RISCHIO di INCENDIO MEDIO

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "RISCHIO di INCENDIO MEDIO"

Transcript

1 CORSO ADDETTI ALLA PREVENZIONE INCENDI, LOTTA ANTINCENDIO e GESTIONE DELLE EMERGENZE RISCHIO di INCENDIO MEDIO Emesso da: RGQ Resp. Marketing - Sviluppo Sita Srl Approvato da: Direzione Sita Srl Documento emesso in conformità al Sistema di Gestione e Qualità di Sita Srl

2 PERCHÉ SIAMO QUI? D.Lgs D.M. 10 marzo 1998 Decreto Legislativo 81/2008 prescrive le misure finalizzate alla tutela della salute e alla sicurezza dei lavoratori negli ambienti di lavoro privati e pubblici mediante l attuazione di direttive comunitarie. In particolare il D.Lgs. 81/2008 si prefigge la valutazione, la riduzione e il controllo dei rischi per la salute e per la sicurezza dei lavoratori negli ambienti di lavoro, mediante un azione combinata di vari soggetti per ognuno dei quali prevede obblighi e sanzioni.

3 I diversi soggetti del D.Lgs. 81/08 Datore di lavoro Lavoratori Servizio di Prevenzione e Protezione Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza Medico competente Lavoratori incaricati dell attuazione delle misure di prevenzione incendi, lotta antincendio, evacuazione dei lavoratori in caso di pericolo grave ed immediato, di salvataggio e di pronto soccorso e, comunque, di gestione dell emergenza.

4 PERCHÉ SIAMO QUI? D.Lgs D.M. 10 marzo 1998 La PREVENZIONE INCENDI, definita dall Art.46 D.lgs 81/08 è la funzione di preminente interesse pubblico, di esclusiva competenza statuale, diretta a conseguire, secondo criteri applicativi uniformi sul territorio nazionale, gli OBIETTIVI 1. SICUREZZA DELLA VITA UMANA 2. INCOLUMITÀ DELLE PERSONE 3. TUTELA DEI BENI E DELL AMBIENTE

5 PROGRAMMA DEL CORSO RISCHIO MEDIO

6 CORSO B Programma del Corso per addetto antincendio in attività a rischio di incendio medio - 8 ore 1 L INCENDIO E LA PREVENZIONE INCENDI - 2 ore Principi sulla combustione e l incendio; le sostanze estinguenti; triangolo della combustione; le principali cause di un incendio; rischi alle persone in caso di incendio; principali accorgimenti e misure per prevenire gli incendi.

7 CORSO B Programma del Corso per addetto antincendio in attività a rischio di incendio medio - 8 ore 2 LA PROTEZIONE ANTINCENDIO PROCEDURE DA ADOTTARE IN CASO DI INCENDIO - 3 ore Le principali misure di protezione contro gli incendi; vie di esodo; procedure da adottare quando si scopre un incendio o in caso di allarme; procedure per l evacuazione; rapporti con i vigili del fuoco; attrezzature ed impianti di estinzione; sistemi di allarme; segnaletica di sicurezza; illuminazione di emergenza.

8 CORSO B Programma del Corso per addetto antincendio in attività a rischio di incendio medio - 8 ore 3 ESERCITAZIONI PRATICHE - 3 ore Presa visione e chiarimenti sulle principali attrezzature ed impianti di spegnimento; presa visione sulle attrezzature di protezione individuale (maschere, autoprotettore, tute, etc.); esercitazioni sull uso delle attrezzature di spegnimento e di protezione individuale.

9 Compiti degli Addetti Antincendio attuazione delle misure di prevenzione incendi: conoscenza ed attuazione durante l attività lavorativa delle misure volte alla prevenzione degli incendi in generale ed in particolare per i diversi centri di pericolo. attuazione delle misure di controllo: attuazione della sorveglianza e del controllo di dispositivi ed apparecchiature finalizzate alla prevenzione dell incendio ed alla protezione dall incendio attuazione delle misure di lotta antincendio: conoscenza dei presidi e delle attrezzature antincendio, della loro ubicazione e delle modalità d impiego evacuazione dei lavoratori in caso di pericolo grave ed immediato: conoscenza ed esecuzione delle procedure relative ai piani di evacuazione previsti per l edificio, nelle varie condizioni di esercizio salvataggio: conoscenza ed esecuzione delle principali operazioni da svolgere per provvedere al salvataggio di persone in caso di emergenza gestione dell emergenza: conoscenza ed esecuzione nell ambito delle proprie competenze dei piani per le diverse tipologie di emergenza

10 CHE COS È UN EMERGENZA qualsiasi condizione critica che si manifesta in conseguenza del verificarsi di un evento, di un fatto od una circostanza (ad esempio un incendio, un terremoto, il rilascio di sostanze nocive, un black-out elettrico ) che determina una situazione potenzialmente pericolosa per la incolumità delle persone e/o dei beni e strutture e che richiede interventi eccezionali ed urgenti per essere gestita e riportata alla normalità.

11 CHE COS È UN EMERGENZA Gestire un emergenza significa attuare tutta una serie di azioni finalizzate a contenere i danni a persone o cose ed a riportare la situazione in condizioni di normalità il più velocemente possibile. Prima di tutto quindi, gestire l emergenza significa gestire il transitorio tra il momento nel quale è stato rilevato l evento e quello in cui intervengono i soccorsi professionali.

12 CHE COS È UN EMERGENZA OBIETTIVI SQUADRE DI GESTIONE DELL EMERGENZA : 1. salvaguardare l incolumità delle persone e dei beni presenti nella zona dell evento; 2. limitare le conseguenze negative determinate dall evento. In un secondo momento si pongono in atto azioni finalizzate a supportare i soccorritori per ricondurre il sistema allo stato di normalità il più velocemente possibile.

13 CHE COS È UN EMERGENZA L esperienza insegna che gli interventi effettuati in una situazione di emergenza e volti a ripristinare le condizioni ordinarie sono tanto più efficaci quanto più attuati in modo sistemico e pre-organizzato. Per questa ragione esiste il Piano per la Gestione delle Emergenze. Ogni addetto del sistema dispone delle sequenze operative e gli strumenti necessari ad affrontare nel modo più efficace l evento.

14 1 L INCENDIO E LA PREVENZIONE INCENDI PRINCIPI SULLA COMBUSTIONE

15 OBIETTIVI DIDATTICI Obiettivi generali (competenze) Saper individuare le condizioni in cui si può manifestare il pericolo di incendio sul luogo di lavoro; Acquisire le conoscenze di base sulle misure di prevenzione degli incendi sul luogo di lavoro, con particolare riferimento alle condizioni di esercizio e gestionali; Conoscere le misure di protezione degli incendi disponibili in azienda e saper utilizzare i presidi antincendio elementari; Saper utilizzare gli specifici dispositivi di protezione individuale (d.p.i.) per la difesa dagli effetti del fuoco.

16 OBIETTIVI DIDATTICI Obiettivi specifici del modulo (apprendimenti) apprendere i concetti base della combustione; conoscere i principali parametri chimici e fisici del fuoco; distinguere le diverse tipologie dei combustibili e degli incendi; individuare le possibili sorgenti di innesco e le modalità di propagazione di un incendio.

17 COMBUSTIONE - INCENDIO COMBUSTIONE Reazione chimica sufficientemente rapida di una sostanza combustibile con l ossigeno accompagnata da sviluppo di calore, fiamma, di gas fumo e luce. INCENDIO Combustione sufficientemente rapida e non voluta e/o non controllata che si sviluppa senza limitazioni nello spazio e nel tempo.

18 È una reazione chimica sufficientemente rapida tra una sostanza combustibile e un comburente con sviluppo di calore, fiamma, gas, fumo e luce. La combustione può avvenire con o senza sviluppo di fiamme superficiali. La combustione senza fiamma superficiale si verifica generalmente quando la sostanza combustibile non è più in grado di sviluppare particelle volatili.

19 Sostanza solida, liquida o gassosa nella cui composizione molecolare sono presenti elementi quali il carbonio, l idrogeno, lo zolfo, etc.

20 solitamente è l ossigeno contenuto nell aria, ma sono possibili incendi di sostanze che contengono nella loro molecola un quantità di ossigeno sufficiente a determinare una combustione, quali ad esempio gli esplosivi e la celluloide.

21 LE CONDIZIONI NECESSARIE PER AVERE UNA COMBUSTIONE Presenza di combustibile Presenza del comburente Presenza di una sorgente di calore solo la contemporanea presenza di questi tre elementi da luogo al fenomeno dell incendio, e di conseguenza al mancare di almeno uno di essi l incendio si spegne.

22 IL TRIANGOLO DEL FUOCO Gas, vapori o polveri entro il campo di infiammabilità Ossigeno in concentrazione sufficiente alla combustione INNESCO Raggiungimento della Temperatura di Accensione

23 1 L INCENDIO E LA PREVENZIONE INCENDI LA COMBUSTIONE DELLE SOSTANZE

24 LA COMBUSTIONE DEI SOLIDI La combustione dei combustibili avviene per stadi. I combustibili solidi ad una certa temperatura emettono sostanze infiammabili volatili infiammabili (distillazione-pirolisi) che a contatto con l aria bruciano con fiamma. Una parte del calore prodotto riscalda la massa adiacente del combustibile con emissione di ulteriori sostanze volatili infiammabili che alimenteranno e manterranno la fiamma. La combustione continua in questo modo fino all esaurirsi di tutti i vapori infiammabili per poi proseguire sotto forma di brace.

25 LA COMBUSTIONE DEI SOLIDI La combustione delle sostanze solide è caratterizzata dai seguenti parametri: pezzatura e forma del materiale; dal grado di porosità del materiale; dagli elementi che compongono la sostanza; dal contenuto di umidità del materiale; condizioni di ventilazione.

26 LA COMBUSTIONE DEI LIQUIDI I combustibili liquidi non bruciano come tali ma come vapori originati al di sopra della superficie del liquido che si comportano come i gas combustibili. Al raggiungimento di una certa temperatura - temperatura di infiammabilità - la superficie del liquido emette vapori in quantità tali che, mescolati con l aria, danno luogo ad una combustione in presenza di innesco. Il calore sviluppato provoca l evaporazione di ulteriore liquido che, combinandosi con l ossigeno dell aria, mantiene la combustione.

27 LA COMBUSTIONE DEI LIQUIDI CLASSIFICAZIONE DEI LIQUIDI INFIAMMABILI

28 LA COMBUSTIONE DEI LIQUIDI CLASSIFICAZIONE DEI LIQUIDI INFIAMMABILI

29 I GAS INFIAMMABILI I gas in base alle loro caratteristiche fisiche possono essere classificati in:

30 I GAS INFIAMMABILI Conservati allo stato gassoso ad una pressione maggiore di quella atmosferica, Stoccati nelle bombole e/o trasportati attraverso le tubazioni, Con pressioni di compressioni variabili da pochissime a qualche centinaio di atmosfere, Metano,idrogeno,ossigeno,aria,CO 2

31 I GAS INFIAMMABILI Liquefatti a temperatura ambiente mediante la compressione, possibilità di detenere grossi quantitativi di prodotto in spazi contenuti, un litro di gas liquefatto può aumentare allo stato gassosofinoa800volteilsuovolume, * Esiste un limite massimo di riempimento dei serbatoi per consentire l equilibrio con la fase vapore, Ammoniaca, Cloro, Butano, Propano, Gpl miscela, CO2

32 I GAS INFIAMMABILI Conservati in fase liquida mediante refrigerazione alla temperatura di equilibrio liquido-vapore con livelli di pressione estremamente modesti, assimilabili a quella atmosferica. Ossigeno, azoto

33 I GAS INFIAMMABILI Gas conservati in fase gassosa disciolti in un liquido ad una determinata pressione. Acetilene in acetone, anidride carbonica in acqua gassata.

34 DENSITÀ DI ALCUNI GAS SOSTANZA Den. Vapori Acetilene 0,89 Ammoniaca 0,58 DENSITA DEI VAPORI RISPETTO ALL ARIA DI ALCUNI GAS Anidride carbonica 1,51 Benzina 3,86 Cloro 2.44 GPL 1,86 Metano 0.55 Propano 1,51 Idrogeno 0,06

35 COLORAZIONE DI GAS COMPRESSI E BOMBOLE

36 ACCENSIONE DIRETTA Quando una fiamma, una scintilla o altro materiale incandescente entra a contatto con un materiale combustibile in presenza di ossigeno Esempi: operazioni di taglio e saldatura, fiammiferi e mozziconi di sigaretta, lampade e resistenze elettriche, scariche statiche.

37 ACCENSIONE INDIRETTA per convezione, correnti di aria calda generate da un incendio per conduzione, propagazione di calore attraverso elementi metallici presenti negli edifici. per irraggiamento, propagazione di onde elettromagnetiche.

38 ATTRITO Quando il calore è prodotto dallo sfregamento di due materiali AUTOCOMBUSTIONE Quando il calore viene prodotto dallo stesso combustibile (Reazioni chimiche, decomposizioni esotermiche, azione biologica)

39 1 L INCENDIO E LA PREVENZIONE INCENDI PARAMETRI FISICI DELLA COMBUSTIONE

40 TEMPERATURA DI ACCENSIONE - C È la minima temperatura alla quale un combustibile, miscelato con l aria, inizia a bruciare spontaneamente senza ulteriore apporto di calore dall esterno SOSTANZA TEMPERATURA DI ACCENSIONE ( C) valori indicativi ACETONE 540 BENZINA 250 GASOLIO 220 IDROGENO 560 ALCOOL METILICO 455 CARTA 230 LEGNO 220 GOMMA SINTETICA 300 METANO 537

41 TEMPERATURA TEORICA DI COMBUSTIONE È il più alto valore di temperatura che è possibile raggiungere nella combustione di una sostanza SOSTANZA TEMPERATURA DI COMBUSTIONE ( C) (valori indicativi) IDROGENO 2205 METANO 2050 PETROLIO 1800 PROPANO 2230

42 ARIA TEORICA DI COMBUSTIONE -mc É la quantità di aria necessaria per raggiungere la combustione completa di tutti i materiali combustibili

43 POTERE CALORIFICO MJ/kg MJ/mc É la quantità di calore prodotta dalla combustione completa dell unità di massa o di volume di una determinata sostanza combustibile; si definisce potere calorifico superiore la quantità di calore sviluppata dalla combustione considerando anche il calore di condensazione del vapore d acqua prodotto, si definisce invece potere calorifico inferiore quando il calore di condensazione del vapore d acqua non è considerato; in genere nella prevenzione incendi viene considerato sempre il potere calorifico inferiore.

44 POTERE CALORIFICO MJ/kg MJ/mc

45 TEMPERATURA DI INFIAMMABILITÀ - C È la temperatura minima alla quale i liquidi combustibili emettono vapori in quantità tali da incendiarsi in caso di innesco SOSTANZA TEMPERATURA DI INFIAMMABILITA' ( C) (valori indicativi) GASOLIO 65 ACETONE -18 BENZINA -20 ALCOOL METILICO 11 ALCOOL ETILICO 13 TOLUOLO 4 OLIO LUBRIFICANTE 149

46 LIMITI DI INFIAMMABILITÀ Individuano il campo di infiammabilità all interno del quale si ha, in caso di innesco, l accensione e la propagazione della fiamma Limite inferiore: è la più bassa concentrazione in volume di vapore della miscela al di sotto della quale non si ha l accensione Limite superiore: è la più alta concentrazione in volume di vapore della miscela al di sopra della quale non si ha accensione ZONA POVERA DI VAPORI LIMITE INFERIORE CAMPO DI INFIAMMABILITÀ ZONA SATURA DI VAPORI LIMITE SUPERIORE LIQUIDO INFIAMMABILE

47 LIMITI DI INFIAMMABILITÀ CAMPO DI INFIAMMABILITÀ L.I.I. Limite Di Infiammabilità Inferiore: soglia di concentrazione più bassa di innesco L.S.I. Limite Di Infiammabilità Superiore: soglia di concentrazione più alta di innesco 0 % 100 % L.I.I. C.I. L.S.I. T di accensione MISCELA POVERA MISCELA INFIAMMABILE MISCELA RICCA MISCELA = Vapore di combustibile + aria N.B. La % si riferisce ai vapori del combustibile liquido o del gas infiammabile T C.I. P C.I.

48 CAMPO DI INFIAMMABILITÀ BENZINA Tinf = -21 C T acc = 250 C GASOLIO Tinf = 68 C T acc = 220 C ACETILENE Tinf T acc = 335 C 0 % 1 % 6 % 100 % C.I. C.I. BENZINA 0 % 0,9 % 5,9 % 100 % GASOLIO C.I. 0 % 2,5 % 80 % 100 % ACETILENE

49 LIMITI DI INFIAMMABILITÀ SOSTANZA CAMPO DI INFIAMMABILITA' limite inferiore limite superiore ACETONE 2,5 13 AMMONIACA BENZINA 1 6,5 GASOLIO 0,9 5,9 IDROGENO 4 75,6 METANO 5 15

50 LIMITI DI ESPLODIBILITÀ (% in volume) Sono la più bassa concentrazione in volume di vapore della miscela al di sotto della quale non si ha esplosione in presenza di innesco (limite inferiore di esplodibilità) e la più alta concentrazione in volume di vapore della miscela al di sopra della quale non si ha esplosione in presenza di innesco (limite superiore di esplodibilità).

51 ESPLOSIONE L esplosione è il risultato di una rapida espansione di gas dovuta ad una reazione chimica di combustione. Gli effetti della esplosione sono: produzione di calore, una onda d urto ed un picco di pressione. Quando la reazione di combustione si propaga alla miscela infiammabile non ancora bruciata con una velocità minore di quella del suono la esplosione è chiamata DEFLAGRAZIONE. Quando la reazione procede nella miscela non ancora bruciata con velocità superiore a quella del suono la esplosione è detta DETONAZIONE. Gli effetti distruttivi delle detonazioni sono maggiori rispetto a quelli delle deflagrazioni.

52 ESPLOSIONE Una esplosione può aver luogo quando gas, vapori o polveri infiammabili, entro il loro campo di esplosività, vengono innescati da una fonte di innesco avente sufficiente energia. In particolare in un ambiente chiuso saturo di gas, vapori o polveri l aumento della temperatura dovuto al processo di combustione sviluppa un aumento di pressione che può arrivare fino ad 8 volte la pressione iniziale. Il modo migliore di proteggersi dalle esplosioni sta nel prevenire la formazione di miscele infiammabili nel luogo ove si lavora, in quanto è estremamente difficoltoso disporre di misure che fronteggiano gli effetti delle esplosioni come è invece possibile fare con gli incendi.

53 Parametri fisici della combustione e dell incendio Sostanze O CO 2 H 2 O (vapore) ecc. Condizioni % Temperatura Infiammabilità Temperatura Accensione Temperatura Combustione 53

54 1 L INCENDIO E LA PREVENZIONE INCENDI PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE

55 PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE I prodotti della combustione sono suddivisibili in quattro categorie: 1. gas di combustione 2. fiamme 3. fumo 4. calore

56 GAS DI COMBUSTIONE I gas di combustione sono quei prodotti della combustione che rimangono allo stato gassoso anche quando raggiungono raffreddandosi la temperatura ambiente di riferimento 15 C. I principali gas di combustione sono:

57 GAS DI COMBUSTIONE La produzione di tali gas dipende dal tipo di combustibile, dalla percentuale di ossigeno presente e dalla temperatura raggiunta nell incendio. Nella stragrande maggioranza dei casi, la mortalità per incendio è da attribuire all inalazione di questi gas che producono danni biologici per anossia o per tossicità.

58 FIAMMA Le fiamme sono costituite dall emissione di luce conseguente alla combustione di gas sviluppatisi in un incendio. In particolare nell incendio di combustibili gassosi è possibile valutare approssimativamente il valore raggiunto dalla temperatura di combustione dal colore della fiamma.

59 FUMI I fumi sono formati da piccolissime particelle solide (aerosol), liquide (nebbie o vapori condensati). Le particelle solide sono sostanze incombuste che si formano quando la combustione avviene in carenza di ossigeno e vengono trascinate dai gas caldi prodotti dalla combustione stessa. Normalmente sono prodotti in quantità tali da impedire la visibilità ostacolando l attività dei soccorritori e l esodo delle persone.

60 FUMI Le particelle solide dei fumi che sono incombusti e ceneri rendono il fumo di colore scuro. Le particelle liquide, invece, sono costituite essenzialmente da vapore d acqua che al di sotto dei 100 C condensa dando luogo a fumo di color bianco.

61 CALORE Il calore è la causa principale della propagazione degli incendi. Realizza l aumento della temperatura di tutti i materiali e i corpi esposti, provocandone il danneggiamento fino alla distruzione.

62 TRASMISSIONE DEL CALORE

63 TRASMISSIONE DEL CALORE

64 TRASMISSIONE DEL CALORE

65 1 L INCENDIO E LA PREVENZIONE INCENDI LE PRINCIPALI CAUSE DI INCENDIO

66 CAUSE E PERICOLI DI INCENDIO PIÙ COMUNI Accumulo di rifiuti, carta o altro materiale che può essere facilmente incendiato Negligenza nell'uso di fiamme libere e di apparecchi generatori di calore Insufficiente pulizia delle aree di lavoro Imprudenze connesse al fumo di sigaretta

67 CAUSE E PERICOLI DI INCENDIO PIÙ COMUNI Impianti elettrici o utilizzatori difettosi, sovraccaricati e non adeguatamente protetti Scarsa manutenzione delle apparecchiature Scintille, scariche elettrostatiche Uso non corretto di macchine da ufficio Riparazioni o modifiche di impianti elettrici effettuate da persone non qualificate

68 CAUSE E PERICOLI DI INCENDIO PIÙ COMUNI Ostruzione dei sistemi di ventilazione di apparecchi di riscaldamento, macchinari, apparecchiature elettriche e di ufficio Utilizzo non corretto di impianti di riscaldamento portatili Negligenze di appaltatori o di addetti alla manutenzione

69 CAUSE E PERICOLI DI INCENDIO PIÙ COMUNI Scorretta manipolazione o deposito di sostanze infiammabili o combustibili Reazioni chimiche non controllate

70 1 L INCENDIO E LA PREVENZIONE INCENDI LA DINAMICA DELL INCENDIO

71 Nell evoluzione dell incendio si possono individuare quattro fasi caratteristiche: 1. Fase di ignizione, 2. Fase di propagazione, DINAMICA DELL INCENDIO 3. Incendio generalizzato (flash over), 4. Estinzione e raffreddamento,

72 DINAMICA DELL INCENDIO

73 DINAMICA DELL INCENDIO FASE DI IGNIZIONE dipende dai seguenti fattori : Tg [ C] Incipiente infiammabilità del combustibile; possibilità di propagazione della fiamma; Ignizione grado di partecipazione al fuoco del combustibile; geometria e volume degli ambienti; 20 C Incipient Time possibilità di dissipazione del calore nel combustibile; ventilazione degli ambienti; caratteristiche superficiali del combustibile; distribuzione nel volume del combustibile.

74 DINAMICA DELL INCENDIO Tg [ C] Incipiente Crescita Flashover FASE DI PROPAGAZIONE Ignizione 20 C Incipient Growth Time produzione dei gas tossici e corrosivi; riduzione di visibilità a causa dei fumi di combustione; aumento della partecipazione alla combustione nei combustibili solidi e liquidi; aumento rapido delle temperature; aumento dell energia di irraggiamento.

75 DINAMICA DELL INCENDIO Tg [ C] Incipiente Ignizione Crescita Pieno Sviluppo INCENDIO GENERALIZZATO flash over Flashover 20 C Incipient Growth Fully Developed Fire brusco incremento della temperatura; crescita esponenziale della velocità di combustione; forte aumento di emissioni di gas e di particelle incandescenti, che si espandono e vengono trasportate in senso orizzontale, e soprattutto in senso ascensionale; si formano zone di turbolenze visibili;. i combustibili vicini al focolaio si auto accendono, quelli più lontani si riscaldano e raggiungono la loro temperatura di combustione con produzione di gas di distillazione infiammabili.

76 DINAMICA DELL INCENDIO Tg [ C] Incipiente Crescita Pieno Sviluppo Decadimento Ignizione Flashover Fine PostFlashover 20 C Incipient Growth Fully Developed Fire Decay Time ESTINZIONE e RAFFREDDAMENTO Quando l incendio ha terminato tutto il materiale combustibile, ha inizio la fase di decremento delle temperature all interno del locale a causa della progressiva diminuzione dell apporto termico residuo e della dissipazione di calore attraverso i fumi e di fenomeni di conduzione termica.

77 1 L INCENDIO E LA PREVENZIONE INCENDI EFFETTI DELL INCENDIO SULL UOMO

78 PRINCIPALI EFFETTI DELL INCENDIO SULL UOMO 1. ANOSSIA (a causa della riduzione del tasso di ossigeno nell aria) 2. AZIONE TOSSICA DEI FUMI 3. RIDUZIONE DELLA VISIBILITÀ 4. AZIONE TERMICA Essi sono determinati dai prodotti della combustione: GAS DI COMBUSTIONE FIAMMA CALORE FUMO

79 ANOSSIA DIMINUZIONE DELL OSSIGENO DIMINUZIONE DELL O 2 ATMOSFERICO Viene consumato dalla combustione La concentrazione normale di O 2 atmosferico è pari al 21% della miscela; al di sotto di tale valore, l organismo reagisce con difficoltà respiratorie progressivamente crescenti, fino al sopraggiungimento della morte al di sotto del 6%

80 ANOSSIA DIMINUZIONE DELL OSSIGENO DIMINUZIONE DELL O 2 ATMOSFERICO La diminuzione dell OSSIGENO nell aria provoca nell uomo diversi effetti fisiologici a seconda del grado di concentrazione raggiunto CONCENTRAZIONE 17% 15% -12% EFFETTO Aumento del ritmo respiratorio e facile assorbimento di sostanze tossiche Difficoltà respiratoria, vertigini rapido affaticamento, coordinamento muscolare difficile 10% -8% Collassoecoma 6% Morte in pochi minuti(5-8 min)

81 GAS DI COMBUSTIONE PRINCIPALI GAS DI COMBUSTIONE ossido di carbonio (CO) anidride carbonica (CO2) idrogeno solforato (H2S) anidride solforosa (SO2) ammoniaca (NH3) acido cianidrico (HCN) acido cloridrico (HCl) perossido d azoto (NO2) aldeide acrilica (CH2CHCHO) fosgene (COCl2)

82 GAS DI COMBUSTIONE Secondo le statistiche, la più importante causa di decesso, pari al 62,3% è da attribuire all inalazione dei gas tossici o asfissianti che si sviluppano nel corso della combustione di materiali naturali o sintetici.

83 OSSIDO DI CARBONIO -CO In condizioni ottimali il Carbonio presente nel combustibile si combina con l'ossigeno dell'aria (comburente) e viene trasformato in CO 2 (anidride Carbonica). C > CO 2 Reazione di combustione con eccesso di Ossigeno 2C > 2CO Reazione di combustione con difetto di Ossigeno

84 OSSIDO DI CARBONIO -CO L ossido di carbonio è un gas INSAPORE, INODORE, INCOLORE e INAVVERTIBILE. Si forma abbondantemente in incendi sviluppati in ambienti chiusi o in incendi con carenza di ossigeno. L ossido di carbonio assorbito dall uomo durante la respirazione altera la composizione del sangue, infatti si combina con l emoglobina formando la carbossiemoglobina che, impedendo la formazione dell ossiemoglobina, non consente l ossigenazione dei tessuti del corpo umano.

85 OSSIDO DI CARBONIO -CO Meccanismo d azione Il monossido di carbonio viene assorbito per via polmonare, attraverso la parete alveolare passa nel sangue per combinazione con l emoglobina dei globuli rossi formando la carbossi-emoglobina. Con tale azione si bloccano i legami che la stessa ha con l ossigeno che in condizioni normali forma l ossiemoglobina. La presenza di ossido di carbonio nell aria determina un legame preferenziale tra questo e l emoglobina, in quanto l affinità di legame che intercorre tra l ossido di carbonio e l emoglobina è di circa 220 volte superiore a quella tra l emoglobina e l ossigeno.

86 OSSIDO DI CARBONIO -CO Sintomatologia cefalea, nausea, vomito, palpitazioni, astenia, tremori muscolari Se si sommano gli effetti dell ossido di carbonio sull organismo umano con quelli conseguenti ad una situazione di stress, di panico e di condizioni termiche avverse, i massimi tempi di esposizione sopportabili dall uomo in un incendio reale sono quelli indicati nella seguente tabella:

87 OSSIDO DI CARBONIO -CO PERCENTUALE DI CO NEL SANGUE È molto pericoloso essendo ALTAMENTE TOSSICO anche in concentrazioni bassissime Concentrazioni Sintomi 0-10% Di solito non avvertiti, scambiati per un malessere generico 10-20% Mal di testa, affanno, dolore al petto 20-30% Emicrania pulsante, nausea, vomito, affaticamento, poca concentrazione 30-40% 40-50% Vertigini, affaticamento, processi mentali indeboliti Respiro rapido, battito cardiaco accelerato, vertigini, stato confusionale 50-60% Insufficienza respiratoria, collasso, convulsioni e coma 60-70% oltre 70% Insufficienza respiratoria, pressione del sangue bassa e coma Coma, rapidamente fatale

88 ANIDRIDE CARBONICA CO2 L anidride carbonica è un gas asfissiante in quanto, pur non producendo effetti tossici sull organismo umano, si sostituisce all ossigeno dell aria, quando ne determina una diminuzione a valori inferiori al 17% in volume, produce asfissia. Inoltre è un gas che accelera e stimola il ritmo respiratorio; con una percentuale del 2% di CO2 in aria la velocità e la profondità del respiro aumentano del 50% rispetto alle normali condizioni. Con una percentuale di CO2 al 3% l aumento è del 100%, cioè raddoppia. CONCENTRAZIONE 3% EFFETTO Raddoppia il ritmo respiratorio e facile assorbimento di sostanze tossiche 8% Paralizzazione del sistema respiratorio 10% Morte (1 min)

89 EFFETTI DEL CALORE L irraggiamento genera ustioni sull organismo umano che possono essere classificate a seconda della loro profondità in: ustioni di I grado superficiali facilmente guaribili ustioni di II grado formazione di bolle e vescicole consultazione struttura sanitaria ustioni di III grado profonde urgente ospedalizzazione

90 EFFETTI DEL CALORE Oltre alle ustioni provocate dalla temperatura sull epidermide, infatti, l organismo umano è soggetto, a causa delle esposizione prolungata al calore, a processi di rapida disidratazione, arresto della respirazione e alterazioni delle funzioni biologiche. Temp. max sopportabile in aria secca: 150 C per tempi brevissimi Temp. max sopportabile in presenza di umidità : 60 C È stato stimato che il calore costituisce circa il 25% delle cause di decesso in dipendenza di incendio.

91 EFFETTI DEL FUMO Riduzione o annullamento della visibilità Tossicità Irritazione delle mucose Soffocamento Respirare il fumo da incendi può determinare morte per asfissia.

92 1 L INCENDIO E LA PREVENZIONE INCENDI LA CLASSIFICAZIONE DEGLI INCENDI

93 LE CLASSI DI INCENDIO CLASSE A:fuochi da materiali solidi, generalmente di natura organica, la cui combustione avviene con formazione di braci. CLASSE B: fuochi da liquidi o da solidi liquefattibili. CLASSE C: fuochi da GAS. CLASSE D:fuochi da METALLI (es. sodio, alluminio, fosforo, potassio, magnesio). CLASSE F: fuochi da oli e grassi vegetali o animali.

94 LE AZIONI ESTINGUENTI 1- Soffocamento separazione tra il materiale che brucia e l aria circostante, impedendo in tal modo che l ossigeno atmosferico, miscelandosi con il combustibile, continui ad alimentare la combustione, e quindi eliminando una delle condizioni indispensabili per il mantenimento della combustione.

95 LE AZIONI ESTINGUENTI 2- Raffreddamento abbassamento della temperatura del materiale che brucia, e dei materiali contigui e circostanti, al di sotto della temperatura di accensione del combustibile ovvero a quella necessaria al mantenimento della combustione. La maggiore efficacia di raffreddamento si ha con la massima velocità con cui viene asportato il calore.

96 3- Diluizione LE AZIONI ESTINGUENTI diluizione della percentuale di comburente ad opera di gas inerti. cioè riducendo il tenore di ossigeno presente nell atmosfera circostante l incendio al di sotto della concentrazione necessaria per poter sostenere la combustione.

97 LE AZIONI ESTINGUENTI 4 Separazione metodo indiretto di spegnimento, che si attua allontanando materialmente la sostanza combustibile dalla zona dell incendio. Tale metodo si può attuare, ad esempio, mediante: intercettazione del flusso di un combustibile liquido o gassoso che fluisce in una condotta (es: chiusura di un rubinetto, strozzatura od occlusione del tubo) travaso di un combustibile liquido o gassoso dal contenitore (cisterna, serbatoio) interessato dall incendio ad altro contenitore sicuro rimozione di materiale combustibile solido non ancora coinvolto nell incendio l interposizione di setti incombustibili o di fasce tagliafuoco.

98 LE AZIONI ESTINGUENTI 5 - Catalisi negativa Si è già detto che la combustione è una reazione chimica, che avviene con notevole velocità secondo schemi di reazione di propagazione a catena ramificata, e viene sostenuta ed accelerata da prodotti molto attivi, generati dalla stessa reazione di combustione, chiamati induttori di reazione (atomi e radicali liberi). Alcune sostanze sono in grado di interagire chimicamente con gli induttori di reazione, provocando la rottura delle reazioni a catena, e conseguentemente il rallentamento e l arresto della reazione di combustione, e quindi l estinzione dell incendio. Tale azione di inibizione chimica della combustione viene definita azione di catalisi negativa o anche azione anticatalitica.

99 1 L INCENDIO E LA PREVENZIONE INCENDI SOSTANZE ESTINGUENTI IN RELAZIONE AL TIPO DI INCENDIO

100 LE SOSTANZE ESTINGUENTI Come già accennato, l estinzione dell incendio si ottiene mediante le azioni estinguenti. Tali azioni possono essere ottenute singolarmente o contemporaneamente mediante l uso delle sostanze estinguenti, che vanno scelte in funzione della natura del combustibile e delle dimensioni del fuoco. È di fondamentale importanza conoscere le proprietà e le modalità d uso delle principali sostanze estinguenti: Acqua, Schiuma, Polveri, idrocarburi alogenati di nuova generazione (HALON), gas inerti, agenti estinguenti alternativi all halon.

101 è l'agente estinguente più economico ed efficace e che perciò viene usato più comunemente nella lotta contro gli incendi. È caratterizzata da semplicità di impiego e non tossicità. La sua azione estinguente si esplica con le seguenti modalità: abbassamento della temperatura del combustibile per assorbimento del calore - 1 Kg di acqua = assorbe 595 Kcal; azione di soffocamento per sostituzione dell ossigeno con il vapore acqueo - 1 l di acqua = l di vapore; diluizione di sostanze infiammabili solubili in acqua fino a renderle non più tali; ACQUA imbibimento dei combustibili solidi.

102 viene utilizzata direttamente sia nell'estinzione che nella protezione per raffreddamento di strutture, serbatoi e impianti. L acqua su fuochi di classe: ACQUA molto efficace uso nebulizzato con operatori esperti diluizione dei vapori gassosi

103 Quando è possibile, è preferibile utilizzare l acqua con getto frazionato o nebulizzato e non con getto pieno, per i seguenti motivi: Minore consumo e maggiore sfruttamento; Massimo effetto di raffreddamento per evaporazione; Massimo effetto di diluizione; Evitare impatti violenti e proiezione di materiali incandescenti; Minore conducibilità elettrica. ACQUA

104 ACQUA NON USARE L ACQUA per evitare situazioni di pericolo, su: Apparecchiature elettriche sotto tensione; Liquidi infiammabili più leggeri (Benzina, gasolio); Sostanze tossiche (Cianuri, cloro, fluoro); Sostanze che reagiscono violentemente con l acqua (litio, sodio potassio, magnesio, zinco, alluminio, carburo di calcio, acido solforico); L uso dell acqua può provocare danni su materiali deteriorabili (ad es.: apparecchiature delicate, documenti, libri, quadri, ecc.).

105 SCHIUMA Le schiume sono aggregati complessi ed instabili costituiti da bolle formate da una soluzione di acqua e agente schiumogeno espansa con aria. Queste bolle si distruggono per evaporazione del liquido, per il calore e per gli inquinanti; possiamo avere schiume con tempi di abbattimento più o meno lunghi utilizzate per spegnere o controllare un incendio La schiuma al pari dell acqua è l estinguente più largamente utilizzato in installazioni industriali per l estinzione di incendi di combustibili liquidi. ad alta espansione per saturazione degli ambienti specialmente se contenuti in recipienti

106 La diffusione di questo agente estinguente è dovuta al suo: basso costo alla facilità di reperimento la sua presenza ovunque alla sua facilità di impiego CARATTERISTICHE: SCHIUMA È più leggera della soluzione acquosa da cui deriva, e di tutti i liquidi combustibili; Galleggia sui prodotti infiammati; Forma una coltre continua, impermeabile ai vapori, che separa il combustibile dal comburente.

107 SCHIUMA L azione estinguente delle schiume avviene per Soffocamento dovuto all azione meccanica di separazione del combustibile dal comburente; Raffreddamento dovuto all acqua.. NON USARE su parti in tensione in quanto contengono acqua.

108 SCHIUMA Le schiume si classificano in funzione della loro specifica proprietà che è il rapporto di espansione (R.E.), in tre categorie principali: 1)a bassa espansione: rapporto variabile da 1:6 a 1:12 protezione serbatoi, impiego con monitori, impiego con lance manuali; 2) a media espansione: rapporto variabile da 1:30 a 1:200 protezione pensiline di carico, aree contenute in genere; 3) ad alta espansione: rapporto variabile da 1:500 a 1:1000 impiego per magazzini, sala macchine, navi, etc.

109 SCHIUMA Il rapporto di espansione (Respans) di una schiuma è il rapporto in volume tra la miscela concentrata e la schiuma prodotta: Respans =

110 SCHIUMA Sono disponibili diversi tipi di liquidi schiumogeni che vanno impiegati in relazione al tipo di combustibile: liquidi schiumogeni fluoro-proteinici Sono formati da una base proteinica addizionata con composti fluorurati. Essi sono adatti alla formazione di schiume a bassa espansione, hanno un effetto rapido ed molto efficace su incendi di prodotti petroliferi. liquidi schiumogeni sintetici Sono formati da miscele di tensioattivi. Essi sono adatti alla formazione di tutti i tipi di schiume e garantiscono una lunga conservabilità nel tempo, sono molto efficaci per azione di soffocamento su grandi superfici e volumi.

111 SCHIUMA Sono disponibili diversi tipi di liquidi schiumogeni che vanno impiegati in relazione al tipo di combustibile: liquidi schiumogeni fluoro-sintetici (AFFF - Acqueous Film Forming Foam) Sono formati da composti fluorurati. Essi sono adatti alla formazione di schiume a bassa e media espansione che hanno la caratteristica di scorrere rapidamente sulla superficie del liquido incendiato. L impiego degli schiumogeni AFFF realizza una più efficace azione estinguente in quanto consente lo spegnimento in tempi più rapidi con una minore portata di soluzione schiumogena per metro quadrato di superficie incendiata.

112 SCHIUMA Sono disponibili diversi tipi di liquidi schiumogeni che vanno impiegati in relazione al tipo di combustibile: liquidi schiumogeni per alcoli Sono formati da una base proteinica additivata con metalli organici. Essi sono adatti alla formazione di schiume a bassa espansione e sono molto efficaci su incendi di alcoli, esteri, chetoni, eteri, aldeidi, acidi, fenoli, etc. Le schiume si dividono in DUE tipologie: SCHIUME CHIMICHE: SCHIUME MECCANICHE: il gas, generalmente anidride carbonica, è prodotto da una reazione chimica; il gas, generalmente aria, viene emulsionato meccanicamente con la soluzione schiumogena.

113 SCHIUMA SCHIUME CHIMICHE Sono formate dall anidride carbonica sviluppata per reazione fra soluzioni di sali alcalini (generalmente bicarbonato di sodio) e acidi (generalmente solfato di alluminio) in presenza di agente schiumogeno

114 SCHIUMA SCHIUME MECCANICHE sono formate da una soluzione di acqua e schiumogeno espansa con aria.

115 ANIDRIDE CARBONICA E' un gas avente le seguenti caratteristiche: * inodore * più pesante dell'aria di circa 1,5 volte * incolore * inerte * dielettrico * non lascia residui L azione estinguente avviene per: Soffocamento (creazione di atmosfera carente di ossigeno); Raffreddamento (durante la scarica avviene l espansione rapida dallo stato liquido allo stato gassoso raggiungendo temperature di circa -78 C).

116 ANIDRIDE CARBONICA L anidride carbonica è efficace per fuochi di classe: L anidride carbonica può essere utilizzata per la protezione di ambienti mediante impianti di spegnimento automatici.

117 ANIDRIDE CARBONICA LIMITAZIONI D IMPIEGO Reagisce pericolosamente con cianuri alcalini (Acido cianidrico) e con potassio, sodio, magnesio, zinco ed alluminio; In locali chiusi la presenza del 20% di CO2 riduce l ossigeno al 16% provocando asfissia (è necessario ventilare energicamente); Non toccare parti metalliche di recipienti appena scaricati e non dirigere il getto di anidride carbonica su persone al fine di evitare ustioni da congelamento; Non spegne le braci.

118 Le polveri estinguenti sono miscugli di particelle solide finemente suddivise costituite da sali alcalini od organici nonché additivi migliorativi delle loro caratteristiche (attitudine all immagazzinamento, fluidità, idrorepellenza). L azione estinguente avviene per: Inibizione chimica o catalisi negativa Soffocamento Raffreddamento POLVERI L effetto più importante ai fini dell estinzione è quello della CATALISI NEGATIVA per effetto della rottura della catena di reazione della combustione.

119 POLVERI L utilizzo delle polveri chimiche è efficace su fuochi di classe: Per fuochi di classe D l idoneità dell estinguente dipende dalla composizione chimica della polvere

120 POLVERI Limitazioni di impiego: sono irritanti per le vie respiratorie; non spengono le braci; danneggiano apparecchiature delicate. TIPI PIU DIFFUSI TIPO DI POLVERE Bicarbonato di sodio Bicarbonato di potassio Fosfato di ammonio Cloruro di sodio EFFICACE SU FUOCHI B - C - E B - C - E A - B - C - E D

121 IDROCARBURI ALOGENATI HALONS Queste sostanze sono derivate da idrocarburi saturi, ad esempio il metano (CH4), l etano (CH6), in cui gli atomi di idrogeno (H) sono sostituiti parzialmente con atomi di alogeni (cloro, bromo e fluoro). Sono conservati allo stato liquido ed i loro vapori sono più pesanti dell aria; vaporizzano facilmente, sono dielettrici, non sono corrosivi e non lasciano residui. L azione estinguente principale avviene per inibizione chimica.

122 TERMINOLOGIA HALON HALON = Halogenated hydrocarbon La parola HALON è seguita da un numero che informa sul numero di atomi di carbonio e di alogeni di cui è composta la molecola. CARBONIO FLUORO CLORO BROMO C F Cl Br HALON 2404 Fluobrene C2F4Br2 HALON 1211 BCF CF2ClBr HALON 1301 BTM CF3Br

123 L utilizzo degli Halons è efficace su fuochi di classe Per fuochi di classe A non è molto indicato perché non spegne le braci non spengono le braci; LIMITAZIONI DI IMPIEGO tossicità per decomposizione ad alta temperatura; non possono essere utilizzati su incendi di metalli; dopo l uso in locali chiusi è necessario ventilare energicamente.

124 RELAZIONE TRA ESTINGUENTI E CLASSI DI INCENDIO CLASSI DI INCENDIO POLVERE CO 2 TIPO DI ESTINTORE IDRICO SCHIUMA A: solidi SI NO SI SI B: liquidi SI SI NO SI C: gas SI SI NO NO D: metalli SI NO NO NO E: elettrici SI SI NO NO Su apparecchiature e quadri elettrici spesso si preferisce utilizzare la CO 2, in quanto la polvere rovina inesorabilmente i circuiti elettrici ed elettronici.

125 Estinguente Separa Raffredda Soffoca Inibisce Acqua si si si Schiuma si si CO 2 si si Polvere si si si si Idrocarburi alogenati si Sabbia si si

126 2 L INCENDIO E LA PREVENZIONE INCENDI PROTEZIONE ANTINCENDIO

127 Decreto Legislativo 81/2008 Misure generali per la sicurezza e la salute dei lavoratori Come? Adottare misure di sicurezza per la prevenzione ed estinzione degli incendi Garantire l evacuazione delle persone presenti Facilitare l intervento dei soccorritori Lotta antincendi Evacuazione Vigili del Fuoco IMPORTANTE Tali misure devono essere adeguate: Alla natura dell attività Alle dimensioni dell azienda Al numero di persone presenti ovvero significa valutare il rischio

128 PREVENZIONE INCENDI RISCHIO DI INCENDIO E dato dal prodotto tra la frequenza (F) con cui si verifica un determinato evento e la magnitudo (M) dell evento ossia l entità del danno che l incendio produce. R = F x M Il rischio d incendio può essere ridotto entro determinati limiti, ma avrà SEMPRE VALORE MAGGIORE DI ZERO cioè IL RISCHIO DI INCENDIO NON POTRA MAI ESSERE ANNULLATO

129 PREVENZIONE INCENDI OBIETTIVO: Conseguire la sicurezza contro gli incendi COME? riducendo le occasioni di rischio MISURE PREVENTIVE contenendo le conseguenze MISURE PROTETTIVE PREVENZIONE carico d incendio impianti di processo impianti di servizio aree a rischio specifico PROTEZIONE PASSIVA Caratteristiche costruttive e lay-out PROTEZIONE ATTIVA Presìdi antincendio SICUREZZA EQUIVALENTE

130 PROVVEDIMENTI PER RIDURRE LE PROBABILITA DELL INSORGERE DELL INCENDIO 1 (MISURE PREVENTIVE) - Divieto di fumare, di usare fiamme libere e di produrre scintille; - Adozione di impianti elettrici a regola d arte; - Messa a terra di impianti, strutture, recipienti, ecc., al fine di evitare la formazione di cariche elettrostatiche; - Installazione di impianti parafulmine; - Ventilazione naturale e/o meccanica.

131 PROVVEDIMENTI PER RIDURRE LE PROBABILITA DELL INSORGERE DELL INCENDIO 2 (MISURE PREVENTIVE) - Adozione di recinzione e distanze di protezione (fra recinzione e zone di rischio) al fine di evitare azioni inconsulte o dolose dall esterno; - Adozione di distanze dalle linee elettriche aeree, da ferrovie, camini, ecc.; - Adozione di strutture ed arredi incombustibili; - Impiego di materiali più difficilmente infiammabili od autoestinguenti.

132 PROVVEDIMENTI PER RIDURRE LE PROBABILITA DELL INSORGERE DELL INCENDIO 3 (MISURE PREVENTIVE) - Adozione di dispositivi di sicurezza; - Rispetto dell ordine e della pulizia; - Adozione di tempi di lavorazione razionali ed istituzione del personale sui pericoli di incendio; - Segnaletica di sicurezza.

133 PROVVEDIMENTI PER CONTENERE LE CONSEGUENZE DELL INCENDIO (MISURE PROTETTIVE) PROTEZIONE ATTIVA Attrezzature ed impianti di estinzione incendi Sistemi di allarme incendio Illuminazione di sicurezza Evacuatori di fumo e calore PROTEZIONE PASSIVA Distanze di sicurezza Resistenza al fuoco Compartimentazione Vie di esodo Scale di Sicurezza Segnaletica di sicurezza La protezione attiva è l insieme delle misure di protezione che richiedono l azione di un uomo o l azionamento di un impianto La protezione passiva è l insieme delle misure di protezione che non richiedono l azione di un uomo o l azionamento di un impianto, ma ha come obiettivo la limitazione degli effetti dell incendio

134 2 L INCENDIO E LA PREVENZIONE INCENDI MISURE DI PROTEZIONE PASSIVA

135 DISTANZE DI SICUREZZA È basata sull interposizione, tra aree soggette ad incendio, di spazi scoperti. Hanno lo scopo di impedire la propagazione dell incendio principalmente per irraggiamento. Distanza di sicurezza Distanza di protezione Distanza di sic. esterna Rappresentano una misura di protezione passiva perché interpongono delle distanze fisse tra il pericolo e i luoghi sicuri. Esse si dividono in: Distanze di sicurezza interne Distanze di sicurezza esterne Distanze di protezione

136 RESISTENZA AL FUOCO E COMPARTIMENTAZIONE La resistenza al fuoco è l intervallo di tempo, espresso in minuti, di esposizione dell elemento strutturale ad un incendio, durante il quale deve mantenere i requisiti di stabilità meccanica, tenuta ai prodotti della combustione e isolamento termico. R E I Stabilità Tenuta Isolamento termico Muro e porta taglia-fuoco Porte incernierate Porte scorrevoli Porte a ghigliottina I muri tagliafuoco sono strutture REI. Essi possono essere dotati di aperture per le comunicazioni. Queste ultime devono avere le stesse caratteristiche di resistenza al fuoco dei muri.

137 ESEMPI REI 60 = RE 45 = R 120 = Stabilità (R), Tenuta (E) e Isolamento (I) per 60 minuti Stabilità (R) e Tenuta (E) per 45 minuti Stabilità (R) per 120 minuti Le barriere realizzate con elementi REI hanno la funzione di impedire la propagazione degli incendi (compartimentare) per il tempo prestabilito e di ridurre le distanza di sicurezza

138 STRUTTURE La resistenza al fuoco delle strutture si valuta con la Circolare del M.I. n 91 del 1961 C = k x Q Esistono sistemi per la protezione al fuoco delle strutture quali rivestimenti con pannelli in gesso, vernici intumescenti e intonaci di cemento-vermiculite. Le vernici intumescenti si rigonfiano all aumentare delle temperatura. Le strutture che meglio resistono al fuoco sono quelle in c.a. ed in muratura.

139 SCALE DI SICUREZZA Scala protetta: Scala in vano costituente compartimento antincendio avente accesso diretto ad ogni piano con porta REI Scala a prova di fumo: Scala in vano costituente compartimento antincendio avente accesso da filtro a prova di fumo Scala di sicurezza esterna: scala totalmente esterna alla volumetria del fabbricato ed opportunamente protetta rispetto al fabbricato stesso

140 Scala antincendio esterna

141 Scala protetta Porta tagliafuoco

142 2 L INCENDIO E LA PREVENZIONE INCENDI LA PROTEZIONE ATTIVA

143 2 L INCENDIO E LA PREVENZIONE INCENDI ATTREZZATURE ED IMPIANTI DI ESTINZIONE

144 ATTREZZATURE E IMPIANTI DI SPEGNIMENTO estintori impianto fisso di spegnimento manuale (idranti) impianto fisso di spegnimento manuale (naspi) impianto di spegnimento automatico

145 ESTINTORI Devono essere di colore rosso, segnalati da un cartello e riportare una etichetta con le istruzioni e le condizioni di utilizzo. Contengono un agente estinguente che può essere indirizzato su un fuoco sotto l azione di una pressione interna Portatili (fino a 20Kg) Carrellati (da 20Kg a 150 Kg) Schiuma Halon Polvere Anidride Carbonica Idrico ESTINTORE 6 KG POLVERE 13A 89B C 1. Togliere la spina di sicurezza 2. Impugnare la lancia 3. Premere a fondo la leva di comando e dirigere il getto alla base delle fiamme Non esporsi ai gas e ai fumi Dopo l'utilizzazione in locali chiusi aereare Utilizzabile su app. sotto tensione Ricaricare dopo l'uso, anche parziale Verificare periodicamente 6Kg polvere ABC - Azoto Temperature. Limiti di utilizzazione - 20 C 60 C (codice di identificazione costruttore) (estremi approvazione M.I. - dichiarazione di conformità) NOME RESP. APPARECCHIO (indirizzo resp. app. e anno di fabbricazione)

146 ESTINTORE A POLVERE L azione estinguente avviene tramite: Inibizione Azione meccanica di abbattimento della fiamma Raffreddamento Soffocamento Le polveri Chimiche: costituite da bicarbonati di sodio e potassio, ideali per fuochi di classe B-C ed apparecchiature elettriche Chimiche polivalenti: costituite da sali di ammonio, ideali per fuochi di classe A-B-C ed apparecchiature elettriche Inerti: costituite da grafite, allumina, cloruri alcalini, ideali per fuochi di classe D

147 ESTINTORE A POLVERE H: ugello di fuoriuscita della polvere G: leva che premuta consente l apertura della valvola di erogazione L: spina di sicurezza D: manometro controllo carica F: valvola di erogazione C: gas propellente (CO 2, azoto, 1-1,5 Mpa) B: polvere estinguente A: recipiente contenente la polvere I: manichetta per il controllo del getto E: tubo pescante

148 ESTINTORE A CO2 L azione estinguente avviene tramite: Soffocamento Raffreddamento E indicato per fuochi di classe B-C Ha un elevato potere dielettrico (gas inerte) Pressione di carica circa 70 atm Evitare di toccare la bombola appena scaricata (ustioni da freddo) Non è tossica, ma in grandi quantità in locali chiusi può provocare asfissia L ogiva della bombola è di colore grigio Non utilizzare su: Apparecchiature sensibili alla variazione di temperatura Fuochi di classe D

149 ESTINTORE AD ANIDRIDE CARBONICA H:valvola di sicurezza in caso di sovrapressioni interne D: dispositivo di erogazione G: spina di sicurezza E: tubo orientabile C:valvola da cui avviene il passaggio della CO 2 F:cono diffusore allo stato di gas A:contenitore per alte pressioni B:anidride carbonica allo stato liquido

150 ESTINTORE A SCHIUMA L azione estinguente avviene tramite: Soffocamento (effetto filmante della schiuma) Raffreddamento Caratteristiche Resistenza al fuoco Capacità di dilagare rapidamente Capacità di mantenersi su piani inclinati Capacità di impedire l evaporazione del liquido infiammabile

151 ESTINTORI AD HALON (Idrocarburi alogenati) La loro azione estinguente si esplica per inibizione, reagendo con i prodotti che si sviluppano nelle reazioni a catena della combustione Non lasciano residui Hanno un elevato potere dielettrico Molto efficaci su fuochi di classe B-C Non usare su fuochi di classe D Oltre i 500 C si decompongono sviluppando sostanze tossiche e corrosive

152 ESTINTORE IDRICO Utilizzabile fino a Volt Ugello nebulizzatore dielettrico Distanza minima 1 mt Ricarica semplice ed economica Nessun inquinamento

153 Spegne incendi di tipo 43 Classe A Spegne incendi di tipo 233 Classe B Istruzioni per l uso Classi di incendio Istruzioni successive all uso Estremi approvazione ministeriale Generalità del produttore

154 Classi di omologazione estintori 154 Classe N listelli Lungh. Kg A 5 50 cm A 8 80 cm A cm A cm A cm A cm A cm

155 Classi di omologazione estintori 7 cm aria 2 cm benzina 1 cm acqua Classe Litri Superficie Kg B m B m B m B m B m B m B m B m

156 FOCOLARI TIPO PER FUOCHI DI CLASSE A

157 FOCOLARI TIPO PER FUOCHI DI CLASSE B Designazione focolare tipo 8 B 13 B 21 B 34 B 55 B 70 B 89 B 113 B 144 B 183 B 233 B Volume liquido 1/3 acqua+2/3 benz Dimensioni del recipiente Diametro mm. Profondità mm. Spes. di parete mm. Superficie dmq , , , ,5 106, ,5 172, ,5 219, ,5 279, ,5 354, , ,5 574, ,5 731,6

158 Carica ( Kg ) Tipo estintore /30 50/60 90/100 T 70/80 50/60 60/70 70/ Estintore Idrico L Tempo di scarica e lunghezza del getto in funzione del tipo e capacità T 45 50/ /50 35/50 Estintore Schiuma L T / /25 20/30 60/85 Anidride Carbonica L Estintore Polvere L T / /40 35/45 3\5 3\5 3\5 3\5 3\5 3\5 4\6 4\6 5\7 6\8 T /60 Estintore Halon L \7 6\8

159 ESTINTORI FASI DELLA MANUTENZIONE SORVEGLIANZA Controllo costante, assenza di anomalie Corretta indicazione di eventuali manometri Compilazione del cartellino di manutenzione CONTROLLO Verifica almeno semestrale dell efficienza mediante accertamenti della tenuta tramite pesate o misura della pressione interna REVISIONE PERIODICA Verifica completa Esame interno e controllo funzionale di tutte le parti Tarature e/o sostituzione dei dispositivi di sicurezza Ricarica e/o sostituzione della ricarica PERIODI PER LA REVISIONE Polvere 36 mesi Acqua o schiuma 18 mesi Anidride carbonica 60 mesi Halon 72 mesi COLLAUDO Verifica del serbatoio o della bombola Ogni 6 anni prova idraulica a pressione CARTELLINO DI MANUTENZIONE Numero di matricola Estremi dell installatore Massa lorda Carica effettiva Tipo di operazione effettuata Data e firma

160 CLASSIFICAZIONE DEL LIVELLO DI RISCHIO PERICOLO BASSO PERICOLO MEDIO PERICOLO ELEVATO Aree dove la quantità di materiali combustibili od infiammabili è tale da far prevedere incendi di piccole dimensioni (uffici, aule, ecc.) Aree dove la quantità di materiali combustibili od infiammabili è tale da far prevedere incendi di dimensioni modeste (parcheggi, garage, piccoli magazzini, ecc.) Aree dove la quantità di materiali combustibili od infiammabili è tale da far prevedere incendi di notevole gravità

161 La superficie protetta da un estintore (per incendi di classe A e B) viene individuata a secondo dei seguenti criteri: numero dei piani (non meno di un estintore a piano) la superficie in pianta lo specifico pericolo di incendio la distanza che una persona deve percorrere per raggiungere l estintore (non superiore a 30 mt) Tipo estintore Superficie protetta da un estintore Rischio basso Rischio medio Rischio elevato 13A 89B 100 mq 21A 113B 150 mq 100 mq 34A 144B 200 mq 150 mq 100 mq 55A 233B 250 mq 200 mq 200 mq

162 RETE IDRICA ANTINCENDI Criteri progettuali Per garantire Affidabilità e Funzionalità della rete si dovranno rispettare i seguenti criteri: Indipendenza della rete da altre utilizzazioni Dotazione di valvole di sezionamento Disponibilità di riserva idrica Ridondanza del gruppo pompe Disposizione della rete ad anello Protezione della rete dall azione del gelo e della corrosione Caratteristiche idrauliche - pressione - portata (di massima con il 50% degli idranti aperti è necessario avere una portata di 120 lt/min. e pressione di 2 bar al bocchello)

163 RETE IDRICA ANTINCENDI Struttura della rete E costituita essenzialmente da riserva idrica condotte di distribuzione idranti a muro (da 45 mm o da 70 mm.), a colonna, sottosuolo e naspi (da 25 mm) tubazioni flessibili lance erogatrici attacco per autopompa VV.F. L alimentazione degli idranti può avvenire tramite acquedotto cittadino (qualora garantisca la continua erogazione) ovvero da serbatoi (interrati, sopraelevati) muniti di gruppo di pompaggio.

164 RETE IDRICA ANTINCENDIO E collegata direttamente o tramite una vasca all acquedotto cittadino La vasca è necessaria quando l acquedotto non garantisce continuità di erogazione e sufficiente pressione In tal caso la portata e la pressione vengono assicurate dalla riserva idrica e da un gruppo di pompaggio La rete idrica deve essere Indipendente Dotata di valvole di sezionamento Deve disporre di una riserva idrica e una pressione costante (120 lt/min e pressione al bocchello di 2 bar) La rete deve essere disposta ad anello La rete deve essere protetta dal gelo e dalla corrosione Acquedotto

165 Rete idrica antincendio Capannone Saracinesche Attacco VV.F. Attacco UNI O 70 mm Attacco UNI O 45 mm Valvola di non ritorno acquedotto

166 IDRANTE ESTERNO COLONNINA IDRANTE IDRANTE SOTTOSUOLO

167 Divisore a tre vie con saracinesca Divisore a due vie con saracinesca Divisore a due vie

168 Sono tubazioni flessibili in tessuto di cotone e nylon, gommate internamente in modo da resistere alle alte pressioni Hanno lunghezze variabili da 20 a 25 mt. Sono munite all estremità di raccordi unificati ( maschio e femmina ) in modo da poterli unire e formare una unica tubazione Il raccordo di tipo maschio dovrà essere sempre diretto verso l incendio All estremità della linea verrà montata una lancia

169

170 RETE IDRICA ANTINCENDI Rete Naspi Possono rappresentare una alternativa alla rete idranti soprattutto per attivita a rischio lieve. Sono molto efficaci per i principi d incendio in quanto possono essere usati direttamente anche da personale non addestrato, senza eseguire lo stendimento completo del tubo. Di solito e collegata con la rete sanitaria, cioe non e prevista una rete indipendente come per gli idranti. Si usano tubazioni in gomma avvolte su tamburi girevoli e provviste di lance da 25 mm con getto regolabile (pieno o frazionato). Rispetto ad un idrante da 45 mm. si ha una portata molto minore (35 lt/min.) ed una potenza del getto inferiore (1,5 bar).

171

172 E composto da Fonte di alimentazione Centralina di controllo e allarme Rete principale Rete secondaria Erogatori IMPIANTO SPRINKLER (Rilevazione Automatica) Tipi di impianto Ad umido: tutto l impianto è permanentemente riempito d acqua in pressione A secco: la rete è riempita con aria in pressione dove una valvola, al momento dell intervento, provvede al riempimento dell impianto Alternativi: funzionano a secco nei periodi freddi ed a umido nei periodi caldi Arancione 57 C Rosso 68 C Giallo 79 C Verde 93 C Blu 141 C Lilla 182 C Nero 227 C

173 Questi impianti vengono utilizzati per la rilevazione di un incendio prima che questo degeneri nella fase di incendio generalizzato. Permettono di poter intervenire prima che si sia verificato il flash over. Sono classificati in base al fenomeno chimico fisico: Rilevatori di calore Rilevatori di fumo Rilevatori di gas Rilevatori di fiamme Rivelatore Allarme acustico e visivo Pulsante di allarme manuale

174 ROSSO Segnali di divieto e attrezzature antincendio GIALLO Segnali di pericolo AZZURRO Segnali di obbligo o prescrizione VERDE Segnali di salvataggio

175

176

Antincendio. Corso per Volontari Operativi Generici di Protezione Civile

Antincendio. Corso per Volontari Operativi Generici di Protezione Civile Antincendio Corso per Volontari Operativi Generici di Protezione Civile realizzato secondo gli Standard Regionali in materia di Formazione per la Protezione Civile D.G.R. 4036/2007 - Scuola Superiore di

Dettagli

Impianti e dispositivi di protezione antincendio. Impianti e dispositivi di protezione antincendio

Impianti e dispositivi di protezione antincendio. Impianti e dispositivi di protezione antincendio Impianti Meccanici 1 Danni provocati dagli incendi negli stabilimenti : - diretti : distruzione di macchinari, impianti, merci. - indiretti : mancata produzione Mezzi di prevenzione e Provvedimenti di

Dettagli

L incendio. Caratteristiche fisiche dell incendio Parte 1

L incendio. Caratteristiche fisiche dell incendio Parte 1 L incendio Caratteristiche fisiche dell incendio Parte 1 Generalità sugli incendi La combustione Le principali cause di incendio Sostanze estinguenti Dinamica dell'incendio I rischi per le persone e l'ambiente

Dettagli

Effetti dell incendio sull uomo

Effetti dell incendio sull uomo Effetti dell incendio sull uomo ANOSSIA (a causa della riduzione del tasso di ossigeno nell aria) AZIONE TOSSICA DEI FUMI RIDUZIONE DELLA VISIBILITÀ AZIONE TERMICA Essi sono determinati dai prodotti della

Dettagli

L incendio è una combustione della quale si è perso il controllo con i mezzi ordinari e bisogna fronteggiarlo con mezzi straordinari.

L incendio è una combustione della quale si è perso il controllo con i mezzi ordinari e bisogna fronteggiarlo con mezzi straordinari. Corso Per Addetto Antincendio pag. 15 CAPITOLO 3 LA COMBUSTIONE e L INCENDIO Per combustione si intende una reazione chimica di una sostanza combustibile con un comburente che da luogo allo sviluppo di

Dettagli

Impianti e dispositivi di protezione antincendio. Impianti industriali 2-2012 1

Impianti e dispositivi di protezione antincendio. Impianti industriali 2-2012 1 Impianti industriali 2-2012 1 RIFERIMENTI NORMATIVI D.M.10/03/98 Criteri generali di sicurezza e per la gestione dell emergenza nei luoghi di lavoro D.M.04/04/98 Elenco attività normate (soggette a CPI)

Dettagli

Sostanze estinguenti in relazione al tipo di incendio

Sostanze estinguenti in relazione al tipo di incendio Sostanze estinguenti in relazione al tipo di incendio L estinzione dell incendio si ottiene per raffreddamento, sottrazione del combustibile soffocamento. Tali azioni possono essere ottenute singolarmente

Dettagli

Manuale informativo realizzato per la gestione delle emergenze derivanti da incendio nei luoghi di lavoro

Manuale informativo realizzato per la gestione delle emergenze derivanti da incendio nei luoghi di lavoro Manuale informativo realizzato per la gestione delle emergenze derivanti da incendio nei luoghi di lavoro SOMMARIO Premessa pag. 7 SEZIONE 1 - FONDAMENTI Che cosa è un incendio? pag. 9 Il triangolo del

Dettagli

CORSO D INFORMAZIONE E FORMAZIONE PER L ADDESTRAMENTO DEI VOLONTARI DEL SOCCORSO ALLE PROCEDURE ANTINCENDIO

CORSO D INFORMAZIONE E FORMAZIONE PER L ADDESTRAMENTO DEI VOLONTARI DEL SOCCORSO ALLE PROCEDURE ANTINCENDIO CORSO D INFORMAZIONE E FORMAZIONE PER L ADDESTRAMENTO DEI VOLONTARI DEL SOCCORSO ALLE PROCEDURE ANTINCENDIO Bergamo 20 Novembre 2003 Geom. Stefano Fiori LA GESTIONE DELLE EMERGENZE OBBIETTIVI ATTUARE COMPORTAMENTI

Dettagli

Relatore: Dott. Lazzaro Palumbo Rischio medio 8 ore PERCHÉ FREQUENTARE UN CORSO ANTINCENDIO? Il rischio incendio è uno dei maggiori rischi per i luoghi di lavoro Non esistono attività lavorative a rischio

Dettagli

3ULQFLSLGHOODFRPEXVWLRQH,FRPEXVWLELOL

3ULQFLSLGHOODFRPEXVWLRQH,FRPEXVWLELOL ,FRPEXVWLELOL I FRPEXVWLELOL sono sostanze capaci di bruciare, cioè in grado di dar luogo alla reazione chimica sopra descritta. Possono essere:,frpexvwlelol Solidi: ad esempio legno, carbone, carta, tessuto,

Dettagli

Corso Operatore C.R.I. nel Settore Emergenza Antincendio e sostanze pericolose

Corso Operatore C.R.I. nel Settore Emergenza Antincendio e sostanze pericolose Corso Operatore C.R.I. nel Settore Emergenza Antincendio e sostanze pericolose Sicurezza Antincendio La combustione è la reazione chimica tra due sostanze diverse: il COMBUSTIBILE (materiale capace di

Dettagli

PREVENZIONE INCENDI E GESTIONE DELL EMRGENZA

PREVENZIONE INCENDI E GESTIONE DELL EMRGENZA PREVENZIONE INCENDI E GESTIONE DELL EMRGENZA EMRGENZA Dott. Sergio Biagini Tecnico della Prevenzione INCENDIO E ESPLOSIONE Ai fini della valutazione del rischio incendio il Datore di Lavoro classifica

Dettagli

Piano formativo AVT/129/11II Formare per crescere finanziato da. Presentazione. Avviso 5/2011 II scadenza

Piano formativo AVT/129/11II Formare per crescere finanziato da. Presentazione. Avviso 5/2011 II scadenza Piano formativo AVT/129/11II Formare per crescere finanziato da Presentazione Avviso 5/2011 II scadenza Corso di formazione per ADDETTI ALLA PREVENZIONE INCENDI, LOTTA ANTINCENDIO E GESTIONE DELLE EMERGENZE

Dettagli

NORME DI PRONTO INTERVENTO IN CASO DI INCENDIO DPR 577/82

NORME DI PRONTO INTERVENTO IN CASO DI INCENDIO DPR 577/82 ALLEGATO 5 PIANO DI SICUREZZA E COORDINAMENTO ART. 91 DEL D.LGS. 81/08 ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLA LOMBARDIA E DELL EMILIA ROMAGNA Via Bianchi n. 7/9 BRESCIA TERZO LOTTO APPALTO RIMOZIONE

Dettagli

Ciò che spegne un incendio uccide anche l uomo

Ciò che spegne un incendio uccide anche l uomo 2 Ciò che spegne un incendio uccide anche l uomo 3 ESTINZIONE DI UN INCENDIO Ciò che spegne un incendio uccide anche l uomo 4 5 6 Come si spegne un incendio 7 8 9 ESTINZIONE DI UN INCENDIO Come si spegne

Dettagli

La protezione attiva

La protezione attiva LEZIONE 33 La protezione attiva L insieme delle misure di protezione che richiedono l azione di un uomo o l azionamento di un impianto sono quelle finalizzate alla precoce rilevazione dell incendio, alla

Dettagli

SICUREZZA DELLE VIE DI FUGA NEI PICCOLI LUOGHI DI LAVORO

SICUREZZA DELLE VIE DI FUGA NEI PICCOLI LUOGHI DI LAVORO SICUREZZA DELLE VIE DI FUGA NEI PICCOLI LUOGHI DI LAVORO Le vie di esodo costituiscono il primo problema da affrontare quando si progetta la sicurezza di un edificio. Infatti, la sicurezza delle persone

Dettagli

T.d.P. Fabozzi Marco ASS 4 "Medio Friuli"

T.d.P. Fabozzi Marco ASS 4 Medio Friuli ANTINCENDIO Cos è il fuoco? Cosa si può fare in caso di incendio? Come ci si deve comportare in caso di incendio? Cosa ci serve per fare il fuoco?? COMBUSTIBILE: carta, legno, vari gas, benzina, olii,

Dettagli

PREVENZIONE DEGLI INCENDI

PREVENZIONE DEGLI INCENDI PREVENZIONE DEGLI INCENDI M.Tedesco Premessa: a ciascuno il suo mestiere: non siamo Vigili del Fuoco Non siamo formati per estinguere grandi incendi. tel. 115 Ma tra il personale ci possono essere delle

Dettagli

Affinché un incendio si sviluppi, è necessario che si verifichino tre condizioni indicate nel "cerchio del fuoco".

Affinché un incendio si sviluppi, è necessario che si verifichino tre condizioni indicate nel cerchio del fuoco. Via Tatti, 5 20029 Turbigo (MI) Ing. Marco Cagelli Teoria della combustione Nozioni base Il cerchio del fuoco Affinché un incendio si sviluppi, è necessario che si verifichino tre condizioni indicate nel

Dettagli

PRINCIPI DI ANTINCENDIO

PRINCIPI DI ANTINCENDIO Associazione Volontari Protezione Civile RIO VALLONE PRINCIPI DI ANTINCENDIO Aggiornamento : Giugno 2015 Principi sulla combustione e l incendio L incendio: Un fenomeno chimico fisico chiamato combustione

Dettagli

CLASSIFICAZIONE INCENDI

CLASSIFICAZIONE INCENDI Lucidi lezione "Normativa Antincendio" Conformità edifici civili ed industriali alle norme di prevenzione incendi. Fase progettuale: - Vie di esodo - Autorimesse - Locali per impianti tecnologici (CT,

Dettagli

Questo documento è stato creato con QuestBase. Crea, stampa e svolgi questionari gratuitamente a http://www.questbase.

Questo documento è stato creato con QuestBase. Crea, stampa e svolgi questionari gratuitamente a http://www.questbase. 1 L'ossido di carbonio (CO) ha le seguenti caratteristiche: A) colore bianco e odore di mandorle amare; B) irritante per le vie respiratorie; C) incolore ed inodore. 2 Durante un incendio si possono avere

Dettagli

CORPO NAZIONALE DEI VIGILI DEL FUOCO COMANDO PROVINCIALE LUCCA

CORPO NAZIONALE DEI VIGILI DEL FUOCO COMANDO PROVINCIALE LUCCA CORPO NAZIONALE DEI VIGILI DEL FUOCO COMANDO PROVINCIALE LUCCA 1 IL RISCHIO INCENDIO NEL SETTORE CARTARIO Gilberto Giunti, Comando Provinciale Vigili del Fuoco di Lucca 2 IL RISCHIO INCENDIO Che cos è

Dettagli

PREVENZIONE INCENDI. PREVENZIONE PROTEZIONE Misure precauzionali d esercizio

PREVENZIONE INCENDI. PREVENZIONE PROTEZIONE Misure precauzionali d esercizio PREVENZIONE INCENDI PREVENZIONE PROTEZIONE Misure precauzionali d esercizio Attiva Passiva PREVENZIONE INCENDI 1. Riduzione al minimo delle occasioni di incendio. Stabilità delle strutture portanti per

Dettagli

Prevenzione e protezione incendi nelle attività industriali

Prevenzione e protezione incendi nelle attività industriali Prevenzione e protezione incendi nelle attività industriali Scopo della prevenzione incendi è il conseguimento della sicurezza contro gli incendi mediante la determinazione degli strumenti idonei ad ottenere:

Dettagli

PREVENZIONE INCENDI. Celsino Govoni

PREVENZIONE INCENDI. Celsino Govoni PREVENZIONE INCENDI Celsino Govoni Che cos è un ESPLOSIONE? Cosa c era dentro a quell ambulatorio? Cosa è rimasto di quel centro medico posto in quel paesino!! La causa, a volte, è di piccole dimensioni

Dettagli

Addetto alla Gestione Emergenza Antincendio

Addetto alla Gestione Emergenza Antincendio Addetto alla Gestione Emergenza Antincendio Il corso di Addetto Antincendio si prefigge di formare gli operatori in modo completo sulle tematiche relative alla gestione delle emergenze e sull estinzione

Dettagli

Prevenzione incendi nei condomini

Prevenzione incendi nei condomini Prevenzione incendi nei condomini Perché la prevenzione incendi nei condomini? per la nostra incolumità, dei nostri familiari e dei nostri beni perché lo prevede la legge D.P.R. 151/11 - Attività soggette

Dettagli

Opuscolo informativo per i lavoratori della scuola Prevenzione Incendi

Opuscolo informativo per i lavoratori della scuola Prevenzione Incendi Opuscolo informativo per i lavoratori della scuola Prevenzione Incendi A cura del Servizio di Prevenzione e Protezione Pagina 1 di 7 PREVENZIONE INCENDI e LOTTA ANTINCENDIO Mezzi di estinzione fissi o

Dettagli

A B C. dell ANTINCENDIO SANDRO MARINELLI

A B C. dell ANTINCENDIO SANDRO MARINELLI SANDRO MARINELLI A B C dell ANTINCENDIO Informazione dei lavoratori ai sensi degli artt. 36 e 37 Titolo I, Sez. IV, del D.Lgs. 9 aprile 2008 n. 81 e s.m., e del D.M. 10 marzo 1998 1 A B C dell INFORMAZIONE

Dettagli

56331LFROD%$5,/( 2SXVFRORLQIRUPDWLYR SHULODYRUDWRULGHOODVFXROD ³3UHYHQ]LRQH,QFHQGL. $FXUDGHO6HUYL]LRGL3UHYHQ]LRQHH3URWH]LRQH Pagina 1 di 7

56331LFROD%$5,/( 2SXVFRORLQIRUPDWLYR SHULODYRUDWRULGHOODVFXROD ³3UHYHQ]LRQH,QFHQGL. $FXUDGHO6HUYL]LRGL3UHYHQ]LRQHH3URWH]LRQH Pagina 1 di 7 2SXVFRORLQIRUPDWLYR SHULODYRUDWRULGHOODVFXROD ³3UHYHQ]LRQH,QFHQGL $FXUDGHO6HUYL]LRGL3UHYHQ]LRQHH3URWH]LRQH Pagina 1 di 7 PREVENZIONE INCENDI e LOTTA ANTINCENDIO Mezzi di estinzione fissi o mobili e loro

Dettagli

L incendio Incendio a bordo 1 La normativa nel campo marittimo cura, in particolar modo, tutto quanto può essere connesso con il sinistro marittimo più frequente: l incendio a bordo. Sono previsti, nella

Dettagli

IL RISCHIO INCENDIO IL RISCHIO INCENDIO CAUSE DI INCENDI

IL RISCHIO INCENDIO IL RISCHIO INCENDIO CAUSE DI INCENDI IL RISCHIO INCENDIO Dopo aver affrontato (in parte) i temi della sicurezza trattati nel Decreto Legislativo 81/2008 affrontiamo adesso uno dei rischi più frequenti e pericolosi che potremmo trovarci di

Dettagli

Applicazioni della Termochimica: Combustioni

Applicazioni della Termochimica: Combustioni CHIMICA APPLICATA Applicazioni della Termochimica: Combustioni Combustioni Il comburente più comune è l ossigeno dell aria Aria secca:! 78% N 2 21% O 2 1% gas rari Combustioni Parametri importanti:! 1.Potere

Dettagli

INCENDIO E LA GESTIONE DELL EMERGENZA

INCENDIO E LA GESTIONE DELL EMERGENZA INCENDIO E LA GESTIONE DELL EMERGENZA Compilare la seguente scheda di valutazione finalizzata alla valutazione delle conoscenze relative alla gestione delle emergenze in una qualsiasi realtà operativa.

Dettagli

3ULQFLSLGHOODFRPEXVWLRQH,OFDPSRGLLQILDPPDELOLWj

3ULQFLSLGHOODFRPEXVWLRQH,OFDPSRGLLQILDPPDELOLWj 3ULQFLSLGHOODFRPEXVWLRQH,OFDPSRGLLQILDPPDELOLWj $77(1=,21( Un combustibile può bruciare solo se è miscelato con l aria entro limiti percentuali (in volume) ben precisi, compresi in un intervallo di valori

Dettagli

ESTINTORI A POLVERE. È costituito da un involucro in lamiera d acciaio, pressurizzato con gas inerte (solitamente azoto) a circa 12 ATM

ESTINTORI A POLVERE. È costituito da un involucro in lamiera d acciaio, pressurizzato con gas inerte (solitamente azoto) a circa 12 ATM ESTINTORI A POLVERE La polvere antincendio è composta principalmente da composti salini quali bicarbonato di sodio o potassio con l aggiunta di collante e additivi per migliorarne le qualità di fluidità

Dettagli

emmeciemme Srl Laboratorio di analisi, servizi e consulenze in campo agroalimentare 1 di 5 ROBERTO CROTTI

emmeciemme Srl Laboratorio di analisi, servizi e consulenze in campo agroalimentare 1 di 5 ROBERTO CROTTI D. Lgs Governo 9 aprile 2008, n. 81 Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Art. 37. - Formazione dei lavoratori

Dettagli

ETICHETTATURA DELLE SOSTANZE PERICOLOSE "Frasi di Rischio" ( R ) e "Consigli di Prudenza" ( S )

ETICHETTATURA DELLE SOSTANZE PERICOLOSE Frasi di Rischio ( R ) e Consigli di Prudenza ( S ) ETICHETTATURA DELLE SOSTANZE PERICOLOSE "Frasi di Rischio" ( R ) e "Consigli di Prudenza" ( S ) La Legge 29 Maggio 1974, N 0 256 obbliga tutti i fabbricanti di prodotti aventi determinate caratteristiche

Dettagli

Corso antincendio di medio rischio

Corso antincendio di medio rischio Corso antincendio di medio rischio Nozioni di base riassuntive Tutti I diritti sono riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere fotocopiata, riprodotta, archiviata, memorizzata o trasmessa

Dettagli

Alcune Norme Applicabili. Dott. Ing. Valter Melotti 1

Alcune Norme Applicabili. Dott. Ing. Valter Melotti 1 Alcune Norme Applicabili Dott. Ing. Valter Melotti 1 1 Recipienti Portatili di G.P.L. Non è difficile riscontrare nei cantieri la presenza di recipienti portatili di gas. Questi tipicamente possono essere:

Dettagli

BREVE APPROFONDIMENTO SULLE PRINCIPALI MISURE DI SICUREZZA

BREVE APPROFONDIMENTO SULLE PRINCIPALI MISURE DI SICUREZZA BREVE APPROFONDIMENTO SULLE PRINCIPALI MISURE DI SICUREZZA MISURE DI SICUREZZA PASSIVA: Resistenza al fuoco delle strutture e delle porte Compartimentazione Comportamento al fuoco dei materiali MISURE

Dettagli

Oggi finalmente la tecnologia ci permette di realizzare impianti, che consentono di non doversi più preoccupare del rischio di incendio.

Oggi finalmente la tecnologia ci permette di realizzare impianti, che consentono di non doversi più preoccupare del rischio di incendio. Oggi finalmente la tecnologia ci permette di realizzare impianti, che consentono di non doversi più preoccupare del rischio di incendio. Le esperienze maturate in 50 anni di ricerca e sviluppo di nuove

Dettagli

Esplosioni di polveri: prevenzione

Esplosioni di polveri: prevenzione Esplosioni di polveri: prevenzione ing. Nicola Mazzei Stazione sperimentale per i Combustibili Divisione di Innovhub-Stazioni Sperimentali Industria Tel: 02-51604.256 Fax: 02-514286 Corso CINEAS: La ricerca

Dettagli

CATALOGO TEMATICA SICUREZZA SUL LUOGO DI LAVORO CATALOGO OFFERTA FORMATIVA TEMATICA SICUREZZA SUL LUOGO DI LAVORO

CATALOGO TEMATICA SICUREZZA SUL LUOGO DI LAVORO CATALOGO OFFERTA FORMATIVA TEMATICA SICUREZZA SUL LUOGO DI LAVORO CATALOGO OFFERTA FORMATIVA TEMATICA SICUREZZA SUL LUOGO DI LAVORO LA FORMAZIONE DEI LAVORATORI E DEI PREPOSTI SECONDO L ACCORDO STATO REGIONI 21.12.2011 FORMAZIONE GENERALE Lavoratori definiti secondo

Dettagli

1RUPHJHQHUDOLGLFRPSRUWDPHQWRLQFDVRG LQFHQGLR

1RUPHJHQHUDOLGLFRPSRUWDPHQWRLQFDVRG LQFHQGLR 1RUPHJHQHUDOLGLFRPSRUWDPHQWRLQFDVRG $WWHQ]LRQH: alle superfici vetrate: a causa del calore possono rompersi alle bombole/recipienti con gas o liquidi in pressione ai liquidi infiammabili: possono riaccendersi

Dettagli

L obbiettivo vuole essere quello di

L obbiettivo vuole essere quello di ADDETTI ANTINCENDIO CORSO BASE OBIETTIVO L obbiettivo vuole essere quello di informare e formare, tutti coloro che per la prima volta devono conoscere le basi per la lotta antincendio nell emergenza. Imparando

Dettagli

È assolutamente vietato utilizzare apparecchiature elettriche non a norma. Evitare l uso di prese multiple. Non utilizzare apparecchiature

È assolutamente vietato utilizzare apparecchiature elettriche non a norma. Evitare l uso di prese multiple. Non utilizzare apparecchiature LAVORO ELETTRICO In Italia la norma CEI 11-48 del 1998 stabilisce le prescrizioni generali per l esercizio sicuro degli impianti elettrici e per l esecuzione dei lavori su od in prossimità di tali impianti.

Dettagli

Corso Operatore C.R.I. nel Settore Emergenza

Corso Operatore C.R.I. nel Settore Emergenza Croce Rossa Italiana Corso Operatore C.R.I. nel Settore Emergenza Antincendio e sostanze pericolose Rovereto, 24 maggio 2012 Istruttore PC Massimiliano (Max) Morari Sommario I Vigili del Fuoco Sicurezza

Dettagli

IMPRESA SICURA s.r.l.

IMPRESA SICURA s.r.l. REGISTRO DEI CONTROLLI E DELLA MANUTENZIONE ANTINCENDIO ai sensi del D.P.R. 151/2011 IMPRESA SICURA s.r.l. Via N. Bixio n. 6 47042 - Cesenatico (FC) Tel. 0547.675661 - Fax. 0547.678877 e-mail: info@impresasicurasrl.it

Dettagli

COSA SONO A COSA SERVONO

COSA SONO A COSA SERVONO 1 MEZZI MOBILI DI ESTINZIONE? COSA SONO A COSA SERVONO PER UN PRONTO INTERVENTO SU UN PRINCIPIO DI INCENDIO 2 TIPOLOGIE IN RELAZIONE AL PESO COMPLESSIVO ESTINTORE PORTATILE DECRETO 7 gennaio 2005 Norme

Dettagli

L ESTINTORE IDRICO A BOMBOLINA INTERNA: realizzato da

L ESTINTORE IDRICO A BOMBOLINA INTERNA: realizzato da L ESTINTORE IDRICO A BOMBOLINA INTERNA: IL FUTURO, L AMBIENTE E L EFFICIENZA realizzato da 19 Ottobre 2010 Pagina 1 di 5 1 L ESTINTORE IDRICO A BOMBOLINA INTERNA: IL FUTURO, L AMBIENTE E L EFFICACIA Il

Dettagli

SICUREZZA E SALUTE SUL LAVORO cominciamo a SCUOLA

SICUREZZA E SALUTE SUL LAVORO cominciamo a SCUOLA SICUREZZA E SALUTE SUL LAVORO cominciamo a SCUOLA RISCHIO INCENDIO EMERGENZE PROCEDURE DI ESODO protocollo d intesa 5 febbraio 2015 ASL Brescia ASL Vallecamonica Sebino - Direzione Territoriale del Lavoro

Dettagli

D.Lgs. 9 aprile 2008, n. n. 81

D.Lgs. 9 aprile 2008, n. n. 81 D.Lgs. 9 aprile 2008, n. n. 81 81 La prevenzione incendi Disposizioni generali Restano inalterate, rispetto al D.Lgs. 626/94, le disposizioni sulla prevenzioni incendi La prevenzione incendi è la funzione

Dettagli

Trasformazioni materia

Trasformazioni materia REAZIONI CHIMICHE Trasformazioni materia Trasformazioni fisiche (reversibili) Trasformazioni chimiche (irreversibili) È una trasformazione che non produce nuove sostanze È una trasformazione che produce

Dettagli

CORSI DI FORMAZIONE SPECIFICA

CORSI DI FORMAZIONE SPECIFICA Informativa del 11/09/2012 CORSI DI FORMAZIONE SPECIFICA AMBITO SEGNALAZIONE PAG. Sicurezza Corso Addetti Antincendio 2 Sicurezza Corso Aggiornamento Addetti Antincendio 4 Bucciarelli Engineering S.r.l.

Dettagli

CATALOGO FORMATIVO. SEICOM SRL - Via Tevere, 50/5 Senigallia (AN) Tel/Fax: 071 63362 www.seicomsrl.it info@seicomsrl.it

CATALOGO FORMATIVO. SEICOM SRL - Via Tevere, 50/5 Senigallia (AN) Tel/Fax: 071 63362 www.seicomsrl.it info@seicomsrl.it CATALOGO FORMATIVO SEICOM SRL - Via Tevere, 50/5 Senigallia (AN) Tel/Fax: 071 63362 www.seicomsrl.it info@seicomsrl.it INDICE Corso per Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione - Datore di

Dettagli

ISTRUZIONI PREVENTIVE ANTINCENDIO A TUTTO IL PERSONALE

ISTRUZIONI PREVENTIVE ANTINCENDIO A TUTTO IL PERSONALE ISTRUZIONI PREVENTIVE ANTINCENDIO A TUTTO IL PERSONALE MISURE PREVENTIVE PER TUTTI I LAVORATORI E vietato depositare e manipolare sostanze infiammabili in quantità superiori alla normale dotazione prevista.

Dettagli

FEBBRAIO 2015. Informazioni ed Iscrizioni: Antonella Moi amoi@confindustriaravenna.it Tel.0544/210499 Fax 0544/34565

FEBBRAIO 2015. Informazioni ed Iscrizioni: Antonella Moi amoi@confindustriaravenna.it Tel.0544/210499 Fax 0544/34565 FEBBRAIO 2015 : Aggiornamento di Primo Soccorso per aziende appartenenti al Gruppo A (D.M. n.388 del 15/07/03) 03/02/2015 ore 11.00-18.00 Aggiornamento della formazione degli Addetti al Primo Soccorso,

Dettagli

RELAZIONE CALCOLO CARICO INCENDIO VERIFICA TABELLARE RESISTENZA AL FUOCO **** **** **** D.M. Interno 09 Marzo 2007 D.M. 16 Febbraio 2007 L.C.

RELAZIONE CALCOLO CARICO INCENDIO VERIFICA TABELLARE RESISTENZA AL FUOCO **** **** **** D.M. Interno 09 Marzo 2007 D.M. 16 Febbraio 2007 L.C. RELAZIONE CALCOLO CARICO INCENDIO VERIFICA TABELLARE RESISTENZA AL FUOCO **** **** **** D.M. Interno 09 Marzo 2007 D.M. 16 Febbraio 2007 L.C. 15/02/2008 L.C. 28/03/2008 GENERALITA' COMPARTIMENTI La presente

Dettagli

Segnaletica rischio chimico

Segnaletica rischio chimico Segnaletica rischio chimico Introduzione: La manipolazione delle sostanze chimiche, presuppone pericoli che in alcuni casi possono essere anche gravi; ogni sostanza chimica, ha un diverso rischio proveniente

Dettagli

IL LEGNO: REAZIONE AL FUOCO

IL LEGNO: REAZIONE AL FUOCO PREMESSA Il legno è un materiale che, impiegato nelle costruzioni con diverse finalità (ad es. strutturali, decorativi o di arredamento ecc.), ha sempre posto il problema della sua combustibilità, intesa

Dettagli

Temperatura. V(t) = Vo (1+at) Strumento di misura: termometro

Temperatura. V(t) = Vo (1+at) Strumento di misura: termometro I FENOMENI TERMICI Temperatura Calore Trasformazioni termodinamiche Gas perfetti Temperatura assoluta Gas reali Principi della Termodinamica Trasmissione del calore Termoregolazione del corpo umano Temperatura

Dettagli

Sommario. 2. Classificazione dei gas: caratteristiche, rischi, precauzioni.

Sommario. 2. Classificazione dei gas: caratteristiche, rischi, precauzioni. Sommario 1. Cos è un gas: definizione, proprietà. 2. Classificazione dei gas: caratteristiche, rischi, precauzioni. 3. Schede di sicurezza: prodotto, composizione, identificazione pericoli, etc. 4. Pressurizzazione

Dettagli

DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI PROCEDURE PROCEDURA H. Procedura utilizzo gas compressi

DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI PROCEDURE PROCEDURA H. Procedura utilizzo gas compressi DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI PROCEDURE EDIZIONE N 01 REVISIONE N 00 DATA 20/06/08 SEZIONE 08 PAGINA 1 di 3 PROCEDURA H Procedura utilizzo gas compressi Le bombole di gas compresso sono costituite

Dettagli

Ministero dell Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Corpo Nazionale Vigili del Fuoco

Ministero dell Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Corpo Nazionale Vigili del Fuoco Ministero dell Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Corpo Nazionale Vigili del Fuoco Corsi di Prevenzione Incendi, Lotta Antincendi e Gestione Emergenze

Dettagli

CAODURO spa - Cavazzale (VI) Via Chiuppese fraz. Cavazzale 36010 Monticello C. Otto tel. 0444.945959 fax 0444.945164 info@caoduro.it - www.caoduro.

CAODURO spa - Cavazzale (VI) Via Chiuppese fraz. Cavazzale 36010 Monticello C. Otto tel. 0444.945959 fax 0444.945164 info@caoduro.it - www.caoduro. Le Prove di GENT Prove realizzate nella primavera del 1998 a Gent in Belgio in un edificio lungo 50 m, largo 20 m e alto 12 m costruito appositamente per prove di grandi incendi. Dotato di impianto di

Dettagli

Articolo di Legge violato - tabella comparata -

Articolo di Legge violato - tabella comparata - _D. Lgs. 81 del 09.04.2008_ss. Mm.ii: PRINCIPALI SANZIONI Articolo di Legge violato - tabella comparata - (obblighi dei datori di lavoro, dei dirigenti e dei preposti) Omessa manutenzione e ripristino

Dettagli

PREVENZIONE INCENDI norme e procedure

PREVENZIONE INCENDI norme e procedure PREVENZIONE INCENDI norme e procedure dott. ing. Gioacchino Giomi COMANDANTE VIGILI DEL FUOCO ROMA 1 abitazione 2 fabbrica 3 albergo 4 albergo 5 CHE COSA E LA PREVENZIONE INCENDI è una funzione di preminente

Dettagli

352&(662',&20%867,21(

352&(662',&20%867,21( 352&(662',&20%867,21( Il calore utilizzato come fonte energetica convertibile in lavoro nella maggior parte dei casi, è prodotto dalla combustione di sostanze (es. carbone, metano, gasolio) chiamate combustibili.

Dettagli

Corso Base - Livello A1-01 per operatori volontari di Protezione Civile Edizione 20

Corso Base - Livello A1-01 per operatori volontari di Protezione Civile Edizione 20 Intro.. Estintori fasi di un incendio triangolo del fuoco . Estintori il più immediato dispositivo antincendio attivo.. permette di estinguere un incendio (o principio) eliminando un ʺlatoʺ del triangolo

Dettagli

ESTRATTO NORMA UNI CEI 11222

ESTRATTO NORMA UNI CEI 11222 ESTRATTO NORMA UNI CEI 11222 Art. 4 VERIFICHE PERIODICHE 4.1 Generalità Per l esecuzione delle verifiche periodiche deve essere resa disponibile la documentazione tecnica relativa all impianto, compresa

Dettagli

Il controllo dei gas di combustione degli impianti termici

Il controllo dei gas di combustione degli impianti termici AUTONOME PROVINZ BOZEN - SÜDTIRO L Landesagentur für Umwelt PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO - ALTO ADIGE Agenzia provinciale per l ambiente Il controllo dei gas di combustione degli impianti termici Nel

Dettagli

Le guide degli alberghi. La prevenzione incendi Il registro dei controlli

Le guide degli alberghi. La prevenzione incendi Il registro dei controlli Le guide degli alberghi La prevenzione incendi Il registro dei controlli INTRODUZIONE L art. 5 del D.P.R. n. 37/98, disciplinando i principali adempimenti gestionali finalizzati a garantire il corretto

Dettagli

ATTIVITÀ DI TE.S.I. S.r.l.

ATTIVITÀ DI TE.S.I. S.r.l. Prove, collaudi e certificazioni nel campo antincendio; formazione; consulenze tecniche; verifiche ascensori. ATTIVITÀ DI Tecnologie Sviluppo Industriale S.r.l. (TE.S.I.) é un'azienda articolata in più

Dettagli

GUIDA ALL INSTALLAZIONE DI UN SISTEMA FISSO AUTOMATICO DI RIVELAZIONE E ALLARME D INCENDIO

GUIDA ALL INSTALLAZIONE DI UN SISTEMA FISSO AUTOMATICO DI RIVELAZIONE E ALLARME D INCENDIO GUIDA ALL INSTALLAZIONE DI UN SISTEMA FISSO AUTOMATICO DI RIVELAZIONE E ALLARME D INCENDIO La presente guida mette in risalto solo alcuni punti salienti estrapolati dalla specifica norma UNI 9795 con l

Dettagli

IL RISCHIO DI ESPLOSIONE

IL RISCHIO DI ESPLOSIONE IL RISCHIO DI ESPLOSIONE DIRETTIVE ATEX Dott. Carmineraffaele ROSELLI Dott. Nicola Carriero U.O. Medicina del Lavoro P. P. I. L. L. ASP - Potenza - Cosa si intende per atmosfera esplosiva? E una miscela

Dettagli

Corso di formazione prevenzione incendi. Prevenzione incendi. frareg.com 1/75

Corso di formazione prevenzione incendi. Prevenzione incendi. frareg.com 1/75 Prevenzione incendi 1/75 Chimica e Fisica dell' incendio La combustione reazione chimica tra: un combustibile (sostanza ossidabile) un comburente (sostanza ossidante)... si libera energia, in genere sotto

Dettagli

Misure gestionali per la prevenzione e la protezione contro le esplosioni da polveri

Misure gestionali per la prevenzione e la protezione contro le esplosioni da polveri Misure gestionali per la prevenzione e la protezione contro le esplosioni da polveri Chiara Carpegna Misure gestionali In presenza di un rischio potenziale di esplosione negli ambienti di lavoro vanno

Dettagli

LA VALUTAZIONE DEI RISCHI

LA VALUTAZIONE DEI RISCHI LA VALUTAZIONE DEI RISCHI Dott. Sergio Biagini Tecnico della Prevenzione IL D.LGS. 81/08 (come già previsto dal D.Lgs.. 626/94) INDICA IL PERCORSO DA COMPIERE PER INNALZARE IL LIVELLO DI SICUREZZA E QUALITA

Dettagli

Data inizio : 2015-01-01 Prezzo per partecipante : 180 EUR Località : Da definire

Data inizio : 2015-01-01 Prezzo per partecipante : 180 EUR Località : Da definire Data inizio : 2015-01-01 Prezzo per partecipante : 180 EUR Località : Da definire DATE, ORARI E SEDI Il corso sarà attivato al raggiungimento del numero minimo di partecipanti con date, orari e sedi DA

Dettagli

LE CAPPE CHIMICHE USO IN SICUREZZA, VERIFICHE E MANUTENZIONI PERIODICHE

LE CAPPE CHIMICHE USO IN SICUREZZA, VERIFICHE E MANUTENZIONI PERIODICHE LE CAPPE CHIMICHE USO IN SICUREZZA, VERIFICHE E MANUTENZIONI PERIODICHE Incontro con il Dipartimento di Medicina Sperimentale 24 aprile 2008 Settore Prevenzione e Protezione L uso in sicurezza delle Un

Dettagli

PROCEDURE STANDARDIZZATE PER LA VALUTAZIONE DEI RISCHI AI SENSI DELL ART. 29 D.Lgs. N 81

PROCEDURE STANDARDIZZATE PER LA VALUTAZIONE DEI RISCHI AI SENSI DELL ART. 29 D.Lgs. N 81 PROCEDURE STANDARDIZZATE PER LA VALUTAZIONE DEI RISCHI AI SENSI DELL ART. 29 D.Lgs. N 81 Fare clic per modificare lo stile del sottotitolo dello schema Indicazioni per la stesura del documento standardizzato

Dettagli

INDICE 1. DESCRIZIONE SINTETICA METODO ADOTTATO.

INDICE 1. DESCRIZIONE SINTETICA METODO ADOTTATO. area 1 criteri adottati per le valutazioni pag 1/8 INDICE 1. DESCRIZIONE SINTETICA METODO ADOTTATO. 2. DESCRIZIONE ESTESA METODO ADOTTATO. 2.1. scomposizione dell attività 2.1.1. fabbricati 2.1.2. mansioni

Dettagli

RELAZIONE TECNICA SPECIALISTICA

RELAZIONE TECNICA SPECIALISTICA PREMESSA... 3 DESCRIZIONE DELLO STATO DI FATTO... 3 DESCRIZIONE DEL PROGETTO... 4 OPERE CIVILI... 6 NORME DI RIFERIMENTO... 8 NORME RELATIVE ALLA SICUREZZA ED ALLA PREVENZIONE INCENDI... 8 NORME RELATIVE

Dettagli

Sicurezza prevenzione incendi nei cantieri edili.

Sicurezza prevenzione incendi nei cantieri edili. Sicurezza prevenzione incendi nei cantieri edili. Il rischio incendio nei cantieri temporanei e mobili, generati dal fuoco sono normalmente poco considerati. Di fatto è possibile affermare che in quest

Dettagli

FASCICOLO TECNICO INFORMATIVO IN MATERIA DI LOTTA ALL INCENDIO

FASCICOLO TECNICO INFORMATIVO IN MATERIA DI LOTTA ALL INCENDIO FASCICOLO TECNICO INFORMATIVO IN MATERIA DI LOTTA ALL INCENDIO (D. LGS. 09.04.2008, ART. 36, comma 1, lett. b ) VASTO, lì SETTEMBRE 2008 A CURA DEL R.S.P.P. DELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO R. PAOLUCCI

Dettagli

Materiale didattico validato da: Gestione emergenze

Materiale didattico validato da: Gestione emergenze Gestione emergenze 1. Piano di emergenza 2. Misure di prevenzione 3. Misure di Protezione 4. Estintori e fuochi 5. Evacuazione dai locali 6. Controlli periodici Rev. 1 ott. 2009 Situazioni di emergenza

Dettagli

IMPIANTO PREVENZIONE INCENDI

IMPIANTO PREVENZIONE INCENDI 21% 19% 17% 15% 13% IMPIANTO PREVENZIONE INCENDI FIREFIGHTER Oggi finalmente la tecnologia ci permette di realizzare impianti, che consentono di non doversi più preoccupare del rischio di incendio. Un

Dettagli

QUALITÀ E TRATTAMENTO DELL ACQUA DEL CIRCUITO CHIUSO

QUALITÀ E TRATTAMENTO DELL ACQUA DEL CIRCUITO CHIUSO QUALITÀ E TRATTAMENTO DELL ACQUA DEL CIRCUITO CHIUSO (PARTE 1) FOCUS TECNICO Gli impianti di riscaldamento sono spesso soggetti a inconvenienti quali depositi e incrostazioni, perdita di efficienza nello

Dettagli

SCHEDA TECNICA N 16 AZOTO LIQUIDO

SCHEDA TECNICA N 16 AZOTO LIQUIDO SCHEDA TECNICA N 16 AZOTO LIQUIDO SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE AZIENDALE V I A A L B E R T O N I, 1 5-4 0 1 3 8 B O L O G N A 0 5 1. 6 3. 6 1. 1 3 7 - FA X 0 5 1. 6 3. 6 1. 1 4 5 E-mail: spp@aosp.bo.it

Dettagli

Linee guida Canton Ticino nr. 01 Dispositivi di spegnimento manuali

Linee guida Canton Ticino nr. 01 Dispositivi di spegnimento manuali Ccpolf - Commissione consultiva in materia di polizia del fuoco c/o Ufficio domande di costruzione, Viale Stefano Franscini 17-6501 Bellinzona Tel. +41 91 814 36 70 Fax. +41 91 814 44 75 E-mail DT-Ccpolf@ti.ch

Dettagli

TITOLO I CAPO III Sezione VI decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, e s.m.i. Tecnico della prevenzione dr Claudio MARESCA

TITOLO I CAPO III Sezione VI decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, e s.m.i. Tecnico della prevenzione dr Claudio MARESCA TITOLO I CAPO III Sezione VI decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, e s.m.i. Tecnico della prevenzione dr Claudio MARESCA D. Lgs. 8/03/2006 n. 139 Vigilanza e controllo D.P.R. 01/08/2011 n 151 Regolamento

Dettagli

Manuale pratico sull'uso dell'estintore portatile

Manuale pratico sull'uso dell'estintore portatile Manuale pratico sull'uso dell'estintore portatile L'ESTINTORE Premessa Questa semplice guida ha come obiettivo quello di fornire tutte le delucidazioni necessarie ai soggetti tenuti ad avere uno o più

Dettagli

Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell emergenza nei luoghi di lavoro

Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell emergenza nei luoghi di lavoro 1/1 generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell emergenza nei luoghi di lavoro 1/25 Contenuti DM 10/03/98 1/2 Valutazione dei rischi di incendio, protettive e precauzionali di esercizio Controllo

Dettagli

ACCORDO EUROPEO RELATIVO AL TRASPORTO INTERNAZIONALE DI MERCI PERICOLOSE SU STRADA Ginevra 30/9/1957

ACCORDO EUROPEO RELATIVO AL TRASPORTO INTERNAZIONALE DI MERCI PERICOLOSE SU STRADA Ginevra 30/9/1957 ACCORDO EUROPEO RELATIVO AL TRASPORTO INTERNAZIONALE DI MERCI PERICOLOSE SU STRADA Ginevra 30/9/1957 Rappresenta un metodo codificato di identificazione delle sostanze pericolose viaggianti su strada o

Dettagli

LA SICUREZZA ANTINCENDIO

LA SICUREZZA ANTINCENDIO CORSO PER ASPP MODULO B7 LA SICUREZZA ANTINCENDIO La Combustione La combustione è una reazione chimica identificabile anche con il termine di ossidazione, poiché nel processo della combustione l ossigeno

Dettagli

PROGRAMMA MINIMO DI BASE PER CORSO PER ADDETTO ANTINCENDIO IN ATTIVITÀ A RISCHIO DI INCENDIO BASSO (DURATA 4 ORE)

PROGRAMMA MINIMO DI BASE PER CORSO PER ADDETTO ANTINCENDIO IN ATTIVITÀ A RISCHIO DI INCENDIO BASSO (DURATA 4 ORE) PROGRAMMA MINIMO DI BASE PER CORSO PER ADDETTO ANTINCENDIO IN ATTIVITÀ A RISCHIO DI INCENDIO BASSO ( 4 ORE) 1) INCENDIO 1 ora principi della combustione prodotti della combustione sostanze estinguenti

Dettagli