La storia d'italia nell'età della Destra Storica

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1 La storia d'italia nell'età della Destra Storica La breccia di Porta Pia (1870) 3

2 Il 23 marzo 1861 si costituisce il primo governo del Regno d Italia, Cavour è presidente del consiglio e nei primi suoi interventi alla Camera chiarisce la posizione del governo rispetto alla questione romana: Roma sarà la capitale del regno nel rispetto della libertà spirituale del pontefice. Al ministero dell Interno viene nominato Marco Minghetti, autore di un progetto di decentramento amministrativo, ma il consiglio dei ministri ritira i disegni di legge proposti da Minghetti, progetti che non verranno più presentati: la scelta di una forma accentrata delle istituzioni statali sembra alla classe dirigente, erede di Cavour, strumento più adatto ad affrontare i problemi del paese. Al momento dell unità, l Italia conta circa 22 milioni di abitanti, di questi, solo 5 milioni hanno frequentato un corso di istruzione elementare, l analfabetismo che registra un tasso medio del 78% raggiunge nel Mezzogiorno punte del 90%, pochissimi sono quelli che fanno uso della lingua italiana. Il brigantaggio, fenomeno endemico nel Regno delle Due Sicilie, sta assumendo i caratteri di una vera guerra civile, è un attacco che sembra mettere in forse le basi stesse dell unificazione appena conseguita, per questo la reazione dei governi sarà spietata e già nel maggio cominciano ad affluire nel mezzogiorno ingenti rinforzi militari. Nel 1863 le forze impiegate nella repressione del brigantaggio contano uomini, la metà dell intero esercito italiano, vengono istituiti tribunali speciali per giudicare e condannare i ribelli, chi oppone resistenza armata viene immediatamente fucilato. Il grande brigantaggio viene sconfitto in pochi anni, nel 1865 le bande più pericolose sono state distrutte. Altre sommosse vengono sedate nel 1864, quando il 21 e il 22 settembre Torino è sconvolta da violentissime dimostrazioni contro il trasferimento della capitale a Firenze. Negli scontri con la forza pubblica muoiono cinquanta persone e il 23 settembre il governo presieduto da Minghetti è costretto a dimettersi perché accusato dal re di eccessiva brutalità nella repressione della sommossa. Nel nuovo governo che vede La Marmora presidente del consiglio, Luigi Torelli viene nominato ministro dell Agricoltura. Il 20 marzo1865 è l anno della legge di unificazione amministrativa che comprende l ordinamento comunale e provinciale, la pubblica sicurezza, la sanità pubblica, i lavori pubblici, il Consiglio di Stato e il contenzioso amministrativo. Le province diventano le circoscrizioni amministrative più importanti e vengono poste sotto lo stretto controllo dei prefetti, rappresentati del potere esecutivo. In agosto numerose città italiane segnalano casi di colera, il focolaio dell epidemia è Ancona ma rapidamente il morbo si diffonde su tutto il territorio nazionale. La lezione severa del colera, come l avrebbe definita Pietro Maestri, promotore della organizzazione statistica nazionale, mette in luce le misere condizioni di vita della gran parte della popolazione. La maggioranza degli italiani 4

3 vive nelle campagne e in piccoli centri rurali e l agricoltura occupa il 70% della popolazione attiva. Un economia basata sull autoconsumo e sullo scambio in natura è indice del bassissimo livello di vita della popolazione rurale: le abitazioni sono spesso veri e propri tuguri, l alimentazione si basa prevalentemente sul pane, spesso di cereali inferiori. Mancanza di igiene, promiscuità, denutrizione sono causa di diffusione di gravi malattie, quali colera, pellagra, malaria. E una realtà in buona parte ancora sconosciuta al grosso dell opinione pubblica urbana e borghese, la stessa classe politica non ha mai visitato il nostro Mezzogiorno, Cavour, che pure ha viaggiato per l Europa, non si è mai spinto a sud di Firenze. Mancano dati statistici, le comunicazioni sono difficili, la rete ferroviaria e quella stradale sono praticamente inesistenti, l Italia è dunque un paese gravemente arretrato nella sua economia e nelle condizioni sociali della popolazione, occorre allora investire nelle infrastrutture necessarie allo sviluppo economico, strade e ferrovie, occorre combattere l analfabetismo, promuovere l industria e modernizzare l agricoltura e tutto ciò mentre rimane ancora aperto il problema del completamento dell unità con il Veneto, il Trentino e soprattutto Roma e il Lazio. Nell affrontare i problemi dell arretratezza economica e sociale, la classe dirigente prosegue sulla strada percorsa da Cavour in Piemonte: la legislazione doganale ispirata a principi liberisti viene estesa a tutto il territorio nazionale, adottando dazi di entrata molto bassi. Viene dato grande impulso allo sviluppo delle vie di comunicazione, le ferrovie innanzitutto collegano le principali città favorendo gli scambi e mettendo fine ad una economia di esclusivo autoconsumo, conseguenza dell isolamento di molte località del paese. La maggiore facilità negli scambi favorisce la domanda e di conseguenza la specializzazione produttiva, soprattutto di colture specializzate rivolte all esportazione. Se è possibile riscontrare cambiamenti nell economia agricola, con un relativo incremento della produzione, non altrettanto si può dire per il settore industriale che risulta penalizzato dall aumento della concorrenza internazionale, favorita dalla politica liberista. Se la produzione della seta regge grazie all esportazione, pur con un modello produttivo arretrato, l industria siderurgica e meccanica non riesce ad avvantaggiarsi dello sviluppo della rete ferroviaria, tutte le commesse finiscono perlopiù in mano straniera. Il modello di sviluppo liberista cui si ispirano gli uomini politici italiani dei governi postunitari consente una rapida integrazione del nuovo Stato nel contesto economico europeo e sicuramente dopo un ventennio di vita unitaria l Italia è un paese più moderno ma non è un paese più ricco di quanto non fosse al momento dell unificazione. La responsabilità principale di questa situazione ricade sulla politica fiscale adottata dal governo per fare fronte ai costi della recente unificazione, la pressione tributaria fa ricorso sia alla tassazione diretta sulla ricchezza mobile e fondiaria, che alla tassazione indiretta sui beni di consumo. A causa delle spese sostenute per la terza guerra di indipendenza si deve ricorrere 5

4 ad un nuovo inasprimento della pressione fiscale con l introduzione della tassa sulla macinazione delle farine, nota come la tassa sul macinato. Le prime agitazioni sociali, accompagnate dalla crescita di impopolarità del governo, sono la conseguenza dell introduzione di questa nuova tassa che va a colpire la classe sociale più povera, trattandosi in pratica di una tassa sul pane. L altro compito che la Destra storica deve affrontare è quello del completamento dell unità, riunendo alla madrepatria quei territori abitati da popolazioni italiane che erano rimasti fuori dai confini politici del regno. Nel marzo 1866 il cancelliere prussiano Otto von Bismarck propone all Italia un alleanza contro l Austria in cambio del Veneto e l 8 aprile un trattato segreto tra Italia e Prussia prevede che in caso di vittoria all Italia andranno i terrori ancora sotto dominio asburgico. Il 17 giugno la Prussia dichiara guerra all Austria, il 20 giugno è la volta dell Italia. L esito umiliante del conflitto, con le sconfitte di Custoza e di Lissa, prevede, dopo la schiacciante vittoria prussiana a Sadowa del 3 luglio e gli accordi della pace di Praga del 23 agosto, la consegna del Veneto alla Francia successivamente girato da Napoleone III all Italia, restano quindi fuori la Venezia Giulia e il Trentino, esclusione che avrebbe causato per i successivi cinquanta anni proteste e agitazioni patriottiche. Da eventi esterni sarebbe stata facilitata anche la presa di Roma: svanita dopo la sconfitta di Mentana la speranza di risolvere la questione romana d accordo col papa e con la Francia, sarà l esito della guerra franco-prussiana e la caduta di Napoleone a liberare il governo italiano dagli accordi sottoscritti con la Convenzione di settembre. Il 20 settembre 1870 i soldati italiani, penetrati otto giorni prima nello Stato Pontificio, entrano a Roma e occupano la città mentre il papa si rifugia nei palazzi vaticani. Il plebiscito del 2 ottobre sancisce l annessione di Roma e del Lazio al Regno d Italia. Il 20 novembre si svolgono le elezioni politiche con la partecipazione per la prima volta degli elettori del Lazio, l astensionismo promosso soprattutto dalla propaganda cattolica è alto, la percentuale dei votanti è inferiore al 46%, l esito del voto conferma tuttavia la maggioranza alla Destra. Il 23 dicembre la nuova Camera approva la proposta di trasferire la capitale a Roma entro il 30 giugno Prima del trasferimento della capitale lo Stato italiano ha regolato con una legge i rapporti con la Santa Sede, è la legge delle guarentigie cioè delle garanzie, con essa il Regno d Italia si impegna unilateralmente a garantire al pontefice le condizioni per il libero svolgimento del suo magistero spirituale. Non si attenua per questo l intransigenza del papa, anzi l invito ad astenersi dalla partecipazione alla vita politica rivolto ai cittadini italiani dopo l unità diventa nel 1874 un vero e proprio divieto che si riassume nella formula del non expedit: non è opportuno che i cattolici partecipino alle elezioni politiche, elezioni che si svolgono a novembre con una partecipazione del 6

5 55,7% degli aventi diritto, ne esce una Camera nella quale i moderati conservano la maggioranza, ma si tratta di una camera profondamente rinnovata nella quale la sinistra guadagna 30 seggi. Il quadro politico italiano è andato mutando nel corso della prima metà degli anni 70: sono aumentati i deputati che si definiscono indipendenti o di centro, lo schieramento di Destra si è venuto sempre più frantumando in gruppi regionali, mentre la sinistra, dopo il trauma della Comune parigina, si è spostata su posizioni moderate. Il 18 marzo 1876 la maggioranza di governo viene messa in crisi dalla defezione del gruppo toscano sul progetto governativo del passaggio alla gestione statale delle ferrovie, Minghetti, messo in minoranza presenta le dimissioni. E l avvio della cosiddetta rivoluzione parlamentare, il re affida l incarico ad Agostino Depretis e una settimana dopo nasce il primo governo della Sinistra. Il sistema prefettizio Il prefetto italiano nasce con il regio decreto del 9 ottobre 1861, prende così vita una figura che sarebbe stata insieme organo di accentramento politico amministrativo e di decentramento burocratico. Il titolo di prefetto viene scelto perché il ricordo dei prefetti del periodo napoleonico è associato all unico esempio di amministrazione moderna che l Italia abbia sperimentato. Da subito al prefetto vengono assegnate molte funzioni che gli derivano dall essere rappresentante periferico del Ministero dell Interno, ministero con compiti molto estesi, tutti funzionali al mantenimento dell ordine sociale e politico. Attraverso i prefetti il ministero controlla le amministrazioni locali e le istituzioni pubbliche e private di beneficenza, gestisce l ordine pubblico e le prime forme di assistenza sanitaria, ha il controllo della stampa e delle associazioni, gestisce le elezioni politiche e amministrative, sorveglia le carceri, gli archivi, il teatro e gli spettacoli. Ma i prefetti non si limitano ad adempiere ai compiti finalizzati al mantenimento dell ordine pubblico quali garanti della conservazione sociale e politica, offrono anche un contributo fondamentale alla conoscenza delle diverse realtà del paese, impegnandosi personalmente nella preparazione delle statistiche che illustrano, grazie alla raccolta di informazioni di prima mano, la realtà di ogni singola provincia. L importanza del ruolo del prefetto si rileva anche da alcuni elementi di alto valore simbolico, il prefetto indossa la divisa nelle cerimonie ufficiali al pari degli ambasciatori, inoltre gli è riservato uno stipendio molto più alto di quello spettante agli alti funzionari e non può essere sottoposto a procedimento penale per gli atti compiuti nell esercizio delle sue funzioni senza l autorizzazione del re, infine, dopo sette anni di carriera prefettizia si apre per lui la possibilità di accedere al Senato, nomina che oltre ad accrescere il suo personale prestigio gli consente di esercitare anche l attività legislativa. 7

6 I prefetti dell unificazione politica non sono stati solo strumenti del controllo del centro sulla periferia ma piuttosto artefici intelligenti dell unificazione amministrativa e promotori della modernizzazione del paese nel sostegno dato alle forze del progresso economico e civile. 8