CENNI SULL EMPIRISMO INGLESE (ripasso...)

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "CENNI SULL EMPIRISMO INGLESE (ripasso...)"

Transcript

1 CENNI SULL EMPIRISMO INGLESE (ripasso...) I MAGGIORI ESPONENTI LE IDEE IN PILLOLE JOHN LOCKE ( ) GEORGE BERKELEY ( ) DAVID HUME ( ) L EMPIRISMO, FRA 600 E 700, SI INNESTA SULLA SECOLARE TRADIZIONE INGLESE (DA RUGGERO BACONE IN AVANTI). IN ANTITESI AL RAZIONALISMO, L EMPIRISMO ASSUME UN ATTEGGIAMENTO CRITICO NEI CONFRONTI DELLE POSSIBILITÀ CONOSCITIVE DELL UOMO. LA RAGIONE UMANA È LIMITATA DALL ESPERIENZA: ESSA È FONTE DI TUTTE LE CONOSCENZE UMANE E, PROPRIO PER QUESTO, NE DEFINISCE I LIMITI. L UOMO PUÒ ACQUISIRE CONOSCENZE BEN FONDATE SOLO IN QUEI CAMPI E IN QUELLE SITUAZIONI CHE RIENTRANO NEI LIMITI DELLE SUE ESPERIENZE, REALI E POSSIBILI.

2 IMMANUEL KANT Kant prende le mosse dall Empirismo i arrivando a elaborare il suo Criticismo (anche detto filosofia trascendentale o filosofia del limite). 2. L attività intellettuale di Kant si può distinguere in tre periodi: A) SPECULAZIONI SCIENTIFICO NATURALISTICHE B) PRIME SPECULAZIONI FILOSOFICHE C) CRITICISMO

3 IMMANUEL KANT Cosa significa Criticismo CRITICARE, per Kant, significa indagare sistematicamente circa il fondamento di una esperienza umana qualsiasi, chiarendone le possibilità (ovvero le condizioni di esistenza), la validità (i titoli di legittimità o non legittimità che la caratterizzano), i limiti iti (i confini i entro i quali essa permane valida). Centrale è, quindi, l aspetto del limite. Per questo il criticismo può essere definito anche come filosofia del limite. 4. Le coordinate fondamentali del Criticismo A) L EMPIRISMO EMPIRISMO, MA SENZA LA SUA DERIVA SCETTICA; B) IL SUCCESSO DELLA SCIENZA MODERNA; C) LA CRISI DELLA METAFISICA.

4 IMMANUEL KANT Critica della ragione pura (1781) 5. Il problema generale della Critica della ragione pura LA C.R.P. È UNA ANALISI CRITICA DEI FONDAMENTI DEL SAPERE ( sapere in senso forte: sapere come conoscenza certa e ben fondata). AI TEMPI DI KANT SAPERE SIGNIFICAVA: 1) SCIENZA; 2) METAFISICA; LA C.R.P. SI OCCUPA DI ENTRAMBE. 6. Scienza e metafisica si presentano agli occhi di Kant in modo molto diverso La scienza appariva un sapere ben fondato (cioè basato su solide fondamenta) e progressivo (si passa da una scoperta a quella successiva); la metafisica, al contrario, con la sua pretesa di superare l esperienza e di giungere all assoluto, appariva come un campo di dispute continue e inconcludenti, incapace di approdare a risultati ben fondati e progressivi.

5 IMMANUEL KANT Critica della ragione pura (1781) 7. Le domande della Critica della Ragion pura A) COME È POSSIBILE CHE LA MATEMATICA E LA FISICA POSSANO, COME DI FATTO ACCADE, AVERE LO STATUTO DI SCIENZE, OVVERO DI DISCIPLINE CAPACI DI GIUNGERE A CONOSCENZE CERTE? COSA FA SÌ CHE QUESTO ACCADA? B) LA METAFISICA, AMMESSA LA SUA INEVITABILITÀ, PUÒ ASPIRARE A DIVENIRE UNA SCIENZA?

6 IMMANUEL KANT Critica della ragione pura (1781) 7.1 La prima domanda Abbiamo visto che le discipline scientifiche appaiono a Kant provviste delle seguenti caratteristiche: CERTEZZA (non solo probabilità!) FECONDITÀ (progresso!) La Critica vuole scoprire il perché la scienza abbia tali caratteristiche e la teoria dei giudizi, che ora vedremo, serve proprio per assolvere a tale esigenza!

7 IMMANUEL KANT Critica della ragione pura (1781) 8 Cos è un giudizio? Non è qualcosa che abbia un valore morale (come invece è per noi!). Si definisce i giudizio i ogni struttura tt del tipo: SOGGETTO Esempi: + PREDICATO. Anna è bella Giove è un pianeta L acqua bolle a 100 gradi centigradi Leibniz ha inventato il calcolo integrale I giudizi i hanno due possibili caratteristiche: ti SINTETICO / ANALITICO A PRIORI / A POSTERIORI Abbiamo dunque quattro diverse possibilità: sintetico a priori Abbiamo dunque quattro diverse possibilità: sintetico a priori, sintetico a posteriori, analitico a priori e analitico a posteriori (che noi non consideriamo).

8 IMMANUEL KANT Critica della ragione pura (1781) 8.1 I giudizi analitici a priori Il PREDICATO NON AGGIUNGE NULLA DI NUOVO AL SOGGETTO, MA SI LIMITA A RENDERE ESPLICITO QUALCOSA CHE È GIÀ PRESENTE NEL SOGGETTO. II CORPI SONO ESTESI SI TRATTA SÌ DI GIUDIZI UNIVERSALI E NECESSARI, MA NON CI INSEGNANO NULLA DI NUOVO: NON SONO FECONDI E QUINDI NON BASTANO PER RENDERE RAGIONE DELLA SCIENZA! 8.2 I giudizi sintetici a posteriori IL PREDICATO AGGIUNGE, GRAZIE ALL ESPERIENZA, QUALCOSA DI NUOVO AL SOGGETTO. I CORPI SONO PESANTI SI TRATTA DI GIUDIZI FECONDI, MA SONO PRIVI DI UNIVERSALITÀ E DI NECESSITÀ! Ciò che dipende dall esperienza, infatti, può essere dall esperienza smentito!

9 IMMANUEL KANT Critica della ragione pura (1781) Giudizi sintetici a posteriori Giudizi analitici a priori GIUDIZI SINTETICI A PRIORI 8.3 I giudizi sintetici a priori OGNI EVENTO DIPENDE DA CAUSE OGNI OGGETTO DELL ESPERIENZA SI DÀ NELLO SPAZIO E NEL TEMPO QUESTI PRINCIPI SI CHIAMANO GIUDIZI SINTETICI A PRIORI. Essi costituiscono, a parere di Kant, il fondamento delle scienze p perché ne giustificano entrambi i caratteri: la necessaria certezza e la fecondità.

10 IMMANUEL KANT Critica della ragione pura (1781) 9. Cos è, dunque, la scienza? LA SCIENZA, PER KANT, È LA SOMMA DI GIUDIZI SINTETICI A PRIORI E DELL ESPERIENZA. TUTTE LE PROPOSIZIONE SCIENTIFICHE SONO BASATE SUI GIUDIZI SINTETICI A PRIORI E TRAGGONO IL LORO CONTENUTO DALL ESPERIENZA. IL CALORE DILATA I METALLI SOLO L ESPERIENZA CE LO PUÒ DIRE: QUINDI È UN GIUDIZIO FECONDO (aspetto sintetico). ALLO STESSO TEMPO, IL GIUDIZIO SI BASA SUL PRINCIPIO DI CAUSALITÀ ( OGNI EVENTO DIPENDE DA CAUSE ). È, QUI, IL CALORE CHE CAUSA LA DILATAZIONE DEL MMETALLO (aspetto a priori). DETTO ALTRIMENTI: L ESPERIENZA FORNISCE ALLE SCIENZE IL MATERIALE (MATERIA) DI STUDIO, MATERIALE CHE VIENE FORMATO (FORMA) TRAMITE I MODELLI FORNITI DAI GIUDIZI SINTETICI A PRIORI.

11 IMMANUEL KANT Critica della ragione pura (1781) 10. Un grosso problema: una nuova rivoluzione copernicana SE I GIUDIZI SINTETICI A PRIORI NON DERIVANO DALL ESPERIENZA ESPERIENZA, DA DOVE DERIVANO? Esperienza! TEORIA DELLA CONOSCENZA Struttura della ragione umana MATERIA ELEMENTO EMPIRICO, A POSTERIORI FORMA ELEMENTO RAZIONALE, A PRIORI SINGOLA CONOSCENZA

12 IMMANUEL KANT Critica della ragione pura (1781) 11. Due nuovi concetti: fenomeno e noumeno SI CHIAMA FENOMENO (alla lettera CIÒ CHE APPARE ) la cosa realmente esistente così come essa appare a noi, filtrata dalle nostre forme pure a priori. SI CHIAMA NOUMENO (O COSA IN SÉ ) LA MEDESIMA COSA REALMENTE ESISTENTE, MA COSÌ COME ESSA È IN SÉ STESSA, DEL TUTTO INDIPENDENTEMENTE DA COME APPARE A NOI. Esempio: la mela, l uomo e il gatto...

13 IMMANUEL KANT Critica della ragione pura (1781) 12. I gradi della conoscenza Kant articola la ragione (in senso ampio) umana in tre gradi fondamentali: 1) Sensibilità. Le cose del mondo ci sono date mediante i sensi in modo immediato, intuitivo, seppure già mediato dalle forme a priori della sensibilità: spazio e tempo. 2) Intelletto. Per suo tramite noi pensiamo i dati fornitici dai sensi mediatamente i concetti puri o categorie. 3) Ragione (in senso stretto). È per suo tramite che la mente, andando oltre il dettato dell esperienza, cerca di fare metafisica, ovvero di spiegare l intera realtà attraverso le tre idee di Anima, Mondo, Dio.

14 IMMANUEL KANT Critica della ragione pura (1781) 13. La suddivisione della Critica della ragione pura La prima Critica è così suddivisa: ESTETICA TRASCENDENTALE (forme pure a priori, cioè forme trascendentali della sensibilità: spazio e tempo) A. DOTTRINA DEGLI ELEMENTI LOGICA TRASCENDENTALE B. DOTTRINA DEL METODO ANALITICA DIALETTICA (forme pure a priori, cioè forme (le tre Idee trascendentali dell intelletto: metafisiche: 12 categorie) Anima, Mondo, Dio)

15 IMMANUEL KANT Critica della ragione pura (1781) 14. ESTETICA TRASCENDENTALE In questa sezione Kant studia la sensibilità e le sue forme a priori. i La sensibilità è sia passiva (recettiva), perché riceve dall esterno i suoi contenuti, sia attiva, perché i dati sensibili vengono organizzati da essa in modo autonomo. La materia della conoscenza sensibile, i dati sensoriali, sono organizzati, ordinati, dalle forme pure (a priori) i) della sensibilità: lo spazio eiltempo. Lo spazio è la forma del senso esterno ed esprime l ordine della coesistenza delle cose, cioè il loro disporsi l una accanto all altra. Il tempo è la forma del senso interno ed esprime l ordine della successione dei nostri stati d animo, ossia il loro disporsi l uno dopo l altro. lt Relativamente a spazio e tempo Kant confuta sia la visione empirista (spazio e tempo sarebbero concetti tratti dall esperienza: Locke) sia quella oggettivistica (spazio e tempo sono cose a se stanti, realmente esistenti: Newton).

16 IMMANUEL KANT Critica della ragione pura (1781) 14. ESTETICA TRASCENDENTALE Riassumendo: per Kant lo spazio e il tempo NON sono cose realmente esistenti e indipendenti da noi, ma sono parte della struttura della nostra ragione. Spazio e tempo sono, in particolare, le due modalità (forme pure a priori della sensibilità) attraverso le quali l uomo percepisce la realtà esterna. Spazio e tempo sono forme a priori, i questo significa ifi che non dipendono dall esperienza, ma dalla struttura della ragione umana. Dubbio: se spazio e tempo sono strutture soggettive della mente umana,, com è possibile che la realtà esterna, indipendente da noi, si configuri sempre in termini spaziali e temporali? Risposta: Spazio e tempo sono soggettivi solo rispetto alla realtà in sé, ovvero ai noumeni, ma sono oggettivi i rispetto alla realtà conosciuta, i fenomeni! L aritmetica e la geometria, le fondamentali discipline matematiche, sono scienze (cioè portano a conoscenze certe) e sono produttive (cioè portano a scoprire cose nuove) proprio perché si basano, rispettivamente, sul tempo e sullo spazio.

17 IMMANUEL KANT Critica della ragione pura (1781) 15. LOGICA TRASCENDENTALE: L ANALITICA In questa sezione Kant studia l intelletto ll tt e le sue forme a priori. i Le forme a priori dell intelletto sono definite da Kant con un termine aristotelico: CATEGORIE. Le categorie sono i modi attraverso cui vengono pensati, da parte dell intelletto, i contenuti offerti dall intuizione spazio-temporale della sensibilità. La realtà ci viene data tramite i sensi, ma viene pensata tramite l intelletto. Senza sensibilità, nessun oggetto ci verrebbe dato e senza intelletto nessun oggetto verrebbe pensato. I pensieri senza contenuto sono vuoti, le intuizioni senza concetti sono cieche. Attenzione: se per Aristotele le categorie avevano valore sia gnoseologico che ontologico, Kant ritiene che esse abbiano una valenza solo gnoseologica: le categorie sono le modalità di funzionamento della mente umana e, in quanto tali, hanno valore solo relativamente ai fenomeni, non ai noumeni (esattamente quanto valeva anche per spazio e tempo).

18 IMMANUEL KANT Critica della ragione pura (1781) 15. LOGICA TRASCENDENTALE: L ANALITICA Quante e quali sono le categorie? Visto che pensare significa giudicare, ovvero connettere un soggetto ad un predicato, vi saranno tanti tipi di categorie quanti sono le modalità del giudizio. QUANTITÀ QUALITÀ RELAZIONE MODALITÀ molteplicità, unità, totalità; realtà, negazione, limitazione; sostanzialità e inerenza, causalità e dipendenza, comunanza o azione reciproca; possibilità e impossibilità, esistenza e non esistenza, necessità e casualità.

19 IMMANUEL KANT Critica della ragione pura (1781) 15. LOGICA TRASCENDENTALE: L ANALITICA Non è difficile comprendere come le categorie indicate siano attive in uno qualunque dei nostri pensieri: - pensiamo sempre a una cosa o a più cose o a una totalità di cose (quantità); - una cosa è sempre pensata come reale oppure come non reale, oppure come distinta da questa o quella realtà (qualità); - Il pensiero prevede molto spesso delle relazioni fra elementi distinti (esempio: Roberto è molto maldestro: rompe sempre tutto causalità); Il pensiero contempla anche le modalità dell accadere ( È possibile che settimana prossima io vada al mare, ma dovrò tornare a casa al massimo entro giovedì (categorie di possibilità e di necessità). Anche in un pensiero semplicissimo come C È CÈUNA MELA entrano in azione numerose categorie: unità, realtà, sostanzialità, esistenza.

20 IMMANUEL KANT Critica della ragione pura (1781) 15. LOGICA TRASCENDENTALE: L ANALITICA Formulata la tavola delle categorie, Kant cerca di giustificarne la validità e l uso, è il problema che lui chiama deduzione trascendentale. Si tratta di giustificare di diritto una pretesa di fatto. La deduzione delle categorie non consiste semplicemente nel far vedere che esse sono adoperate, di fatto, nella conoscenza scientifica. Bisogna invece giustificare che il loro uso è legittimo e determinare i limiti della validità di questo uso. Detto altrimenti: se le categorie sono solo caratteristiche della mente umana, come si può pretendere che esse valgano anche per la realtà esterna?

21 IMMANUEL KANT Critica della ragione pura (1781) REALTÀ (fatta di noumeni, cose in sé) Dati sensibili Primo filtro ordinatore: forme pure della sensibilità, spazio e tempo! Cosa intuita Secondo filtro ordinatore: forme pure dell intelletto, categorie! Cosa pensata SOGGETTO CONOSCENTE (conosce il fenomeno!)

22 IMMANUEL KANT Critica della ragione pura (1781) 16. LOGICA TRASCENDENTALE: L ANALITICA L intelletto umano non è né totalmente passivo (si limita a riflettere la realtà così come essa è) né totalmente attivo (esso crea i propri oggetti di pensiero dal nulla). Esso è invece sia passivo (agisce su materiale che proviene dall esterno) che attivo (organizza autonomamente tale materiale). Al quadro manca ancora un ultimo elemento: per essere pensati, gli oggetti devono essere riferiti ad un unico centro mentale unificatore che Kant chiama IO PENSO. L io penso unifica le percezioni sensibili, filtrate tramite spazio e tempo, utilizzandole le categorie e riferendole a sé. È come se in ogni singolo pensiero ci fosse un elemento implicito: Io penso che.... Tutto ciò che pensiamo è, appunto, pensato, perché ultimamente riferito a questo centro unificatore!

23 IMMANUEL KANT Critica della ragione pura (1781) Dati sensibili Primo filtro ordinatore: forme pure della sensibilità, spazio e tempo! Cosa intuita Secondo filtro ordinatore: forme pure dell intelletto, categorie! Cosa pensata IO PENSO

24 IMMANUEL KANT Critica della ragione pura (1781) 16. LOGICA TRASCENDENTALE: L ANALITICA L io penso come coscienza non è la conoscenza dell io come esso è in se stesso (per esempio, come anima immortale). Non solo la conoscenza del mondo esterno, ma anche quella del nostro io è solo fenomenica: io conosco persino me stesso solo tramite l esperienza interna che ho di me e non in termini assoluti! In Kant l io può essere definito come legislatore della natura. Solo in senso materiale cioè relativamente ai dati sensibili la natura è esterna all uomo uomo. In senso formale, invece, essa è interna all uomo: le relazioni che si instaurano fra i dati sensibili, formando il fenomeno, sono tutte interne all uomo come strutture portanti della sua mente. Attenzione: spazio, tempo e categorie operano solo sui dati della sensibilità. Questo significa che il conoscere in senso forte, scientifico, non può in alcun modo estendersi oltre l esperienza, prescindendo da essa.

25 IMMANUEL KANT Critica della ragione pura (1781) 16. LOGICA TRASCENDENTALE: L ANALITICA Kant paragona la conoscenza fenomenica, la conoscenza basata sui dati dell esperienza esperienza, alla terra ferma di un isola isola, solida, sicura... L inevitabile desiderio umano di andare oltre il fenomeno, per forza limitato, e di conoscere il noumeno le cose come sono in se stesse, l assoluto è simile alle smanie di un navigante attratto dalla scoperta di nuove terre, ma destinato a vagare inutilmente tra i flutti, perdendosi in essi. In altre parole: la metafisica la pretesa di conoscere l assoluto non può essere In altre parole: la metafisica, la pretesa di conoscere l assoluto, non può essere scienza: passiamo così alla dialettica trascendentale.

26 IMMANUEL KANT Critica della ragione pura (1781) 18. DIALETTICA TRASCENDENTALE In questa sezione della Critica Kant si domanda se anche la metafisica, come disciplina, possa concludere a conoscenze di carattere scientifico. Se in Platone la dialettica era la scienza suprema, ovvero la scienza delle Idee, per Aristotele essa denotava tanto il procedimento dimostrativo fondato su premesse solo probabili, quanto l arte di costruire ragionamenti capziosi, fallaci, basati su premesse niente affatto probabili, ma fatte apparire come tali! È ad Aristotele che Kant si richiama: la dialettica trascendentale ha lo scopo di smascherare i ragionamenti fallaci della metafisica! Attenzione però: anche se infondata, la speculazione metafisica rappresenta un esigenza naturale ed inevitabile della mente umana.

27 IMMANUEL KANT Critica della ragione pura (1781) 18. DIALETTICA TRASCENDENTALE Abbiamo visto che l intelletto unifica, tramite l attivazione delle categorie, i dati provenienti dai sensi. L uomo, però, per natura tende al raggiungimento dell incondizionato e della totalità: solo di questi si mostra soddisfatto! La ragione dell uomo non si accontenta, non è mai paga, sempre vuole andare oltre, giungendo così alle tre idee della metafisica: ANIMA ovvero l idea della totalità dei fenomeni interni (psicologia razionale). MONDO ovvero l idea della totalità dei fenomeni esterni (cosmologia razionale). DIO ovvero l idea della totalità dei fenomeni interni ed esterni, l assoluta totalità ridotta ad unità (teologia razionale). Il problema è che di queste tre totalità noi non abbiamo né possiamo mai avere Il problema è che di queste tre totalità noi non abbiamo né possiamo mai avere esperienza alcuna!

28 IMMANUEL KANT Critica della ragione pura (1781) 18.1 DIALETTICA TRASCENDENTALE: psicologia razionale Questa disciplina è, a parere di Kant, fondata su di un paralogisma, cioèun ragionamento errato, che consiste nell applicare la categoria di sostanza all io penso. L io penso, però, è un noumeno: noi non possiamo sapere come esso sia. L errore sta, dunque, nell ipotizzare l esistenza dell anima e, addirittura, di attribuirle tutta una serie di caratteristiche che, rispetto la nostra esperienza, sono del tutto ingiustificate e ingiustificabili. Si dice che l anima è semplice, libera, immortale, ecc. Ma cosa, quali dati concreti stanno a fondamento di ciò? Nessuno.

29 IMMANUEL KANT Critica della ragione pura (1781) 18.2 DIALETTICA TRASCENDENTALE: cosmologia razionale Il cosmo, l universo universo, la totalità del mondo fisico non rientra mai nella nostra esperienza: noi esperiamo questo o quel fenomeno, mai la totalità dei fenomeni! L idea di Mondo, dunque, è al di fuori di qualunque esperienza possibile. Nonostante ciò, i metafisici pretendono di poter dire qualcosa sul Mondo, sull universo, come totalità: facendo questo essi incappano in quelle che Kant chiama antinomie.. Le antinomie sono coppie di affermazioni fra loro opposte, entrambe razionalmente sostenibili, ma fra le quali la ragione risulta incapace di decidere. 1. Il Mondo è finito (nello spazio e nel tempo) Il Mondo è infinito (nello spazio e nel tempo) 2. La materia è divisibile all infinito La materia non è divisibile all infinito 3. Esiste una causalità libera Esiste sstesoloo una causalità deterministica 4. Il Mondo dipende da un essere necessario, Dio. Il Mondo non dipende da un essere necessario, Dio.

30 IMMANUEL KANT Critica della ragione pura (1781) 18.2 DIALETTICA TRASCENDENTALE: cosmologia razionale In ogni singola antinomia tra tesi e antitesi è impossibile capire quale sia vera. Perché? Il problema sta nell Idea di Mondo, illegittima perché non sostenuta da alcuna esperienza reale o possibile. Per ciò che riguarda terza e quarta antinomia, Kant puntualizza che le tesi g q, p valgono nel mondo dei fenomeni, nel cui ambito non si incontra mai né Dio né la libertà, mentre le antitesi potrebbero valere per la cosa in sé.

31 IMMANUEL KANT Critica della ragione pura (1781) 18.3 DIALETTICA TRASCENDENTALE: teologia razionale Kant si pone in termini critici rispetto a tutte le pretese dimostrazioni del fatto che Dio esiste (o che non esiste!). Contro la prova ontologica di Anselmo. Dio, in quanto assolutamente perfetto, deve esistere. Ma come si può passare da un semplice concetto mentale, per quanto perfetto possa essere, all esistenza reale. L esistenza non è un predicato in mezzo ad Altri: la differenza fra cento talleri immaginati e cento talleri reali non sta in alcun predicato, ma nel fatto che i primi non esistono e i secondi sì! Contro la prova cosmologica. Tutto ciò che è contingente deve l esistenza a qualcos altro, che lo precede, ma prima o poi bisogna per forza giungere ad un essere necessario, Dio. Primo errore: la categoria di causa connette solo fenomeni a fenomeni, non fenomeni a qualcosa che fenomenico non è (Dio). Secondo errore: anche ammesso questo essere necessario, come si potrebbe poi identificarlo con Dio? Impossibile!

32 IMMANUEL KANT Critica della ragione pura (1781) 18.3 DIALETTICA TRASCENDENTALE: teologia razionale - Kant si pone in termini critici rispetto a tutte le pretese dimostrazioni del fatto che Dio esiste (o chenon esiste!). Contro la prova fisico-teleologica. Il Mondo è troppo bello e ordinato: deve esistere qualcuno che lo abbia pensato e creato. Primo errore: l ordine della natura potrebbe stare nella natura stessa, come dimostrare che non è così? Impossibile. Secondo errore: l ordine e la bellezza del Mondo che noi esperiamo sono finiti e imperfetti, quindi come possiamo sostenere che un eventuale Creatore sia infinito e perfetto, cioè sia Dio? Impossibile! In sede teorica, Kantèagnostico, in quanto ritiene che la ragione umana non possa dimostrare né che Dio esiste né che non esiste.

33 IMMANUEL KANT Critica della ragione pura (1781) 18.3 DIALETTICA TRASCENDENTALE: teologia razionale - Quanto detto fino ad ora significa che le tre Idee della ragione sono inutili? Assolutamente no! - Esse non servono a conoscere con certezza alcun fenomeno reale, ma hanno un fondamentale uso regolativo. Le tre Idee funzionano come stimoli per la ricerca: traguardi in sé irraggiungibili, ma che spingono l uomo ad approfondire e ad allargare sempre di più le sue conoscenze! Le idee, cessando di valere dogmaticamente come realtà, varranno in questo caso problematicamente, come condizioni che impegnano l uomo nella ricerca naturale e lo sollecitano di evento in evento, di causa in causa, ad estendere quanto possibile il dominio della propria esperienza e di dare a questo dominio la massima unità.

34 IMMANUEL KANT Critica della ragione pratica (1787) 1 ANALITICA La seconda grande opera di Kant concerne non il conoscere scientifico dell uomo, ma il suo agire pratico. Nella Critica della ragion pratica Kant parte da questa convinzione: esiste una legge etica assoluta. Su cosa si basa tale convinzione? Kant ritiene che o la morale è una chimera, un illusione, e l uomo agisce in virtù delle sole inclinazioni naturali (gli istinti), oppure, se la legge morale esiste, allora essa è per forza incondizionata. Si tratta, cioè, di una ragione pratica pura, dove pura significa: capace di svincolarsi dalle inclinazioni dettate dall istinto. L incondizionatezza della legge morale implica l esistenza della libertà. La libertà diventa così il primo presupposto, o postulato, della vita etica. Tale legge sarà anche universale cioè valida per tutti, in ogni tempo e luogo e necessaria: non potrebbe essere diversa da com è!

35 IMMANUEL KANT Critica della ragione pratica (1787) ANALITICA Per Kant la morale è sciolta dai condizionamenti istintuali non nel senso che può completamente prescindere da essi, ma perché è in grado di decondizionarsi rispetto ad essi. Se l uomo fosse solo sensibilità cioè se fosse esclusivamente guidato dagli istinti o se fosse solo ragione cioè se non avesse affatto istinti sensibili allora la morale non avrebbe senso. Nell un caso, come nell altro, egli non sarebbe libero, non avrebbe scelta alcuna nel suo agire. L uomo però vive nella perenne tensione fra istinto e ragione e in lui si manifesta una continua lotta fra impulsi egoistici, istintuali, e ragione. La legge morale dice il dovere, dice ciò che è giusto che sia: l uomo può decidere di agire in obbedienza ad essa oppure contro di essa.

36 IMMANUEL KANT Critica della ragione pratica (1787) ANALITICA - Kant distingue i principi pratici che regolano la nostra condotta in MASSIME e IMPERATIVI. La massima è una prescrizione di valore puramente soggettivo (esempio: alzarsi presto al mattino per fare ginnastica ). L imperativo, invece, è una prescrizione con valore oggettivo e universale. Gli imperativi si scindono in due tipologie: IMPERATIVI IPOTETICI e IMPERATIVI CATEGORICI. Gli imperativi ipotetici prescrivono dei mezzi in vista di fini ipoteticamente accettati ed hanno la forma del se devi. Esempi: Se vuoi essere una persona colta allora DEVI studiare! Se vuoi andare in vacanza allora DEVI lavorare!

37 IMMANUEL KANT Critica della ragione pratica (1787) ANALITICA Né le massime né gli imperativi ipotetici costituiscono la legge morale. Essi, infatti, sono legati a interessi particolari, specifici, e non hanno i caratteri dell incondizionatezza e dell universalità. Consideriamo i la massima alzarsi presto al mattino per fare ginnastica. Ciascuno di noi può decidere di seguirla, inoltre si tratta certo di una cosa utile. Ma non definiremmo immorale qualcuno che si comporta diversamente! Consideriamo ora l imperativo ipotetico se vuoi essere una persona colta allora devi studiare!. Certo, è vero che se io desiderio essere colto allora lo studio diventa mio preciso dovere... Però il fatto di impegnarsi nello studio, se ci pensiamo, non è affatto un dovere incondizionato e universale. È immorale la persona che, decidendo di non studiare, rinuncia alla cultura? Chiaramente no.

38 IMMANUEL KANT Critica della ragione pratica (1787) ANALITICA Gli imperativi categorici sono gli unici universali e, per questo, solo essi hanno il carattere della moralità. Ma cosa comandano gli imperativi categorici? Kant risponde che la ragione morale comanda se stessa, cioè l esigenza dell universalità. Egli presenta tre formulazioni interconnesse dell imperativo categorico, che è a tutti gli effetti unico. 1. Opera sempre in modo che la massima della tua azione possa sempre valere come principio di una legislazione universale. 2. Agisci in modo da trattare l umanità umanità, sia nella tua persona, sia in quella di ogni altra, sempre anche come fine e mai semplicemente come mezzo. 3. Agisci in modo che la volontà, in virtù della sua massima, possa 3. Agisci in modo che la volontà, in virtù della sua massima, possa considerare se stessa come universalmente legislatrice.

39 IMMANUEL KANT Critica della ragione pratica (1787) ANALITICA 1. Opera sempre in modo che la massima della tua azione possa sempre valere come principio di una legislazione universale. In parole povere: Qualunque cosa tu faccia, tieni presente anche le esigenze degli altri. Comportati in modo tale che, se tutti agissero esattamente come fai tu, nessuno avrebbe a soffrirne ingiustamente. Esempio: Mentire, in generale, è immorale: perché? Perché se tutti mentissero i rapporti umani, e quindi la costituzione della società, sarebbero impossibili. 2. Agisci in modo da trattare l umanità, sia nella tua persona, sia in quella di ogni altra, sempre anche come fine e mai semplicemente come mezzo. In parole povere: Rispetta la dignità ità delle persone. Non trattare tt mai un altro individuo solo come un mezzo, uno strumento, per ottenere qualcos altro! 3. Agisci in modo che la volontà, in virtù della sua massima, possa considerare se stessa come universalmente legislatrice. Questa formulazione ripete e precisa la prima.

40 IMMANUEL KANT Critica della ragione pratica (1787) ANALITICA L etica kantiana è stata definita formale: questo significa che essa non ci dice che cosa dobbiamo fare, ma in che modo dobbiamo fare tutto ciò che decidiamo di fare. Questo perché Kant ritiene che, se la legge morale dicesse di fare delle cose ben precise e determinate, allora risulterebbe legata ad esse, perdendo la libertà e l universalità. L imperativo etico non può essere costituito da una casistica di precetti, ma tocca ad ognuno, a seconda della situazione specifica, di tradurre in pratica la legge stessa. L imperativo etico è caratterizzato anche dal fatto di essere completamente disinteressato. Se la legge morale ordinasse in vista di un fine o di un utile si limiterebbe ad una serie di imperativi ipotetici e comprometterebbe, in primo luogo, la propria libertà, in quanto non sarebbe più la volontà a dar legge a se medesima, ma gli oggetti a dar legge alla volontà, compromettendo così anche la sua incondizionatezza.

41 IMMANUEL KANT Critica della ragione pratica (1787) ANALITICA Il cuore della moralità kantiana consiste invece nel dovere-per-il-dovere. Secondo la Critica della ragion pratica noi non dobbiamo agire, per esempio, in vista della felicità, ma solo per il dovere. Da ciò il rigorismo kantiano, che esclude dal dominio dell etica emozioni e sentimenti, che sviano la morale oppure, quando collaborano con essa, ne inquinano la purezza. Nell etica di Kant il rispetto per la legge è l unico sentimento ammesso. Per Kant, poi, non basta che un azione sia fatta esteriormente secondo la legge, ovvero in modo conforme ad essa. La morale implica una partecipazione interiore, altrimenti rischia di scadere in atti di legalità ipocrita oppure in forme più o meno mascherate di autocompiacimento. Non è morale ciò che si fa, ma l intenzione con cui lo si fa.

42 IMMANUEL KANT Critica della ragione pratica (1787) ANALITICA Nulla di esterno o di interno deve costringere l uomo al rispetto della legge morale: così essa perderebbe di senso. Non si può neppure far poggiare la legge morale su Dio, dicendo che occorre sottomettersi alla volontà divina a noi rivelata: anche questo minerebbe l incondizionatezza della morale e la libertà dell uomo uomo. La morale si base solo e soltanto su se stessa, ovvero sull uomo e sulla sua dignità di essere razionale finito.

43 IMMANUEL KANT Critica della ragione pratica (1787) DIALETTICA Nella Critica della ragione pratica, in particolare nella Dialettica, Kant prende in considerazione quello che chiama SOMMO BENE. Abbiamo detto che per Kant la felicità non può essere il movente del dovere, della legge morale, pure è insito in noi il bisogno di pensare che l uomo che agisce secondo morale possa essere anche felice. Kant ritiene che, in questa nostra vita, dovere e felicità non possano essere davvero congiunti: troppi sono gli esempi contrari! Lo sforzo di essere virtuosi i e l inseguimento i della propria felicità ità sono azioni i spesso, anzi, per lo più opposte! Virtù e felicità costituiscono quindi la cosiddetta ANTINOMIA ETICA. Se ne esce solo postulando un al di là nel quale ciò che in questa vita terrena non accade possa realizzarsi! Questo presuppone altri due postulati: l immortalità dell anima e l esistenza di Dio. Non dimentichiamo anche il postulato già citato in precedenza: la libertà!

44 IMMANUEL KANT Critica della ragione pratica (1787) DIALETTICA Kant usa il termine postulato, traendolo dalla matematica classica: mentre gli assiomi sono affermazioni autoevidenti, i postulati sono princìpi non dimostrabili, ma che vengono accolti per rendere possibili determinate entità o verità geometriche. La teoria dei postulati mette a capo a ciò che Kant definisce PRIMATO DELLA RAGIONE PRATICA, consistente nella prevalenza dell interesse pratico su quello teoretico, nel senso che la ragione ammette, in quanto pratica, proposizioni che non potrebbe ammettere nel suo uso teoretico. Tuttavia, pur aprendo uno squarcio sul metafisico, i postulati kantiani non possono valere come conoscenze. Se i postulati fossero dimostrati, inoltre, la morale scivolerebbe immediatamente nell eteronomiaeteronomia e sarebbe di nuovo la religione a fondare la morale. Kant invece sostiene che sono le verità morali, seppure sotto forma di postulati, a fondare quelle della religione. Dio non sta all inizio della vita morale, ma semmai alla fine, come suo possibile completamento.

45 IMMANUEL KANT Critica del giudizio (1790) IL SENTIMENTO Nella Critica del Giudizio, Kant studia quello che chiama sentimento, così come nelle altre due critiche aveva analizzato la conoscenza e la morale. Anche il sentimento di cui egli parla va inteso non nel senso comune del termine, ma seconda una accezione tecnica ben precisa: si chiama sentimento quella peculiare facoltà umana mediante la quale l uomo fa esperienza di quella finalità o scopo del mondo reale e delle cose che lo compongono. Si tratta di quel concetto di finalità che la prima Critica escludeva sul piano fenomenico e che la seconda postulava a livello di noumeno. Ciò che è sentimento tende a vedere e a descrivere il mondo fisico in termini di libertà e finalità. Kant sottolinea che quanto questa facoltà umana propone rappresenta solo una nostra esigenza, qualcosa che, in quanto tale, non ha valore conoscitivo in senso stretto (cioè non ha valore scientifico).

46 IMMANUEL KANT Critica del giudizio (1790) GIUDIZI RIFLETTENTI I giudizi i caratteristici ti i del sentimento t costituiscono i il campo che Kant chiama dei GIUDIZI RIFLETTENTI, in contrapposizione al campo dei GIUDIZI DETERMINANTI, cioè le affermazioni scientifiche. Mentre i giudizi determinanti sono oggettivi e scientificamente validi, almeno per ciò che concerne il fenomeno, quelli riflettenti ti esprimono solo bisogni i di ordine umano. La Critica del giudizio è appunto un analisi dei giudizi riflettenti.

47 IMMANUEL KANT Critica del giudizio (1790) GIUDIZI RIFLETTENTI Ci sono due tipi fondamentali di giudizio riflettente: quello ESTETICO, che riguarda la bellezza, e quello TELEOLOGICO, che riguarda il discorso sugli scopi della natura. Con il giudizio estetico, osserva Kant, sentiamo intuitivamente la finalità della natura. Esempio: un bel paesaggio pare rispondere alla nostra esigenza di armonia estetica. Nel giudizio teleologico tale finalità la sentiamo concettualmente. Esempio: riflettendo sulla struttura di uno scheletro, arriviamo a dire che esso ha il fine, lo scopo, di sorreggere un corpo. Nel primo caso Kant parla di finalità soggettiva e nel secondo di finalità oggettiva.

48 IMMANUEL KANT Critica del giudizio (1790) IL GIUDIZIO ESTETICO Kant ci fornisce quattro definizioni di bellezza, una per ogni gruppo categoriale. 1) Secondo la qualità il bello è l oggetto di un piacere senza interesse. Io contemplo una cosa, per esempio un opera d arte, senza interessarmi a quanto valga, a se e quanto possa essere utile, ma solo per la sua bellezza, per il piacere che la sua rappresentazione fa sorgere in me. 2) Secondo la quantità il bello è ciò che piace universalmente, senza concetto. Per Kant il giudizio estetico si presenta con una tipica pretesa di universalità, in quanto esige che il sentimento di piacere provocato da una cosa bella sia da tutti condiviso, senza che il bello sia sottomesso a qualche concetto. Le cose che giudichiamo belle sono tali perché vissute spontaneamente come belle e non perché giudicate tali attraverso un ragionamento o una serie di concetti.

49 IMMANUEL KANT Critica del giudizio (1790) IL GIUDIZIO ESTETICO 3) Secondo la relazione, la bellezza è la forma della finalità di un oggetto, in quanto questa vi è percepita senza la rappresentazione di uno scopo. L armonia degli oggetti belli, pur esprimendo un accordo fra le parti, quindi una finalità, non soggiace ad uno scopo determinato, concettualmente esprimibile. 4) Secondo la modalità, in ultimo, il bello è ciò che, senza concetto, è riconosciuto come oggetto di un piacere necessario. È un altro modo per ribadire che il giudizio estetico è qualcosa su cui tutti p g q debbono essere d accordo, sebbene tale consonanza non sia esprimibile tramite concetti e regole logiche, ossia tramite giudizi scientifici (determinanti).

50 IMMANUEL KANT Critica del giudizio (1790) UNIVERSALITÀ Come si può notare, la tesi più vistosa e qualificante dell estetica kantiana è l universalità del bello. Si tratta di una tesi piuttosto lontana dal nostro tipico soggettivismo estetico. Bisogna tener presente che Kant distingue nettamente fra il campo del PIACEVOLE, che è ciò che piace ai sensi nella sensazione, da quello del PIACERE ESTETICO, che è il sentimento provocato dall immagine o forma della cosa che diciamo bella. Il piacere è legato alle inclinazioni individuali e quindi non ha universalità. Esempio di piacevole : la vista di una bella donna appartiene al piacevole e non al piacere estetico perché coinvolge ben precise inclinazioni individuali legate alla sessualità.

51 IMMANUEL KANT Critica del giudizio (1790) UNIVERSALITÀ Ma come è possibile che vi siano giudizi estetici universali? Kant risolve questo problema della sua estetica sulla base della comune struttura della mente umana. Kant afferma che il giudizio estetico nasce da un libero gioco, ossia da uno spontaneo rapporto, tra l immaginazione e l intelletto, in virtù del quale l immagine della cosa appare rispondente alle esigenze dell intelletto, generando un senso di armonia. Visto che queste due facoltà immaginazione e intelletto sono strutturate nel medesimo modo in ciascun essere umano, ne deriva l esistenza di giudizi estetici universali. La bellezza dunque non sarebbe una proprietà oggettiva delle cose, ma il frutto di un incontro del nostro spirito con le cose. Kant dice che se le belle forme sono in natura la bellezza è nell uomo.

52 IMMANUEL KANT Critica del giudizio (1790) IL BELLO ARTISTICO Distinto dal bello presente in natura, c è il bello artistico. Quest ultimo non viene appreso nelle cose mediante il giudizio del gusto, ma è prodotto dal genio, ovvero dalla ragione che opera come natura, spontaneamente e creativamente. Kant ritiene che solo nel mondo dell arte vi sia il genio, solo l artista può essere tale, mentre riserva il termine ingegno all ambito della filosofia o della scienza. Fra il bello di natura e il bello nell arte esiste, comunque, profonda affinità: la natura, infatti, è bella quando viene considerata esteticamente come opera d arte; per parte sua, l opera d arte è bella quando ha la spontaneità della bellezza naturale.

53 IMMANUEL KANT Critica del giudizio (1790) IL SUBLIME Dopo aver trattato del bello, Kant passa all analisi del sublime. Per sublime si intende un valore estetico che, in tutte le varie sottospecie, è prodotto dalla percezione di qualcosa di smisurato o di incommensurabile. In particolare, il sublime matematico nasce in presenza di qualcosa di smisuratamente grande (le stelle, le galassie...), mentre il sublime dinamico di fronte alle più terribili manifestazioni della natura (uragani, terremoti...).

54 IMMANUEL KANT Critica del giudizio (1790) IL SUBLIME Di fronte a queste cose nasce in noi uno stato d animo ambivalente: da una parte proviamo dispiacere perché la nostra immaginazione non abbraccia la grandezza e potenza di tali fenomeni, ma dall altra piacere perché la nostra ragione sa concepire l infinito, al cui confronto le maggiori grandezze naturali sono insignificanti... Qualcosa di smisurato, ma di finito, ha il potere di risvegliare in noi l idea dell infinito: scoprendoci potatori di tale idea, che attesta la nostra essenza di esseri superiori alla natura, ne proviamo una commozione profonda, che trasforma l iniziale senso della nostra piccolezza fisica in una coscienza della nostra grandezza spirituale. Ci accorgiamo che il vero sublime non risiede tanto nell oggetto che ci sta di fronte, quanto in noi stessi.

55 IMMANUEL KANT Critica del giudizio (1790) GIUDIZIO TELEOLOGICO Come abbiamo visto la finalità del reale, oltre che essere percepita immediatamente nel giudizio estetico, può anche essere pensata mediante il giudizio teleologico, in virtù del concetto di fine. Secondo Kant, l unica visione scientifica del mondo è quella meccanicistica, basata sulla categoria di causa-effetto e sui giudizi determinanti. Una visione, dunque, che esclude categoricamente il concetto di fine. Kant però afferma che in noi vi è una tendenza irresistibile a pensare finalisticamente. Di fronte alle cose del mondo, noi non riusciamo a non pensare che esse Di fronte alle cose del mondo, noi non riusciamo a non pensare che esse abbiano uno scopo!

56 IMMANUEL KANT Critica del giudizio (1790) GIUDIZIO TELEOLOGICO Noi non possiamo mai fare a meno di incontrarci con la considerazione teleologica, in quanto il meccanicismo, secondo Kant, non è in grado di offrire una spiegazione soddisfacente e totale dei fenomeni naturali, in particolare degli organismi. Egli arriva addirittura a scrivere che non c è cè nessuna ragione umana [ ] che possa sperare di comprendere secondo cause meccaniche la produzione sia pure di un solo filo d erba.

57 FENOMENO e NOUMENO (chiarimento concettuale) IL FENOMENO La parola fenomeno, come ben sapete, è oggi ampiamente utilizzata in ambito scientifico. Con questo termine, normalmente, ci si vuole riferire all oggetto di studio che, in quel momento, è sotto investigazione da parte dello scienziato. Si parla, per esempio, di fenomeni fisici, di fenomeni atmosferici, ecc. Perché si utilizza questo termine?

58 FENOMENO e NOUMENO (chiarimento concettuale) IL FENOMENO Alla lettera, fenomeno significa CIO CHE APPARE. Possiamo parafrasare dicendo così: un fenomeno è qualcosa che, proprio perché appare e si fa vedere e nella misura in cui appare e si fa vedere, ci permette di conoscerlo. Ricordate che il riferimento all apparire e dunque al vedere, alla vista, va inteso in senso lato. Il fenomeno è ciò che appare NON semplicemente nel senso che è qualcosa di visibile agli occhi, ma in un senso molto più generale: appare nel senso che entra in relazione con noi per il tramite delle nostre facoltà conoscitive: i cinque sensi e l intelletto.

59 FENOMENO e NOUMENO (chiarimento concettuale) IL FENOMENO Non è però un caso che il termine si riferisca alla vista: la civiltà occidentale, infatti, ha da sempre utilizzato proprio il senso della vista come paradigma generale della conoscenza, del sapere. Pensate, ad espressioni come: Adesso è chiaro! Questo è evidente! E una persona brillante! Questo è un problema oscuro In tutti questi e in moltissimi altri casi il vedere, e dunque la luce e il buio, sono utilizzati come metafora di un sapere certo (o di uno confuso).

60 FENOMENO e NOUMENO (chiarimento concettuale) IL FENOMENO Ogni oggetto della conoscenza è, in quanto tale, un fenomeno. Come sappiamo, perché si abbia conoscenza occorrono tre elementi: UN SOGGETTO (conoscente) UNA RELAZIONE possibile grazie a sensi e intelletto UN OGGETTO (conosciuto) Possiamo dire che l insieme i di questi tre aspetti è il fenomeno!

61 FENOMENO e NOUMENO (chiarimento concettuale) IL NOUMENO Il noumeno è, come abbiamo visto, la cosa in sé. In sé vuol dire che la cosa è considerata da sola, ovvero del tutto separatamente da ogni soggetto conoscente e ogni relazione conoscitiva! UN SOGGETTO (conoscente) UNA RELAZIONE possibile grazie a sensi e intelletto UN OGGETTO (conosciuto) (in sé)

62 FENOMENO e NOUMENO (chiarimento concettuale) Da quanto detto, dovrebbe risultare chiaro che: 1. Il noumeno è inconoscibile, indescrivibile, è una x sconosciuta perché ogni conoscenza è una relazione e il noumeno è, per definizione, i i la cosa considerata indipendentemente da ogni relazione! 2. Un unico e medesimo noumeno potrebbe dar luogo a fenomeni diversi fra loro perché esseri viventi diversi, avendo forme pure a priori diverse, danno luogo a relazioni conoscitive, e dunque a fenomeni, diversi! 3. La conoscenza fenomenica è, nonostante ciò, oggettiva! perché tutti gli esseri umani possiedono le medesime forme pure a priori: danno luogo a relazioni conoscitive, e dunque a fenomeni, uguali!

63 Johann Gottlieb Fichte ADESIONE A KANT Il primo Fichte riteneva che la prospettiva emersa con Kant fosse, in ambito filosofico, insuperabile. -1- Oggetto proprio della Filosofia non è l Essere (quindi l ontologia) ma il sapere (quindi la gnoseologia). -2- La gnoseologia, inoltre, deve assumere una prospettiva di tipo fondazionale, proprio p come in Kant. Occorre, quindi, scoprire e chiarire al meglio quali sono i caratteri capaci di garantire all uomo un sapere solido e fecondo.

64 Johann Gottlieb Fichte SUBITO SMENTITA! Ben presto, Fichte si distacca da Kant e, anzi, lo critica aspramente! -1- Kant presuppone, ma non giustifica in alcun modo la cosa in sé, il noumeno. -2- Ammettere l esistenza di qualcosa il noumeno, appunto che si pone come del tutto indipendente da chi ha consapevolezza e sapere di tale esistenza cioè l uomo significa accettare qualcosa che si sottrae alla riduzione ad un unico Principio capace di spiegare la realtà, qualcosa che si sottrae alla sistematizzazione. Insomma: il noumeno di Kant non è accettabile perché si tratta di qualcosa di Insomma: il noumeno di Kant non è accettabile perché si tratta di qualcosa di radicalmente inspiegabile.

65 Johann Gottlieb Fichte IL PRINCIPIO Proponiamo ora una breve descrizione di come Fichte provi a qualificare il Principio assoluto da lui chiamato Io. 1 Il Principio è INCONDIZIONATO Cioè non c è nulla che, esternamente ad esso, lo condizioni e determini. In Principio, in quanto tale, non ha nulla prima e fuori di sé, ma tutto deriva da lui: esso è originario e originante. In quanto incondizionato, poi, il Principio non potrà essere una realtà data una sorta di oggetto, diciamo ma dovrà essere un atto, una attività. Solo l azione infatti in principio era l azione dirà anche Goethe può essere radicalmente prima. Ogni cosa, infatti, richiede una qualche giustificazione che la preceda, dunque non può essere un vero Principio.

66 Johann Gottlieb Fichte IL PRINCIPIO Proponiamo ora una breve descrizione di come Fichte provi a qualificare il Principio assoluto da lui chiamato Io. 2 Il Principio AGISCE SU UN CONTENUTO CHE GLI È INTERNO Se, infatti, il Principio che è attività agisse su qualcosa che gli è ab origine esterno, allora non sarebbe più il Principio. Questo qualcosa di esterno, infatti, proprio perché esterno al Principio richiederebbe un altro principio giustificativo. PRINCIPIO

67 Johann Gottlieb Fichte IL PRINCIPIO In considerazione di quanto appena ricordato, Fichte ritiene che il Principio si possa esprimere efficacemente tramite la seguente formula : L IO PONE SE STESSO Tale formulazione mostra tanto il carattere incondizionato quanto quello condizionante del Principio. Chiamare il Principio Io significa coglierlo non come frutto di un processo (ciò che vale per ogni cosa, ogni oggetto ), ma come soggettività originariamente produttrice (e non prodotta!).

68 Johann Gottlieb Fichte IL PRINCIPIO L IO PONE SE STESSO Questo io è appunto azione, attività: in effetti esso pone. Pone che cosa? Pone innanzitutto se stesso! Dire questo significa che l Io non ha nulla di fronte a sé come esterno a sé, ma tutto è q g, interno ad esso e da esso posto.

69 Johann Gottlieb Fichte IL PRINCIPIO L IO LIO PONE SE STESSO Non esiste alterità alcuna: tutto ciò che il Principio compie, è sempre e comunque interno a se stesso. In questo assoluto monismo, l alterità è sempre e solo apparente. Ciò che chiamiamo alterità (l altro da me) è, non a caso, la stessa soggettività, l io, fattosi contenuto (della propria azione). È la soggettività che prende sé medesima a contenuto della propria azione e della propria riflessione, sdoppiandosi come in uno specchio.

70 Johann Gottlieb Fichte CHIARIMENTO Per provare a rendere più chiara questa sua concezione così astratta, Fichte evoca il PRINCIPIO DI IDENTITÀ. A = A Il fatto che A è A, che A = A è autoevidente. Si tratta, cioè, di qualcosa che non abbisogna di alcuna dimostrazione, spiegazione, chiarimento, fondazione, ecc. Nulla costituisce il fondamento di tale Principio: nulla infatti è più chiaro o basilare o fondamentale di esso, sì da poterlo spiegare o giustificare. Al contrario, è a partire da esso ogni cosa può essere spiegata, dimostrata, ecc. L io pone se stesso di Fichte è come questo principio logico-matematico (almeno nell opinione di Fichte medesimo!). L io pone se stesso (come oggetto) come identico a sé, identico al proprio operare (come soggetto).

71 Johann Gottlieb Fichte CHIARIMENTO A = A Io pone se stesso In quanto soggetto In quanto oggetto Esempio: pensiamo a una persona che si ponga davanti a uno specchio. Accade proprio che l io (in quanto soggetto che guarda l immagine) pone se stesso (si pone come oggetto guardato) dicendo, appunto, quello che vedo qui davanti (oggetto) sono io (soggetto).

72 Johann Gottlieb Fichte CHIARIMENTO Nel Principio di identità, Fichte ritiene di ritrovare implicitamente un secondo principio, il PRINCIPIO DELLA SEPARAZIONE E DELLA OPPOSIZIONE. È vero che l io pone se stesso come identico a sé, ma anche e necessariamente come altro da sé: in effetti l io pone se stesso non come soggetto, ma come oggetto. Dunque nel principio dell io si deve pensare simultaneamente l identico e il diverso, l uguale e l opposto: l io in quanto puro atto e identità assoluta e l io in quanto si oggettiva e si oppone a sé. Nei termini di Fichte, l io è allo stesso tempo io e non io, cioè soggetto e oggetto. Il non io, in particolare, è la natura: ciò che si manifesta alla coscienza di ciascuno come esteriorità. Qui la contraddizione è palese, ma l esempio dello specchio ci aiuta a comprenderne la necessità: di fronte alla mia immagine rifletta posso dire, e posso farlo allo stesso tempo, sia quello sono io sia quella è solo la mia immagine.

73 Johann Gottlieb Fichte CHIARIMENTO La contraddizione appena denunciata viene però risolta : se ne occupa il PRINCIPIO DI RAGIONE. In accordo con tale principio, Fichte afferma che il non-io è negazione non dell io stesso, ma solo di una parte di lui. L io assoluto, infinito e illimitato, viene a trovarsi limitato e in sé diviso dal suo atto autoponente. L io Lio oppone sé come soggettività a sé come oggetto, oggetto che viene colto come limite e ostacolo all estrinsecazione della soggettività stessa. Il processo con il quale l io si autolimita è di per sé incondizionato: in quanto soggetto che si condiziona da sé l io è l assoluto stesso: è quell assoluto di cui la coscienza singola, che è finita, ha coscienza. Esempio: una persona prende una decisione libera e consapevole dicendo a se stessa: diventerò un avvocato!. Questa medesima decisione, di per sé incondizionata (almeno idealmente!) limita e condiziona il soggetto che pure ne è l artefice lartefice. Ciò che la persona ha posto, la sua decisione, nell atto stesso della sua effettiva realizzazione limiterà, ostacolerà il soggetto stesso (per diventare avvocato devo fare certe cose e devo escluderne altre!).

IMMANUEL KANT Critica del giudizio (1790)

IMMANUEL KANT Critica del giudizio (1790) IL SENTIMENTO Nella Critica del Giudizio, Kant studia quello che chiama sentimento, così come nelle altre due critiche aveva analizzato la conoscenza e la morale. Anche il sentimento di cui egli parla

Dettagli

IMMANUEL KANT Critica della ragione pratica (1787)

IMMANUEL KANT Critica della ragione pratica (1787) 1 La seconda grande opera di Kant concerne non il conoscere scientifico dell uomo, ma il suo agire pratico. Nella Critica della ragion pratica Kant parte da questa convinzione: esiste una legge etica assoluta.

Dettagli

IMMANUEL KANT Critica della ragione pratica (1787)

IMMANUEL KANT Critica della ragione pratica (1787) 1 La seconda grande opera di Kant concerne non il conoscere scientifico dell uomo, ma il suo agire pratico. Nella Critica della ragion pratica Kant parte da questa convinzione: esiste una legge etica assoluta.

Dettagli

Johann Gottlieb Fichte

Johann Gottlieb Fichte ADESIONE A KANT Il primo Fichte riteneva che la prospettiva emersa con Kant fosse, in ambito filosofico, insuperabile. -1- Oggetto proprio della Filosofia non è l Essere (quindi l ontologia) ma il sapere

Dettagli

IMMANUEL KANT

IMMANUEL KANT IMMANUEL KANT 1724-1804 Kant prende le mosse dall Empirismo arrivando a elaborare il suo Criticismo (anche detto filosofia trascendentale o filosofia del limite). L attività intellettuale di Kant si può

Dettagli

Critica del Giudizio

Critica del Giudizio Critica del Giudizio Dalle due Critiche ( Critica della Ragion pura e Critica della Ragion pratica) emerge l opposizione tra il mondo naturale, dominato dalla necessità ed estraneo alla morale e allo spirito,

Dettagli

IMMANUEL KANT CRITICA DELLA RAGION PURA LOGICA TRASCENDENTALE

IMMANUEL KANT CRITICA DELLA RAGION PURA LOGICA TRASCENDENTALE IMMANUEL KANT CRITICA DELLA RAGION PURA LOGICA TRASCENDENTALE Senza sensibilità nessun oggetto ci sarebbe dato, e senza intelletto nessun oggetto verrebbe pensato. I pensieri senza contenuto sono vuoti,

Dettagli

Johann Gottlieb Fichte (Rammenau, 19 maggio 1762 Berlino, 27 gennaio 1814)

Johann Gottlieb Fichte (Rammenau, 19 maggio 1762 Berlino, 27 gennaio 1814) Johann Gottlieb Fichte (Rammenau, 19 maggio 1762 Berlino, 27 gennaio 1814) a cura di Pietro Gavagnin www.pgava.net Kant aveva voluto costruire una filosofia del finito. Fichte vuol costruire una filosofia

Dettagli

Percorso su LIM da Kant all idealismo

Percorso su LIM da Kant all idealismo Percorso su LIM da Kant all idealismo CRITICA DELLA RAGION (PURA) PRATICA NON EMPIRICA VOLONTA Massime «SE.. Devi> Imperativi Imperativi ipotetici Imperativo categorico «Tu devi» Formulazioni dell imperativo

Dettagli

Immanuel Kant. Corso di Riallineamento di Filosofia A.A. 2015/2016 Prof.ssa Laura Stochino

Immanuel Kant. Corso di Riallineamento di Filosofia A.A. 2015/2016 Prof.ssa Laura Stochino Immanuel Kant Corso di Riallineamento di Filosofia A.A. 2015/2016 Prof.ssa Laura Stochino Come e cosa conosciamo? https://www.youtube.com/watch?v=oux2mylkiby Le opere precritiche Dal razionalismo tedesco

Dettagli

Immanuel Kant ( ) La filosofia del Criticismo tra Empirismo e Razionalismo

Immanuel Kant ( ) La filosofia del Criticismo tra Empirismo e Razionalismo Immanuel Kant (1724-1804) La filosofia del Criticismo tra Empirismo e Razionalismo Opere di Kant 1747-1769: Scritti pre-critici 1770: De mundi sensibilis atque intelligibilis forma principiis 1770-1781:

Dettagli

IMMANUEL KANT. (1724 Germania-1804) INTRODUZIONE

IMMANUEL KANT. (1724 Germania-1804) INTRODUZIONE IMMANUEL KANT (1724 Germania-1804) INTRODUZIONE ILLUMINISMO ROMANTICISMO SAPERE AUDE (Ultimo periodo della sua vita) USCIRE DALLO STATO DI MINORITA Nella CRITICA DEL GIUDIZIO CONDIZIONE DELL UOMO CHE NON

Dettagli

La filosofia come istanza critica. Prof. Marco Lombardi Liceo Scientifico Statale Emilio Segrè

La filosofia come istanza critica. Prof. Marco Lombardi Liceo Scientifico Statale Emilio Segrè Immanuel Kant La filosofia Prof. Marco Lombardi Liceo Scientifico Statale Emilio Segrè Da dove derivano i giudizi sintetici a priori? 2 La rivoluzione copernicana Kant, per rispondere a questo interrogativo,

Dettagli

Immanuel Kant. L estetica trascendentale. Prof. Marco Lombardi Liceo Scientifico Statale Emilio Segrè

Immanuel Kant. L estetica trascendentale. Prof. Marco Lombardi Liceo Scientifico Statale Emilio Segrè Immanuel Kant L estetica trascendentale Prof. Marco Lombardi Liceo Scientifico Statale Emilio Segrè La teoria dello spazio e del tempo Nell Estetica Kant studia la sensibilità e le sue forme a priori;

Dettagli

RELATIVISMO. OPINIONE Doxa. Sensi. Conoscenza. relativa. Molteplice varia nello Spazio RELATIVISMO. Impossibilità verità Universale e Immutabile

RELATIVISMO. OPINIONE Doxa. Sensi. Conoscenza. relativa. Molteplice varia nello Spazio RELATIVISMO. Impossibilità verità Universale e Immutabile RELATIVISMO OPINIONE Doxa Sensi Conoscenza relativa Mutevole varia nel Tempo Molteplice varia nello Spazio Soggettiva varia nei diversi soggetti RELATIVISMO Impossibilità verità Universale e Immutabile

Dettagli

CRITICA DELLA RAGION PURA (1781) > problema gnoseologico

CRITICA DELLA RAGION PURA (1781) > problema gnoseologico IMMANUEL KANT (Konigsberg 1724-1804) 1 CRITICA DELLA RAGION PURA (1781) > problema gnoseologico METAFISICA DEI COSTUMI e CRITICA DELLA RAGION PRATICA (1788 ) > problema morale CRITICA DEL GIUDIZIO (1790)

Dettagli

CRITICA DELLA RAGION PURA

CRITICA DELLA RAGION PURA CRITICA DELLA RAGION PURA SCHEMA RIASSUNTIVO AUTORE IMMANUEL KANT ANNO di PUBBLICAZIONE 1781 prima edizione 1787 seconda edizione con sostanziali modifiche SCOPO DELL'OPERA critica della ragione teoretica

Dettagli

KANT Sulla struttura della CRITICA DELLA RAGION PURA di Tommaso Ciccarone

KANT Sulla struttura della CRITICA DELLA RAGION PURA di Tommaso Ciccarone KANT Sulla struttura della CRITICA DELLA RAGION PURA di Tommaso Ciccarone La Struttura della prima Critica di Kant, dedicata alla sfera conoscitiva della ragione, si articola su due livelli generali. Si

Dettagli

APPROFONDIMENTI DI FILOSOFIA MORALE (6 crediti) (Università degli Studi di Ferrara)

APPROFONDIMENTI DI FILOSOFIA MORALE (6 crediti) (Università degli Studi di Ferrara) APPROFONDIMENTI DI FILOSOFIA MORALE (6 crediti) (Università degli Studi di Ferrara) Docente: Dr.ssa Federica Basaglia (bsgfrc@unife.it) Titolo del corso: LA CRITICA DELLA RAGION PRATICA DI KANT Periodo:

Dettagli

CLASSE 4^B PROGRAMMA DI FILOSOFIA (a.s ) Caratteristiche e correnti fondamentali del Rinascimento filosofico

CLASSE 4^B PROGRAMMA DI FILOSOFIA (a.s ) Caratteristiche e correnti fondamentali del Rinascimento filosofico CLASSE 4^B PROGRAMMA DI FILOSOFIA (a.s. 2014-15) UNITA 1 - DAL RINASCIMENTO ALLA RIVOLUZIONE SCIENTIFICA Autori e problemi Caratteristiche e correnti fondamentali del Rinascimento filosofico La Rivoluzione

Dettagli

CONOSCENZA ED ESPERIENZA

CONOSCENZA ED ESPERIENZA CONOSCENZA ED ESPERIENZA È il FONDAMENTO della conoscenza le idee nascono dall esperienza È il MECCANISMO DI CONTROLLO della conoscenza è il criterio di verità: un idea è vera se corrisponde all esperienza

Dettagli

ANSELMO D AOSTA

ANSELMO D AOSTA Prova ontologica (argomento a priori ) Lo stolto afferma: Qualcun altro, invece, afferma: DIO NON ESISTE (proposizione A) DIO È CIÒ DI CUI NON SI PUÒ PENSARE IL MAGGIORE (proposizione B) A questo punto

Dettagli

Fichte Deduzione trascendentale dell Io e immaginazione produttiva

Fichte Deduzione trascendentale dell Io e immaginazione produttiva Fondamenti di Storia della Filosofia - Lezione di giovedì 14 aprile 2016 1 Fichte Deduzione trascendentale dell Io e immaginazione produttiva SCHEMA Stabilito che la cosa in sé di Kant è un falso problema,

Dettagli

Testo adottato: N.Abbagnano, G.Fornero La ricerca del pensiero vol. 2 A, 2B, Paravia

Testo adottato: N.Abbagnano, G.Fornero La ricerca del pensiero vol. 2 A, 2B, Paravia PROGRAMMA SVOLTO DI FILOSOFIA Classe: 4 G Anno Scolastico: 2015-2016 Docente: Bianca Maria Poggiali Testo adottato: N.Abbagnano, G.Fornero La ricerca del pensiero vol. 2 A, 2B, Paravia - Umanesimo e Rinascimento.

Dettagli

Scienza, etica e metafisica in Kant. Anselmo Grotti Liceo «Redi» Arezzo WRF

Scienza, etica e metafisica in Kant. Anselmo Grotti Liceo «Redi» Arezzo WRF Scienza, etica e metafisica in Kant Anselmo Grotti Liceo «Redi» Arezzo WRF Il contesto storico 1724-1804 Ascesa della Prussia, con Federico II il Grande Guerre di secessione polacca. Austriaca, dei sette

Dettagli

HEGEL LA FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO D I S P E N S A A D U S O D E G L I S T U D E N T I D E L L I C E O S O C I A L E B E S T A

HEGEL LA FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO D I S P E N S A A D U S O D E G L I S T U D E N T I D E L L I C E O S O C I A L E B E S T A HEGEL LA FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO D A R I A A N T O N I A D I S P E N S A A D U S O D E G L I S T U D E N T I D E L L I C E O S O C I A L E B E S T A Fenomenologia??? DERIVA DAL GRECO, SIGNIFICA FENOMENO,

Dettagli

LICEO SCIENTIFICO G. MARCONI A.S. 2015/2016 CLASSE IV D PROGRAMMA DI FILOSOFIA PROF.SSA ANTONIETTA PISTONE

LICEO SCIENTIFICO G. MARCONI A.S. 2015/2016 CLASSE IV D PROGRAMMA DI FILOSOFIA PROF.SSA ANTONIETTA PISTONE LICEO SCIENTIFICO G. MARCONI A.S. 2015/2016 CLASSE IV D PROGRAMMA DI FILOSOFIA PROF.SSA ANTONIETTA PISTONE Filosofia cultura cittadinanza 2 Dall Umanesimo a Hegel, A. La Vergata, F. Trabattoni Unità 1:

Dettagli

L enciclopedia delle scienze filosofiche V LSPP Marconi

L enciclopedia delle scienze filosofiche V LSPP Marconi Filosofia U. D. IV L enciclopedia delle scienze filosofiche V LSPP Marconi Nell Enciclopedia (1817) è descritto il sistema filosofico di Hegel in possesso del sapere assoluto ovvero di essere già consapevole

Dettagli

Da E. Severino, La filosofia moderna, Rizzoli, pag

Da E. Severino, La filosofia moderna, Rizzoli, pag Da E. Severino, La filosofia moderna, Rizzoli, pag. 176-178 Sulla superficie di un lago galleggiano dei fiori con le radici attaccate sul fondo - delle ninfee. Il fondo del lago è invisibile dalla superficie.

Dettagli

p. xi Introduzione di Emilio Garroni e Hansmichael Hohenegger LXXXI Nota sulla traduzione Critica della facoltà di giudizio 3 Prefazione alla prima edizione, 1790 Introduzione 7 i. Della divisione della

Dettagli

LA CRITICA DELLA RAGION PURA (ricapitolazione) A cura del Prof. Alfio Profeti. Cosa rivelerà la C.R.P.? Caratteri generali

LA CRITICA DELLA RAGION PURA (ricapitolazione) A cura del Prof. Alfio Profeti. Cosa rivelerà la C.R.P.? Caratteri generali LA CRITICA DELLA RAGION PURA (ricapitolazione) A cura del Prof. Alfio Profeti Cosa rivelerà la C.R.P.? Alla fine della Dialettica si giunge alla conclusione che le domande metafisiche non possono avere

Dettagli

Thomas Hobbes

Thomas Hobbes 588-676 Ebbe una vita lunga e dedita allo studio oltre che alla polemica erudita. Il leviatano, del 65, è l opera più nota. La filosofiadi Hobbes rappresenta l altra grande alternativa cui l elaborazione

Dettagli

RIVOLUZIONE COPERNICANA

RIVOLUZIONE COPERNICANA 1 www.parafrasando.it IMMANUEL KANT Vita e opere: Kant è un illuminista tedesco con profondi interessi per la scienza e per la filosofia. Nasce a Konigsberg, nella Prussia orientale, nel 1724. Studia la

Dettagli

1- risoluzione del finito nell infinito; 2- identità di ragione e realtà; 3- funzione giustificatrice della filosofia.

1- risoluzione del finito nell infinito; 2- identità di ragione e realtà; 3- funzione giustificatrice della filosofia. Schemi per Lilly 1- risoluzione del finito nell infinito; 2- identità di ragione e realtà; 3- funzione giustificatrice della filosofia. La realtà non è un insieme di sostanze, ma un organismo unitario,

Dettagli

Testo adottato: N. Abbagnano, G. Fornero, La ricerca del pensiero, Vol. 2 A, 2B, Paravia

Testo adottato: N. Abbagnano, G. Fornero, La ricerca del pensiero, Vol. 2 A, 2B, Paravia PROGRAMMA SVOLTO DI FILOSOFIA Classe: 4 G Anno Scolastico: 2016-2017 Docente: Bianca Maria Poggiali Testo adottato: N. Abbagnano, G. Fornero, La ricerca del pensiero, Vol. 2 A, 2B, Paravia - Umanesimo

Dettagli

Schema prove dell esistenza di Dio in Descartes Meditazioni (1642)

Schema prove dell esistenza di Dio in Descartes Meditazioni (1642) Schema prove dell esistenza di Dio in Descartes Meditazioni (1642) In tutte e tre le prove delle Meditazioni Descartes parte dall idea di Dio: III Meditazione: 2 prove a posteriori che procedono dall effetto

Dettagli

Kant Approfondimenti. Liceo Scientifico e Linguistico «Redi» Arezzo Progetto WRF Anselmo Grotti

Kant Approfondimenti. Liceo Scientifico e Linguistico «Redi» Arezzo Progetto WRF Anselmo Grotti Kant Approfondimenti Liceo Scientifico e Linguistico «Redi» Arezzo Progetto WRF Anselmo Grotti Il modello aristotelico Ritroviamo la suddivisone aristotelica del sapere, ma secondo una nuova prospettiva

Dettagli

Pubblicata da Kant dopo le atre due critiche (1781 e 1788) completa l indagine già avviata rispetto alla facoltà della ragione in generale.

Pubblicata da Kant dopo le atre due critiche (1781 e 1788) completa l indagine già avviata rispetto alla facoltà della ragione in generale. critgiudizio.doc page 1 di 5 Scheda di sintesi: Kant Critica del giudizio 1790 Pubblicata da Kant dopo le atre due critiche (1781 e 1788) completa l indagine già avviata rispetto alla facoltà della ragione

Dettagli

Kant. Critica del Giudizio. A cura di Pietro Gavagnin

Kant. Critica del Giudizio. A cura di Pietro Gavagnin Kant Critica del Giudizio A cura di Pietro Gavagnin Critica della ragion Pura = visione della realtà in termini meccanicistici e deterministici; non trova spazio la libertà umana. Critica della Ragion

Dettagli

Matteo Bonato Bologna, 28/02/2015

Matteo Bonato Bologna, 28/02/2015 Matteo Bonato Bologna, 28/02/2015 INTRODUZIONE Metafisica «Metafisica» di Aristotele: ricerca delle proposizioni implicite in ogni nostro discorso, delle verità «prime», verità presupposte da ogni ricerca

Dettagli

DIALETTICA TRASCENDENTALE

DIALETTICA TRASCENDENTALE Critica della ragione che cerca di essere pura La ragione crea i sillogismi ed è l organo della totalità L idea è la totalità delle condizioni dell esperienza DIALETTICA TRASCENDENTALE La Dialettica trascendentale

Dettagli

Come fa Kant a risolvere il problema sollevato da Hume?

Come fa Kant a risolvere il problema sollevato da Hume? KANT Nel riflettere sul problema della conoscenza, Kant prende avvio dall esito della ricerca di Hume Hume aveva portato alle estreme conseguenze la spiegazione dell empirismo Se la conoscenza deriva sempre

Dettagli

Caratteristiche del criticismo kantiano

Caratteristiche del criticismo kantiano Caratteristiche del criticismo kantiano Il criticismo o la filosofia trascendentale è la scienza che indaga il nostro modo di conoscere i fenomeni, il sistema filosofico che si occupa della valutazione

Dettagli

I.S. M.PAGANO G.L.BERNINI LICEO LINGUISTICO. PROGRAMMA DI FILOSOFIA Anno scolastico Classe V AL. Docente Prof.

I.S. M.PAGANO G.L.BERNINI LICEO LINGUISTICO. PROGRAMMA DI FILOSOFIA Anno scolastico Classe V AL. Docente Prof. I.S. M.PAGANO G.L.BERNINI LICEO LINGUISTICO PROGRAMMA DI FILOSOFIA Anno scolastico 2015 2016 Classe V AL Docente Prof.ssa Nunzia Picardi Libro di testo Le avventure della ragione di C. Esposito - P. Porro,

Dettagli

GIOVANNI FEDERICO HERBART

GIOVANNI FEDERICO HERBART MISCELLANEA POST-HEGELIANA I GIOVANNI FEDERICO HERBART http://biografieonline.it/img/bio/j/johann_friedrich_herbart.jpg Herbart inizia in nome del realismo la reazion contro l idealismo romantico. Di vita

Dettagli

GIOVANNI GENTILE ( ) Gentile: lo spirito come atto. Vita ed opere

GIOVANNI GENTILE ( ) Gentile: lo spirito come atto. Vita ed opere GIOVANNI GENTILE (1875-1944) Ritratto di Giovanni Gentile http://www.ilprimatonazionale.it/wp-content/uploads/2016/04/giovanni-gentile.jpg Gentile: lo spirito come atto Vita ed opere Settantacinque in

Dettagli

La Critica della ragion pratica

La Critica della ragion pratica Tratto da. Pastore, Storia della filosofia, S.E.I. 1 La Critica della ragion pratica La fondazione dell etica In uno dei capitoli finali della prima Critica, Kant afferma che gli interessi fondamentali

Dettagli

LOCKE. Empirismo = teoria della ragione come un insieme di poteri limitati dall esperienza:

LOCKE. Empirismo = teoria della ragione come un insieme di poteri limitati dall esperienza: LOCKE L empirismo inglese e il suo fondatore Empirismo = teoria della ragione come un insieme di poteri limitati dall esperienza: - Fonte del processo conoscitivo - Strumento di certificazione delle tesi

Dettagli

Guido Alliney Trento, 4 dicembre Libera volontà. Il fondamento metafisico della libertà del volere in Giovanni Duns Scoto

Guido Alliney Trento, 4 dicembre Libera volontà. Il fondamento metafisico della libertà del volere in Giovanni Duns Scoto Guido Alliney Trento, 4 dicembre 2013 Libera volontà Il fondamento metafisico della libertà del volere in Giovanni Duns Scoto Concezioni tardo antiche della libertà La libertà implica adesione all ordine

Dettagli

Appunti di geometria euclidea

Appunti di geometria euclidea Appunti di geometria euclidea Il metodo assiomatico Appunti di geometria Euclidea Lezione 1 Prima di esaminare nel dettaglio la Geometria dal punto di vista dei Greci è opportuno fare unrichiamo di Logica.

Dettagli

Classe III C Liceo Scientifico A.S. 2009/2010. Indicazioni per il lavoro estivo

Classe III C Liceo Scientifico A.S. 2009/2010. Indicazioni per il lavoro estivo Classe III C Liceo Scientifico A.S. 2009/2010 Indicazioni per il lavoro estivo FILOSOFIA Per tutti gli studenti Lettura del testo: Ermanno Bencivenga, Platone,amico mio, Ed. Oscar Mondadori, Introduzione

Dettagli

APPROFONDIMENTI DI FILOSOFIA MORALE (6 crediti) (Università degli Studi di Ferrara) Docente: Dr.ssa Federica Basaglia

APPROFONDIMENTI DI FILOSOFIA MORALE (6 crediti) (Università degli Studi di Ferrara) Docente: Dr.ssa Federica Basaglia APPROFONDIMENTI DI FILOSOFIA MORALE (6 crediti) (Università degli Studi di Ferrara) Docente: Dr.ssa Federica Basaglia (bsgfrc@unife.it) Titolo del corso: LA CRITICA DELLA RAGION PRATICA DI KANT Periodo:

Dettagli

Filosofia e acquisizione di competenze

Filosofia e acquisizione di competenze Filosofia e acquisizione di competenze Pensiero filosofico per le competenze educative A.A. 2014/15 lezione 20.10.14 2 È possibile individuare un ontologia dell umano? Quali conseguenze determina la rinuncia

Dettagli

Tutte le opinioni e le dottrine che vengono accettate senza il vaglio critico della ragione non sono fondate= sono conoscenze dogmatiche.

Tutte le opinioni e le dottrine che vengono accettate senza il vaglio critico della ragione non sono fondate= sono conoscenze dogmatiche. La filosofia di Kant è un criticismo, è filosofia critica. Non bisogna prendere per vero nulla che non sia passato per il vaglio critico del tribunale della ragione. Tutte le opinioni e le dottrine che

Dettagli

L Enciclopedia delle scienze filosofiche

L Enciclopedia delle scienze filosofiche L Enciclopedia delle scienze filosofiche La logica È la scienza dell Idea pura, cioè dell Idea nell elemento astratto del pensiero. Tesi di fondo: essere = pensiero (identità a partire dall Io puro) Hegel

Dettagli

LICEO SCIENTIFICO G. GALILEI - SIENA

LICEO SCIENTIFICO G. GALILEI - SIENA Materia: STORIA Classe: 4^ C AS 2016/2017 Programmazione as 2016-2017 scansione mensile dei contenuti La Controriforma stati europei Illuminismo Dispotismo illuminato e riforme nell Europa del XVIII secolo

Dettagli

Hegel. Il sistema hegeliano in sintesi

Hegel. Il sistema hegeliano in sintesi Hegel I capisaldi del pensiero hegeliano 2 Il pensiero di Hegel rappresenta una delle più poderose sintesi filosofiche di tutti i tempi e grande è l influsso che ha esercitato sulla cultura europea dell

Dettagli

CRITICA DELLA RAGION PURA (1781) > problema gnoseologico

CRITICA DELLA RAGION PURA (1781) > problema gnoseologico IMMANUEL KANT (Konigsberg 1724-1804) 1 CRITICA DELLA RAGION PURA (1781) > problema gnoseologico METAFISICA DEI COSTUMI (1785) e CRITICA DELLA RAGION PRATICA (1788 ) > problema morale CRITICA DEL GIUDIZIO

Dettagli

HEGEL Fenomenologia dello spirito. Stoccarda Berlino 1831

HEGEL Fenomenologia dello spirito. Stoccarda Berlino 1831 HEGEL Fenomenologia dello spirito Stoccarda 1770- Berlino 1831 L assoluto e le parti Le singole cose sono parti o manifestazioni dell assoluto che è inteso come un organismo unitario. Queste parti non

Dettagli

FILOSOFIA cos è? perché studiarla? di cosa si occupa il filosofo? prof. Elisabetta Sangalli

FILOSOFIA cos è? perché studiarla? di cosa si occupa il filosofo? prof. Elisabetta Sangalli FILOSOFIA cos è? perché studiarla? di cosa si occupa il filosofo? prof. Elisabetta Sangalli Quali sono natura ruolo e scopo della filosofia? cerchiamo una risposta a questi interrogativi nelle parole degli

Dettagli

RIASSUNTO e RILANCIO Prof. Monti a.s

RIASSUNTO e RILANCIO Prof. Monti a.s RIASSUNTO e RILANCIO Abbiamo notato che la ricerca dell arché, cioè di qualcosa che possa fornire una spiegazione razionale del mondo e delle cose che lo compongono, procede lungo un percorso che conduce

Dettagli

CAPITOLO 5 CHI SEI VERAMENTE

CAPITOLO 5 CHI SEI VERAMENTE CAPITOLO 5 CHI SEI VERAMENTE è inscindibile da chi sei al livello più profondo. L Adesso Ci sono molte cose importanti nella tua vita, ma solo una conta in modo assoluto. Conta se hai successo o se fallisci

Dettagli

Anno scolastico PROGRAMMA SVOLTO E CONTENUTI MINIMI. Docente: Enzo Citarella. Materia: Filosofia

Anno scolastico PROGRAMMA SVOLTO E CONTENUTI MINIMI. Docente: Enzo Citarella. Materia: Filosofia Anno scolastico 2015-16 PROGRAMMA SVOLTO E CONTENUTI MINIMI Docente: Enzo Citarella Materia: Filosofia Classe : 4 F Indirizzo Linguistico ARTICOLAZIONE DEI CONTENUTI E DEGLI OBIETTIVI SECONDO UNITA FORMATIVE

Dettagli

IMMANUEL KANT INTRODUZIONE:

IMMANUEL KANT INTRODUZIONE: www.aliceappunti.altervista.org IMMANUEL KANT INTRODUZIONE: La filosofia di Kant è detta CRITICISMO poiché, contrapponendosi al DOGMATISMO (che accetta opinioni senza interrogarsi sulla loro effettiva

Dettagli

BENEDETTO SPINOZA a cura di Pietro Gavagnin con il contributo degli alunni di 4AOL as

BENEDETTO SPINOZA a cura di Pietro Gavagnin  con il contributo degli alunni di 4AOL as BENEDETTO SPINOZA 1632-1677 a cura di Pietro Gavagnin www.pgava.net con il contributo degli alunni di 4AOL as 2014-2015 OPERE: TRATTATO TEOLOGICO - POLITICO (1670) Scopo fondamentale del trattato è la

Dettagli

Esame scritto dell Opzione specifica. Filosofia + Pedagogia/Psicologia

Esame scritto dell Opzione specifica. Filosofia + Pedagogia/Psicologia Nome e Cognome:. Gruppo:..Numero:.. Esame scritto dell Opzione specifica Filosofia + Pedagogia/Psicologia Parte interdisciplinare (Tempo a disposizione: 1 ora) Legga attentamente il seguente brano di David

Dettagli

Principio di non contraddizione e dialettica 3

Principio di non contraddizione e dialettica 3 Principio di non contraddizione e dialettica 3 DIALET TICA E CONTRADDIZIONE IN HEGEL Passaggio dalla seconda alla terza lezione Nelle prime due lezioni abbiamo mostrato come la relazione tra le categorie

Dettagli

LICEO SCIETIFICO STATALE LABRIOLA MATERIA: FILOSOFIA ANNO SCOLASTICO: CLASSE: 5 H INSEGNANTE : FRANCESCO PAOLA PROGRAMMA SVOLTO

LICEO SCIETIFICO STATALE LABRIOLA MATERIA: FILOSOFIA ANNO SCOLASTICO: CLASSE: 5 H INSEGNANTE : FRANCESCO PAOLA PROGRAMMA SVOLTO LICEO SCIETIFICO STATALE LABRIOLA MATERIA: FILOSOFIA ANNO SCOLASTICO: 2015-2016 CLASSE: 5 H INSEGNANTE : FRANCESCO PAOLA PROGRAMMA SVOLTO Testo adottato: Abbagnano, Fornero, La filosofia vol.2b, 3A, 3B,3C

Dettagli

G.W.F. Hegel. Filosofia dello Spirito. Spirito Assoluto: Arte. Religione. Filosofia

G.W.F. Hegel. Filosofia dello Spirito. Spirito Assoluto: Arte. Religione. Filosofia G.W.F. Hegel Filosofia dello Spirito. Spirito Assoluto: Arte. Religione. Filosofia Spirito Assoluto Spirito Assoluto Negli stati e nella storia lo Spirito trova un incarnazione che resta sempre determinata

Dettagli

MARIA GRAZIA BERGAMO Dall'Umanesimo all'idealismo, Porro Esposito, Editori Laterza

MARIA GRAZIA BERGAMO Dall'Umanesimo all'idealismo, Porro Esposito, Editori Laterza DISCIPLINA CLASSE DOCENTE TESTO IN ADOZIONE FILOSOFIA IV C MARIA GRAZIA BERGAMO Dall'Umanesimo all'idealismo, Porro Esposito, Editori Laterza Facendo riferimento a quanto stabilito e condiviso nelle riunioni

Dettagli

HEGEL (Stoccarda 1770-Berlino 1831) INTRODUZIONE

HEGEL (Stoccarda 1770-Berlino 1831) INTRODUZIONE HEGEL (Stoccarda 1770-Berlino 1831) INTRODUZIONE D aria Dispensa ad uso degli studenti del Liceo Sociale Besta Testi di riferimento: Abbagnano Fornero Itinerari di filosofia Massaro Il pensiero che conta

Dettagli

KANT. Critica della Ragion Pratica. Lezioni assemblate da Pietro Gavagnin

KANT. Critica della Ragion Pratica. Lezioni assemblate da Pietro Gavagnin KANT Critica della Ragion Pratica Lezioni assemblate da Pietro Gavagnin Due cose riempiono l animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto piú spesso e piú a lungo la riflessione

Dettagli

D ARIA Dispensa ad uso degli studenti del Liceo Sociale Besta di Milano E del Liceo linguistico Natta di Milano

D ARIA Dispensa ad uso degli studenti del Liceo Sociale Besta di Milano E del Liceo linguistico Natta di Milano D ARIA Dispensa ad uso degli studenti del Liceo Sociale Besta di Milano E del Liceo linguistico Natta di Milano RESTAURAZIONE 1814-1830 INSURREZIONI E MOTI RIVOLUZIONARI 1830-1848 EUROPA AMERICA SETTENTRIONALE

Dettagli

PROGRAMMA SVOLTO. MATERIA: Filosofia CLASSE: IV G a.s

PROGRAMMA SVOLTO. MATERIA: Filosofia CLASSE: IV G a.s PROGRAMMA SVOLTO MATERIA: Filosofia CLASSE: IV G a.s. 2014 2015 INSEGNANTE: prof.ssa BIANCA MARIA POGGIALI Testo adottato: N. Abbagnano, G. Fornero La ricerca del pensiero, vol. 2A,2B, Paravia - Umanesimo

Dettagli

KANT. notebookitalia.altervista.org

KANT. notebookitalia.altervista.org KANT 1. VITA E OPERE Immanuel Kant nacque da famiglia di origine scozzese a Konigsberg, allora capoluogo della Prussia orientale, nel 1724. Fu educato nel Collegium Fridericianum. Uscito dal collegio,

Dettagli

LIBRO DI TESTO: Il nuovo protagonisti e testi della filosofia volumi 2A e 2B

LIBRO DI TESTO: Il nuovo protagonisti e testi della filosofia volumi 2A e 2B PROGRAMMA SCOLASTICO DI FILOSOFIA 2015-2016 CLASSE:4G DOCENTE: Maria Ausilia Lupo LIBRO DI TESTO: Il nuovo protagonisti e testi della filosofia volumi 2A e 2B UNITA 1 VOLUME 2A 1 LE COORDINATE STORICO-SOCIALI

Dettagli

IMMANUEL KANT (1724 1804)

IMMANUEL KANT (1724 1804) IMMANUEL KANT (1724 1804) Nell attività filosofica di Kant si possono distinguere due periodi: il periodo pre critico e il periodo critico. A fare da cerniera a questi due periodi è la Dissertazione del

Dettagli

Di famiglia agiata, viaggiò molto. Visse tra la fine del Settecento e l Ottocento in Germania.

Di famiglia agiata, viaggiò molto. Visse tra la fine del Settecento e l Ottocento in Germania. Di famiglia agiata, viaggiò molto. Visse tra la fine del Settecento e l Ottocento in Germania. Critica a Fichte L Io fichtiano pone se stesso perché pura attività autoponentesi e oppone inconsciamente

Dettagli

Aspetti Epistemologici dell Informatica

Aspetti Epistemologici dell Informatica Aspetti Epistemologici dell Informatica Prof.ssa Stefania Bandini Dott. Gianluca Colombo Dipartimento di Informatica, Sistemistica e Comunicazione Università di Milano-Bicocca bandini@disco.unimib.it tel.

Dettagli

AGOSTINO. Vita. Opere. La lotta alle eresie. - Il male non è un essere sostanziale autonomo. - Il male è privazione di bene, accidenti del bene.

AGOSTINO. Vita. Opere. La lotta alle eresie. - Il male non è un essere sostanziale autonomo. - Il male è privazione di bene, accidenti del bene. AGOSTINO Vita Opere La lotta alle eresie Il manicheismo (cf. pp.382-383) La risposta di Agostino - Il male non è un essere sostanziale autonomo. - Il male è privazione di bene, accidenti del bene. Il donatismo

Dettagli

LE ORIGINI DEL PENSIERO FILOSOFICO

LE ORIGINI DEL PENSIERO FILOSOFICO LE ORIGINI DEL PENSIERO FILOSOFICO Argomenti Una definizione di FILOSOFIA Dal mito al logos Le peculiarità della società greca UNA DEFINIZIONE FILOSOFIA: RICERCA RAZIONALE SUI FONDAMENTI DELL ESSERE, DEL

Dettagli

LICEO SCIENTIFICO G. GALILEI - SIENA

LICEO SCIENTIFICO G. GALILEI - SIENA Materia: STORIA Classe: 4^ C A.S. 2016/2017 La Controriforma, Filippo II e Elisabetta I, La Guerra dei Trent anni, L Inghilterra di Cromwell Illuminismo. Dispotismo illuminato e riforme nell Europa del

Dettagli

scienza dell essenza e della costruzione essenziale dell uomo nel suo tempo l essenza e l origine dell uomo sono state più incerte e l uomo è divenuto

scienza dell essenza e della costruzione essenziale dell uomo nel suo tempo l essenza e l origine dell uomo sono state più incerte e l uomo è divenuto l uomo, la cui natura non è ascrivibile né ad una condizione di necessità assoluta né di libertà - - scienza dell essenza e della costruzione essenziale dell uomo nel suo tempo l essenza e l origine dell

Dettagli

Filosofia o. Filosofia??? Per il lavoro che noi faremo, è più opportuno parlare di Storia

Filosofia o. Filosofia??? Per il lavoro che noi faremo, è più opportuno parlare di Storia Filosofia o Storia della Filosofia??? Per il lavoro che noi faremo, è più opportuno parlare di Storia della Filosofia! Utilità! È un po come per l interesse: della nostra materia non ha molto senso chiedere

Dettagli

Schopenhauer Tra razionale e irrazionale

Schopenhauer Tra razionale e irrazionale Schopenhauer Tra razionale e irrazionale Le domande fondamentali poste da Arthur Schopenhauer : Che cosa coglie la ragione discorsiva? La ragione discorsiva può essere superata per cogliere la realtà?

Dettagli

KANT: Critica della Ragion pratica; Critica del Giudizio di Cristian Mazzoni

KANT: Critica della Ragion pratica; Critica del Giudizio di Cristian Mazzoni KANT: Critica della Ragion pratica; Critica del Giudizio di Cristian Mazzoni Critica della ragion pratica [Per un esposizione divulgativa della Critica della ragion pratica il lettore può rifarsi a la

Dettagli

HEGEL: IL SISTEMA FILOSOFICO

HEGEL: IL SISTEMA FILOSOFICO 1. La filosofia come scienza HEGEL: IL SISTEMA FILOSOFICO Hegel aveva concepito la Fenomenologia come un introduzione al suo sistema filosofico. Il compito della Fenomenologia era di descrivere la progressione

Dettagli

La Dissertazione del 1770

La Dissertazione del 1770 Jordy 12 4B st La Dissertazione del 1770 La Dissertazione del 1770 De mundi sensibilis atque intelligibilis forma et principiis,, può essere considerata sia come l ultimo scritto del periodo precritico

Dettagli

La conoscenza si fonda sulla ragione o sull'e sperienza?

La conoscenza si fonda sulla ragione o sull'e sperienza? La conoscenza si fonda sulla ragione o sull'e sperienza? Platone e Aristotele La luce del sole illumina il mattino, filtrando attraverso le fronde degli alberi Lo scultore francese Auguste Rodin è all'o

Dettagli

La filosofia. Storia della filosofia contemporanea

La filosofia. Storia della filosofia contemporanea La filosofia Storia della filosofia contemporanea Che cos è la filosofia? Concezione tradizionale della filosofia La filosofia è una disciplina scolastica o accademica, che ha per oggetto la storia del

Dettagli

Schopenhauer Le radici del sistema

Schopenhauer Le radici del sistema Le radici del sistema Sintesi di esperienze eterogenee: Platone Kant Illuminismo Voltaire Romanticismo Idealismo Spiritualità indiana (Vecchiotti Abbagnano) il velo di Maya Potere divino mediante il quale

Dettagli

Es. quadrilatero: specie di poligono, genere di quadrato. La specie ha più caratteristiche, il genere è riferito a più elementi.

Es. quadrilatero: specie di poligono, genere di quadrato. La specie ha più caratteristiche, il genere è riferito a più elementi. La logica di Aristotele La logica non si trova tra le scienze dell enciclopedia aristotelica, poiché essa ha per oggetto la forma comune a tutte le scienze, cioè il procedimento dimostrativo, o le varie

Dettagli

Lo spiritualismo, la filosofia dell azione e Bergson

Lo spiritualismo, la filosofia dell azione e Bergson Lo spiritualismo, la filosofia dell azione e Bergson 1.Lo spiritualismo:caratteri generali Lo spiritualismo è la corrente filosofica che privilegia, i dati immediati della coscienza e che insiste sul primato

Dettagli

Kant Il carattere della filosofia kantiana: La Dissertazione del 1770: apparenza esperienza materia forma dallo spazio e dal tempo

Kant Il carattere della filosofia kantiana: La Dissertazione del 1770: apparenza esperienza materia forma dallo spazio e dal tempo Kant Il carattere della filosofia kantiana: -La filosofia di Kant prende il nome di criticismo, poiché la critica è lo strumento tramite il quale egli si interroga circa il fondamento delle varie esperienze

Dettagli

Insiemi di numeri reali

Insiemi di numeri reali Capitolo 1 1.1 Elementi di teoria degli insiemi Se S è una totalità di oggetti x, si dice che S è uno spazio avente gli elementi x. Se si considerano alcuni elementi di S si dice che essi costituiscono

Dettagli

Descartes Meditazioni Metafisiche. Schema

Descartes Meditazioni Metafisiche. Schema Descartes Meditazioni Metafisiche Schema Corso di Storia della Filosofia 2015-16 Giovanni Paoletti Nota: La numerazione in paragrafi si riferisce all edizione a cura di S. Landucci, Laterza I meditazione

Dettagli

Frasi Celebri di Albert Einstein. "Matematicandoinsieme"

Frasi Celebri di Albert Einstein. Matematicandoinsieme La Fantasia è più importante del sapere Frasi Celebri di Albert Einstein Se solamente avessi saputo, sarei diventato un orologiaio. L educazione è quello che rimane quando si dimentica tutto ciò che si

Dettagli

copyleft.2016.nicolazuin

copyleft.2016.nicolazuin copyleft.2016.nicolazuin www.nowxhere.wordpress.com La CRITICA DELLA RAGION PRATICA di Kant Ragion Teoretica e Ragion Pratica La ragione è teoretica in quanto conosce. In quanto dirige le azioni, la ragione

Dettagli

ETICA GENERALE ETICA

ETICA GENERALE ETICA ETICA GENERALE Master di Bioetica 2016/17 ETICA La prassi umana: l uomo che agisce è il primo soggetto etico. La libertà come premessa al discorso morale: non si offre agire etico senza la libertà. Atti

Dettagli

RECUPERO DELLE MAGGIORI COORDINATE ARISTOTELICHE: - Metafisica; - Fisica.

RECUPERO DELLE MAGGIORI COORDINATE ARISTOTELICHE: - Metafisica; - Fisica. RECUPERO DELLE MAGGIORI COORDINATE ARISTOTELICHE: - Metafisica; - Fisica. ELLENISMO: - Individualismo e cosmopolitismo; - Politica e società; - Cultura e scienza; - La filosofia. EPICUREISMO: - Epicureismo

Dettagli