Il mercato del lavoro italiano nella crisi

Transcript

1 Il mercato del lavoro italiano nella crisi Roberto Torrini (Banca d Italia) Firenze, 13 Dicembre 2010 Le opinioni espresse non coinvolgono l Istituto di appartenenza 1

2 Organizzazione della presentazione Il mercato del lavoro italiano nella crisi I giovani: last in first out in un mercato del lavoro duale Un sistema che tutela i bread winner, con alcuni pro e molti contro. Ammortizzatori e regolamentazione del lavoro vanno bene così come sono? Le prospettive 2

3 Dinamica del PIL: un salto indietro di 10 anni (9 per l esattezza) 135,0 125,0-6,8% -5,4 115,0 105,0 95,0 85,0 75, Q1 1982Q1 1983Q1 1984Q1 1985Q1 1986Q1 1987Q1 1988Q1 1989Q1 1990Q1 1991Q1 1992Q1 1993Q1 1994Q1 1995Q1 1996Q1 1997Q1 1998Q1 1999Q1 2000Q1 2001Q1 2002Q1 2003Q1 2004Q1 2005Q1 2006Q1 2007Q1 2008Q1 2009Q1 2010Q1

4 La crisi nel mercato del lavoro c è e si vede (poteva andare peggio: nella crisi del 92 persi di posti di lavoro) _1 2007_4 2007_7 2007_ _1 2008_4 2008_7 2008_ _1 2009_4 2009_7 2009_ _1 2010_4 2010_7 2010_10 Occupati, asse di sinistra Disoccupati, asse di destra 4

5 La crescita della disoccupazione è stata accompagnata da una crescita degli inattivi _1 2007_4 2007_7 2007_ _1 2008_4 2008_7 2008_ _1 2009_4 2009_7 2009_ _1 2010_4 2010_7 2010_10 Disoccupati, asse sinistro Inattivi, asse destro 5

6 Insufficiente limitarsi ad analizzare l andamento al tasso di disoccupazione 64,0 9,0 63,5 63,0-1,2 8,5 8,0 62,5 1,8 7,5 62,0 7,0 61,5 6,5 61,0 2,8 6,0 60,5 5,5 60,0 5,0 2007_1 2007_4 2007_7 2007_ _1 2008_4 2008_7 2008_ _1 2009_4 2009_7 2009_ _1 2010_4 2010_7 2010_10 Tasso di attività, asse sinistro Tasso di disoccupzione, asse destro 6

7 Persone in Cassa integrazione (Indagine sulle forze di lavoro)

8 La crescita ciclica dell inattività e il forte ricorso alla Cassa integrazione giustificano l utilizzo di una misura di sottoutilizzo della forza lavoro più ampia del tasso di disoccupazione (BLS americano) Disoccupati+Cassaintegrati+Scoraggiati Occupati+Disoccupati+ Scoraggiati 8,5% 11,0% È pari a circa l 11 % invece dell 8,5% e l incremento dagli inizi del 2008 è di circa 4 punti invece di 2 8

9 Dinamica demografica: necessità di usare meglio le basi informative amministrative e aggiornare le anagrafi. I dati amministrativi sull andamento dell occupazione dipendente sarebbero disponibili a un costo quasi nullo 2008_2 2010_2 Variazione Variazione % Occupati Italiani ,2 Stranieri ,5 Totale ,4 Popolazione Italiani ,8 Stranieri ,7 Totale ,9 Tasso di occupazione Italiani 58,7 56,6-2,0 Stranieri 65,9 63,6-2,2 Totale 59,2 57,2-2,0 9

10 La crisi ha avuto effetti molto eterogenei La crisi ha interessato principalmente l industria e alcuni comparti dei servizi. Più colpiti gli uomini. La crisi ha inizialmente colpito essenzialmente lavoratori autonomi, parasubordinati e dipendenti con contratto a termine, poi si sono ridotti i contratti a tempo indeterminato (blocco del turnover) I giovani sono stati i più colpiti 10

11 I giovani i più colpiti Il tasso di occupazione della popolazione tra i 20 e i 34 anni è diminuito di 5 punti, meno di uno tra i più anziani Penalizzati da maggior incidenza dei contratti a termine e bassa incidenza di occupati stabili nel pubblico impiego: I giovani sotto i 35 anni sono il 30 per cento dell occupazione complessiva ma circa il 60 per cento del lavoro a termine, solo il 13 per cento dell occupazione nella pubblica amministrazione (30 per cento a termine) Penalizzati dal calo nella creazione di nuovi posti, che riduce la probabilità di trovare un primo impiego Si riscontrano dinamiche simili in tutti i paesi ma da noi sono più evidenti 11

12 I giovani i più colpiti, tutelati dalla redistribuzione dei redditi in famiglia La contrazione dell occupazione giovanile si è tradotta in un crollo del tasso di occupazione dei figli conviventi, sceso di 2,9 punti nel Tra i capifamiglia o coniugi il calo è stato minore, 0,7 punti. Anche tra i capifamiglia gli effetti sono stati tuttavia maggiori per i nuclei familiari più giovani. La stessa Cassa integrazione ha offerto copertura soprattutto alle persone con maggiore esperienza- Quali i costi prospettici per i giovani? Il danno sarà probabilmente molto persistente. 12

13 Non abbiamo il migliore sistema di ammortizzatori del mondo È uno dei meno inclusivi, riflesso di una tradizione che prevede la tutela del lavoratore solo in quanto occupato. Ma ogni anno, anche in tempi di crescita, migliaia e migliaia di lavoratori perdono il lavoro. La CIG è uno strumento utile se usato con saggezza, ma in nessun paese al mondo strumenti come la CIG costituiscono il principale ammortizzatore sociale. Necessaria una riforma che permetta una decente tutela del disoccupato e favorisca la riallocazione del lavoro (le parti sociali non sembrano considerarla prioritaria) 13

14 La regolamentazione del mercato del lavoro italiano è efficiente? È equa? Soddisfa le esigenze di lavoratori e imprese? La regolamentazione tende a trasformare il mercato del lavoro italiano in un sistema duale che penalizza eccessivamente i giovani e ne rallenta la stabilizzazione. Forse è dannoso anche per la dinamica della produttività. L utilizzo di alcune forme contrattuali si presta ad abusi, che creano un area grigia tra lavoro nero e lavoro regolare Non si può tornare a una situazione pre-pacchetto Treu o legge Biagi, pena un ritorno agli elevati tassi di disoccupazione precedenti le riforme. Ma a mio avviso è auspicabile una minor frammentazione contrattuale, con un riequilibrio di costi e tutele che favorisca il processo di stabilizzazione dei rapporti di lavoro. 14

15 Le prospettive dipendono dalla capacità di crescita, troppo lenta nel passato recente Il tasso di crescita del prodotto per abitante è progressivamente diminuito dal 3,3 per cento degli anni settanta, al 2,3 degli anni ottanta, all 1,6 per cento negli anni novanta. Nel decennio in corso la crescita era stata di appena lo 0,6 per cento fino al 2007; considerando l intero periodo si registra un arretramento di 0,4 punti all anno. Le retribuzioni reali lorde per unità di lavoro dipendente sono passate da un tasso di crescita medio dell 1,6 per cento negli anni ottanta allo 0,6 per cento nell ultimo ventennio. 15

16 Ma stiamo perdendo competitività Tra il 1998 al 2008, nel settore privato dell economia, il CLUP (costo del lavoro per unità di prodotto) è aumentato del 24 per cento in Italia, del 15 in Francia è rimasto invariato in Germania Produttività: 3 per cento in Italia, del 22 in Germania e del 18 in Francia Costo nominale del lavoro: 29 per cento in Italia, 20 Germania, 37 Francia Senza un aumento della produttività occorre rassegnarci alla stagnazione dei salari reali (a un loro calo se si vuole recuperare competitività). 16

17 Che si può fare? Innanzitutto prendere coscienza della situazione In azienda: Stiamo perdendo competitività: la consapevolezza di quanto accade deve essere la base per uno scambio informato tra le parti sociali. Le imprese devono saper fare meglio (più innovazione e investimenti) i lavoratori e i sindacati devono saper agevolare il recupero di produttività. A mio giudizio la riforma della contrattazione, nonostante lo scontro sindacale, ha cambiato molto poco fino ad oggi la prassi contrattuale. Si potrà fare di più? Saremo costretti a fare di più? (sorveglianza macroeconomica europea: la competitività tra i parametri considerati) 17

18 L Italia deve diventare un paese migliore Nel paese: Occorre rendere efficiente il contesto in cui si muovono le imprese: più concorrenza nei servizi (preoccupa la riforma dell avvocatura), maggiore efficienza della PA e in tutte le attività controllate dagli enti pubblici, miglioramento di scuola e università, funzionamento della giustizia Fisco: meno tasse sul sistema produttivo, lavoro e investimenti (possibile solo se si recupera efficienza nella spesa pubblica e si riduce l evasione; auspicabile anche un riequilibrio della tassazione su rendite e patrimonio: molto ricchi ma incapaci di produrre nuovo reddito) Recupero del ruolo proprio delle pubbliche amministrazioni e riduzione dell evasione richiedono maggiore legalità