Proposta di catechesi in occasione del Giubileo straordinario della Misericordia

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1 Circolare per le Capo Fuoco a cura della PATTUGLIA NAZIONALE SCOLTE Proposta di catechesi in occasione del Giubileo straordinario della Misericordia

2 FOGLIO DI COLLEGAMENTO PER LE CAPO FUOCO Anno Scout 2015/2016 Lettera circolare ad uso interno dei quadri della ASSOCIAZIONE ITALIANA GUIDE E SCOUTS D EUROPA CATTOLICI Pro-manuscripto Indirizzo della redazione: scolte@fse.it Testi a cura di Distretto Roma Est Per l impaginazione e la grafica Cristiana Cannistrà

3 Proposta di catechesi in occasione del Giubileo Straordinario della Misericordia 2015/2016 Cara Capo Fuoco, la catechesi sulla misericordia che ti stiamo inviando vuole essere una traccia. È una catechesi che puoi condividere con il tuo assistente. Nel caso in cui tu non abbia un assistente in Fuoco non devi preoccuparti: le attività inserite sono pensate proprio per guidare passo passo questo viaggio che farai nella Misericordia, nel modo più semplice possibile. È importante ricordare che il materiale che hai tra le mani è solo un suggerimento, potrai decidere di non fare la catechesi tutta insieme ma di dividerla in più incontri (per questo è stata suddivisa in tre parti), potrai decidere di fare altre attività rispetto a quelle proposte oppure di declinarle in modo diverso per andare meglio incontro alla tua programmazione. Speriamo di esserti state d aiuto. La Pattuglia Misericordia Alessandra, Fabiana, Simona, Giulia, don Samuele, don Andrea e sr. Simona del Distretto Roma Est 3

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5 INDICE Introduzione: pag Misericordia: in essa viviamo, ci muoviamo ed esistiamo pag (Uomo e) donna: programmati per la misericordia! pag Con Dio, operose nella misericordia pag 21 Allegato 1 pag 23 5

6 INTRODUZIONE Questa catechesi percorre tre punti fondamentali: 1. Sono nata dall Amore; 2. Sono nata per amare; 3. Con Dio, operose nella misericordia (ovvero, Vivo la mia vita facendo della povertà mia e altrui la via maestra del mio amore). Potrebbero rimanere tre punti sulla carta. Speriamo di no, e la nostra speranza poggia in Dio, che ha ispirato a Papa Francesco di indire un Anno Santo, STRAORDINARIO. Gesù ha consegnato le chiavi del Regno dei Cieli a Pietro, dicendogli: «Tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli» (Mt 16,19). Il nostro Papa ha preso queste chiavi e l 8 dicembre non ha aperto solo la Porta Santa; ha spalancato il cuore di Dio, ha dischiuso i forzieri del cielo. È evidente Francesco non si accontenta solo di una Chiesa povera; vuole che anche il Cielo s impoverisca e che tutte le ricchezze celesti si riversino nei nostri cuori! Dio povero! Magari lo scoprissimo così, per quello che veramente è! L immagine di Gesù come la sintetizzerebbe S. Teresina è semplice: un Bambino bisognoso di cure e poi un Uomo dal volto sfigurato dal dolore Più povero di così!? Più amore di così!? Immaginate se quest Anno imparassimo a guardare alla povertà come all immensa risorsa dell universo; a guardare a Dio innamorato della povertà, fino al punto di assumerla e farsi povero per noi, per essere povero con noi! Sì, Dio è povero; per questo è misericordioso! Nella sua povertà si è fatto ricco di misericordia! E se succedesse anche a noi? Di accettare la nostra povertà; di sentire il desiderio della povertà, abbandonando le nostre presunte ricchezze che ci allontanano dagli altri; d innamorarci della povertà fino al punto di non voler essere ricchi di altro che non sia misericordia: quella di Dio per noi e la nostra per il prossimo! 6

7 Poveri come Dio e ricchi come Lui! Poveri con Dio e ricchi con Lui! Poveri come ogni altro uomo, ma ricchi di misericordia gli uni per gli altri. Questa catechesi è introduttiva. Lanciarsi in opere di misericordia senza un minimo di riferimento a Dio, significherebbe passare un anno senza incontrare Lui! E noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l azione dello Spirito del Signore. (2Cor 3,18) 7

8 1. Misericordia: in essa viviamo, ci muoviamo ed esistiamo (cfr At 17,28) È evidente che parlare di misericordia significa fare riferimento alla situazione di miseria in cui vive l uomo. Parlare di Giubileo della Misericordia, poi, dovrebbe subito farci pensare alla possibilità di lucrare l indulgenza, cioè quel perdono massimo che, oltre a cancellare i nostri peccati, concede l indulto anche per quanto riguarda le loro conseguenze: Dio guarda all immenso amore con cui Cristo, Maria e i Santi lavorano e intercedono per noi e accetta che siano loro a porre rimedio alle conseguenze delle nostre malefatte: Chi rompe non paga, e i cocci non sono suoi, perché a pulire ci pensa Qualcun Altro! Bello! Bellissimo! Meraviglioso! Eppure oggi parlare di peccato non è scontato. A parte qualche parolaccia e qualche vizietto di gola e lussuria che poi che male ci sarà??!! facciamo fatica a riconoscere la realtà del nostro peccato. Definire poi questa realtà in termini di miseria, beh potrebbe sembrare davvero esagerato. Quanta cecità! Eppure, non possiamo ignorare questa (nostra) difficoltà a riconoscere l estremo bisogno che abbiamo delle amorevoli cure di Dio e dell intercessione materna della Chiesa. Se diamo tutto per scontato, rischiamo che il messaggio non arrivi! È bellissimo quando ci sentiamo amati e perdonati ma com è difficile sentirsi amati da Dio. In questo senso a maggior ragione trattandosi il nostro di un contesto tutto al femminile ci viene in aiuto quel termine così bello con cui la Bibbia esprime la misericordia di Dio. Il termine usato - rahamīm significa letteralmente viscere materne. Proprio così: secondo la Bibbia, Dio avrebbe un grembo, un utero, ed è da lì che sgorgherebbe il suo amore misericordioso Più che di miseri-cordia cioè di un cuore misericordioso, inteso come un atteggiamento interiore di Dio la Bibbia parla del suo «miseri-grembo» inteso quasi come la sua principale caratteristica fisica! Forse solo una donna può capire cosa significhi questo legame immensamente profondo tra corpo ed identità; forse solo una donna sa cosa significhi riconoscere inscritto nelle proprie stesse viscere il progetto di tutta quanta una vita! Dico forse, perché oggi non si può più dare per scontato nulla, nemmeno la bellezza di essere uomo e donna. Dico forse perché oggi il trinomio donna-sposa-madre è tutt altro che scontato! La misericordia di Dio, dunque, non è espressa esclusivamente in termini di perdono. Dio ci viene presentato come una donna, che ha nel suo 8

9 grembo il motore di ogni sua azione, di ogni suo pensiero, di ogni sua decisione! Insomma, la misericordia di Dio non è un idea astratta, ma una realtà concreta con cui Egli rivela il suo amore come quello di un padre e di una madre che si commuovono fino dal profondo delle viscere per il proprio figlio. È veramente il caso di dire che è un amore viscerale. Proviene dall intimo come un sentimento profondo, naturale, fatto di tenerezza e di compassione, di indulgenza e di perdono. (MV 6) Ed ecco così che la Bibbia si apre con Dio (Padre - Figlio - Spirito Santo Un Dio-Famiglia!) che è desiderio di maternità! Dio si rivela prima di tutto come il Dio amante della vita (cfr Sap 11,24-26). Di più: Dio è fatto per dare la vita, per generare, per dare l esistenza a chi non ce l ha! E proprio come ogni donna che concepisce in sé il desiderio di essere madre, subito Dio pensa al corredino per la sua creatura solo che, nell esuberanza del suo amore, semplicemente esagera: crea il mondo intero, le costellazioni, le galassie, i mari, le montagne, le foreste, gli animali. Per Dio altro non era che la stanzetta per il suo bebè! Sì, perché l amore misericordioso di Dio non è una tirchieria; straripa, non bada a spese. È proprio il caso di dirlo: Dio ha le mani bucate! E per esprimere un amore grande, ci vogliono segni grandi: se tra fidanzati un foglio di carta non basta più e così si ricorre ai muri, ai marciapiedi e alle strade per scrive parole e disegnare cuori abbastanza grandi, beh Dio ha avuto bisogno dell universo intero per lasciarci il suo messaggio d amore. Cos è l universo? Il Bacio Perugina di Dio per noi! È chiaro che per leggerne il messaggio questa vita terrena non basta! 9

10 Dunque Dio allestisce la cameretta e finalmente dà alla luce la sua creatura: mio figlio sei tu, oggi ti ho generato! Pensare alla gioia di Dio in quel momento potrebbe bastare per vivere felici Gioia, perché dare la vita genera immensa gioia, gioia piena! Guardare a questo bimbo, osservare la creatura uscita dal miserigrembo di Dio ci introduce ancora di più nel suo mistero. Perché Dio nessuno l ha mai visto, ma è certo che le sue creature parlano di lui. È lo stesso che succede con un pittore: conoscerlo fisicamente, guardarne la fotografia non ci dice poi molto su di lui. Il modo migliore per attingere al mondo interiore di un artista è ammirarne le opere. E se il creato ci dice con quanta cura e grandezza Dio ha voluto parlarci del suo amore, molto di più scopriamo di lui considerando il modo in cui ha fatto l uomo! Ha deciso che nascesse piccolo piccolo; che venisse alla luce tra i vagiti; che fosse nudo; che non potesse ancora parlare; che non potesse proprio bastare a se stesso; che avesse fame già dopo due/tre ore dalla nascita In quel famoso non è bene che l uomo sia solo (cfr Gen 2,18) non c è solo il mistero dell amore coniugale; c è l affermazione di una verità fondamentale: l uomo non può esser solo, perché egli esiste solo se amato, sopravvive solo se fatto oggetto di cura amorosa! La vita nasce (e deve nascere!) nel grembo di una donna che l accoglie; e anche dopo la nascita ha ancora bisogno di un altro grembo, quello di un amore che lo faccia crescere! Si potrebbe andare avanti in questa storia, ma significherebbe riscrivere qui tutta la Bibbia! C è un passo del profeta Osea che forse ci permette di intuire di cosa parlino tutte le altre pagine: 10

11 A Èfraim [= A ogni figlio da me generato] io insegnavo a camminare tenendolo per mano, ma essi non compresero che avevo cura di loro. Io li traevo con legami di bontà, con vincoli d amore, ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia, mi chinavo su di lui per dargli da mangiare. (Osea 11,3-4) Un Dio più mamma di così non si può! (Attività 1) Papa Francesco indicendo il Giubileo della misericordia ha detto che una via pratica per capire queste cose, per crescere nella misericordia, è quella che la Chiesa indica nelle quattordici opere di misericordia, divise in 7 opere di misericordia corporale e 7 opere di misericordia spirituale. Le ripassiamo insieme: Le 7 opere di misericordia corporale 1. Dar da mangiare agli affamati. 2. Dar da bere agli assetati. 3. Vestire gli ignudi. 4. Alloggiare i pellegrini. 5. Visitare gli infermi. 6. Visitare i carcerati. 7. Seppellire i morti. Le 7 opere di misericordia spirituale 1. Consigliare i dubbiosi. 2. Insegnare agli ignoranti. 3. Ammonire i peccatori. 4. Consolare gli afflitti. 5. Perdonare le offese. 6. Sopportare pazientemente le persone moleste. 7. Pregare Dio per i vivi e per i morti. Prima di passare all azione, cercando di metterle in pratica, è opportuno fermarci un momento (non troppo, se no Papa Francesco ci sgrida!) a pensare come queste 14 opere siano prima di ogni altra cosa il modo con cui Dio ci ama: è attraverso questi gesti concreti che si manifesta la misericordia di Dio nei nostri confronti! Dio (ci) ama così, concretamente così! A Dio non piace farsi vedere, ma non cessa di prendersi cura dei suoi figli! 11

12 Quando Dio ha creato l uomo, tale che non potesse farcela da solo, lo ha fatto perché, proprio nell impossibilità di bastare a sé stesso, possa scoprirsi oggetto della Sua carità operosa. Dio vuole che i suoi figli si sentano amati! In questo senso, la misericordia non è affatto un sentimento per quanto pio e profondo possa essere. La misericordia è un ATTO perché se l amore dovesse rimanere un sentimento, non sarebbe più amore ma solo reciproco rispetto, buona educazione. La misericordia esprime il mettersi al servizio del bene dell altro. Con troppa facilità diciamo: «Io non mi sento amato da Dio». È una frase comprensibile, ma pericolosa, perché se cerchiamo l amore sempre e solo nel piano del sentire rischieremo di non incontrarlo mai! Oggi proviamo a guardare ai fatti! Anche perché guardare ai fatti è l unico modo per vedere Dio, perché a Dio non piace mettersi in mostra Al nostro Dio piace fare! A questo punto è bene fermarci un attimo e pensare a quando io sono stato oggetto di questo amore. Se Dio ama così, allora queste sono le forme dell amore autentico: queste e non altre! E se io mi scopro oggetto di queste opere, allora mi scopro anche amato di autentico amore! AMATO, VERAMENTE! (Attività 2) 12

13 Attività 1 La cameretta per il mio bambino Scopo. Far sperimentare alle scolte cosa prova una mamma a progettare la cameretta per l arrivo di suo figlio; vivere questa piccola attività le aiuterà (certo in minima parte) ad immaginare l immensa gioia di Dio quando ha allestito quell immensa cameretta per la sua creatura, per noi. Pensiamo possa essere di aiuto prima realizzare l attività e poi procedere con la catechesi in modo che le scolte possano fare esperienza di quanto stiamo loro per raccontare. Realizzazione. Si chiederà alle ragazze di immaginare di essere in dolce attesa, e di progettare fisicamente la cameretta del futuro nascituro. Se il numero del fuoco lo permette potranno immaginarla tutte insieme, altrimenti si consiglia di dividerle in piccole equipe. Abbiamo pensato a due diverse modalità, ma è evidente che ognuna di voi potrà realizzare l attività come meglio crede. a) Mettere a disposizione delle scolte un angolo della sede della quale potranno spostare gli arredi ed utilizzarne il materiale presente per simulare la cameretta del bebè. Un po come si faceva da bambine quando si giocava a mamma e figlia e si faceva finta che Sarà però importante che esse individuino: i colori e le decorazioni delle pareti/soffitto, il fasciatoio, la culla, i giochi che ci possono essere, la poltrona dove si siederanno la mamma e il papà, ecc. ma soprattutto sarà importante mantenere il clima adatto a che loro possano fantasticare un po. b) Mettere a disposizione delle scolte una scatola che simuli la cameretta del bebè e del materiale (cartoncini, colla, stuzzicadenti, ecc.) per poterla allestire, sempre mantenendo almeno gli arredi elencati prima. Riflessione. Al termine dell attività potremmo chiedere loro come si sono sentite, se sono riuscite ad immaginare come si sente una mamma a costruire la cameretta per suo figlio. 13

14 Attività 2 Le 14 opere di misericordia Scopo. Lo scopo è molto semplice: far comprendere alle scolte che siamo oggetto di queste azioni d amore ogni giorno, che fanno parte del nostro viver quotidiano! Ogni giorno c è qualcuno che ci ama in questo modo! Riflessione. Mi fermo un attimo per pensare Riesco a trovare delle tracce concrete, dei ricordi, di quanto sono stata oggetto di questi atti d amore? Quando qualcuno mi ha dato da bere o da mangiare? Quando sono stata vestita? ecc... e via via riferendosi a tutte le opere di misericordia, corporali e spirituali Attenzione. Rispondere ad alcune di queste domande sarà molto semplice, le scolte faranno sicuramente riferimento alla loro famiglia, alle avventure vissute nello scoutismo; ma non a tutte sarà così facile rispondere, ad esempio: visitare i carcerati o seppellire i morti. Forse qualcuna, magari tra le più grandi, riuscirà a fare lo sforzo di andare oltre il significato più stretto. A questo punto potete scegliere se fare un passo avanti e farle riflettere sul significato più profondo di ognuna di queste opere o se lasciarlo a quando le affronterete una per una. Alla fine di questa catechesi trovate una scheda che potrà guidarvi in questo (Allegato 1). 14

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16 2. (Uomo e) donna: programmati per la misericordia! Ci potremmo sbilanciare almeno un po e dire che questa Misericordia viene da Dio? Se guardiamo con occhio semplice alla nostra vita e quello che abbiamo, credo che scartare completamente quest ipotesi non sia onesto! Vogliamo ridurre a tutto vita, sentimenti, sorrisi e lacrime a semplici processi chimici? Basta contemplare solo un attimo la loro straordinaria complessità e bellezza per ritrovare lo stupore e insieme allo stupore la gioia di una certezza: il caso non c entra; qui Qualcuno ci si è messo davvero d impegno! Se guardiamo poi la nostra storia, sì, magari a volte ci sembra che quel Qualcuno avrebbe potuto fare di meglio ma è comunque innegabile che non si sia limitato a paracadutarmi sul pianeta terra e poi, chi si è visto s è visto No, si è preso cura di me, facendo in modo che in modo che non mancasse mai qualcuno che lo facesse! Questa cosa ha delle conseguenze enormi, perché se è vero che Dio ci ha voluti e creati, è vero anche che noi in qualche modo dovremmo assomigliarli, proprio come qualsiasi bambino assomiglia ai suoi genitori. La Bibbia dice che Dio ha creato l uomo e la donna a sua immagine e somiglianza; se questo è vero, allora io e te siamo creati ad immagine della Misericordia, destinati ad assomigliare al Dio che ama seguendo le 14 vie delle opere di misericordia! Nella sua misericordia, Dio mi ha creata per essere misericordiosa come lui! Non a caso il motto del Giubileo è Misericordiosi come il Padre. 16

17 Questo significa che solo nella misericordia posso trovare la mia pienezza; solo nella misericordia posso trovare compimento; solo nella misericordia posso trovare gioia piena Solo nella misericordia posso trovare il senso di ogni mia giornata, di ogni mia azione e finalmente di tutta la mia vita! La misericordia è la stella polare E se mi perdo posso sempre ri-iniziare dalla misericordia: mi sento triste? Cercherò la gioia nella misericordia! Mi sento inutile? Cercherò la mia utilità nella misericordia! Mi sento brutta? Cercherò la mia bellezza nella misericordia! Mi sento sola? Cercherò di raggiungere l altro attraverso la porta della misericordia! Cerco Dio? Mi lancerò al suo inseguimento seguendo le tracce della sua misericordia! Tutto il guidismo ha per meta la donna di carattere, la donna autentica. Ma se è vero che la donna è immagine di Dio e Dio è misericordioso, allora solo la donna misericordiosa è veramente donna. La meta del guidismo è la donna misericordiosa! Intendiamoci: la meta, non il punto di partenza; altrimenti cadiamo in una sorta di terribile moralismo, del tipo o sei misericordiosa, o se no fai schifo. NO!!! Meta, in questo caso, significa una direzione verso la quale orientare il cammino della nostra vita; avere una meta è la conditio sine qua non per iniziare a camminare, per iniziare a sognare e sognarsi. Sognarsi donne misericordiose, e fare della nostra vita la realizzazione di questo sogno. Se il nostro cammino scout non ci aiuta a scorgere la meta della nostra vita, rischieremo di partire senza saper dove andare! Bene, vogliamo provare a sognare, ad immaginare la donna misericordiosa. Proviamo a tracciarne l identikit, seguendo gli indizi delle opere di misericordia, declinandole al femminile e vediamo che immagine ne potrebbe uscire. (Attività 3) 17

18 Se il nostro modello di donna, se il nostro progetto di vita esula da questi canoni di bellezza, rischiamo davvero di essere dei mostri! Fuori di qui non c è femminilità autentica. Fuori di qui non c è vita autentica! La misericordia è questione di vita o di morte! Possiamo ben dire che le opere di misericordia, così intese, tracciano le linee di ogni vera vocazione. E ce ne sono alcune guarda caso proprio quelle che nella Bibbia divengono immagini del Dio Misericordioso che sembrano descrivere la donna perfino nella sua fisicità, svelandone il senso: il seno di una donna non è forse fatto per dare da mangiare e da bere? E l utero per alloggiare una nuova vita che si affaccia sul mondo? E la sensibilità di una donna non sembra fatta apposta per consolare chi è afflitto, la sua naturale pazienza per insegnare, la sua capacità d introspezione per poter formulare una preghiera più intima, capace di affidare a Dio Misericordioso i labirinti di ogni cuore ferito? Senza dubbio la donna è immagine di Dio! Una donna autentica parla di Dio misericordioso! 18

19 Attività 3 Alla scoperta della donna misericordiosa Scopo. Cercare di creare una corrispondenza tra le varie opere di misericordia e le parti del corpo. Alla fine di questa attività dovrebbe sembrare meno banale affermare che la donna di carattere, la donna perfetta, è proprio sposa e madre - comunque sposa e madre - anche nel caso di una vocazione religiosa! Realizzazione. Costruire la sagoma della donna misericordiosa, come se fossero tavole di anatomia a più strati. La prima tavola è di una donna vestita, truccata e ben pettinata. Sollevata la prima ce n è una seconda con un corpo nudo di donna e dove ogni parte è staccabile singolarmente. Sollevando ognuna di queste parti si scoprirà una caratteristica della donna della misericordia. Una donna che dà da mangiare agli affamati (seno) Una donna che dà da bere agli assetati (seno) Una donna che veste gli ignudi (capelli, legato all idea di dignità) Una donna che alloggia i pellegrini (utero) Una donna che visita gli infermi (mani) Una donna che visita chi è in carcere (che fa visita a chi è schiavo, bloccato, in catene) (piedi) Una donna che seppellisce i morti (che si prende cura della vita fino all ultimo respiro, che si accorge di chi è mezzo-morto e ha bisogno di un aiuto) (orecchie) Una donna che consiglia i dubbiosi (bocca) Una donna che insegna agli ignoranti (testa/cervello) Una donna che ammonisce i peccatori (sguardo) Una donna che consola gli afflitti (braccia) Una donna che perdona le offese (cuore) Una donna che sopporta pazientemente le persone moleste (spalle) Una donna che prega Dio per i vivi e per i morti (ginocchia) Riflessione (spunto). Se fare servizio mi rende felice, se vivere uno di quegli aspetti che rendono una donna misericordiosa mi fanno sentire bene, non sarà forse perché sto realizzando qualcosa per cui sono nata? 19

20 N.B. Questa attività apre tante possibilità di declinazione. Ad esempio potrebbe essere lo spunto per analizzare l idea del corpo che hanno le scolte, e i canoni di bellezza su cui basano il loro rapporto con il proprio corpo. A tale riflessione potrebbe essere dedicata anche un inchiesta, un capitolo o un uscita, così che la spiritualità diventi il FILO ROSSO che lega assieme tutte le cose che facciamo. 20

21 3. Con Dio, operose nella misericordia. In quest Anno Giubilare, Papa Francesco ci chiede di mettere in pratica le opere di misericordia: È mio vivo desiderio che il popolo cristiano rifletta durante il Giubileo sulle opere di misericordia corporale e spirituale. Sarà un modo per risvegliare la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre di più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina. La predicazione di Gesù ci presenta queste opere di misericordia perché possiamo capire se viviamo o no come suoi discepoli. Questo è il nostro compito, nel quale immergerci senza indugio. Prima di lanciarci in quest impresa, un paio di avvertenze prima dell uso. Proviamo a mettere in pratica le opere di misericordia pensando che siamo stati creati per esse; Dio non fa altro, h24 e noi siamo le sue figlie, create a sua immagine! Proviamo a viverle come opere ordinarie (per quanto invece ci sembrino straordinarie ). Attenti al primo impatto: Papa Francesco dice che i poveri sono i privilegiati della misericordia divina. Tutt altro che scontato! Normalmente la miseria, le sofferenze e il dolore dei poveri potremmo dire la povertà in genere, anche la nostra è pietra di scandalo nella quale, prima o poi inciampa la fede di tutti. Alcuni si rialzano per camminare più spediti di prima; altri rimangono lì, disillusi, irrimediabilmente convinti di avere tra le mani la prova inconfutabile che Dio non è misericordioso. «Se Dio esiste ed è onnipotente, perché non elimina la povertà e la sofferenza? Le alternative sembrano essere solo due: o perché non è Dio; o perché è un mostro d insensibilità». La conclusione è che un Dio-Amore esiste solo nelle favole. Al dramma della povertà e della miseria si può avvicinare con vero amore solo chi ha sperimentato il balsamo, la misericordia di un fratello nella propria personale povertà; altrimenti vi si accosterà con rabbia, per fare lui quello che dovrebbe fare Dio, che dovrebbe fare lo Stato, che dovrebbero fare tutti ma che nessuno fa. La misericordia può diventare allora una sorta di campagna ideolo- 21

22 gica che invece che di amore, si alimenta di odio, di opposizione. Per noi è importante tornare sempre al punto 1. Ancor prima del peccato, Dio aveva pensato la povertà come il luogo dove l uomo potesse sentirsi amato! La povertà dell uomo non prova della nonesistenza o non-bontà di Dio, ma è una delle condizioni dell amore! Io, povero, mi scopro (sempre di nuovo) ricco dell amore degli altri; e allo stesso tempo nella povertà dell altro posso superare la mia povertà, perché non sarò mai così povero da non poter donare amore a chi di amore è povero! Ecco perché Papa Francesco dice che dalla capacità di misericordia possiamo capire se viviamo o no come suoi discepoli. Non credo che Francesco voglia bacchettarci! Al contrario mette in evidenza la sorgente della misericordia: essere discepoli di Gesù significa in primissimo luogo sentirsi da lui chiamati, eletti e prediletti; significa averlo incontrato risorto dopo le sofferenze della morte! Essere discepoli di Gesù non è un dovere, ma è grazia, gioia, vita eterna! Essere discepoli di Gesù, significa essere figli di Dio, generati e ri-generati da Dio nel suo amore! 22

23 Allegato 1 Le opere di misericordia Molto spesso pensiamo che mettere in pratica la Parola di Dio sia un dovere, uno sforzo, quasi titanico, di compiere delle opere, di fare qualcosa di umanamente impossibile. Ma, il primo atteggiamento del credente non è quello di fare qualcosa, ma di ascoltare, di mettersi in ascolto. Pensando alle opere di misericordia solitamente pensiamo a delle azioni che dobbiamo compiere per poter essere dei bravi cristiani, delle persone che esprimono la misericordia di Dio con la propria vita. Certo, Gesù ci chiede di amare così, concretamente, come ha fatto Lui. Ma forse, prima di tutto, ci chiede di riconoscerci tra coloro che quotidianamente sono destinatari di questa bontà infinita. Infatti, solo ammettendo la nostra fame, sete, nudità e rendendo grazie per tutte le persone che Dio ci ha messo accanto, fin dalla nostra infanzia, potremmo divenire anche noi dei veri dispensatori della Sua Misericordia. Proviamo dunque a partire da noi stessi, a riflettere ricercando dietro queste 14 opere di misericordia un significato più profondo che vada oltre ciò che immediatamente intuiamo. Le opere di misericordia corporali 1 - Dar da mangiare agli affamati Dar da mangiare è un segno concreto e tangibile dell amore per gli altri. Dar da mangiare, far da mangiare, rivela amore, come quello di una madre, verso quanti sono affamati di pane ma anche di affetto, di verità, di giustizia. Quante volte nella vita mi hanno dato da mangiare? Quante volte mi sento affamato? Quante volte posso sfamarmi grazie a qualcuno che mi dà da mangiare? E qual è la mia vera fame? Qual è il cibo di cui ho davvero bisogno, che sazia la mia anima, la mia giornata, che riempie il mio buio? Chi riesce a riempire davvero la mia vita? 23

24 2 - Dar da bere agli assetati Sappiamo bene che l uomo può sopportare per un po di tempo la mancanza di cibo, ma non sopravvive senza bere. Non poter bere è una vera e propria tortura. E negare l acqua è un vero e proprio delitto. L acqua è qualcosa di essenziale per la nostra vita; è ciò che ci disseta, ci rinfresca, ci lava e ci purifica. Nel Vangelo anche Gesù domanda da bere: Dammi da bere chiede alla Samaritana presso il pozzo di Giacobbe (Gv 4); e sulla Croce egli grida: Ho sete (Gv 19, 28). Evidentemente la sua sete non era solo fisica. Chiede da bere proprio Lui che parla di sé e dello Spirito Santo come dell acqua viva, quella che disseta in eterno. Ed io quanta sete ho? Di cosa non posso fare a meno? Cosa/chi mi disseta la mia vita? Cosa faccio per dissetarmi? 3 - Vestire gli ignudi Essere nudi è non essere coperti. L abito è riparo, espressione di pudore e riservatezza e, anche, abbellimento della persona. La persona nuda dunque è quella che non ha vestiti per il corpo ma anche quella che non ha più dignità o non conta nulla. Ognuno di noi ha bisogno di essere riconosciuto nella propria dignità di essere umano. E la mia dignità è data dal mio essere creatura amata e voluta da Dio, dal mio essere Figlia di Dio. Da cosa/da chi dipende la mia dignità? Dal mio look, dal vestito che indosso o da ciò che sono? 4 - Alloggiare i pellegrini I pellegrini sono degli stranieri in cammino, talvolta persone sole e disorientate che cercano un alloggio, un riparo ma soprattutto che cercano una mano che si prende cura di loro, un po di calore, di ascolto e di affetto. E chi di noi non è pellegrino? Chi di noi non ha bisogno di essere accolto nella vita di qualcun altro, di essere stimato, curato, di ascolto e di calore umano? Mi capita mai di sentirmi solo, disorientato, bisognoso di ascolto e di affetto? 5 - Visitare gli infermi Per noi cristiani, la visita ai malati ha anche lo scopo di portare la consolazione dello Spirito, diventando presso di loro strumenti della presenza 24

25 di Dio. Se non portiamo la presenza di Dio, la sola presenza umana è insufficiente a dare serenità e fiducia. Mai come quando siamo ammalati sentiamo di aver bisogno dell altro, di qualcuno che ci stia vicino, che mi ascolti e condivida le mie sofferenze. Solitamente chi si prende cura di me? Chi condivide i miei dolori e chi mi consola? 6 - Visitare i carcerati I carcerati sono persone che hanno commesso uno sbaglio (o più di uno), che hanno peccato, che si sono fatte incatenare da degli idoli (ricchezza, successo, possesso ) che li hanno portati fuori strada. I carcerati sono dei colpevoli perché ladri, assassini, spacciatori, evasori fiscali, delinquenti Eppure, se ci pensiamo bene, noi non siamo così distanti da loro. O forse possiamo definirci, in assoluto, bravi e innocenti? Ognuno di noi compie dei peccati (più o meno gravi), ognuno di noi ha qualcosa di cui vergognarsi, di cui chiedere scusa. E ognuno di noi ha bisogno di essere visitato, di essere liberato dalle proprie schiavitù, dagli idoli che ci incatenano. Quali sono le nostre catene? E chi ci offre il proprio aiuto, chi ci visita e ci ama nonostante tutto? 7 - Seppellire i morti La morte è un lutto, una separazione, una situazione da cui prendere una distanza. La morte fa parte della vita. Perché la vita nasce, cresce, cambia e poi muore (il corpo muore... la nostra anima vive in eterno!). Seppellire i morti è dare dignità ad una vita, è rispettare chi ci ha preceduto ma, allo stesso tempo, è esperienza di dolore, di sofferenza per una separazione. Mi è capitato nella mia vita di dover seppellire un rapporto, un pezzo della mia vita, di dovermi separare da una persona cara? Quali sono le mie morti ovvero le situazioni di separazione e di dolore che ho dovuto affrontare nella mia vita? Sono riuscita a seppellirle con dignità o mi sono fatta seppellire viva da esse? 25

26 Le opere di misericordia spirituali 1 - Consigliare i dubbiosi Tante volte siamo noi stessi i dubbiosi, i bisognosi di certezze e di verità. Ognuno di noi è chiamato ad essere guida per gli altri, ma anche a lasciarsi illuminare dagli altri, e da Dio. Riconosco di aver bisogno degli altri o credo di poter prendere le mie scelte in completa autonomia? So scegliere delle persone sagge con cui confrontarmi o mi confido con chiunque? Nella mia vita c è una persona in particolare che mi guida e mi accompagna? 2 - Insegnare agli ignoranti Gli ignoranti sono quelli che non sanno, che non hanno appreso per loro volontà o per le circostanze della vita. Ma è ignorante anche chi crede di sapere tutto, di sapere già abbastanza, di non aver bisogno di maestri. Ed io ho la presunzione di sapere tutto o sento ancora il bisogno di imparare, di crescere, di cambiare? Chi è il mio maestro, a chi presto più ascolto (tv, radio, giornali o altro)? 3 - Ammonire i peccatori I primi peccatori da ammonire siamo noi stessi, che ogni giorno pecchiamo. L ammonizione, la correzione non ci fa certo piacere, ma ci fa bene. Ammonire i peccatori è il contrario del modo di ragionare umano Pensa per te!. La correzione fraterna, l ammonire i peccatori non è giudizio su di loro, ma è servizio di amore e di verità al fratello. Il male non è cadere; il male è non rialzarsi dal peccato, quando siamo ammoniti. Quanto è importante imparare a ringraziare chi ci corregge! Ed io accetto chi mi richiama e rimprovera il male commesso? Sono capace di riconoscere i miei sbagli, di chiedere scusa e di ringraziare chi ha il coraggio di correggermi? 4 - Consolare gli afflitti Consolare non è solo dire parole! Vuol dire sapersi avvicinare all altro, farsi presenti, stare accanto in silenzio, condividere, esprimere solidarietà, vicinanza, compassione. Molti sono i modi per consolare, ma alla base c è il saper ascoltare e rispettare il dolore dell altro. Per imparare a 26

27 parlare ad un cuore straziato ci vuole empatia ovvero capacità di sentire dentro, di mettersi nei panni dell altro. Ho mai sperimentato la consolazione? Da chi cerco di essere consolato? 5 - Perdonare le offese Spesso può essere più facile dar da mangiare piuttosto che perdonare il nostro prossimo. Gesù, però, è esigente: ci chiede di perdonare non sette volte ma settanta volte sette, cioè sempre, senza contare mai. Il per-dono è, infatti, un super-dono. Esso richiede a volte un cammino lungo e faticoso. Perdonare è lasciar andare, superare ; è perdonare ciò che non sembra scusabile. La miglior vendetta è il perdono : ne siamo veramente convinti? Non è sempre facile accogliere il perdono e neppure perdonare se stessi. Quante volte sono riuscita, nella mia vita, a superare il risentimento per le offese ricevute e a ricambiare il male con il bene? Quante volte non riesco a perdonare me stessa? Quante volte ho sentito di essere stata perdonata davvero? 6 - Sopportare pazientemente le persone moleste Anche in questo caso pensiamo anzitutto a noi stessi: Quante volte sono una persona molesta, fastidiosa, pesante? Chi sopporta le mie lamentele, le mie paure, le mie critiche con pazienza, tenerezza e amore? 7 - Pregare Dio per i vivi e i morti La preghiera è un atto di amore. Pregare per gli altri, vivi o morti, è non pensare solo a sé stessi. Pregare è sapere che non possiamo far tutto da soli; è credere che Dio ci ama e si prende cura di noi. Per questo è importante affidargli le persone che Lui stesso ci pone accanto o che, semplicemente, ci fa incontrare sul nostro cammino. C è qualcuno che prega per me ovvero che si prende cura di me in modo silenzioso e nascosto? Sono capace di ringraziare di questo o pretendo altro? 27

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