LA RIFORMA DEL TERZO SETTORE dove stiamo andando. Revisione della disciplina riguardante le organizzazioni non lucrative di utilità sociale (ONLUS)
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1 LA RIFORMA DEL TERZO SETTORE dove stiamo andando Revisione della disciplina riguardante le organizzazioni non lucrative di utilità sociale (ONLUS) Paolo Alessandro Pesticcio 31 marzo Auditorium San Fedele Primavera del non profit
2 Le finalità della Riforma
3 Le finalità della Riforma L intervento sulla legislazione delle ONLUS Art. 9 (Misure fiscali e di sostegno economico) 1. I decreti legislativi di cui all'articolo 1 disciplinano le misure agevolative e di sostegno economico in favore degli enti del Terzo settore e procedono anche al riordino e all'armonizzazione della relativa disciplina tributaria e delle diverse forme di fiscalità di vantaggio, nel rispetto della normativa dell'unione europea e tenuto conto di quanto disposto ai sensi della legge 11 marzo 2014, n. 23, sulla base dei seguenti princìpi e criteri direttivi: a) (.); b) ( ); c) ( );
4 ( ) S.A.F. Le finalità della Riforma L intervento sulla legislazione delle ONLUS m) revisione della disciplina riguardante le organizzazioni non lucrative di utilità sociale, in particolare prevedendo una migliore definizione delle attività istituzionali e di quelle connesse, fermo restando il vincolo di non prevalenza delle attività connesse e il divieto di distribuzione anche indiretta degli utili e fatte salve le condizioni di maggior favore relative alle organizzazioni di volontariato, cooperative sociali e organizzazioni non governative.
5 L attuale disciplina delle ONLUS 12 SETTORI DI ATTIVITÀ ISTITUZIONALI SUDDIVISI IN 2 CATEGORIE DEFINITE A SOLIDARIETÀ IMMANENTE O CONDIZIONATA ATTIVITÀ ANALOGHE ALLE ISTITUZIONALI MA SVOLTE NEI CONFRONTI DI SOGGETTI NON SVANTAGGIATI OPPURE C.D. ACCESSORIE PER NATURA IN QUANTO INTEGRATIVE DELLE ATTIVITÀ ISTITUZIONALI.
6 I settori di attività delle ONLUS SETTORI A SOLIDARIETÀ IMMANENTE 1) assistenza sociale e socio-sanitaria; 3) beneficenza; 7) tutela, promozione e valorizzazione delle cose d'interesse artistico e storico (cfr. DPR n. 42/2004); 8) tutela e valorizzazione della natura e dell'ambiente, ; 9) promozione della cultura e dell'arte (se finanziata dall amministrazione me centrale dello Stato); 11) ricerca scientifica di particolare interesse sociale svolta direttamente da fondazioni ( ) secondo modalità definite in apposito regolamento (cfr. DPR n. 135/2003); 11-bis) cooperazione allo sviluppo e solidarietà internazionale (cfr. L. n. 125/2014). SETTORI A SOLIDARIETÀ CONDIZIONATA 2) assistenza sanitaria; 4) istruzione; 5) formazione; 6) sport dilettantistico; 9) promozione della cultura e dell'arte (se non finanziata dall amministrazione centrale dello Stato); 10) tutela dei diritti civili; QUAL È STATO (O DOVREBBE ESSERE) IL MECCANISMO DI RICONDUCIBILITÀ DI UN ATTIVITÀ, DICHIARATA E/O CONCRETAMENTE SVOLTA, AL/I SETTORE/I DI ATTIVITÀ DI ISCRIZIONE?
7 L esigenza di una migliore definizione delle attività istituzionali COME VERRÀ PERSEGUITO TALE OBIETTIVO NELLA LEGISLAZIONE DI REVISIONE? Nel D.Lgs. 155/2006 (impresa sociale) si è scelto di introdurre riferimenti legislativi per i differenti settori di attività. Taluni settori previsti nella legge sull impresa sociale corrispondono con i settori Onlus. Strada perseguibile ma.. A patto che sia utilizzata particolare attenzione. La nostra legislazione è spesso frammentata in una miriade di disposizioni allocate in differenti testi normativi. Il riferimento ad una legge può avere utilità ed efficacia ove ci si riferisca a leggi quadro o codici di settore (es. beni culturali)
8 L esigenza di una migliore definizione delle attività connesse SETTORI DI ATTIVITÀ ATTIVITÀ ISTITUZIONALE A SOLIDARIETÀ SOCIALE CONDIZIONATA ATTIVITÀ ISTITUZIONALE A SOLIDARIETÀ SOCIALE IMMANENTE Settori di attività che si rivolgono ad una collettività di soggetti non versano per forza in uno stato di svantaggio. Lo svantaggio del soggetto è però essenziale ai fini ONLUS Settori di attività che hanno intrinsecamente quali destinatari soggetti in condizione di svantaggio oppure il legislatore ha ritenuto quel settore strategico dal punto di vista di politica sociale Attività tipiche del settore istituzionale non rivolte a soggetti in stato di svantaggio + Attività accessorie ATTIVITÀ CONNESSA Attività accessorie per natura a quelle statutarie istituzionali, in quanto integrative delle stesse
9 L esigenza di una migliore definizione delle attività connesse Tralasciando le attività analoghe alle istituzionali ma prive di soggetti svantaggiati, ci si vuole soffermare sul concetto di ATTIVITA ACCESSORIA PER NATURA Per questa ultima tipologia di attività, la relazione illustrativa al Decreto legislativo afferma che deve considerarsi accessoria ed integrativa l attività strutturalmente funzionale, sotto l aspetto materiale, a quella istituzionale, che si sostanzi in operazioni a completamento o migliore fruibilità delle attività istituzionali (la relazione illustrativa al decreto - e poi la prassi dell amministrazione finanziaria - richiamava alcuni esempi quali di depliants nei botteghini dei musei o di magliette pubblicitarie e altri oggetti di modico valore in occasione di campagne di sensibilizzazione o ancora la formazione interna) A fronte di tale scarna individuazione dell attività accessoria comincia ad intervenire in soccorso proprio la prassi dell amministrazione finanziaria (cfr. da ultimo Ris. N. 10/E/2015 in materia di Consultori ma anche la Ris. N. 292/2002 sul concetto di beneficenza allargata)
10 L esigenza di una migliore definizione delle attività connesse Estratto Audizione dell Agenzia delle Entrate presso la Commissione Affari sociali della Camera dei Deputati Con l entrata in vigore del Dlgs n. 460 del 1997 si assiste a un significativo superamento della visione oggettivamente non commerciale del Terzo Settore. L accento viene posto sul profilo soggettivo dello scopo non lucrativo di utilità sociale. Le Onlus possono svolgere attività commerciale in modo anche prevalente o addirittura esclusivo, laddove rientrino tra quelle istituzionali, cioè operino negli ambiti a solidarietà immanente (di cui al comma 4 dell art. 10) o siano rivolte esclusivamente nei confronti di persone svantaggiate negli altri casi (di cui al comma 2 dell art. 10). Le attività commerciali svolte negli ambiti a solidarietà non immanente nei confronti di persone non svantaggiate, sono ammissibili solo se direttamente connesse e, comunque, non prevalenti rispetto a quelle istituzionali. Le suddette attività, proprio in ragione della rilevanza della finalità non lucrativa e solidaristica, sono oggetto di una de-commercializzazione legale (art. 150 del TUIR) e di una serie di esenzioni sul piano della tassazione indiretta. Nonostante il rilievo dato ai profili soggettivi della non lucratività, la disciplina Onlus è ancora caratterizzata da una sostanziale ristrettezza degli ambiti operativi dell attività commerciale. Basti pensare alle limitazioni che incontrano le attività commerciali connesse o accessorie (di cui al comma 5 dell art. 10); all impossibilità di detenere partecipazioni societarie tali da assicurargli un influenza dominante; all impossibilità di sponsorizzazione in partnership con aziende for profit; più in generale, si pensi all impossibilità di svolgere attività commerciali diverse da quelle istituzionali o connesse per un mero scopo di autofinanziamento di queste ultime.
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