CAR S.C.P.A. Via Tenuta del Cavaliere, Guidonia Montecelio (Roma)

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1 Pag. 1 di 133 CAR S.C.P.A. Via Tenuta del Cavaliere, Guidonia Montecelio (Roma) AGGIORNAMENTO FEBBRAIO 2015

2 Pag. 2 di 133 DATA CERTA E CONDIVISIONE DEL DOCUMENTO...4 SEZIONE INTRODUTTIVA...5 PREMESSA...6 INTRODUZIONE...7 FINALITÀ E SCOPO DEL DOCUMENTO...7 TERMINI E DEFINIZIONI LE FIGURE DELLA SICUREZZA DATORE DI LAVORO: RUOLO, RESPONSABILITÀ E CRITERI DI INDIVIDUAZIONE.. 12 IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE I DIRIGENTI: RUOLO, RESPONSABILITÀ E CRITERI DI INDIVIDUAZIONE I PREPOSTI: RUOLO, RESPONSABILITÀ E CRITERI DI INDIVIDUAZIONE RUOLO DEGLI ADDETTI ALLE EMERGENZE RUOLO DEL MEDICO COMPETENTE RUOLO DEL RLS IL DOCUMENTO DELLA SICUREZZA STRUTTURA DEL DOCUMENTO SEZIONE IDENTIFICATIVA DATI IDENTIFICATIVI ATTIVITÀ LAVORATIVA LUOGHI DI LAVORO TABELLE RELATIVE ALLA CLASSIFICAZIONE DEGLI ELEMENTI UTILI ALLA GESTIONE DEI RISCHI CRITERI UTILIZZATI PER LA STESURA DEL DOCUMENTO NORMATIVA DI RIFERIMENTO SEZIONE VALUTAZIONE DEI RISCHI DI INCENDIO VALUTAZIONE DEI RISCHI DI INCENDIO OBIETTIVI DELLA VALUTAZIONE DEI RISCHI DI INCENDIO CRITERI ADOTTATI PER LA VALUTAZIONE DEI RISCHI DI INCENDIO ADDETTI ALLA PREVENZIONE INCENDI, LOTTA ANTINCENDIO E GESTIONE DELL EMERGENZA INCARICATI PER GLI INTERVENTI DI PRIMO SOCCORSO INDIVIDUAZIONE DELLE SORGENTI DI PERICOLO E DEI FATTORI DI RISCHIO IDENTIFICAZIONE DI AREE OMOGENEE DI APPARTENENZA AREA OMOGENEA 1: PERSONALE DIRETTIVO E DI AMMINISTRAZIONE OMOGENEA 2: PERSONALE ADDETTO AL CONTROLLO ISPETTIVO... 58

3 Pag. 3 di 133 PRINCIPALI FATTORI POTENZIALI DI RISCHIO CLASSIFICAZIONE DEI FATTORI DI RISCHIO ANALISI E VALUTAZIONE DEI RISCHI SCHEDE ESPLICATIVE DEI RISCHI TRASVERSALI ED ORGANIZZATIVI ( TO) ; RISCHI PER LA SICUREZZA ( INF) ; RISCHI PER LA SALUTE ( IGA) MISURE DI SICUREZZA, DPI ED ESITI FINALI VALUTAZIONE RISCHI USO DI APPARECCHIATURE MUNITE DI VIDEOTERMINALE- MICROCLIMA- ILLUMINAMENTO CONDIZIONI DI LAVORO DIFFICILE (STRESS) ORGANIZZAZIONE DEGLI SPAZI LAVORATIVI RISCHIO ELETTRICO INCENDI BIOLOGICO MMC RISCHIO CHIMICO LAVORO NOTTURNO ADEMPIMENTI SANITARI E FORMATIVI PROTOCOLLO SANITARIO PIANO FORMATIVO ELENCO NOMINATIVO E MANSIONI ORGANIGRAMMA DELLA SICUREZZA AZIENDALE PIANO DI CONTROLLO E AGGIORNAMENTO DEL PROGRAMMAZIONE DELLE REVISIONI

4 Pag. 4 di 133 Data Certa e condivisione del documento Questo documento è stato aggiornato conformemente a quanto indicato nell art 28 del D.lgs 81/2008 e sue succ. mod. e integrazioni, nel mese di FEBBRAIO 2015 Il Documento della Sicurezza é stato aggiornato da: Servizio di Prevenzione e Protezione dai Rischi Per CAR S.C.P.A. Dott. Fabio Massimo Pallottini Datore di lavoro Arch. Patrizia Pavese RSPP Dott.ssa Fausta Federici Medico Competente Per presa visione Il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza Dott. Massimo Antonioni Data

5 Pag. 5 di 133 Sezione Introduttiva

6 Pag. 6 di 133 Premessa Il presente documento viene aggiornato in virtù del mutato organigramma e in considerazione della fusione aziendale che vede confluire CARGEST SRL in CAR S.C.P.A. Con l art. 29 comma 3 del D. Lgs. 9/4/2008 n. 81, contenente il Testo Unico in materia di salute e di sicurezza sul lavoro, così come modificato con il decreto correttivo ed integrativo di cui al D. Lgs. 3/8/2009 n. 106, è stato infatti stabilito che: 3. La valutazione dei rischi deve essere immediatamente rielaborata, nel rispetto delle modalità di cui ai commi 1 e 2, in occasione di modifiche del processo produttivo o della organizzazione del lavoro significative ai fini della salute e sicurezza dei lavoratori, o in relazione al grado di evoluzione della tecnica, della prevenzione o della protezione o a seguito di infortuni significativi o quando i risultati della sorveglianza sanitaria ne evidenzino la necessità. A seguito di tale rielaborazione, le misure di prevenzione debbono essere aggiornate. Nelle ipotesi di cui ai periodi che precedono il documento di valutazione dei rischi deve essere rielaborato, nel rispetto delle modalità di cui ai commi 1 e 2, nel termine di trenta giorni dalle rispettive causali. facendo presente che i commi 1 e 2 dello stesso articolo in esso citati sono quelli con i quali il legislatore ha stabilito l effettuazione a carico del datore di lavoro della valutazione dei rischi di cui all art. 17 comma 1 lettera a) dello stesso D. Lgs. e della conseguente elaborazione del relativo documento in collaborazione con il responsabile del servizio di prevenzione e protezione (RSPP) e con il medico competente (MC) nei casi di cui all articolo 41 e previa consultazione del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS). Quindi il legislatore si è limitato a stabilire in quali casi è necessario comunque integrare eventualmente sia la valutazione dei rischi che l elaborazione del e nel fare ciò ha fatto riferimento, come si può notare, ad eventi e mutazioni di una certa rilevanza quale può essere una modifica significativa del processo produttivo o della organizzazione del lavoro che può avere apportato nei luoghi di lavoro ulteriori rischi rispetto a quelli già individuati, valutati ed eliminati o ridotti al minimo, o ha fatto riferimento a significativi infortuni sul lavoro eventualmente accaduti in

7 Pag. 7 di 133 azienda con lo scopo ovviamente di fare eliminare le cause e le carenze che possano avere portato all accaduto oppure ancora allorquando dalla eventuale sorveglianza sanitaria alla quale è stato sottoposto il personale dipendente possa essere emersa la presenza di qualche altro rischio non valutato o da rivalutare più approfonditamente. Introduzione Prevenzione e Sicurezza Il sistema di prevenzione e di sicurezza aziendale, introdotto dal D.Lgs. 81/2008 successivamente integrato con il D.lgs 106 /2009, ha come obiettivo la realizzazione di un ambiente di lavoro tale da garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori, mediante la partecipazione attiva e la collaborazione di una pluralità di soggetti, oltre a ribadire l istituzione di modelli di gestione delle attività di sicurezza. Tale obiettivo è raggiunto tramite l intervento operativo, da parte del datore di lavoro, dei dirigenti e dei preposti e l intervento consultivo di coloro che ruotano intorno al servizio di prevenzione e protezione. Le disposizioni contenute nel D.lgs 81/08 successivamente integrato con il D.lgs 106 /2009, ribadiscono la necessità e l obbligatorietà di un sistema generale i prevenzione e sicurezza, che assegna un ruolo attivo ai lavoratori e ne stabilisce il diritto alla costante informazione e consultazione. La sicurezza, in altri termini, è intesa come il risultato della prevenzione che si realizza con l adozione di idonee misure tecniche, con l adeguamento dei processi organizzativi aziendali, con la definizione di regole e procedure di sicurezza nonché con meccanismi di sorveglianza sulla loro applicazione da parte dei lavoratori. Finalità e scopo del documento L obiettivo della Valutazione dei Rischi, ai sensi dell art. 17 comma 1 lettera a) del D. Lgs. 81/08 come modificato dal D. Lgs. 106/09, è predisporre tutti provvedimenti necessari per la salvaguardia della sicurezza e salute dei lavoratori e principalmente quello di:

8 Pag. 8 di Individuare tutte le fonti di pericolo e valutarne la possibile incidenza sui lavoratori; 2. Eliminare alla fonte i fattori di rischio o almeno ridurli; 3. Ove il rischio non sia eliminabile, fornire adeguati Dispositivi di protezione individuale ai singoli lavoratori esposti; 4. Programmare ed attuare i necessari percorsi di informazione e formazione sui rischi; 5. Predisporre tutte le attività necessarie per ottemperare alla vigente normative in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. In relazione a tali obiettivi, i provvedimenti necessari al conseguimento delle migliori condizioni di salubrità e sicurezza, possono essere così classificati: a) misure di tutela generali; b) misure di tutela specifiche; c) misure di emergenza; Le misure di tutela generali sono quelle intraprese al fine di prevenire e ridurre i rischi derivanti da condizioni di lavoro che comportano pericoli trasversali o non adeguatamente inquadrabili all interno di una specifica categoria di rischio. Le misure di tutela specifiche, sono quelle attuate laddove si riscontri uno specifico rischio legato ad una mansione svolta da uno o più lavoratori. Le misure generali di tutela prevedono: 1. Corretta informazione e formazione dei lavoratori in merito ai possibili rischi cui potrebbero essere soggetti; 2. Adeguato sistema di gestione delle mansioni e degli incarichi ricoperti al fine di limitare le eventuali esposizioni a fattori di rischio; 3. Formazione circa il corretto utilizzo dei DPI; 4. Riduzione alla fonte di eventuali rischi; 5. Presenza della squadra di gestione delle emergenze e primo soccorso. Le misure di tutela specifiche si riferiscono a tutte le azioni di prevenzione o di riduzione dei rischi, che contemplano specifiche criticità riferibili a locali, macchine attrezzature e/o impianti.

9 Pag. 9 di 133 Queste si articolano in modo specifico imponendo ad esempio particolari comportamenti, eventuale utilizzo di dispositivi di protezione individuale, obbligo d intervento di eventuale personale esperto e formato per la specifica area di rischi evidenziata. In generale si possono configurare all interno di questa tipologia di misure, quelle che richiedono una specifica attenzione o emergono in relazione a precisi livelli di esposizione a rischi specifici. Le misure di tutela specifica prevedono: 1. Adozione dei previsti DPI per i lavoratori maggiormente esposti a rischi che non possono essere evitati; 2. Attribuzione alle mansioni solo dopo adeguata informazione e formazione alla specifica mansione ricoperta Le misure di emergenza sono quelle che si attuano per la prevenzione o riduzione di rischi derivanti da situazione di emergenza non prevedibili o che richiedono interventi specifici per gestire particolari eventi pericolosi come terremoti, incendi, allagamenti, infortuni con menomazioni o lesioni a danno dei lavoratori e del personale, attacchi terroristici, esplosioni. All interno di queste tipologie di eventi, si configurano le specifiche azioni descritte ad esempio nell apposito piano per la gestione delle emergenze e l evacuazione Le misure di emergenza adottate sono: 1. Adozione di un dettagliato Piano di Emergenza ed Evacuazione; 2. Mezzi e presidi per il primo soccorso adeguati al D.M. 388/03; 3. Corretta manutenzione dei presidi antincendio e verifica periodica della funzionalità; 4. Verifica dell adeguatezza delle uscite di emergenza e della loro corretta funzionalità; 5. Effettuazione delle prove di esodo.

10 Pag. 10 di 133 Termini e definizioni pericolo: proprietà o qualità intrinseca di una determinato fattore avente il potenziale di causare danni; rischio: probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni d impiego o di esposizione ad un determinato fattore o agente oppure alla loro combinazione; valutazione del rischio: valutazione globale della probabilità e della gravità di possibili lesioni in una situazione pericolosa finalizzata a scegliere le adeguate misure di sicurezza (Norma UNI EN 292 PARTE I/1991); infortunio: evento non desiderato che può portare al decesso, alla malattia, a lesioni,danni o altre perdite; individuazione del pericolo: processo di riconoscimento e di definizione dell'esistenza e delle caratteristiche di un pericolo; incidente: evento non pianificato che ha la potenzialità di produrre un infortunio (un incidente in cui non accadono malattie professionali, lesioni, danni o altre perdite è anche chiamato quasi incidente ); non conformità: ogni deviazione da standard di lavoro, pratiche, procedure, regolamenti, prestazioni del sistema di gestione, ecc. che potrebbe direttamente o indirettamente portare a lesioni, malattie, danni alla proprietà, danni all ambiente di lavoro o ad una loro combinazione; sicurezza: assenza di rischio non tollerabile; rischio tollerabile: il rischio ridotto ad un livello tale da essere sopportato dall organizzazione, tenuto conto degli obblighi legislativi e della propria Politica di gestione; lavoratore: persona che presta il proprio lavoro alle dipendenze di un Datore di Lavoro, esclusi gli addetti ai servizi domestici e familiari, con rapporto di lavoro subordinato anche speciale; Servizio di Prevenzione e Protezione (SPP): insieme delle persone, sistemi e mezzi esterni o interni all'azienda finalizzati all'attività di prevenzione e protezione dai rischi professionali nell'azienda, ovvero unità produttiva;

11 Pag. 11 di 133 RSPP: responsabile del servizio di prevenzione e protezione; Datore di Lavoro: il soggetto titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore o, comunque, il soggetto che, secondo il tipo e l assetto dell'organizzazione, nel cui ambito il lavoratore presta la sua attività, ha la responsabilità dell organizzazione stessa o dell unità produttiva in quanto esercita i poteri decisionali e di spesa. Nelle pubbliche amministrazioni di cui all'art. 1, comma 2, del D. Lgs. 30 marzo 2001, n. 165, per Datore di Lavoro s intende il dirigente al quale spettano i poteri di gestione, ovvero il funzionario non avente qualifica dirigenziale, nei soli casi in cui quest'ultimo sia preposto ad un ufficio avente autonomia gestionale, esso è individuato dall organo di vertice delle singole amministrazioni tenendo conto dell ubicazione e dell ambito funzionale degli uffici nei quali viene svolta l attività e dotato di autonomi poteri decisionali e di spesa ; Nella strutturazione del documento ed all interno di questo, verranno utilizzati i seguenti termini per la classificazione della tipologia di rischio presenti all interno dei luoghi di lavoro; Rischi Trasversali Organizzativi (codice TO): sono i rischi che derivano da fattori organizzativi, gestionali o comunque connessi alla organizzazione del lavoro e delle mansioni anche in relazione agli ambienti e ai fattori collaterali connesse all espletamento delle mansioni; Rischi Infortunistici (codice INF): sono rischi che determinano pericoli per la sicurezza del lavoratori (rischio di incendio, rischi meccanici, esplosione ecc.); Rischi Igienico Ambientali (codice IGA): sono rischi che determinano pericoli per la salute e che derivano dall esposizione ad agenti di rischio chimico, fisico o biologico.

12 Pag. 12 di 133 Le Figure della Sicurezza Il sistema aziendale della sicurezza, confermato al T.U. ruota attorno a 6 figure presenti in azienda: il datore di lavoro, il responsabile del servizio di prevenzione e protezione, nominato dal datore di lavoro ( obbligo non delegabile dello stesso) ed il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, eletto o designato dai lavoratori e il medico competente, nominato o dal datore di lavoro o dal suo delegato, dirigenti e preposti. Datore di Lavoro: ruolo, responsabilità e criteri di individuazione il Datore di Lavoro veniva riconosciuto come quella persona fisica o giuridica nella quale fossero contestualmente rinvenibili due requisiti, quali la titolarità del rapporto (elemento formale) e la responsabilità dell impresa o dello stabilimento (elemento sostanziale). Secondo tale definizione, però la persona giuridica non poteva essere considerata Datore di Lavoro, dal momento che questo viene individuato come destinatario di obblighi sanzionati penalmente e, quindi, si pone il problema del rispetto dell art. 27 della Costituzione, che prevede che la responsabilità penale è personale. Il secondo problema è relativo all impossibilità, specie nelle realtà di grandi dimensioni, di individuare un soggetto in cui contestualmente ricorrano il requisito formale e quello sostanziale. È valido il criterio di effettività, che individua nel datore di lavoro il soggetto titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore o, comunque, il soggetto che, secondo il tipo e l organizzazione dell impresa, ha la responsabilità dell impresa stessa o dell unità produttiva, in quanto titolare dei poteri decisionali e di spesa. Il ruolo del Datore di Lavoro consiste nel ricoprire la posizione di primario garante del bene della sicurezza, avendo una sfera di attribuzioni e competenze di carattere generale che investe l intera politica gestionale, compresi i profili inerenti l attività di prevenzione. Il D.Lgs 81/2008 prevede una responsabilità del DdL in relazione ai compiti espressamente considerati indelegabili: la valutazione di tutti i rischi con la

13 Pag. 13 di 133 conseguente adozione dei documenti previsti dall articolo 28; la designazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione dai rischi. La scelta del legislatore si giustifica considerando che tali adempimenti implichino scelte che, per un certo verso, prescindono dalla mera attività di prevenzione ed implicano considerazioni riguardanti, più in generale, l intera vita dell impresa. Oltre a questi obblighi indelegabili, la legge prevede tutta una serie di obblighi a carico del Datore di Lavoro, ma non espressamente considerati indelegabili. Il responsabile del servizio di prevenzione e protezione in possesso di cui all art. 32 comma 5 del D.Lgs 81/08 successivamente integrato con il D.lgs 106 /2009, interviene sia nel campo organizzativo e gestionale che nel campo tecnico; assiste, in altri termini, il datore di lavoro negli adempimenti dei suoi obblighi di sicurezza, la cui responsabilità rimane in capo al datore di lavoro o alle persone da lui specificatamente delegate. I Dirigenti: ruolo, responsabilità e criteri di individuazione L art. 2 del D.Lgs. 81/08 delinea la figura del dirigente come "colui che dirige le attività". Il dirigente è, negli ambienti di lavoro di cui è responsabile, l alter ego del Datore di Lavoro, che rappresenta e con il quale collabora nell attività organizzativa dell azienda, attuando le sue direttive generali e dirigendo il lavoro degli altri dipendenti; con un ruolo non di mero supervisore, ma di effettiva direzione e controllo dell attività lavorativa, dovendo impartire ordini quanto più specifici possibili. Viene individuato dalla giurisprudenza come quel lavoratore subordinato cui vengono affidate attribuzioni che, per ampiezza, autonomia e discrezionalità, gli consentono di effettuare delle scelte e di indirizzare l attività di tutta o parte dell azienda. ( Cass. n. 537 del ). La definizione legale é comunque integrata da quella dei contratti collettivi a cui la giurisprudenza assegna un ruolo vincolante.

14 Pag. 14 di 133 Nell'ambito però della sicurezza sul lavoro, l'individuazione del dirigente responsabile penalmente, prescinde dalla qualifica formale e viene in evidenza in considerazione dell'autonomia e dei poteri concretamente esercitati. In pratica, è il lavoratore che formalmente presenta tutte le caratteristiche citate per essere ritenuto dirigente, se però di fatto non ha i poteri di scegliere e decidere non può essere ritenuto responsabile del dovere di sicurezza. Sotto il profilo organizzativo, il dirigente, collabora con il datore di lavoro nella predisposizione delle misure di prevenzione e protezione, e sovrintende all attuazione delle stesse, emanando misure appropriate per ovviare ai problemi e alle non conformità riscontrate in sede di valutazione dei rischi. Viene, dunque, confermata la tendenza ad una sempre più connessa interrelazione e vicinanza tra i campi d azione e le responsabilità tra chi è al vertice, il datore di lavoro, e chi è immediatamente al di sotto, i dirigenti. Ciò è da ascrivere al fatto che il D.Lgs. 81/08 modificato dal D.lgs 106/2009, individua il Datore di Lavoro come destinatario sia di compiti che espressamente sono considerati indelegabili, sia di funzioni rispetto alle quali non si prevede l esplicita indelegabilità. Deriva da ciò la normale trasferibilità di questi compiti dal Datore di Lavoro ai dirigenti che, ricoprendo comunque una posizione di vertice, cogestiscono con il Datore di Lavoro l andamento dell attività di prevenzione e protezione. I Preposti: ruolo, responsabilità e criteri di individuazione Il D.Lgs. 81/08 modificato dal D.lgs 106/2009, definisce il preposto come colui che sovraintende, unitamente al Datore di Lavoro e ai dirigenti, le attività finalizzate alla sicurezza dei luoghi di lavoro, attraverso l osservanza delle disposizioni del citato decreto. Il preposto è incaricato della sorveglianza e controllo del lavoro di uno o più lavoratori con poteri di supremazia e, nel contempo, alle dirette dipendenze di un dirigente. I suoi poteri devono essere specificamente attribuiti, in base a direttive esplicite ed esaurienti del datore di lavoro o del dirigente.

15 Pag. 15 di 133 I preposti sono dipendenti che, pur essendo in posizione gerarchicamente subordinata rispetto ai dirigenti, hanno doveri di controllo e di vigilanza di carattere oggettivo (sull applicazione della normativa) e soggettivo (sul rispetto da parte dei lavoratori di tutte le norme di sicurezza), ovviamente l individuazione del preposto avviene in base alla attività di controllo effettivamente esercitata e non in base ad una nomina formale. È bene chiarire che il compito di predisporre i presidi antinfortunistici e di destinare adeguate risorse per tali presidi, spetta al datore di lavoro o al soggetto che il datore di lavoro abbia espressamente delegato, mentre al preposto spettano esclusivamente i diversi compiti di vigilare affinché i lavoratori utilizzino i presidi antinfortunistici predisposti, nonché di segnalare al datore di lavoro le carenze nella prevenzione riscontrate nel luogo di lavoro. Il preposto, definito dalla dottrina il sensore, in quanto conosce meglio di chiunque altro l ambiente di lavoro, i rischi e i lavoratori, non potrà mai essere ritenuto responsabile per la mancanza degli strumenti, misure cautelari, accorgimenti antinfortunistici, la cui predisposizione ed attuazione spetta al datore di lavoro o al soggetto da questi delegato, ma la sua responsabilità viene in rilievo nel momento in cui un eventuale infortunio sia dipeso da omessa o insufficiente vigilanza, fermo restando che se il datore di lavoro e/o il dirigente fossero a conoscenza dell inadempimento sarebbero anch essi responsabili (Cass. Pen. N del ). La giurisprudenza è concorde nell affermare che al preposto debba riconoscersi, seppur con più ristretti margini di autonomia rispetto al dirigente, un potere organizzativo e disciplinare, anche se la vigilanza del preposto è sempre di carattere sussidiario ed attinente alle fasi esecutive dell attività lavorativa. Certo il preposto non potrà esercitare il normale potere disciplinare, spettandogli, semmai, il compito di segnalare al datore di lavoro o al dirigente i comportamenti trasgressivi di norme legislative o di disposizioni interne; né quello di decidere la sostituzione di macchine divenute, a suo giudizio, inaffidabili; né il potere di decidere circa l adeguatezza dei locali di lavoro a nuove prescrizioni di legge o di sospendere,

16 Pag. 16 di 133 anche solo parzialmente, l attività lavorativa, ecc. Insomma, rispetto a tutte queste scelte, la cui esemplificazione non è esaustiva, il ruolo del preposto sarà di mera propulsione, richiesta e sollecitazione, afferendo al datore di lavoro e ai dirigenti il momento propriamente decisionale. I preposti sono dunque i responsabili delle singole attività svolte nei diversi siti e lì sono definiti ed identificati e adeguatamente formati. Ruolo degli addetti alle emergenze Gli addetti all emergenze, hanno il compito di intervenire in caso di situazioni straordinarie legate ad incendi, esplosioni e primo soccorso. Per fare questo, la legge prevede un percorso formativo specifico per queste figure, tale da metterli nelle condizioni migliori per poter operare con correttezza e tempestività in situazioni particolarmente calde ed esasperate. Ruolo del Medico Competente I compiti del medico competente, ai quali viene fatto riferimento nella definizione dell'art. 2 del D. Lgs. n. 81/2008 modificato dal D.lgs 106/2009, sono contenuti nell art. 25 dello stesso decreto legislativo il quale anzi li introduce come obblighi anche penalmente sanzionati ed a seguito di una attenta lettura di tale articolo si osserva che la sorveglianza sanitaria è solo uno degli obblighi di questa figura professionale in quanto se ne possono individuare altri che con la sorveglianza sanitaria stessa non hanno nulla a che fare. Più precisamente l'art. 25 del D. Lgs. n. 81/2008 modificato dal D.lgs 106/2009, fissa sostanzialmente e chiaramente i settori di operatività del medico competente in azienda e li individua in una fase preliminare collaborativa e di consulenza medica ed in una fase successiva ed eventuale di sorveglianza sanitaria, attività tutte da svolgersi, secondo quanto indicato dall'art. 39 comma 4 dello stesso decreto legislativo, nella piena autonomia.

17 Pag. 17 di 133 Il primo obbligo/compito che l'art. 25 del D. Lgs. n. 81/2008 modificato dal D.lgs 106/2009, assegna al medico competente è, infatti, quello della collaborazione con il datore di lavoro, già prevista in verità dall'art. 17 del D. Lgs. n. 626/1994, ed è indicato nella lettera a) del medesimo articolo in base al quale il medico competente collabora con il datore di lavoro e con il servizio di prevenzione e protezione alla valutazione dei rischi, anche ai fini della programmazione, ove necessario, della sorveglianza sanitaria, alla predisposizione della attuazione delle misure per la tutela della salute e della integrità psico-fisica dei lavoratori, all'attività di formazione e informazione nei confronti dei lavoratori, per la parte di competenza, e alla organizzazione del servizio di primo soccorso considerando i particolari tipi di lavorazione ed esposizione e le peculiari modalità organizzative del lavoro. Collabora inoltre alla attuazione e valorizzazione di programmi volontari di promozione della salute, secondo i principi della responsabilità sociale. Con la lettera b) dello stesso art. 25 vengono poi affidate al medico competente le incombenze relative alla programmazione ed alla effettuazione della sorveglianza sanitaria, se necessaria, e quindi con le lettere dalla c) alla i) tutte le altre incombenze collegate alla stessa sorveglianza sanitaria (istituzione, aggiornamento e custodia delle cartelle sanitarie e di rischio, invio delle cartelle sanitarie alla ISPESL nei casi previsti dal decreto, informazione ai lavoratori sulla sorveglianza sanitaria, comunicazione dei risultati della sorveglianza sanitaria al datore di lavoro, al RSPP, al RLS ed ai lavoratori ai fini della attuazione delle misure di prevenzione, ecc.) oltre al compito indicato nella lettera l) di visitare gli ambienti di lavoro una volta all anno, o a cadenza diversa che lo stesso medico competente stabilisce in base alla valutazione dei rischi, ed al compito riportato nella lettera m) di partecipare alla programmazione del controllo della esposizione dei lavoratori i cui risultati devono essere a lui forniti con tempestività ai fini sia della valutazione dei rischi a farsi che della eventuale sorveglianza sanitaria. L articolo 18 del Testo Unico inerente gli obblighi del datore di lavoro e dei dirigenti, d altro canto, se pure al comma 1 lettera a) indica che gli stessi devono nominare il medico competente per l effettuazione della sorveglianza sanitaria nei casi previsti dal Testo Unico, lasciando quindi pensare indirettamente, a seguito di una prima e

18 Pag. 18 di 133 non approfondita lettura, che la presenza del medico competente fosse necessaria soltanto nel caso di obbligatorietà della sorveglianza sanitaria, alla lettera g) dello stesso comma 1 indica però che il datore di lavoro e i dirigenti devono richiedere al medico competente l osservanza degli obblighi previsti a suo carico nel presente decreto e quindi di conseguenza l osservanza anche di tutti gli obblighi appena indicati e riportati nell art. 25 compreso quello relativo alla sorveglianza sanitaria. Quindi, a seguito di una lettura combinata dei due citati articoli 25 e 18 del D. Lgs. n. 81/2008 modificato dal D.lgs 106/2009, discende senza ombra di dubbio che il primo intervento che il medico competente è chiamato ad operare presso qualsiasi azienda è quello della collaborazione, quale consulente medico, nella valutazione dei rischi e nella gestione della sicurezza sul lavoro e che solo successivamente può essere nominato per la effettuazione della eventuale sorveglianza sanitaria. Ora si osserva che l'affermazione appena fatta sul ruolo che il medico competente deve rivestire nella organizzazione della sicurezza nei luoghi di lavoro, e che discende dalle disposizioni del D. Lgs. n. 81/2008 modificato dal D.lgs 106/2009, (ma che già era indicato nel D. lgs. n. 626/1994), benché sembra essere la più logica e la più conforme all'esigenza di garantire le migliori condizioni per la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro, viene contrastata da una interpretazione, che per la verità si riscontra anche abbastanza diffusa, secondo la quale il medico competente debba essere invece nominato dal datore di lavoro soltanto nel caso in cui vi sia dell obbligo della sorveglianza sanitaria, convinzione che deriva un po' in verità dalla lettura di alcune espressioni, anche contraddittorie, presenti nel Testo Unico a partire dall art. 18 comma 1 lettera a) il quale, nell introdurre l obbligo da parte del datore di lavoro di nominare il medico competente, indica letteralmente che Il datore di lavoro e i dirigenti, che organizzano e dirigono le stesse attività secondo le attribuzioni e competenze ad essi conferite, devono: a)nominare il medico competente per l effettuazione della sorveglianza sanitaria previsti dal presente decreto legislativo quando sarebbe stato più opportuno aggiungere e di tutti gli altri compiti previsti dal presente

19 Pag. 19 di 133 decreto legislativo cosi come poi è stato fatto del resto nel successivo punto g) dello stesso articolo. Non appare poi tanto coerente il legislatore con quanto appena detto in alcuni passaggi dello stesso Testo Unico come ad esempio nel medesimo articolo 18 al punto d) allorquando, nell introdurre l obbligo da parte del datore di lavoro di fornire ai lavoratori i necessari ed idonei dispositivi di protezione individuale, precisa che ciò va fatto sentito il responsabile del servizio di prevenzione e protezione e il medico competente, ove presente, o allorquando con l art. 35, riferito all obbligo della riunione periodica, indica che alla riunione medesima, oltre che al datore di lavoro o ad un suo rappresentante, al RSPP ed al RLS, partecipa anche il medico competente ove nominato, lasciando così intendere con queste espressioni ("ove presente" e "ove nominato") che si possano verificare dei casi di attività lavorative in cui non sia necessaria la presenza del medico competente anche nella fase collaborativa riguardante la organizzazione della sicurezza nell azienda e che precede la fase della effettuazione della valutazione dei rischi. Con l art. 29, poi, riportante le modalità di effettuazione della valutazione dei rischi, il legislatore è arrivato addirittura a contraddirsi rispetto a quanto già indicato nell art. 25 dello stesso decreto legislativo in quanto al comma 1 dispone che Il datore di lavoro effettua la valutazione ed elabora il documento di cui all'articolo 17, comma 1, lettera a), in collaborazione con il responsabile del servizio di prevenzione e protezione e il medico competente, nei casi di cui all'articolo 41, articolo che riguarda la sorveglianza sanitaria, lasciando intendere ancora una volta che la collaborazione del medico competente è richiesta solo nei casi in cui è obbligatoria appunto la sorveglianza sanitaria contrariamente a quanto già aveva esplicitamente indicato nell art. 25 citato con il quale il medico competente (lettera a) viene chiamato a collaborare con il datore di lavoro e con il RSPP alla valutazione dei rischi anche ai fini di programmare, ove necessario, la sorveglianza sanitaria medesima. Ed ancora analogamente il legislatore, con l art. 45 del Testo Unico riguardante il primo soccorso, richiede al datore di lavoro, tenendo conto della natura della attività svolta e delle dimensioni dell azienda o della unità produttiva,

20 Pag. 20 di 133 di prendere i provvedimenti necessari in materia di primo soccorso e di assistenza medica di emergenza sentito il medico competente ove nominato contrariamente a quando già indicato con il citato art. 25 che chiama invece il medico competente a collaborare con il datore di lavoro nella organizzazione proprio del servizio di primo soccorso, prendendo in considerazione i particolari tipi di lavorazione e di esposizione e le peculiari modalità organizzative del lavoro. A parte quindi queste sviste e queste palesi contraddizioni che comunque ingenerano dei dubbi nel lettore e costituiscono una mancanza di chiarezza che invece nella circostanza è assolutamente necessaria se si pensa che si ha a che fare con degli obblighi anche penalmente sanzionati, una interpretazione logica dell art. 25 del D. Lgs. n. 81/2008 oltre che conforme ai principi generali introdotti dal decreto legislativo medesimo, porta a concludere che il medico competente, congiuntamente al responsabile del servizio di prevenzione e protezione, o dello stesso datore di lavoro, nel caso in cui questi ha inteso avvalersi della facoltà di cui all art. 34 del Testo Unico di svolgere direttamente i compiti del servizio di prevenzione e protezione, è tenuto, previa una visita preventiva in azienda per rendersi conto della organizzazione della stessa e delle problematiche legate ai luoghi di lavoro, a partecipare alla valutazione dei rischi per quanto di propria competenza ed a suggerire al datore di lavoro le misure da attuare in azienda per tutelare la salute e la integrità psico-fisica dei lavoratori secondo le modalità stabilite dalle norme vigenti in materia di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori nonché a collaborare nella redazione del documento di valutazione dei rischi che, si rammenta, dovrà avere data certa e nel quale, tra l altro, il datore di lavoro, ai sensi dell art. 28 lettera e) del Testo Unico, dovrà provvedere a riportare il suo nominativo, congiuntamente a quello del RSPP, quale medico competente che ha partecipato alla valutazione dei rischi e ciò a conferma, in definitiva, che il medico competente va individuato prima della valutazione dei rischi e prima della individuazione dell'obbligo della sorveglianza sanitaria.

21 Pag. 21 di 133 Ruolo del RLS La figura del Rappresentante dei Lavoratori alla sicurezza (RLS) è stata introdotta nella legislazione italiana dal D.Lgs 626/94 e non può quindi più essere messa in discussione. Il RLS deve essere coinvolto nelle procedure aziendali che riguardano l'analisi dei rischi e la predisposizione di piani migliorativi. Il RLS è l unico, tra tutti i soggetti protagonisti della salute e sicurezza in azienda, che può interagire con tutti gli altri come fiduciario dei lavoratori e per loro conto: sorveglia la qualità dell ambiente di lavoro (igiene); partecipa a tutte le fasi del processo di prevenzione dei rischi lavorativi (dall individuazione del rischio fino alla progettazione e applicazione delle misure di sicurezza); agisce da punto di riferimento tra datore di lavoro, lavoratori, sindacato ed istituzioni. Il Documento della Sicurezza In conformità a quanto previsto dall'art. 28 comma 1 del D.Lgs 81/08 successivamente integrato con il D.lgs 106 /2009, il documento contiene tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari, tra cui anche quelli collegati allo stress lavorocorrelato, secondo i contenuti dell accordo europeo dell 8 ottobre 2004, alle differenze di genere, all età, alla provenienza da altri paesi, tale documento unitamente alla nomina del RSPP costituiscono obbligo non delegabile del Datore di lavoro ai sensi dell art 17 del D.lgs 81/08. E conformemente al comma 28 del D.Lgs. 81/08, contiene: a la relazione sulla valutazione dei rischi per la sicurezza e la salute durante il lavoro, nella quale sono specificati i criteri adottati per la valutazione stessa; b l'individuazione delle misure di prevenzione e di protezione attuate in conseguenza della valutazione c il programma delle misure per il miglioramento

22 Pag. 22 di 133 d l individuazione delle procedure per l attuazione delle misure da realizzare nonché dei ruoli dell organizzazione aziendale che vi debbono provvedere, a cui devono essere assegnati unicamente soggetti in possesso di adeguate competenze e poteri; e l indicazione del nominativo del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza o di quello territoriale e del medico competente che ha partecipato alla valutazione del rischio; f l individuazione delle mansioni che eventualmente espongono i lavoratori a rischi specifici che richiedono una riconosciuta capacità professionale, specifica esperienza, adeguata formazione e addestramento. Il documento è stato dunque concepito in forma modulare ed integrabile ed è prevista la sua periodica revisione e riedizione in relazione ai progressi compiuti attraverso l'opera di approfondimento delle conoscenze relative ai rischi professionali e di studio e messa a punto delle migliori tecnologie di prevenzione e protezione in relazione ai rischi individuati. Per gli scopi suddetti i membri del gruppo di lavoro, appositamente istituito in modo conforme alle indicazioni legislative, hanno attivato le procedure di individuazione e valutazione dei rischi professionali dell'attività propria della Società, con la consultazione dei dirigenti, del medico competente e del Rappresentante dei lavoratori. I rischi generali e quelli specifici sono stati individuati e valutati utilizzando i riferimenti stabiliti da leggi, normative e standard di buona tecnica. Ai fini della identificazione dei pericoli, della valutazione dei rischi e dell individuazione delle relative misure di prevenzione e protezione, sono state prese in considerazione non solo le normali attività e procedure operative ma anche quelle occasionali e/o periodiche quali a titolo esemplificativo e non esaustivo le attività di manutenzione svolte presso il sito. Tra queste si citano in particolare alcune operazioni di natura straordinaria svolte occasionalmente dai manutentori impianti.

23 Pag. 23 di 133 Altre attività che non rientrano nelle normali attività operative o che non sono state ad oggi valutate, saranno oggetto di approfondimento e studio qualora ne ricorra la necessità e su segnalazione dei responsabili del sito. Rientrano tra queste tutte quelle attività o condizioni operative attualmente non prevedibili sulla base di quanto finora acquisito durante i sopralluoghi.

24 Pag. 24 di 133 Struttura del Documento Il documento è stato organizzato nelle seguenti sezioni: 1. Sezione Introduttiva 2. Sezione Identificativa 3. Tabelle relative alla classificazione degli elementi utili alla gestione dei rischi 4. Criteri adottati per la valutazione 5. Valutazione dei rischi di incendio 6. Valutazione dei rischi, Misure di prevenzione e protezione, Piano di attuazione 7. Adempimenti formativi e sanitari 8. Piano di controllo

25 Pag. 25 di 133 Nella Sezione Introduttiva, oltre ad una Introduzione sul significato di prevenzione e sicurezza aziendale, sono riportate, nei Criteri utilizzati per la stesura del Documento, le modalità di intervento seguite durante l indagine conoscitiva al fine dell individuazione dei fattori di rischio ai quali sono esposti i lavoratori. Nel presente paragrafo sono brevemente esposti i contenuti delle varie Sezioni che compongono il presente Documento. Nel paragrafo denominato Principale Legislazione di Riferimento viene riportato un elenco della principale normativa vigente in materia di igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro. La Sezione Identificativa ha la funzione di introdurre il lettore nell ambiente in cui è esercitata l attività esaminata e nella tipologia lavorativa che vi si svolge. È suddivisa nelle seguenti parti: a) Anagrafica: si è ritenuto necessario, come primo passo per la conoscenza dell azienda, partire da una chiara individuazione della realtà produttiva esaminata fornendo un quadro della sua struttura organizzativa anche con riferimento a quella per la prevenzione e protezione dai rischi per l incolumità e la salute dei lavoratori (completo delle sedi degli organi di vigilanza cui la struttura esaminata deve fare riferimento). b) Ciclo tecnologico: viene descritta in breve l organizzazione aziendale e l attività svolta con particolare riferimento agli elementi rilevanti ai fini della sicurezza quali modelli organizzativi, attrezzature utilizzate, interrelazione reparto / macchine / lavorazioni. Si tende, così, a focalizzare i fattori che, relativamente alla specifica attività, sono stati considerati come le potenziali fonti di rischio più rilevanti e valutati, quindi, con particolare attenzione. Qualora la descrizione del ciclo tecnologico risulti particolarmente complessa, questo verrà schematizzato mediante un diagramma a blocchi. c) Luoghi di lavoro: sono, infine, considerati gli ambienti in cui è esercitata l attività. La descrizione comprende eventuali aree esterne di pertinenza dell azienda, con il numero e tipo di accessi presenti e l esistenza di eventuali parcheggi o

26 Pag. 26 di 133 Oltre a consentire una conoscenza più approfondita dell azienda, della sua organizzazione e della distribuzione delle lavorazioni nei diversi reparti, la descrizione dei luoghi di lavoro è di supporto alla valutazione dei rischi ed in particolare alle misure relative alla prevenzione e lotta agli incendi ed all evacuazione dei lavoratori in qualsiasi caso di emergenza, indicate nella valutazione. Nella sezione tabelle relative alla classificazione degli elementi utili alla gestione dei rischi sono elencati i rischi individuati in azienda e costituisce il punto di partenza della valutazione dei rischi Nella sezione Criteri adottati per la valutazione si descrive su quali basi si fondano i criteri di analisi e valutazione indicando la suddivisione di tutte le fasi fondamentali del processo valutativo che prendono in considerazione le probabilità di accadimento e i danni che ne conseguono riconducibili alle criticità analizzate. Nella sezione Valutazione dei rischi di incendio sono evidenziati gli obiettivi di tale valutazione, la pianificazione delle procedure da attuare in caso di incendio, i criteri adottati e la classificazione del livello di rischio di incendio. Nella sezione denominata Valutazione dei rischi, Misure di prevenzione e protezione, Piano di attuazione, vengono focalizzati i possibili rischi dell azienda: alcuni generici, non dipendenti dal tipo di attività svolta (ma valutati sempre in rapporto ad essa), altri specifici della tipologia lavorativa. Questa analisi potrà influenzare l organizzazione aziendale (programmazione degli acquisti di nuovi macchinari o sistemi di sicurezza, manutenzione o dismissione di quelli già esistenti, ridistribuzione delle mansioni o diverse modalità di esecuzione delle operazioni di lavoro, ecc.). Tale sezione è così suddivisa: a) Tabella riassuntiva delle fonti di rischio: scopo della tabella è di consentire una percezione immediata degli elementi che per ciascun settore operativo (reparto e/o attività lavorativa) sono stati sottoposti a valutazione come possibili fattori di rischio ed agevolare la ricerca e la consultazione delle singole voci; essa costituisce, cioè, un indice delle fonti di rischio che sono state considerate per

27 Pag. 27 di 133 ciascuna delle attività individuate in azienda e raggruppate nei diversi reparti. b) Valutazione del rischio, misure di prevenzione e protezione e piano di attuazione: questa parte del documento è organizzata in schede nelle quali, in funzione dell attività lavorativa considerata (reparto e/o lavorazione), vengono analizzate le fonti di rischio presenti nella tabella riassuntiva di cui al punto precedente. Le schede sono suddivise in tre parti: nella prima sono indicati: la fonte del rischio, la categoria di appartenenza ed il rischio individuato. Si fa riferimento per la categoria di appartenenza a rischi traversali o organizzativi, rischi infortunistici e rischi igienico ambientali. All interno delle ultime due categorie di rischio è stata operata un ulteriore classificazione in quattro tipologie: rischi strutturali, meccanici, elettrici e di esplosione/incendio nella categoria dei rischi infortunistici; rischi da agenti fisici, chimici, biologici e da sostanze pericolose nella categoria dei rischi igienico ambientali; ciascuna fonte di rischio è seguita, nella seconda parte, dalle Misure di prevenzione e protezione in relazione ai potenziali rischi ad essa correlati. nella terza parte, dopo aver stimato il rischio residuo, è riportato il Piano di attuazione delle misure di prevenzione e protezione previste. seguono schede esplicative dei rischi trasversali ed organizzativi;dei rischi per la sicurezza; dei rischi per la salute, delle misure di sicurezza e valutazioni conclusive Si intende per rischio residuo la possibilità, più o meno remota, del verificarsi di alcune condizioni, eventi oggettivi o comportamenti umani, che potrebbero risultare pregiudizievoli al grado di sicurezza raggiunto in azienda in seguito alla attuazione delle misure di prevenzione e protezione previste (teoricamente un rischio residuo è sempre ipotizzabile poiché un livello di rischio zero è irraggiungibile; quando, però, è apparso tanto irrilevante o talmente remota la possibilità del suo verificarsi da farne ritenere

28 Pag. 28 di 133 l inserimento privo di significato, il rischio residuo è stato considerato non significativo). Il Piano di attuazione delle misure di prevenzione e protezione previste rappresenta il programma di misure ulteriori rispetto a quelle necessarie per legge, ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dell organizzazione dell attività di prevenzione e protezione dai rischi ed ottenere, quindi, maggiori livelli di sicurezza, come richiesto dalla nuova normativa. L ottemperanza agli adempimenti riguardanti l informazione e la formazione dei dipendenti come quelli riguardanti la sorveglianza sanitaria, è attestata nella parte del documento denominata Adempimenti formativi e sanitari, in cui sono riportati: Piano formativo: sono evidenziati gli argomenti ed i programmi dei corsi organizzati. Gli Allegati, che sono parte integrante del documento, dimostrano la sequenza logica seguita per effettuare la valutazione del rischio e per stendere il piano programmatico di sicurezza. Sono formati da: tutta la documentazione che il datore di lavoro dovrà produrre per attestare l adempimento degli obblighi in materia di prevenzione e protezione dai rischi (nomina responsabile del S.P.P., nomina degli addetti alla lotta agli incendi, alla gestione delle emergenze ed all evacuazione dei locali, nomina Medico Competente, nominativo del RLS.); attestati di formazione eventuali indagini ( stress lavoro correlato ecc.)

29 Pag. 29 di 133 Sezione Identificativa

30 Pag. 30 di 133 Dati identificativi Denominazione Sede Legale Unità Produttiva CAR S.C.P.A. Via Tenuta del Cavaliere, Guidonia Montecelio - Roma Via Tenuta del Cavaliere, Guidonia Montecelio - Roma Telefono Fax Attività Azienda Sanitaria Locale Ispettorato del Lavoro Datore di Lavoro Responsabile S. P. P. R. Medico competente Rappresentante dei Lavoratori Gestione RM G Via Tenuta del Cavaliere Via Maria Brighenti 23 Roma Dott. Fabio Massimo Pallottini Arch. P.Pavese Dott.ssa Fausta Federici Dott. Massimo Antonioni

31 Pag. 31 di 133 Attività lavorativa La società C.A.R. S.c.p.A è una società consortile per azioni, ha per oggetto la promozione, la costruzione e la gestione sia diretta che indiretta dei mercati ortofrutticolo ed ittico all ingrosso di Roma, inoltre si occupa di studi di fattibilità, di progetti generali ed esecutivi, acquisisce aree, realizza e acquisisce beni immobili o assume in locazione anche finanziaria fabbricati infrastrutture e impianti utili alla funzionalità del mercato, compie operazioni necessarie o utili al raggiungimento dello scopo consortile. Gli uffici occupano il piano terzo e quarto del centro direzionale corpo A. L'organigramma aziendale consta complessivamente di 32 unità lavorative. Le attrezzature utilizzate per lo svolgimento del lavoro consistono essenzialmente in attrezzature munite di VDT, unitamente ad altre comunemente presenti nelle attività di ufficio, quali fotocopiatrici, fax, telefoni. Sulla base dei tempi di utilizzo dichiarati, sono state rilevate posizioni lavorative che portano ad identificare alcuni lavoratori ai sensi dell art 173 comma 1 lett. c del D.lgs 81/08 ( video terminalisti). Mansione N. Addetti Attrezzature utilizzate Sostanze utilizzate ispettori Nessuna Impiegati 26 Videoterminale e Nessuna attrezzature specifiche dell attività di ufficio Autisti 2 Autovettura Nessuna Luoghi di lavoro L'attività lavorativa in esame risulta collocata all interno del Centro Agroalimentare di Roma c/o il Centro Direzionale sito in via Tenuta del Cavaliere,1 a Guidonia Montecelio (Roma). I locali a disposizione della società sono posizionati al terzo e al quarto piano dell edificio, occupando rispettivamente entrambi i piani cosi suddivisi:

32 Pag. 32 di 133 Locali uffici Aree mercato Due sale riunioni Sala CED Servizi Igienici tabelle relative alla classificazione degli elementi utili alla gestione dei rischi

33 Pag. 33 di 133 A seguito della disamina delle lavorazioni effettuate sono stati codificati i seguenti fattori di rischio: LUOGHI DI LAVORO PRESENZA DEL RISCHIO si No n.p Aerazione Aperture laterali Aperture pericolose nel suolo Spazi di lavoro Banchine, rampe, passerelle, vie di passaggio pedonali Barriere architettoniche Caduta di gravi Cadute dall alto Elementi sporgenti Elementi taglienti Elementi ustionanti Ergonomia degli spazi di lavoro Illuminazione Integrità strutturale dei locali Luoghi con pericolo di intrappolamento Porte e portoni Proiezione di materiale e/o schegge Salubrità nei luoghi di lavoro (protezione dall'umidità, dagli agenti atmosferici, ecc.) pavimenti Servizi per l'igiene ed il comfort del lavoro Viabilità Manutenzione dei luoghi di lavoro Idoneità misure prevenzione e protezione per la sicurezza Idoneità misure prevenzione e protezione in luoghi a rischio di incendio

34 Pag. 34 di 133 Apparecchi a pressione Cavi elettrici Centrali termiche IMPIANTI Depositi di sostanze pericolose (infiammabili, tossiche, esplosive, ecc.) Elementi in tensione Impianti di condizionamento Impianti di distribuzione gas Impianti di riscaldamento Impianto elettrico Quadri elettrici Utenze elettriche Documentazione per la sicurezza Manutenzione Segnaletica Dispositivi di protezione individuale PRESENZA DEL RISCHIO si No n.p

35 Pag. 35 di 133 Antincendio Compartimentazioni EMERGENZE Dispositivi e mezzi antincendio/numero/idoneità Idoneità dell'ubicazione di macchine, impianti, ed attrezzature antincendio Manutenzione Illuminazione di emergenza Segnaletica di emergenza Vie ed uscite di emergenza Aree di transito e di passaggio PRESENZA DEL RISCHIO si No n.p MACCHINE ED ATTREZZATURE Attrezzature di lavoro/idoneità Comandi Ergonomia delle macchine Idoneità dei mezzi di trasporto Idoneità dell ubicazione di macchine e impianti Manuale d'uso Manutenzione Idoneità delle protezioni degli elementi in moto libero (ribaltamento, oscillazioni,ecc.) Sistemi di segnalazione macchine Superfici ustionanti PRESENZA DEL RISCHIO si No n.p x x

36 Pag. 36 di 133 SOSTANZE PERICOLOSE Sostanze pericolose Sostanze biologiche Sostanze cancerogene Sostanze chimiche Sostanze corrosive Sostanze infiammabili Sostanze irritanti Sostanze tossiche PRESENZA DEL RISCHIO si no n.p ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO Documentazione Formazione ed informazione Valutazione stress- lavoro correlato Differenza di genere ed età Provenienza da altri paesi Idoneità dei D.P.I. per la sicurezza Immagazzinamento degli oggetti/sostanze Misure organizzativo gestionali Rischi conto terzi PRESENZA DEL RISCHIO si no n.p

37 Pag. 37 di 133 AGENTI FISICI Lavoro al Videoterminale Microclima Movimentazione manuale dei carichi Radiazioni non ionizzanti Rumore Vibrazioni Atmosfere esplosive PRESENZA DEL RISCHIO si no n.p RISCHI TRASVERSALI/ORGANIZZATIVI Lavoro al Videoterminale Movimentazione manuale dei carichi PRESENZA DEL RISCHIO si no n.p

38 Pag. 38 di 133 Criteri utilizzati per la stesura del Documento

39 Pag. 39 di 133 Tutte le attività finalizzate alla valutazione dei rischi ed alla redazione del Documento sono svolte adottando criteri e metodi finalizzati alla individuazione di tutti i rischi presenti all interno dei luoghi di lavoro o ai quali gli stessi lavoratori possono essere esposti durante lo svolgimento delle loro mansioni. I criteri di analisi e valutazione si basano sull analisi oggettiva delle criticità riscontrate valutando l effettiva probabilità di accadimento di un evento infortunistico, o di un danno per la salute e la sicurezza dei lavoratori, direttamente riconducibile alla criticità riscontrata. Tale probabilità è messa in relazione alla gravità prodotta dal danno derivante dal verificarsi dell evento. La scala delle probabilità di accadimento di un evento pericoloso e quelle relative al danno connesso hanno la stessa definizione quantitativa in modo da rendere omogenea la determinazione del fattore di rischio. Al fine di individuare tutti i rischi presenti sono condotti sopralluoghi all interno dei singoli locali ove vengono effettivamente svolte le mansioni o dove i lavoratori possono avere accesso durante l orario di servizio. Si sono verificate le eventuali criticità di attrezzature, impianti, strutture, ed in genere di qualsiasi fattore possa determinare o rappresentare una fonte di pericolo. Per l attribuzione dei valori, di probabilità di accadimento di un evento pericoloso e quello del danno potenzialmente conseguente, sono stati consultati dati di letteratura eventualmente presenti, norme tecniche, buone prassi, leggi e norme in atto vigenti, oltre che l effettiva evidenza della criticità o situazione riscontrata. Pertanto i momenti fondamentali del processo valutativo sono così suddivisi: Fase preliminare: nella quale si è proceduto procede all identificazione di tutti i possibili rischi. Tale fase è stata condotta attraverso la verifica degli ambienti di lavoro, l analisi dei processi lavorativi ed organizzativi a cui i lavoratori sono sottoposti e la verifica di tutta la documentazione e le informazioni disponibili atte ad assicurare anche formalmente le previste condizioni di sicurezza, ed il preliminare rispetto delle norme vigenti. Si è provveduto ad una ricognizione di tutte le attività lavorative che si svolgono, degli eventuali lavoratori esposti in misura maggiore a pericoli o a fonti di rischio, e all individuazione di criticità relative a strutture, impianti, o parti di questi. Nella ricognizione sono state incluse oltre alle attività primarie, anche quelle secondarie, le cui prestazioni vengono eventualmente erogate da lavoratori esterni (sia normalmente che occasionalmente).

40 Pag. 40 di 133 E stata operata così una suddivisione dei lavoratori esposti, in gruppi omogenei di appartenenza, dei quali viene elaborato un profilo operativo, individuati i maggiori rischi rispetto alla mansione o gruppo di mansioni svolte. A seguito di ciò, sia per i gruppi omogenei di lavoratori che per i singoli rischi a cui questi possono essere esposti, viene elaborata la successiva fase di valutazione. Fase di valutazione: questa fase è stata rivolta sostanzialmente a tutti i rischi cui potenzialmente sono esposti i lavoratori. Al fine di analizzare e valutare tutti i rischi presenti si è suddivisa la fase di analisi in settori specifici di valutazione riferibili ad aree omogenee di rischio (es.: aree di transito, impianto elettrico, scale, uscite di emergenza, ecc.). Tale analisi si fonde anche con la valutazione dei rischi in relazione alla tipologia di lavoratori esposti alla mansione svolta, ed alle eventuali aree della struttura che lo interessano, gli impianti che utilizza o dei quali si serve in caso di emergenza. Ovviamente il processo di analisi e valutazione riguarda anche quei rischi che non possono essere ricondotti ad un'unica specifica non conformità o non interessano un unico aspetto legato alla sicurezza ma potrebbero configurasi come trasversali ed interessare contemporaneamente parti della struttura e attività svolta, impianti, macchine ecc. Conseguentemente, si provvede alla quantificazione del rischio in termini analitici attraverso una stima semiquantitativa dell entità delle esposizioni, cioè attraverso la valutazione delle modalità operative (frequenza e durata delle operazioni, caratteristiche intrinseche degli inquinanti, sistemi di protezione collettiva e individuale ecc.) secondo una stima della probabilitàdi accadimento e dell entità del danno. Ai fini dell attività di valutazione dei rischi questi ultimi sono suddivisi in tre macrocategorie: RISCHI TRASVERSALI ED ORGANIZZATIVI: derivanti da criticità connesse all organizzazione del lavoro e delle mansioni, turni di lavoro, monotonia delle mansioni con azioni meccaniche ripetute e non differenziate, criticità derivanti dalle differenze di genere. In tale classe di rischi rientrano tutti qui i fattori che non possono essere pienamente ed univocamente associati alle due precedenti classi ma che in una certa misura possono esporre il lavoratore a molteplici fattori di disagio. RISCHI PER LA SICUREZZA: ovvero tutti quei fattori di rischio che possono compromettere la sicurezza dei lavoratori durante l espletamento delle loro mansioni.

41 Pag. 41 di 133 Tra questi possono essere classificati il rischio d incendio, rischio di crollo di parti di struttura, non conformità a carico di parti dell immobile o dei singoli locali, allagamenti, terremoti, macchine che espongono a rischi di traumi o tagli o in generale di infortuni vari, esplosioni, impianti, e attrezzature di lavoro. In generale in questa classe rientrano quei rischi che possono comportare un grave danno fisico, menomazioni, infortuni, e nei casi più gravi la morte. RISCHI PER LA SALUTE: in questa categoria sono raggruppati i rischi derivanti dalle esposizioni ad agenti chimici, fisici (rumore, vibrazioni, campi E.M. ecc), o connessi ad esempio alla salubrità dei locali, condizioni igienico sanitarie, microclima ed in generale tutti quei fattori che possono compromettere la salute dei lavoratori in casi di esposizione prolungata agli agenti sopra menzionati. Durante la fase di analisi e valutazione sono stata considerate le esposizioni dei singoli lavoratori appartenenti ad aree omogenee ai singoli rischi sopra elencati identificando in modo univoco l origine dei potenziali pericoli ed elencando le opportune misure di prevenzione e protezione e dove necessario anche i mezzi di protezione individuali necessari. Per una immediata associazione ai vari fattori di rischio verrà utilizzata nel seguito la seguente codifica: RISCHI TRASVERSALI ED ORGANIZZATIVI: TO 3 RISCHI PER LA SICUREZZA: INF 4 RISCHI PER LA SALUTE: IGA 5 Nelle successive tabelle 1 e 2 sono descritte le scale semiquantitative della Probabilità P e del Danno D ed i criteri per l attribuzione dei valori. Il valore di Probabilità di accadimento di un determinato evento è espresso in una scala di valori da 1 a 4. L evento che può o potrebbe determinare un Danno per il lavoratore è valutato in relazione alla tipologia di rischio. Quindi per i rischi di natura trasversale ed organizzativa TO sono individuate situazioni o fattori che possono determinare in particolari condizioni uno specifico danno, ma solo in condizioni di concomitante coincidenza di più fattori. A titolo di esempio, si pensi alla mancata informazione circa l utilizzo dell impianto elettrico; anche se questo dovesse risultare a norma, una non corretta informazione potrebbe portare il lavoratore a compiere una seria di azioni improprie, ad esempio eccessivo sovraccarico che potrebbe, in particolari condizioni, provocare un danno (elettrocuzione, o altri eventi).

42 Pag. 42 di 133 A tali fattori viene quindi associata una Probabilità di accadimento di un evento dannoso come conseguenza di criticità relative alla organizzazione del lavoro, omissione di atti, o in generale fattori di carattere organizzativo ai quali sia possibile attribuire direttamente un valore relativo al danno. La classificazione del Danno che un lavoratore potrebbe subire al verificarsi di un dato evento o dovuto a criticità e carenze degli aspetti organizzativi e gestionali è stata effettuata mediante una scala di valori variabili da 1 a 4. E da sottolineare che laddove non sia possibile individuare una specifica fonte di rischio, o dove questa possa essere legata a più di un fattore, è stata omessa la determinazione del valore di rischio come prodotto tra probabilità di accadimento e relativo danno, ovvero R = P x D. Ciò è dovuto al fatto che, soprattutto per i rischi trasversali ed organizzativi, spesso non è possibile individuare in modo univoco un unica fonte di rischio attribuibile alla specifica voce di analisi, ma potrebbero intervenire più fattori concomitanti a determinare condizione che possono essere assimilate a potenziali danni fisici o a patologie. Dove ciò si possa verificare occorrerà riportare nella parte di valutazione tutti i possibili fattori che potrebbero determinare l insorgenza di infortuni o patologie a carico dei lavoratori esposti. Si terrà pertanto conto di tali fattori, elencandoli e predisponendo per ciascuno di essi le idonee misure di prevenzione e protezione.

43 Pag. 43 di 133 TABELLA 1 SCALA DELLE PROBABILITÀ P DI ACCADIMENTO DI UN EVENTO Valore Livello Definizioni/criteri Esiste una correlazione diretta tra la mancanza rilevata ed il verificarsi del danno ipotizzato per i lavoratori. Si sono già verificati danni per la stessa mancanza rilevati nel luogo di lavoro in 4 Altamente probabile ambienti simili o situazioni operative simili Il verificarsi del danno conseguente la mancanza rilevata non susciterebbe alcuno stupore tra gli altri lavoratori. 3 probabile La mancanza rilevata può provocare un danno, anche se non in modo automatico o diretto. E noto qualche episodio in cui alla mancanza rilevata ha fatto seguito il danno. Il verificarsi del danno ipotizzato, susciterebbe una moderata sorpresa. 2 Poco probabile La mancanza rilevata può provocare un danno al contemporaneo verificarsi di particolari condizioni. Sono noti solo rari episodi già verificatisi. Il verificarsi del danno ipotizzato susciterebbe una discreta sorpresa. 1 improbabile La mancanza rilevata può provocare un danno per concomitanza di più eventi poco probabili indipendenti. Non sono noti episodi già verificatisi. Il verificarsi del danno susciterebbe incredulità.

44 Pag. 44 di 133 TABELLA 2 SCALA DELL ENTITÀ DEL DANNO D Valore Livello Definizioni/criteri Infortunio o episodio di esposizione acuta con effetti anche letali o che possono determinare 4 Gravissimo una condizione di invalidità permanente. Infortuni o patologie di carattere fisico e/o psicofisico croniche con effetti totalmente invalidanti. 3 Grave Infortunio o episodio di esposizione acuta con effetti di invalidità parziale. Infortuni o patologie di carattere fisico e/o psicofisico croniche con effetti parzialmente invalidanti. 2 Medio Infortunio o episodio di esposizione acuta con inabilità reversibile. Infortunio o patologie di carattere fisico e/o psicofisico croniche con effetti reversibili. 1 lieve Infortunio o episodio di esposizione acuta con inabilità rapidamente reversibile. Piccoli Infortuni o patologie di carattere fisico rapidamente reversibili. Definiti il danno e la probabilità, il rischio viene automaticamente determinato mediante la formula R = P x D ed è indicato nella tabella grafico - matriciale in Figura 1, avente in ascisse la gravità del danno atteso ed in ordinate la probabilità del suo verificarsi.

45 Pag. 45 di 133 Figura 1 Matrice di Valutazione del Rischio: R = P x D P- Probabilità D- Danno I rischi che possono provocare i danni più gravi occupano in tale matrice le caselle in alto a destra (probabilità elevata, danno gravissimo), quelli minori le posizioni più vicine all origine degli assi (danno lieve, probabilità trascurabile), con tutta la serie di posizioni intermedie facilmente individuabili. Una tale rappresentazione costituisce di per se un punto di partenza per la definizione delle priorità e la programmazione temporale degli interventi di protezione e prevenzione da adottare. La valutazione numerica del Livello di Rischio R comporta l attuazione di misure si prevenzione e protezione in relazione alla valutazione dei rischi. R > 8 Azioni correttive indilazionabili Priorità P1 4 R 8 Azioni correttive necessarie da programmare Priorità P2 con urgenza 2 R 3 Azioni correttive e/o migliorative da Priorità P3 programmare nel breve medio termine R = 1 Azioni migliorative da programmare non richiedenti un intervento immediato Priorità P4 Questa permette di individuare una corrispondente scala di priorità degli interventi Pi da attuare o porre in essere al fine di ridurre in modo sensibile il livello di rischio.

46 Pag. 46 di 133 TABELLA 3 PRIORITÀ NELLA REALIZZAZIONE DEGLI INTERVENTI P1 P2 P3 P4 Elevatissima Priorità (interventi immediati) Alta Priorità (un mese) Non conformità che implica la sussistenza di una condizione di rischio grave ed imminente per i lavoratori. Le non conformità classificate come P1 richiedono interventi urgenti poiché oltre a creare i presupposti per l accadimento di un possibile infortunio prefigurano per il Datore di Lavoro sanzioni penali di carattere detentivo o pecuniario. Non conformità che implica la sussistenza di una condizione di rischio grave ma non imminente per i lavoratori, e che potrebbe causare danni con un elevato grado di inabilità o determinare patologie dagli effetti invalidanti permanenti. Le non conformità classificate come P2 richiedono interventi a medio termine poiché configurano condizioni di pericolo e/o violazioni alle norme di sicurezza con conseguente responsabilità del Datore di Lavoro sanzionabili penalmente. Media Priorità (tre mesi) Non conformità di carattere tecnico/documentale derivante dall'aggiornamento e/o dall'evoluzione della normativa tecnica di riferimento e non implicante l insorgere di particolari condizioni di rischio per la sicurezza e la salute dei lavoratori. priorità possono essere programmati nel tempo in funzione della fattibilità degli stessi. Bassa Priorità (sei mesi, un anno) Il seguente indice di priorità corrisponde più che ad una non conformità specifica ad uno stato di fatto che, pur rispondente alla normativa di igiene e sicurezza, evidenzia la necessità di essere migliorato ed ottimizzato. Gli interventi di adeguamento corrispondenti, di tipo organizzativo e tecnico, verranno programmati nel tempo con il fine di elevare il livello di prevenzione e ottimizzare lo stato dei luoghi e le procedure di lavoro. Valutazioni specifiche su particolari fattori di rischio, risultanti da indagini strumentali, potranno essere riportate nel presente documento, laddove espressamente previsto da norme specifiche, o ritenuto necessario, ai fini di una corretta valutazione del rischio e/o di una verifica delle misure di contenimento degli agenti pericolosi, o laddove si riscontri un rischio grave ed imminente per i lavoratori. Si evidenzia che la metodologia indicata per la Valutazione dei Rischi e la conseguente elaborazione del documento, è quella indicata nell art. 28 comma 2 lett. a) del D. Lgs. 81/08 modificato dal D. Lgs. 106/09, rispettando i criteri di semplicità e comprensibilità e brevità, al fine di garantire una immediata programmazione degli eventuali interventi di miglioramento.

47 Pag. 47 di 133 Normativa di riferimento Art C.C. : Relativo alla tutela delle condizioni di lavoro; Art. 673 C.P.: Relativo all omesso collocamento o rimozione di segnali o ripari in luogo di pubblico transito; D.LGS 81/08 Capo II sez 1 Norme per la prevenzione infortuni sul lavoro da art 105 a 160; D.LGS 81/08 Capo I e All. IV: Norme generali per l igiene del lavoro; D.LGS 81/08 titolo II Capo I sez I-II-III-IV-V-VI-VII-VIII Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro nelle costruzioni; D.M. 12 Settembre 1958 : Istituzione del Registro Infortuni; D.M. 388/2003 : Presidi chirurgici e farmaceutici aziendali Legge 05 Marzo 1963, n 292: Vaccinazione antitetanica obbligatoria; D.P.R. 1124/65: T.U. delle disposizioni per l assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali; D.LGS 81/08 Titolo III capo I : uso delle attrezzature di lavoro e dei dispositivi di protezione individuale D.LGS 81/08 Titolo III art. 81 e all. I : impianti elettrici e apparecchiature elettriche D.LGS 81/08 titolo V : segnaletica di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro D.LGS 81/08 Titolo I capo II: gestione e prevenzione nei luoghi di lavoro D.LGS 81/08 Titolo V: Movimentazione carichi; D.Lgs. 81 /08 titolo VIII Titolo I- Titolo : protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da esposizione ad agenti chimici, fisici, biologici durante il lavoro D.lgs 151/2001 rischio per gestanti o in periodo di allattamento D.LGS 81/08 Titolo I Capo III sez. IV art 36 e 37 : individuazione dei contenuti minimi della formazione dei lavoratori, dei rappresentanti per la sicurezza formazione per datori di lavoro per RSPP : rispetto dei contenuti e delle articolazioni definiti mediante accordo in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano D.P.R. 22 ottobre 2001, n. 462, Regolamento di semplificazione del procedimento per la denuncia di installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra di impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi. D.P.R. 27 aprile 1978, n. 384: Norme per l abbattimento delle barriere architettoniche. D.M. 16 febbraio 1982: Determinazione delle attività soggette alle visite di prevenzione incendi. D.P.R. n Nuovo regolamento di prevenzione incendi

48 Pag. 48 di 133 D.P.R. 29 luglio 1982, n. 577: Approvazione del regolamento concernente l espletamento dei servizi di prevenzione e di vigilanza antincendi. L. 7 dicembre 1984, n. 818: Nullaosta provvisorio per le attività soggette ai controlli di prevenzione incendi, modifica degli articoli 2 e 3 della Legge 4 marzo 1982, n. 66,.e norme integrative dell ordinamento del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco. D.M. 27 marzo 1985: Modificazioni al D.M. 16 febbraio 1982, contenente l elenco dei depositi e industrie pericolosi soggette alle visite e controlli di prevenzione incendi. D.Lgs. 81/08 all. V, prescrizioni generali per la segnaletica di sicurezza e/o di salute sul luogo di lavoro. D.Lgs. 81/08 titolo IV misure di sicurezza e di salute da attuare nei cantieri temporanei o mobili D.Lgs. 81/08 Titolo VIII capo IV protezione dei lavoratori dai rischi connessi ad esposizione a campi elettromagnetici. DD.Lgs81/08 all. VIII : dispositivi di protezione individuale D.Lgs. n. 22 del 5 febbraio 1997 (e successive integrazioni e modificazioni): Attuazione delle direttive 91/156/CEE sui rifiuti, 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi e 94/62/CE sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio D.Lgs. n. 42 del 24 febbraio 1997: Attuazione della direttiva 93/68/CEE, che modifica la direttiva 87/404/CEE in materia di recipienti semplici a pressione D.P.R. 12 gennaio 1998, n. 37: Regolamento recante disciplina di provvedimenti relativi alla prevenzione incendi, a norma dell art. 20, c. 8, della Legge 15 marzo 1997, n. 59. D.M. 10 marzo 1998: Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell emergenza nei luoghi di lavoro. D.M. 4 maggio 1998: Disposizioni relative alle modalità di presentazione ed al contenuto delle domande per l avvio dei procedimenti di prevenzione incendi, nonché all uniformità dei connessi servizi resi dai Comandi provinciali dei vigili del fuoco. D.Lgs. n. 532 del 26 novembre 1999: Disposizioni in materia di lavoro notturno D.P.R. 30 aprile 1999, n. 162: Regolamento recante norme per l attuazione della direttiva 95/16/CE sugli ascensori e di semplificazione dei procedimenti per la concessione del nulla osta per ascensori e montacarichi, nonché della relativa licenza di esercizio. Raccomandazione 8550/99: Definizione dei limiti di esposizione della popolazione al campo elettromagnetico (0 Hz Ghz), al fine di evitare danni alla salute D.Lgs81/08 titolo I capi I-II-III- titolo : protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni durante il lavoro, amianto, biologici Legionella- Misure di prevenzione e controllo linee guida 4 aprile G.U. 103 del 5 maggio 2000

49 Pag. 49 di 133 Decreto Ministeriale 23 marzo 2000: Riconoscimento di conformità alle vigenti norme di mezzi e sistemi di sicurezza relativi alla costruzione ed all'impiego di scale portatili D.lgs 81 /08 Titolo VII capo I : videoterminali. D.P.R. 7 maggio 2002, n.129: Regolamento recante ulteriore modifica al D.P.R. 30 aprile 1999 n 162, in materia di collaudo degli ascensori. D.Lgs. 81/08 art 32 requisiti professionali per addetti e responsabili dei S.p.p. D.lgs 106/09 Norme CEI - UNI. Norme UNI EN ISO 9000 BS 8800 OSHAS 18001

50 Pag. 50 di 133 Sezione Valutazione dei rischi di incendio

51 Pag. 51 di 133 Valutazione dei rischi di incendio Il D.M. 10 marzo 1998 Criteri generali di sicurezza antincendio per la gestione dell emergenza nei luoghi di lavoro stabilisce in attuazione al disposto dell art. 43 comma 1, 2 e 3 del D.Lgs. 81/2008, i criteri per la valutazione dei rischi di incendio nei luoghi di lavoro ed indica le misure di prevenzione e protezione antincendio da adottare, al fine di ridurre l insorgenza di un incendio e di limitarne le conseguenze qualora esso si verifichi. Obiettivi della valutazione dei rischi di incendio La valutazione dei rischi di incendio è finalizzata all adozione dei provvedimenti necessari per la salvaguardia della sicurezza dei lavoratori e delle altre persone presenti nei luoghi di lavoro. Questi provvedimenti comprendono: la prevenzione dei rischi; l informazione dei lavoratori e delle altre persone presenti; la formazione dei lavoratori; le misure tecnico-organizzative destinate a porre in atto i provvedimenti necessari. La valutazione del rischio di incendio tiene conto: a) del tipo di attività; b) dei materiali immagazzinati e manipolati; c) delle attrezzature presenti nel luogo di lavoro compresi gli arredi; d) delle caratteristiche costruttive del luogo di lavoro compresi i materiali di rivestimento; e) delle dimensioni e dell articolazione del luogo di lavoro; f) del numero di persone presenti.

52 Pag. 52 di 133 Criteri adottati per la valutazione dei rischi di incendio La valutazione dei rischi di incendio si articola nelle seguenti fasi: a) individuazione di ogni pericolo di incendio; b) individuazione dei lavoratori e di altre persone presenti nel luogo di lavoro esposte a rischi di incendio; c) eliminazione o riduzione dei pericoli di incendio; d) valutazione del rischio di incendio; e) verifica della adeguatezza delle misure di sicurezza esistenti ovvero individuazione di eventuali ulteriori provvedimenti e misure necessarie ad eliminare o ridurre i rischi residui di incendio; f) verifica, nei luoghi di lavoro, della presenza di attività soggette al controllo da parte del comando dei Vigili del Fuoco ai sensi de D.P.R. 577/82 e comprese nell elenco di cui al D.M. 16 febbraio 1982 o comunque assimilabili per tipologia; g) classificazione del livello di rischio di incendio dell intero luogo di lavoro o di ogni parte di esso (BASSO - MEDIO ELEVATO) in riferimento a quanto previsto nell allegato I del D.M. 10 marzo 1998, secondo i criteri di cui all allegato I del suddetto decreto: rischio di incendio basso luoghi di lavoro o parte di essi, in cui sono presenti sostanze a basso tasso di infiammabilità e le condizioni locali e di esercizio offrono scarse possibilità di sviluppo dei principi di incendio ed in cui, in caso di incendio la probabilità di propagazione dello stesso è da ritenersi limitata; rischio di incendio medio luoghi di lavoro o parte di essi, in cui sono presenti sostanze infiammabili e/o condizioni locali e/o di esercizio che possono favorire lo sviluppo di incendi, ma nei quali, in caso di incendio la probabilità di propagazione dello stesso è da ritenersi limitata; rischio di incendio elevato luoghi di lavoro o parti di essi, in cui per presenza di sostanze altamente infiammabili e/o per le condizioni locali e/o di esercizio sussistono notevoli probabilità di sviluppo di incendi e nella fase

53 Pag. 53 di 133 iniziale sussistono forti probabilità di propagazione delle fiamme ovvero, non è possibile la classificazione come luogo a rischio di incendio basso o medio. Secondo quanto indicato nel D.M. 10 marzo 1998, i luoghi di lavoro in oggetto sono identificati come luoghi di lavoro a rischio di incendio basso (par. 9.4 all. I del sopra citato decreto). Conclusioni : Dalla Valutazione effettuata e aggiornata a febbraio 2014 ( allegata) in relazione ai calcoli eseguiti per determinare il carico di incendio, in relazione alla probabilità di innesco, propagazione e intensificazione, si rileva che il rischio viene stimato MEDIO anche in virtù dell adeguatezza dei mezzi di estinzione presenti regolarmente mantenuti da ditta specializzata, degli impianti di rilevazione e rivelazione presenti per i quali si accerta periodicamente sia l efficienza che l efficacia. I percorsi di esodo sono adeguati per lunghezza, la segnaletica è presente come pure i quadri sinottici di piano che indicano i percorsi di esodo, la distribuzione degli estintori, le porte di esodo sono dotate di maniglioni antipanico. La squadra di emergenza è stata individuata ed ogni membro è stato adeguatamente formato. I contenuti minimi dei corsi di formazione previsti per gli addetti alla prevenzione incendi, lotta antincendio e gestione delle emergenze per i luoghi di lavoro a rischio di incendio medio (all. I D.M. 10 marzo 1998), sono: 1) L'incendio e la prevenzione incendi (2 ore) - Princìpi sulla combustione e l'incendio; - le sostanze estinguenti; - triangolo della combustione; - le principali cause di un incendio; - rischi alle persone in caso di incendio; - principali accorgimenti e misure per prevenire gli incendi.

54 Pag. 54 di 133 2) Protezione antincendio e procedure da adottare in caso di incendio (3 ore) - Le principali misure di protezione contro gli incendi; - vie di esodo; - procedure da adottare quando si scopre un incendio o in caso di allarme; - procedure per l'evacuazione; - rapporti con i vigili del fuoco; - attrezzature ed impianti di estinzione; - sistemi di allarme; - segnaletica di sicurezza; - illuminazione di emergenza. 3) Esercitazioni pratiche (3 ore) - Presa visione e chiarimenti sui mezzi di estinzione più diffusi; - presa visione e chiarimenti sulle attrezzature di protezione individuale; - esercitazioni sull'uso degli estintori portatili e modalità di utilizzo di naspi e idranti. La partecipazione al corso di informazione e formazione viene attestata da un verbale appositamente predisposto e firmato dai lavoratori interessati, da un attestato rilasciato dall ente formatore e dal materiale didattico fornito utilizzato per la trattazione degli argomenti Il corso di informazione e formazione sarà ripetuto in occasione di mutamenti significativi nell organizzazione aziendale e comunque con cadenza triennale

55 Pag. 55 di 133 Organizzazione delle Squadre per la gestione degli interventi di primo soccorso, per la prevenzione incendi, lotta antincendio e gestione delle emergenze Risultati della valutazione Addetti alla prevenzione incendi, lotta antincendio e gestione dell emergenza Nominativo Funzioni operative previste 1. Domenico Cocuzzi Responsabile 2. Marcello Coccia Coordinatore 3. Massimo Antonioni Addetto 4. Massimo Caldari Addetto 5. Alessio De Amicis Responsabile 6. Federica Ricci Addetta Incaricati per gli interventi di primo soccorso Nominativo Funzioni operative previste 1. Marcello Coccia Addetto 2. Massimo Antonioni Addetto 4. Massimo Caldari Addetto 5. Alessio De Amicis Addetto 6. Federica Ricci Addetto

56 Pag. 56 di 133 Individuazione delle sorgenti di pericolo e dei fattori di rischio

57 Pag. 57 di 133 Identificazione di aree omogenee di appartenenza Come descritto in precedenza, all interno della fase preliminare dell analisi e valutazione dei rischi, vengono individuate le mansioni dei singoli lavoratori separandole per area omogenea di appartenenza. Per area omogenea di appartenenza si intende l insieme delle attività associate per affinità di situazioni o per mansioni svolte che è sempre possibile riscontrare (competenze, strumenti operativi, caratteristiche ambientali) e per le quali le esposizioni dei lavoratori a rischi per la sicurezza e salute o di tipo trasversale sono riconducibili ad analoghi fattori. Eventuali analisi specifiche su particolari fattori di rischio sono elaborati in appositi documenti che costituiscono un allegato al presente documento. Laddove riscontrati verrà pertanto fatto specifico riferimento al documento in questione. E quindi possibile identificare le seguenti aree omogenee di appartenenza: Area omogenea 1: Personale direttivo e di amministrazione In questa area possono essere inseriti tutti quei lavoratori addetti allo svolgimento di specifiche mansioni quali: il direttore o responsabile amministrativo, i dirigenti, l assistente e tutto il personale che svolge le tipiche mansioni d ufficio. Tra queste figure vi sono: DIRIGENTE E RESPONSABILE: è la figura professionale che sovrintende allo svolgimento delle varie mansioni.

58 Pag. 58 di 133 ADDETTO AMMINISTRATIVO: si occupa essenzialmente delle procedure operative disposte dal Dirigente dei servizi amministrativi avvalendosi di strumenti di tipo informatico, della gestione di archivi e protocollo. Tali mansioni vengono per lo più svolte avvalendosi dell utilizzo del videoterminale il che incide, in maniera rilevante, sulla tipologia dei rischi cui gli addetti possono essere esposti. Omogenea 2: Personale addetto al controllo ispettivo In questa area possono essere inseriti tutti quei lavoratori addetti allo svolgimento di specifiche mansioni quali : Coordinatore dei servizi ispettivi e Addetto ai servizi ispettivi con turni notturni Omogenea 3: Autisti Svolgono servizio di autisti (patente B) per la direzione

59 Pag. 59 di 133 Principali fattori potenziali di rischio Analisi dei principali fattori potenziali di rischio per area omogenea di lavoratori - Definizione delle mansioni AREA OMOGENEA 1: PERSONALE DIRETTIVO E DI AMMINISTRAZIONE Rischi potenziali a carico dell area omogenea in oggetto derivare dai seguenti fattori: TO: I lavoratori che svolgono mansioni di carattere amministrativo o dirigenziale possono essere esposti a rischi di natura trasversale ed organizzativa relativi a: - Stress o disagio derivante da eccessivo carico di lavoro; - Stress lavoro - correlato; - Adempimenti a mansioni improprie; - Errata gestione delle procedure in caso di emergenza; - Da errato utilizzo dei presidi antincendio; - Carenza di adeguata informazione sui rischi propri della sua attività; - Carenza di informazione formazione e addestramento; - Inadeguatezza dimensionale o strutturale degli ambienti in cui operano; - Eventuali attività svolte all esterno della sede di lavoro; - Rischi derivanti dalle differenze di genere; - Errata o non bilanciata organizzazione delle attività lavorative. INF: I rischi per la sicurezza che posso determinare infortuni durante lo svolgimento delle mansioni possono derivare da: - Specifiche criticità a carico delle strutture o dei locali o parti architettoniche degli stessi non conformi alle specifiche norme tecniche o alle leggi in vigore; - Incendio di modesta entità all interno del locale in cui svolge la mansione; - Urti, cadute o scivolamenti, causati da sconnessioni della pavimentazione o con parti di materiale di arredo del locale; - Elettrocuzione o scosse elettriche a causa di criticità all impianto elettrico; - Errato utilizzo delle attrezzature di lavoro o oggetti contundenti o taglienti come puntinatrici, taglia carte, lava puntine o altri tipo di oggetti simili; - Assenza di adeguati presidi di pronto soccorso o cassette di medicazione; - Criticità a carico di impianti con i quali può venire a contatto; - Movimentazione manuale dei carichi; - Eccessivo ingombro dei locali in cui svolge le attività.

60 Pag. 60 di 133 IGA: I rischi per la salute possono essere determinati da fattori legati alla conformità dei locali o degli ambienti a disposizioni o normative specifiche in fatto di igiene e salubrità e possono essere relativi a: - Ergonomia delle singole postazioni di lavoro; - Patologie dovute a posture incongrue; - Patologie all apparato muscolo scheletrico dovute a non conformità delle postazioni dotate di videoterminale; - Patologie all apparato visivo derivate da un uso non corretto delle postazioni dotate di videoterminale; - Criticità relative alle condizioni igieniche dei singoli ambienti o locali; - Microclima non adeguato alle mansioni da svolgere, correlati a particolari condizioni atmosferiche esterne; - Illuminamento non corretto delle singole postazioni di lavoro; - Eccessivi livelli di rumorosità all interno degli ambienti o degli ambienti adiacenti; - Esposizioni a sorgenti cancerogene o nocive eventualmente presenti. - Esposizioni agenti biologici AREA OMOGENEA 2: PERSONALE ISPETTIVO Rischi potenziali a carico dell area omogenea in oggetto derivare dai seguenti fattori: TO: I lavoratori che svolgono mansioni di Controllo ispettivo possono essere esposti a rischi di natura trasversale ed organizzativa relativi a: - Stress o disagio derivante da eccessivo carico di lavoro; - Stress lavoro - correlato; -Lavoro notturno - Adempimenti a mansioni improprie; - Errata gestione delle procedure in caso di emergenza; - Da errato utilizzo dei presidi antincendio; - Carenza di adeguata informazione sui rischi propri della sua attività; - Carenza di informazione formazione e addestramento; - Inadeguatezza dimensionale o strutturale degli ambienti in cui operano; - Eventuali attività svolte all esterno della sede di lavoro nelle ore notturne; - Rischi derivanti dalle differenze di genere; - Errata o non bilanciata organizzazione delle attività lavorative.

61 Pag. 61 di 133 INF: I rischi per la sicurezza che posso determinare infortuni durante lo svolgimento delle mansioni possono derivare da: - Specifiche criticità a carico delle strutture o dei locali o parti architettoniche degli stessi non conformi alle specifiche norme tecniche o alle leggi in vigore; - Incendio di modesta entità all interno del locale in cui svolge la mansione; - Urti, cadute o scivolamenti, causati da sconnessioni della pavimentazione o con parti di materiale di arredo del locale; - Elettrocuzione o scosse elettriche a causa di criticità all impianto elettrico; - Errato utilizzo delle attrezzature di lavoro o oggetti contundenti o taglienti come puntinatrici, taglia carte, lava puntine o altri tipo di oggetti simili; - Assenza di adeguati presidi di pronto soccorso o cassette di medicazione; - Criticità a carico di impianti con i quali può venire a contatto; - Movimentazione manuale dei carichi; - Eccessivo ingombro dei locali in cui svolge le attività. IGA: I rischi per la salute possono essere determinati da fattori legati alla conformità dei locali o degli ambienti a disposizioni o normative specifiche in fatto di igiene e salubrità e possono essere relativi a: - Ergonomia delle singole postazioni di lavoro; - Patologie dovute a posture incongrue; - Patologie all apparato muscolo scheletrico dovute a non conformità delle postazioni dotate di videoterminale; - Patologie all apparato visivo derivate da un uso non corretto delle postazioni dotate di videoterminale; - Criticità relative alle condizioni igieniche dei singoli ambienti o locali; - Microclima non adeguato alle mansioni da svolgere, correlati a particolari condizioni atmosferiche esterne; - Illuminamento non corretto delle singole postazioni di lavoro; - Eccessivi livelli di rumorosità all interno degli ambienti o degli ambienti adiacenti; - Esposizioni a sorgenti cancerogene o nocive eventualmente presenti. - Esposizione ad agenti biologoici

62 Pag. 62 di 133 AREA OMOGENEA 3: AUTISTI Rischi potenziali a carico dell area omogenea in oggetto derivare dai seguenti fattori: TO: I lavoratori che svolgono mansioni di carattere amministrativo o dirigenziale possono essere esposti a rischi di natura trasversale ed organizzativa relativi a: - Stress o disagio derivante da eccessivo carico di lavoro; - Stress lavoro - correlato; - Carenza di adeguata informazione sui rischi propri della sua attività; - Eventuali attività svolte all esterno della sede di lavoro; - Errata o non bilanciata organizzazione delle attività lavorative. INF: I rischi per la sicurezza che posso determinare infortuni durante lo svolgimento delle mansioni possono derivare da: - Urti, cadute o scivolamenti, causati da sconnessioni della pavimentazione IGA: I rischi per la salute possono essere determinati da fattori legati alla conformità dei locali o degli ambienti a disposizioni o normative specifiche in fatto di igiene e salubrità e possono essere relativi a: - Ergonomia delle singole postazioni di lavoro; - Patologie dovute a posture incongrue; - Patologie all apparato muscolo scheletrico dovute a prolungate sedute in auto - Microclima non adeguato alle mansioni da svolgere, correlati a particolari condizioni atmosferiche esterne;

63 Pag. 63 di 133 Classificazione dei fattori di rischio Di seguito sono riportate le tabelle relative alla analisi e valutazione dei rischci Allo scopo di procedere ad un opportuna ed approfondita trattazione i rischi, riferiti alle categorie individuate, sono anche classificati in relazione ai possibili danni che questi possono causare. A tale scopo viene mantenuta la predetta classificazione, ovvero: RISCHI TRASVERSALI ED ORGANIZZATIVI: TO RISCHI PER LA SICUREZZA: INF RISCHI PER LA SALUTE: IGA Per ciascuna fonte di rischio sarà effettuata la valutazione del rischio, seguiranno altre tabelle che trattano nello specifico le misure di sicurezza relative ai rischi individuati

64 Pag. 64 di 133 ANALISI E VALUTAZIONE DEI RISCHI

65 Pag. 65 di 133 ATTIVITÀ LAVORATIVA ATTIVITÀ DI UFFICIO CENTRO DIREZIONALE GRUPPO OMOGENEO: PERSONALE DIRETTIVO E AMMINISTRATIVO UTILIZZO DI VDT Descrizione Gestione di pratiche amministrative gestionali, segreteria, coordinamenti per attività commerciali, gestione di appalti. Sono utilizzati Computers e attrezzatura di ufficio quali Fax; fotocopiatrice; stampanti; scrivanie e arredi tipici di ufficio. Per lo svolgimento delle attività sono utilizzati PC dotati di schermi VDT, sono presenti scrivanie complete di sedie, armadi per l archiviazione di documenti, fax, fotocopiatrici, stampanti, telefoni ecc. Analisi e Valutazione del rischio Il rischio evidenziato per il personale direttivo/amministrativo può essere riferito all uso prolungato del VDT in condizioni di scarsa illuminazione e in presenza di una umidità relativa tale da generare secchezza del bulbo oculare e stanchezza visiva; astenopia; l uso del mouse può provocare disturbi alla mano e al braccio; una cattiva postura può generare disturbi muscolo-scheletrici; un carico di lavoro eccessivo può generare disturbi legati allo stress lavoro correlato. PROBABILITA DANNO RISCHIO NOTE TO 01/scheda n 1 Priorità R 3 Azione correttiva da programmare nel breve medio termine P3 Azione di Prevenzione /Miglioramento/Adeguamento Informazione e formazione. Come misure di prevenzione occorre fornire ai dipendenti una adeguata informazione sull uso dei VDT e su tutti i rischi connessi all attività oggetto di valutazione. All adeguatezza delle sedie e degli arredi è affidata la corretta ergonomia del sito lavorativo. Nella fase di informazione i dipendenti prenderanno conoscenza della necessità di osservare le pause di lavoro ( 15 minuti ogni due ore di attività) applicandosi in altri lavori inerenti la mansione. ll ricambio d aria naturale deve essere tale da assicurare quel benessere visivo che normalmente viene individuato in una corretta umidità del bulbo oculare che se non presente genera astenopia. L illuminazione e l orientamento del monitor deve essere tale da non generare riflessi nello schermo, nel caso dovranno essere poste in essere dispositivi che abbattano l eccesso di luminanza ( tende ). Ridurre i movimenti rapidi e ripetitivi prolungati, perf i disturbi mano braccio posizionarsi con gli avambracci paralleli al pavimento e bene appoggiati sul tavolo, mantenere polsi distesi e dritti nella digitazione Deve essere attivata la sorveglianza sanitaria per tutti i dipendenti che superano le 20 ore settimanali dedotte le pause. Sorveglianza sanitaria

66 Pag. 66 di 133 ATTIVITÀ LAVORATIVA ATTIVITÀ DI UFFICIO CENTRO DIREZIONALE GRUPPO OMOGENEO: PERSONALE DIRETTIVO E AMMINISTRATIVO STRESS LAVORO CORRELATO Descrizione Gestione di pratiche amministrative gestionali, segreteria, coordinamenti per attività commerciali, gestione di appalti. Sono utilizzati Computers e attrezzatura di ufficio quali Fax; fotocopiatrice; stampanti; scrivanie e arredi tipici di ufficio. Per lo svolgimento delle attività sono utilizzati PC dotati di schermi VDT, sono presenti scrivanie complete di sedie, armadi per l archiviazione di documenti, fax, fotocopiatrici, stampanti, telefoni ecc. Analisi e Valutazione del rischio Chi lavora in ufficio, allo stesso modo dei lavoratori con mansioni ad alta richiesta di concentrazione mentale, può subire un aumento dello stress lavoro correlato. Lo stress lavoro correlato è connesso alla diminuzione della soglia di resistenza all ansia, alla tensione e al malessere causato da eccessive responsabilità o sollecitazioni di tipo psicologico. PROBABILITA DANNO RISCHIO NOTE TO 02/ scheda n 2 Priorità R 8 Azione migliorativa da programmare con urgenza P2 Azione di Prevenzione /Miglioramento/Adeguamento Come misure di prevenzione occorre fornire ai dipendenti una adeguata informazione sullo stress lavoro correlato, si dovrà procedere ad una valutazione oggettiva degli indicatori aziendali ed una valutazione soggettiva attraverso la somministrazione di test valutativi successivamente analizzati da uno psicologo del lavoro al fine di verificare la presenza di elementi che possano generare stress e conseguentemente mettere in atto le misure migliorative, tale valutazione verrà ripetuta ogni due anni per monitorare lo stato generale e individuale

67 Pag. 67 di 133 ATTIVITÀ LAVORATIVA ATTIVITÀ DI UFFICIO/CONTROLLO AREE MERCATO CENTRO DIREZIONALE GRUPPO OMOGENEO: PERSONALE ADDETTO CONTROLLO ISPETTIVO STRESS LAVORO CORRELATO Descrizione Servizio di ispezione nelle aree di mercato nelle ore notturne Analisi e Valutazione del rischio Chi lavora di notte allo stesso modo dei lavoratori con mansioni ad alta richiesta di concentrazione mentale, può subire un aumento dello stress lavoro correlato. Lo stress lavoro correlato è connesso alla diminuzione della soglia di resistenza all ansia, alla tensione e al malessere causato da eccessive responsabilità o sollecitazioni di tipo psicologico. Durante le ispezioni il personale preposto a questa mansione si reca presso le aree interne del mercato ove la pavimentazione risulta a volte scivolosa per i residui dovuti alle attività del mercato PROBABILITA DANNO RISCHIO NOTE TO 02/ scheda n 2 e T02 bis Priorità R 8 Azione migliorativa da programmare con urgenza P R 8 Azione migliorativa da programmare con urgenza P2 Azione di Prevenzione /Miglioramento/Adeguamento Come misure di prevenzione occorre fornire ai dipendenti una adeguata informazione sullo stress lavoro correlato, si dovrà procedere ad una valutazione oggettiva degli indicatori aziendali ed una valutazione soggettiva attraverso la somministrazione di test valutativi successivamente analizzati da uno psicologo del lavoro al fine di verificare la presenza di elementi che possano generare stress e conseguentemente mettere in atto le misure migliorative, tale valutazione verrà ripetuta ogni due anni per monitorare lo stato generale e individuale. La dotazione di scarpe antiscivolo tiene sotto controllo il rischio di scivolamento e si rende necessario il monitoraggio dello stato di efficienza e in caso di deterioramento la sostituzione immediata

68 Pag. 68 di 133 ATTIVITÀ LAVORATIVA ATTIVITÀ DI UFFICIO CENTRO DIREZIONALE GRUPPO OMOGENEO: PERSONALE DIRETTIVO E AMMINISTRATIVO ORGANIZZAZIONE DEGLI SPAZI LAVORATIVI Descrizione Gestione di pratiche amministrative gestionali, segreteria, coordinamenti per attività commerciali, gestione di appalti. Sono utilizzati Computers e attrezzatura di ufficio quali Fax; fotocopiatrice; stampanti; scrivanie e arredi tipici di ufficio. Per lo svolgimento delle attività sono utilizzati PC dotati di schermi VDT, sono presenti scrivanie complete di sedie, armadi per l archiviazione di documenti, fax, fotocopiatrici, stampanti, telefoni ecc. Analisi e Valutazione del rischio Prendendo in considerazione i rischi legati al lavoro d'ufficio, occorre osservare preliminarmente come negli uffici si rilevi spesso carenza di spazio. Questa situazione( anche se, non presente al momento del sopralluogo), può dare luogo direttamente a rischi di caduta per inciampo, intralcio ed urti, ma può essere indirettamente all'origine di una gamma piuttosto diversificata di rischi quali: accumulo disordinato di materiale cartaceo e non, pericoloso sotto diversi punti di vista: rischio di incendio, ancora rischio di caduta ed urti, rischio igienico (per difficoltà di rimuovere la polvere e per stress personale causato da spreco di tempo ed inefficienza); problematica sistemazione di archivi, cassettiere e macchine con l'effetto di lesinare sugli spazi da riservare a corridoi e percorsi di emergenza, sullo spazio per consentire gli interventi di manutenzione delle macchine da ufficio ecc.; gli spazi risultano adatti alle attività svolte, ma si affida alla continua attenzione dei dipendenti mantenere lo stato ottimale PROBABILITA DANNO RISCHIO NOTE INF 01/ scheda n 3 Priorità R=1 Azione migliorativa non richiedenti un intervento immediato P4 Azione di Prevenzione /Miglioramento/Adeguamento Informazione sul rischio. Gli spazi lavorativi devono essere sufficienti a garantire la sicurezza dei movimenti e tali da consentire rapporti dimensionali delle postazioni di lavoro corretti e rispondenti a criteri ergonomici. Gli spazi devono essere inoltre ordinati e dotati delle attrezzature necessarie.

69 Pag. 69 di 133 ATTIVITÀ LAVORATIVA ATTIVITÀ DI UFFICIO CENTRO DIREZIONALE GRUPPO OMOGENEO: PERSONALE ADDETTO CONTROLLO ISPETTIVO ORGANIZZAZIONE DEGLI SPAZI LAVORATIVI Descrizione Per lo svolgimento delle attività organizzative, sono presenti scrivanie complete di sedie, armadi per l archiviazione di documenti, fax, fotocopiatrici, stampanti, telefoni ecc.. Il PC viene utilizzato saltuariamente Analisi e Valutazione del rischio Prendendo in considerazione i rischi legati al lavoro d'ufficio, occorre osservare preliminarmente come negli uffici si rilevi spesso carenza di spazio. Questa situazione( anche se, non presente al momento del sopralluogo), può dare luogo direttamente a rischi di caduta per inciampo, intralcio ed urti, ma può essere indirettamente all'origine di una gamma piuttosto diversificata di rischi quali: accumulo disordinato di materiale cartaceo e non, pericoloso sotto diversi punti di vista: rischio di incendio, ancora rischio di caduta ed urti, rischio igienico (per difficoltà di rimuovere la polvere e per stress personale causato da spreco di tempo ed inefficienza); problematica sistemazione di archivi, cassettiere e macchine con l'effetto di lesinare sugli spazi da riservare a corridoi e percorsi di emergenza, sullo spazio per consentire gli interventi di manutenzione delle macchine da ufficio ecc.; gli spazi risultano adatti alle attività svolte, ma si affida alla continua attenzione dei dipendenti mantenere lo stato ottimale PROBABILITA DANNO RISCHIO NOTE INF 01/ scheda n 3 Priorità R=1 Azione migliorativa non richiedenti un intervento immediato P4

70 Pag. 70 di 133 ATTIVITÀ LAVORATIVA ATTIVITÀ DI UFFICIO CENTRO DIREZIONALE GRUPPO OMOGENEO: PERSONALE DIRETTIVO E AMMINISTRATIVO ILLUMINAMENTO Descrizione Gestione di pratiche amministrative gestionali, segreteria, coordinamenti per attività commerciali, gestione di appalti. Sono utilizzati Computers e attrezzatura di ufficio quali Fax; fotocopiatrice; stampanti; scrivanie e arredi tipici di ufficio. Per lo svolgimento delle attività sono utilizzati PC dotati di schermi VDT, sono presenti scrivanie complete di sedie, armadi per l archiviazione di documenti, fax, fotocopiatrici, stampanti, telefoni ecc. Analisi e Valutazione del rischio Dai sopralluoghi effettuati si è rilevato che l illuminazione degli ambienti di lavoro è tale da permettere una facile lettura del documento da digitare e di riconoscere chiaramente i caratteri della tastiera. Tuttavia non sempre alcune postazioni rispondono ai requisiti di legge soprattutto per l orientamento dei VDT rispetto alle fonti luminose. PROBABILITA DANNO RISCHIO NOTE IGA 02/ scheda n 1 Priorità R=1 Azione migliorativa non richiedenti un intervento immediato P4 Azione di Prevenzione /Miglioramento/Adeguamento Informazione sul rischio. Evitare abbagliamenti e riflessi su schermo e su altre attrezzature Illuminazione sufficiente ma contenuta Contrasto appropriato tra schermo ed ambiente Fonti luminose perpendicolari allo schermo (né di fronte, né alle spalle dell'operatore) Postazione distante almeno 1 metro dalle finestre Finestre schermate con tende regolabili Luci artificiali schermate

71 Pag. 71 di 133 ATTIVITÀ LAVORATIVA ATTIVITÀ DI UFFICIO CENTRO DIREZIONALE GRUPPO OMOGENEO: PERSONALE DIRETTIVO E AMMINISTRATIVO/ PERSONALE ADDETTO CONTROLLO ISPETTIVO RISCHIO ELETTRICO Descrizione Questo rischio è presente sia per gli ispettori ( che utilizzano saltuariamente PC) sia per gli addetti alla gestione di pratiche amministrative gestionali, segreteria, coordinamenti per attività commerciali, gestione di appalti. Sono utilizzati Computers e attrezzatura di ufficio quali Fax; fotocopiatrice; stampanti; scrivanie e arredi tipici di ufficio. Per lo svolgimento delle attività sono utilizzati PC dotati di schermi VDT, sono presenti scrivanie complete di sedie, armadi per l archiviazione di documenti, fax, fotocopiatrici, stampanti, telefoni ecc. Sono presenti quadri elettrici a norma e certificati per la buona tecnica, dotati di interruttori magnetotermici ( salvavita) Analisi e Valutazione del rischio Dai sopralluoghi effettuati si è rilevato che per alimentare le attrezzature di ufficio: computer, stampante, fax, calcolatrici, si utilizzano spesso prese multiple ( ciabatte), l eccessivo sovraccarico potrebbe condurre all interruzione dell alimentazione o, nel caso di inefficienza anche momentanea dell efficienza dell impianto elettrico, un corto circuito. I cavi in terra, se sottoposti ad una usura meccanica, potrebbero presentare danneggiamenti ai dispositivi di rivestimento con conseguente pericolo di contatto accidentale con parte dei conduttori. In virtù della concentrazione di apparecchiature alimentate elettricamente è necessario mettere in atto le misure di prevenzione dettate PROBABILITA DANNO RISCHIO NOTE INF 02/ scheda n 4 Priorità R=1 Azione migliorativa non richiedenti un intervento immediato P4 Azione di Prevenzione /Miglioramento/Adeguamento Informazione sul rischio. Prese multiple volanti o cavi volanti vanno assolutamente evitati in quanto costituiscono nello stesso tempo rischio elettrico e di inciampo; I conduttori devono venire protetti contro i danneggiamenti meccanici; Le apparecchiature elettriche devono essere contraddistinte dal marchio CE, i manuali di istruzione devono essere tenuti a disposizione degli utenti, le apparecchiature devono essere sottoposte a regolare manutenzione. Vanno effettuate regolarmente le verifiche degli impianti elettrici. verifica degli interruttori magnetotermnici

72 Pag. 72 di 133 ATTIVITÀ LAVORATIVA ATTIVITÀ DI UFFICIO CENTRO DIREZIONALE GRUPPO OMOGENEO: PERSONALE DIRETTIVO E AMMINISTRATIVO/ PERSONALE ADDETTO CONTROLLO ISPETTIVO RISCHIO INCENDIO Descrizione Gestione di pratiche amministrative gestionali, segreteria, coordinamenti per attività commerciali, gestione di appalti. Sono utilizzati Computers e attrezzatura di ufficio quali Fax; fotocopiatrice; stampanti; scrivanie e arredi tipici di ufficio. Per lo svolgimento delle attività sono utilizzati PC dotati di schermi VDT, sono presenti scrivanie complete di sedie, armadi per l archiviazione di documenti, fax, fotocopiatrici, stampanti, telefoni ecc. Analisi e Valutazione del rischio Benché non siano presenti particolari pericoli d incendio, ovvero non vi sono carichi di incendio eccessivi né depositi di materiale infiammabile è bene ricordare che le cause più comuni d incendio negli uffici sono riconducibili agli impianti di alimentazione elettrica ed apparecchi elettrici lì dove risulta carente la manutenzione o il cattivo utilizzo; non osservanza del divieto di fumo mancato utilizzo di posacenere nelle aree dove è consentito fumare; inefficienza degli impianti di estinzione e rilevazione fumi. difficoltà nell esodo : PROBABILITA DANNO RISCHIO NOTE INF 03/ scheda n 5 Priorità R 3 Azione migliorativa da programmare nel medio termine P2 Azione di Prevenzione /Miglioramento/Adeguamento Informazione sul rischio. manutenzione dell impianto di alimentazione elettrica e/o di quello di terra; corretto uso di prese a spina evitando assolutamente il sovraccarico; mantenere in buono stato di conservazione i cavi di alimentazione elettrica di apparecchi elettrici utilizzatori (come ad esempio fotocopiatrici, server, computer ecc.);evitare utilizzo di prolunghe; osservare il divieto di fumo e utilizzare i posacenere (nelle aree dove è consentito il fumo); revisione periodica di impianti di rilevazione e estinzione; mantenere sempre libere le vie di esodo; in caso di necessità attenersi al piano di emergenza affisso nel luogo di lavoro. Effettuare annualmente le prove di esodo

73 Pag. 73 di 133 ATTIVITÀ LAVORATIVA ATTIVITÀ DI UFFICIO CENTRO DIREZIONALE GRUPPO OMOGENEO: PERSONALE DIRETTIVO E AMMINISTRATIVO/ PERSONALE ADDETTO CONTROLLO ISPETTIVO MICROCLIMA Descrizione Gestione di pratiche amministrative gestionali, segreteria, coordinamenti per attività commerciali, gestione di appalti. Sono utilizzati Computers e attrezzatura di ufficio quali Fax; fotocopiatrice; stampanti; scrivanie e arredi tipici di ufficio. Per lo svolgimento delle attività sono utilizzati PC dotati di schermi VDT, sono presenti scrivanie complete di sedie, armadi per l archiviazione di documenti, fax, fotocopiatrici, stampanti, telefoni ecc. Analisi e Valutazione del rischio Il microclima sul posto di lavoro è in funzione di una serie di parametri fisici (temperatura, umidità relativa, velocità dell aria) correlati alle caratteristiche costruttive dell ambiente. Si è provveduto a rendere il microclima degli ambienti lavorativi il più possibile prossimo alla zona del BENESSERE TERMICO con l installazione di impianti di condizionamento caldo/fresco PROBABILITA DANNO RISCHIO NOTE IGA 03/ scheda n 1 Priorità R=1 Azione migliorativa non richiedenti un intervento immediato P4 Azione di Prevenzione /Miglioramento/Adeguamento Informazione sul rischio E necessaria una pulizia periodica, soprattutto dei filtri (es. ogni sei mesi), quando sono utilizzati impianti di condizionamento, questo per evitare la formazione di microbatteri e polveri nelle pareti e nei filtri del sistema di condizionamento. Gli stessi impianti devono essere periodicamente sottoposti a controlli, manutenzione, pulizia e sanificazione per la tutela della salute dei lavoratori. Le esigenze caloriche del corpo umano sono in equilibrio con l'ambiente, quando la temperatura ottimale è tra i 23 C - 29 C in estate ed i 17 C - 20 C in inverno. L'umidità deve essere contenuta nei limiti compresi tra il 30 ed il 70%.

74 Pag. 74 di 133 ATTIVITÀ LAVORATIVA ATTIVITÀ DI UFFICIO CENTRO DIREZIONALE GRUPPO OMOGENEO: PERSONALE DIRETTIVO E AMMINISTRATIVO/ PERSONALE ADDETTO CONTROLLO ISPETTIVO BIOLOGICO Descrizione Gestione di pratiche amministrative gestionali, segreteria, coordinamenti per attività commerciali, gestione di appalti. Sono utilizzati Computers e attrezzatura di ufficio quali Fax; fotocopiatrice; stampanti; scrivanie e arredi tipici di ufficio. Per lo svolgimento delle attività sono utilizzati PC dotati di schermi VDT, sono presenti scrivanie complete di sedie, armadi per l archiviazione di documenti, fax, fotocopiatrici, stampanti, telefoni ecc. Impianti di condizionamento, w.c. Analisi e Valutazione del rischio Dai sopralluoghi effettuati si è rilevato un grado di igiene ottimale, questa pressi assicura il controllo del rischio residuo. Le fonti di pericolo possono individuarsi nel materiale documentale, arredi, tendaggi, polvere, impianti di climatizzazione e le vie di esposizione riguardano l inalazione di bioaerosol al contatto con superfici od oggetti contaminati e gli effetti sulla salute sono riconducibili a disturbi alle vie respiratorie, allergie, dermatiti, infezioni, legionellosi PROBABILITA DANNO RISCHIO NOTE IGA 04/ scheda n 6 Priorità R 3 Azione migliorativa da programmare nel medio termine P2 Azione di Prevenzione /Miglioramento/Adeguamento Informazione e sensibilizzazione sulle corrette prassi igieniche Adeguate procedure di pulizia degli ambienti, riduzione polvere Microclima confortevole (ventilazione, idoneo numero di ricambi d aria) Adeguata manutenzione degli impianti aeraulici e idrici

75 Pag. 75 di 133 ATTIVITÀ LAVORATIVA ATTIVITÀ DI UFFICIO CENTRO DIREZIONALE GRUPPO OMOGENEO: PERSONALE DIRETTIVO E AMMINISTRATIVO/ PERSONALE ADDETTO CONTROLLO ISPETTIVO MOVIMENTAZIONE MANUALE DEL CARICO Descrizione Gestione di pratiche amministrative gestionali, segreteria, coordinamenti per attività commerciali, gestione di appalti. Sono utilizzati Computers e attrezzatura di ufficio quali Fax; fotocopiatrice; stampanti; scrivanie e arredi tipici di ufficio. Per lo svolgimento delle attività sono utilizzati PC dotati di schermi VDT, sono presenti scrivanie complete di sedie, armadi per l archiviazione di documenti, fax, fotocopiatrici, stampanti, telefoni ecc. Impianti di condizionamento, w.c. Analisi e Valutazione del rischio Dai sopralluoghi effettuati si è rilevato che la movimentazione dei carichi è esigua e si riferisce allo spostamento di faldoni o la presa in consegna di risme per fotocopie, la distribuzione delle risme avviene tramite carrellini caricati con non più di tre risme, con un carico mai superiore a 5/6 kg. La movimentazione di tali carichi non è continuativa e raramente si movimentano carichi più pesanti pertanto non si ritiene procedere alla valutazione per i danni dorso lombari PROBABILITA DANNO RISCHIO NOTE TO 03/ scheda n 7 Priorità R=1 Azione migliorativa non richiedenti un intervento immediato P4 Informazione Azione di Prevenzione /Miglioramento/Adeguamento

76 Pag. 76 di 133 ATTIVITÀ LAVORATIVA ATTIVITÀ DI UFFICIO CENTRO DIREZIONALE GRUPPO OMOGENEO: PERSONALE DIRETTIVO E AMMINISTRATIVO/ PERSONALE ADDETTO CONTROLLO ISPETTIVO RISCHIO CHIMICO Descrizione Gestione di pratiche amministrative gestionali, segreteria, coordinamenti per attività commerciali, gestione di appalti. Sono utilizzati Computers e attrezzatura di ufficio quali Fax; fotocopiatrice; stampanti; scrivanie e arredi tipici di ufficio. Per lo svolgimento delle attività sono utilizzati PC dotati di schermi VDT, sono presenti scrivanie complete di sedie, armadi per l archiviazione di documenti, fax, fotocopiatrici, stampanti, telefoni ecc. Impianti di condizionamento, w.c. Anche l esposizione a fumo passivo si annovera in tale rischio con danni di tipo canceroceno Analisi e Valutazione del rischio Dai sopralluoghi effettuati si è rilevato che il rischio chimico è irrilevante e non pericoloso per la salute, in quanto non si manipolano né sostanze nè preparati chimici, la manipolazione di cartucce toner della stampante centrale è affidato a ditta esterna con personale addetto, mentre le e stampanti da tavolo sono a getto di inchiostro. La stampante di piano è alimentata a cartucce toner ed è posizionata in zona distante dai luoghi di lavoro ed è presente una finestra che assicura il ricambio di aria necessario Tutti gli ambienti di lavoro sono sufficientemente sottoposti a ricambi di aria naturale. Vige inoltre un severo divieto di fumo, con il controllo affidato a persona incaricata PROBABILITA DANNO RISCHIO NOTE IGA 05/ scheda n 8 Priorità R=1 Azione migliorativa non richiedenti un intervento immediato P4 Azione di Prevenzione /Miglioramento/Adeguamento Informazione, presenza di contenitori per rifiuti speciali, areazione dell ambiente dove è posizionata la stampante centrale, provvedere al ricambio di aria naturale, osservare il divieto di fumo

77 Pag. 77 di 133 ATTIVITÀ LAVORATIVA ATTIVITÀ DI SORVEGLIANZA MERCATO GRUPPO OMOGENEO: PERSONALE ADDETTO CONTROLLO ISPETTIVO LAVORO NOTTURNO Descrizione Effettuano controlli durante gli orari notturni presso il mercato dalle 22,00 alle 06,00 effettuando turnazioni Analisi e Valutazione del rischio Dai colloqui effettuati si è rilevato che i turni sono tali da essere molto al di sotto degli 80 giorni lavorativi all anno, tuttavia il rischio è presente anche nella ipotesi di incremento delle ore di lavoro notturno. I rischi per la sicurezza dei lavoratori si riconducono all affaticamento e alla mancanza di riposo e i potenziali effetti negativi connessi allo svolgimento di lavori notturni si manifestano su tre livelli: lavorativo, socio-familiare e biologico. PROBABILITA DANNO RISCHIO NOTE TO 04/ scheda n 9 Priorità R 8 Azione migliorativa da programmare con urgenza P2 Azione di Prevenzione /Miglioramento/Adeguamento Informazione, sorveglianza sanitaria come da protocollo sanitario, non incrementare i turni ma suddividere l attività in più operatori

78 Pag. 78 di 133 ATTIVITÀ LAVORATIVA AUTISTA GRUPPO OMOGENEO: 3 AUTISTA CONDUZIONE MEZZO Descrizione Conducono auto per servizio alla direzione e presidenza Analisi e Valutazione del rischio Dai colloqui effettuati si è rilevato che gli autisti sono a servizio della direzione e della presidenza durante gli spostamenti delle figure apicali. I Rischi potenziali ai quali sono esposti gli autisti sono riconducibili alle posture incongrue durante le attese, agli agenti atmosferici e microclimatici, stress, e da non sottovalutare i rischi conto terzi PROBABILITA DANNO RISCHIO NOTE TO 05 / scheda n 10 Priorità R 3 Azione migliorativa da programmare nel medio termine P2 Azione di Prevenzione /Miglioramento/Adeguamento Informazione, sorveglianza sanitaria come da protocollo sanitario, non incrementare i turni ma suddividere l attività in più operatori. DPI : Gilet ad alta visibilità in caso di guasti all autovettura su strada

79 Pag. 79 di 133 Schede esplicative dei rischi trasversali ed organizzativi ( TO) ; rischi per la sicurezza ( INF) ; rischi per la salute ( IGA). Misure di sicurezza, DPI ed esiti finali valutazione rischi

80 Pag. 80 di 133 SCHEDA DI RIFERIMENTO RISCHI Tipo: Uso di apparecchiature munite di Videoterminale- Microclima-illuminamento scheda n 1 TO 01/IGA 02/IGA 03 Descrizione del tipo di rischio: Sintomi reversibili da affaticamento visivo o postura non corretta. In particolare: disturbi muscoloscheletrici: i disturbi alla colonna vertebrale sono dovuti ad una errata posizione del corpo e dal restare troppo tempo seduti. i disturbi muscolari sono dovuti all affaticamento ed indolenzimento dei muscoli perché poco irrorati dal sangue per la posizione contratta statica disturbi alla mano o all avambraccio: dovuti all infiammazione dei nervi e dei tendini sovraccaricato compressi a causa dei movimenti ripetitivi rapidi affaticamento visivo: tra i disturbi rientrano bruciore, lacrimazione, secchezza fastidio alla luce, pesantezza, visione annebbiata, visione sdoppiata, stanchezza alla lettura. Sono dovuti ad una elevata sollecitazione degli organi della vista e al loro rapido affaticamento, causati da: errate condizioni di illuminazione ubicazione sbagliata del videoterminale rispetto alle finestre e alle altre fonti di luce, con conseguenti abbagliamenti o eccessivi contrasti di chiaro-scuro condizioni ambientali sfavorevoli (ad es. aria troppo secca, presenza di correnti d aria fastidiose, temperatura troppo bassa o troppo alta) insufficiente contrasto dei caratteri rispetto allo sfondo postazione di lavoro non corretta posizione statica e impegno visivo di tipo ravvicinato e protratto nel tempo, che comporta una forte sollecitazione dei muscoli per la messa a fuoco e la motilità oculare difetti visivi non o mal corretti che aumentano lo sforzo visivo fatica fisica o mentale causati da: cattiva organizzazione del lavoro che obbliga all esecuzione di operazioni monotone e ripetitive per lunghi periodi cattive condizioni ambientali (temperatura, umidità e velocità dell aria) rumore ambientale tale da disturbare l attenzione.

81 Pag. 81 di 133 Definizioni: videoterminale: uno schermo alfanumerico o grafico a prescindere dal tipo di procedimento di visualizzazione utilizzato; posto di lavoro: l'insieme che comprende le attrezzature munite di videoterminale, eventualmente con tastiera ovvero altro sistema di immissione dati, ovvero software per l'interfaccia uomo-macchina, gli accessori opzionali, le apparecchiature connesse, comprendenti l'unità a dischi, il telefono, il modem, la stampante, il supporto per i documenti, la sedia, il piano di lavoro, nonché l'ambiente di lavoro immediatamente circostante; lavoratore: il lavoratore che utilizza un'attrezzatura munita di videoterminale in modo sistematico e abituale, per venti ore settimanali. Qualora questi svolga la sua attività per almeno 4 ore consecutive, ha diritto ad una interruzione della sua attività mediante pause ovvero cambio di attività. Le modalità di tali interruzioni sono stabilite sulla base della contrattazione collettiva, anche aziendale. In assenza di una disposizione specifica in merito sul contratto, il lavoratore ha diritto ad una pausa di quindici minuti ogni centoventi minuti di lavoro continuativo al videoterminale. È comunque esclusa la cumulabilità delle interruzioni all inizio e al termine dell orario di lavoro. La pausa è considerata a tutti gli effetti parte integrante dell orario di lavoro e, come tale, non è riassorbibile all interno di accordi che prevedano la riduzione dell orario complessivo di lavoro. I problemi relativi a chi utilizza in modo sistematico ed abituale per almeno venti ore a settimana i videoterminali, sono collegati alle caratteristiche ed al posizionamento di dette apparecchiature, alla presentazione dei programmi di software ed infine, all ambiente prossimo al posto di lavoro (illuminazione e microclima). Infatti, il lavoro con apparecchiatura in questione non è caratterizzato da un solo impegno visivo, ma si integra in un sistema suscettibile ad incidere sull organizzazione, sul contenuto delle mansioni e sulla sistemazione del posto di lavoro. Dal punto di vista prevenzionale, il loro impiego pone dei problemi particolari in relazione: agli eventuali riflessi fastidiosi; alla differenza di illuminazione fra schermo ed ambiente circostante; al posizionamento dell apparecchiatura; alla progettazione degli ambienti; etc. Per il Datore di Lavoro/Dirigente Principali misure di Prevenzione e Protezione: Il Datore di Lavoro, all atto della stesura del Documento di Valutazione dei Rischi di cui all Art. 18 del D.Lgs. n. 81/08, comma 1, analizza i posti di lavoro con particolare riguardo: ai rischi per la vista e per gli occhi;

82 Pag. 82 di 133 ai problemi legati alla postura e all affaticamento fisico o mentale; alle condizioni ergonomiche e di igiene ambientale. Per i Lavoratori ed addetti In relazione ai disturbi suddetti, legati al lavoro al videoterminale, sono adottati specifici accorgimenti consistenti: nella corretta posizione rispetto alle fonti di illuminazione; nella corretta organizzazione del lavoro, rispettando le pause ed evitando di mantenere una posizione inalterata per tempi prolungati, la digitazione rapida e l uso del mouse per lunghi periodi; nella eventuale adozione di schermature fisse o mobili, atte a consentire il controllo delle fonti luminose naturali; nella ergonomia dei posti e dei luoghi di lavoro; nella regolazione della luminosità e del contrasto dello schermo video da parte del lavoratore. Per quanto concerne la presenza di rischi connessi all uso del videoterminale, relativi alla presenza di radiazioni ionizzanti e non ionizzanti, occorre precisare che tutti gli studi e le indagini svolte finora portano ad escludere tali rischi sia a carico dell operatore che della prole. In particolare, nei posti di lavoro con video terminale, le radiazioni ionizzanti si mantengono a livelli rilevabili nei comuni ambienti di vita e di lavoro. Per quanto si riferisce ai campi elettromagnetici, la presenza di marcatura CE sul videoterminale comporta che tali campi siano mantenuti al di sotto dei limiti raccomandati e riscontrabili nei comuni ambienti di vita ove sono utilizzate apparecchiature elettriche o televisive. Nelle lavoratrici gestanti sono presenti variazioni posturali legate alla gravidanza che potrebbero favorire l insorgenza di disturbi dorso-lombari atti a giustificare la modifica temporanea delle condizioni o dell orario di lavoro, ai sensi del D.Lgs. 645/1996, concernenti il miglioramento della sicurezza e della salute sul lavoro delle lavoratrici gestanti. Al fine di prevenire i disturbi che talvolta si accompagnano ad una utilizzazione dei videoterminali è necessario attenersi alle indicazioni di seguito elencate: il monitor deve: essere facilmente e liberamente orientabile e inclinabile la luminosità e/o il contrasto tra i caratteri e lo sfondo dello schermo devono essere regolabili. Il monitor deve essere impostato con caratteri definiti, di grandezza sufficiente e facilmente leggibili. Ciò può essere controllato verificando se due caratteri maiuscoli adiacenti (ad es. UU o MM), restano facilmente distinguibili e nitidi.

83 Pag. 83 di 133 I bordi dei caratteri devono essere nitidi sia al centro che ai bordi dello schermo, se osservati da una distanza di cm dal monitor. È necessario che le immagini e i caratteri siano stabili e lo schermo sia esente da farfallamento. I monitor a schermo piatto a cristalli liquidi o al plasma non presentano farfallamento. Corretta distanza visiva dal monitor: la maggior parte degli operatori preferisce una distanza visiva minima che varia da 50 a 80 cm, lavorando su schermi delle dimensioni abitualmente in uso: per schermi di 15 pollici è raccomandabile una distanza di 60 cm, per uno schermo di 16 pollici, 70 cm e per uno di 17 pollici, 80 cm. Altezza del monitor: la direzione normale dello sguardo verso il bordo superiore dello schermo deve seguire una linea leggermente inclinata verso il basso. Ciò presuppone che il monitor o la sedia sia regolabile in altezza. Quando lo schermo è disposto troppo in alto o troppo in basso, si possono verificare disturbi per fenomeni di riflessione causati dall illuminazione o per l affaticamento dei muscoli della nuca, delle spalle e della parte superiore della, a causa dell errata posizione del collo. Per prevenire questi problemi è importante: Non collocare lo schermo sopra l unità di sistema, perché si troverebbe troppo alto Sistemare il computer sotto il tavolo Rialzare il monitor con un supporto se, poggiandolo sulla superficie da lavoro, la sua altezza è insufficiente La tastiera: la tastiera deve essere indipendente, spostabile liberamente, di basso spessore, inclinabile, stabile quando la si usa e dotata di tasti con superficie infossata e caratteri leggibili. Il piano di lavoro (scrivania) deve:

84 Pag. 84 di 133 a) Avere una superficie sufficientemente ampia per disporre i materiali necessari e le attrezzature (video, tastiera, etc.), nonché consentire un appoggio per gli avambracci dell operatore davanti alla tastiera, nel corso della digitazione; b) Avere una profondità tale da assicurare una corretta distanza visiva dallo schermo, tenendo presente che schermi di grandi dimensioni richiedono tavoli di maggiore profondità; c) Avere il colore della superficie chiaro, possibilmente diverso da bianco, ed in ogni caso riflettente; d) Essere stabile e di altezza, fissa o regolabile, indicativamente fra 70 e 80 cm; e) Avere uno spazio idoneo per il comodo alloggiamento e la movimentazione degli arti inferiori, per infilarvi il sedile. Il sedile: una buona sedia deve ridurre l affaticamento della muscolatura dorsale e il carico sui dischi intervertebrali. Deve possedere le seguenti caratteristiche: a) Essere di tipo girevole, saldo contro slittamento e rovesciamento, dotato di basamento stabile a cinque punti di appoggio; b) Disporre del piano e dello schienale regolabili in maniera indipendente, così da assicurare un buon appoggio dei piedi e di sostegno della zona lombare; c) Avere i bordi del piano smussati, in materiale non troppo cedevole, permeabile al vapore acqueo e pulibile; d) Essere facilmente spostabile anche in rapporto al tipo di pavimento e) Qualora fosse necessario, essere dotato di un poggiapiedi separato, per far assumere una postura adeguata degli arti inferiori dell operatore. f) Lo schienale deve avere un altezza di 50 cm circa al di sopra del sedile. g) Sono consigliabili le sedie che permettono una posizione seduta dinamica (con lo schienale che asseconda i movimenti naturali del corpo quando ci si piega in avanti a all indietro). Occorre utilizzare l intero sedile e poggiare bene la schiena allo schienale, in modo che la regione lombare sia ben sostenuta e la posizione sia comoda. Per prevenire disturbi alla circolazione è bene che fra il bordo del sedile e la parte posteriore del ginocchio ci sia uno spazio libero di circa 4 cm. È opportuno allungare spesso le gambe e cambiare la loro posizione durante il lavoro, evitando di accavallarle.

85 Pag. 85 di 133 Nel caso in cui, nonostante le regolazioni effettuate sulla sedia, i piedi non poggino saldamente a terra, si può far ricorso a un poggiapiedi con superficie sufficientemente ampia per consentire il facile appoggio dei piedi e che sia antisdrucciolevole. Gli ambienti di lavoro: in sede di predisposizione degli ambienti di lavoro ove ubicare postazioni munite di videoterminale occorre prevedere: Per quanto riguarda il microclima, il lavoro al videoterminale richiede il rispetto di parametri classici per il normale lavoro di ufficio: la velocità dell aria deve essere molto ridotta, evitando la presenza di correnti d aria provenienti da porte, finestre, bocchette di condizionamento, ventilatori, apparecchiature poste nelle vicinanza, etc. E importante che l aria non sia troppo secca per evitare possibili irritazioni agli occhi. Altrettanta precauzione andrà posta per evitare fonti di calore radiante poste nelle immediate vicinanze della postazione, quali impianti di riscaldamento, ma anche finestre che possano essere colpite da irraggiamento solare diretto, etc.. Il microclima è ottimale quando: negli uffici ci sia una temperatura di almeno 28 C di inverno (18 C- 22 C) e in estate la differenza di temperatura tra interno ed esterno non superi i 7 C. L umidità relativa deve essere compresa tra il 40% e il 60 %. Il ricambio di aria deve essere adeguato all ambiente. In presenza di un impianto di condizionamento deve essere previsto un quantitativo minimo di aria esterna di rinnovo e devono essere presenti sistemi di filtrazione e depurazione dell aria. I filtri hanno la funzione di purificare l aria esterna e l aria di ricircolo. I più comuni rischi di un impianto di condizionamento sono legati: all inquinamento dell aria per insufficiente manutenzione (sostituzione e pulizia dei filtri) e all inquinamento biologico dell unità di umidificazione. È necessario che la postazione di lavoro non sia posta in vicinanza di fonti di calore radiante (gli elementi degli impianti di riscaldamento, le finestre nel periodo estivo) e che sia evitata la presenza di correnti d aria fastidiose (provenienti da porte, finestre, bocchette di ventilatori, etc.) Per quanto riguarda l illuminazione, al fine di evitare riflessi sullo schermo, abbagliamenti dell operatore ed eccessivi contrasti di luminosità, la postazione dei lavoro va correttamente orientata rispetto alle finestre presenti nell ambiente di lavoro.

86 Pag. 86 di 133 L illuminazione artificiale dell ambiente deve essere realizzata con lampade provviste di schermi ed esenti da sfarfallio, poste in modo che siano al di fuori del campo visivo degli operatori; in caso di lampade a soffitto non schermate, la linea tra l occhio e la lampada deve formare con l orizzonte un angolo non inferiore a 60. Va in ogni modo evitato l abbagliamento dell operatore e la presenza di riflessi sullo schermo qualunque sia la loro origine. L illuminamento dell ambiente dovrebbe avere valori compresi tra i 300 e i 500 lux. Per la lettura dello schermo bastano 300 lux; se invece occorre leggere un documento da digitare, sono sufficienti 500 lux. Per le persone meno giovani, che hanno bisogno di più luce, è opportuno istallare lampade da tavolo. È bene scegliere lampade fluorescenti atte a diffondere una luce bianco-neutra o bianca a tonalità calda, in quanto più confortevoli anche per la piacevole colorazione ambientale. L impianto di illuminazione artificiale deve garantire una illuminazione uniforme in tutto l ambiente e, per evitare abbagliamenti e riflessi fastidiosi sul videoterminale è opportuno utilizzare lampade a griglia antiriflesso o, comunque schermate. In generale sul soffitto, in corrispondenza del monitor, non devono esserci luci accese. Corretto posizionamento del videoterminale per evitare disturbi dovuti alla luce: per eliminare i riflessi, l abbagliamento e i contrasti eccessivi di chiaro-scuro provocati dalla luce diurna sullo schermo: occorre evitare sorgenti con forte luminosità nel centro del campo visivo dell operatore (sole, lampada),e/o la presenza di superfici con una eccessiva capacità riflettente (lucide) davanti e dietro il monitor non devono esserci finestre, pertanto negli uffici con due pareti ad angolo finestrate, una di esse deve essere schermata

87 Pag. 87 di 133 la direzione principale dello sguardo dell operatore deve essere parallela rispetto alle finestre i posti di lavoro al videoterminale sono da sistemare, per quanto possibile, nelle zone del locale lontano dalle finestre in caso di irradiazione del sole occorre oscurare le finestre (p. es. con veneziane, pellicole antisolari o tende di tessuto pesante) Disposizione del monitor, tastiera e mouse: i diversi elementi vanno posizionati in funzione dell attività da svolgere: in un lavoro di interrogazione o di digitazione, il monitor deve essere posizionato di fronte all operatore. Se invece il tipo di attività comporta la frequente lettura di documentazione, come ad esempio nel lavoro di copiatura, il monitor deve essere posizionato lateralmente e il documento di fronte. La tastiera deve essere sistemata davanti all operatore per evitare che egli debba torcere il collo e il busto. Lo spazio davanti alla tastiera deve essere sufficiente (da 15 a 20 cm almeno), per consentire l appoggio delle mani e degli avambracci. Il mouse deve essere posizionato accanto alla tastiera e non ad un livello diverso rispetto ad essa. Indicazione atte ad evitare l insorgenza di disturbi muscolo scheletrici Per la prevenzione di tale tipologia di disturbi occorre: Assumere la postura corretta di fronte al video, con piedi ben appoggiati sul pavimento (se necessario, utilizzare gli appositi poggia piedi) e schiena poggiata allo schienale della sedia nel tratto lombare, regolando allo scopo l altezza della sedia e l inclinazione dello schienale, in modo da avere le cosce in posizione orizzontale o leggermente inclinate verso il basso;

88 Pag. 88 di 133 Lasciare fra il bordo della sedia e la parte posteriore del ginocchio, uno spazio di circa 4 cm per evitare problemi alla circolazione degli arti inferiori; Posizionare lo schermo del video di fronte in maniera che, anche agendo su eventuali meccanismi di regolazione, lo spigolo superiore dello schermo sia posto un po più in basso dell orizzontale che passa per gli occhi dell operatore e ad una distanza dagli occhi pari a circa cm; Disporre la tastiera davanti allo schermo, salvo che lo schermo non sia utilizzato in maniera saltuaria e il mouse, od eventuali altri dispositivi di uso frequente, sullo stesso piano della tastiera ed in modo che siano facilmente raggiungibili; Eseguire la digitazione ed utilizzare il mouse evitando irrigidimenti delle dita e del polso, curando di tenere gli avambracci appoggiati sul piano di lavoro in modo da alleggerire la tensione dei muscoli del collo e delle spalle. I polsi e le mani devono rimanere in posizione dritta e l inclinazione della tastiera non deve essere tale da far piegare indietro i polsi; Evitare, per quanto possibile, posizioni di lavoro fisse per tempi prolungati. Nel caso ciò fosse inevitabile, si raccomanda la pratica di frequenti esercizi di rilassamento (collo, schiena, arti superiori ed inferiori). Chi lavora abitualmente al videoterminale deve approfittare di qualsiasi occasione per muoversi e cambiare la posizione seduta. Ci sono lavori che si possono eseguire sicuramente in piedi (per es. telefonare). Inoltre in ufficio è preferibile usare le scale anziché l ascensore. Tutto ciò favorisce la circolazione sanguigna e il metabolismo e fa bene alla colonna vertebrale e alle giunture. Per questo motivo è opportuno variare frequentemente attività, come ad esempio recuperare i fogli della stampante o archiviare la documentazione. Inoltre, mentre si lavora al videoterminale, è bene cambiare spesso la posizione delle gambe. Indicazione atte ad evitare l insorgenza di problemi visivi A tale scopo si dovrà: a) Illuminare correttamente il posto di lavoro, possibilmente con luce naturale, mediante la regolazione di tende o veneziane, ovvero con illuminazione artificiale. Le condizioni di maggior comfort visivo sono raggiunte con illuminamenti non eccessivi e con fonti luminose poste al di fuori del campo visivo e che non si discostino, per intensità, in misura rilevante, da quelle degli oggetti e superfici presenti nelle immediate vicinanze, in modo da evitare contrasti eccessivi; b) Orientare ed inclinare lo schermo per eliminare, per quanto possibile, riflessi sulla sua superficie; c) Assumere la postura corretta di fronte al video, in modo tale che la distanza occhi-schermo sia pari a circa cm;

89 Pag. 89 di 133 d) Disporre il porta documenti, se presente, alla stessa altezza e distanza dagli occhi e dalla schermo, ricorrendo ai meccanismi di regolazione; e) Distogliere periodicamente lo sguardo dal video per guardare oggetti lontani, al fine di ridurre l affaticamento visivo e la secchezza degli occhi. Infatti, in via generale, si tende a guardare lo schermo in modo rigido, ossia le palpebre si muovono molto meno di quando si guarda in lontananza. In questi casi la superficie dell occhio non viene più alimentata sufficientemente con liquido lacrimale, il che provoca una sensazione di secchezza; f) Durante le pause e i cambiamenti di attività previsti, è opportuno non dedicarsi ad attività che richiedano un intenso impegno visivo, come ad esempio la correzione di un testo scritto; g) Cura della pulizia periodica di tastiera, schermo e mouse; h) Utilizzo di eventuali mezzi di correzione della vista, se prescritti. Indicazione atte ad evitare disturbi da affaticamento mentale Nel lavoro al videoterminale è possibile riscontrare una certa difficoltà degli operatori ad eseguire adeguatamente il continuo aggiornamento dei software. L attività al videoterminale richiede pertanto che essa sia proceduta da un adeguato periodo di formazione sull utilizzo dei programmi e procedure informatiche. E utile al riguardo: a) Seguire le indicazioni e la formazione ricevuti per l uso dei programmi e delle procedure informatiche; b) Disporre di tempo sufficiente per acquisire le necessarie competenze ed abilità; c) Rispettare la corretta distribuzione delle pause; d) Utilizzare software per il quale sia avvenuta l informazione necessaria, ovvero che sia facile da usare; e) In caso dia anomalie del software e delle attrezzature, è bene che l operatore sappia di poter disporre di un referente per la soluzione del problema; Si ricorda infine che la conoscenza del contesto in cui si colloca il risultato del lavoro al videoterminale, è un elemento utile per l attenuazione di uno dei possibili fattori di affaticamento mentale.

90 Pag. 90 di 133 Schema riepilogativo della giusta postura da assumere per gli addetti videoterminalisti: Per il Medico Competente Sorveglianza sanitaria I lavoratori, prima di essere addetti alle attività di cui al presente titolo, sono sottoposti a una visita medica per evidenziare eventuali malformazioni strutturali e ad un esame degli occhi e della vista effettuato dal medico competente. Qualora l'esito della visita medica ne evidenzi la necessità, il lavoratore è sottoposto ad esami specialistici. In base alle risultanze degli accertamenti di cui al comma 1 i lavoratori vengono classificati in: a) idonei, con o senza prescrizioni; b) non idonei. La periodicità delle visite di controllo, fatti salvi i casi particolari che richiedono una frequenza diversa stabilita dal medico competente, è biennale per i lavoratori classificati come idonei con prescrizioni e per i lavoratori che abbiano compiuto il cinquantesimo anno di età; quinquennale negli altri casi. Il lavoratore è sottoposto a controllo oftalmologico a sua richiesta, ogni qualvolta sospetti di una sopravvenuta alterazione della funzione visiva, confermata dal medico competente. Il datore di lavoro fornisce a sue spese, i dispositivi speciali di correzione, in funzione dell attività svolta, qualora i risultati degli esami ne evidenzino la necessità e non sia possibile utilizzare i normali dispositivi di correzione. Il datore di lavoro non è però tenuto a fornire gli occhiali da vista a quei lavoratori che ne avessero già bisogno, a prescindere dallo specifico compito al videoterminale.

91 Pag. 91 di 133 A dirimere i dubbi di attribuzione dei costi relativi ai dispositivi speciali di correzione del visus di cui al quinto comma dell art. 176 del DLgs n. 81/08, si veda la Circolare n. 30 del , emanata dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, che di seguito si cita: Con la locuzione dispositivi speciali di correzione, di cui all art. 176, comma 6, del DLgs n. 81/08, si devono intendere quei particolari dispositivi che consentono di eseguire in buone condizioni di lavoro al videoterminale quando non si rivelino non adatti i dispositivi normali di correzione, cioè quelli usati dal lavoratore nella vita quotidiana. Ne deriva che, nell ipotesi in cui il dispositivo speciale di correzione sia integrato nel normale dispositivo di correzione, il datore di lavoro è tenuto a pagare il costo relativo alla correzione speciale. In altri termini, se un lavoratore videoterminalista porta, nella vita quotidiana, occhiali da vista o lenti a contatto che si rivelino insufficienti a garantirlo nel lavoro al videoterminale, l intero costo degli occhiali o delle lenti a contatto alternativi da usare durante tale lavoro sono in carico al datore di lavoro. In casi particolari, come ad esempio quello di un lavoratore che debba comunque dotarsi di nuove lenti ordinarie e che con l occasione si doti di lenti bifocali, un solo fuoco delle quali sia necessario per il lavoro al videoterminale, il datore di lavoro dovrà sostenere il solo costo aggiuntivo delle nuove lenti rispetto a quelle ordinarie. Analogamente se, restando in uso le lenti ordinarie, sono delle montature particolari a rendersi necessarie per il lavoro al videoterminale e se tali montature possono essere usate anche nella vita quotidiana (per cui il lavoratore non ha necessità di un paio di occhiali in più), il datore di lavoro dovrà sostenere il solo costo aggiuntivo delle montature particolari. Esito della Valutazione del Rischio DPI Formazione e informazione Presenza di esposizione controllata Non previsti

92 Pag. 92 di 133 SCHEDA DI RIFERIMENTO Tipo: Condizioni di lavoro difficile (Stress) scheda n 2 TO 02 Descrizione del tipo di rischio: Stress: reazione adattativa generale di un organismo, attivato da stimoli esterni di svariata natura. Se le condizioni sfavorevoli con cui ci si trova a far fronte superano le capacità e le risorse proprie oppure sono prolungate nel tempo e l individuo diventa incapace di reagire e offre risposte poco adattive la condizione di stress diventa negativa per l individuo. Principali misure di Prevenzione e Protezione: Per il Datore di Lavoro/Dirigente Organizza, col supporto del Medico Competente, una struttura di assistenza psicologica per il supporto ai Lavoratori soggetti a particolari situazioni di stress derivanti da lavoro in condizioni difficili Monitorizza le attività, allo scopo di individuare le eventuali situazioni di mobbing Interviene nei casi in cui tali situazioni siano accertate provvedendo alla loro eliminazione Organizza incontri attinenti alla varie problematiche Organizza le attività lavorative in modo da evitare il protrarsi della presenza dello stesso Lavoratore in condizioni di lavoro disagiato Dispone, sentito il RLS, le pause lavorative, secondo le esigenze derivanti dall attività Per i Lavoratori ed addetti Segnalano tempestivamente al Datore di Lavoro situazioni di particolare disagio e Stress cui si senta sottoposto Per il Medico Competente Supporta il Datore di Lavoro nell accertamento dei casi di disagio psicologico e coadiuva il Lavoratore nella risoluzione delle problematiche evidenziatesi, a queste correlate. Di seguito vengono descritte le caratteristiche dello Stress e del Burn out e le misure di Prevenzione.

93 Pag. 93 di 133 Stress da lavoro Come fa l individuo ad adattarsi all ambiente? Nel processo di adattamento si possono individuare tre fasi: fase di allarme:l organismo reagisce rapidamente allo stimolo stressorio, attraversala mobilitazione di energie difensive (innalzamento della frequenza cardiaca, della tensione muscolare, diminuzione della secrezione salivare, etc.), che hanno il compito di procurare una reazione immediata di attivazione e di accomodamento da parte del sistema nervoso; fase di resistenza: si attiva solamente se gli eventi da affrontare sono prolungati ed intensi. Consente un adattamento massimo ma le difese allertate nella prima fase sono in precario equilibrio. Si possono avere manifestazioni transitorie come la diminuzione delle difese immunitarie, inibizione delle reazioni infiammatorie, aumento dell acidità gastrica, ipertensione arteriosa, etc.; fase di esaurimento: si attiva se lo stato di adattamento della seconda fase viene prolungato oppure l organismo non è in grado di mettere in atto risposte adeguate. È caratterizzato da squilibri di tipo funzionale e da patologie d organo. L organismo può andare incontro a danni irreversibili inclusa la morte. Quali sono le cause dello stress? Ogni persona riesce a tollerare un diverso livello di tensione che corrisponde ad un proprio modo di vedere, sentire, percepire gli eventi che deve affrontare: ciò che rappresenta una preoccupazione per un individuo, può non essere rilevato in modo problematico da un altro. Le cause che determinano lo Stress possono essere così raggruppate: fattori ambientali: la mancanza di un abitazione, sovrappopolazione cittadina, ambienti rumorosi, inquinati o particolarmente degradati dal punto di vista igienico e sociale; ma anche il caldo o il freddo intenso, cataclismi (guerra, terremoto, alluvioni, eruzioni vulcaniche, frane, ), etc. ; stili di vita, atteggiamenti riconducibili alla personalità dell individuo: abuso di fumo, di alcool o droghe, abuso di farmaci, scarsa attività fisica, alimentazione non equilibrata, scarso rispetto dei ritmi sonnoveglia, etc. ;

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