COME INVIARE UN ARTICOLO A NEU

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2 DIRETTORE SCIENTIFICO FRANCESCO CASILE DIRETTORE RESPONSABILE CLAUDIO SPAIRANI REFEREE AREA ETICA FRANCESCO CASILE SERGIO PETZIOL AREA NEUROLOGICA DOTT PIERGIORGIO LOCHNER U.O. Neurologia Azienda Sanitaria dell Alto Adige Comprensorio di Merano DOTT. CARLO SERRATI U.O. Neurologia con centro ictus, A.O. San Martino - Genova DOTT. FRANCO VALZANIA U.O. Neurologia A.O. Modena AREA NEUROCHIRURGICA DOTT. ROBERTO BATTAGLIA U.O. Neurochirurgia Azienda Ausl - Cesena DOTT. ARTURO CHIAREGATO U.O. Neurorianimazione Azienda Ausl - Cesena AREA PSICHIATRICA GABRIELLA ARAMINI FRANCO MONGELLI AREA DISCIPLINARE PROFESSIONALE DANIELA BALLARDINI TIZIANA LAVALLE MANILA BAZZOCCHI CONSIGLIO DIRETTIVO PRESIDENTE CRISTINA RAZZINI presidente@anin.it VICE PRESIDENTE GIUSY PIPITONE g.pipitone@anin.it SEGRETARIA GIUSEPPINA SEPPINI g.seppini@anin.it TESORIERE GIOVANNI GIACOMINI g.giacomini@anin.it PAST PRESIDENT FRANCESCO CASILE f.casile@anin.it VANNA PELIZZOLI v.pelizzoli@anin.it ANTONELLA LETO a.leto@anin.it CONSIGLIERI SIMONETTA POLANSKI s.polanski@anin.it DAVIDE CARUZZO d.caruzzo@anin.it RENZO MOREALE r.moreale@anin.it DELEGATI GABRIELLA ARAMINI MARCO CECCHI ANNALISA DAL FITTO PATRIZIA LA FRATTA A. MANCA BEATRICE MANNA PIETRO STURIALE ANNA VILLA SIMONA VERGNA A.N.I.N. Associazione Nazionale Infermieri Neuroscienze VIA BREDE BOVEZZO (BS) INFORMAZIONI E CONTATTI: info@anin.it COME INVIARE UN ARTICOLO A NEU Pagina n. 1 Tutti i manoscritti presentati devono avere una pagina iniziale che contenga solo i nomi degli autori, la loro sede di lavoro, i riferimenti per la spedizione di informazioni, richieste, una copia della rivista pubblicata. Tale pagina dovrà contenere inoltre la dichiarazione da parte di tutti gli autori che il lavoro non è stato pubblicato e non è presa in considerazione per la pubblicazione altrove. Per ogni autore è bene inserire le affiliazioni e l indirizzo postale completo, inclusi gli indirizzi , fax e un recapito telefonico. La pagina del titolo deve contenere anche i dettagli della fonte (fonti) di sostegno sotto forma di sovvenzioni, attrezzature, farmaci o tutti questi. Importante: È ormai un requisito indispensabile dichiarare se esistono/non esistono conflitti di interesse tra autori e materiali utilizzati per la ricerca/tesi/articolo. Pagina n. 2 Deve contenere un titolo descrittivo e conciso, Abstract strutturato, in lingua inglese, che non deve superare le 300 parole e deve rispecchiare con precisione il contenuto dell articolo. L abstract non deve contenere riferimenti o abbreviazioni e dovrebbe contenere: Finalità e obiettivi; Il background (l indicazione di quanto è già noto su questo argomento), Disegno della ricerca, Metodo e materiali, Risultati, Conclusioni (l indicazione di quanto questo studio aggiunge al tema); Parole chiave, massimo fino a 6. Indicare alla fine dell abstract i contributi indicando la tipologia di contributo Disegno dello studio (iniziali) Raccolta e analisi di dati (iniziali) Preparazione del manoscritto (Iniziali) Pagina n. 3 Titolo come l abstract. Introduzione (il contesto - la politica, la pratica o di ricerca); Background (letteratura), Metodi (progettazione, raccolta dati e analisi); Risultati; Discussione; Conclusione; Fini per la pratica clinica. Il numero delle parole utilizzate, esclusi abstract, bibliografia, tabelle e figure, non devono superare le 3000 parole, escludendo la pagina inziale e l abstract. Bibliografia I riferimenti all interno del testo dovrebbero citare i nomi degli autori seguiti dalla data di pubblicazione, in ordine cronologico, ad esempio (Lewis 1975, Barnett 1992, Chalmers 1994). Dove ci sono più di due autori, il nome del primo seguito da et al. sarà sufficiente, ad esempio (Barder et al. 1994). I numeri di pagina devono essere indicati con p.pag, ad esempio (Chalmers 1994, p. 7). Tutti i riferimenti bibliografici devono essere citati da fonti primarie. Qualora si citi per lo stesso contenuto più di un riferimento, gli autori e le date non devono essere separati da una virgola, quindi (Smith 1970, Jones 1980). Quando ci sono due autori citati tra parentesi, essi devono essere uniti da una &, quindi (Smith & Jones 1975). Quando si cita un articolo utilizzare la formula seguente: Watson R, Hoogbruin AL, Rumeu C, Beunza M, Barbarin B, MacDonald J & McReady T (2003) Differenze e somiglianze nella percezione di cura tra Infermieri di Spagna e Regno Unito. Journal of Clinical Nursing 12, Quando si cita un libro, il titolo deve essere indicato, seguito dalla casa editrice e comune, provincia/stato (e paese se necessario) di pubblicazione. Esempio: GD Smith & R Watson (2004) Gastroenterologia per gli infermieri. Scienza Blackwell, Oxford. Nei casi in cui il riferimento riguardi un capitolo edito in un libro, i dettagli degli autori ed editori, devono essere indicati così: editore, luogo di pubblicazione, numeri di prima e ultima pagina. Esempio: Chalmers KI (1994) Ricerca di bisogni di salute: il lavoro della salute in visita. Nella ricerca e le applicazioni (JP Smith ed.), Blackwell Science, Oxford, pp Grafica e impaginazione CDS Graphica srl - Brescia Registrazione Tribunale di Brescia n. 54/1995

3 A cura di: FRANCESCO CASILE Èinusuale per NEU fare il numero monografico che riporta gli interventi di un congresso. Solitamente la rivista pubblica articoli scientifici e culturali inviati da colleghi alla redazione, che ne valuta l originalità e il contributo che l articolo può dare alla conoscenza ed all aggiornamento dei nostri soci e lettori. Nel chiudere il 40 anniversario della fondazione dell ANIN, abbiamo deciso di pubblicare le relazioni presentate da colleghi Infermieri, provenienti da Europa, Asia ed America, all interno del 15 MEETING DELLA FEDERAZIONE MONDIALE DELLA SOCIETA DI NEUROCHI- RURGIA E MEETING DELL ASSOCIAZIONE ITALIANA INFERMIERI NEUROSCIENZE, IN OCCASIONE DEL SUO 40 ANNIVERSARIO Non è la prima volta che l ANIN si confronta con colleghi di altri paesi. Voglio ricordare, infatti, che siamo stati, negli anni ottanta del novecento, fra le associazioni nazionali fondatrici dell WFNN (associazione mondiale degli infermieri di neuroscienze) e dell EANN (associazione europea) nel cui consiglio direttivo siamo stati presenti, rivestendo il ruolo della vicepresidenza, per oltre un decennio, contribuendo, tra l altro, a redigere il profilo dell infermiere di neuroscienze (The Neuroblend Projec). Da questo progetto è nato, in collaborazione con il Dipartimento di Neuroscienze dell Università di Torino, il Master infermieristico ben descritto all interno della rivista dalla prof.ssa Di Giulio. Questa edizione di NEU ha voluto seguire l impronta europea ed internazionale attraverso il coinvolgimento di colleghi provenienti da paesi diversi con lo scopo di accogliere, attraverso le loro esperienze, il proprio contributo clinico assistenziale, organizzativo e tecnico in un confronto professionale ad ampio respiro. Gli articoli presentati sono molto interessanti. Alcuni mi hanno particolarmente incuriosito e su questi vorrei soffermarmi. In Mantieni in forma la tua testa-healdift, il collega belga, partendo da un problema tecnico sul bendaggio alla testa dopo un intervento chirurgico, ha cercato una soluzione per migliorare la medicazione attraverso la progettazione del bendaggio Healdift. Questo intervento dimostra come attraverso l osservazione di un problema gli infermieri possono trovare e proporre delle soluzioni tecniche che migliorano la qualità dell assistenza. 1

4 In I bisogni di cura nel paziente con nuove diagnosi di glioblastoma multiforme le colleghe canadesi di fronte alla difficoltà di relazione/comunicazione degli infermieri con questa tipologia di pazienti hanno cercato di analizzare le problematiche e di trovare possibili soluzioni attraverso un progetto di formazione. In Visite domiciliari ai pazienti con glioma cerebrale: come cooperano l infermiere e i membri della famiglia nell assistenza dei pazienti affetti da glioma le colleghe cinesi..., presentano come, da una formazione ed esperienza puramente ospedaliera, si siano trovare ad affrontare le problematiche relative alla gestione del paziente questa volta al domicilio. Non mi dilungo oltre e lascio a voi la lettura degli articoli certo che li troverete stimolanti., Colgo l occasione per ringraziare i colleghi del comitato scientifico e coloro che hanno curato il numero monografico. 2

5 15 MEETING DELLA FEDERAZIONE MONDIALE DELLA SOCIETÀ DI NEUROCHIRURGIA E MEETING DELL ASSOCIAZIONE ITALIANA INFERMIERI NEUROSCIENZE IN OCCASIONE DEL SUO 40 ANNIVERSARIO L EVOLUZIONE DELLE COMPETENZE INFERMIERISTICHE NELLE NEUROSCIENZE IN MIGLIORAMENTO DEGLI ESITI SUL PAZIENTE COMITATO SCIENTIFICO ALVISA PALESE (Direttore) CRISTINA RAZZINI (Presidente ANIN) SIMONETTA POLANSKI e RENZO MOREALE (Membri del Consiglio Direttivo dell ANIN) MONOGRAFIA A CURA DI: RENZO MOREALE, CRISTINA RAZZINI, SIMONETTA POLANSKI, GIUSY PIPITONE, GIOVANNI GIACOMINI, ALVISA PALESE COMITATO ORGANIZZATIVO GIUSY PIPITONE (Vice-Presidente ANIN) GIOVANNI GIACOMINI (Tesoriere ANIN)

6 1 Editoriale Messaggi di apertura 4 Presidente del 15 Interim Meeting World Federation of Neurosurgical Societies (WFNS) Prof. Francesco Tomasello 5 Presidente ANIN Dott.ssa Cristina Razzini 7 L ANIN entra nell età della maturità con un congresso mondiale Dott.ssa Cristina Razzini e Prof.ssa Alvisa Palese Strategie mondiali, europee e italiane per l implementazione nella pratica dei progressi dell assistenza infermieristica nelle neuroscienze 10 Dal novizio all esperto: i cambiamenti della formazione infermieristica nel 21 secolo Christi DeLemos, Presidente della Federazione Mondiale Infermieri Neuroscienze, Stati Uniti d America 14 Lo sviluppo dell infermieristica nelle neuroscienze: sfide ed opportunità Neal Cook, Presidente dell Associazione Europea Infermieri Neuroscienze, Regno Unito 16 Implementazione delle competenze infermieristiche avanzate in Italia: vincoli, fattori facilitanti e sfide Barbara Mangiacavalli, Presidente Federazione IPASVI, Italia 18 Disegnare un percorso di formazione infermieristica avanzata nelle neuroscienze: il progetto dell Università di Torino Paola Di Giulio, Professore Associato di Infermieristica, Università di Torino, Italia. Esperienze internazionali di infermieristica clinica volte a migliorare la qualità dell assistenza dei pazienti con neoplasia cerebrale e delle loro famiglie 20 I bisogni di cura nei pazienti con nuova diagnosi di glioblastoma multiforme Keila Lopez, Honey Palalon, Infermiere, BScN, CNN (C), Università Health Network - Western Hospital (Toronto), Canada 21 Ansia, depressione, stress e strategie di coping in pazienti con neoplasia cerebrale Renzo Moreale, Valentina Olivo, Davide Caruzzo, Infermieri, MNS, Unità Neurochirurgia - Santa Maria della Misericordia Teaching Hospital (Udine), Italia 22 Gestione Infermieristica dei pazienti neurochirurgici trattati con guida multimodale per la resezione del glioma Piero Sturiale, Graziella Forestieri, Raffaele Saturno, Cucinotta Luisa, Cucinotta Tania, Coordinatore Infermieristico Sala Operatoria Neurochirurgia - Ospedale G. Martino (Messina), Italia 23 Awake surgery. Un passo verso il futuro, uno sguardo al passato Stefano Capovilla, Infermiere, Unità Neurochirurgia - Ospedale San Bortolo (Vicenza), Italia 25 Assistenza post-operatoria nei pazienti con disfunzione bulbare dopo rimozione di tumori della fossa craniale posteriore Marina Orlitskaya, Gunenko Galina, Infermiera, Centro Neurochirurgico (Novosibirsk), Russia 26 Mantieni in forma la tua testa con Headfit Jan Mattheussen, Coordinatrice Infermieristica, Unità Neurochirurgia - Ospedale GZA, Belgio 27 Visite domiciliari ai pazienti con glioma cerebrale: come cooperano l infermiere e i membri della famiglia nell assistenza dei pazienti affetti da glioma Liwei Lang, Capo Associazione Infermiere di Hua Shan Hospital, ZhiyueYan, Coordinatore Infermieristico, Worldwide Medical Center - Huashan Hospital (Shanghai), Cina 29 Progetto di home care: per la continuità assistenziale rivolta a pazienti affetti da neoplasia cerebrale Angeloni Gabriella, Dirigente Infermieristico, Ospedali Regina Elena, Santa Maria e San Gallicano (Roma), Italia 30 Assistenza Infermieristica nella chiusura acuta del dispositivo vascolare correlata ad embolia arteriosa degli arti inferiori. Interventi terapeutici Weilin Shi, Yufeng Jin, Infermiere Unità Neurochirurgia, Ospedale Huashan (Shanghai), Cina 31 Relazione tra il livello di educazione e la percezione del lavoro degli infermieri di neurologia in Croazia Lenka Kopacevic, Damir Lucanin, Biserka Sedic, Presidente del Regional Alpes - Danube - Adria Nursing Neuroscience Association e Croatian Nursing Association in Neurology 32 Chiusura del Congresso: tre impegni per il futuro Dott.ssa Cristina Razzini e Prof.ssa Alvisa Palese 4

7 Presidente del 15 Interim Meeting World Federation of Neurosurgical Societies (WFNS) Prof. Francesco Tomasello Sono molto lieto di poter dedicare una mia introduzione alla pubblicazione dei lavori presentati in occasione del Meeting congiunto dell Associazione Italiana Infermieri di Neuroscienze (ANIN), della World Federation Neuroscience Nurses (WFNN) e della European Association Neuroscience Nurses (EANN) tenuto a Roma il 9 Settembre 2015, in occasione del 15 Interim Meeting della World Federation of Neurosurgical Societies (WFNS). È per me motivo di orgoglio aver offerto l opportunità di organizzare un evento scientifico che resterà certamente unico nella storia dell ANIN, una Associazione che tante prestigiose tappe ha segnato dalla sua costituzione ad oggi ed ha celebrato nel 2015 con grande successo i suoi 40 anni di attività. L approccio prevalente degli Infermieri italiani di Neuroscienze ai temi professionali, con una attenzione alle implicazioni scientifiche e alle opportunità di formazione, conferisce alla Associazione un ruolo fondamentale per lo sviluppo delle Neuroscienze in Italia. La Rivista NEU, periodico dell ANIN, è testimonianza di un continuo aggiornamento professionale che contribuisce alla crescita culturale di un gruppo che ha scommesso sulla specificità delle proprie competenze nell ambito della organizzazione sanitaria del Settore. L occasione di un Meeting mondiale rappresenta un salto di qualità nell attività dell Associazione che è stata capace di dimostrare il valore del suo percorso culturale e professionale in un confronto internazionale di alto livello. Posso dire con certezza che l ANIN ha vinto questa sfida grazie alla determinazione del suo Consiglio direttivo e al patrimonio di conoscenza prodotto in decenni di attività. La qualità delle presentazioni al Meeting mondiale e delle relative pubblicazioni è la più significativa testimonianza della maturità raggiunta, per la quale il Sistema Sanitario italiano può essere motivatamente orgoglioso. President of the 15th Interim Meeting of the World Federation of Neurosurgical Societies (WFNS) Prof. Francesco Tommasello ftomasel@unime.it I am delighted to dedicate my introduction to the publication of scientific presentations scheduled at the Joint Meeting of the Associazione Italiana Infermieri in Neuroscienze (A.N.I.N.), of the World Federation of Neuroscience Nurses (W.F.N.N.) and the European Association of Neuroscience Nurses (E.A.N.N.), held in Rome on September 9, 2015, for the 15th Interim Meeting of the World Federation of Neurosurgical Societies (W.F.N.S.). It is for me a pride for having offered the opportunity to organize a scientific event that will remain unique in the history of the A.N.I.N., an Association that in 2015 has celebrated 40 years of activity with great success and has collected so far a number of prestigious goals. Italian neuroscience nurses, with their attention to professional aims, with scientific attitude and educational opportunities, give to the A.N.I.N. an essential position for the development of Italian neurosciences. The journal NEU, the official journal of the A.N.I.N., is a proof of the continuous professional education process, which contributes to the cultural growth of a profession that bet on the specificity of its competences in the field of the welfare. The circumstance of the World Meeting has represented a step forward in the activities of the A.N.I.N., which was able to demonstrate the values of its cultural and professional achievements in an international high-level scenario. I have no doubts in stating that the A.N.I.N. overcame such challenge thanks to the dedication of the board members and to the knowledge heritage that has produced in decades of activity. The quality of the scientific presentations at the World Meeting and the relative publications was excellent and are the most relevant testimony of the maturity reached, whereof the Italian Health System can be surely proud. 5

8 Presidente della Associazione Nazionale Infermieri Neuroscienze (ANIN) Dott.ssa Cristina Razzini È con grande piacere che vi do il mio personale benvenuto in qualità di Presidente dell Associazione Nazionale Infermieri Neuroscienze al Meeting che festeggia il 40 anniversario dell associazione degli infermieri che lavorano e ricercano nel campo delle neuroscienze in Italia. L ANIN è nata nel 1975, i colleghi che la fondarono non erano dediti alla ricerca scientifica, ma persone serie, intellettualmente oneste, generose del proprio tempo libero, con scarsità di mezzi ma che guardavano al futuro con passione professionale. Ebbero la capacità di aggregare attorno ad una idea, a quella idea che ci tiene ancora uniti, ovvero che il nursing fa la differenza rispetto ai pazienti e che può migliorare il suo status attraverso azioni di ricerca e di implementazione nella pratica delle nuove conoscenze. Centinaia i colleghi negli anni si sono impegnati a titolo gratuito in questo progetto che compie 40 anni, e di cui oggi ringrazio i leader nelle figure dei Past President: Vanna Pelizzoli, Claudio Spairani, Francesco Casile, Milena Maccherozzi e Antonella Leto. Il nostro speciale riconoscimento anche a Tiziana Lavalle Direttore di NEU fino a luglio di quest anno. Oggi ci troviamo qui perché sono esistite queste persone che hanno tenuto vivo un ideale, e per tutte quelle che si sono affezionate ed hanno partecipato alle attività svolte. Oggi ci troviamo qui per una straordinaria occasione creata grazie alla volontà congiunta di accademici, clinici, ricercatori e leader della professione che sono impegnati quotidianamente nello sviluppo della conoscenza, nella sua implementazione ed avanzamento nella pratica clinica. In particolare ringraziamo il Professor Tomasello che ha fortemente voluto questa giornata dedicata all infermieristica, la Presidente della Federazione nazionale infermieri dott.ssa Mangiacavalli per il sostegno alla realizzazione dell iniziativa e la Pre- President of the Italian Association of Neuroscience Nurses (ANIN) Dott.ssa Cristina Razzini presidente@anin.it It is with great pleasure that I offer you my personal welcome as President of the National Association of Neuroscience Nurses to this meeting, celebrating the 40th anniversary of the association. ANIN was established in Our founding colleagues were not dedicated to scientific research but were people who were serious, intellectually honest, and generous with their free time, perhaps with few means but they looked to the future with professional passion. They had the ability to gather around an idea, an idea that still keeps them united, that nursing makes the difference with respect to patients, and its status can be improved through research and the implementation of new knowledge in practice. Hundreds of colleagues have got involved in this project which is 40 years old now, and I would like to take a moment to thank such leaders as the past presidents: Vanna Pelizzoli, Claudio Spairani, Francesco Casile, Milena Maccherozzi and Antonella Leto. Our special recognition also goes to Tiziana Lavalle, who was Director of NEU until July of this year. Today we find ourselves here thanks to these people who have kept an ideal alive, and thanks to all those who became involved affectionately and participated in the work activities. Today we find ourselves here for this extraordinary occasion created by the joint efforts of academics, clinicians, researchers and leaders of the profession who have committed themselves daily to the development of knowledge, its implementation and advancement in clinical practice. In particular, we would like to thank Professor Tomasello who very much wanted this day dedicated to nursing, the President of the National Federation of Nurses, Dr. Mangiacavalli, for her support in this initiative, and the President of Nursing Board of Rome, Ms Pulimeno, for her support in assisting us to boost communication 6

9 sidente del Collegio IPASVI di Roma dott.ssa Pulimeno per il supporto che ha fornito affinché infermieri con lingue diverse possano confrontarsi. Oggi ospitiamo leader dell infermieristica a livello mondiale, europeo e nazionale e questo rappresenta una circostanza unica che non ha precedenti in Italia e che permetterà di realizzare ampi confronti, possibilità di rintracciare strategie comuni per avanzare ulteriormente le cure nel campo delle neuroscienze, condividere problemi ancora aperti e soluzioni che si sono dimostrate utili in alcuni paesi e che possono essere efficaci anche in altri. Abbiamo articolato la giornata in due parti perché riteniamo che senza uno sforzo formativo avanzato e senza un adeguato riconoscimento dei ruoli che gli infermieri occupano nella pratica e di quelli che potranno occupare in futuro sia minacciata la possibilità di offrire cure ai pazienti più qualificate per migliorare i loro esiti clinici. Abbiamo oggi l onore di avere rappresentanti dei Paesi che hanno fatto la storia delle neuroscienze come gli Stati Uniti, l Inghilterra, il Canada e il Belgio ma abbiamo anche il privilegio di ospitare colleghi che hanno fatto una lunga strada per raggiungerci e che ci permetteranno di scoprire la pratica infermieristica in Russia, in Cina e in Croazia. Considero questo evento un punto di inizio e non di arrivo: l inizio di future collaborazioni nel campo clinico, della ricerca e di reciproco sostegno nello sviluppo di conoscenze e nello scambio di buone pratiche per avanzare l infermieristica e renderla sempre più efficace nei confronti dei pazienti. Nel ringraziarvi ancora do ufficiale inizio al Congresso per il quarantesimo anniversario dell Associazione Nazionale Infermieri Neuroscienze. between nurses speaking different languages. Today we are hosting nursing leaders from all over Italy, Europe and the world, and this provides us with an unprecedented opportunity in our country, allowing us to organize wideranging meetings, develop common strategies to further advance treatments in the field of neurosciences, and share current problems and solutions that have been found to be effective in some countries and that might prove to be effective in others. We have divided the day into two parts because we believe that without an advance effort in training and without adequate recognition of the roles that nurses occupy in the practice and the roles they might have in the future, the possibility of offering more qualified treatment to patients to improve their clinical results might be threatened. We have the honour today of hosting representatives from countries that have made history in the field of neurosciences, such as the United States, the United Kingdom, Canada and Belgium, but we also have the privilege of hosting colleagues who have come a long way and will enable us to discover nursing practices in Russia and China, as well as the nearby Croatia. I consider this event a point of departure and not an arrival: the beginning of future collaborations, research and reciprocal support in the development of knowledge and exchange of good practices to advance nursing and render it more effective for our patients. Thank you very much once again and welcome to the Congress of the Fortieth Anniversary of the National Association of Neuroscience Nurses. 7

10 L ANIN ENTRA NELL ETÀ DELLA MATURITÀ CON UN CONGRESSO MONDIALE UN ACCENNO AL PERCORSO L Associazione Nazionale Infermieri di Neuroscienze (ANIN) ha festeggiato lo scorso 9 settembre a Roma il 40 anniversario della sua nascita nell ambito del 15 th Meeting of the World Federation of Neurosurgical Societies. Fondata nel 1975 da un gruppo di colleghi che avevano una visione prospettica, generosi del proprio tempo, ma senza i mezzi che oggi abbiamo, aggregando intorno ad una idea, un movimento - che ancora li tiene uniti - molti infermieri di neuroscienze si sono negli anni riconosciuti in questa associazione contribuendo attivamente. L idea di allora - e ancora attualissima - era che il nursing fa la differenza rispetto ai pazienti e che può migliorare il suo status attraverso azioni di ricerca e di implementazione nella pratica delle nuove conoscenze. Sono stati centinaia i colleghi che negli anni si sono impegnati in questo progetto trasformato in concreta Associazione e presieduta nell ordine da Rosetta Gumiero, Julita Sansoni, Vanna Pelizzoli, Claudio Spairani, Francesco Casile, Milena Maccherozzi e Antonella Leto. A fianco dell attività associativa, per rendere visibile l impegno e comunicare gli sforzi intrapresi, era nel frattempo nata la rivista NEU che negli anni ha avuto diversi Direttori: Vanna Pelizzoli, Eliana Trudu, Maria Teresa Ratti, Claudio Spairani e Duilio Loi che si potevano basare su redazioni molto attive e a questo proposito non si può non citare la preziosissima Nella Boni da sempre colonna portante dell ANIN. Dal 2003 la redazione è stata diretta da Tiziana Lavalle, Direttore di NEU fino a luglio di quest anno e oggi sostituita da Francesco Casile. L evento di Roma, che ha avuto come Responsabile scientifico la Prof.ssa Alvisa Palese, Professore Associato di Infermieristica dell Università degli Studi di Udine, ha rappresentato una straordinaria occasione creata grazie alla volontà congiunta di accademici, clinici, ricercatori e leader della professione che sono impegnati quotidianamente nello sviluppo della conoscenza, nella sua implementazione ed avanzamento nella pratica clinica. Un particolare ringraziamento va al Professor Tomasello Presidente del 15 Congresso della Federazione Mondiale delle Società di Neurochirurgia che ha fortemente voluto questa giornata dedicata all infermieristica; alla Presidente della Federazione Nazionale IPASVI dott.ssa Barbara Mangiacavalli per il sostegno alla realizzazione del- 8

11 l iniziativa e alla Presidente del Collegio IPASVI di Roma dott.ssa Ausilia Maria Lucia Pulimeno per il supporto che hanno fornito affinché infermieri con estrazioni linguistiche differenti potessero confrontarsi. Un particolare ringraziamento anche ai componenti del comitato scientifico, Dott.ssa Polanski e Dott. Renzo Moreale, il cui lavoro importante e tenace ha reso possibile la realizzazione dell evento e alla segreteria ANIN che con Liliana Peroni è sinonimo di efficienza. L organizzazione della giornata ha infatti impegnato l intero anno. Dapprima si è attivata una call for abstract, dedicata alle neurochirurgie italiane ed a quelle internazionali, attraverso un invito alla presentazione dei lavori di ricerca sull ambito del nursing neurochirurgico. Quindi, via via che gli abstract sono arrivati, è stata realizzata una valutazione critica dei contributi al fine di selezionare i lavori più interessanti. I ricercatori che avevano inviato i migliori contributi sono stati invitati a presentarli al Congresso. Gruppo ANIN 9

12 Kopaevic, Presidente dell Associazione Croata Infermieri in Neurologia, ha illustrato il 12 Congresso Mondiale delle Associazioni degli Infermieri di Neuroscienze che si terrà in Croazia nel Questa prima sessione è stata moderata dalla Prof.ssa Alvisa Palese e dalla Dott.ssa Ausilia Maria Lucia Pulimeno. Dott. Francesco Casile Past President ANIN, Dott.ssa Giusy Pipiptone Vice Presidente ANIN La giornata si è articolata in due parti: nella prima è emerso che senza uno sforzo formativo avanzato e un adeguato riconoscimento dei ruoli che gli infermieri occupano nella pratica e di quelli che potranno occupare in futuro, è minacciata la possibilità di offrire cure progressivamente più qualificate al fine di migliorarne gli esiti clinici. Nella mattina sono stati ospitati la Dott.ssa Christi De- Lemos del Dipartimento di Chirurgia Neurologica del UC Davis Health System (USA) e Presidente della Federazione Mondiale Infermieri Neuroscienze che è intervenuta rispetto allo sviluppo delle competenze nell ambito delle neuroscienze. Il Dott. Neal Cook dell Ulster University (UK) e Presidente dell Associazione Europea Infermieri Neuroscienze che ha delineato lo sviluppo delle neuroscienze in Europa. La Dott.ssa Barbara Mangiacavalli, Presidente della Federazione IPASVI, ha invece dibattuto sui fattori ostacolanti e facilitanti la competenza avanzata in Italia. La Prof.ssa Paola Di Giulio, Professore Associato di Infermieristica dell Università degli Studi di Torino, ha presentato le finalità e la struttura del primo Master in Nursing delle Neuroscienze per infermieri in Italia attivato dall Università di Torino. Infine, la dott.ssa Lenka Nel pomeriggio, con la finalità di confrontare esiti, attività assistenziali e problemi della pratica clinica, sono stati accolti relatori provenienti da vari paesi: n La dott.ssa Weilin Shi e la dott.ssa Yufeng Jindel Huashan Hospital, Fudan University (Cina) hanno portato l esperienza di un nuovo metodo di emostasi post angiografia cerebrale e dell assistenza infermieristica necessaria in questo tipo di paziente. n Il dott. Stefano Capovilla dell ospedale San Bortolo di Vicenza (Italia) ha illustrato l esperienza del gruppo infermieristico durante interventi di craniotomia in paziente sveglio (awake surgery). n Il dott. Jan Mattheussen del GZA Hospital (Belgio) ha esposto il percorso di progettazione e implementazione di un prodotto innovativo per la compressione cranica post - operatoria. n Il dott. Piero Sturiale, la dott.ssa Graziella Forestieri, il dott. Raffaele Saturno, la dott.ssa Cucinotta Luisa e la dott.ssa Cucinotta Tania dell Azienda Ospedaliera universitaria Policlinico G.Martino di Messina (Italia) hanno presentato uno studio riguardante la gestione infermieristica dei pazienti neurochirurgici trattati con guida multimodale per la resezione del glioma. n La dott.ssa Marina Orlitskaya e la dott.ssa Gunenko Galina del Federal Neurosurgical Center di Novosibirsk (Russia) ha portato la propria esperienza rispetto all assistenza post-operatoria nei pazienti con disfunzione bulbare dopo la rimozione di tumori della fossa craniale posteriore. 10

13 n Il dott. Renzo Moreale, la dott.ssa Valentina Olivo e il dott. Davide Caruzzo dell Azienda Ospedaliera universitaria Santa Maria della Misericordia di Udine (Italia) hanno illustrato uno studio relativamente all ansia, depressione, stress e strategie di coping nei pazienti con neoplasia cerebrale. n La dott.ssa Keila Lopez e la dott.ssa Honey Palalon del Krembil Neuroscience Center di Toronto (Canada) hanno illustrato un indagine inerente il bisogno educativo degli infermieri impegnati nell assistenza dei pazienti con nuova diagnosi di glioblastoma multiforme. La dott.ssa Liwei Lang e la dott.ssa Zhiyue Yan del Huashan Hospital di Shanghai (Cina) hanno illustrato la loro esperienza inerente l assistenza domiciliare e la relazione tra l infermiere e i caregiver dei pazienti con glioma cerebrale. n La dott.ssa Lenka Kopacevic, il dott. Damir Lucanin e la dott.ssa Biserka Sedic dell Associazione Croata Infermieri in Neurologia hanno Prof.ssa Alvisa Palese, Dott. Alex Rotatori esposto una relazione riguardante la correlazione tra livello di formazione e soddisfazione lavorativa negli infermieri impegnati in ambito neurologico. n La dott.ssa Angeloni Gabriella dell Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma (Italia) infine, ha presentato un progetto di cure domiciliari che ha l obiettivo di migliorare l assistenza infermieristica territoriale e la continuità ospedale/territorio nei pazienti con neoplasia cerebrale accompagnandoli per tutto il loro percorso di malattia e nel fine vita. Questa seconda sessione è stata moderata dal Dott. Francesco Casile Past President e dalla Dott.ssa Giusy Pipitone Vice Presidente dell Associazione Nazionale Infermieri Neuroscienze. Dott.ssa Cristina Razzini, Presidente dell Associazione Nazionale Infermieri Neuroscienze Alvisa Palese, Responsabile Scientifico del Congresso Dott.ssa Pulimeno Presidente Collegio Ipasvi Roma 11

14 STRATEGIE MONDIALI, EUROPEE E ITALIANE PER L IMPLEMENTAZIONE NELLA PRATICA DEI PROGRESSI DELL ASSISTENZA INFERMIERISTICA NELLE NEUROSCIENZE CHRISTI DELEMOS Presidente della Federazione Mondiale Infermieri Neuroscienze, Stati Uniti d America christi.delemos@ucdmc.ucdavis.edu Dal novizio all esperto: i cambiamenti della formazione infermieristica nel 21 secolo Ci sono aspetti nella storia dell infermieristica che devono essere ricordati per comprendere le problematiche attuali e continuare nel processo di avanzamento della pratica infermieristica e affrontare sue principali sfide. Era il 1893 quando si registrò il primo meeting globale degli infermieri il quale introdusse l idea e l esigenza dell alta formazione per gli infermieri. In quell occasione Florence Nightingale, attraverso un manoscritto, raccomandava lo sviluppo di standard per la pratica infermieristica e l esigenza di preparare gli infermieri almeno al livello di college. Erano i tempi, infatti, in cui gli infermieri ricevevano la propria formazione lavorando, con turni di 12 ore non pagati, con poca o nessuna supervisione e con una formazione teorica in classe spesso sospesa o rimandata a causa dei bisogni dell ospedale. La maggior parte degli infermieri prima del 1950 erano formati dagli ospedali; al termine della formazione ricevevano un diploma. Con gli avanzamenti tecnologici registrati dopo il 1950 vi è stato uno sviluppo progressivo della formazione infermieristica con programmi in cui gli infermieri erano chiamati a sviluppare conoscenze sulla cura dei pazienti. Gli ospedali provarono a resistere a questa educazione formale perché temevano di perdere forza lavoro gratuita; erano gli anni in cui i primi corsi di laurea furono introdotti per una professione che voleva essere riconosciuta e il cui compenso era di 25 dollari al mese. Dal 1960 i corsi di laurea in infermieristica non riuscirono più a soddisfare il bisogno di infermieri (Fig.1) e quindi emersero gli Associate Degree che si svilupparono come corsi della durata di due anni che di fatto divisero gli infermieri con competenze professionali e quelli con competenze tecniche. Erano gli anni in cui fu introdotta anche la Vocational Nurse con una formazione di 18 mesi. 12

15 Fig.1. La forza lavoro RN per abitanti, per Stato Questa è la storia: nel recente report sul futuro degli infermieri e dell infermieristica l Institute Of Medicine (IOM) ha raccomandato che gli infermieri possono: l poter praticare al massimo di ciò che hanno appreso nella loro formazione; l raggiungere elevati livelli di formazione attraverso un sistema educativo che promuove la progressione accademica; l essere partner insieme ai medici e agli altri operatori sanitari nel ridisegnare il sistema sanitario negli USA; l essere in grado di effettuare una pianificazione efficace della forza lavoro infermieristica con lo sviluppo di politiche attraverso una migliore raccolta dati e una maggiore informazione. Complessivamente il cambiamento auspicato dallo IOM prevede che almeno l 80% degli infermieri abbia la laurea e che la pratica si basi sulle decisioni infermieristiche e sul pensiero critico, abbandonando l approccio per compiti. È necessario, pertanto, incrementare l armonizzazione degli standard nella formazione infermieristica ed allineare la formazione alle esigenze attuali che riguardano: il sostegno e lo sviluppo di iniziative che promuovono la qualità; la riduzione dell incidenza delle complicanze associate all ospedalizzazione; il supporto ai pazienti nella transizione dall assistenza ospedaliera a quella domiciliare; la conduzione della ricerca infermieristica orientata a migliorare l ambiente ospedaliero e allo sviluppo di evidenze per la pratica. È evidente ormai che promuovendo il pensiero critico degli infermieri si riducono le complicanze (nella recente campagna preventiva delle infezioni urinarie associate al catetere vescicale, in cui gli infermieri sono stati autorizzati a rimuovere il catetere sen- 13

16 Figure 2. I cinque livelli di competenza e le relative strategie di insegnamento za la prescrizione, si è registrata una riduzione del 42% delle infezioni urinarie). Per raggiungere questi elevati standard tuttavia la domanda che dobbiamo porci è: Qual è il metodo più efficace per promuovere l apprendimento infermieristico? Patricia Benner ha ben descritto nella sua pubblicazione del 1982 (From Novice to Expert) i cinque livelli della competenza infermieristica in cui al livello più elevato dell esperto, le strategie di insegnamento da adottare devono essere necessariamente diverse, ad esempio più basate su tecniche informali di apprendimento, rispetto a quelle tipicamente accademiche (Fig 2). È noto che dopo una lezione il 5% delle informazioni vengono trattenute a distanza di 24 ore; dopo una lettura il 10%, dopo un audio/video il 20%, dopo una dimostrazione il 30%, dopo una discussione in gruppo il 50%, mentre facendo qualcosa viene trattenuto il 75% e insegnando agli altri il 90%. Recentemente i dati dimostrano che il 31% degli studenti segue un corso on-line e che quindi il vecchio metodo di insegnamento sta via via per essere superato. La World Federation of Neuroscience Nurses (WFNN) e la European Association of Neuroscience Nurses (EANN) con tutte le nazioni affiliate svolgono un ruolo importante nel disegnare il futuro dell infermieristica nelle neuroscienze. Abbracciando l apprendimento on-line (e riducendo quello tradizionale) può assicurare una crescita delle competenze ed un ampio accesso alla formazione di qualità. Esempi ne sono il Neuroblend, ed il WFNN website in cui sono disponibili gruppi di discussione on line, webinars e applicazioni per smart phone. La strategia è combinare concetti di apprendimento a distanza con la teleconferenza, aumentare la disponibilità di apprendimenti attraverso strategie remote, migliorare il rapporto costo-efficacia ed aumentare l accessibilità. Tra le iniziative che la WFNN si è posta, emerge il progetto per migliorare l assessment neurologico nei pazienti. Questa iniziativa che ha ricevuto anche un supporto economico attraverso fon- 14

17 di per lo sforzo collaborativo che ha perseguito nel produrre un video multilinguistico per insegnare le abilità di assessment neurologico, si colloca tra le iniziative più innovative. Tale video, che ha l ambizione di essere mondiale, dimostra un accertamento neurologico completo enfatizzando e distinguendo tra parametri fisiologici e quelli comunemente patologici presenti nelle malattie neurologiche più frequenti come lo stroke, il trauma cranico, l epilessia, la patologia spinale e i comuni disordini del movimento. Per concludere, i progressi nella formazione sono necessari: per preparare gli infermieri ad un ruolo di leader. Affinché questo si realizzi è necessario disegnare strategie di apprendimento e di insegnamento a tutti i livelli basati sulla tecnologia per affermare il ruolo degli infermieri, aiutarli a gestire i pazienti complessi, prevenire le complicanze (gli infermieri sono i Guardiani degli ospedali) e sviluppare l advocacy dei pazienti senza dimenticare mai nostri valori di base rispetto a cos è l infermieristica : A caring profession based on science that emphasizes the inherent value of life and our goal to provide comfort to those that are ill. Presidente WFN Dott.ssa Christi De Lemos Presidente ANIN Dott.ssa Cristina Razzini Presidente EANN Dott. Neal Cook 15

18 NEAL COOK Presidente dell Associazione Europea Infermieri Neuroscienze, Regno Unito Lo sviluppo dell Infermieristica in Neuroscienze: sfide ed opportunità Le malattie coinvolgenti il sistema nervoso risultano essere la prima causa di disabilità grave e di morbidità in Europa (Wittchen et al. 2011). Queste raggruppano più di 600 patologie che nel 2005 rappresentavano il 35% di tutte le malattie in Europa (Adlin - Sobocki et al. 2005). La spesa sanitaria necessaria alla cura è perciò importante e, secondo quanto calcolato da Gustavsson e colleghi, si attesta sui 798 miliardi di euro/anno. Nel futuro questa spesa andrà aumentando in seguito all allungamento dell aspettativa di vita delle persone che esporrà quest ultime ad una maggiore possibilità di sviluppo di patologie neurodegenerative. Risulta quindi fondamentale mettere in atto interventi efficaci, efficienti e basati sulle migliori evidenze. Gli infermieri in questo processo sono alla ricerca di conoscenze che permettano di comprendere al meglio qual è la situazione clinica dell assistito e come gli interventi impattano sugli esiti (Gustavsson et al. 2011; Olesen et al. 2011). Figure 1. Tipologia di offerta formativa frequentata Se analizziamo la formazione infermieristica assistiamo a due spinte contrapposte: da una parte vi è una carenza delle occasioni che permettono ai professionisti di implementare le conoscenze in ambito neuroscientifico; dall altro si rileva la necessità di educazione dei professionisti che operano in questo settore per migliorare le conoscenze e la confidenza con la pratica clinica (Dilorio et al. 2001; Dilorio and Price, 2001). Forde - Johnson nel 2007 ha analizzato l educazione post laurea riconoscendo una frammentazione e diversi approcci all interno dei diversi stati dell Europa. Successivamente, Braine e Cook nel 2015, hanno condotto un indagine Europea tra gli infermieri facenti parte dell Associazione Europea Infermieri di Neuroscienze. Dai dati raccolti hanno registrato che all interno del contesto europeo, il 75% degli infermieri ha ricevuto una formazione specifica nell ambito delle neuroscienze dei quali il 51% con 5 o più corsi. Questo avveniva per il 77% attraverso conferenze, per il 69% con giornate di studio individuali e il 46% attraverso corsi di formazione organizzati mentre il 7% non ha avuto accesso a eventi educativi (Fig. 1). Gli infermieri, inoltre, hanno riferito di recuperare conoscenze e informazioni leggendo articoli, attraverso giornate studio, con corsi di breve durata tenuti durante l orario di servizio e abbonandosi a riviste che trattano argomenti neuroscientifici (Fig.2). 16

19 Se si indaga la frequenza con la quale questo avviene per il 32% è mensile, per il 28% settimanale, per il 21% ogni 2-3 mesi, per il 10% ogni 6 mesi e per il 3% annualmente (Fig. 3). Le sfide per il futuro si giocano su: Un aumento della proporzione di professionisti che possono usufruire di una formazione nell ambito delle neuroscienze che risulti accessibile e di buona qualità; La strutturazione di percorsi nei quali la competenza nelle neuroscienze è riconosciuta; Un aumento dei finanziamenti per un miglioramento della qualità dell assistenza, l attuazione di interventi basati sull evidenze disponibili e l implementazione di percorsi di ricerca basati sulla pratica clinica. Figure 2. Tipologia di fonte per le conoscenze neuroscientifiche degli infermieri Perché questi progetti siano realizzabili è necessario creare delle reti tra i professionisti con le quali comunicare. In questo le associazioni nazionali che appartengono all associazione europea e a quella mondiale degli infermieri di neuroscienze svolgono un ruolo fondamentale. All interno di queste comunità si può imparare dalle esperienze altrui, ci si può scambiare competenze e risorse ed effettuare operazioni di benchmarking. Tutte queste diverse forme contribuiscono ad un miglioramento della qualità dell assistenza e delle competenze degli infermieri che operano all interno delle neuroscienze. Figure 3. Frequenza di aggiornamento delle conoscenze 17

20 BARBARA MANGIACAVALLI Presidente Federazione IPASVI, Italia Avanzamento delle competenze infermieristiche avanzate in Italia: vincoli, fattori facilitanti e sfide L avanzamento delle competenze infermieristiche in Italia deve essere considerato nel contesto in cui la professione infermieristica è situata: lo scenario è infatti caratterizzato da alcuni aspetti che da una parte rendono impellente il fabbisogno di competenze avanzate e, dall altro, costituiscono vincoli su cui è importante concertare le risorse e le strategie. Tra questi aspetti, sono ritenuti importanti: 1 L evoluzione della disciplina infermieristica e della professione registrate negli ultimi anni e dagli esiti raggiunti: tra i numerosi esiti che la professione in Italia ha raggiunto ricordiamo il riconoscimento dell indipendenza dell infermieristica e la possibilità di avanzare le proprie competenze e assumere la responsabilità dell assistenza erogata. In tale contesto, particolare rilevanza assume la legge 43 del 2006 che ha concretamente stabilito la possibilità anche in Italia di procedere da una competenza generalista ad una competenza specializzata attraverso opportuni percorsi formativi. Tale legge prendeva forma nel lontano Accordo Europeo di Strasburgo ( ), dal Decreto Ministeriale inerente al profilo dell infermiere generalista e pediatrico (DM 739/94; DM 70/97), dalla successiva Legge 42 del 1999 abrogativa del mansionario e quindi dai nuovi ordinamenti didattici (Legge 509/99 e DM 270/04). Con la promulgazione della legge 43/2006 è divenuta più chiara la possibilità di avanzare le competenze cliniche anche in ambito specialistico: tra i tanti mandati sociali affidati all infermiere (e in questa sede per mandato sociale si intende ciò che è giuratamente definito), gli infermieri possono sviluppare le loro competenze nei diversi ambiti della clinica e gestionale. 2 Il profilo demografico degli infermieri e delle professioni sanitarie in Italia: un altro aspetto da considerare nell avanzamento delle competenze infermieristiche è il profilo demografico della professione e il rapporto tra medici e infermieri rispetto alla numerosità della popolazione italiana. Come riportato dall OECD nel 2009, l Italia si colloca tra i paesi con una maggiore quantità di medici ogni 1000 abitanti mentre il Regno Unito riporta il minor rapporto numerico medici/abitanti tra i paesi europei. Se analizziamo i valori italiani, rileviamo che vi sono 4.1 medici ogni 1000 abitanti (OCSE 2010) mentre gli infermieri sono 6.3 ogni 1000 abitanti. Se confrontiamo questi dati con gli altri stati europei riscontriamo che per la popolazione professionale medica l Italia è al 3 posto per numerosità mentre per la professione infermieristica è al 13 posto subito dopo l Ungheria. 3 L emergenza di nuovi bisogni: anche la struttura della popolazione sta cambiando. La piramide è oggi molto stretta alla base (include la popolazione più giovane al di sotto dei 20 anni), molto ampia nella parte centrale (relativa alla po- 18

21 polazione adulta) e altrettanto ampia nella porzione più alta (che include la popolazione più anziana). Importanti variazioni si registrano tra le regioni come la Liguria e il Friuli Venezia Giulia che riportano una popolazione più anziana e la Campania che include, invece, una popolazione mediamente più giovane. In linea generale, tuttavia, l Italia riflette le proiezioni mondiali: dal 14% i bambini (di età inferiore ai 5 anni) stanno progressivamente diminuendo e raggiungeranno il 5% nel 2050 mentre la popolazione anziana (maggiore dei 65 anni) dal 5% si sta proiettando ad oltre il 18%. 4 La gestione i nuovi bisogni. Con l invecchiamento progressivo e il miglioramento delle condizioni di vita stanno aumentando anche i problemi di salute cronici come peraltro riportato dall Eurostat (2010). In particolare, tra le cause principali di morte sono riferite il tumore, l ischemia cardiaca, i traumi, le infezioni come la polmonite e le malattie del sistema nervoso centrale con una diversa distribuzione tra maschi e femmine. Stanno pertanto aumentando le problematiche attinenti alla sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale, da una parte per l invecchiamento, la crescita della domanda di salute e l emergenza di nuovi bisogni di assistenza; e, dall altra, anche a causa dei profili delle professioni che stanno facendo emergere squilibri e un progressivo invecchiamento. Non da ultimo, emerge anche la difficoltà programmatoria a causa della turbolenza politica, della crisi economica e del suo impatto sul welfare e sul sistema sanitario nazionale. Il nuovo scenario richiede: la ridefinizione dei paradigmi di presa in carico delle persone/assistiti e del sistema sanitario in cui tale presa in carico si realizza; la ridefinizione dei paradigmi organizzativi e manageriali sia in contesto ospedaliero che territoriale e, non da ultimo, la rivisitazione delle relazioni interprofessionali e dei confini in un contesto di accresciuta turbolenza. In un contesto in cui la possibilità concreta di avanzare le competenze infermieristiche è stata definita giuridicamente da almeno 20 anni e confermata da almeno 10, malgrado il sistema sanitario esprima un crescente bisogno di infermieri con competenze avanzate vanno considerate le barriere e gli elementi facilitatori di tale sviluppo. Emerge l esigenza di approfondire e sviluppare le relazioni intra ed inter professionali, di superare le paure per la crescita infermieristica e ridisegnare i confini tra le professioni. Senza dubbio tra i facilitatori, potrebbero giovare ad una concreta possibilità di avanzamento della professione le condizioni economiche critiche del paese e il loro impatto sul welfare; l emergenza di nuovi bisogni della popolazione che devono essere presi in carico e le indicazioni normative (ad esempio il Comma 566 dell art. 1 delle legge 190/2014 e la bozza di Accordo Conferenza Stato- Regioni sulle competenze specialistiche) che possono creare una cornice concreta e un terreno fertile per sviluppare le competenze infermieristiche avanzate anche in Italia. La professione dovrà tuttavia considerare alcune sfide per poter avanzare concretamente. Dovrà offrire strategie per assicurare la sostenibilità del sistema sanitario e aumentare l appropriatezza nell uso della risorsa infermieristica a livello clinico, manageriale e professionale; contribuire a ridefinire il paradigma della presa in carico dei pazienti e dei modelli organizzativi territoriali e non solo ospedalieri; sviluppare standard della pratica professionale e contribuire allo sviluppo di sistemi infermieristici innovativi. Presidente Federazione Ipasvi, Dott.ssa Barbara Mangiacavalli 19

22 PAOLA DI GIULIO Università di Torino, ALESSANDRO MAURO Università di Torino FRANCESCO CASILE, SIMONETTA POLANSKI, CRISTINA RAZZINI, GIUSI SEPPINI ANIN Disegnare un percorso di formazione infermieristica avanzata nelle neuroscienze: il progetto dell Università di Torino I pazienti con malattie neurologiche hanno (o sono a rischio per) numerose manifestazioni e sintomi la cui gestione richiede competenze cliniche e infermieristiche molto complesse, per far fronte a situazioni che possono mettere a rischio la vita della persona, o richiedere riabilitazione, o interventi palliativi nelle condizioni croniche. Il progetto del Master in Neuroscienze dell Università di Torino per infermieri è stato sviluppato a partire da questi tre domini dell infermieristica, anche in considerazione dei bisogni educativi degli infermieri in Europa per migliorare le cure (Forde - Johnston 2009) e della necessità di formazione continua (life long learning). Ad oggi, nel campo infermieristico delle neuroscienze (ma non solo) occorre ancora lavorare per orientare maggiormente la formazione allo sviluppo di competenze e non al solo apprendimento teorico. I modelli formativi e la pratica infermieristica, per quanto riguarda gli obiettivi e gli ambiti di applicazione (i sistemi sanitari e le organizzazioni), sono molto diversi tra i vari Paesi: si pensi ad esempio alla coesistenza di percorsi di formazione a livello regionale, ospedaliero e universitario, oltre che alla diversa disponibilità di tecnologie e risorse. La riflessione sulle competenze cliniche avanzate da insegnare non può prescindere, quindi, dal contesto. In accordo ai principi del Neuroblend, che sottolineano la stretta relazione tra formazione, pratica clinica e ricerca (EBP), dove la formazione continua è la strategia fondamentale per aiutare un infermiere di base a acquisire competente nelle neuroscienze, a migliorare continuamente le sue competenze nel tempo, ed a rimanere nel campo delle neuroscienze, è stato disegnato un progetto formativo che si basa sui seguenti punti del progetto Neuroblend: L apprendimento è finalizzato a costruire attivamente la conoscenza in un contesto specifico; La competenza è connessa ad un compito/attività specifica in un ambiente specifico di apprendimento e ad una casistica; L approccio all apprendimento deve essere integrante al fine di assicurare coerenza e deve basarsi sulla riflessione attiva, imparando ed insegnando al letto del paziente quando possibile; Devono essere disegnati percorsi di apprendimento flessibili/personalizzati dove le competenze sono sviluppate attraverso un processo di apprendimento sulla base degli specifici bisogni di ciascuno. In questo approccio il docente è un facilitatore del processo di apprendimento. Il Master avrà una durata di due anni; sarà rivolto ad infermieri per offrire loro una formazione avanzata nella gestione dei pazienti con problemi afferenti alle neuroscienze, nelle diverse fasi della malattia (dalla prevenzione, alla fase acuta e riabilitativa fino a quella terminale), per metterli 20

23 in grado di offrire cure infermieristiche avanzate. Il comitato scientifico è composto da infermieri (tra cui numerosi rappresentanti dell ANIN) e clinici (Casile F, Di Monte V, Di Giulio P, Lanotte M, Lopiano L, Polansky S, Razzini C, Rocca P, Seppini G, Vola L); il Master sarà diretto dal prof. Mauro e le lezioni si svolgeranno presso il Dipartimento di Neuroscienze Rita Levi Montalcini di Torino. Il Master è biennale, quindi fornisce 80 CFU (Crediti Formativi Universitari) che sono stati articolati in 12 corsi (Tabella 1). Titolo CFU Introduzione 8 Percorsi di cura per l ictus 7 Percorsi di cura per la demenza 3 Neuro - Oncologia e traumatologia 9 Approccio ai disturbi epilettici 2 Approccio alla sclerosi multipla 3 Approccio ai disturbi del movimento 3 Approccio ai disturbi psichiatrici 3 Malattie neuromuscolari 5 Neurorianimazione e cure palliative 4 Psicologia clinica 3 Etica e bioetica 5 Tabella 1. Struttura del master in infermieristica nelle neuroscienze. Dato che non è possibile affrontare tutte le tematiche, sono stati pianificati 12 seminari di approfondimento sui seguenti temi: la plasticità del sistema nervoso; gli aspetti biologici e la neuroriabilitazione; i sintomi psicologici e comportamentali della demenza; gli aspetti etici delle cure infermieristiche nella demenza; gli approcci chirurgici nei disordini del movimento (Deep Brain Stimulation); i disordini comportamentali alimentari; le neuropatie periferiche; i disturbi del sonno; i percorsi clinici nelle persone con epilessia; le problematiche diagnostiche e di trattamento negli stati vegetativi e di minima coscienza; le problematiche attinenti alla morte cerebrale e le strategie attuate nelle medicine riabilitative. La competenza clinica verrà sviluppata attraverso tirocini realizzati in centri di eccellenza del territorio italiano (ci auguriamo anche internazionale) sotto la guida di infermieri esperti. Infine, è prevista la discussione di una tesi (10 CFU). Nonostante non sia stato raggiunto il numero minimo (probabilmente a causa di un mercato formativo molto ricco in cui è difficile discriminare le offerte di qualità, ma anche del bisogno di avere un riconoscimento formale al termine del percorso al fine di poter concretamente avanzare la propria competenza) il Master è stato ugualmente attivato. Sarà così possibile valutare il percorso (sviluppato in collaborazione con la società scientifica ANIN), e apportare, dove necessario, modifiche e miglioramenti, anche grazie al contributo ed al feedback degli studenti. Prof.ssa Paola Di Giulio 21

24 ESPERIENZE INTERNAZIONALI DI INFERMIERISTICA CLINICA VOLTE A MIGLIORARE LA QUALITÀ DELL ASSISTENZA DEI PAZIENTI CON NEOPLASIA CEREBRALE E DELLE LORO FAMIGLIE KEILA LOPEZ, HONEY PALALON Infermiere Università Health Network - Western Hospital (Toronto), Canada honeypalalon@gmail.com I bisogni di cura nei pazienti con nuova diagnosi di glioblastoma multiforme Il glioblastoma multiforme (GBM) è il tumore primario più aggressivo negli adulti. La sopravvivenza media è generalmente di un anno. Questa patologia si presenta con segni e sintomi neurologici che portano molto spesso all ospedalizzazione della persona, successivamente la diagnosi definitiva avviene attraverso l esame istologico della lesione. Le ricerche effettuate rilevano che gli infermieri si percepiscono poco efficaci nella gestione degli aspetti emozionali, anche se valutano la loro presenza come essenziale all interno del percorso di cura dell assistito. L obiettivo di questo studio era analizzare l esperienza degli infermieri che si trovano coinvolti nell assistenza di pazienti ai quali è stato da poco diagnosticato una neoplasia cerebrale ad alto grado ed in particolare un GBM. È stata condotta una ricerca qualitativa eseguendo delle interviste agli infermieri dell unità operativa di neurochirurgia del Toronto Western Hospital. Per analizzare i dati raccolti è stata utilizzata la teoria di Peplau sulle relazioni interpersonali, che esplora i ruoli dell infermiere e le fasi della relazione infermiere - paziente. Dai risultati emergono aree d interesse relative alla conoscenza, all esperienza e alla sicurezza (intesa come fiducia in se) che i professionisti sperimentano durante la cura di questa tipologia di paziente. I dati rilevano come: Gli infermieri sentono come forte la necessita di formarsi rispetto alle modalità con le quali ci si può relazionare con i pazienti con nuova diagnosi di GBM; Il disagio, da parte degli operatori, nel rapportarsi con i pazienti con neoplasia cerebrale ad alto grado causa una diminuzione della qualità della cura infermieristica; 22

25 La prognosi infausta di questo tipo di patologia porta gli infermieri ad una difficoltà nel fornire cure di supporto, questo poiché sanno che gli assistiti peggioreranno e non si rimetteranno. Per far fronte ai bisogni che gli operatori comunicano può risultare utile organizzare sessioni di educazione sui pazienti con GBM, progettare debriefing con specialisti in assistenza spirituale e cure palliative, visitare ospedali nei quali la casistica di questo tipo di pazienti è ampia per permettere agli infermieri di capire meglio la traiettoria dei bisogni di cura dei pazienti. In conclusione, è necessario porre attenzioni ai bisogni formativi dei professionisti non soltanto dal punto di vista clinico ma anche emozionale/relazionale perché risultino in grado di fornire un assistenza adeguata alle persone che, come paziente o come caregiver, sperimentano questa devastante patologia. RENZO MOREALE, VALENTINA OLIVO, DAVIDE CARUZZO Infermiere Unità Neurochirurgia - Azienda Ospedaliera Universitari Santa Maria della Misericordia (Udine), Italia renzo.moreale@uniud.it Ansia, depressione, stress e strategie di coping in pazienti con neoplasia cerebrale Le lesioni cerebrale si dimostrano essere un fattore di rischio per lo sviluppo di disordini dell umore come ansia e depressione. Inoltre, la patologia conduce i pazienti a sviluppare stress ed ad elaborare strategie di coping per far fronte ad essa. L obiettivo di questo studio era indagare se vi è una associazione tra la localizzazione della lesione cerebrale e l asia, la depressione, lo stress e le strategie di coping. Per fare questo è stato adottato uno studio prospettico longitudinale. Sono stati arruolati 108 pazienti con neoplasia cerebrale primaria. L ansia e la depressione sono state valutate attraverso l Hospital Anxiety and Depression Scale, lo stress con la Percived Stress Scale e il coping tramite la Jalowiec Coping Scale. Queste variabili sono state valutate il giorno precedente l intervento chirurgico. La localizzazione emisferica della lesione dimostra una correlazione con la depressione (emisfero sinistro=6.8; IC95% ; emisfero destro= 3.2; IC95% ; P=0.000). Non vi sono invece differenze statisticamente significative tra lesioni cerebrali localizzate nei diversi lobi per quanto riguarda l ansia (P=0.973) e la depressione (P=0.714). Il genere femminile dimostra di sviluppare maggiore stress (P=0.060) anche se questo valore non risulta essere statisticamente significativo. I pazienti con lesioni all emisfero destro mettono in atto più strategie di coping rispetto all emisfero controlaterale (emisfero destro = 1.48; IC95% ; emisfero sinistro = 1.38; IC95% ; P = 0.044). I pazienti con neoplasia localizzata nell emisfero sinistro dimostrano un rischio maggiore di sviluppare depressione e attivare una quantita inferiore di strategie di coping. Gli infermieri sono perciò chiamati a prestare maggiore attenzione a questo tipo di assistito per intercettare tempestivamente possibili disordini dell umore e offrire ai pazienti e caregiver i migliori strumenti per affrontare questa difficile situazione. 23

26 PIERO STURIALE, GRAZIELLA FORESTIERI, RAFFAELE SATURNO, CUCINOTTA LUISA, CUCINOTTA TANIA Coordinatore infermieristico Sala Operatoria Neurochirurgia Ospedale G. Martino (Messina), Italia Gestione Infermieristica dei pazienti neurochirurgici trattati con guida multimodale per la resezione del glioma La resezione massimale è il primo obiettivo della chirurgia dei gliomi. Il monitoraggio perioperatorio e la guida con fluorescenza sono degli strumenti importanti per riuscire nell asportazione sicura della maggior quantità possibile di tessuto neoplastico. In questo articolo riportiamo la nostra esperienza rispetto alla gestione perioperatoria dei pazienti sottoposti ad intervento di glioma ad alto grado attraverso guida multimodale con acido 5 aminolevulinico (5 - ALA), mappatura cerebrale preoperatoria con stimolazione magnetica transcranica (ntms) e monitoraggio corticale e subcorticale intraoperatorio (IOM). Negli ultimi 2 anni abbiamo analizzato 50 pazienti consecutivi sottoposti ad intervento di asportazione di gliomi ad alto grado strutturalmente adiacenti ad aree eloquenti. Tutti i pazienti coinvolti hanno eseguito nel preoperatorio la mappatura attraverso ntms e risonanza magnetica con tensore di diffusione. Inoltre, in accordo con gli standard del protocollo, dalle 2 alle 4 ore pre-intervento ai pazienti veniva somministrato, per via orale, 20 mg/kg di 5-ALA. Dal momento della somministrazione fino alle prime 24 ore post operatorie gli infermieri vigilano affinché il paziente non venga esposto alla luce. La resezione della neoplasia veniva guidata dalla fluorescenza, dalle immagini del neuro navigatore e dal IOM. Gli esiti rispetto alle capacità motorie erano valutati attraverso la scala del Medical Research Council (MRC) per la forza muscolare. La resezione massimale è stato ottenuto nel 84% dei pazienti. Alla dimissione il 70.58% dei pazienti mostravano delle capacità motorie immodificate rispetto al preoperatorio, mentre il rimanente 29.41% si presentava migliorato se comparato all ammissione. Non vi sono stati rilevati dei peggioramenti. Inoltre, a tre mesi dell intervento è stato registrato un ulteriore miglioramento in 47.06% dei casi analizzati. Non sono stati rilevate reazioni avverse riconducibili alla somministrazione del 5- ALA. La guida multimodale alla resezione risulta molto utile per ottenere un asportazione massimale preservando quelle che sono le funzionalità motorie. La gestione assistenziale perioperatoria e necessaria per il miglioramento della compliance del paziente durante la preparazione preoperatoria per evitare le complicanze legate alla fluorescenza. 24

27 STEFANO CAPOVILLA Infermiere Unità Neurochirurgia Ospedale San Bortolo (Vicenza),Italia Awake surgery. Un passo verso il futuro, uno sguardo al passato Il nostro lavoro si pone come obiettivo la possibilità di riflettere su quale sia la relazione tra operatore e paziente in sala operatoria. Questo luogo altamente tecnico e specialistico molto spesso si dimentica della dimensione umana della nostra professione, si perdono di vista le vere radici su cui si basa la nostra essenza, dove il prendersi cura della persona è a volte più legato all organo sottoposto all intervento che all interezza dell individuo che ci sta di fronte. Vogliamo proporre un breve viaggio nella storia della professione infermieristica. Come dice il titolo vogliamo proporre una visione della professione che osservi il passato per comprendere il presente e pensare al futuro. Analizzando il concetto di Humanitas e Pietas vogliamo capire dove ci troviamo adesso in riferimento a questi concetti/valori, sopratutto all interno della sala operatoria, luogo oramai ad altissimo livello tecnologico. Ci domandiamo se la nostra professione ha ancora un significato dentro un contesto così specialistico, e come si possono conciliare le due anime della professione, l anima razionale e quella spirituale. Porteremo la nostra piccola esperienza, dove da qualche anno ci siamo trovati di fronte, grazie appunto all awake surgery, al fatto di avere un paziente sveglio in sala operatoria. Abituati ad un certo tipo di lavoro che non prevedeva nessun tipo di relazione intra-operatoria, il fatto che un paziente si risvegli ci ha costretti a rivedere la nostra mentalità di operatori, abituati troppo a vedere tanti strumenti e poche persone. Una verifica importante ci ha permesso di mettere in discussione molte certezze, creando aria nuova ed un clima di grande interesse e motivazione, riscoprendo il gusto di lavorare in equipe e riassaporando il senso della parola Grazie dopo che hai fatto qualcosa a qualcuno. Da circa due anni presso il nostro centro si esegue la tecnica chirurgica awake surgery. Essa consiste nel sottoporre un paziente ad asportazione di tumore intracranico, con la piccola differenza che il paziente durante l intervento viene svegliato in modo che tutta l asportazione ed i suoi relativi danni siano valutabili in Diretta. 25

28 Sicuramente il livello di assistenza in sala operatoria in questi casi è sicuramente modificato. Non possiamo ritenere che sia aumentato, in ogni tipologia di intervento cerchiamo di dare il massimo nell assistenza: ovviamente cambia il tipo di relazione, sia per noi, sia per il paziente. Fino a questo momento abbiamo ottenuto sempre un riscontro positivo, dove l utente malgrado la grande stanchezza si è sempre sentito Coccolato, parola questa spesso usata dai nostri pazienti. Siamo consapevoli della nostra fortuna nel poter vivere questa esperienza. È importante a volte cogliere le occasioni di cambiamento e poterne fare tesoro. Tale procedura richiede la presenza di numerose figure al di fuori della normale routine operatoria, come ad esempio la figura di una Psicologa incaricata di valutare le varie risposte verbali e sensoriali del paziente sveglio; inoltre, la presenza di un equipe neurologica che valuta e registra le varie attività motorie e sensitive attraverso un sofisticato monitoraggio. Questa varietà di presenze ci pone come operatori di fronte al problema di come gestire gli spazi e le relazioni tra le varie professionalità. Motivo questo di confronto che molto spesso ha messo alla prova l esperienza stessa. La volontà di raggiungere un obiettivo comune ci ha comunque permesso di andare avanti, convinti che le cose troppo facili sono a volte anche le cose troppo noiose. 26 All inizio sembrava quasi impossibile, una follia; adesso vedere un paziente sveglio sotto i teli sembra quasi normale. Abbiamo imparato molto, soprattutto riscoprendo il valore della relazione umana, che va al di là del rapporto operatore-paziente, ma coinvolge tutte le varie sfere del lavoro di equipe.

29 MARINA ORLITSKAYA, GUNENKO GALINA Infermiera Centro Neurochirurgico (Novosibirsk), Russia Assistenza post-operatoria nei pazienti con disfunzione bulbare dopo rimozione di tumori della fossa craniale posteriore La disfunzione dei nervi cranici a livello bulbare è uno dei principali problemi dopo rimozione di lesioni cerebrali in quella zona. Questo può condurre ad importanti deficit che espongono il paziente ad un maggior rischio di sviluppo per quanto riguarda le infezioni polmonari. Da gennaio a maggio 2015, all interno dell ospedale di Novosibirisk (Russia), sono stati sottoposti ad intervento di rimozione per lesione in fossa cranica posteriore 1438 pazienti. Di questi 8 hanno avuto disfunzioni bulbari nel periodo postoperatorio. All interno dello studio è stata valutata la disfunzione bulbare con una scala che andava da 0 (disfunzione grave) a 3 (funzione normale). Analizzando i risultati è emerso che un paziente ha avuto un punteggio di 0, cinque hanno sviluppato come punteggio 1 e due pazienti hanno avuto come punteggio 2. Questi dati sono stati rilevati il giorno successivo all intervento. Si è quindi deciso di utilizzare un insieme di esercizi coinvolgenti il respiro, la voce, i muscoli coinvolti nella masticazione e nella deglutizione. Questi esercizi avevano come scopo quello di migliorare la funzionalità e venivano eseguiti più volte al giorno. Sono stati quindi rivalutati i pazienti a due settimane dall intervento e si è osservato che: sei pazienti avevano dimostrato un miglioramento delle condizioni mentre due pazienti erano invariati. Se analizziamo i punteggi a due settimane dall intervento vediamo che un paziente ha ricevuto un punteggio di 1, sei pazienti 2 e un paziente un punteggio di 3. La riabilitazione nel primo periodo postoperatorio nei pazienti con deficit bulbari aumenta le funzioni legate alla deglutizione e quindi, prevenendo l ab-ingestis, riduce il rischio di infezioni del tratto respiratorio. 27

30 JAN MATTHEUSSEN Coordinatore Infermieristico Unità Neurochirurgia - Ospedale GZA, Belgio Jan.Mattheussen.SA@GZA.BE Mantieni in forma la tua testa con Headfit Dopo interventi neurochirurgici o otorinolaringoiatrici è necessario applicare, per i primi giorni post - intervento, dei bendaggi elasto - compressivi. Spesso questi bendaggi non riescono a permanere nella posizione più adatta alla compressione della zona e il personale infermieristico deve ricollocarli o riapplicarli. La scarsa stabilità porta come risultato che l assistito può trovarsi senza bendaggio aumentando il rischio di complicanze e quindi di un ulteriore intervento medico. L obiettivo di questa relazione è la presentazione della popolazione target e dei benefici che questo strumento può portare. Il percorso di sviluppo si è evoluto in più fasi: Descrizione dello scopo per cui è necessario l impiego di questo nuovo bendaggio compressivo; Sviluppo e progettazione del prodotto in collaborazione con chirurghi, infermieri, tecnici dell ambito ortopedico e specialisti nel campo dei prodotti di fisica riabilitativa; Definizione di quali interventi chirurgici richiedono l utilizzo di un bendaggio compressivo; Organizzazione della fabbricazione del prodotto; Tempisti che e operatori che possono applicarlo (infermieri o medici?). Sono stati quindi sviluppati nei pacchetti standard contenenti i materiali necessari all allestimento di un bendaggio compressivo termoplastico individuale che riesca a fornire il massimo comfort durante l applicazione e la compressione del punto desiderato. Questo prodotto aiuta il personale infermieristico nella pratica clinica e il paziente nel meccanismo di guarigione senza esporlo ad alcun rischio. In conclusione il bendaggio Headfit risulta utile nei pazienti sottoposti ad interventi cranici e per il momento è disponibile nelle strutture ospedaliere del Belgio. Si cercherà in un futuro di potenziarne la valorizzazione. 28

31 LIWEI LANG, ZHIYUE YAN Coordinatrice Infermieristica del Worldwide Medical Center Huashan Hospital (Shanghai), Cina Visite domiciliari ai pazienti con glioma cerebrale: come cooperano l infermiere e i membri della famiglia nell assistenza dei pazienti affetti da glioma Il glioma è il tumore primario maligno più comune del sistema nervoso centrale. Il tasso di recidiva è alto e vi è una evidente perdita di funzioni cerebrali durante la progressione della patologia. Tutti questi fattori vanno naturalmente ad influenzare la qualità della vita del pazienti. Nel percorso di malattia è importante aiutare questi pazienti e i loro familiari a costruire sane abitudini e stili di vita al fine di soddisfare o migliorare i bisogni assistenziali. Una strategia per perseguire questo obiettivo sono le visite a domicilio. Attraverso questa strategia possiamo: rafforzare le abilità di autocura, migliorare la consapevolezza rispetto alla sicurezza e i pericoli dell ambiente domestico, implementare percorsi di riabilitazione funzionale. In questo modo si può mirare ad un miglioramento della qualità della vita nel periodo post - operatorio. In questo quadro il ruolo dell infermiere di comunità è fondamentale per ritardare la pro- 29

32 gressione della patologia e migliorare quindi la qualità della vita dell assistito. In questo studio abbiamo analizzato i ruoli e le funzioni degli infermieri nelle visite domiciliari attraverso la family health assessment guide. Per far questo è stato scelto un paziente affetto da glioma cerebrale. Gli infermieri si sono sperimentati nella valutazione della situazione del paziente, della sua famiglia e dell ambiente di vita domiciliare. Tutti questi fattori sono stati valutati contemporaneamente. Gli infermieri hanno implementato la loro conoscenza e abilità nell adottare diverse strategie in differenti condizioni; hanno, inoltre, analizzato i problemi di salute del paziente e adottato azioni efficaci. Gli infermieri si trovano a svolgere un ruolo fondamentale nella comunità poiché permettono ai pazienti di vivere in un ambiente sicuro, di soddisfare i loro bisogni assistenziali e come esseri umani, di migliorare l autocura e di appagare il bisogno di conoscenza rispetto al percorso di malattia. 30

33 ANGELONI GABRIELLA Dirigente Infermieristico degli Ospedali Regina Elena, Santa Maria e San Gallicano (Roma), Italia angeloni@ifo.it Progetto di home care: per la continuità assistenziale rivolta a pazienti affetti da neoplasia cerebrale Il SITRA (Servizio delle Professioni Infermieristiche, tecnico sanitarie e della riabilitazione) dell IRCCS IFO Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma, in collaborazione con la UOSD di Neurologia e in convenzione con la ASL Roma C, ha avviato un piano di sviluppo organizzativo in grado di cogliere le esigenze di salute della popolazione, intercettando la domanda inespressa e definendo percorsi di cura integrati che garantiscano la continuità assistenziale Ospedale - Territorio per i pazienti affetti da neoplasie cerebrali, patologia a bassa incidenza e prevalenza ma di particolare gravità e complessità per la breve aspettativa di vita (14 mesi nei glioblastomi, mesi negli astrocitomi anaplastici). Le linee di intervento per assicurare la presa in carico delle situazioni di fragilità e che riguardano i suddetti pazienti e i loro familiari hanno determinato l implementazione di modelli assistenziali innovativi che attribuiscono alla figura dell infermiere case manager il ruolo di process owner per garantire la continuità tra i diversi setting di cura e dunque la necessità di un efficace coordinamento degli interventi al fine di evitare una frammentazione e una discontinuità nella presa in carico e nella risposta assistenziale che non solo possono rendere le persone e le famiglie orfane di prestazioni essenziali, ma possono anche determinare un eccesso di accessi in pronto soccorso e di ricoveri ospedalieri. Il modello di Home Care si prefigge quindi l obiettivo di rispondere ai bisogni del malato dopo la dimissione e nel decorso della malattia, fornendo ai cittadini/pazienti affetti da neoplasia cerebrale un accesso appropriato ad un percorso di continuità assistenziale con prestazioni domiciliari multi professionali (infermieristiche, mediche, psicologiche e riabilitative), favorendo il permanere a domicilio anche in situazioni di alta intensità assistenziale e contemporaneamente riducendo i ricoveri ospedalieri inappropriati e i costi a carico del Sistema Sanitario Regionale. Tale modello già nel primo anno di realizzazione ( ) ha consentito, attraverso, la definizione delle linee guida e dei percorsi terapeutico assistenziali in Neuro-Oncologia; la definizione dei bisogni socio-assistenziali e integrazione con i servizi sociali; la formazione e supporto ai MMG e agli operatori delle strutture di riferimento neuro-oncologico delle ASL della Provincia di Roma che aderiscono a tale progetto; di raggiungere i seguenti risultati: le decisioni di trattamento di fine vita in 182 pazienti con tumore cerebrale deceduti a casa; il costo medio per paziente per ospedalizzazioni nell ultimo mese di vita in pazienti affetti da neoplasia cerebrale assistiti a domicilio (72 pazienti assistiti con costo di euro 57080) versus controlli (71 pazienti con costo di euro 74430). 31

34 WEILIN SHI, YUFENG JIN Coordinatrici Unità Operativa di Neurochirurgia Ospedale Huashan (Shanghai), Cina Assistenza Infermieristica nella chiusura acuta del dispositivo vascolare correlata ad embolia arteriosa degli arti inferiori. Interventi terapeutici Negli interventi di angiografia cerebrale, l embolia delle arterie degli arti inferiori è una complicanza non comune ma con conseguenze gravi. L uso improprio di strumenti di emostasi può aumentare il rischio di embolia del vaso. Dal 2012 sono stati registrati nel nostro reparto 5 episodi di embolia acuta a livello dell arto inferiore. Tutti i pazienti analizzati erano stati sottoposti ad una procedura endovascolare con chiusura emostatica attraverso un dispositivo. Qui seguito riportiamo i punti chiave dell assistenza infermieristica in questo tipo di pazienti. I punti chiave nella prevenzione dell embolia arteriosa all arto inferiore consistono nella rilevazione dei fattori di rischio preintervento e nella successiva valutazione tempestiva dei sintomi che ci potrebbero far sospettare questa complicanza nel postoperatorio. Nel caso in cui sia confermata la presenza di una embolia acuta, gli infermieri oltre alla valutazione e la cura dell arto colpito devono cooperare con il medico per attuare tutte quelle procedure che permettano la rimozione del trombo. In questo tipo di pazienti è consigliato una maggiore frequenza nella valutazione di possibili segni e sintomi di sanguinamento e ridotta perfusione. Un assistenza infermieristica attenta aiuterà la diagnosi tempestiva di embolia acuta dell arteria dell arto inferiore legata all utilizzo di strumenti di chiusura emostatica con la conseguente riduzione della morbilità di questa grave patologia. 32

35 LENKA KOPACEVIC, DAMIR LUCANIN, BISERKA SEDIC Presidente dell Associazione Infermieri Neuroscienze delle Regioni Alpi-Danubio-Adria e Presidente dell Associazione Infermieri Croati di Neurologia, Croazia lkopacevic@gmail.com Relazione tra il livello di educazione e la percezione del lavoro degli infermieri di neurologia in Croazia La soddisfazione rispetto alla posizione lavorativa rappresenta uno degli indicatori principali del comportamento degli individui all interno dell ambito lavorativo. La soddisfazione lavorativa è un termine ampio che include numerosi elementi differenti che costituiscono la posizione lavorativa. Inoltre, ci sono diversi fattori che portano alla soddisfazione come la motivazione intrinseca associata alla posizione lavorativa, la dimensione dell interesse verso il lavoro in sé, il salario e le ricompense associate alla posizione occupazionale e quanto risalto viene dato all individuo. Una serie di ricerche dimostrano come professionisti soddisfatti contribuiscono fortemente all aumento del benessere dell assistito. Inoltre, un operatore soddisfatto instaura relazioni cordiali con le persone con un importante contributo al livello della professionalità. Riflettendo su questa linea di pensiero, l Associazione Croata degli Infermieri di Neurologia e l Università delle Scienze Applicate di Zagabria hanno condotto una ricerca per determinare se vi sia una correlazione tra l educazione ricevuta e la percezione da parte degli infermieri rispetto al proprio lavoro e professione. Uno dei cambiamenti essenziali che la professione infermieristica in Croazia si e trovata ad affrontare, dopo l ingresso nella Unione Europea, è a livello formativo. Questo si è tradotto nell introduzione a livello universitario di percorsi di laurea triennale e magistrale in scienze infermieristiche ed ostetriche, con un conseguente avanzamento tecnologico nel campo dell assistenza infermieristica e delle pratiche intra ed extra ospedaliere. La ricerca si è inserita all interno di questo cambiamento per valutare se vi sia anche una modifica delle aspettative rispetto al lavoro e nella percezione di quest ultimo. Si ipotizza che questi ultimi due fattori siano influenzati dal livello di educazione che in questi ultimi anni risulta aumentato. La ricerca ha coinvolto 667 infermieri con differenti livelli di istruzione provenienti da varie parti della Croazia e da diverse strutture sanitarie e contesti lavorativi. L intenzione era arruolare un campione costituito dal 2.5-3% della popolazione di infermieri e tecnici sanitari rappresentativi di tutte le compagini del sistema. I risultati indicano che vi è una correlazione tra livello di educazione e soddisfazione rispetto alla posizione lavorativa. Inoltre, lo studio ha fornito delle indicazioni rispetto alla connessione che si instaura tra infermiere, professione, lavoro e soddisfazione. 33

36 AI PROSSIMI 40 ANNI Chiusura del congresso: tre impegni per il futuro Nella giornata sono intervenuti leader dell infermieristica a livello mondiale, europeo e nazionale: una circostanza unica che non ha precedenti in Italia nel campo delle neuroscienze e che ha permesso di realizzare ampi confronti, possibilità di rintracciare strategie comuni per avanzare ulteriormente le cure nel campo delle neuroscienze, condividere problemi ancora aperti e soluzioni che si sono dimostrate utili in alcuni paesi e che possono essere efficaci anche in altri. Da questa entusiasmante esperienza si evidenziano tre indirizzi per il futuro a. dell Associazione Nazionale Infermieri Neuroscienze italiani: b. c. Le relazioni internazionali: È importante tenere le relazioni internazionali, partecipando attivamente all associazione europea e mondiale al fine di sviluppare e mantenere reti di relazioni, scambi di buone pratiche, strategie e metodi capaci di migliorare l assistenza infermieristica ai pazienti nella pratica quotidiana. Lo sviluppo di ambiti prioritari: È cruciale individuare e sviluppare, all interno di queste relazioni, ambiti prioritari di ricerca che possano tracciate linee di lavoro comuni finalizzate a scoprire nuove metodologie e strategie utili ai pazienti ed agli infermieri che lavorano nel campo delle neuroscienze. Il lavoro multidisciplinare: È altrettanto cruciale lavorare in forma multidisciplinare, individuando con altre professioni linee concrete di lavoro e confronto per lavorare insieme e sviluppare approcci multidisciplinari ai pazienti che hanno bisogno di sguardi multipli per migliorare le loro condizioni di salute ed affrontare la malattia. L evento ha festeggiato il passato, ma ha guardato al futuro: l inizio di collaborazioni nel campo clinico, della ricerca e di reciproco sostegno nello sviluppo di conoscenze e nello scambio di buone pratiche per avanzare l infermieristica e renderla sempre più efficace nei confronti dei pazienti. Questo è il messaggio che guiderà i prossimi anni di lavoro. Alvisa Palese Responsabile Scientifico del Congresso Cristina Razzini Presidente dell Associazione Nazionale Infermieri Neuroscienze 34

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