Concorso pubblico, per titoli ed esami, per il conferimento di n. 30 posti di Assistente Sociale Categoria D (posizione economica D1)
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1 Concorso pubblico, per titoli ed esami, per il conferimento di n. 30 posti di Assistente Sociale Categoria D (posizione economica D1) CORSO DI FORMAZIONE I livelli essenziali di assistenza di Roberto TOPPOLI
2 LA DEFINIZIONE E LA GARANZIA DEI LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA Nel settore dei servizi sociali, notevole attenzione è posta alla definizione dei livelli essenziali ed uniformi delle prestazioni ed ai requisiti minimi strutturali e organizzativi per l autorizzazione all esercizio dei servizi e delle strutture (cosiddetto accreditamento). Questi due aspetti rientrano nella sfera di competenza dello Stato, anche a seguito della recente riforma costituzionale, e si realizzano nella definizione di alcuni standard validi e da rispettare su tutto il territorio nazionale. La fissazione di tali elementi essenziali a volte è stabilita direttamente dalla legge, in altre occasioni è affidata ai contenuti del piano nazionale, più di recente si è scelto il sistema dei decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri. Al di là della tipologia dell atto con cui vengono definiti i livelli essenziali, che pure meriterebbe qualche approfondimento, è opportuno svolgere alcune brevi riflessioni in merito ai contenuti. Innanzi tutto, occorre porsi nell ottica di un sistema che tollera tassi di diseguaglianza fisiologica. Ciò comporta che i livelli essenziali possono essere fissati non soltanto nel minimo, ma anche nel massimo. Inoltre, l attenzione del decisore deve essere posta sia sugli aspetti quantitativi sia sui profili qualitativi delle prestazioni. In effetti, nel settore dei servizi sociali non basta indicare, come fa la legge quadro, la tipologia delle prestazioni ritenute essenziali (servizio sociale professionale; segretariato sociale; pronto intervento sociale; assistenza domiciliare; strutture residenziali e semiresidenziali per i soggetti con fragilità sociale; centri di accoglienza residenziali o diurni a carattere comunitario), ma occorre andare oltre ponendosi le seguenti domande:livelli essenziali per chi? Per rispondere a quali bisogni? Per erogare quali prestazioni e servizi? Garantiti come? Con quali criteri organizzativi? E evidente che sullo sfondo appare la natura stessa del servizio sociale che comporta a carico dei pubblici poteri un obbligazione di risultato: ciò che il cittadino richiede è di vedere soddisfatto il proprio diritto sociale, poco importano le forme e le modalità di erogazione. Allora la massima attenzione deve essere posta sulla costruzione delle carte dei servizi sociali che deve essere calibrata sulle persone che hanno bisogno di accedere alle prestazioni ed ai servizi. In effetti, il Piano nazionale prevede che ogni comune adotti una propria carta nella quale saranno riflessi i suoi orientamenti e le sue possibilità. Il nocciolo dei contenuti delle carte è rappresentato proprio dai livelli essenziali da garantire su tutto il territorio nazionale. Nel nostro paese, ad esempio, manca un livello minimo di inserimento. Con il recente Patto per l Italia, contratto tra Governo ed una parte del mondo sindacale, ad esclusione della CGIL, si è inserito il reddito di ultima istanza. Nel 1998, con il governo di centro-sinistra si era provato ad applicare il livello minimo di inserimento in alcuni comuni e provincie campione. L attuale Governo non ha ritenuto di dover continuare nella sperimentazione e sta reintroducendo il reddito di ultima istanza che viene dato a comunque senza criteri di inserimento sociale. Attualmente ci sono tre termini di uso comune quando si parla di politiche sociali. Si tratta di:
3 1. Inserimento sociale 2. Attivazione (concetto legato a quello di inserimento sociale) 3. Workfare (i benefici del welfare vengono vincolati alla disponibilità del soggetto alla formazione e al lavoro) Le prime due forme rappresentano la componente sociale, mentre la terza rappresenta la componente lavorativa. Nel 1998, in Francia, è stata varata una importante riforma sociale che ha introdotto il revenue minimum d insertion basato sul principio di inserimento sociale. Dalla Legge n. 328 del 2000: Art. 9. (Funzioni dello Stato) 1. Allo Stato spetta l esercizio delle funzioni di cui all articolo 129 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n.112, nonché dei poteri di indirizzo e coordinamento e di regolazione delle politiche sociali per i seguenti aspetti: a) determinazione dei principi e degli obiettivi della politica sociale attraverso il Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali di cui all articolo 18; b) individuazione dei livelli essenziali ed uniformi delle prestazioni, comprese le funzioni in materia assistenziale, svolte per minori ed adulti dal Ministero della giustizia, all interno del settore penale; c) fissazione dei requisiti minimi strutturali e organizzativi per l autorizzazione all esercizio dei servizi e delle strutture a ciclo residenziale e semiresidenziale; previsione di requisiti specifici per le comunità di tipo familiare con sede nelle civili abitazioni; d) determinazione dei requisiti e dei profili professionali in materia di professioni sociali, nonché dei requisiti di accesso e di durata dei percorsi formativi; e) esercizio dei poteri sostitutivi in caso di riscontrata inadempienza delle regioni, ai sensi dell articolo 8 della legge 15 marzo 1997, n.59, e dell articolo 5 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n.112; f) ripartizione delle risorse del Fondo nazionale per le politiche sociali secondo i criteri stabiliti dall articolo 20, comma Le competenze statali di cui al comma 1, lettere b) e c), del presente articolo sono esercitate sentita la Conferenza unificata di cui all articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n.281; le restanti competenze sono esercitate secondo i criteri stabiliti dall articolo 129, comma 2, del decreto legislativo 31 marzo 1998, n.112. Art. 23. (Reddito minimo di inserimento) 1. L articolo 15 del decreto legislativo 18 giugno 1998, n.237, è sostituito dal seguente: "Art. 15. (Estensione del reddito minimo di inserimento). 1. Il Governo,
4 sentite la Conferenza unificata di cui all articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n.281, e le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, riferisce al Parlamento, entro il 30 maggio 2001, sull attuazione della sperimentazione e sui risultati conseguiti. Con successivo provvedimento legislativo, tenuto conto dei risultati della sperimentazione, sono definiti le modalità, i termini e le risorse per l estensione dell istituto del reddito minimo di inserimento come misura generale di contrasto della povertà, alla quale ricondurre anche gli altri interventi di sostegno del reddito, quali gli assegni di cui all articolo 3, comma 6, della legge 8 agosto 1995, n.335, e le pensioni sociali di cui all articolo 26 della legge 30 aprile 1969, n.153, e successive modificazioni". 2. Il reddito minimo di inserimento di cui all articolo 15 del decreto legislativo 18 giugno 1998, n.237, come sostituito dal comma 1 del presente articolo, è definito quale misura di contrasto della povertà e di sostegno al reddito nell ambito di quelle indicate all articolo 22, comma 2, lettera a), della presente legge. Dalla Legge Costituzionale n. 3 del 2001: Art L'articolo 117 della Costituzione è sostituito dal seguente: "Art La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonchè dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali. Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie: a) politica estera e rapporti internazionali dello Stato; rapporti dello Stato con l'unione europea; diritto di asilo e condizione giuridica dei cittadini di Stati non appartenenti all'unione europea; b) immigrazione; c) rapporti tra la Repubblica e le confessioni religiose; d) difesa e Forze armate; sicurezza dello Stato; armi, munizioni ed esplosivi; e) moneta, tutela del risparmio e mercati finanziari; tutela della concorrenza; sistema valutario; sistema tributario e contabile dello Stato; perequazione delle risorse finanziarie; f) organi dello Stato e relative leggi elettorali; referendum statali; elezione del Parlamento europeo; g) ordinamento e organizzazione amministrativa dello Stato e degli enti pubblici nazionali; h) ordine pubblico e sicurezza, ad esclusione della polizia amministrativa locale; i) cittadinanza, stato civile e anagrafi; l) giurisdizione e norme processuali; ordinamento civile e penale; giustizia amministrativa; m) determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale; n) norme generali sull'istruzione; o) previdenza sociale; p) legislazione elettorale, organi di governo e funzioni fondamentali di Comuni,
5 Province e Città metropolitane; q) dogane, protezione dei confini nazionali e profilassi internazionale; r) pesi, misure e determinazione del tempo; coordinamento informativo statistico e informatico dei dati dell'amministrazione statale, regionale e locale; opere dell'ingegno; s) tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dei beni culturali. Sono materie di legislazione concorrente quelle relative a: rapporti internazionali e con l'unione europea delle Regioni; commercio con l'estero; tutela e sicurezza del lavoro; istruzione, salva l'autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione professionale; professioni; ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all'innovazione per i settori produttivi; tutela della salute; alimentazione; ordinamento sportivo; protezione civile; governo del territorio; porti e aeroporti civili; grandi reti di trasporto e di navigazione; ordinamento della comunicazione; produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell'energia; previdenza complementare e integrativa; armonizzazione dei bilanci pubblici e coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; valorizzazione dei beni culturali e ambientali e promozione e organizzazione di attività culturali; casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale; enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale. Nelle materie di legislazione concorrente spetta alle Regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato. Spetta alle Regioni la potestà legislativa in riferimento ad ogni materia non espressamente riservata alla legislazione dello Stato. Le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, nelle materie di loro competenza, partecipano alle decisioni dirette alla formazione degli atti normativi comunitari e provvedono all'attuazione e all'esecuzione degli accordi internazionali e degli atti dell'unione europea, nel rispetto delle norme di procedura stabilite da legge dello Stato, che disciplina le modalità di esercizio del potere sostitutivo in caso di inadempienza. La potestà regolamentare spetta allo Stato nelle materie di legislazione esclusiva, salva delega alle Regioni. La potestà regolamentare spetta alle Regioni in ogni altra materia. I Comuni, le Province e le Città metropolitane hanno potestà regolamentare in ordine alla disciplina dell'organizzazione e dello svolgimento delle funzioni loro attribuite. Le leggi regionali rimuovono ogni ostacolo che impedisce la piena parità degli uomini e delle donne nella vita sociale, culturale ed economica e promuovono la parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive. La legge regionale ratifica le intese della Regione con altre Regioni per il migliore esercizio delle proprie funzioni, anche con individuazione di organi comuni. Nelle materie di sua competenza la Regione può concludere accordi con Stati e intese con enti territoriali interni ad altro Stato, nei casi e con le forme disciplinati da leggi dello Stato".
Costituzione della Repubblica italiana. (Art. 117)
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