RICORDO RAFFAELE MATTIOLI CASA DELLA CULTURA. INTLS4 S Arch2itis:N tlorlic)a0m MILANO MCMLXXV

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Rosalinda Mari
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1 RICORDO DI RAFFAELE MATTIOLI MILANO CASA DELLA CULTURA MCMLXXV INTLS4 S Arch2itis:N tlorlic)a0m

2 RICORDO DI RAFFAELE MATTIOLI MILANO CASA DELLA CULTURA MCMLXXV

3 PAOLO GRASSI

Signor Vice Presidente del Consiglio, signor Governatore, signore e signori.

Ed io non posso che cominciare citando Hegel che definiva il teatro la regina delle arti, in quanto nello spettacolo teatrale, sia esso di musica o di prosa, l'architettura, il costume, la

dietro la chiusura e l'apertura di un sipario, ma per essere degli uomini di palcoscenico, degli uomini di teatro, moderni ed organici nel senso etimologico del vocabolo, occorre non dico sapere ma

4 Signor Vice Presidente del Consiglio, signor Governatore, signore e signori. Apre questo ricordo pubblico di Raffaele Mattioli, fra uomini politici, uomini di finanza, uomini di lettere, uomini di scienza, un uomo di palcoscenico. Ed io non posso che cominciare citando Hegel che definiva il teatro la regina delle arti, in quanto nello spettacolo teatrale, sia esso di musica o di prosa, l'architettura, il costume, la scenografia, la scenotecnica, la poesia, la pittura tutto si riunisce in una sintesi: per fare dello spettacolo, nel senso globale del termine, non basta sapere la magia, il mistero che si racchiude dietro la chiusura e l'apertura di un sipario, ma per essere degli uomini di palcoscenico, degli uomini di teatro, moderni ed organici nel senso etimologico del vocabolo, occorre non dico sapere ma almeno conoscere qualcosa di sociologia, di urbanistica, di trasporti, ecc. Non esiste problema di teatro che sia soltanto estetico, soltanto artistico e al tempo stesso non sia economico, non sia finanziario, non sia sociale, non sia organizzativo. Dico questo perché un teatro non è un edificio. Non è soltanto fatto di mura o fatto soltanto di macchine sceniche; è una creatura viva e La Scala si onora di non essere soltanto un edificio storico che sta per compiere due secoli di vita di vita attiva, non di vita celebrativa, ma di essere il cuore, il centro della vita culturale, della vita artistica della nostra città. Ed è per questo che di fronte alla iniziativa della Casa della Cultura di ricordare a circa un anno e mezzo dalla scomparsa Raffaele II

5 Mattioli il Teatro alla Scala non ha inteso offrire soltanto la propria sala amichevolmente, ma ha inteso associarsi attivamente a questa manifestazione di alto significato civile ed è per questo che noi siamo qui a testimoniare di questa nostra precisa partecipazione. Personalmente e questa è anche una componente di questa presenza della Scala ho avuto la fortuna di essere benvoluto e posso dire stimato da Raffaele Mattioli: con i suoi gesti di fiducia e di aiuto nei tempi allora e sempre e domani difficilissimi per chi tenta di organizzare cultura o spettacolo nella nostra Repubblica, Mattioli mi ha sempre dato personalmente un grande coraggio ed una componente di orgoglio per andare avanti. E anche se non sono io e non posso essere io e non debbo essere io a ricordare la figura, l'opera di Mattioli, perché altri sono qui convenuti per questo compito, io non posso sottrarmi ad un minimo di ricordo personale, certamente debitore, larghissimamente debitore verso lo scomparso. Il Teatro alla Scala rende onore pubblicamente, come teatro della città, come centro della vita morale e sociale della città di Milano, all'abruzzese Raffaele Mattioli, cittadino milanese, banchiere non solo di fama ma di prestigio mondiale, umanista raffinatissimo l'abbiamo conosciuto in questa poliedricitá di attenzioni e di interessi, cittadino integerrimo, esemplare sotto ogni profilo etico e professionale. Oggi si usa largamente il termine di «maestro)> nelle arti ed anche, cosi, in diverse discipline. Mattioli aveva un senso troppo spiccato dell'umorismo perché lo si potesse chiamare, perché lo si possa chiamare, oggi che non è più, «maestro». Ma io 12

6 penso che per molti di noi è stato certamente un modello o comunque sempre un punto di riferimento insostituibile; qualche cosa di fermo, di coerente, di concreto, un interlocutore appunto che non aveva, al quale non si poteva opporre un'alternativa, che ha contato nella nostra vita, che ha contato nella nostra società, che ha contato nell'educazione civile e nella lotta quotidiana che ciascuno di noi, con i suoi mezzi, con la sua intelligenza, con quello che ha potuto esprimere, ha cercato di combattere. Con questo spirito, La Scala che stasera rappresento insieme al vice presidente Belgioioso, ha l'emozione, più ancora che l'onore, ha la consapevolezza civile di ospitare questa manifestazione promossa dalla Casa della Cultura e di associarsi con grande cuore e con grande intensità di commozione, di memorie, di sentimenti. 13

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