campania e Sicilia. aveva persino ottenuto nel 2011 un finanziamento

43 regionale (Giunta Vendola) di 25mila euro. Un particolare imbarazzante venuto alla luce dalle investigazioni dell inchiesta coordinata dai pm Antimafia baresi Renato Nitti e Giuseppe Gatti. Le indagini effettuate dalla Squadra Mobile e Digos della Questura di Bari hanno appurato infatti che l agenzia era anche la sede di una associazione culturale che forniva servizi e assistenza ai migranti e, pertanto, aveva ottenuto dalla Regione Puglia il finanziamento. A Catania sono stati eseguiti altri due arresti nei confronti del 33enne Ahmed Siyad Mohamed e del 27 enne Muhumed Okar Mohamed. Attualmente ricercati anche all estero, altri otto cittadini somali. Gli indagati gestivano logisticamente i migranti, prevalentemente africani, grazie a dei contatti attivi all interno dei centri di accoglienza di Sicilia e Puglia, fornendo loro vitto, alloggio, documenti falsi e biglietti di viaggio per raggiungere i Paesi del nord Europa prevalentemente Gran Bretagna, Svezia e Germania; per ciascun migrante avrebbero incassato 900 dollari. Grazie a questa attività illegale controllavano un importante flusso di denaro attraverso il sistema del money transfer. Nel corso delle indagini è stato scoperto un caso in cui una famiglia dall Africa avrebbe consegnato all organizzazione migliaia di dollari da consegnare al figlio minorenne una volta giunto a destinazione, il quale, però avrebbe poi ricevuto soltanto 20 euro. Le indagini hanno controllato ed accertato in 12 diverse operazioni, il traffico di oltre trenta migranti ma secondo gli inquirenti baresi il fenomeno sembrerebbe essere molto più ampio. Dalle intercettazioni è emerso anche che l organizzazione stava cercando di realizzare a Bari un attentato ai danni di un interprete connazionale poichè

44 veniva sospettato di collaborare con la magistratura e, quindi per portare a termine il loro progetto delinquenziale avevano pensato addirittura di ricorrere e pagare mafiosi locali. Secondo gli inquirenti, il 33enne somalo, che svolgeva anche attività di mediatore culturale, considerato un punto di riferimento della comunità somala barese anche presso gli enti pubblici, secondo quanto emerso dalle indagini, avrebbe in realtà costituito una vera e propria agenzia di servizi illegale forniva ai migranti irregolari supporto logistico e documenti falsi in cambio di 900 dollari per trasferirli dai centri di accoglienza italiani a destinazioni nel nord Europa. come l ha etichettata il procuratore di Bari Giuseppe Volpe. Chiesti 4 anni e 9 mesi per Emilio Fede: ricattò con fotomontaggi i vertici Mediaset ROMA L ex direttore del Tg4 Emilio Fede avrebbe provato a ricattare i vertici di Mediaset con alcune foto hot (truccate) che avrebbero dovuto dissuaderli dalla decisione, quando gli arrivò la sua lettera di licenziamento sul tavolo. Adesso Fede rischia 4 anni e nove mesi il giornalista, nel processo milanese, ormai alle battute finali, in cui è imputato di estorsione. Il pubblico ministero della procura di Milano Silvia Perrucci nella sua requisitoria questa mattina, davanti al giudice della sesta sezione penale Alberto Carboni, ha parlato di pressioni e minacce messe in atto da Fede con cui avrebbe costretto Crippa, Confalonieri ma anche lo stesso Silvio Berlusconi a fargli avere un accordo più vantaggioso con una buonuscita di 820mila euro e un contratto di collaborazione di 3 anni.

45 Come anticipato in esclusiva da La Stampa, nel 2012, l ex direttore del Tg4 avrebbe incaricato Gaetano Ferri il suo ex personal trainer del giornalista (già condannato in abbreviato a tre anni e 10 mesi), e ad altre due persone, di assemblare fotomontaggi falsi e compromettenti che ritraevano Mauro Crippa, direttore dell informazione di Mediaset, così come il presidente del gruppo Fedele Confalonieri. Fotomontaggi questi che, secondo gli inquirenti, sarebbero dovuti servire per costringere Mediaset a sottoscrivere un accordo transattivo più favorevole al giornalista rispetto alle condizioni del licenziamento. Emilio Fede nel processo è anche imputato di violenza privata per alcune minacce effettuate nei confronti del Ferri. A quest ultimo Fede avrebbe inviato messaggi intimidatori che facevano riferimento a quei fotomontaggi. Uno dei messaggi, come ha spiegato il pm, recitava così: Quella foto era pronta per essere consegnata e quindi ricattarti. Il pm Perrucci ha anche ricordato come portato avanti dal giornalista con una motivazione da parte della Corte che ha evidenziato il perdurare di minacce e illecite pressioni sui vertici di Mediaset per ottenere l accordo transattivo più favorevole, firmato nel luglio del Fede, oltre a millantare di avere del materiale anche su Confalonieri, avrebbe consegnato a Berlusconi una delle false foto che ritraevano Crippa.

46 L ex direttore del Tg4 è accusato anche di violenza privata per alcuni presunti sms minatori nei confronti di Ferri, il quale si sarebbe dissociato dal presunto progetto di estorcere a Berlusconi due milioni di euro per evitare la diffusione di foto compromettenti di Crippa. Secondo la difesa di Fede invece durante l incontro, del 28 marzo 2012, con i capi dell ufficio legale e del personale di Mediaset Pasquale Straziota e Luigi Motta non ci fu alcun tentativo di ricatto. Quel giorno il giornalista ha sostenuto l avvocato Raffaella Mario nella sua arringa difensiva che aveva appena terminato di condurre il suo telegiornale, non si aspettava di essere licenziato. Ecco perché fa ciò che per lui è più naturale: prima chiama Berlusconi, con cui non riesce a parlare, poi telefona al suo avvocato. Soltanto dopo, sostiene la difesa, Fede tira fuori dal cassetto una fotografia e la sventola per pochi secondi. Le sue poche parole sono espressioni ingiuriose che manifestano la sua rabbia nei confronti di Mauro Crippa. Ma in quella condotta non ci fu nulla di minaccioso o di violento. La sentenza potrebbe arrivare nella prossima udienza del 15 giugno. Emilio Fede è a processo anche il caso Ruby bis per il quale era stato condannato a 4 anni e 10 mesi, pena poi annullata con rinvio dalla Cassazione, e anche per un concorso in bancarotta per un prestito ricevuto da Lele Mora. Riciclaggio a Roma. Sequestrato

47 Assunta Madre, il ristorante dei vip: arrestato il titolare ROMA All alba di questa mattina poliziotti della squadra mobile di Roma e i finanzieri del nucleo speciale di polizia tributaria del Comando Provinciale hanno sequestrato Assunta Madre, il ristorante dei vip, suggestiva location in via Giulia nel cuore del centro storico della Capitale, a due passi dalla sede della Direzione nazionale antimafia. Johnny all anagrafe Gianni Micalusi il proprietario del ristorante Assunta Madre è stato arrestato all alba assieme ai figli, ad Adriano Nicolini, direttore di una filiale romana della Banca del Fucino, ed il commercialista Luciano Bozzi. La direzione distrettuale antimafia coordinata dal procuratore aggiunto Michele Prestipino li accusa di aver intestato fittiziamente alcuni beni ora sequestrati, proprio come il locale riciclaggio e autoriciclaggio di denaro di provenienza illecita.

48 Amico di personaggi della Banda della Magliana Micalusi, 55enne imprenditore ittico originario di Terracina che negli ultimi anni ha portato il suo ristorante anche a Milano, a Londra e Barcellona, è tornato alle origini. Infatti nel 2002, parlava al telefono di assegni con Enrico Terribile, uno dei volti noti della Magliana. Assolto, per poi finire di nuovo indagato. Ne 2007 si era visto sequestrare il patrimonio dalle Fiamme gialle nell ambito di un indagine per associazione a delinquere di stampo mafioso, usura e attività finanziaria abusiva. Nel 2014, Micalusi finisce di nuovo nel mirino della procura di Roma : riciclaggio. A poche ore dall apertura di un nuovo ristorante della catena Assunta Madre a Montecarlo, torna in carcere con la nuova inchiesta della Dda di roma sugli affari illeciti che gravitavano introno al noto ristorante via Giulia. Il ristorante Assunta Madre è finito spesso sui giornali a colpi di intercettazioni. Le cimici, hanno intercettato, nel ristorante il camorrista Michele Senese O Pazzo considerato uno dei pezzi da novanta della criminalità romana. Presenze fisse anche i figli di Enrico Nicoletti, l ex cassiere della Magliana. Sempre da Assunta Madre vengono captate anche le conversazioni tra Alberto Dell Utri e Vincenzo Mancuso sul possibile soggiorno del fratello Marcello Dell Utri, l ex senatore di Forza Italia, padre fondatore di Publitalia, la concessionaria pubblicitaria delle tv di Berlusconi, in attesa della sentenza della Cassazione sulla condanna per concorso esterno in associazione mafiosa.

49 Le ultime pubblicate su Instagram sono quelle in compagnia di Lorenzo Insigne, attaccante del Napoli, e Vincenzo Montella, allenatore del Milan. Ma la lista vip è sterminata e tocca spesso la politica: nel 2014 Beppe Grillo, padre e garante del M5S, lo sceglie per una delle sue trasferte romane e si aggiunge così a un elenco che democraticamente comprende Gianni Letta, Massimo D Alema, Fausto Bertinotti, Gianni Alemanno e Denis Verdini. Non mancano le showgirl (o presunte tali). Infatti nel ristorante di via Giulia, aveva cenato due anni fa Patrizia Bonetti la fidanzata di Stefano Ricucci, l odontotecnico con il pallino per la finanza. prima di finire in ospedale e denunciare di essere stata picchiata dal compagno, che è attualmente in carcere Le indagini hanno permesso di accertare come Johnny Micalusi, grazie alla collaborazione dei propri figli, utilizzati quali teste di legno, nonchè da professionisti che hanno garantito l apporto tecnico necessario per realizzare un articolata rete societaria, sia riuscito formalmente a non apparire quale titolare delle attività, sottraendo, in questo modo, parte delle proprie disponibilità economiche all applicazione di provvedimenti di sequestro. In particolare proprio il timore di ulteriori provvedimenti ablativi di prevenzione, ha indotto il Micalusi a creare innumerevoli società occultando la propria persona dietro una rigorosa intestazione

50 fittizia delle quote sociali, di denaro e di beni immobili, in favore di familiari e di terzi di fiducia, quali i figli Francesco Micalusi e Lorenzo Micalusi, Vito Francesco Genovese che figura come amministratore delle società del Micalusi, essendo lui in realtà l effettivo titolare e nel contempo ricoprendo di fatto la carica di amministratore di società a lui riconducibili, avvalendosi del contributo causale del commercialista Luciano Bozzi, il quale partecipava tecnicamente alla pianificazione delle operazioni societarie nonché alla loro esecuzione. L attività illecita cui l imprenditore Johnny Micalusi è ricorso in questi ultimi anni è stata estremamente redditizia, consentendogli importanti investimenti immobiliari ed imprenditoriali, nonché permettendogli anche un espansione oltre che in Italia, con l apertura del ristorante Assunta Madre a Milano, anche all estero, con l avviamento di un ristorante a Londra e, successivamente, a Barcellona, pianificando ulteriori espansioni commerciali in Europa. Significativo in tal senso il contenuto di alcune intercettazioni del Micalusi, da cui si evince che il successivo passo sarebbe stato: fare un operazione a Montecarlo seria e importante... Gli accertamenti bancari effettuati dai militari del Gruppo Investigativo Antiriciclaggio sui conti correnti della rete delle società e dei prestanome, hanno permesso di ricostruire i flussi finanziari,

51 rilevando come i proventi illeciti siano stati riciclati in attività imprenditoriali ed immobiliari. IL COMUNICATO DELLA QUESTURA DI ROMA Dalle prime luci dell alba, personale della Squadra Mobile della Questura di Roma e dei Finanzieri del Nucleo Speciale Polizia Valutaria della Guardia di Finanza di Roma stanno eseguendo l ordinanza applicativa di misure cautelari personali ed il decreto di sequestro preventivo emesso dal GIP del Tribunale di Roma, su richiesta della locale D.D.A., a carico di: 1. MICALUSI Gianni, detto Johnny, nato a Terracina (LT) il ; 2. NICOLINI Adriano, nato a Roma il ; entrambi destinatari di custodia cautelare in carcere; 3. GENOVESE Vito Francesco, nato a Spezzano Albanese (CS) il ; 4. BOZZI Luciano, nato a Roma il ; 5. MICALUSI Francesco, nato a Latina il ; 6. MICALUSI Lorenzo, nato a Roma il ; destinatari della misura degli arresti domiciliari; Tutti ritenuti responsabili dei reati di intestazione fittizia di beni, riciclaggio e autoriciclaggio di denaro di provenienza illecita. È stato ulteriormente disposto ed eseguito, nei confronti degli indagati, il sequestro preventivo dei seguenti beni: quote sociali e complesso aziendale delle società: ASSUNTA MADRE s.r.l. ristorante, con sede a Roma in via Giulia 14; METRO FISH s.r.l. società di commercio all ingrosso e dettaglio di prodotti ittici, con sede a Roma in Marmorata 67; CENTRO ITTICO LAZIALE s.r.l. società di commercio all ingrosso e dettaglio di prodotti ittici, con sede a Roma in via Marmorata 69; PAPA GIULIO s.r.l. società di gestione e conduzione di esercizi pubblici e di ristorazione, con sede a Roma in via S. Eligio 19;

52 nonchè conti correnti bancari: Fucino); intestato a MICALUSI Francesco (acceso c/o la Banca del Fucino); intestato a MICALUSI Lorenzo (acceso c/o la Banca del Fucino); intestato a GENOVESE Vito Francesco (acceso c/o la Banca del unità immobiliari: ubicata a Roma in via San Alberto Magno 3, formalmente intestata a MICALUSI Francesco dal (ma riconducibile al padre MICALUSI Gianni); ubicata a Terracina (LT) in via Vecchia San Francesco 62, formalmente intestata a MICALUSI Lorenzo dal (riconducibile al padre MICALUSI Gianni). Nuovo incidente ferroviario mortale in Puglia. Un treno travolge anziano a Barletta BARLETTA Un uomo di 71 anni è morto dopo essere stato investito da un treno regionale di Trenitalia diretto a Bari. E accaduto intorno alle 7.40 a Barletta, all altezza del passaggio a livello di via Andria, che era regolarmente chiuso. Il treno era appena partito dalla stazione ferroviaria della città.

53 Sul posto ci sono agenti della Polfer, della Polizia Municipale di Barletta, ed il 118, che stanno compiendo i rilievi per capire se si sia trattato di un suicidio o di un incidente. Alle 8.20, dopo un blocco iniziale, è stata attivata la circolazione a senso unico alternato, su un solo binario, con ritardi fino a 50 minuti. Fra il 24 febbraio scorso e oggi, nei primi quattro mesi dell anno, sono già tre le vittime: il 24 febbraio una 28enne andriese, poi l il 2 marzo anziano travolto mentre era in bici e oggi l ultima vittima, della quale al momento si ignorano le generalità. Ma nessuno fa niente, nessuno percepisce la gravità del problema e cerca delle soluzioni (notizia in fase di aggiornamento) Valle d Itria. Terminato il ciclo di conferenze sulla legalità nelle scuole dei comuni limitrofi a cura dei Carabinieri. MARTINA FRANCA (TA) Si è concluso alcuni giorni fa un ciclo di conferenze sul tema della legalità che i Carabinieri della Compagnia di Martina Franca hanno tenuto a partire dallo corso mese di febbraio presso gli i istituti scolastici della giurisdizione della Valle d Itria. Il Comandante della Compagnia, Cap. Giovanni Piscopo, con la collaborazione del Comandante del Nucleo Operativo e Radiomobile e dei Comandanti delle Stazioni territoriali, ha tenuto 14 incontri con gli studenti di ogni ordine e grado dei comuni ricadenti sotto la giurisdizione del reparto, in particolare a Martina Franca, Grottaglie, Monteiasi, Montemesola, Monteparano e San Giorgio Jonico.

54 Gli incontri hanno avuto l obiettivo di illustrare i compiti che svolge l Arma dei Carabinieri al servizio del cittadino, nonché quello di sensibilizzare gli studenti all importanza del principio di legalità. Tra i temi trattati anche quelli del bullismo e delle sostanze stupefacenti, problemi purtroppo ricorrenti, soprattutto presso le scuole medie inferiori e superiori. Agli studenti sono stati indicati tutti gli aspetti negativi che fenomeni del genere comportano e sono state fornite indicazioni e suggerimenti sul come reagire quando si è a conoscenza di siffatte situazioni. L occasione è stata preziosa anche per illustrare i rischi che si corrono con connessioni a internet non sicure e soprattutto con un incauto utilizzo dei social network. Agli studenti delle scuole medie superiori, inoltre, sono stati rivolti diversi cenni anche sul tema della violenze di genere. Il feedback ottenuto dagli studenti di tutti gli istituti visitati è stato sempre positivo: l interazione tra i militari intervenuti e gli studenti è stata proficua e costruttiva, viste anche le numerose domande che questi ultimi hanno rivolto. L iniziativa è destinata a proseguire l anno prossimo, privilegiando quegli istituti scolastici ove ancora essa non ha trovato realizzazione. Dopo 37 anni il ricordo del capitano Emanuele Basile è sempre

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