LA RIDUZIONE DEL RISCHIO DI CONTAMINAZIONE DA MICOTOSSINE NEL MAIS.

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1 FEASR Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale: L Europa investe nelle zone rurali Programma di Sviluppo Rurale Misura Sottoazione B) Informazione nel settore agricolo LA RIDUZIONE DEL RISCHIO DI CONTAMINAZIONE DA MICOTOSSINE NEL MAIS. In Piemonte le micotossine più diffuse nel mais sono fumonisine (FB), seguite in determinate annate con estati calde e siccitose dalle aflatossine (AF), mentre deossinivalenolo (DON) e zearalenone (ZEA) si riscontrano in misura limitata e quasi sempre sotto i livelli massimi ammessi o raccomandati rispettivamente per il mais alimentare e per quello a uso zootecnico (vedi tabelle 1/a e 1/b). Rischio di contaminazione. Il rischio di contaminazione principalmente dipende dall interazione tra l andamento meteo-climatico e le pratiche colturali. Altro elemento importante è rappresentato dalla disponibilità di acqua durante il periodo estivo, che deve essere sufficiente alle esigenze della coltura. A riguardo dell irrigazione conviene scegliere per la coltivazione ambienti pedoclimatici più vocati individuando terreni che si mantengono più freschi a lungo e necessitano di un minor numero di interventi irrigui. Le principali micotossine. Il mais è tra i prodotti vegetali più soggetti alla contaminazione da parte delle micotossine. I principali funghi tossigeni sono quelli appartenenti ai generi: Fusarium, produttori di tossine quali fumonisine, zearalenoni, tricoteceni; Aspergillus e Penicillium, produttori di aflatossine e ocratossine. Per quanto riguarda i fattori predisponenti, lo sviluppo: 1

2 dei Fusarium spp. è favorito in campo da un andamento meteoclimatico piovoso con temperature relativamente fresche nel periodo dalla fioritura alla raccolta; degli Aspergillus spp. sono favoriti in presenza di stagioni con temperature elevate associate a condizioni di stress idrico della pianta (come è avvenuto 2003 e nel 2012 nelle zone più a Est della pianura Padana). Questi fattori predisponenti in un certo senso contrapposti fanno si che in certi anni si riscontrino più fumonisine che aflatossine. Si deve inoltre far rilevare che le condizioni ottimali di crescita fungina non coincidono con quelle per la produzione di tossine, la quale è una risposta del fungo a condizioni di stress: caldo e siccità nel caso delle aflatossine; attacchi di insetti in particolare piralide e danni da eventi meteorologici nel caso delle fumonisine. Vedi Tabella 2 e figura 1. Fig. 1 Temperature: di crescita dei funghi e di espressione delle micotossine. 2

3 PERCORSI AGRONOMICI PER CONTENERE IL RISCHIO DI MICOTOSSINE. A riguardo delle pratiche colturali che si possono utilizzare, solo il loro uso combinato e corretto può assicurare un apprezzabile riduzione della presenza di micotossine. Nella figura 2 è rappresentato in un quadro riassuntivo del rischio di contaminazione da fumonisine e aflatossine attribuendo un punteggio di rischio da 1 a 5: a riguardo della predisposizione ambientale piemontese alle micotossine a favore delle fumonisine rispetto alle aflatossine (nelle annate normali è più facile aspettarsi delle fumonisine); delle varie fasi di coltivazione del mais. Figura 2 valutazione del rischio di micotossine. Pratica colturale FUMONISINE 5 AFLATOSSINE 4 Rotazione 2 1 Interramento residui colturali 1 1 Scelta dell ibrido 4 4 Epoca di semina 5 3 Densità di semina 3 3 Fertilizzazione 2 3 Diserbo 2 2 Trattamento insetticida 5 3 Irrigazione 2 5 Umidità della granella 4 5 Rotazione. La rotazione è una pratica consigliabile per controllare la diffusione dei funghi che si conservano nei residui colturali e, conseguentemente, per ridurre le sorgenti di inoculo in particolare di Fusarium produttori di fumonisine. Inoltre si ricorda che il ricorso alla rotazione rappresenta una buona pratica agricola, raccomandata anche per la prevenzione e la difesa da Diabrotica virgifera. Preparazione del terreno. Premesso che quando i residui colturali dell anno precedenti sono di specie soggette a infezioni fungine (cereali autunno-vernini, mais) conviene che siano interrati nell autunno. Il terreno deve essere preparato prima della semina in maniera tale da favorire la crescita delle piante ed evitare condizioni anche temporanee di stress, che sono situazioni che limitando lo sviluppo ottimale della pianta e favoriscono gli attacchi fungini. 3

4 Bisogna: curare con attenzione lo sgrondo delle acque in eccesso, in particolar modo nei terreni meno permeabili dove il drenaggio può essere limitato. tenere presente che la tessitura del terreno può influenzare indirettamente la contaminazione delle micotossine: ad esempio nei terreni più sciolti, cioè con forte componente sabbiosa, la coltura può andare soggetta a rilevanti fenomeni di stress idrico e presentare maggiori contaminazioni, soprattutto di aflatossine. Semina. È buona norma utilizzare seme conciato con anticrittogamici, pratica, che però, non è in grado di agire direttamente sui funghi tossigeni, perché questi si conservano nei residui colturali e l inoculo raggiunge la spiga trasportato dal vento e/o dalla pioggia. L infezione della pianta causata da seme infetto, pur essendo possibile per i Fusarium, non è ritenuta rilevante nella pratica per la contaminazione della spiga. -Scelta varietale. Bisogna orientarsi verso un ibrido adatto alle condizioni pedoclimatiche e all agrotecnica applicabile nella zona di coltivazione. La scelta varietale deve mettere la coltura in condizioni tali da poter essere gestita minimizzando gli stress di natura biotica (competizione con le malerbe, presenza di fitofagi) e abiotica (carenze o eccessi nutrizionali e idrici), durante la coltivazione e nella fase di maturazione/raccolta. Nella pratica con epoca di semina normale (fine marzo primi giorni di aprile), in terreni poco fertili e non irrigui sono consigliabili ibridi a ciclo precoce e medioprecoce, mentre in terreni fertili e irrigui sono proponibili anche ibridi medio-tardivi. -Epoca di semina. È opportuno effettuare la semina in maniera tempestiva e nel momento in cui si presentano buone condizioni agronomiche e climatiche: temperatura del terreno di almeno 10 C da alcuni giorni 5 cm di profondità. Si fa presente che le semine tardive (indicativamente dalla seconda metà di aprile) sono più a rischio per contaminazioni da micotossine. -Densità di semina. Bisogna scegliere il giusto investimento perché densità elevate in ambienti fertili e in prima epoca di semina possono aumentare il rischio di stress idrico delle piante e comportare condizioni micro-climatiche più favorevoli allo sviluppo dei funghi tossigeni. Per scegliere il giusto investimento è importante fare riferimento alle indicazioni delle aziende sementiere. In caso di terreno a bassa fertilità e con scarsa disponibilità irrigua occorre ridurre la densità ottimale di 1 1,5 piante/m 2 al fine di non indurre condizioni di stress idrico, particolarmente favorevole alla contaminazione da aflatossine. Sperimentazioni condotte in diversi comprensori maidicoli del nord - Italia hanno evidenziato che densità di semina superiori a 8,5 piante/m 2 possono aumentare 4

5 sensibilmente le contaminazioni delle principali fusarium-tossine in particolare fumonisine. Fertilizzazione. Una corretta gestione della tecnica di fertilizzazione è importante per evitare stress nutrizionali a carico delle piante (carenze ed eccessi) che possono favorire il rischio micotossine. Un buon approccio è quello di individuare la dose di concime da somministrare attraverso il Metodo del Bilancio. Il Metodo del Bilancio è un utile supporto decisionale per l individuazione delle quantità di unità fertilizzanti necessarie alla coltura; il piano di concimazione viene calcolato sulla base: dei fabbisogni nutrizionali, della dotazione del terreno, valutata attraverso l analisi fisico-chimica di altri importanti parametri agronomici e climatici (es. precessione, resa presumibile in granella, entità delle precipitazioni). Per il mais, l elemento al quale porre maggiore attenzione è l azoto (N): piante con evidenti sintomi di carenza azotata sono maggiormente predisposte alla contaminazione da aflatossine e fumonisine. È anche opportuno evitare gli eccessi di azoto perché possono incrementare sensibilmente la contaminazione da fumonisine, zearalenone e Don; ciò probabilmente a seguito dello sviluppo di condizioni microclimatiche nella coltura più favorevoli alla diffusione dei funghi, quali una minore circolazione dell aria con piante eccessivamente vigorose e il mantenimento di elevati livelli di umidità durante la fase di maturazione. L azoto deve essere somministrato in interventi frazionati quando la dose da applicare in copertura supera i 100 kg/ha di N. È buona norma associare le concimazioni di copertura con gli interventi di sarchiatura per provvedere tempestivamente all interramento dei fertilizzanti che verrebbero in parte dispersi nell atmosfera. Inoltre al mais si attribuiscono ottime capacità di utilizzare ammendanti organici e liquami in particolare, però anche la concimazione organica deve essere adeguatamente impostata, al fine di non eccedere nella quantità di unità fertilizzanti. Infine, per quanto concerne il potassio (K), le indicazioni sperimentali attualmente a disposizione rilevano che l apporto di tale elemento nei terreni ben dotati, non comporta significative riduzioni del livello di contaminazione delle principali micotossine. Gestione infestanti. Lo sviluppo di erbe infestanti può divenire un elemento di forte stress per la pianta, quindi deve essere considerato come fattore predisponente l infezione fungina. Per il diserbo chimico si raccomanda di fare riferimento alle norme e ai principi attivi consentiti dal disciplinare di lotta integrata. Inoltre, si consigliano, durante la fase di levata della coltura, interventi di sarchiatura. 5

6 Irrigazione. L irrigazione è uno degli strumenti agronomici più importanti per il controllo delle micotossine maggiormente frequenti nel mais. Condizione ad alto rischio di infezioni in campo da A. flavus, fungo produttore delle aflatossine, è la presenza di stress idrico, pertanto, gli interventi irrigui vanno effettuati in maniera corretta non solo nel periodo immediatamente antecedente la fioritura maschile, ma anche successivamente, qualora le condizioni di umidità del terreno siano insufficienti ad assecondare la richiesta idrica della pianta. È necessario porre la massima attenzione nella gestione dell irrigazione perché apporti irrigui eccessivi e prolungati, oltre la fase di maturazione lattea della granella, favoriscono l accumulo di fumonisine, senza peraltro determinare incrementi di resa. Il bilancio idrico sarebbe lo strumento migliore per garantire una corretta gestione delle irrigazioni, specie in caso di inverni siccitosi, in cui la dotazione idrica dei terreni e gli apporti di falda ipodermica al momento delle semine risultano insufficienti. Negli ambienti dove l acqua può essere un fattore limitante è necessario preferire semine anticipate e ibridi che meglio si adattino agli stress idrici. Difesa. È ormai assodata una correlazione significativa tra il numero di larve di piralide (Ostrinia nubilalis) presenti nella spiga a maturazione cerosa e la contaminazione da fumonisine alla raccolta. Ne consegue che, nelle aree con forte presenza di piralide, la lotta contro questo insetto diventa fondamentale soprattutto in un ottica di prevenzione della contaminazione da fumonisine e, in misura minore, da aflatossine. La fusariosi della spiga è associata al danno delle cariossidi, in particolare quello dovuto agli insetti che danneggiano il pericarpo e favoriscono la crescita e la penetrazione del fungo. Comunque la difesa deve essere realizzata: esclusivamente nelle situazioni con forte pressione del fitofago; orientando i trattamenti posizionati sulla seconda generazione dell insetto, prestando particolare attenzione a possibili fenomeni di acaro-insorgenza provocati dall impiego di piretroidi; utilizzando le apposite macchine irroratrici. A riguardo dei trattamenti in fioritura si ricorda, che la regione Piemonte con la legge regionale 3 agosto 1998 Norme per la disciplina, la tutela e lo sviluppo dell apicoltura in Piemonte all articolo 17 (Tutela delle api da sostanze tossiche) vieta i trattamenti antiparassitari sulle varie colture con fitofarmaci, tossici per le api, durante la fioritura. Chi avesse a contravvenire a tali disposizioni, oltre ad incorrere nelle sanzioni previste dall art. 29 della legge, potrebbe essere chiamato a indennizzare gli apicoltori danneggiati. 6

7 Raccolta. -Granella. La raccolta è una delle fasi in cui è possibile intervenire maggiormente per il controllo delle micotossine. La produzione di questi metaboliti avviene: per le fumonisine dalla fase di maturazione cerosa della granella; per le aflatossine si concentra nel periodo successivo alla maturazione fisiologica. La produzione di aflatossine è favorita in campo da temperature elevate (massima giornaliera superiore a 30 C) e da forti escursioni termiche nel periodo compreso tra maturazione fisiologica della granella e raccolta. Una sensibile riduzione del rischio aflatossine può essere perseguita raccogliendo la granella con umidità non inferiore al 22%. Valori di umidità sotto il 20% sono considerati a elevato rischio perché possono favorire l accumulo delle aflatossine, soprattutto in annate con andamento stagionale caldo e asciutto. Effettuare una raccolta anticipata consente anche di ridurre la contaminazione da fumonisine. Quindi è preferibile eseguire trebbiature tempestive, anche se con qualche punto di umidità in più, in modo da ridurre il tempo a disposizione dei funghi tossigeni per svilupparsi e accumulare tossine nella granella (nel caso di mais danneggiato da grandine, conviene raccogliere a umidità prossime al 25%). Inoltre anche una trebbiatura non energica, seguita da un accurata pulitura e ventilazione della granella, possono concorrere a ridurre significativamente la presenza di cariossidi ammuffite, spezzate o fessurate. La trebbiatura ottimale si realizza con le mietitrebbiatrici a flusso assiale, che riducono notevolmente le lesioni alle cariossidi; operando con macchine di tipo tradizionale si possono ugualmente ottenere buoni risultati a condizione: che la macchina sia ben regolata, che l umidità della granella sia sufficientemente elevata e che si mantenga una bassa velocità sia del battitore sia dell avanzamento. In caso di cattiva trebbiatura (velocità troppo elevate su prodotto secco, con lesioni alla granella) si verificano perdite sia in campo sia al momento della pulitura delle cariossidi, con relativo danno economico per il produttore. È opportuno che i tempi di raccolta e di trasporto siano concordati tra: produttore, trebbiatore, essiccatoio, centro di stoccaggio; in modo da regolare l afflusso di prodotto affinché il completamento dell essiccazione avvenga nel più breve tempo possibile. Si raccomanda di eseguire la pulizia dei mezzi di trasporto al fine di eliminare eventuale materiale contaminato. 7

8 -Trinciato integrale (silomais) e pastone. Per la produzione di trinciato integrale, la trinciatura deve essere eseguita intorno al 35% di sostanza secca dell intera massa da insilare. Nella fase di formazione dell insilato, un basso rischio aflatossine è raggiunto con tutte quelle pratiche che consentono di compattare e chiudere efficacemente l insilato per indurre velocemente e compiutamente la fermentazione lattica. Per il pastone da granella, la raccolta deve essere fatta ponendo particolare attenzione al rispetto dell umidità del materiale da insilare (65-70% di sostanza secca). LA POST-RACCOLTA. Controlli all accettazione. Nella fase di accettazione (ricevimento e scarico) per la granella proveniente direttamente dal campo deve essere previsto un controllo: fisico per l eventuale presenza di corpi estranei macroscopici; strumentale sulla percentuale di umidità; visivo per verificare la presenza di: muffe, cariossidi frantumate, chicchi germinati, danneggiati da parassiti animali, cariossidi scure per alterazioni biologiche. In caso di elevata presenza di cariossidi fratturate si deve fare una comunicazione al trebbiatore e al produttore affinché prendano i provvedimenti necessari per le successive raccolte. Per il mais proveniente da altro stoccaggio si deve realizzare anche: un controllo entomologico (insetti) in modo da valutare la necessità di un opportuno trattamento; un controllo sulla presenza di chicchi ammuffiti, fermentati e germinati avendo cura, nei casi più gravi, di compiere una lavorazione separata. A riguardo dei conferimenti a elevato rischio, cioè con umidità della granella inferiore al 20%, devono essere eseguiti opportuni controlli (sistemi rapidi di screening, confermati da periodiche analisi più accurate), altrimenti le partite di mais devono essere separate e stoccate a parte. I lotti valutati a rischio di non conformità, oltre ad essere segregati, devono essere essiccati il prima possibile. L essiccazione deve avvenire entro le 24 o 48 ore dal ricevimento (sia centro di stoccaggio / essiccazione, sia centro di raccolta piarda ), secondo le condizioni ambientali. Sarà cura del centro di raccolta avviare a essiccazione il più tempestivamente possibile il mais ad alto rischio aflatossine. Qualora si abbia impianti di raffreddamento del mais verde, in grado di ridurre tempestivamente e significativamente la temperatura della massa di granella, si possono aumentare i tempi di stoccaggio pre-essiccazione a 72 ore avendo cura di trasferire direttamente la granella all essiccatoio, senza che questa debba sopportare 8

9 incrementi di temperatura prima dell essiccazione. Questo è particolarmente importante nelle annate a rischio per le aflatossine. Pulitura. L effettuazione di un trattamento di pulitura al verde svolge un importante azione di riduzione del contenuto di micotossine a seguito dell allontanamento: delle parti verdi (brattee, tutoli, stocchi); dei corpi estranei; delle polveri generate dalle parti spezzate; della granella facilmente alterabile (chicchi spezzati o danneggiati dall attività degli insetti). Le frazioni di prodotto derivanti dai processi di pulitura e vagliatura vanno rapidamente allontanati dal luogo in cui si conserva il mais e vanno opportunamente segregate in apposite strutture così come prevede la normativa. Essiccazione. La corretta e tempestiva esecuzione di questa operazione è fondamentale per evitare alterazioni del prodotto, impedire l attività dei funghi tossigeni (particolarmente Aspergilli e Penicilli) e la conseguente contaminazione da micotossine (aflatossine e ocratossine). È molto importante eseguire l essiccazione entro i tempi indicati nella fase di ricevimento e ridurre in modo uniforme l umidità sotto al 14% (se possibile tra il 12 e 13%) per una corretta conservazione. Durante l essiccamento è necessario ridurre al minimo i danni meccanici alle cariossidi ed evitare repentini sbalzi termici che possono comportare rotture dell endosperma. Nelle condizioni ad alto rischio aflatossine, occorre essiccare il mais a bassa temperatura (max 90 C); tale indicazione è comunque raccomandabile in tutte le condizioni perché le alte temperature di essiccazione favoriscono le fessurazioni della granella aumentando così il rischio di proliferazione dei funghi micotossigeni. Pulitura post essiccazione. In uscita dal processo di essiccazione possibilmente eseguire una pulizia per eliminare la pula e le polveri presenti (generate da parti spezzate). La macchina utilizzata deve avere sistemi di pulitura idonei, (setacci, aspiratori, spazzole ecc.), in grado di garantire l eliminazione delle impurità. Stoccaggio. Al fine di garantire condizioni omogenee del prodotto - con bassa umidità e ridotta temperatura - è raccomandabile il ricorso alla ventilazione forzata, alla refrigerazione (temperature comprese tra i 15 e i 18 c) o alla movimentazione della massa stoccata. 9

10 I magazzini e le attrezzature per la movimentazione delle cariossidi, prima di poter accogliere le derrate, devono essere adeguatamente puliti, avendo cura di eliminare i residui di precedenti immagazzinamenti attraverso un accurata pulizia, lavaggio ed eventuale trattamento con fitofarmaci nel caso di persistenza d insetti. Il prodotto trasferito ai depositi di stoccaggio, deve essere sottoposto a controlli periodici: temperatura; umidità; presenza di insetti; presenza di roditori; possibile evoluzione della contaminazione da aflatossine e ocratossine. (vedi Tab. 3). In fase di pre-commercializzazione, le strutture di stoccaggio devono verificare in autocontrollo il livello dell eventuale contaminazione da micotossine e, nel caso questo sia oltre i limiti di legge, possono procedere con ulteriori processi di pulitura della granella tramite l utilizzo di sistemi fisici tradizionali (setacci, aspiratori, spazzolatrici ecc.) e/o di selezionatrici ottiche, sistemi che consentono di ridurre il livello di contaminazione da micotossine. I lotti che a causa del livello di contaminazione sono non conformi ai limiti di legge devono essere mantenuti segregati. Tab. 1/a. Limiti massimi delle micotossine da applicare nel mais destinazione umana. Micotossine Tenori massimi Prodotti Aflatossine Reg. CE n. 165/2010 B1: 5,0 μg/kg B1+B2+G1+G2: Granturco da sottoporre a cernita o ad altro trattamento fisico prima del consumo umano. Deossinivalenolo Reg. CE 1126/2007 Fumonisine Reg. CE 1126/2007 Ocratossina A Reg. CE n. 1881/2006 Zearalenone Reg. CE 1126/2007 T2 e HT2 Raccomandazione CE del 27/03/ ,0 μg/kg μg/kg Granturco non trasformato. 750 μg/kg Cereali e derivati destinati al consumo umano diretto. B1+B2: 4000 μg/kg B1+B2: 1000 μg/kg Granturco non trasformato. Granturco destinato al consumo umano diretto. 5,0 μg/kg Cereali non trasformati. 3,0 μg/kg Prodotti derivati dai cereali non trasformati. 350 μg/kg Granturco non trasformato. 75 μg/kg Cereali e derivati destinati al consumo umano diretto. 100 μg/kg (Limite raccomandato) 200 μg/kg (Limite raccomandato) Grani di cereali destinati al consumo umano diretto granoturco. Cereali non trasformati orzo e granoturco. 10

11 Tab. 1/b. Limiti massimi delle micotossine da applicare nel mais destinazione Consumo animale (mangime al 12% di umidità). Micotossine Tenori massimi Prodotti Aflatossina B1 0,02 mg/kg Materie prime per mangimi. D.Lgs Ocratossina A Decreto 15/05/2006 Ministero della Salute Deossinivalenolo Raccomandazione CE del 17/08/2006 Zearalenone Raccomandazione CE 585 del 17/08/2006 Fumonisine Raccomandazione CE 585 del 17/08/2006 T2 e HT2 Raccomandazione CE n. 165 del 27/03/2013 0,25 mg/kg Materie prime per mangimi; Cereali e prodotti derivati. 8 mg/kg(*) Materie prime per mangimi; Cereali e prodotti a base di cereali. 12 mg/kg(*) Materie prime per mangimi; Sottoprodotti del granoturco. 2 mg/kg(*) Materie prime per mangimi Cereali e prodotti a base di cereali 3 mg/kg(*) Materie prime per mangimi; B1+B2: 60 mg/kg(*) Sottoprodotti del granoturco. Materie prime per mangimi; Granoturco e prodotti derivati. 250 μg/kg(*) Mangimi composti ad eccezione dei mangimi per gatti. 500 μg/kg(*) Prodotti a base di cereali ad eccezione dei prodotti di macinazione dell avena (pula). (*)Limiti raccomandati μg/kg = ppb - mg/kg = ppm Indicazioni per orientarsi tra le varie unità di misura che si possono trovare sui reperti analitici. La scelta delle unità di misura è in genere subordinata a parametri di legge o a modalità tradizionalmente acquisite per esprimere un dato. Le più comuni nel campo agroalimentare sono: mg/kg, g/kg, g/ml,g/l, ecc. % = g/100g ppm = parti per milione = mg/kg o mg/l ppb = parti per bilione = μg/kg o μg/l ppt = parti per trilione = ng/kg o ng/l Per passare da un unità di misura all altra, si può utilizzare la tabella sottostante moltiplicando o dividendo per il numero indicato. X ppm ppb ppb ppt % mg/kg % 10 g/kg mg μg μg ng / 11

12 Temperature C Temperatura ottimale C Umidità granella% Temperature C Temperatura ottimale C aw (*) minimo Tab. 2. Principali funghi produttori di tossine e loro condizioni di sviluppo. Crescita funghi Produzione micotossine Funghi coinvolti Micotossine Aspergillus flavus Aspergillus parasiticus Fusarium verticillioides (ex F. moniliforme) Fusarium proliferatum Aspergillus ochraceus Penicillium verrucosum Fusarium culmorum Fusarium , ,91 otti male 0, , Ancora poco conosciute Aflatossine (AF) B1, B2, G1, G2 Fumonisine (FB) Ocratossina A (OTA) Deossinivalenolo (DON), Zearalenone (ZEA graminearum * Acqua libera (aw) I microrganismi hanno bisogno di acqua libera sempre a disposizione per vivere e riprodursi, perché non possono utilizzare l acqua legata a componenti come i sali, le vitamine, le proteine o gli zuccheri. Maggiore è la concentrazione di acqua libera nell alimento, maggiore è la probabilità che i microrganismi aggrediscano l alimento. L acqua libera è espressa come attività dell acqua aw = P/Po che è il rapporto tra la tensione di vapore dell acqua dell alimento (P) e quella dell acqua pura (Po) a uguale temperatura e pressione. Nell acqua pura P = P0 e aw =1 - negli alimenti aw è < 1. Tab. 3. Controlli consigliati in stoccaggio. Parametri Valori limite Frequenza rilievi Umidità Relativa (%) > 14% Mensile Temperatura Variabile a proposito della tecnologia di Mensile stoccaggio. Artropodi Assenza Mensile Roditori Assenza Mensile Aflatossine: B1 > 20 μg/kg Valori limite per alimenti per animali (DM n. 317 del 23/12/2002). B1 > 5 μg/kg Valori limite per alimenti (B1+B2+G1+G2) Ocratossina A > 10 μg/kg > 5 μg/kg per uomo - aflatossine: REG. (CE) n. 2174/2003; ocratossina: REG (CE) 472/2002). Semestrale. Vedi box metodi di analisi. Trimestrale in caso si riscontrino problemi durante la conservazione (riscaldamento, ritorni di umidità, infestazioni).

13 Box metodi di analisi. 1) I test analitici cromatografici HPLC rappresentano i metodi ufficialmente riconosciuti dalla normativa per l analisi quali-quantitativa delle micotossine. La sensibilità del metodo è elevata e richiede operatori di laboratorio specializzati. 2) Esistono differenti tipologie di kit rapidi, Elisa o Strip test, che consentono di eseguire test per la quantificazione dei livelli di aflatossine. Tale metodica è applicabile in diverse fasi del processo: al conferimento della merce al centro di raccolta e sulla granella stoccata, secondo le possibilità del centro di raccolta e delle tempistiche concordate con gli operatori. Il campione rappresentativo del lotto è formato con campionamento dinamico durante il riempimento del silo, o, in seguito, durante la movimentazione del prodotto estratto dai sili di stoccaggio. Questa metodica i costi sono contenuti, tuttavia presenta alcuni limiti: -difficoltà di esecuzione dell analisi per operatori non formati in laboratorio; -tempi di esecuzione difficilmente compatibili con i ritmi di ricevimento del prodotto negli impianti di essiccazione e stoccaggio; 3) Le lampade a luce ultravioletta rappresentano uno strumento semplice, rapido ed economico che consente di individuare la granella contaminata sottoponendola a luce UV; tale metodica limitata all individuazione dell Aspergillus flavus e quindi alle aflatossine è applicabile in diverse fasi: in campo, al ricevimento delle partite e sulla granella stoccata, secondo le possibilità del centro di raccolta e delle tempistiche concordate con gli operatori. A riguardo è stato fissato un limite empirico 1-2 cariossidi fluorescenti/kg che consente di differenziare le partite più a rischio da quelle sane. Il metodo presenta alcuni limiti tra cui: -sovrastima della contaminazione se il metodo è applicato in fase di accettazione del prodotto, perché le impurità della massa verde diventano anche esse fluorescenti; -difficoltà nel definire una corrispondenza tra chicchi fluorescenti e ppb di aflatossine; il metodo non restituisce la reale quantità di aflatossine presenti. Fonti: CRPV linee guida 2013; Il Coltivatore Piemontese articoli informativi; AGER micotossine tenori massimi & riferimenti normativi; Percorsi produttivi per prevenire levate contaminazione da micotossine nei cereali A. Reyneri; Progetto MICOCER. Opuscolo redatto nel giugno 2013 dall area tecnica di Federsviluppo a cura di Cristoforo Cresta cristoforo.cresta@coldiretti.it tel , nell ambito del finanziamento nel Programma di Sviluppo Rurale Misura Sottoazione B) Informazione nel settore agricolo. 13

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