IMPIANTI DI RILEVAMENTO FUMI
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- Annabella Guidi
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1 IMPIANTI DI RILEVAMENTO FUMI Sistema di alimentazione: o L'impianto di rilevazione deve essere alimentato da almeno due fonti di energia elettrica tra loro distinte. L'alimentazione secondaria deve intervenire automaticamente entro 15 secondi dalla mancanza della fonte primaria e dovrebbe poter funzionare per almeno 72 ore. Norme di riferimento: o Norma UNI 9795 Sistemi fissi automatici di rivelazione, di segnalazione manuale e di allarme d incendio ; o Norma UNI EN 54-7 Rivelatori di fumo Rivelatori puntiformi funzionanti secondo il principio della diffusione della luce, della trasmissione della luce o della ionizzazione ; o Norma UNI EN Rivelatori di fumo Rivelatori lineari che utilizzano un raggio ottico luminoso ; o Norma CEI 64-8 "Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua"; o Norma CEI Prove di resistenza al fuoco per cavi elettrici in condizioni di incendio - Integrità del circuito; o Guida CEI per il cablaggio per telecomunicazioni e distribuzione multimediale negli edifici residenziali; o Guida CEI "Edilizia residenziale. Guida per l'integrazione nell'edificio degli impianti elettrici utilizzatori, ausiliari e telefonici"; Principali leggi applicabili o Gli impianti antincendio sono soggetti alla Legge 46/90. Si deve però osservare che i sistemi elettrici di allarme fanno parte dell impianto antincendio se sono specificamente prescritti dai Comandi Provinciali dei Vigili del Fuoco in base alla legge 666/65 per gli ambienti soggetti a certificazione di Prevenzione Incendi oppure se il progettista dell impianto antincendio li ha specificamente previsti ad integrazione di altri provvedimenti. o Legge 46/90 "Norme per la sicurezza degli impianti"; o D.P.R. 447/91 "Regolamento di attuazione della legge 46/90";
2 o D.P.R. 392/94 "Regolamento recante la disciplina del procedimento di riconoscimento delle imprese ai fini dell'installazione, ampliamento e trasformazione degli impianti nel rispetto delle norme di sicurezza" o D.P.R. 558/99 "Regolamento recante norme per la semplificazione della disciplina in materia di registro delle imprese, nonché per la semplificazione dei procedimenti relativi alla denuncia di inizio di attività e per la domanda di iscrizione all'albo delle imprese artigiane o al registro delle imprese per particolari categorie di attività soggette alla verifica di determinati requisiti tecnici" o Legge 26/7/65 n. 666 ed i successivi decreti stabiliscono l obbligo di sottoporre, limitatamente a 97 attività pericolose, i progetti all esame e al parere vincolante dei Comandi Provinciali dei Vigili del Fuoco o DPR n Capo X; o D.P.R. 21 aprile 1993, n. 246 Regolamento di attuazione della direttiva 89/106/CEE relativa ai prodotti da costruzione ; o Circolare del Ministero dell Interno P559 /4101 del 22/03/04 Aggiornamenti apportati alla modulistica di prevenzione incendi ; o Circolare Ministero interno, 09/10/2003, n. P1172/4101 Chiarimenti in merito alla tipologia di certificazione di cui debbano essere muniti i rivelatori di fumo e/o di calore per poter essere installati nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi Principali attività per le quali è prevista la sorveglianza dei comandi provinciali dei vigili del fuoco (Art.4 Legge n 666 e successivi D.M.) Nota: non sono comprese le attività con rischio di esplosione che solitamente richiedono impianti elettrici di tipo antideflagrante.* 13 Stabilimenti ed impianti ove si producono o impiegano liquidi combustibili con punto di infiammabilità da 65 C a 125 C per quantitativi globali superiori a 0,5 m Stabilimenti, impianti, depositi o rivendite di vernici, inchiostri, lacche infiammabili o combustibili in quantitativi superiori a 500 kg Stabilimenti ed impianti ove si detengono o lavorano cereali, surrogati del caffè, zucchero, riso, pasta, tabacco in quantitativi superiori a q.li Stabilimenti, impianti e depositi di carta, cartoni e prodotti cartotecnici con quantitativi superiori a 500 q.li Stabilimenti, impianti e depositi ove si detengono o lavorano legnami in quantitativi superiori a 50 q.li 48 Stabilimenti ed impianti dove si producono, lavorano o detengano fibre tessili, tessuti e affini in quantitativi superiori a 30 q.li
3 49 Industrie dell arredamento, dell abbigliamento e della lavorazione delle pelli con oltre 24 addetti Teatri di posa e laboratori di attrezzature e scenografie teatrali Stabilimenti ed impianti per la produzione e la lavorazione della gomma e delle materie plastiche in quantitativi superiori a 50 q.li 62 Depositi e rivendite di cavi elettrici in quantitativi superiori a 100 q.li Stabilimenti siderurgici, impianti per la zincatura, ramatura e fusione di metalli Cantieri navali, stabilimenti per la costruzione e riparazione di materiale rotabile, costruzione di carrozzerie e rimorchi con più di 5 addetti Officine per la riparazione di autoveicoli e autorimesse con capienza superiore a 9 autoveicoli 82 Centrali elettroniche per l archiviazione ed elaborazione dati con più di 25addetti 83 Locali di pubblico spettacolo e trattenimento con capienza superiore a100 posti 84 Alberghi, pensioni e similari con capienza superiore a 25 posti letto 85 Scuole di ogni ordine e grado, collegi, accademie e similari con oltre100 presenze 86 Ospedali, case di cura e similari con oltre 25 posti letto 87 Locali adibiti all esposizione e vendita con superficie superiore a 400 m2 88 Locali adibiti a depositi di merci con superficie lorda superiore ai 1000 m2 89 Aziende, edifici ed uffici nei quali sono occupati oltre 500 addetti 90 Edifici pregevoli per arte e storia, archivi, musei, gallerie 94 Edifici destinati a civile abitazione con altezza superiore ai 24m Direttive applicabili: Direttiva 89/106/CEE relativa ai prodotti da costruzione o I componenti elettrici (pulsanti di allarme, centraline, rivelatori, attuatori), non sono contestabili se rispondenti a specifiche Norme CEI o se approvati dal Centro Studi ed Esperienza Antincendi dei Vigili del Fuoco. Generalmente sono accettate anche le certificazioni dei più qualificati Enti Normatori stranieri (NEC, Life Safety USA e VDE, DIN Germania).
4 Installazione: o Impianti ricadenti nel campo di applicazione della legge 46/90 Alla lettera g) del comma 1, articolo 1 della legge 46/90, vengono indicati come soggetti all applicazione della legge negli edifici adibiti ad uso civile, gli impianti di protezione antincendio. Gli impianti di rivelazione fumi rientrano nell ambito più generico degli impianti di protezione antincendio e per questo, essi sono soggetti al rispetto della legge 46/90, ma solo negli edifici adibiti ad uso civile (che, per il DPR 447/91 sono le unità immobiliari o la parte di esse destinata ad uso abitativo, a studio professionale o a sede di persone giuridiche private, associazioni, circoli o conventi e simili), e negli edifici scolastici di ogni ordine e grado (per i quali è entrato in vigore il 1 gennaio 2004, il DPR 380/01 vedi il DL 355/03). Per tutti gli altri tipi di ambienti, non si applica quindi la legge 46/90, almeno fino a quando non ci sarà un riordino del settore impiantistico, che sembra abbastanza imminente. Tutto ciò comporta che per installare un impianto di rivelazione incendi in un edificio civile o in una scuola, occorre un'impresa abilitata alla realizzazione degli impianti di cui all'art. 1 comma 1g) della legge 46/90 e iscritta nell'albo provinciale delle imprese artigiane, la quale al termine dei lavori deve rilasciare la dichiarazione di conformità; o Impianti non ricadenti nel campo di applicazione della legge 46/90 Il DM 4/5/98, al punto 3 dell allegato II, indica la documentazione tecnica da allegare alle domande di sopralluogo, per il rilascio del Certificato di Prevenzione Incendi. In particolare per gli impianti di rivelazione e segnalazione d incendio non ricadenti nel campo di applicazione della legge 46/90, afferma che La documentazione e' costituita da una dichiarazione di corretta installazione (modello Dich. Imp.) e funzionamento da parte dell'installatore... In questo caso quindi, pur occorrendo sempre il rilascio di una dichiarazione di conformità, non viene specificata la qualifica dell installatore; Necessità di progetto: o Impianti ricadenti nel campo di applicazione della legge 46/90 Per gli ambienti che ricadono sotto l influenza della legge 46/90 (civili e scuole), il DPR 447/91 rende obbligatorio il progetto dell impianto di rivelazione incendi solo se gli apparecchi di rilevamento sono in numero pari o superiori a 10 e in ogni caso quando riguarda attività soggette al rilascio del Certificato di Prevenzione Incendi, cioè le attività elencate nel DM 16/02/82; o Impianti non ricadenti nel campo di applicazione della legge 46/90
5 Il DM 4/5/98, al punto 3 dell allegato II, indica la documentazione tecnica da allegare alle domande di sopralluogo, per il rilascio del Certificato di Prevenzione Incendi. In particolare per gli impianti di rivelazione e segnalazione d incendio non ricadenti nel campo di applicazione della legge 46/90, afferma che La documentazione e' costituita da una dichiarazione di corretta installazione corredata di progetto, riferito alle eventuali norme di prodotto e/o agli eventuali requisiti prestazionali previsti da disposizioni vigenti o da prescrizioni del Comando provinciale VV.F., a firma di professionista. In assenza di tale progetto, dovrà essere presentata una certificazione (modello Cert. Imp.) (completa di documentazione tecnica illustrativa) a firma di professionista iscritto negli elenchi di cui alla legge n.818 del 1984 relativa agli stessi aspetti. Il modello Cert. Imp. Certificazione di impianto rilevante ai fini della sicurezza antincendio in assenza di progetto, ma non ricadente nel campo di applicazione della legge 46/90 e successivi aggiornamenti è contenuto nella circolare del Ministero dell Interno P559 /4101 del 22/03/04; Dichiarazione di conformità: o Impianti ricadenti nel campo di applicazione della legge 46/90 Un impianto di rivelazione fumi installato in un edificio civile o in una scuola, è soggetto alla legge 46/90 e di conseguenza, al termine dei lavori occorre rilasciare la dichiarazione di conformità ai sensi della legge stessa; o Impianti non ricadenti nel campo di applicazione della legge 46/90 Il DM 4/5/98, al punto 3 dell allegato II, indica la documentazione tecnica da allegare alle domande di sopralluogo, per il rilascio del Certificato di Prevenzione Incendi. In particolare per gli impianti di rivelazione e segnalazione d incendio non ricadenti nel campo di applicazione della legge 46/90, afferma che La documentazione e' costituita da una dichiarazione di corretta installazione (modello Dich. Imp.) e funzionamento da parte dell'installatore... Questa dichiarazione va rilasciata in base ad un modello emanato con la circolare del Ministero dell Interno P559/4101 del 22/03/04 Dichiarazione di corretta installazione di impianti con progetto antecedente alla legge 46/90 o di componenti di impianti con specifica funzione ai fini della sicurezza antincendio, ma non ricadenti nel campo di applicazione della legge 46/90 e successivi aggiornamenti (modello Dich. Imp.) ;
6 Classificazione dei locali: Note sul locale: Definizioni e interpretazioni o Rivelatore di fumo: Rivelatore sensibile alle particelle dei prodotti della combustione e/o pirolisi sospesi nell atmosfera (comunemente chiamati aerosol); o Tipologie di rilevatori I rivelatori di incendio hanno lo scopo di generare un segnale elettrico utilizzabile direttamente o attraverso una centralina quando nell ambiente in cui sono installati si presenta: presenza di fumo incremento anormale della temperatura emissione di radiazioni infrarosse della fiamma perturbazioni della densità dell aria causate dal calore I rivelatori possono essere di tipo puntiforme o a barriera. I rivelatori puntiformi sono costituiti da un unico sensore, generalmente installato a soffitto, e coprono una superficie di circa m2; si distinguono per il diverso principio di funzionamento che può basarsi sulla rivelazione della presenza di fumo, sul rilevamento della temperatura o della presenza nel loro raggio di azione di radiazioni infrarosse. I rivelatori di fumo più diffusi sono di tipo foto ottico e basano il loro principio di funzionamento sulla capacità che hanno le particelle presenti nel fumo di diffondere un fascio di luce all'interno di un dispositivo dove è presente una sorgente di radiazione infrarossa ed un fotodiodo ricevitore. In condizioni normali il fotodiodo non riceve le radiazioni della sorgente, quando il fumo
7 penetra nel rilevatore le particelle presenti ne diffondono la radiazione che colpendo il fotodiodo dà luogo ad una segnalazione d'allarme. I rilevatori puntiformi ottici hanno una sensibilità elevata in presenza di fumi chiari poiché essi sono poco assorbenti ed hanno buone proprietà riflettenti (i fumi chiari vengono generalmente prodotti negli incendi covanti ed inoltre durante la combustione della carta, polietilene, nonché durante il surriscaldamento di cavi elettrici isolati con PVC; hanno invece una sensibilità minore in presenza di fumi scuri quali quelli che si originano in incendi di liquidi infiammabili o di materie plastiche. Altri tipi di sensori puntiformi molto usati quando l incendio si sviluppa in modo violento, basano il loro principio di funzionamento sul rilevamento della temperatura ambiente: un termistore varia la propria resistenza con la temperatura e tale variazione è utilizzata per produrre il segnale elettrico; anche in questo caso il segnale prima di essere accettato è controllato da un microprocessore che, in base alla temperatura effettiva e soprattutto alla velocità con cui aumenta, valuta se trattasi di un incendio o di un evento occasionale. Un terzo tipo di rivelatore puntiforme si base sullo stesso principio di funzionamento dei sensori a raggi infrarossi passivi utilizzati per accendere automaticamente la luce o per la protezione volumetrica negli impianti antintrusione: la fiamma presente nell ambiente emette radiazioni infrarosse molto potenti ma variabili per intensità e direzione; il sensore riceve tali radiazioni e attraverso un microprocessore valuta se sono originate da fiamma persistente o da eventi casuali. I rivelatori a barriera, usati per controllare ambienti vasti oppure specifiche zone (per esempio una catasta di materiale infiammabile) sono costituiti anch essi da un trasmettitore di impulsi di radiazioni infrarosse o ultraviolette e da un ricevitore sintonizzato su detti impulsi (come per il rivelatore foto ottico). Il principio di funzionamento si basa su una perturbazione che si verifica nella spazio controllato dalla barriera; in assenza di perturbazioni il ricevitore genera impulsi elettrici perfettamente coerenti con gli impulsi di radiazioni emesse dal trasmettitore. Se il percorso dei raggi è perturbato dalla presenza di fumi, di fiamme o anche di atmosfera meno densa perché calda, il trasmettitore ed il ricevitore non sono più in perfetta sintonia ed il rivelatore si pone in stato di allarme. Per evitare l allarme dovuto a eventi casuali (tensioni indotte, radiazioni occasionali, guasti) il microprocessore effettua automaticamente un test: al primo segnale vengono accelerati gli impulsi di radiazioni infrarosse emessi dal trasmettitore controllando la risposta del ricevitore; se tale risposta è coerente e persistente il segnale è valido ed il rivelatore si pone in stato di allarme.
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