IMMANUEL KANT

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1 IMMANUEL KANT Kant prende le mosse dall Empirismo arrivando a elaborare il suo Criticismo (anche detto filosofia trascendentale o filosofia del limite). L attività intellettuale di Kant si può distinguere in tre periodi: A) SPECULAZIONI SCIENTIFICO NATURALISTICHE B) PRIME SPECULAZIONI FILOSOFICHE C) CRITICISMO Noi ci occupiamo solo del terzo periodo

2 IMMANUEL KANT COSA SIGNIFICA CRITICISMO Criticare, per Kant, significa indagare sistematicamente circa il fondamento di una esperienza umana qualsiasi, chiarendone le possibilità (ovvero le condizioni di esistenza), la validità (i titoli di legittimità o non legittimità che la caratterizzano), i limiti (i confini entro i quali essa permane valida). Centrale è, quindi, l aspetto del limite. LE COORDINATE FONDAMENTALI DEL CRITICISMO A) L EMPIRISMO EMPIRISMO, MA SENZA LA SUA DERIVA SCETTICA; B) IL SUCCESSO DELLA SCIENZA MODERNA; C) LA CRISI DELLA METAFISICA.

3 IL PROBLEMA GENERALE DELLA CRITICA DELLA RAGIONE PURA LA C.R.P. È UNA ANALISI CRITICA DEI FONDAMENTI DEL SAPERE ( sapere in senso forte: sapere come conoscenza certa e ben fondata). ai tempi di Kant sapere significava: 1) SCIENZA 2) METAFISICA La C.R.P. si occupa di entrambe. SCIENZA E METAFISICA SI PRESENTANO AGLI OCCHI DI KANT IN MODO MOLTO DIVERSO La scienza appariva un sapere ben fondato (cioè basato su solide fondamenta) e progressivo (si passa da una scoperta a quella successiva); La metafisica, al contrario, con la sua pretesa di superare l esperienza e di giungere all assoluto assoluto, appariva come un campo di dispute continue e inconcludenti, incapace di approdare a risultati ben fondati e progressivi.

4 LE DOMANDE POSTE DALLA CRITICA DELLA RAGION PURA A) Come è possibile che la matematica e la fisica possano, come di fatto accade, avere lo statuto di scienze, ovvero di discipline capaci di giungere a conoscenze certe? Cosa fa sì che questo accada? B) La metafisica, ammessa la sua inevitabilità, può aspirare a divenire una scienza?

5 LA PRIMA DOMANDA Abbiamo visto che le discipline scientifiche appaiono a Kant provviste delle seguenti caratteristiche: CERTEZZA (non solo probabilità, come con Hume!) FECONDITÀ (progresso!) La Critica vuole scoprire il perché la scienza abbia tali caratteristiche e la teoria dei giudizi, che ora vedremo, serve proprio per assolvere a tale esigenza!

6 COS È UN GIUDIZIO? Non è qualcosa che abbia un valore morale (come invece è per noi!). Si definisce i giudizio i ogni struttura tt del tipo: SOGGETTO Esempi: + PREDICATO. Anna è bella Giove è un pianeta L acqua bolle a 100 gradi centigradi Leibniz ha inventato il calcolo integrale I giudizi i hanno due possibili caratteristiche: ti SINTETICO / ANALITICO A PRIORI / A POSTERIORI Abbiamo dunque quattro diverse possibilità: sintetico a priori Abbiamo dunque quattro diverse possibilità: sintetico a priori, sintetico a posteriori, analitico a priori e analitico a posteriori (che noi non consideriamo).

7 I GIUDIZI ANALITICI A PRIORI Il predicato non aggiunge g nulla di nuovo al soggetto, ma si limita a rendere esplicito qualcosa che è già presente nel soggetto. II CORPI SONO ESTESI Si tratta sì di giudizi universali e necessari, ma non ci insegnano nulla di nuovo: non sono fecondi e quindi non bastano per rendere ragione della scienza! I GIUDIZI SINTETICI A POSTERIORI Il predicato aggiunge, dopo aver compiuto una qualche esperienza o esperimento, qualcosa di nuovo al soggetto. I CORPI SONO PESANTI Si tratta di giudizi fecondi, ma sono privi di universalità e di necessità! Ciò che dipende dall esperienza, infatti, può essere dall esperienza smentito (come abbiamo appreso da Hume)!

8 Giudizi sintetici a posteriori Giudizi analitici a priori GIUDIZI SINTETICI A PRIORI I GIUDIZI SINTETICI A PRIORI - OGNI EVENTO DIPENDE DA CAUSE - OGNI OGGETTO DELL ESPERIENZA SI DÀ NELLO SPAZIO E NEL TEMPO QUESTI PRINCIPI SI CHIAMANO GIUDIZI SINTETICI A PRIORI. Essi costituiscono, a parere di Kant, il fondamento delle scienze perché ne giustificano entrambi i caratteri: la necessaria certezza e la fecondità.

9 COS È, DUNQUE, LA SCIENZA? La scienza, per Kant, è la somma di giudizi sintetici a priori ed esperienza. Tutte le proposizione scientifiche sono fondate su giudizi sintetici a priori e traggono il loro contenuto dall esperienza. IL CALORE DILATA I METALLI Solo l esperienza ce lo può dire: quindi è un giudizio fecondo (aspetto sintetico). Allo stesso tempo, questo giudizio si basa sul principio di causalità ( ogni evento dipende da cause ). È, qui, il calore che causa la dilatazione i del metallo (aspetto a priori). i) Detto altrimenti: l esperienza fornisce alle scienze il materiale (materia) di studio, materiale che viene formato (forma) tramite i modelli forniti dai giudizi sintetici a priori.

10 UN GROSSO PROBLEMA: UNA NUOVA RIVOLUZIONE COPERNICANA Se i giudizi sintetici a priori non derivano dall esperienza, da dove vengono? Esperienza! TEORIA DELLA CONOSCENZA Struttura della ragione umana MATERIA ELEMENTO EMPIRICO, A POSTERIORI FORMA ELEMENTO RAZIONALE, A PRIORI SINGOLA CONOSCENZA SCIENTIFICA

11 DUE NUOVI CONCETTI: FENOMENO E NOUMENO Si chiama FENOMENO (alla lettera CIÒ CHE APPARE ) la cosa realmente esistente così come essa appare a noi, filtrata dalle nostre forme pure a priori. Si chiama NOUMENO (o cosa in sé ) la medesima cosa realmente esistente, ma così come essa è in sé stessa, del tutto indipendentemente da come appare a noi. Esempio: la mela, l uomo e il gatto... Bene: abbiamo detto molto in generale cosa fa Kant nella sua Bene: abbiamo detto, molto in generale, cosa fa Kant nella sua prima Critica. Ora osserviamo più da vicino...

12 REALTÀ NOUMENICA (assoluta, per noi inconoscibile, fatta di noumeni, cose in sé) DATI SENSORIALI PRIVI DI ORDINE Primo filtro ordinatore: forme pure (o trascendentali) della sensibilità, spazio e tempo! FENOMENO INTUITO Secondo filtro ordinatore: forme pure dell intelletto, categorie! FENOMENO PENSATO SOGGETTO CONOSCENTE

13 I GRADI DELLA CONOSCENZA Kant articola la ragione (in senso ampio) in tre gradi fondamentali. Questa suddivisione è abbastanza tradizionale : 1) Sensibilità. Le cose del mondo ci sono date mediante i sensi in modo immediato, intuitivo, seppure già mediato dalle forme a priori della sensibilità: spazio e tempo. 2) Intelletto. Per suo tramite noi pensiamo i dati fornitici dai sensi mediatamente i concetti puri o categorie. 3) Ragione (in senso stretto). È per suo tramite che la mente, andando oltre il dettato dell esperienza, cerca di fare metafisica, ovvero di spiegare l intera realtà attraverso le tre idee di Anima, Mondo, Dio.

14 LA SUDDIVISIONE DELLA CRITICA DELLA RAGIONE PURA La prima Critica è così suddivisa: ESTETICA TRASCENDENTALE (forme pure a priori, cioè forme trascendentali della sensibilità: spazio e tempo) A. DOTTRINA DEGLI ELEMENTI LOGICA TRASCENDENTALE B. DOTTRINA DEL METODO ANALITICA DIALETTICA (forme pure a priori, cioè forme (le tre Idee trascendentali dell intelletto: metafisiche: 12 categorie) Anima, Mondo, Dio)

15 ESTETICA TRASCENDENTALE In questa sezione, Kant studia la sensibilità e le sue forme a priori. i I cinque sensi sono da una parte passivi, perché ricevono dall esterno i loro contenuti, dall altra altra attivi, perché i dati sensibili vengono organizzati dai sensi essa in modo autonomo. La materia della conoscenza sensibile, i dati sensoriali sono, una volta recepiti, organizzati, ordinati, dalle forme pure (a priori) i) della sensibilità: lo spazio eiltempo. Lo spazio è la forma del senso esterno ed esprime l ordine della coesistenza dei fenomeni, cioè il loro disporsi l uno accanto all altro. Il tempo è la forma del senso interno ed esprime l ordine della successione dei nostri stati d animo, ossia il loro disporsi l uno dopo l altro. lt Relativamente a spazio e tempo, Kant confuta sia la visione empirista (spazio e tempo sarebbero concetti tratti dall esperienza: Locke) sia quella oggettivistica (spazio e tempo sono cose a se stanti, realmente esistenti: Newton).

16 ESTETICA TRASCENDENTALE Riassumendo: per Kant lo spazio e il tempo NON sono cose esistenti in maniera indipendente da noi, ma sono parte della struttura della nostra mente. Spazio e tempo sono, in particolare, le due modalità (forme pure a priori della sensibilità) attraverso le quali l uomo percepisce la realtà esterna. Spazio e tempo sono, quindi, forme a priori : i non dipendonod dall esperienza (anzi: ogni esperienza li presuppone!), ma solo dalla struttura della ragione umana. Dubbio: se spazio e tempo sono strutture soggettive della mente umana, com è possibile che la realtà esterna, indipendente da noi, si configuri sempre in termini spaziali e temporali? Risposta: Spazio e tempo sono soggettivi i solo rispetto alla realtà in sé, ovvero ai noumeni, ma sono oggettivi rispetto alla realtà conosciuta, i fenomeni! L aritmetica e la geometria, fondamentali discipline matematiche, g, p, sono scienze (cioè portano a conoscenze certe) e sono produttive (cioè portano a scoprire cose nuove) proprio perché si basano, rispettivamente, sul tempo e sullo spazio.

17 LOGICA TRASCENDENTALE: L ANALITICA In questa sezione Kant studia l intelletto e le sue forme a priori. Le forme a priori dell intelletto sono definite da Kant con un termine aristotelico: CATEGORIE. Le categorie sono i modi attraverso cui vengono pensati, da parte dell intelletto, tt i contenuti ti offerti dall intuizione i i spazio-temporale della sensibilità. Come abbiamo visto, la realtà ci viene data tramite i sensi, ma viene pensata,, p tramite l intelletto.

18 LOGICA TRASCENDENTALE: L ANALITICA Senza sensibilità, nessun oggetto ci verrebbe dato e senza intelletto nessun oggetto verrebbe pensato. I pensieri senza contenuto sono vuoti, le intuizioni i i i senza concetti sono cieche. Attenzione: se per Aristotele le categorie avevano valore sia gnoseologico che ontologico, Kant ritiene che esse abbiano una valenza solo gnoseologica: le categorie sono le modalità di funzionamento della mente umana e, in quanto tali, hanno valore solo relativamente t ai fenomeni, non ai noumeni (esattamente t quanto valeva anche per spazio e tempo).

19 LOGICA TRASCENDENTALE: L ANALITICA Quante e quali sono le categorie? Visto che pensare significa giudicare, ovvero connettere un soggetto ad un predicato, vi saranno tanti tipi di categorie quanti sono le modalità del giudizio. QUANTITÀ QUALITÀ molteplicità unità totalità realtà negazione limitazione RELAZIONE sostanzialità e inerenza causalità e dipendenza comunanza o azione reciproca MODALITÀ possibilità e impossibilità esistenza e non esistenza necessità e casualità

20 LOGICA TRASCENDENTALE: L ANALITICA Non è difficile comprendere come le categorie indicate siano attive in uno qualunque dei nostri pensieri: - pensiamo sempre a una cosa o a più cose o a una totalità di cose (quantità); - una cosa è sempre pensata come reale oppure come non reale, oppure come distinta da questa o quella realtà (qualità); - Il pensiero prevede molto spesso delle relazioni fra elementi distinti (esempio: Roberto è molto maldestro: rompe sempre tutto : causalità); -Il pensiero contempla anche le modalità dell accadere ( È possibile che settimana prossima io vada al mare, ma dovrò tornare a casa al massimo entro giovedì (categorie di possibilità e di necessità). Anche in un pensiero semplicissimo come C È UNA MELA entrano in azione Anche in un pensiero semplicissimo come CÈ UNA MELA entrano in azione numerose categorie: unità, realtà, sostanzialità, esistenza.

21 LOGICA TRASCENDENTALE: L ANALITICA Formulata la tavola delle categorie, Kant cerca di giustificarne la validità e l uso, è il problema che lui chiama deduzione trascendentale. Si tratta di giustificare di diritto una pretesa di fatto. La deduzione delle categorie non consiste semplicemente nel far vedere che esse sono adoperate, di fatto, nella conoscenza scientifica. Bisogna invece giustificare che il loro uso è legittimo e determinare i limiti della validità di questo uso. In altre parole ancora: se le categorie sono solo caratteristiche della mente umana, come si può pretendere che esse valgano anche per la realtà esterna? Ci siamo chiesto qualcosa di simile, se ricordate, anche in relazione alle forme pure della sensibilità: spazio e tempo. Ci limitiamo a citare questo problema, senza prenderlo in considerazione data la sua eccessiva complessità.

22 LOGICA TRASCENDENTALE: L ANALITICA Anche l intelletto, un po come i sensi, non è né totalmente passivo (in questo caso si limiterebbe a riflettere la realtà così come essa è in se stessa) né totalmente attivo (esso, in tal caso, creerebbe i propri oggetti di pensiero dal nulla). Esso è invece sia passivo (perché acquisisce materiale che proviene dall esterno) che attivo (organizza autonomamente tale materiale). Al quadro manca ancora un ultimo, fondamentale elemento: per essere pensati, gli oggetti devono essere riferiti ad un unico centro mentale unificatore che Kant chiama IO PENSO. L Io penso unifica le percezioni sensibili filtrate tramite spazio, tempo e categorie riferendole a sé. È come se in ogni singolo pensiero ci fosse un elemento implicito: Io penso che.... Detto altrimenti: ogni pensiero è accompagnato dalla coscienza di sé. T tt iò h i è t t hé if it t t Tutto ciò che pensiamo è, appunto, pensato, perché riferito a questo centro unificatore, il soggetto pensante!

23 DATI SENSORIALI Primo filtro ordinatore: forme pure della sensibilità, spazio e tempo! FENOMENO INTUITO Secondo filtro ordinatore: forme pure dell intelletto, categorie! FENOMENO PENSATO IO PENSO

24 LOGICA TRASCENDENTALE: L ANALITICA Attenzone: l io penso non è l io come esso è in sé stesso (per esempio, come anima immortale : alla Cartesio!). Non solo la conoscenza del mondo esterno, ma anche quella del nostro io è solo fenomenica: cosa vuol dire? Io conosco persino me stesso solo tramite l esperienza interna che ho di me e non in termini assoluti! In Kant l io può essere definito come legislatore della natura. Questo accade perché solo in senso materiale cioè relativamente ai dati sensibili la natura fisica è esterna all uomo. In senso formale, invece, essa è interna all uomo: le relazioni che si instaurano fra i dati sensibili, formando il fenomeno, sono tutte interne all uomo come strutture portanti della sua mente. Attenzione: spazio, tempo e categorie operano solo sui dati della sensibilità. Questo significa che il conoscere in senso forte, scientifico, non può in alcun modo estendersi oltre l esperienza, prescindendo da essa.

25 LOGICA TRASCENDENTALE: L ANALITICA Kant paragona la conoscenza fenomenica, cioè la conoscenza basata sui dati dell esperienza e sulle forme a priori, alla terra ferma di un isola, cioè a qualcosa di solido, sicuro, del tutto affidabile. Egli, in questo modo, intendeva superare lo scetticismo di Hume. Visto che ogni nostra conoscenza (scientifica) viene costruita in base alla comune e non modificabile struttura della nostra mente, Kant ritiene che possiamo davvero parlare di oggettività. Quest ultima, però, non dipende tanto dalla realtà esterna a noi, ma dalla struttura della mente (a riguardo, Kant parlò di rivoluzione copernicana ). Se, per fare un esempio banale, qualcuno sin dalla nascita indossasse degli occhiali con lenti azzurre e non potesse mai, per nessun motivo, toglierli, ecco che nulla, per lui, sarebbe più oggettivo di quel colore! Ciò che è condizione di ogni esperienza, non può essere smentito da esperienza alcuna!

26 NOUMENO (oggetto in sé) FENOMENO (soggetto oggetto) Ciò che sta al di sopra della linea rossa il mondo noumenico è per definizione inconoscibile, esso infatti prescinde da ogni relazione con l uomo: è l assoluto, il mondo in sé, qualunque cosa sia! Ciò che sta al di sotto della linea rossa è tutto quanto conosciamo e possiamo Ciò che sta al di sotto della linea rossa è tutto quanto conosciamo e possiamo conoscere: La linea rappresenta le forme pure a priori di sensi e intelletto, tramite le quali si instaura la relazione conoscitiva soggetto oggetto.

27 LOGICA TRASCENDENTALE: L ANALITICA Kant apprende un altra importante lezione dall empirismo. L esperienza è essenziale al nostro conoscere, ma ne costituisce un evidente limite. L uomo, però, non accetta limiti. Ecco che emerge, inevitabile, il desiderio umano di andare oltre il fenomeno, cioè oltre qualunque esperienza possibile, e di conoscere il noumeno, cioè le cose come sono in se stesse, l assoluto. Questo desiderio umano, dice Kant, è simile alle smanie di un navigante attratto dalla scoperta di nuove terre, ma destinato a vagare inutilmente tra i flutti, perdendosi in essi. Questo desiderio, i di per sé insopprimibile, i ibil è ciò che dà origine i alla metafisica. i La metafisica è la pretesa di giungere ad un sapere assoluto ma, proprio in quanto tale, non può essere una scienza. Vediamo questo fatto, in modo più dettagliato, parlando della DIALETTICA TRASCENDENTALE.

28 18. DIALETTICA TRASCENDENTALE In questa sezione della Critica Kant si domanda se anche la metafisica, come disciplina, possa concludere a conoscenze di carattere scientifico. Se in Platone la dialettica era la scienza suprema, ovvero la scienza delle Idee, per Aristotele essa denotava tanto il procedimento dimostrativo fondato su premesse solo probabili, quanto l arte di costruire ragionamenti capziosi, fallaci, basati su premesse niente affatto probabili, ma fatte apparire come tali! È ad Aristotele che Kant si richiama: la dialettica trascendentale ha lo scopo di smascherare i ragionamenti fallaci della metafisica! Attenzione però: anche se infondata, la speculazione metafisica rappresenta un esigenza naturale ed inevitabile della mente umana.

29 18. DIALETTICA TRASCENDENTALE Abbiamo visto che l intelletto unifica, tramite l attivazione delle categorie, i dati provenienti dai sensi. L uomo, però, per natura tende al raggiungimento dell incondizionato e della totalità: solo di questi si mostra soddisfatto! La ragione dell uomo non si accontenta, non è mai paga, sempre vuole andare oltre, giungendo così alle tre idee della metafisica: ANIMA ovvero l idea della totalità dei fenomeni interni (psicologia razionale). MONDO ovvero l idea della totalità dei fenomeni esterni (cosmologia razionale). DIO ovvero l idea della totalità dei fenomeni interni ed esterni, l assoluta totalità ridotta ad unità (teologia razionale). Il problema è che di queste tre totalità noi non abbiamo né possiamo mai avere Il problema è che di queste tre totalità noi non abbiamo né possiamo mai avere esperienza alcuna!

30 18.1 DIALETTICA TRASCENDENTALE: psicologia razionale Questa disciplina è, a parere di Kant, fondata su di un paralogisma, cioèun ragionamento errato, che consiste nell applicare la categoria di sostanza all io penso. L io penso, però, è un noumeno: noi non possiamo sapere come esso sia. L errore sta, dunque, nell ipotizzare l esistenza dell anima e, addirittura, di attribuirle tutta una serie di caratteristiche che, rispetto la nostra esperienza, sono del tutto ingiustificate e ingiustificabili. Si dice che l anima è semplice, libera, immortale, ecc. Ma cosa, quali dati concreti stanno a fondamento di ciò? Nessuno.

31 18.2 DIALETTICA TRASCENDENTALE: cosmologia razionale Il cosmo, l universo universo, la totalità del mondo fisico non rientra mai nella nostra esperienza: noi esperiamo questo o quel fenomeno, mai la totalità dei fenomeni! L idea di Mondo, dunque, è al di fuori di qualunque esperienza possibile. Nonostante ciò, i metafisici pretendono di poter dire qualcosa sul Mondo, sull universo, come totalità: facendo questo essi incappano in quelle che Kant chiama antinomie.. Le antinomie sono coppie di affermazioni fra loro opposte, entrambe razionalmente sostenibili, ma fra le quali la ragione risulta incapace di decidere. 1. Il Mondo è finito (nello spazio e nel tempo) Il Mondo è infinito (nello spazio e nel tempo) 2. La materia è divisibile all infinito La materia non è divisibile all infinito 3. Esiste una causalità libera Esiste sstesoloo una causalità deterministica 4. Il Mondo dipende da un essere necessario, Dio. Il Mondo non dipende da un essere necessario, Dio.

32 18.2 DIALETTICA TRASCENDENTALE: cosmologia razionale In ogni singola antinomia tra tesi e antitesi è impossibile capire quale sia vera. Perché? Il problema sta nell Idea di Mondo, illegittima perché non sostenuta da alcuna esperienza reale o possibile. Per ciò che riguarda terza e quarta antinomia, Kant puntualizza che le tesi g q, p valgono nel mondo dei fenomeni, nel cui ambito non si incontra mai né Dio né la libertà, mentre le antitesi potrebbero valere per la cosa in sé.

33 18.3 DIALETTICA TRASCENDENTALE: teologia razionale Kant si pone in termini critici rispetto a tutte le pretese dimostrazioni del fatto che Dio esiste (o che non esiste!). Contro la prova ontologica di Anselmo. Dio, in quanto assolutamente perfetto, deve esistere. Ma come si può passare da un semplice concetto mentale, per quanto perfetto possa essere, all esistenza reale. L esistenza non è un predicato in mezzo ad Altri: la differenza fra cento talleri immaginati e cento talleri reali non sta in alcun predicato, ma nel fatto che i primi non esistono e i secondi sì! Contro la prova cosmologica. Tutto ciò che è contingente deve l esistenza a qualcos altro, che lo precede, ma prima o poi bisogna per forza giungere ad un essere necessario, Dio. Primo errore: la categoria di causa connette solo fenomeni a fenomeni, non fenomeni a qualcosa che fenomenico non è (Dio). Secondo errore: anche ammesso questo essere necessario, come si potrebbe poi identificarlo con Dio? Impossibile!

34 18.3 DIALETTICA TRASCENDENTALE: teologia razionale - Kant si pone in termini critici rispetto a tutte le pretese dimostrazioni del fatto che Dio esiste (o chenon esiste!). Contro la prova fisico-teleologica. Il Mondo è troppo bello e ordinato: deve esistere qualcuno che lo abbia pensato e creato. Primo errore: l ordine della natura potrebbe stare nella natura stessa, come dimostrare che non è così? Impossibile. Secondo errore: l ordine e la bellezza del Mondo che noi esperiamo sono finiti e imperfetti, quindi come possiamo sostenere che un eventuale Creatore sia infinito e perfetto, cioè sia Dio? Impossibile! In sede teorica, Kantèagnostico, in quanto ritiene che la ragione umana non possa dimostrare né che Dio esiste né che non esiste.

35 18.3 DIALETTICA TRASCENDENTALE: teologia razionale - Quanto detto fino ad ora significa che le tre Idee della ragione sono inutili? Assolutamente no! - Esse non servono a conoscere con certezza alcun fenomeno reale, ma hanno un fondamentale uso regolativo. Le tre Idee funzionano come stimoli per la ricerca: traguardi in sé irraggiungibili, ma che spingono l uomo ad approfondire e ad allargare sempre di più le sue conoscenze! Le idee, cessando di valere dogmaticamente come realtà, varranno in questo caso problematicamente, come condizioni che impegnano l uomo nella ricerca naturale e lo sollecitano di evento in evento, di causa in causa, ad estendere quanto possibile il dominio della propria esperienza e di dare a questo dominio la massima unità.

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