DIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITA

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3 Censimento dei beni archeologici sommersi delle regioni Lazio e Toscana DIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITA

4 Archeomar: una mappa subacquea del Mediterraneo Il Mar Mediterraneo è un immenso museo subacqueo: migliaia e migliaia di relitti, dalla preistoria alla modernità; strutture portuali; abitati, ville, peschiere, cave,. La storia dell uomo che ha scelto il mare come luogo del proprio vivere, lavorare e commerciare ha trovato nell acqua salata del Mare nostrum quell ambiente favorevole alla conservazione delle proprie vestigia che oggi ritroviamo sotto l acqua delle nostre coste e dei nostri fondali. Grazie alla moderna tecnologia è oggi possibile e quindi doveroso procedere alla mappatura dei fondali marini: la tutela archeologica presuppone la conoscenza del territorio. L ovvietà di questa affermazione non trova riscontro: l Italia non possiede una mappa dei propri siti sommersi. L autunno del 2002 ha quindi riservato una sorpresa per l archeologia subacquea italiana: i mari italiani avranno la prima cartografia scientifica dei siti archeologici sommersi, operazione per la quale è stato varato il Progetto Archeomar. Il Progetto Archeomar scaturisce dalla legge n. 264 dell 8 novembre 2002, che all articolo 13 recita: Censimento dei beni archeologici sommersi nei fondali marini. E autorizzata la spesa di euro per ciascuno degli anni 2003 e 2004 a favore del Ministero per i Beni e le Attività Culturali per la realizzazione del censimento dei beni archeologici sommersi nei fondali marini delle coste delle regioni Campania, Basilicata, Puglia e Calabria. La legge 264 stabilisce pertanto una priorità chiara e precisa: la necessità di realizzare un censimento. Poiché ogni censimento, secondo i moderni criteri topografici, ha come sede naturale di destinazione la cartografia archeologica, il Progetto Archeomar è stato concepito con questa specifica funzione pratica. In altre parole, l obiettivo del Progetto consiste nel superamento della scoperta casuale mirando alla ricerca programmata, attraverso una metodologia interdisciplinare finalizzata a realizzare una moderna cartografia vettoriale e una banca dati. Terminato Archeomar 1 che ha riguardato i fondali marini di Campania, Basilicata, Calabria e Puglia, nel 2009 ha preso avvio Archeomar 2. La nuova fase si è sviluppata fino ai primi mesi del 2011 nelle acque di competenza di Lazio e Toscana. Due regioni con Soprintendenze (Roma, Lazio, Etruria Meridionale e Toscana) dotate in organico di funzionari archeologi subacquei: un dato importante che conferma la necessità di questa professionalità per il Ministero. Il lavoro svolto ha perciò beneficiato di un patrimonio di esperienze e conoscenze che hanno decisamente facilitato il raggiungimento dei risultati attesi. La Carta Archeologica delle Acque Italiane giunge con Lazio e Toscana quasi al 50% delle acque marine di competenza: un lavoro straordinario che oggi vede partire nella stessa direzione anche altri Paesi e non solo del Mediterraneo. Luigi MALNATI Direttore Generale per le Antichità

5 I numeri di Archeomar Tra il 2009 ed il 2011 l impegno di oltre 65 professionisti, archeologi subacquei, archeologi navali, storici, geofisici, geologi, informatici, sommozzatori, ingegneri, marittimi, grafici, fotografi e tecnici, ha permesso di indagare le coste di Lazio e Toscana e di realizzare il censimento dei beni archeologici sommersi nel mare delle due regioni. La consultazione di oltre 50 banche dati, archivi pubblici e privati, biblioteche, archivi museali, dipartimenti universitari, sia italiani che esteri, l utilizzo di 2 navi oceanografiche per l esecuzione di 55 giornate operative d indagine a mare, l esplorazione di oltre 230 kmq di fondo marino con side scan sonar e multibeam, la realizzazione di oltre 60 esplorazioni ROV e di immersioni con minisommergibile hanno permesso la documentazione diretta di 30 siti archeologici nelle acque delle due regioni, oltre alla schedatura di più di 790 siti. La filosofia del Progetto e la tecnologia impiegata hanno consentito ad Archeomar 2 di raggiungere i seguenti obbiettivi: - realizzare la schedatura di 30 siti archeologici sommersi lungo le coste delle due regioni e nelle acque di alcuni tra i più importanti arcipelaghi italiani; - scoprire 15 siti inediti e fino ad ora sconosciuti, a profondità comprese tra i 50 ed i 600 metri. Inoltre, anche in Archeomar 2, le linee progettuali sono state finalizzate al conseguimento di quei mezzi assolutamente prioritari per la messa a fuoco della più moderna e sofisticata pratica di tutela del patrimonio sommerso lungo le coste italiane: - fornendo al Ministero per i Beni e le Attività Culturali e alle Soprintendenze per i Beni Archeologici delle regioni Lazio e Toscana un sistema GIS aggiornato dei siti archeologici sommersi lungo le coste composto da 794 schede documentali, 118 filmati, 815 immagini, 220 immagini side scan sonar, rilievi batimetrici ed analisi sub bottom profiler; - archiviando i dati relativi alle 30 schede-sito su SD-Card fornite ai corpi a mare delle Forze dell Ordine operanti in Lazio e Toscana; - realizzando il secondo volume dell atlante fotografico e cartografico dei siti sommersi presenti lungo le coste italiane. 3

6 Censimento dei beni archeologici sommersi delle regioni Campania, Basilicata, Puglia e Calabria Il progetto Il Progetto, coordinato e diretto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Direzione Generale per le Antichità, è stato sviluppato congiuntamente dall ATI e dai nuclei subacquei delle Soprintendenze per i Beni Archeologici del Lazio, di Roma, dell Etruria Meridionale e della Toscana, con la collaborazione delle forze che operano in mare. Le fasi operative sono state dirette e seguite dai funzionari delle singole Soprintendenze in qualità di responsabili dei nuclei di archeologia subacquea. Archeomar 2 ha previsto la catalogazione, localizzazione e documentazione dei siti sommersi lungo le coste e gli arcipelaghi delle regioni Lazio e Toscana, con l intento di ampliare la banca dati di censimento iniziata nelle 4 regioni del meridione d Italia nel corso del primo progetto Archeomar. Lo strumento informatico creato attraverso Archeomar 2, infatti, consente oggi di gestire la tutela, la ricerca e la documentazione sui siti sommersi delle 6 regioni ad oggi indagate nell ambito del Progetto Archeomar. Le Fasi Fase I Consultazione di archivi e banche dati. Raccolta della documentazione relativa a siti editi e noti in letteratura archeologica. Raccolta di informazioni inedite sul territorio. Creazione di una banca dati preliminare funzionale alla ricerca. Fase II Indagine diretta a mare mediante strumentazione geofisica, sia in corrispondenza di alcuni dei siti schedati in Fase I, sia in aree di ricerca indicate dalle Soprintendenze per i Beni Archeologici delle regioni Lazio e Toscana. Fase III Analisi ed interpretazione dei dati raccolti. Aggiornamento del database di Archeomar. Messa a disposizione delle informazioni ai diversi enti preposti alla tutela del patrimonio culturale. Fase IV Attività di formazione, sensibilizzazione, diffusione e divulgazione dei risultati ottenuti. La realizzazione del progetto Archeomar 2 è stata resa possibile grazie allo stanziamento di fondi della legge n. 264 (art. 13, 8 nov e successivi decreti), in seguito al quale è stata indetta, dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, una gara internazionale vinta dal raggruppamento di imprese capitanato dalla Cooperativa Nautilus e composto dalla francese Comex e da Tesi Archeologia. 4

7 Il censimento Le ricerche condotte presso gli archivi delle Soprintendenze, delle Università, presso numerose biblioteche e fondazioni sia italiane che estere hanno permesso agli archeologi di realizzare una prima schedatura di 764 siti subacquei. 169 di questi disponevano di coordinate geografiche certe, mentre in molti casi le informazioni circa il posizionamento erano affidate a semplici annotazioni generiche, quando non a vere e proprie ipotesi. Prima di avviare le operazioni di ricerca a mare, al fine di individuare le aree da sottoporre ad indagine, sono stati organizzati incontri con i responsabili delle autorità competenti per la tutela del patrimonio archeologico sommerso sul territorio delle due regioni. Grazie al lavoro congiunto svolto con le Soprintendenze archeologiche del Lazio, di Roma, dell Etruria Meridionale e della Toscana, sono stati così circoscritti alcuni specchi di mare da investigare con le strumentazioni a disposizione, sia per quanto riguarda l individuazione ed il corretto posizionamento di siti noti, sia per la verifica di eventuali nuove segnalazioni. In questa fase ha giocato un ruolo fondamentale l ottima conoscenza del territorio acqueo da parte delle singole soprintendenze. Sonogramma di un relitto metallico della seconda guerra mondiale individuato nelle acque di Anzio. 779 siti censiti Complessivamente sono quindi stati censiti 779 siti archeologici, distribuiti lungo i litorali delle 2 regioni oggetto del censimento, su base bibliografica/ archivistica ed a seguito delle ricerche a mare. Per 30 siti è stato possibile effettuare verifiche dirette a mare. 15 di questi siti erano assolutamente inediti e possono essere considerati scoperte effettuate grazie al Progetto Archeomar. 5

8 I 779 siti censiti sono distribuiti nel territorio delle 2 regioni e delle 4 Soprintendenze. 409 siti sono ubicati nella regione Toscana, 340 siti nella regione Lazio, di cui 243 nel territorio di competenza della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell Etruria Meridionale, 15 nel territorio di competenza della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Roma, 112 nel territorio di competenza della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio. Tipologia dei si Toscana FASE I Lazio FASE II Toscana Lazio Nuovi Edi Nuovi Edi Totale schede-sito db Archeomar 2 Reli Stru ure Gruppi di reper Reper Isola Totale La presenza di alcuni tra i più importanti arcipelaghi del Mediterraneo nelle acque delle due regioni rappresenta una delle ragioni principali della ricchezza di siti e relitti sommersi. Occupate sin dall antichità, crocevia di mezzi e uomini, punti utili alla sosta durante le lunghe navigazioni mediterranee, le isole di Lazio e Toscana conservano infatti importanti testimonianze dell attività umana. L importanza delle attività legate al mare ed alla navigazione nelle due regioni, inoltre, è confermata anche dall impatto che la navigazione a vapore e gli eventi bellici del ventesimo secolo hanno ricoperto non solo per quanto attiene l occupazione antropica delle coste, ma anche per quanto riguarda la presenza di relitti sommersi, ben documentati nel censimento condotto da Archeomar 2. 6

9 I siti indagati Dopo la prima schedatura che ha riguardato 181 relitti di imbarcazioni, 69 strutture sommerse, 182 insiemi di reperti e ben 332 reperti isolati, le indagini a mare condotte durante il 2009 ed il 2010 hanno permesso l individuazione di altri 11 relitti di imbarcazione fino ad ora sconosciuti. Tra questi relitti, ve ne sono due a dolia, inoltre: resti di un carico di anfore greco-italiche, 1 reperto isolato di età romana, 3 insiemi di reperti, tra cui spiccano i rinvenimenti dell Isola di Giannutri, da cui provengono numerose anfore di età eterogenea. La possibilità di effettuare indagini a profondità fino a 600 metri e di documentare mediante ROV e minisommergibile tutti i rinvenimenti ha consentito di effettuare ricerche a profondità fino ad oggi non raggiunte agevolmente per scopi scientifici ed archeologici. Dei 30 siti indagati nel corso della Fase 2 di ricerca a mare 13 si trovano a batimetrie comprese tra 0 e 50 m, 9 tra 50 e 100 m e 8 oltre i 100 metri. Le punte estreme sono rappresentate dalla peschiera semisommersa di Santa Liberata in Toscana (Monte Argenatrio) e dal relitto inedito di dolia individuato al largo di Capo Linaro ad una profondità di oltre 560 metri. La maggior parte dei siti censiti al termine del progetto è riferibile all età classica; poco più del 15% risultano essere di età contemporanea e sono prevalentemente identificabili con relitti della seconda guerra mondiale. Non mancano anche in queste regioni siti protostorici, medievali e rinascimentali. Per quanto riguarda le indagini a mare, il 50% dei siti oggetto di indagine è risultato di nuova scoperta. I siti verificati direttamente in immersione sono cronologicamente collocabili tra l età pre-romana e la seconda guerra mondiale con una maggior incidenza dei siti di epoca romana. La scelta di verificare punti oggetto di segnalazioni e recuperi fortuiti da parte di pescatori ha permesso di individuare gruppi di anfore e dolia interpretabili come resti di importanti relitti di età romana posizionati a profondità superiori ai 100 metri. Si è infine proceduto a monitorare lo stato di giacitura e conservazione di alcuni dei più importanti siti oggetto di indagine nel corso degli ultimi anni ad opera delle Soprintendenze. Archeomar 2 ha visto l impiego delle più moderne tecnologie di ricerca: un minisommergibile (foto a sinistra) e ROV con rilevatori dimensionali laser (foto a destra). 7

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11 I relitti individuati 191 relitti nuovi ritrovamenti Nel corso delle ricerche presso gli archivi di Fase 1 sono stati censiti 191 relitti. I relitti oggetto di indagine nel corso del Progetto Archeomar 2 possono essere distinti secondo due grandi tipologie: - i resti di scafi, per lo più metallici o con parti metalliche, riferibili al periodo successivo all introduzione della navigazione a vapore e per lo più ascrivibili alla seconda guerra mondiale; - i resti di carichi, per lo più ceramici, rappresentati da dolia ed anfore di epoca classica interpretabili come testimonianze dirette dell affondamento di antichi navigli. Le indagini condotte a mare tra il 2009 ed il 2010 hanno inoltre permesso di individuare 11 relitti inediti tra cui: - 2 relitti a dolia; - 3 relitti con anfore databili all età pre-classica o classica. Alcuni dei nuovi rinvenimenti sono stati effettuati partendo da segnalazioni fornite da pescatori a seguito di afferrature: ciononostante, nella maggior parte dei casi, i cumuli di anfore e dolia si presentano in ottimo stato di conservazione. L utilizzo della strumentazione geofisica e del minisommergibile ha consentito di ottenere dati utili non solo all identificazione dei reperti, ma anche alla valutazione del loro stato di conservazione in funzione della loro tutela. Quattro dei relitti indagati nel corso delle operazioni a mare di Archeomar 2. In senso orario, il relitto a dolia di Capo Linaro (Lazio), il relitto delle tegole di Terracina (Lazio), il relitto a dolia di Punta del Nasuto (Toscana) ed il carico di ceramiche dello Scoglietto (Toscana). 9

12 Le strutture 69 strutture individuate e documentate Il Progetto Archeomar 2 ha consentito il censimento e la georeferenziazione di 69 strutture sommerse o semisommerse, dislocate lungo le coste di Lazio e Toscana, oltre che delle isole che compongono gli importanti arcipelaghi delle due regioni. Si tratta sia di strutture realizzate originariamente in ambiente subacqueo, come le peschiere, i ninfei, le opere portuali o le banchine d attracco, sia di strutture un tempo emerse ed oggi sprofondate per effetto delle diverse modificazioni subite dalla morfologia delle coste. Tre immagini delle indagini a mare condotte presso la peschiera di Santa Liberata presso Porto Santo Stefano - Toscana. Si notano sia i resti delle strutture emerse che delle parti originariamente edifi cate in acqua. 10

13 I reperti Sia in fase di censimento che durante le operazioni di ricerca a mare, i diversi reperti individuati sono stati suddivisi in reperti isolati e gruppi di reperti. Questa suddivisione consente infatti di distinguere i rinvenimenti fortuiti di elementi di interesse storico, isolati e svincolati dal contesto originario a causa di diversi fattori, da concentrazioni di reperti che potrebbero suggerire la presenza di contesti archeologici o relitti. Durante le ricerche a mare, è stato possibile rilevare la presenza di un dolio isolato, forse proveniente da un relitto e dislocato in giacitura secondaria dalle reti di un peschereccio, di un ceppo d ancora incastrato alla base di una secca laziale, a probabile testimonianza di un antico ridosso, così come di altri oggetti di età antica, forse persi in mare durante la navigazione. In almeno un caso, invece, la presenza di numerose anfore di età eterogenea, ascrivibili ad un periodo compreso tra l età etrusca e l epoca imperiale, all interno di un unico contesto spaziale sembra suggerire la possibile presenza dei resti di naufragi così come di un punto di approdo nei pressi dell isola di Giannutri, oggi parco naturale. Durante le operazioni di ricerca a mare del 2009 e del 2010 sono stati individuati numerosi reperti archeologici nei fondali oggetto di indagine. Si tratta di testimonianze di attività di pesca, navigazione e commerci, per lo più datati all età classica. In senso orario: un ceppo d ancora in piombo del mare di Anzio, tre esemplari di anfore da Giannutri, la base di colonna dell Argentarola ed un anello in piombo rinvenuto nelle acque della Toscana. 11

14 Il GIS Archeomar Nel quadro della creazione di una banca dati unitaria e condivisa in grado di costituire un utile strumento aggiornabile, dinamico, interrogabile, essenziale per una corretta e moderna gestione, tutela e valorizzazione dei siti archeologici sommersi, è stato costruito un apposito sistema informativo territoriale o GIS. Tutte le informazioni, derivate sia dalle indagini presso archivi e biblioteche sia dalle ricerche in mare, sono state organizzate all interno del GIS. Il sistema è stato realizzato con una struttura flessibile e scalabile basata su una architettura client/server, sfruttando SQL Server come database relazionale e la tecnologia ArcGIS di ESRI per la gestione della componente grafica e cartografica. Tale sistema è oggi capace di gestire e rendere disponibile agli utenti l insieme di tutti i dati raccolti, dando la possibilità di effettuare le più diverse ricerche attraverso specifiche interrogazioni. Lo schema del database relazionale è incentrato sul sito, descritto secondo le sue caratteristiche fisiche, la localizzazione, il grado di conservazione e di rischio, l interpretazione archeologica e la sua cronologia. 12

15 Alcune schede (schede di prospezione) che includono anche i dati geofisici, fotografici e i video, visualizzabili direttamente all interno del GIS, sono collegate alla tabella sito. Altre tabelle contengono dati bibliografici, di archivio, di scavo, relativi a cartografia storica e a materiali raccolti o comunque individuati durante le indagini presso biblioteche e archivi. Oltre al GIS, che è gestito direttamente dal MiBAC, appositamente per il Progetto è stato realizzato un Web GIS che, tramite rete intranet, consente alle Soprintendenze l accesso al database Archeomar. Il Web GIS offre, in un applicazione fruibile mediante un comune browser web, potenti strumenti di consultazione ed interrogazione della banca dati e dei siti archeologici censiti. Appositi corsi di formazione sull uso del GIS Archeomar sono stati organizzati nell ambito del Progetto per i funzionari del Ministero e delle Soprintendenze delle due regioni. Ciascuna Soprintendenza inoltre è stata fornita di hardware e software in grado di assicurare la connessione e navigabilità nel GIS Archeomar. 13

16 La tutela del patrimonio archeologico sommerso: le SD-card per le Forze dell Ordine che operano in mare e la verifica dello stato di conservazione di alcuni siti Il Progetto Archeomar 2 non ha fornito soltanto importanti informazioni scientifiche al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ma ha dato vita ad una gamma di prodotti multimediali funzionali alle diverse operazioni necessarie per garantire la tutela dei beni e dei siti sommersi. In particolare, anche grazie alla diretta collaborazione con le unità operative a mare, al termine dell informatizzazione dei dati e della strutturazione del database georeferenziato è stato possibile fornire alle Capitanerie di Porto, ai Carabinieri, alla Guardia di Finanza ed alla Polizia alcune SD-Card compatibili con gli strumenti di navigazione oggi in uso a bordo delle diverse unità. All interno delle schede di memoria sono infatti stati caricati i dati topografici ed una serie di importanti informazioni relative a tutti i 779 siti individuati nel corso del Progetto Archeomar 2 Lazio e Toscana. E stato anche possibile sperimentare l utilizzo delle tecnologie di georeferenziazione e di indagine strumentale per la verifica dello stato di conservazione di siti e reperti. Nei pressi dei relitti di Montalto di Castro, Ladispoli, della Secca dei Mattoni di Ponza, del Polluce o dello Scoglietto presso l Isola d Elba, l utilizzo delle coordinate inserite nel database di Fase 1 ha permesso di svolgere immersione direttamente sui siti per visualizzarne lo stato di conservazione e per verificare se i sistemi di tutela messi in atto fossero effettivamente funzionali. GLI STRUMENTI PER L INDAGINE A MARE timetrie di dettaglio del fondo marino, riproducibili graficamente anche su 3 dimensioni; Dal punto di vista strumentale il Progetto Archeomar ha visto in campo le tecnologie più performanti della geofisica marina adattate e utilizzate nel campo dell archeologia marina: - sistemi di posizionamento differenziale sky fix e RTK in grado di assicurare il posizionamento sub-metrico dei siti individuati; - navi oceanografiche fornite di posizionamento dinamico per garantire la stazionarietà del mezzo anche in assenza di ancoraggi; - apparati side scan sonar costieri e oceanici, in grado di fornire in tempo reale il rilevamento fotogrammetrico ultracustico del fondo marino, ovvero la sua registrazione in immagini digitali, non distorte, ad altissima risoluzione e georeferenziate; - sistemi multibeam echosounder, in grado di fornire ba14 - sub bottom profiler e magnetometri, per consentire l individuazione di reperti e strutture sepolti al di sotto del tetto topografico del fondo; - 2 ROV (uno di classe Perseo e uno di classe Super Achille) in grado di operare fino a 1000 metri di profondità, utilizzabili per l acquisizione di immagini e video ad altissima risoluzione, registrate sia su nastro che in file digitali direttamente su hard disk; - un sottomarino Remora 2000, capace di condurre in immersione un equipaggio di due persone per effettuare esplorazioni dirette di siti posti a 600 metri di profondità, con un autonomia di 10 ore.

17 Altri prodotti Nell ambito del Progetto Archeomar 2, oltre al GIS-Archeomar ed alle SD-Card, sono stati realizzati alcuni importanti output: - un documentario che illustra le attività svolte a terra ed in mare durante tutto il Progetto, la tecnologia utilizzata, i risultati ottenuti. Ricco di immagini raccolte a bordo delle imbarcazioni durante le operazioni, il documentario racconta in maniera semplice ma efficace le ricerche; - un atlante fotografico e cartografico dei siti georeferenziati come censiti in Fase 1 ed indagati in Fase 2. L atlante riporta le informazioni tecnico-scientifiche dei diversi siti, oltre a numerose immagini e ai dati necessari per il corretto studio dei reperti e dei siti che compongono il ritrovamento; - manuali per l utilizzo del web-gis e dei diversi sistemi impiegati per l individuazione dei siti archeologici. Il documento fornisce un panorama aggiornato dei sistemi di utilizzo delle tecnologie geofisiche ed informatiche in ambito archeologico. Inoltre, al fine di una corretta divulgazione dei risultati del progetto sono stati realizzati poster, brochure, cd, dvd ed è stato aggiornato il sito internet ( che illustra il Progetto, le metodiche utilizzate per la ricerca, oltre che i risultati ottenuti. Atlante Fotografi co e Cartografi co dei Siti Archeologici Sommersi. Atlante Multimediale Archeomar. 15

18 Il MiBAC e la Direzione Generale per le Antichità STRUTTURA ORGANIZZATIVA Responsabile Unico del Procedimento Claudio Moccheggiani Carpano, Stefano De Caro, Luigi Fozzati Comitato scientifico Luigi Fozzati, Sebastiano Tusa, Giulio Volpe, Annalisa Zarattini, Luciano Marchetti, Marina Sapelli Ragni, Annamaria Moretti, Mario Lolli Ghetti, Fulvia Lo Schiavo Direzione scientifica Luigi Fozzati Coordinamento tecnico Annalisa Zarattini Gruppo di progetto Claudio Moccheggiani Carpano, Luigi Fozzati, Cinzia Nuccitelli, Giuseppe Mattiozzi, Daniele Ciocchetti Commissione direzione, monitoraggio e controllo Annalisa Zarattini, Claudio Moccheggiani Carpano, Cinzia Nuccitelli, Daniele Ciocchetti Gruppo di supporto tecnico Annalisa Zarattini, Valeria D Atri, Angelo Pellegrino, Pamela Gambogi, Daniele Ciocchetti Segreteria di gara d appalto Cinzia Nuccitelli, Fabiana Vinella Segreteria tecnica amministrativa Cinzia Nuccitelli, Daniele Ciocchetti, Egisto Ramarini Webmaster Daniele Ciocchetti, Claudio Solazzi Le società che hanno realizzato il progetto La realizzazione del Progetto Archeomar 2 - Lazio e Toscana è stata assegnata, sulla base di una gara internazionale, al raggruppamento di imprese capitanato dalla Cooperativa Nautilus di Vibo Valentia. Il raggruppamento si compone di 3 società altamente qualifi cate e leader nei diversi settori di competenza che riguardano la geofi sica, l archeologia subacquea, le prospezioni subacquee: Nautilus Società Cooperativa di Vibo Valentia; Comex di Marsiglia; Tesi Archeologia di Genova.

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