Piano triennale di. prevenzione della corruzione (P.T.P.C.)
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1 Piano triennale di prevenzione della corruzione (P.T.P.C.) Predisposto dal Responsabile per la prevenzione della corruzione Adottato dall Unico il 31/12/2015 Pubblicato sul sito internet nella sezione Amministrazione trasparente
2 Sommario 1. Processo di adozione del Piano triennale di prevenzione della corruzione (PTPC) Gestione del rischio Le aree di rischio obbligatorie Altre aree di rischio specificamente connesse all attività svolta dall Andria Multiservice S.p.A Individuazione dei rischi e modalità di valutazione della aree di rischio Misure di prevenzione utili a ridurre la probabilità che il rischio si verifichi TRASPARENZA CODICE DI COMPORTAMENTO ROTAZIONE DEL PERSONALE CRITERI DI ROTAZIONE DEGLI ADDETTI ALL ISTRUTTORIA DEL PROCEDIMENTO. RINVIO ALLE NORME REGOLAMENTARI PRECEDENTI PENALI FORMAZIONE in tema anticorruzione Altre iniziative Indicazione dei criteri di rotazione del personale Recepimento, in quanto compatibili, dei contenuti e delle direttive, e relative attuazioni, del PTPC approvato dal Comune di Andria Elaborazione della proposta di regolamento per disciplinare gli incarichi e le attività eventualmente non consentite ai dipendenti della Società Elaborazione di direttive per l attribuzione degli incarichi dirigenziali con la definizione delle cause ostative al conferimento e verifica dell insussistenza di cause di incompatibilità Definizione di modalità per verificare il rispetto del divieto di svolgere attività incompatibili a seguito della cessazione del rapporto Elaborazione di direttive per effettuare controlli su precedenti penali ai fini dell attribuzione degli incarichi e dell assegnazione ad uffici Adozione di misure per la tutela del whistleblower Predisposizione di protocolli di legalità per gli affidamenti Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione
3 8.9 Realizzazione del sistema di monitoraggio del rispetto dei termini, previsti dalla legge o dal regolamento, per la conclusione dei procedimenti Realizzazione di un sistema di monitoraggio dei rapporti tra la Società e i soggetti che con essa stipulano contratti e indicazione delle ulteriori iniziative nell ambito dei contratti pubblici Indicazione delle iniziative previste nell ambito dell erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari nonché attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere Indicazione delle iniziative previste nell ambito di concorsi e selezione del personale Indicazione delle iniziative previste nell ambito delle attività ispettive Organizzazione del sistema di monitoraggio sull attuazione del P.T.P.C., con individuazione dei referenti, dei tempi e delle modalità di informativa Relazioni con il Modello di Organizzazione ex D.Lgs. 231/01 e rapporti con l Organismo di Vigilanza. 22 Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione
4 1. Processo di adozione del Piano triennale di prevenzione della corruzione (PTPC) Il presente Piano di prevenzione della corruzione, redatto ai sensi della legge n. 190/2012 e secondo le linee guida del Piano Nazionale Anticorruzione (PNA), si articola: - nel presente documento denominato Piano triennale di prevenzione della corruzione che ne costituisce il documento programmatico, individuando strategie e metodologie per la prevenzione ed in contrasto della corruzione; - nel Modello di organizzazione, gestione e controllo ai sensi del D.Lgs. n. 231/2001 adottato dalla società e successivi aggiornamenti; - nel Codice Etico della società di cui al menzionato D.Lgs. n. 231/2001. Il presente Piano prende in esame gli ambiti interessati da potenziali rischi di corruzione, integrando alle fattispecie di reato in materia corruttiva della responsabilità amministrativa ex D.Lgs. 231/2001, le specificità proprie previste della legge n. 190/2012, sia rispetto alla natura dei reati contemplati sia ai requisiti organizzativi e di prevenzione previsti. Come previsto dal Piano Nazionale Anticorruzione, la società Andria Multiservice S.p.A. ha nominato il dott. Antonio Albanese Responsabile della Corruzione ed ha approvato, altresì, il presente Piano. Il presente Piano, con gli estremi del provvedimento di approvazione, va trasmesso all A.N.A.C., al Socio e pubblicato sul sito della società Andria Multiservice S.p.A. nel link Amministrazione Trasparente quale informazione a tutti i dipendenti e consulenti (interni ed esterni). 2. Gestione del rischio 2.1 Le aree di rischio obbligatorie Le aree di rischio obbligatorie per tutte le amministrazioni, così come riportate nell allegato 2 del Piano nazionale anticorruzione sono le seguenti: A) Area acquisizione e progressione del personale: 1. Reclutamento 2. Progressioni di carriera 3. Conferimento di incarichi di collaborazione B) Area affidamento di lavori, servizi e forniture: 1. Definizione dell oggetto dell affidamento 2. Individuazione dello strumento/istituto per l affidamento 3. Requisiti di qualificazione 4. Requisiti di aggiudicazione 5. Valutazione delle offerte 6. Verifica dell eventuale anomalia delle offerte 7. Procedure negoziate 8. Affidamenti diretti Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione
5 9. Revoca del bando 10. Redazione del cronoprogramma 11. Varianti in corso di esecuzione del contratto 12. Subappalto 13. Utilizzo di rimedi di risoluzione delle controversie alternativi a quelli giurisdizionali durante la fase di esecuzione del contratto C) Area provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari privi di effetto economico diretto ed immediato per il destinatario: 1. Provvedimenti amministrativi vincolati nell an 1 2. Provvedimenti amministrativi a contenuto vincolato 3. Provvedimenti amministrativi vincolati nell an e a contenuto vincolato 4. Provvedimenti amministrativi a contenuto discrezionale 5. Provvedimenti amministrativi discrezionali nell an 6. Provvedimenti amministrativi discrezionali nell an e nel contenuto D) Area provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari con effetto economico diretto ed immediato per il destinatario: 1. Provvedimenti amministrativi vincolati nell an 2. Provvedimenti amministrativi a contenuto vincolato 3. Provvedimenti amministrativi vincolati nell an e a contenuto vincolato 4. Provvedimenti amministrativi a contenuto discrezionale 5. Provvedimenti amministrativi discrezionali nell an 6. Provvedimenti amministrativi discrezionali nell an e nel contenuto 2.2 Altre aree di rischio specificamente connesse all attività svolta dall Andria Multiservice S.p.A. Oltre alle aree di rischio obbligatorie sopra elencate, per la Società Andria Multiservice, essendo una società che svolge esclusivamente servizi strumentali a favore del Comune di Andria (nessuna attività rientrante in quelle definibili di pubblico interesse così come disciplinato dal diritto comunitario e dall Unione Europea), non si individuano e ravvisano altre aree di rischio corruzione, se non quella di seguito specificata. Tale considerazione è supportata anche dal fatto che le attività svolte dal personale della Società Andria Multiservice S.p.A., così come previsto nelle convenzioni relative ai servizi affidati alla stessa società, sono soggette al coordinamento e alle verifiche da parte dei Dirigenti responsabili dei servizi affidati. Le verifiche consistono nella valutazione delle azioni e/o degli interventi effettuati e programmati. 1 La discrezionalità costituisce il margine di apprezzamento che la legge lascia alla determinazione dell autorità amministrativa. Quattro sono i principali oggetti su cui può esercitarsi la discrezionalità: 1. AN : la scelta dell emanazione o meno di un determinato atto 2. QUID :il contenuto del provvedimento può essere determinato liberamente o entro certi valori 3. QUOMODO: modalità accessorie inerenti gli elementi accidentali (forma) 4. QUANDO:momento in cui adottare il provvedimento Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione
6 Questa tipologia di servizio quindi, seppur svolta in coerenza con gli indirizzi del socio di controllo, per sua natura potrebbe comportare un rischio corruzione così come meglio esplicitata nelle tabelle sotto riportate. Per evitare che ciò accada Andria Multiservice S.p.A. intende attuare alcune misure specifiche che tendano a ridurre il suddetto rischio così come specificate nei successivi paragrafi del presente Piano. 2.3 Individuazione dei rischi e modalità di valutazione della aree di rischio Di seguito, si riportano nella tabella n. 1 i rischi collegati ai singoli processi esplicitati nei precedenti paragrafi 2.1 e 2.2 AREA DI RISCHIO PROCESSI RISCHI Area acquisizione e progressione del personale (A) 1. Reclutamento 2. Progressioni di carriera 3. Conferimento di incarichi di collaborazione Previsione di requisiti di accesso personalizzati ed insufficienza di meccanismi oggettivi e trasparenti idonei a verificare il possesso dei requisiti attitudinali e professionali richiesti in relazione alla posizione da ricoprire allo scopo di reclutare candidati particolari; Abuso nei processi di stabilizzazione finalizzato al reclutamento di candidati particolari; Irregolare composizione della commissione di concorso finalizzata al reclutamento di candidati particolari; Inosservanza delle regole procedurali a garanzia della trasparenza e dell imparzialità della selezione, quali, a titolo esemplificativo, la cogenza della regola dell anonimato nel caso di prova scritta e alla predeterminazione dei criteri di valutazione alle prove, allo scopo di reclutare candidati particolari Progressioni economiche o di carriera accordate illegittimamente allo scopo di agevolare dipendenti/candidati particolari Motivazione generica circa la sussistenza dei presupposti di legge per il conferimento di incarichi professionali allo scopo di agevolare soggetti particolari Inosservanza delle regole procedurali a garanzia della trasparenza e dell imparzialità della selezione allo scopo di reclutare candidati particolari Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione
7 Area affidamento di lavori, servizi e forniture (B) 1. Definizione dell oggetto dell affidamento 2. Individuazione dello strumento/istituto per l affidamento 3. Requisiti di qualificazione 4. Requisiti di aggiudicazione 5. Valutazione delle offerte 6. Verifica dell eventuale anomalia delle offerte 7. Procedure negoziate 8. Affidamenti diretti 9. Revoca del bando Restrizione del mercato nella definizione delle specifiche tecniche, attraverso l'indicazione nel disciplinare di prodotti che favoriscano una determinata impresa Individuazione di lavori, servizi e forniture non necessari e/o sovrastimati dei relativi prezzi al fine di favorire una determinata impresa. Elusione delle norme di affidamento con l improprio utilizzo del modello procedurale al fine di agevolare un particolare soggetto Definizione dei requisiti di accesso alla gara e, in particolare, dei requisiti tecnicoeconomici dei concorrenti al fine di favorire un impresa (es.: clausole dei bandi che stabiliscono requisiti di qualificazione); Uso distorto del criterio dell offerta economicamente più vantaggiosa, finalizzato a favorire un impresa; Irregolare composizione della commissione di gara; Mancato rispetto dei criteri indicati nel disciplinare di gara cui la commissione giudicatrice deve attenersi per decidere i punteggi da assegnare all'offerta, con particolare riferimento alla valutazione degli elaborati progettuali. Violazione dei principi di segretezza delle offerte. Mancato rispetto dei criteri di individuazione e di verifica delle offerte anormalmente basse, anche sotto il profilo procedurale. Utilizzo della procedura negoziata al di fuori dei casi previsti dalla legge al fine di favorire un impresa; Abuso dell affidamento diretto al di fuori dei casi previsti dalla legge al fine di favorire un impresa; Abuso del provvedimento di revoca del bando al fine di bloccare una gara il cui risultato si sia rivelato diverso da quello atteso o di concedere un indennizzo all aggiudicatario; 10. Redazione del Mancanza di sufficiente precisione nella Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione
8 Provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari privi di effetto economico diretto ed immediato per il destinatario Provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari con effetto economico diretto ed immediato per il destinatario cronoprogramma pianificazione delle tempistiche di esecuzione dei lavori, che consenta all'impresa di non essere eccessivamente vincolata ad un'organizzazione precisa dell'avanza-mento dell'opera, creando in tal modo i presupposti per la richiesta di eventuali extraguadagni da parte dello stesso esecutore. Pressioni dell'appaltatore sulla direzione dei lavori, affinché possa essere rimodulato il cronoprogramma in funzione dell'andamento reale della realizzazione dell'opera. 11. Varianti in corso di esecuzione del contratto 12. Subappalto 13. Utilizzo di rimedi di risoluzione delle controversie alternativi a quelli giurisdizionali durante la fase di esecuzione del contratto NON RICORRE NON RICORRE Ammissione di varianti in corso di esecuzione del contratto per consentire all appaltatore di recuperare lo sconto effettuato in sede di gara o di conseguire extra guadagni; Irregolarità/omissioni nella corrispondenza tra le caratteristiche tecniche e le quantità dei lavori, delle forniture e dei servizi appaltati con quelli eseguiti; Accordi collusivi tra le imprese partecipanti a una gara volti a manipolarne gli esiti, utilizzando il meccanismo del subappalto come modalità per distribuire i vantaggi dell accordo a tutti i partecipanti allo stesso; Condizionamenti nelle decisioni assunte all'esito delle procedure di accordo bonario, derivabili alla presenza della parte privata all'interno della commissione. Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione
9 Per la valutazione delle aree di rischio (tabella n. 2), è stata utilizzata la metodologia indicata nell allegato 5 del Piano nazionale anticorruzione 2. AREA DI RISCHIO PROCESSI VALUTAZI ONE DELLA PROBABI LI TA' VALUTAZI ONE DELL'I MPATTO a b c d e f V.M. a b c d V.M. media complessiva del rischio Area: acquisizione e progressione del personale (A) 1, Reclutamento , ,75 2, Progresioni di carriera , ,00 3, Conferimento di incarichi di collaborazione , ,50 t ot ale are a A 2, , ,667 2,267 3, , ,75 valore basso 2 L allegato 5 Tabella valutazione del rischio del piano nazionale anticorruzione è consultabile al seguente link: 3 Scala di valori e frequenza della probabilità: 0 = nessuna probabilità; 1 = improbabile; 2 = poco probabile; 3 = probabile; 4 = molto probabile; 5 = altamente probabile. Il valore della probabilità va determinato, per ciascun processo, calcolando la media aritmetica dei valori individuati in ciascuna delle righe della colonna "Indici di valutazione della probabilità" Queste caselle vanno compilate con i valori che emergono dalle interviste con gli interlocutori interni ed esterni. Noi comunque siamo normati da Codice degli Appalti e Modello Organizzativo. Quindi il rischio è solo poco probabile Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione
10 AREA DI RI SCHI O PROCESSI 1.Definizione dell oggetto dell affidamento 2.Individuazione dello strumento /istituto per l affidamento V ALUTAZI ONE DELLA PROBABI LI TA' V ALUTAZI ONE DELL'I MPATTO a b c d e f V.M. a b c d V.M , , , ,00 3.Requisiti di qualificazione , ,50 4.Requisiti di aggiudicazione , ,75 media complessiva del rischio Area: affidamento di lavori, servizi e forniture (B) 5.Valutazione delle offerte , ,00 6.Verifica dell eventuale anomalia delle offerte , ,50 7.,Procedure negoziate , ,75 8.Affidamenti diretti , ,00 9.Revoca del bando , ,50 10.Redazione del cronoprogramma 11.Varianti in corso di esecuzione del contratto , , , ,00 12.Subappalto , ,50 13.Utilizzo di rimedi di risoluzione delle controversie alternativi a quelli giurisdizionali durante la fase di esecuzione del contratto , ,75 t ot ale are a B 2,615 4, , ,692 2,285 3, , ,75 Area: Provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari privi di effetto economico diretto ed immediato per il destinatario Area: Provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari con effetto economico diretto ed immediato per il destinatario NON RICORRE NON RICORRE valore basso Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione
11 2.4 Misure di prevenzione utili a ridurre la probabilità che il rischio si verifichi La tabella seguente riporta le misure di prevenzione e contrasto, idonee a ridurre o neutralizzare la probabilità che il rischio-corruzione si verifichi, in riferimento a ciascuna area di rischio, con indicazione della tempistica e dei responsabili. Di seguito si riportano le misure di prevenzione da adottare per le aree di rischio obbligatorie, subito dopo sono riportate le ulteriori iniziative programmate dalla Società per mitigare i rischi connessi ai processi posti in essere dalla Società stessa. AREA DI RISCHIO A) Area acquisizione e progressione del personale Misura di prevenzione Obiettivi Tempi Responsabili Ricorso a procedure ad evidenza pubblica per ogni tipologia di assunzione Composizione delle commissioni di concorso con criteri predeterminati e regolamentati Dichiarazione in capo ai Commissari di insussistenza di situazione di incompatibilità tra essi e i concorrenti ex artt. 51 e 52 cpc Dichiarazione espressa, all interno dell atto di approvazione della graduatoria, da parte del responsabile del procedimento, del dirigente e dei commissari, in merito all assenza di conflitti di interesse ex art. 6 bis L. 241/90 Rispetto della normativa e di eventuali regolamento interno in merito all attribuzione di incarichi ex art 7 D.Lgs. n. 165/2001 Rispetto dei principi di pubblicità e trasparenza ex D.Lgs. n.33/2013 e inseriti nel Programma triennale (allegato al Piano) Rispetto del Codice di Comportamento e onere in capo ai dipendente di segnalare eventuali anomalie al Responsabile prevenzione Obbligo di adeguata attività istruttoria e di motivazione del provvedimento Distinzione tra responsabile procedimento e responsabile atto (sottoscrittore), in modo da coinvolgere almeno 2 soggetti per ogni provvedimento Creazione di contesto non favorevole alla corruzione Riduzione delle possibilità di manifestazione di eventi corruttivi Riduzione delle possibilità di manifestazione di eventi corruttivi Riduzione delle Possibilità di manifestazione di eventi corruttivi Creazione di contesto non favorevole alla corruzione Creazione di contesto non favorevole alla corruzione Aumento delle possibilità di scoprire eventi corruttivi Aumento delle possibilità di scoprire eventi corruttivi Creazione di contesto non favorevole alla corruzione Come da d.lgs. n. 33/2013 Immediato con deleghe, con deleghe con deleghe con deleghe, con deleghe con deleghe Tutto il personale, con Deleghe con deleghe, Attività di controllo e modalità di verifica dell attuazione delle misure Monitoraggio a mezzo di campionamento sul rispetto della separazione tra responsabile del procedimento e responsabile dell atto Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione
12 Relazione periodica dei responsabili rispetto all'attuazione delle previsioni del Piano Controllo a campione dei provvedimenti emanati Utilizzo delle segnalazioni fatte al Responsabile di Prevenzione della Corruzione all indirizzo: multiservice.andria@cert.comune.andria.bt.it AREA DI RISCHIO B) Area affidamento lavori, servizi e forniture Misure di prevenzione Obiettivi Tempi responsabili Pubblicazione sul sito istituzionale di: struttura proponente oggetto del bando, elenco degli operatori invitati a presentare offerte, aggiudicatario e importo di aggiudicazione, tempi di completamento dell opera, servizio o fornitura, importo delle somme liquidate Pubblicazione entro il 31 gennaio di ogni anno delle informazioni di cui al punto precedente in tabelle riassuntive scaricabili in formato aperto e trasmissione delle stesse all AVCP In caso di ricorso all albo dei fornitori interno rispettare il criterio di rotazione al momento della scelta delle ditte cui rivolgersi per la presentazione dell offerta Nei casi di ricorso all affidamento diretto ex art. 125 D.Lgs. 163/06 assicurare sempre un livello minimo di confronto concorrenziale e applicazione del criterio della rotazione Adesione al protocollo di legalità, secondo la fattispecie adottata o adottanda del comune di Andria, e specificazione nei bandi e n avvisi che il mancato rispetto delle clausole del Protocollo è causa di esclusione dalle gare Divieto di richiesta ai concorrenti di requisiti di qualificazione diversi ed ulteriori rispetto a quelli previsti dal D.Lgs. n.163/06 e smi Rispetto delle previsioni normative in merito agli istituti di proroga e rinnovo contrattuale Rispetto dei principi di pubblicità e trasparenza ex D.Lgs. n.33/2013 e inseriti nel Programma triennale (allegato al Piano) Rispetto del Codice di Comportamento e onere in capo ai dipendente di segnalare eventuali anomalie al Responsabile prevenzione Obbligo di adeguata attività istruttoria e di motivazione del provvedimento Creazione di contesto non favorevole alla corruzione ed aumento delle possibilità di scoprire eventi corruttivi Aumento delle possibilità di scoprire eventi corruttivi Riduzione delle possibilità di manifestazione di eventi corruttivi Riduzione delle possibilità di manifestazione di eventi corruttivi Creazione di contesto non favorevole alla corruzione Creazione di contesto non favorevole alla corruzione Creazione di contesto non favorevole alla corruzione Creazione di contesto non favorevole alla corruzione Aumento delle possibilità di scoprire eventi corruttivi Aumento delle possibilità di scoprire eventi corruttivi 31 gennaio 2016 per i dati relativi agli affidamenti dal al gen-12 Come da D.Lgs. n. 33/2013 Immediato con deleghe e Direttore Tecnico con deleghe e Direttore Tecnico con deleghe e Direttore Tecnico con deleghe e Direttore Tecnico con deleghe e Direttore Tecnico con deleghe e Direttore Tecnico con deleghe e Direttore Tecnico con deleghe e Direttore Tecnico Tutto il personale con deleghe e Direttore Tecnico Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione
13 Distinzione tra responsabile procedimento e responsabile atto (sottoscrittore), in modo da coinvolgere almeno 2 soggetti per ogni provvedimento Creazione di contesto non favorevole alla corruzione con deleghe e Direttore Tecnico Attività di controllo e modalità di verifica dell attuazione delle misure: Monitoraggio a mezzo di campionamento sul rispetto della separazione tra responsabile del procedimento e responsabile dell atto Monitoraggio a mezzo di sorteggio a campione sul dovere di astensione in caso di conflitto d'interessi Monitoraggio a mezzo di campionamento sul rispetto del principio della rotazione dei contraenti nelle procedure di gara Monitoraggio degli affidamenti diretti: ogni sei mesi l ufficio appalti dovrà trasmettere al Responsabile prevenzione della corruzione i provvedimenti di affidamento diretto di lavori, servizi e forniture aggiudicati nel semestre precedente ai fini del controllo del rispetto dei presupposti di legge e del criterio di rotazione. Esclusione dalle commissioni di concorso e dai compiti di segretario per coloro che sono stati condannati, anche con sentenza non passata in giudicato, per i reati previsti nel capo I del titolo II del libro secondo del codice penale:l accertamento sui precedenti penali avviene mediante acquisizione d ufficio ovvero mediante dichiarazione sostitutiva di certificazione resa dall interessato ex art. 46 D.P.R. n. 445 del 2000 (art. 20 d.lgs. n. 39 del 2013) Relazione periodica del Responsabile rispetto all'attuazione delle previsioni del Piano Utilizzo delle segnalazioni pervenute al Responsabile di prevenzione all'indirizzo: multiservice.andria@cert.comune.andria.bt.it 3. TRASPARENZA (art. 1 L. 190/2012 D.lgs. 33/2013) Obblighi di pubblicità cui è soggetto il procedimento. Rinvio alle norme di legge e al Piano Triennale della Trasparenza e dell Integrità (P.T.T.I.) La trasparenza rappresenta uno strumento fondamentale per la prevenzione della corruzione e per l efficienza e l efficacia dell azione amministrativa. Il piano triennale di prevenzione della corruzione e il programma triennale per trasparenza e l integrità sono stati predisposti quali documenti distinti, garantendone opportunamente il coordinamento e la coerenza fra i contenuti. Tale programma è allegato al presente piano triennale della prevenzione della corruzione. 4. CODICE DI COMPORTAMENTO (art. 54 D.Lgs. 165/2001 D.P.R. n.62/2013) Norme di comportamento per la prevenzione del rischio. Rinvio alle norme regolamentari. Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione
14 In data 09/03/2009 il Consiglio di Amministrazione, ha approvato il Codice Etico predisposto dalla Società, ai sensi dell art. 54 D.Lgs. 165/2001 D.P.R. n.62/2013, al quale si deve attenere il comportamento dei dipendenti della Società e dei suoi partner contrattuali. Qualunque violazione del codice di comportamento deve essere denunciata al responsabile della prevenzione della corruzione, attraverso comunicazione scritta tramite posta elettronica. 5. ROTAZIONE DEL PERSONALE Criteri di rotazione vengono meglio esplicitati nelle Altre iniziative prese per arginare i rischi di corruzione. 6. CRITERI DI ROTAZIONE DEGLI ADDETTI ALL ISTRUTTORIA DEL PROCEDIMENTO. RINVIO ALLE NORME REGOLAMENTARI PRECEDENTI PENALI (art. 35 bis del D.lgs. n. 165 e art. 3 del D.lgs. n. 39/2013)Verifica dei precedenti penali a carico dei dipendenti o soggetti per la nomina a componente di commissione di gara o di concorso, per il conferimento di incarico dirigenziale, per l assegnazione di dipendenti dell area direttiva agli uffici con le caratteristiche di cui all art. 35 bis D.lgs. 165/2001. Rinvio al punto Altre iniziative 7. FORMAZIONE in tema anticorruzione (Percorsi di formazione di livello generale e livello specifico) Il programma di formazione in tema di prevenzione della corruzione sarà gestito dall con deleghe ed avrà l obiettivo di: individuare i soggetti cui viene erogata la formazione in tema di anticorruzione; individuare i contenuti della formazione in tema di anticorruzione; indicare i canali e gli strumenti di erogazione della formazione in tema di anticorruzione; quantificare le ore/giornate dedicate alla formazione in tema di anticorruzione. 8. Altre iniziative 8.1 Indicazione dei criteri di rotazione del personale L alternanza tra più soggetti nell assunzione delle decisioni e nella gestione delle procedure, infatti, riduce il rischio che possano crearsi relazioni particolari tra amministrazioni ed utenti, con il conseguente consolidarsi di situazioni di privilegio e l aspettativa a risposte illegali improntate a collusione. Il principio di rotazione troverà sicuramente applicazione nei confronti di incaricati e collaboratori; mentre troverà forti limiti, soprattutto nella struttura amministrativa, in considerazione della infungibilità di tali figure. Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione
15 Pertanto l Unico, in ragione delle ridotte dimensioni dell apparato tecnicoamministrativo della Società e del numero limitatissimo di personale che con professionalità e responsabilmente opera in tale settore, ritiene che la rotazione del personale causerebbe inefficienza e inefficacia dell azione amministrativa tale da precludere in alcuni casi la possibilità di raggiungere in maniera ottimale gli obiettivi minimi Recepimento, in quanto compatibili, dei contenuti e delle direttive, e relative attuazioni, del PTPC approvato dal Comune di Andria Con tale iniziativa si tende ad uniformare possibilmente l azione della Società a quella della Comune di Andria in qualità di Ente Locale esercitante il controllo analogo. 8.3 Elaborazione della proposta di regolamento per disciplinare gli incarichi e le attività eventualmente non consentite ai dipendenti della Società Come stabilito dal PNA, compatibilmente con la struttura aziendale, il cumulo in capo ad un medesimo dirigente o funzionario di incarichi conferiti dall'amministrazione può comportare il rischio di un'eccessiva concentrazione di potere su un unico centro decisionale. La concentrazione del potere decisionale aumenta il rischio che l'attività amministrativa possa essere indirizzata verso fini privati o impropri determinati dalla volontà del dirigente stesso. Inoltre, lo svolgimento di incarichi, soprattutto se extra-istituzionali, da parte del dirigente o del funzionario può realizzare situazioni di conflitto di interesse che possono compromettere il buon andamento dell'azione amministrativa, ponendosi altresì come sintomo dell'evenienza di fatti corruttivi. 8.4 Elaborazione di direttive per l attribuzione degli incarichi dirigenziali con la definizione delle cause ostative al conferimento e verifica dell insussistenza di cause di incompatibilità La Società, per il tramite del responsabile della prevenzione della corruzione, verifica la sussistenza di eventuali condizioni ostative in capo ai dipendenti e/o soggetti cui la Società intende conferire incarichi dirigenziali e altri incarichi previsti nel d.lgs. n. 39 del Le condizioni ostative sono quelle previste nei suddetti capi, salva la valutazione di ulteriori situazioni di conflitto d interesse o cause di impedimento. L accertamento avviene mediante dichiarazione sostitutiva di certificazione resa dall interessato nei termini e alle condizioni dell articolo 46 del D.P.R. n. 445 del 2000 pubblicata sul sito della Società o dell ente pubblico o privato conferente (art. 20 d.lgs. n. 39 del 2013). Se all esito della verifica risulta la sussistenza di una o più condizioni ostative, la Società si astiene dal conferire l incarico e provvede a conferire l incarico nei confronti di altro soggetto. In caso di violazione delle previsioni di non conferibilità, secondo l articolo 17 decreto legislativo n. 39/2013, l incarico è nullo e si applicano le sanzioni di cui all articolo 18 del medesimo decreto. La Società, per il tramite del responsabile della prevenzione della corruzione, verifica che: 3 Per consultare il d.lgs. 39/2013: Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione
16 negli interpelli per l attribuzione degli incarichi siano inserite espressamente le condizioni ostative al conferimento; i soggetti interessati rendano la dichiarazione di insussistenza delle cause di inconferibilità all atto del conferimento dell incarico. La Società verifica la sussistenza di eventuali situazioni di incompatibilità nei confronti dei titolari di incarichi previsti nel d.lgs. n. 39 del 2013 per le situazioni contemplate nei medesimi Capi. Il controllo deve essere effettuato: all atto del conferimento dell incarico; annualmente e su richiesta nel corso del rapporto. Se la situazione di incompatibilità emerge al momento del conferimento dell incarico, la stessa deve essere rimossa prima del conferimento. Se la situazione di incompatibilità emerge nel corso del rapporto, il responsabile della prevenzione contesta la circostanza all interessato ai sensi degli artt. 15 e 19 del d.lgs. n. 39 del 2013 e vigila affinché siano prese le misure conseguenti. La Società, per il tramite del responsabile della prevenzione della corruzione, verifica che: negli interpelli per l attribuzione degli incarichi siano inserite espressamente le cause di incompatibilità; i soggetti interessati rendano la dichiarazione di insussistenza delle cause di incompatibilità all atto del conferimento dell incarico e nel corso del rapporto. 8.5 Definizione di modalità per verificare il rispetto del divieto di svolgere attività incompatibili a seguito della cessazione del rapporto La Legge n. 190/2012 ha introdotto un nuovo comma nell'ambito dell'art. 53 del d.lgs. n. 165 del 2001 volto a contenere il rischio di situazioni di corruzione connesse all'impiego del dipendente successivo alla cessazione del rapporto di lavoro. Il rischio valutato dalla norma è che durante il periodo di servizio il dipendente possa artatamente precostituirsi delle situazioni lavorative vantaggiose e così sfruttare a proprio fine la sua posizione e il suo potere all'interno dell'amministrazione per ottenere un lavoro per lui attraente presso l'impresa o il soggetto privato con cui entra in contatto. La norma prevede quindi una limitazione della libertà negoziale del dipendente per un determinato periodo successivo alla cessazione del rapporto per eliminare la "convenienza" di accordi fraudolenti. Ai fini dell applicazione dell articolo 53, comma 16-ter, del decreto legislativo n. 165 del 2001, la Società verifica, per il tramite del responsabile della prevenzione della corruzione, che: 1. nei contratti di assunzione del personale sia inserita la clausola che prevede il divieto di prestare attività lavorativa (a titolo di lavoro subordinato o di lavoro autonomo) per i tre anni successivi alla cessazione del rapporto nei confronti dei destinatari di provvedimenti adottati o di contratti conclusi con l apporto decisionale del dipendente; 2. nei bandi di gara o negli atti prodromici agli affidamenti, anche mediante procedura negoziata, sia inserita la condizione soggettiva di non concluso contratti di lavoro subordinato o autonomo e comunque di non aver attribuito incarichi ad ex-dipendenti Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione
17 che hanno esercitato poteri autoritativi o negoziali per conto delle pubbliche amministrazioni nei loro confronti per il triennio successivo alla cessazione del rapporto; 3. sia disposta l esclusione dalle procedure di affidamento nei confronti dei soggetti per i quali sia emersa la situazione di cui al punto precedente; 4. si agisca in giudizio per ottenere il risarcimento del danno nei confronti degli exdipendenti per i quali sia emersa la violazione dei divieti contenuti nell art. 53, comma 16- ter, decreto legislativo n. 165 del Elaborazione di direttive per effettuare controlli su precedenti penali ai fini dell attribuzione degli incarichi e dell assegnazione ad uffici Ai fini dell applicazione dell articolo 35 bis del decreto legislativo n. 165 del 2001 e dell articolo 3 del decreto legislativo n. 39 del 2013, la Società, per il tramite del responsabile della prevenzione della corruzione, verifica la sussistenza di eventuali precedenti penali a carico dei dipendenti e/o dei soggetti cui intendono conferire incarichi: all atto della formazione delle commissioni per l affidamento di commesse o di commissioni di concorso; all atto del conferimento degli incarichi dirigenziali e degli altri incarichi previsti dall articolo 3 del decreto legislativo n. 39 del 2013; all atto dell assegnazione di dipendenti dell area direttiva agli uffici che presentano le caratteristiche indicate dall articolo 35 bis del decreto legislativo n. 165 del L accertamento sui precedenti penali avviene mediante acquisizione d ufficio ovvero mediante dichiarazione sostitutiva di certificazione resa dall interessato nei termini e alle condizioni dell articolo 46 del D.P.R. n. 445 del 2000 (articolo 20 decreto legislativo n. 39 del 2013). Se all esito della verifica risultano a carico del personale interessato dei precedenti penali per delitti contro la pubblica amministrazione, la Società: si astiene dal conferire l incarico o dall effettuare l assegnazione, applica le misure previste dall art. 3 del decreto legislativo n. 39 del 2013, provvede a conferire l incarico o a disporre l assegnazione nei confronti di altro soggetto. In caso di violazione delle previsioni di inconferibilità, secondo l articolo 17 del decreto legislativo n. 39, l incarico è nullo e si applicano le sanzioni di cui all articolo 18 del medesimo decreto. La Società, per il tramite del responsabile della prevenzione della corruzione, procede a: effettuare i controlli sui precedenti penali e per le determinazioni conseguenti in caso di esito positivo del controllo; inserire negli interpelli per l attribuzione degli incarichi espressamente le condizioni ostative al conferimento; adeguare i propri regolamenti sulla formazione delle commissioni per l affidamento di commesse o di concorso. Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione
18 8.7 Adozione di misure per la tutela del whistleblower L articolo 1, comma 51 della legge ha introdotto un nuovo articolo nell ambito del decreto legislativo n. 165 del 2001, l articolo 54 bis, rubricato Tutela del dipendente pubblico che segnala illeciti, il cosiddetto whistleblower. Si tratta di una disciplina che introduce una misura di tutela già in uso presso altri ordinamenti, finalizzata a consentire l emersione di fattispecie di illecito. In linea con le raccomandazioni dell Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OECD), la tutela deve essere estesa alle ipotesi di segnalazione di casi di corruzione internazionale (articolo 322 bis del codice penale). Il nuovo articolo 54 bis prevede che: 1. Fuori dei casi di responsabilità a titolo di calunnia o diffamazione, ovvero per lo stesso titolo ai sensi dell'articolo 2043 del codice civile, il pubblico dipendente che denuncia all'autorità giudiziaria o alla Corte dei conti, ovvero riferisce al proprio superiore gerarchico condotte illecite di cui sia venuto a conoscenza in ragione del rapporto di lavoro, non può essere sanzionato, licenziato o sottoposto ad una misura discriminatoria, diretta o indiretta, avente effetti sulle condizioni di lavoro per motivi collegati direttamente o indirettamente alla denuncia. 2. Nell'ambito del procedimento disciplinare, l'identità del segnalante non può essere rivelata, senza il suo consenso, sempre che la contestazione dell'addebito disciplinare sia fondata su accertamenti distinti e ulteriori rispetto alla segnalazione. Qualora la contestazione sia fondata, in tutto o in parte, sulla segnalazione, l'identità può essere rivelata ove la sua conoscenza sia assolutamente indispensabile per la difesa dell'incolpato. 3. L'adozione di misure discriminatorie è segnalata al Dipartimento della funzione pubblica, per i provvedimenti di competenza, dall'interessato o dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative nella Società nella quale le stesse sono state poste in essere. 4. La denuncia è sottratta all'accesso previsto dagli articoli 22 e seguenti della legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni. La segnalazione di cui sopra deve essere indirizzata al responsabile della prevenzione della corruzione, al seguente indirizzo di posta elettronica: multiservice.andria@cert.comune.andria.bt.it La segnalazione deve avere come oggetto: Segnalazione di cui all articolo 54 bis del decreto legislativo 165/2001. La gestione della segnalazione è a carico del responsabile della prevenzione della corruzione. Tutti coloro che vengono coinvolti nel processo di gestione della segnalazione sono tenuti alla riservatezza. La violazione della riservatezza potrà comportare irrogazioni di sanzioni disciplinari salva l eventuale responsabilità penale e civile dell agente. 8.8 Predisposizione di protocolli di legalità per gli affidamenti I protocolli di legalità costituiscono utili strumenti pattizi per contrastare il fenomeno delle infiltrazioni mafiose nelle attività economiche, anche nei territori dove il fenomeno non è particolarmente radicato. Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione
19 I protocolli sono disposizioni volontarie tra i soggetti coinvolti nella gestione dell opera pubblica. In tal modo vengono rafforzati i vincoli previsti dalla norme della legislazione antimafia, con forme di controllo volontario, anche con riferimento ai subcontratti, non previste della predetta normativa. La Società si attiverà a richiedere ai fornitori di beni e servizi, prima dell iscrizione nell Albo Fornitori, la documentazione comprovante la loro legalità (regolarità). 8.9 Realizzazione del sistema di monitoraggio del rispetto dei termini, previsti dalla legge o dal regolamento, per la conclusione dei procedimenti La Società, per il tramite del responsabile della prevenzione della corruzione, predispone un apposito elenco riportante i termini dei procedimenti amministrativi gestiti, al fine di verificare il rispetto dei tempi da parte dei responsabili dei diversi procedimenti amministrativi. Di seguito si propone un modello per la realizzazione del sistema di monitoraggio: Denominazione e oggetto del procedimento Struttura organizzativa competente Responsabile del procedimento Termine di conclusione previsto dalla legge o dal regolamento Termine di conclusione effettivo Mezzi e modalità di comunicazione dell'esito del procedimento 8.10 Realizzazione di un sistema di monitoraggio dei rapporti tra la Società e i soggetti che con essa stipulano contratti e indicazione delle ulteriori iniziative nell ambito dei contratti pubblici. In merito ai rapporti tra la Società e i soggetti che con essa stipulano contratti, si richiama il vigente Codice Etico che regola il comportamento del personale. Tale Codice sancisce la cosiddetta terzietà tra i principi generali che devono ispirare la condotta dei dipendenti e contiene disposizioni atte ad evitare che, nell espletamento dei propri compiti d ufficio, i dipendenti possano operare scelte contrarie all interesse della Società e dirette, invece, a conseguire utilità personali e/o di soggetti terzi Indicazione delle iniziative previste nell ambito dell erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari nonché attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere Le iniziative sono quelle previste nel capitolo 2.4 Misure di prevenzione utili a ridurre la probabilità che il rischio si verifichi del presente piano Indicazione delle iniziative previste nell ambito di concorsi e selezione del personale Le iniziative sono quelle previste nel capitolo 2.4 Misure di prevenzione utili a ridurre la probabilità che il rischio si verifichi del presente piano. Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione
20 8.13 Indicazione delle iniziative previste nell ambito delle attività ispettive L articolo 1, comma 10, lettera a della legge n. 190/2012 prevede che il responsabile della prevenzione della corruzione provveda alla verifica dell efficace attuazione del piano e della sua idoneità, nonché a proporre la modifica dello stesso quando sono accertate significative violazioni delle prescrizioni ovvero quando intervengono mutamenti nell organizzazione o nell attività della Società. Con l obiettivo di adempiere alla suddetta verifica, il responsabile della prevenzione della corruzione si avvale di una serie di referenti all interno della Società, individuando i soggetti che lo coadiuveranno per acquisire il flusso di informazioni necessari alla verifica di cui sopra Organizzazione del sistema di monitoraggio sull attuazione del P.T.P.C., con individuazione dei referenti, dei tempi e delle modalità di informativa Ai sensi dell articolo 1, comma 14 della legge n. 190/2012 il responsabile della prevenzione della corruzione entro il 15 dicembre di ogni anno redige una relazione annuale che offre il rendiconto sull efficacia delle misure di prevenzione definite dai P.T.P.C. Questo documento dovrà essere pubblicato sul sito istituzionale di ciascuna amministrazione nonché trasmesso al Dipartimento della funzione pubblica in allegato al P.T.P.C. dell anno successivo. Secondo quanto previsto dal piano nazionale anticorruzione, tale documento dovrà contenere un nucleo minimo di indicatori sull efficacia delle politiche di prevenzione con riguardo ai seguenti ambiti: Gestione dei rischi Azioni intraprese per affrontare i rischi di corruzione Controlli sulla gestione dei rischi di corruzione Iniziative di automatizzazione dei processi intraprese per ridurre i rischi di corruzione Formazione in tema di anticorruzione Quantità di formazione in tema di anticorruzione erogata in giornate/ore Tipologia dei contenuti offerti Articolazione dei destinatari della formazione in tema di anticorruzione Articolazione dei soggetti che hanno erogato la formazione in tema di anticorruzione Codice di comportamento Adozione delle integrazioni al codice etico e di comportamento Denunce delle violazioni al codice etico e di comportamento Attività dell ufficio competente ad emanare pareri sulla applicazione del codice etico e di comportamento. Altre iniziative Esiti di verifiche e controlli su cause di inconferibilità e incompatibilità degli incarichi Forme di tutela offerte ai whistleblowers Rispetto dei termini dei procedimenti Iniziative nell ambito dei contratti Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione
21 Iniziative previste nell ambito dell erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari nonché attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere Indicazione delle iniziative previste nell ambito di concorsi e selezione del personale Indicazione delle iniziative previste nell ambito delle attività ispettive. I Referenti I Referenti partecipano con l RPC a tutte le fasi di predisposizione e di attuazione del PTPC promuovendo la condivisione degli obbiettivi e relativa responsabilizzazione. Nel corso dell anno dovranno essere programmate delle misure in termini di precisi obbiettivi da raggiungere da parte di ciascuno dei detti referenti. Essi incorrono in sanzioni disciplinari ove non adempiono nei termini agli obblighi informativi nei riguardi del RPC per consentire allo stesso il monitoraggio sulle misure da adottare. Inoltre partecipano attivamente al processo di autoanalisi organizzativa e di mappatura dei processi, in sede di individuazione e programmazione delle misure di prevenzione e in sede di attuazione delle stesse. Coinvolgimento attivo del dipendente e Performance Particolare attenzione viene prestata alla necessità di un forte coinvolgimento attivo dell intera struttura in tutte le fasi di predisposizione e di attuazione delle misure anticorruzione. -Autoanalisi - Definizione delle misure di prevenzione - Attuazione delle misure organizzativa e di mappatura dei processi obblighi informativi vs il RPC a dovere di collaborazione con individuazione e programmazione carico tutti i soggetti coinvolti: il RPC, la cui violazione deve delle misure preventive in termini di definizione flussi vs RPC essere ritenuta precisi obiettivi da raggiungere da parte di particolarmente grave in sede ciascuno degli uffici coinvolti: di responsabilità disciplinare: definizione degli obiettivi 2016 aggiornamento del in tema di anticorruzione, che andranno della sezione dedicata ai ad integrare quelli previsti soggetti che concorrono alla per la trasparenza, con prevenzione del rischio, indicazione del loro recepimento dettagliando le modalità del coinvolgimento Sanzioni La Società predisporrà apposito regolamento contenente le sanzioni irrogate in caso di inosservanza del presente PTPC Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione
22 9. Relazioni con il Modello di Organizzazione ex D.Lgs. 231/01 e rapporti con l Organismo di Vigilanza. Il Responsabile per la prevenzione della corruzione adegua le iniziative di cui ai paragrafi precedenti al Modello di Organizzazione vigente e tiene costantemente informato l Organismo di Vigilanza. L Organismo di Vigilanza può richiedere al Responsabile per la prevenzione della corruzione interventi mirati per la prevenzione del rischio e chiedere informazioni sull andamento e l efficacia delle iniziative adottate Il presente piano, con gli estremi del provvedimento di approvazione, va comunicato all A.N.A.C., ai Soci, ai dipendenti della Società e va pubblicato sul sito della Società nel link Amministrazione Trasparente. Allegato al PTPC: Codice Etico e Modello Organizzativo 231/2001, approvato nella delibera del 09/03/2009. Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione
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