M i sembra infondata e ispirata ad un grossolano strumentalismo politico

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "M i sembra infondata e ispirata ad un grossolano strumentalismo politico"

Transcript

1 queste istituzioni n luglio-dicembre 2010 La liberazione del Mezzogiorno e l unità nazionale di Rosario Villari* M i sembra infondata e ispirata ad un grossolano strumentalismo politico l idea che pregiudizi ideologici e vecchi risentimenti impedirono nel primo centenario dello stato italiano di affrontare, anche al livello della sintesi e della divulgazione, i problemi storici del Risorgimento. La pubblicazione di un discorso tenuto nel giugno del 1960 può forse offrire qualche elemento di confronto tra il clima culturale e politico di allora e quello di oggi. Ho lasciato quindi inalterata l interpretazione degli avvenimenti storici data in quella occasione, limitando il mio intervento a qualche abbreviazione e a qualche tentativo di chiarimento formale dell analisi. Di tutti gli avvenimenti che condussero all unificazione del nostro Paese, la liberazione e l annessione del Mezzogiorno, per il modo in cui si sono realizzate, indicano più chiaramente la natura, la consistenza e gli orientamenti delle forze che hanno contribuito al conseguimento dell unità nazionale; mettono in rilievo i più gravi problemi connessi alla formazione del nuovo Stato e le difficoltà che presenta la fusione di regioni profondamente diverse l una dall altra; anticipano e determinano, infine, le linee di svolgimento della vita politica e istituzionale italiana dopo il Negli anni più recenti, anche indipendentemente dalle occasioni e dagli stimoli che sono stati dati dalla ricorrenza del centenario dell unità nazionale, l attenzione degli studiosi si è rivolta nel modo più vivo alle vicende dell impresa garibaldina e della liberazione del Mezzogiorno. L epopea garibal- * Discorso pronunciato nel Teatro Mercadante di Napoli l 11 giugno

2 dina può oggi apparire, anche a coloro che non fanno professione di studi storici, non soltanto come un episodio glorioso della lotta tra la libertà e la tirannide, ma anche come il momento in cui le alterne vicende del conflitto tra democratici e liberali moderati decisero sia il compimento e la tappa più importante del processo unitario, sia il futuro assetto del nuovo Stato. Le premesse della liberazione del Regno delle Due Sicilie devono essere ricercate in due ordini di fatti: le insurrezioni delle regioni dell Italia centrale che, tra l aprile e il giugno del 1859, liberarono la Toscana, i Ducati di Parma e di Modena e le Romagne dai vecchi governi; e, dall altra parte, i moti che si verificarono un anno più tardi in Sicilia e il profondo fermento antiborbonico diffuso nell isola alla vigilia dello sbarco dei Mille a Marsala. La conclusione della guerra del 59 tra i franco-piemontesi e gli austriaci rivelò le contraddizioni esistenti tra una politica di accordi e compromessi diplomatici tra gli Stati europei ed il conseguimento dell obiettivo unitario. Il trattato di Villafranca che prevedeva il ritorno delle regioni insorte sotto i vecchi governi veniva ad interrompere lo sviluppo del moto di unificazione nazionale proprio nel momento in cui esso aveva ripreso ad affermarsi con uno slancio nuovo. Il rifiuto dei governi provvisori della Toscana e delle Romagne di accettare le clausole del trattato che li riguardavano fu, come è noto, la condizione fondamentale che permise la soluzione del problema dell Italia centrale. Cavour, tornato al potere il 20 gennaio 1860, poté far leva su questa resistenza per risolvere il problema, cedendo alla Francia Nizza e Savoia come compenso per l annessione delle regioni centrali al Piemonte. Condotta tra l opposizione degli elementi più conservatori del regno sabaudo e dei democratici, che la consideravano come un atto di ulteriore asservimento dello Stato piemontese alla Francia, questa operazione fu l ultima possibilità che si offriva sul piano diplomatico per venire incontro alle esigenze unitarie che dal 1848 in poi si erano venute affermando nel Paese. Ma il modo in cui le vicende dell Italia centrale si erano svolte, se chiudeva un capitolo importante del processo di unificazione nazionale, contribuiva a riaprire o a mantenere aperto il problema italiano nel suo complesso. Per tutto il periodo dall aprile del 1859 al marzo 1860, fino al momento, cioè, in cui la questione dell Italia centrale fu portata a conclusione, il partito liberale moderato mantenne saldamente la direzione del movimento unitario, pur accogliendo sollecitazioni e spinte che venivano dai democratici. Appunto nel quadro della politica generale moderata, uno dei caposaldi della linea dei governi provvisori fu la lotta contro ogni tentativo di fare dell Italia centrale la base per una operazione unitaria di più vasto respiro, che comprendesse l Umbria, le Marche e le Due Sicilie. Garibaldi, che in un primo momento era stato chiamato a far parte del comando della lega militare delle regioni centrali, fu costretto a dimettersi per la ferma opposizione che incontrava nel governo piemontese il suo desiderio 162

3 di portare l iniziativa oltre i confini delle Romagne e di appoggiare un eventuale moto rivoluzionario nell Umbria e nelle Marche. I capi dei governi provvisori di Bologna e di Firenze, Cipriani e Ricasoli, misero a punto, nell agosto del 1859, la decisione di arrestare Mazzini, tornato clandestinamente a Firenze dall Inghilterra. I motivi che li spingevano non erano soltanto quelli della lotta contro il repubblicanesimo, ma più particolarmente la preoccupazione che suscitava la sua insistente campagna e le sue sollecitazioni per una iniziativa rivoluzionaria verso lo Stato pontificio. Ma una volta realizzati i plebisciti del marzo 1860, la linea di resistenza del partito moderato si rivelò priva di sviluppi. Tutti gli elementi di sollecitazione popolare e democratica che i governi provvisori avevano tenuto a freno durante il periodo della resistenza contro le decisioni francesi e austriache sulla sorte dell Italia cominciarono, invece, ad acquistare un peso determinante sulla scena politica italiana. La direzione del movimento unitario si avviava ora a passare nelle mani dei democratici. Il movimento democratico elaborò allora un concreto programma di azione corrispondente alle prospettive che la situazione politica aveva fatto maturare. Ancora tra l agosto e il settembre del 59, Mazzini propose a Ricasoli prima e poi direttamente a Vittorio Emanuele la ripresa dell azione unitaria: suscitare un movimento insurrezionale in Sicilia e contemporaneamente inviare diecimila uomini, sotto il comando di Garibaldi, verso gli Abruzzi: La rivoluzione non si difende localizzandola egli scrisse. Non è col guadagnar tempo che potete ottenere l intento. I dieci, i venti, i trentamila uomini che potrete aggiungere al vostro esercito son nulla a petto di ciò che perdete, indugiando. L Italia si sfibra nello scetticismo e nello sconforto: l entusiasmo si spegne; la diplomazia diffonde i germi del dissolvimento; le questioni si localizzano; il moto perde il suo carattere nazionale. La proposta non fu presa in considerazione ed anzi accentuò, se era possibile, l allarme dei moderati e del governo piemontese per la prospettiva che venisse messo in atto in modo indipendente il piano enunciato da Mazzini. A determinare una opposizione così rigida non erano certamente le resistenze che la politica nazionale di Cavour poteva ancora incontrare nei sostenitori del vecchio Stato sabaudo. La cessione di Nizza e della Savoia segnò veramente la fine del vecchio Piemonte, come tristemente lamentavano i più tenaci conservatori subalpini, e l abbandono di una politica a carattere regionale. Sia pure con cautela, Cavour e la monarchia avevano appoggiato i movimenti insurrezionali dell Italia centrale; si erano legati ai governi provvisori della Toscana e dell Emilia, che basavano la loro azione proprio sul rifiuto degli accordi realizzati in sede di trattative diplomatiche. Ma si trattava di un movimento che, pur accogliendo alcune sollecitazioni che venivano dai rivoluzionari (come riconosceva esplicitamente il Massari quando affermava che purtroppo i conservatori erano costretti, finché c era in Italia un austriaco, 163

4 all alleanza coi rivoluzionari per non lasciare a questi il monopolio dei sentimenti generosi ) era sotto il controllo del partito moderato. La linea di azione indicata dai democratici aveva, invece, un orientamento e un contenuto assai diversi: essa traeva il suo valore ed il suo significato dal fatto di essere il risultato di una lunga opera preparatoria ideale e pratica che andava dalla missione dei fratelli Bandiera alla Repubblica romana, dalla spedizione di Pisacane alla propaganda democratica nelle province meridionali, allo sforzo di creare organismi e trame rivoluzionarie che dovevano far leva sulla partecipazione popolare. Questa preparazione dava dunque, inequivocabilmente, al progetto di spedizione nel Sud un carattere diverso da quello che aveva assunto il moto unitario nell Italia centrale. Inserendo un elemento democratico nella prospettiva di formazione del nuovo Stato. Ma questo motivo doveva rivelarsi in tutta la sua pienezza soltanto quando quella impresa, che al principio sembrava a molti un avventura destinata al fallimento, avrebbe acquistato le dimensioni e la consistenza di una vera ed entusiasmante guerra rivoluzionaria, il valore ed il significato di un avvenimento decisivo per l avvenire e le sorti del Paese. Per il momento, a prescindere dal contenuto e dall indirizzo di una eventuale azione nei confronti dello Stato pontificio e del Regno delle Due Sicilie, l attenzione di Cavour e di tutto il liberalismo italiano era concentrata sul consolidamento dei risultati raggiunti nell Italia centrale e sul rafforzamento dell alleanza con la Francia. Su questa, appunto, si basavano le prospettive di ripresa del moto unitario; ma erano prospettive vaghe ed incerte, che non si traducevano in una concreta linea di azione. Ancora nei primi mesi del 60 la maggior parte dei moderati era lontana dalla convinzione che il compimento dell unità nazionale potesse realizzarsi a breve scadenza. La preoccupazione più viva era di non fare passi falsi, di non compromettere i risultati già ottenuti, di impedire ogni movimento che potesse turbare l equilibrio raggiunto. Nei confronti del Mezzogiorno, sembrava ancora opportuno e sufficiente insistere nel tentativo di attirare Francesco II in una alleanza nazionale con il Piemonte contro l Austria, sulla base di riforme interne liberali moderate, secondo le istruzioni date all ambasciatore piemontese a Napoli nel gennaio del Il secondo ordine di fatti cui si deve fare riferimento nell esame delle premesse dell impresa dei Mille è in rapporto con la situazione politica e sociale dell Italia meridionale e della Sicilia. Specialmente in Sicilia, l opposizione contro la monarchia borbonica aveva messo radici profonde nelle città e nelle campagne. La sconfitta della rivoluzione del 1848 e la dispersione dei suoi capi non avevano potuto attenuarla; dopo il 1849, anzi, il fermento rivoluzionario aveva continuato ad estendersi, anche per reazione al regime sempre più nettamente poliziesco che era stato instaurato nell isola ed all indirizzo accentratore del governo napoletano. 164

5 Figure di funzionari di polizia come quelle del famoso Maniscalco, di spie ed agenti locali, che erano disseminati dappertutto, avevano attirato su di sé un odio profondo da parte di un numero di persone ben più grande che non i piccoli nuclei politicamente sospetti; mentre il secolare malcontento dei contadini, che fino allora era stato represso in un sistema feudale di violenti e di oppressione, restava inalterato e minaccioso in tutta l isola. Rivolte e tentativi insurrezionali esplosero, quindi, ripetutamente in questa situazione: nel gennaio del 1850 tredici rivoltosi furono fucilati a Palermo nella piazza della Fieravecchia; nel 1856 venne soffocata l insurrezione capeggiata dal mazziniano Francesco Bentivegna a Mezzoiuso; nel 1857 un tentativo insurrezionale stroncato a Cefalù; due anni dopo, una rivolta scoppiò a Santa Flavia e Villabate; ancora il 27 novembre del 59 il direttore di polizia, Maniscalco, venne pugnalato a Palermo. Anche se non erano riusciti ad acquistare un ampio respiro ed erano di volta in volta rapidamente soffocati, questi tentativi erano appunto l espressione di uno stato d animo e atteggiamento cui partecipavano, per diversi motivi, larghi strati della popolazione siciliana. I termini politici di questo fermento furono, da un lato, l unitarismo e, dall altro, l autonomismo, il quale aveva le sue radici in una antica tradizione politica isolana, ma che aveva ormai perduto i suoi originari caratteri aristocratici ed acquistato un contenuto nuovo in cui il problema dei rapporti tra Napoli e Sicilia e tra questa e il futuro Stato nazionale era connesso al problema del rinnovamento delle istituzioni e del sistema di governo in senso liberale o democratico. Ma al di là e al di sotto delle formulazioni politiche più mature, era un fatto di grandissima importanza che lo scontento ed il risentimento esistenti nelle classi più numerose della popolazione e derivanti dalla profonda crisi economica, sociale e politica che travagliava l isola confluissero comunque in questa opposizione, si colorassero di anti-borbonismo. Occorre sottolineare con forza il carattere e la larghezza di questa opposizione popolare che esisteva in Sicilia prima del 1860 e che aveva finito col costituire una barriera insuperabile tra governo e popolazione. Essa fu un elemento fondamentale sia nel determinare la convinzione, l entusiasmo e la fiducia che furono necessari per avviare un opera che a molti poteva apparire disperata e sulla quale pesava il doloroso ricordo del tragico tentativo di Pisacane, sia nel creare le condizioni che portarono al successo la spedizione. Non molti degli stessi protagonisti della spedizione dei Mille si resero conto, all inizio, dell importanza di questo fattore. Molti volontari si aspettavano di trovare, al loro arrivo a Marsala, ordinate schiere di insorti pronte ad unirsi a loro; e restarono delusi quando queste rosee previsioni non si verificarono. Dove son mai quelle falangi d insorti che magnificavi tanto a Genova, dove sono le città ribellate? : questa domanda rivolgeva uno dei Mille, il gior- 165

6 nalista toscano Giuseppe Bandi, il giorno dello sbarco, al siciliano Giuseppe La Masa. Quel tanto di schematico che era nella loro formazione politica, l interesse degli emigrati siciliani a far apparire gli avvenimenti insurrezionali più vasti e meglio organizzati di quel che erano in realtà, la diffidenza verso popolazioni quasi completamente sconosciute e diverse per costumi e livello di vita dalle popolazioni delle province da cui proveniva la maggioranza dei volontari, tutti questi fatti erano alla radice della delusione che molti garibaldini ebbero nei primi giorni della marcia da Marsala verso Palermo e di cui rimangono non poche tracce nella ricca letteratura garibaldina, nelle memorie e nei diari della spedizione. Diversamente da Garibaldi, essi non riuscivano a vedere in che cosa consistesse quella situazione favorevole, quella attitudine insurrezionale dei siciliani, su cui tanto avevano fatto leva i sostenitori dell impresa. Gli avvenimenti successivi dovevano però dimostrare che gli esuli siciliani avevano buoni motivi per guardare al di là del fallimento di singole iniziative e delle difficoltà che presentava l organizzazione di un moto insurrezionale. Già prima, infatti, mentre si concludevano con lo sfortunato combattimento al convento della Gancia i moti palermitani del 4 aprile, capeggiati dall artigiano Francesco Riso, l equilibrio incerto su cui poggiava il governo poteva dirsi spezzato. Una guerriglia più insidiosa si allargava nelle campagne, senza dar luogo ad episodi clamorosi, dispersa e disorganizzata, ma non per questo meno travolgente e inesorabile. Rosolino Pilo (una delle figure più interessanti ed elevate del movimento mazziniano meridionale) e Giovanni Corrao, sbarcati clandestinamente nell isola nel mese di marzo, non riuscivano ad afferrare il filo di questa rivolta, a darle unità e guida politica e organizzativa; ma essa stava già creando quell atmosfera in cui l audacia dei Mille avrebbe potuto dare i suoi frutti. Ho trovato questa gente migliore ancora dell idea che me n ero fatta così scrisse Garibaldi al repubblicano milanese Agostino due giorni dopo lo sbarco. Certo, egli non aveva ancora potuto rendersi conto del nuovo ambiente in cui si trovava, della disposizione reale dei siciliani; consapevole della necessità dell appoggio della popolazione per il successo dell impresa, egli indicava, con queste parole, la linea di azione che avrebbe seguito. Meno di tre mesi dopo, da Messina, in un appello ai siciliani, egli poteva dichiarare: Questa guerra di emancipazione, da voi così eroicamente iniziata, deve la somma dei suoi successi allo slancio ed alle simpatie delle popolazioni. In seguito, al momento di abbandonare definitivamente il Mezzogiorno, nel famoso proclama diretto a Vittorio Emanuele: Voi troverete in queste contrade un popolo docile quanto intelligente, amico dell ordine quanto desideroso di libertà, pronto ai maggiori sacrifici, qualora gli sono richiesti nell interesse della patria, e di un governo nazionale. Nei sei mesi ch io ne ho tenuto la suprema direzione, non ebbi che a lodarmi dell indole e del buon volere di 166

7 questo popolo, che ho la fortuna io coi miei compagni di rendere all Italia, dalla quale i nostri tiranni l avevano disgiunto. Ho accennato alle ragioni che spingevano il governo piemontese a respingere l idea di una estensione del movimento rivoluzionario nelle province pontificie e nel Mezzogiorno: ragioni di principio e, insieme, considerazioni connesse alla situazione politica internazionale e all atteggiamento della Francia. Quando quella idea cominciò ad essere tradotta nella realtà, le preoccupazioni prevalenti riguardavano il pericolo che l equilibrio raggiunto nell Italia centrale potesse in qualche modo venire turbato da un gesto intempestivo e controproducente. Nessuno pensava che l azione di Garibaldi potesse ottenere il successo che in breve tempo riuscì a raggiungere; quel che si temeva soprattutto era che la spedizione si indirizzasse verso lo Stato pontificio, ciò che, dal punto di vista dei rapporti diplomatici, avrebbe avuto le più gravi conseguenze. L opposizione di Cavour era quindi netta, specialmente in considerazione di questa seconda ipotesi, che corrispondeva, del resto, alla formulazione originaria del piano mazziniano. Poco dopo la partenza da Quarto, egli ordinò all ammiraglio Persano, al governatore di Cagliari ed al luogotenente in Toscana di fermare la spedizione. Ma i preparativi per la partenza si erano svolti nei giorni precedenti a Genova, sotto gli occhi, si può dire, del governo, il quale non aveva fatto nulla per interrompere o per aiutare queste operazioni. Cavour spiega a Nigra, in una lettera del 12 maggio, questa contraddizione, sostenendo che non aveva impedito a Garibaldi di realizzare il suo progetto perché avrebbe dovuto usare la forza per raggiungere lo scopo. Il governo non era in grado di sfidare l immensa impopolarità che lo avrebbe colpito. Nell imminenza delle elezioni continuava Cavour e dovendo contare su tutte le sfumature del partito liberale moderato per fare fallire gli intrighi dell opposizione e fare approvare il trattato [per la cessione di Nizza e Savoia], non ho potuto prendere misure vigorose per impedire l invio di aiuti destinati alla Sicilia. Pochi giorni dopo, tuttavia, il corso degli avvenimenti doveva costringere Cavour a cambiare atteggiamento e ad affrontare con urgenza la questione siciliana che la spedizione garibaldina, al di là di tutte le previsioni, aveva aperto. La storia del nostro Risorgimento si avviava così a raggiungere il suo momento più alto e drammatico, a qualche settimana di distanza dalla partenza semiclandestina di un gruppo di uomini male equipaggiati, malissimo armati, contro quello che fino a pochi mesi prima era il maggiore degli Stati italiani. L incontro tra il volontarismo del Nord, e particolarmente delle due regioni in cui il movimento democratico ebbe durante il Risorgimento più grande sviluppo, la Lombardia e la Liguria, e la rivoluzione siciliana aveva compiuto il miracolo. Un fattore nuovo, più importante di quello puramente 167

8 territoriale, acquistava evidenza e forza determinante nel processo unitario: l affermazione, cioè, di una coscienza unitaria popolare e rivoluzionaria, alla quale Garibaldi aveva fatto appello in nome di Vittorio Emanuele e che aveva risposto con entusiasmo e con decisione al Nord e al Sud. In tutta l Italia settentrionale e centrale l impresa riceveva il sostegno di una parte sempre più larga dell opinione pubblica; in Sicilia, un contributo fondamentale era venuto dalle popolazioni insorte. Senza immergersi spiritualmente nell ardente atmosfera di quella rivoluzione, sarebbe assai difficile spiegarsi l abbandono di Palermo da parte dell esercito borbonico forte, bene armato, numeroso. Tumultuando, combattendo, resistendo al cannoneggiamento ed al saccheggio dei borbonici, Palermo aveva contribuito in modo decisivo a creare quel turbamento profondo, quel senso di insicurezza e di sfiducia che determinarono l armistizio e l imbarco delle truppe napoletane. Con la vittoria di Palermo, la rivoluzione diventava Stato (Omodeo); uno Stato che sembrava poggiare su un largo consenso che le popolazioni dell isola, ivi compresa una parte importante del clero, esprimevano per Garibaldi, e sulla profonda simpatia che la rivoluzione e il suo capo suscitavano nell opinione pubblica europea. Da questo momento, il problema della influenza che la rivoluzione garibaldina poteva avere sui caratteri del futuro Stato unitario si pose con chiarezza a Cavour: le preoccupazioni diplomatiche si intrecciarono ora più strettamente con quelle di carattere, per cosi dire, interno e cedettero rapidamente il posto a queste ultime. Cominciò, appunto, il vero urto tra democrazia e moderatismo che doveva aggravarsi sempre più fino a giungere alle soglie della guerra civile. Per spiegare l azione che da questo momento Cavour comincia a svolgere nei confronti del movimento garibaldino, è stato detto che la ragione più profonda di allarme per il governo piemontese era il pericolo che la rivoluzione assumesse un orientamento repubblicano, per l influenza che Mazzini, attraverso Crispi e Bertani, aveva nel movimento rivoluzionario. L incapacità dei democratici di amministrare e governare il Mezzogiorno, la mancanza di un vero rinnovamento politico della classe dirigente e lo sfacelo morale e politico dell ex Regno borbonico avrebbero poi costretto il governo piemontese e i moderati, per potere realizzare e conservare l unità nazionale, a liquidare ogni velleità di autogoverno e di autonomia, ad imporre una rapida annessione e un governo accentratore e a realizzare l unione del Mezzogiorno al resto d Italia sotto il segno della forza e di una politica autoritaria e repressiva. Indubbiamente le ragioni da cui Cavour fu mosso nella sua azione non erano soltanto in funzione del prestigio della monarchia; dietro il lealismo monarchico cavouriano c era tutta una concezione dello Stato, con uno specifico contenuto ideale e concreto: quello Stato liberale di cui già il Piemonte rappresentava il modello. E non c è dubbio che nel piemontesismo di Cavour, 168

9 a differenza che in quello di altri suoi collaboratori, fosse contenuta piuttosto questa affermazione di un ideale liberale di governo e di Stato che non la difesa di interessi grettamente regionali, che anzi Cavour aveva combattuto e vinto. II problema, dunque, è di vedere in che misura questa linea politica che a quella concezione dello Stato era strettamente legata poteva, in questa fase, dopo che l iniziativa democratica aveva riaperto la strada al moto unitario, contribuire al compimento dell unità nazionale; e, dall altro lato, costituire in concreto il valido fondamento per l inserimento effettivo delle regioni liberate nella nuova compagine statale. Non c è dubbio che, ad un certo momento, l azione del governo piemontese rese più difficile lo svolgimento vittorioso della guerra rivoluzionaria. La violenta campagna per l annessione immediata della Sicilia al Piemonte, condotta quando l esercito rivoluzionario non aveva ancora liberato tutta l isola, aveva lo scopo preciso di limitare alla Sicilia l impresa garibaldina e di impedire lo sviluppo della guerra sul continente; inoltre, essa incrinava di fatto quella solidarietà che la rivoluzione aveva creato e sulla quale poggiava la dittatura di Garibaldi e la prospettiva di successo per l ulteriore svolgimento delle operazioni. Probabilmente, Giuseppe La Farina inviato da Cavour in Sicilia per sollecitare l annessione andò, nell eseguire la missione che gli era stata affidata, oltre le intenzioni di Cavour, che non erano quelle di provocare una rottura con Garibaldi. Comunque, il fallimento del tentativo di impedire a Garibaldi di passare sul continente apparve chiaro dopo la vittoria di Milazzo, che fece ancora aumentare grandemente il prestigio di Garibaldi e del suo esercito, rafforzato per l arrivo di nuovi volontari e di armi moderne ed efficienti dall Italia centro-settentrionale e per l afflusso di forze locali, la cui utilizzazione diventava ora più regolare. Cavour accolse con entusiasmo la notizia della vittoria, che innalzava di fronte al mondo il nome degli italiani; ma il problema di togliere l iniziativa a Garibaldi e ai democratici si poneva ora con più forza: la rivoluzione aveva creato o stava creando in Italia le condizioni in cui lo stesso indirizzo moderato del governo centro-settentrionale poteva essere messo in pericolo. Consapevole che era ormai impossibile impedire a Garibaldi di passare sul continente, il 1 agosto Cavour scrisse a Nigra esponendo il suo piano: Benché il nostro partito sia già preso, nell ipotesi di un successo completo dell impresa di Garibaldi sul Regno di Napoli, credo che sia nostro dovere di fronte al Re e all Italia fare tutto quello che dipende da noi perché essa non si realizzi. C è un solo modo per raggiungere questo obiettivo: far cadere il governo di Napoli prima che Garibaldi passi sul continente o se ne impadronisca. Una volta partito il Re da Napoli, prendere il governo nelle nostre mani in nome dell ordine e dell umanità, togliendo dalle mani di Garibaldi la direzio- 169

10 ne suprema del movimento italiano. Questa operazione ardita o, se volete, audace farà lanciare alte grida in Europa, creerà serie complicazioni diplomatiche, ci spingerà forse, in un futuro più o meno lontano, a batterci con l Austria. Ma ci salva dalla rivoluzione, conserva al movimento italiano il carattere che fa la sua gloria e la sua forza: il carattere nazionale e monarchico. Questa linea era dettata dalla necessità di impedire lo sviluppo in senso rivoluzionario del movimento di unificazione ma anche dall impossibilità di mettersi in aperto contrasto con Garibaldi e dal riconoscimento ormai inevitabile del contributo importantissimo che era venuto dalla sua impresa alla causa italiana: Garibaldi egli scrisse ancora a Nigra il 9 agosto ha un grande potere morale e un immenso prestigio non solo in Italia ma soprattutto in Europa. Voi avete torto, a mio avviso, quando dite che noi siamo collocati tra Garibaldi e l Europa. Se domani io mi mettessi in lotta con Garibaldi, avrei probabilmente dalla mia parte la maggioranza di vecchi diplomatici, ma l opinione pubblica sarebbe contro di me, e l opinione pubblica avrebbe ragione, perché Garibaldi ha reso all Italia i più grandi servigi che un uomo potesse rendere: ha dato agli italiani fiducia in se stessi; ha provato all Europa che gli italiani sanno combattere e morire sui campi di battaglia e per riconquistare una patria. Importante e sincero riconoscimento: ciò non impediva, però, che il contrasto restasse aperto in tutta la sua portata: anzi, proprio la considerazione della inevitabilità e della imminenza del crollo borbonico e del rafforzamento della guerra rivoluzionaria spingevano Cavour ad un impegno più diretto, ad una iniziativa più efficace nei confronti del Mezzogiorno. Il piano cavouriano di una insurrezione moderata a Napoli venne elaborato d accordo con l ambasciatore Villamarina e con l ammiraglio Persano. Aveva le caratteristiche piuttosto di una congiura che di una vera e propria insurrezione; gli attori principali dovevano essere il ministro dell Interno del nuovo governo costituzionale borbonico Liborio Romano e il generale Nunziante; più tardi, anche un membro della famiglia reale, il Conte di Siracusa, che aveva manifestato tendenze liberali, fu associato all iniziativa. Naturalmente, le probabilità di successo erano minime, pur essendo tornati a Napoli, dopo la concessione della Costituzione, molti liberali emigrati in Piemonte dopo il 48; erano minime anche per la qualità dei protagonisti; su uno dei quali, il generale Nunziante, lo stesso Cavour diceva dì poter contare soltanto perché aveva dato ai piemontesi tanto in mano da farlo impiccare all occorrenza. II 16 agosto, Cavour cominciò ad avere qualche dubbio sulla riuscita, malgrado l invio di denaro, armi, soldati e consigli, e, anticipando un atteggiamento che sarebbe stato più generale nei mesi successivi, cominciò ad attribuire alle pessime qualità dei meridionali i motivi dell insuccesso; Se poi la materia del Regno è talmente infracidata da non essere più suscettibile di fermento, io non 170

11 so che farci, e bisogna rassegnarsi al trionfo di Garibaldi o della reazione ; questi napoletani, scriveva ancora, sono abbrutiti, senza sangue nelle vene. Intanto, tra il 18 e il 19 agosto, l esercito garibaldino attraversò lo Stretto di Messina e sbarcò in Calabria: anche qui, una popolazione lungamente oppressa insorse in armi e nuovi, grossi contingenti e i volontari si unirono alle schiere garibaldine. Il disfacimento dell esercito borbonico fu rapidissimo: migliaia di disertori si sbandarono nella regione, i poteri locali crollarono, l avanzata dell esercito meridionale si svolse fulminea. Il crollo del regime era così evidente che il 7 settembre, lasciando indietro le sue truppe, Garibaldi poteva entrare quasi solo a Napoli. Così Pasquale Villari descrive la situazione della città alla vigilia dell ingresso di Garibaldi: La città di Napoli era ancora occupata da un numeroso esercito borbonico, diviso nei quartieri e nelle fortezze. Pure, Garibaldi era già moralmente padrone assoluto. Si vedeva dappertutto il suo ritratto. Nei vicoli di Mercato, Porto, Pendino le mura erano letteralmente coperte di bandiere tricolori che uscivano da ogni finestra La polizia guardava stupefatta e taceva. Le più singolari leggende si formavano sotto i nostri occhi... I giovani delle scuole secondarie andavano in giro distribuendo nei quartieri dei soldati proclami che li incitavano ad unirsi alla bandiera di Vittorio Emanuele, portata da Garibaldi. L iniziativa presa ora da Cavour di fronte a questi avvenimenti con l invio dell esercito piemontese verso il Mezzogiorno è troppo complessa e ricca di significato perché la si possa considerare, come recentemente è stato fatto, soltanto come una pura e semplice controffensiva all incalzare della rivoluzione. Essa permise di raggiungere due risultati: far compiere all unificazione nazionale un ulteriore passo avanti con l annessione dell Umbria, delle Marche e del Lazio e riaffermare l egemonia dei liberali moderati sul movimento nazionale e nel nuovo Stato che allora sorgeva. Sotto il primo aspetto, essa portò a compimento l opera di Garibaldi e servì anche a dare alle nuove conquiste maggiore solidità e definitiva sistemazione; per l altro aspetto, essa spinse fino alle ultime conseguenze la lotta tra liberali e democratici ed eliminò, con l annessione immediata, il governo garibaldino nell Italia meridionale. La resistenza del movimento garibaldino all annessione non era dettata soltanto dalla volontà di non interrompere un opera che si considerava conclusa soltanto a Roma; ma anche e soprattutto dalla necessità per il movimento democratico di conservare le basi della propria forza, costituite nel Mezzogiorno attraverso la guerra rivoluzionaria. Se i democratici sostenevano la necessità di convocare delle assemblee nel Mezzogiorno e di decidere attraverso queste il modo dell annessione, essi erano convinti che ciò avrebbe consentito loro di poter condurre su questa base una più energica azione per dare al nuovo Stato un impronta diversa da quella che aveva il Regno Sardo. E certamente, il contraccolpo della rivoluzione meridionale, la profondità del 171

12 suo successo avevano ridato vigore a tutta la democrazia italiana, in Lombardia, in Toscana, in Emilia; nello stesso Piemonte alla minoranza democratica in lotta contro la maggioranza cavouriana nel Parlamento di Torino si aprivano per la prima volta (come è stato notato dal Passerin d Entrèves) possibilità di gettare forti radici nel Paese. Tutto il movimento democratico nazionale, e non soltanto quello meridionale, era evidentemente impegnato in questa lotta: ed è significativo l accorrere a Napoli dei suoi capi e dei maggiori esponenti del pensiero radicale italiano. Tuttavia il Mezzogiorno non era soltanto il terreno di manovra sul quale il movimento democratico occasionalmente combatteva l ultima sua grande battaglia politica nazionale. A mano a mano che la rivoluzione meridionale si sviluppava, il movimento garibaldino intrecciava legami con le forze politiche unitarie e liberali esistenti nel Paese e con le popolazioni, ed in una certa misura riusciva a farsi interprete delle esigenze che queste forze esprimevano e a rendersi conto delle condizioni di fatto del Mezzogiorno assai meglio di quanto non facessero gli ex esuli o gli emissari cavouriani che con la rivoluzione non avevano contatti se non più o meno apertamente ostili. Probabilmente il frutto più maturo di questo sforzo di avvicinamento del movimento garibaldino alle esigenze del Mezzogiorno si ebbe in Sicilia con la politica di Mordini di alleanza tra democratici e autonomisti; ma in generale questo più diretto contatto con la realtà meridionale fu uno degli elementi che determinarono l accettazione di posizioni autonomistiche da parte degli esponenti democratici che fino allora erano stati, per influenza di Mazzini, rigidamente unitari. Un rapporto nuovo si era stabilito tra governo e popolo nell Italia meridionale: per la prima volta nella sua storia il governo aveva in Sicilia e nel Mezzogiorno l adesione della grande maggioranza delle popolazioni. Con la sua azione personale, e con quella del suo stato maggiore politico e militare, Garibaldi aveva dato un contenuto e un indirizzo politico al loro malcontento: la bandiera dell unità nazionale sotto Vittorio Emanuele, che egli aveva sollevata, era stata accolta dal popolo meridionale; ciò che aveva consentito di operare fin dal primo momento un taglio netto col vecchio regime. Né questo taglio netto era smentito dall accordo con Liborio Romano al momento dell ingresso a Napoli: l accordo ebbe il limitato obiettivo di evitare combattimenti a Napoli, che il re aveva già abbandonato, e durò troppo poco per poter essere considerato come un vero patto politico e come l accettazione del programma conservatore dell ex ministro costituzionale di Francesco II. A parte l inconciliabilità tra governo liberale e movimento democratico, altre contraddizioni del movimento garibaldino erano inevitabili e, per il momento, insuperabili. Sbarcando in Sicilia, Garibaldi aveva emanato decreti per l abolizione del macinato, la riduzione di alcuni dazi di consumo e la divisione dei demani; in Calabria aveva preso provvedimenti analoghi per le terre silane. L importanza di questi provvedimenti non deve essere sopravva- 172

13 lutata; né in quanto prime manifestazioni di un programma di trasformazione della struttura economica e sociale del Mezzogiorno e di soluzione del problema della terra, né come base esclusiva della partecipazione dei contadini alla lotta antiborbonica. Non mancano gli elementi per poter affermare che, specialmente in Sicilia, sulla base dell autonomismo si realizzò un legame politico tra una parte delle masse popolari ed il movimento liberale, e che i moti dei contadini ebbero talvolta, in virtù di questo legame, un contenuto più propriamente politico. Comunque, proprio intorno al problema della terra doveva scoppiare la contraddizione latente nella insurrezione: e quando i contadini cominciarono a dirigere contro i proprietari terrieri il loro impeto insurrezionale, il movimento garibaldino non diede una risposta diversa da quella che in seguito avrebbe dato il governo piemontese. L episodio della repressione di Bronte non è isolato, in Sicilia o sul continente. Di fronte ai moti di questo tipo non si ebbe in genere che un atteggiamento repressivo: dalla missione di Bixio in Sicilia alla repressione dei moti di Matera del 2 settembre, alle sanguinose vendette della guardia nazionale contro i contadini del distretto di Lagonegro, ai numerosi proclami minaccianti la pena di morte contro i promotori di occupazione di terre, le manifestazioni di questo atteggiamento sono numerose e costanti. Una frattura era quindi inevitabile, era già in atto nell estate; e però, malgrado gli episodi a cui si è fatto cenno, essa non giunse alle sue ultime conseguenze durante tutto il periodo garibaldino; cioè non giunse ad aprire una falla attraverso la quale potessero infiltrarsi, sfruttando il malcontento sociale dei contadini, ritorni di fiamma di borbonismo. La conseguenza più importante che essa ebbe fu quella di accentuare l opposizione dei moderati napoletani e siciliani contro il governo garibaldino e favorire la loro conversione alla linea dell annessione immediata e incondizionata. Ma, dal punto di vista generale, l intransigente offensiva moderata contro il movimento garibaldino non era motivata soltanto specialmente nel suo centro motore, che era Torino dalle preoccupazioni suscitate dai moti sociali contadini e dal timore che la politica democratica potesse favorire la ripresa del fermento sociale nelle campagne: i fatti dimostravano che l esercito meridionale e, in genere i comitati di governo creati nel Mezzogiorno, erano orientati verso la più decisa repressione di ogni moto insurrezionistico popolare che tendesse ad esorbitare dal quadro della guerra antiborbonica. Sarebbe errato, inoltre, giudicare soltanto alla luce dell inevitabile contrasto tra contadini e proprietari sulla questione della terra e della incapacità del movimento garibaldino di elaborare un programma in base al quale si potesse in qualche modo cominciare ad affrontare il problema agrario, la possibilità che il governo garibaldino aveva di esercitare la sua influenza politica sulla più larga massa delle popolazioni meridionali e di cointeressarle in qualche misura al nuovo regime. Intanto, anche dopo le repressioni dei moti contadini in Sicilia, 173

14 l adesione dei contadini alla rivoluzione continuò sia in Sicilia che nel Mezzogiorno continentale; e il fenomeno del brigantaggio, tranne qualche sporadico episodio precedente, si verificò in Puglia, in Calabria e in Basilicata soltanto dopo che il governo garibaldino fu completamente liquidato. Indubbiamente, il rapporto tra Garibaldi e le popolazioni meridionali non avrebbe potuto restare a lungo inalterato di fronte agli enormi problemi che l amministrazione di quelle zone arretrate presentava; ma esso costituiva un punto di partenza effettivo e concreto per stabilire un legame tra il Mezzogiorno e il nuovo Stato, un patrimonio prezioso che, se non poteva cancellare le difficoltà che comportava l instaurazione del nuovo regime, poteva tuttavia servire ad attenuarle. Senza esaminare minutamente le vicende che portarono Garibaldi ad abbandonare la resistenza alla richiesta di indire subito il plebiscito nelle due parti dell ex Regno, si può dire che era questo il logico svolgimento e la conclusione inevitabile, dell operazione intrapresa da Cavour con l invio dell esercito piemontese verso il Sud. Nello stesso giorno in cui l esercito comandato dal generale Fanti varcava i nuovi confini dello Stato pontificio, l 11 settembre, Garibaldi chiedeva da Napoli al re di allontanare Cavour dal governo; Cavour a sua volta scriveva a Nigra il 22 dello stesso mese di comunicare nettamente all imperatore che, se Garibaldi avesse perseverato sulla funesta strada che aveva imboccato, il governo sabaudo avrebbe ristabilito l ordine a Napoli e a Palermo, a costo di gettare a mare tutti i garibaldini. I soldati di Fanti e di Gialdini scrisse non chiedono di meglio che sbarazzare il Paese dalle camicie rosse. E più tardi a Villamarina: L immensa maggioranza desidera che Napoli e la Sicilia cessino di essere il ritrovo di tutti i banditi d Europa. Ed ancora al Farini: se i garibaldini non riconoscono senza riserve l autorità reale, sterminateli sino all ultimo, buttateli tutti in mare. Il tre ottobre, subito dopo l ultimatum lanciato dal Parlamento di Torino, Cavour scrisse al re, che attraverso le province pontificie si dirigeva verso Napoli: Garibaldi non è più da temere, esso ha perduto ogni forza morale, e le sue forze materiali sono assai scemate... Villamarina mi ha spedito un corriere per farmi conoscere l impotenza militare a cui egli è ridotto. Questa considerazione non corrispondeva alla realtà: nei due giorni precedenti, infatti, quelle che ora Cavour chiamava le orde garibaldine avevano ottenuto la più grande vittoria militare di tutta la campagna meridionale. Era vero, però, che i democratici avevano ormai perduto la loro battaglia politica. Il 21 ottobre ebbero luogo le votazioni plebiscitarie; poco dopo fu affidata al Farini la luogotenenza di Napoli ed a Montezemolo quella di Palermo ed il 9 novembre, alle due dopo mezzanotte, Garibaldi partì da Napoli, con un gruppo di amici, alla volta di Caprera: Vidi Garibaldi scrisse il Bandi pochi momenti prima che partisse: era calmo e sorridente secondo il solito, ma qual- 174

15 che suo detto rivelò ciò che ognuno di noi sentiva in cuor suo... In quell ora memoranda, egli m apparve più grande che mai: Garibaldi, tornato povero e privo d ogni autorità, simile ai grandi del tempo antico, umili dopo i trionfi e contenti della propria gloria, era più nobile e più ammirando del capo d un esercito... Lo vedemmo imbarcare e rimanemmo a contemplarlo con gli occhi pieni dì lacrime: ritto sulla barca, ed agitante il fazzoletto per salutarci ancora, mentre la robusta voga di sei marinai lo allontanava dalla spiaggia... Il piroscafo che lo accolse per trasportarlo a Caprera... fu salutato dalla salve del naviglio da guerra inglese ancorato nel golfo; ma le navi regie italiane non fecero mostra di accorgersi della partenza dell uomo che aveva liberata mezza Italia. Nel momento in cui era stata avviata in Sicilia la campagna per l annessione incondizionata, Cavour e i rappresentanti del governo piemontese avevano sottolineato la necessità di tener conto, una volta realizzata l unità, delle esigenze autonomistiche dell isola e delle altre regioni italiane. Il 30 agosto era stata diffusa in Sicilia una dichiarazione ufficiale di Farini, ministro dell Interno del Regno sardo, in cui era enunciato esplicitamente il proposito di dare alle regioni alcuni poteri amministrativi e di non adottare per l Italia il sistema di amministrazione accentrata in vigore nel Regno subalpino. Questo programma fu il terreno d incontro tra gli autonomisti siciliani e il governo piemontese ed ebbe non piccola influenza nel determinare la conversione di numerosi autonomisti alla linea politica che Cavour indicava. Emerico Amari, uno dei più autorevoli autonomisti siciliani, fondò la sua campagna per il plebiscito scrive il Mack Smith sull ipotesi che il progetto di Farini per organizzare distinte e autonome regioni in Italia fosse ormai una acquisizione sicura. Ancora alcuni mesi dopo, quando Cavour aveva già conseguito il completo dominio della situazione ed i suoi rappresentanti erano impegnati nell amministrazione delle nuove province, Farini ripeteva di ritenere necessario un sistema di largo decentramento e di autonomia amministrativa: questa libertà sopra ogni altra cosa cara ai popoli è al nostro strettamente necessaria per servire di esca e di sfogo e di compenso all operosità italiana solita ad esercitarsi in tanti separati Stati, e per affezionarli in questo modo al governo centrale. E ancora il 15 gennaio 1861 lo stesso Cavour scrisse al luogotenente di Palermo: Io non ho il menomo dubbio che quando siano sedati i sommovimenti che alcuni mestatori s ingegnano di suscitare rinfocolando le ire personali, sarà facilissimo di mettersi d accordo sopra uno schema d organizzazione che lasci al potere centrale la forza necessaria per dar termine alla grande opera del riscatto nazionale, e conceda un vero self-government alle regioni e alle province. Autonomia amministrativa delle regioni nel quadro dell unità politica e legislativa dello Stato e rispetto del sistema liberale e costituzionale: sono questi i cardini del programma cavouriano di fronte al problema dell unità 175

16 nazionale. A Vincenzo Salvagnoli che alla fine di settembre suggeriva la via della dittatura regia da contrapporre a quella di Garibaldi, Cavour rispondeva di ritenere titolo di gloria per l Italia di aver saputo costituirsi a nazione senza sacrificare la libertà all indipendenza, senza passare per le mani dittatoriali di un Cromwell, ma svincolandosi dall assolutismo monarchico senza cadere nel dispotismo rivoluzionario. Evidentemente queste dichiarazioni corrispondevano all ispirazione ideale del liberalismo cavouriano, il cui modello era l ordinamento politico ed amministrativo inglese, fondato su larghe autonomie locali. Ma, nei fatti, gli incitamenti all uso della forza, alla repressione, all accentramento si fanno sempre più frequenti da parte del governo e del partito moderato; nessuna transazione, né con gli autonomisti napoletani, né con quelli siciliani, ai quali ultimi non si potevano certo rimproverare simpatie per il regime borbonico: Si griderà molto meno contro di voi consiglia Cavour al luogotenente di Napoli quando vi si vedrà armato di un frustino menando botte a destra e a manca : la maggior parte degli esuli napoletani in Piemonte insiste sulla necessità di reprimere e di accentrare. Una logica inesorabile sembra trascinare il governo sulla strada del centralismo. Il Farini tenta di avviare una politica di compromesso con forze ed aspirazioni locali, in base alla considerazione che non si può tagliar corto e profondo nella piaga in un giorno e mantenendo ferma, naturalmente, l intransigenza antidemocratica; ma il tentativo viene aspramente liquidato dalla pressione dei liberali moderati di Torino e di Napoli. Un contrasto si delinea perfino tra Cavour e Vittorio Emanuele, perché questi è disposto ad accogliere alcune richieste dei democratici (come quella di lasciare Mordini al governo della Sicilia e di concedere l amnistia a Mazzini): Cavour lo considera vittima degli intrighi dei garibaldini e minaccia ripetutamente le dimissioni. Ai primi di gennaio del 61, Farini annuncia razzie, come egli le chiama, contro i borbonici recalcitranti e contro i democratici e chiede ripetutamente truppe per prevenire o per reprimere; ma ciò non impedisce che anche questa affermazione di severità e di intransigenza sbocchi in compromessi con gli elementi più servili del passato regime che trovano modo di inserirsi nella trama del nuovo potere. Questa contraddizione tra indirizzo programmatico e concreta costruzione politica fu anche la conseguenza della lotta a fondo condotta contro il governo garibaldino e il partito d azione. Una volta strappata l iniziativa al movimento rivoluzionario, il governo non poté più contare sull embrionale sistema di rapporti che il democratismo garibaldino aveva creato tra il movimento nazionale unitario e l Italia meridionale. L atteggiamento del governo verso l esercito dei volontari che suscitò poi uno dei più violenti e drammatici dibattiti della nostra storia parlamentare non fu che un aspetto di quest opera distruttiva. Spazzate senza pietà quelle stalle ripiene del letame ber- 176

17 taniano, confortiano e simili scrisse Cavour a Farini ai primi di novembre del 60. Il pericolo garibaldino e mazziniano fu sentito e fatto sentire, nei mesi successivi alla liberazione, finché il brigantaggio non dilagò nelle province, assai più che non il pericolo di un tentativo di rivincita dei Borboni. Anche l ostilità verso i municipalisti conservatori e nostalgici fu assai minore che non quella contro i democratici: ciò che costituì un elemento tutt altro che secondario nel fare acquistare ai primi, ai municipalisti, l influenza che essi ebbero e nell agevolare di fatto la loro campagna antipiemontese, nella quale non mancavano motivi ed obiettivi sostanzialmente reazionari e antiunitari. L ultimo tentativo di ripresa delle tradizioni ideali e politiche del liberalismo italiano di fronte alla questione dell ordinamento istituzionale del nuovo Stato fu il progetto di legge sul decentramento amministrativo presentato dal Minghetti alla Camera dei deputati il 13 marzo Anche il progetto del Minghetti fu respinto: esso non corrispondeva più al concreto orientamento delle forze che dirigevano il Paese. La lotta contro il decentramento giunse paradossalmente ad identificarsi con la lotta contro il movimento democratico: i più accesi sostenitori della campagna antiregionalista, come il La Farina e il Paternostro, evocavano con veemenza lo spettro del disordine e dell anarchia democratica di fronte alla prospettiva del decentramento. Questi abbaiatori come li chiamò il Petruccelli erano la punta più avanzata e provocatoria di quella corrente antiautonomistica che era ormai divenuta dominante nella Destra; l indirizzo accentratore si è affermato, nel momento della nascita dello Stato italiano, anche in opposizione alle correnti democratiche. I fermenti autocritici che sorgeranno poi in seno alla Destra dopo il 60 e gli orientamenti riformistici di alcuni gruppi conservatori che costituiranno un fenomeno caratteristico dei primi decenni della vita unitaria hanno in parte la loro origine nel rovesciamento che subì nel 1860 il programma politico dei liberali, a contatto con i problemi dell unificazione. Si spiega anche cosi perché, negli anni posteriori al 60, la polemica meridionalista sia stata aperta ed avviata da un gruppo di conservatori, ideologicamente e politicamente legati alla Destra; e perché questo gruppo, muovendo da una posizione critica nei confronti del formalismo liberale delle istituzioni statali, abbia rivolto la sua attenzione alla realtà storica, politica e sociale del Mezzogiorno: proprio l incontro con questa realtà aveva, infatti, rivelato nel 60 i nodi più complessi e difficili del processo di rinnovamento della vita nazionale e i punti di maggiore debolezza del nuovo Stato e della sua classe dirigente. Si pensi alle famose pagine conclusive dell inchiesta di Sonnino sulla Sicilia; probabilmente in questa luce è possibile comprendere come mai un conservatore il quale, del resto, possedeva un metodo di indagine e di osservazione sperimentale e positiva che mancava alla generazione dei moderati del 1948 possa essere giunto a quella forza di denuncia: In Sicilia colle nostre istituzioni, model- 177

18 late sopra un formalismo liberale anziché ispirate a un vero spirito di libertà, noi abbiamo fornito un mezzo alla classe dirigente opprimente per meglio rivestire di forme legali l oppressione di fatto che già prima esisteva, coll accaparrarsi tutti i poteri mediante l uso e l abuso della forza che tutta era ed è in mano sua; ed ora le prestiamo man forte per assicurarla, che, a qualunque eccesso spinga noi non permetteremo alcuna specie di reazione illegale, mentre di reazione legale non ve ne può essere, poiché la legalità l ha in mano la classe che domina. Le enormi difficoltà incontrate di fronte ai problemi dell Italia meridionale contribuirono ad allontanare i moderati da quei principi di libertà e di governo parlamentare la cui adozione aveva reso possibile la loro egemonia nell Italia settentrionale e centrale. Difficoltà impreviste, per la quasi nessuna conoscenza che il governo piemontese e i suoi rappresentanti avevano del Mezzogiorno, ma in parte anche provocate dalla stessa politica piemontese. Cavour era convinto che, una volta sconfitto il pericolo di una ripresa del repubblicanesimo mazziniano, il metodo della libertà avrebbe finito col ricomporre, su basi nuove, il tessuto politico lacerato e col sanare le ferite che l anno conclusivo del Risorgimento aveva aperto. I mali del Mezzogiorno erano, però, più profondi di quelli che apparivano attraverso la diagnosi che ne avevano data gli stessi esuli meridionali in Piemonte: tanto più tragiche ed insanabili dovevano essere quindi le conseguenze negative della violenta liquidazione e rottura dei rapporti che il movimento garibaldino aveva istituito con le popolazioni meridionali. I moderati napoletani esuli in Piemonte dopo la rivoluzione del 48 avevano concentrato la loro attenzione e quella dell opinione pubblica liberale sullo sfacelo morale e politico della classe dirigente borbonica, ma, tranne qualche eccezione (come quella rappresentata dalla prime Lettere meridionali di Pasquale Villari) erano rimasti assai lontani dalla analisi della realtà meridionale nel suo complesso, dei rapporti sociali e civili esistenti nel Mezzogiorno, delle sue condizioni ed esigenze economiche. Il ritorno degli esuli dal Piemonte non fece quindi avanzare di molto la conoscenza delle reali condizioni del Mezzogiorno. Una valutazione più concreta dei caratteri specifici della situazione meridionale cominciò ad essere fatta soltanto qualche anno più tardi; intanto, al momento dell unificazione, non solo non si ebbe la consapevolezza della realtà naturale ed economica dell Italia meridionale e si continuò per tanto tempo a favoleggiare, com è noto, della sua grande ricchezza naturale, ma neanche si ebbe una chiara visione delle caratteristiche e possibilità di sviluppo della sua vita politica e si oscillò tra la fiducia ingenua nell influenza che un gruppo di liberali napoletani aveva o poteva acquistare nel Paese (gruppo che invece tendeva a rinchiudersi in un aristocratico isolamento ed a formare quel piccolo, ristretto e diffidente partito di governo a cui fu dato il nome di consorteria ) e la negazione della capacità del Mezzogiorno di portarsi ad un più elevato e moderno livello di coscienza politica. 178

19 L adesione data al Piemonte con il plebiscito aveva avuto un carattere tutto particolare e intimamente contraddittorio: era stata determinata, in grandissima parte, proprio da quelle forze radicali alle quali il governo toglieva ora ogni potere e possibilità di esprimersi e di far sentire le proprie esigenze ed aspirazioni. Quella che il Farini chiamava la superstizione garibaldina delle moltitudini era stata un elemento importante di avvicinamento del Mezzogiorno all idea nazionale. Proprio alla vigilia del plebiscito, un conservatore come Ruggero Bonghi riconosceva che se il Mezzogiorno aveva cominciato a farsi un concetto dell Italia e dell indipendenza nazionale era meritò esclusivo di Garibaldi e del suo immenso prestigio. E più puntualmente Pasquale Stanislao Mancini: Se ora il popolo accetta l unione col Piemonte, è perché Garibaldi ha voluto cosi. Si confronti, dunque, la situazione dell Italia centrale al momento dell annessione, con quella del Mezzogiorno e si vedrà subito che le differenze profonde che esse presentano non riguardano soltanto il grado di maggiore o minore maturità di forze politiche o il carattere più o meno arretrato ed elementare dei contrasti sociali, ma riguardano anche la continuità tra le forze che promuovono l unione nazionale e quelle che poi governano o determinano l indirizzo di governo; si vedrà che nel Mezzogiorno il fatto più rilevante è proprio la mancanza di questa continuità. Era quindi inevitabile che la validità del plebiscito venisse rimessa quasi subito in discussione e non già per l atmosfera di intimidazione in cui si votò o per la mancata libertà reale di scelta tra Vittorio Emanuele o Francesco II, ma perché, ponendosi il dilemma appunto in questi termini, si era lasciata fuori la parte veramente importante dei problemi intorno ai quali si era accesa la lotta politica nel Mezzogiorno e si erano messi a tacere partiti e correnti che erano a più stretto contatto con la realtà meridionale. In queste condizioni, il governo liberale moderato a Napoli ed a Palermo era condannato all isolamento, che doveva rendere estremamente difficile la ricerca di una via per amministrare le regioni liberate; certo assai più difficile di quanto non era stata alcuni mesi prima per il governo garibaldino. Ed era quasi naturale, allora, che si tendesse a riportare esclusivamente all arretratezza, alla corruzione, all ignoranza delle popolazioni meridionali la causa prima della impossibilità di far funzionare in modo normale le leve del governo e di applicare il sistema della libertà. Altro, che Italia scriveva Farini al Cavour questa è Affrica: i beduini, a riscontro di questi caffoni, sono fior di virtù civile. E più tardi, da Napoli: Questa moltitudine brulica come i vermi nel corpo marcio dello Stato; che Italia, che libertà! Ozio e maccheroni... Se il parlamento nazionale non instaura con la sua grande autorità morale un poco di autorità effettiva, qua, credete a me, l annessione di Napoli diviene la cancrena del rimanente Stato. Era una opinione tutt altro che isolata, tranne che per l appello al Parlamento che diventava sempre meno attuale per lo stesso Farini: al contrario, 179

20 non c era una voce, tra i moderati piemontesi o napoletani, che fosse discordante da questa e che non tendesse ad affermare a tutte lettere la ingovernabilità delle province meridionali. D Azeglio giungeva ad affermare che l unione col Mezzogiorno gli dava l impressione di andare a letto con un vaioloso ; l atteggiamento del re e dei suoi ufficiali che, secondo la testimonianza del Visconti Venosta, non riuscivano a comportarsi e a parlare diversamente dal manico di uno scudiscio, contribuiva ad aggravare le già drammatiche difficoltà. La frattura tra rivoluzione meridionale e moderatismo rese assai più problematico l avvicinamento del Mezzogiorno allo Stato nazionale ed alle nuove istituzioni. Ed a questa frattura contribuirono l orientamento oligarchico del liberalismo italiano (che poi, sul piano storico, metterà in rilievo la scarsa partecipazione popolare al Risorgimento dopo avere operato con ogni mezzo per impedirla e per tenere in posizione subalterna non solo le masse contadine ma anche strati importanti di piccola e media borghesia), le contraddizioni del movimento garibaldino e l arretratezza politico sociale delle regioni liberate che rendeva assai difficile far convergere verso un comune obiettivo di fondo, tra inevitabili e necessarie differenze politiche, forze sociali così nettamente contrastanti come quelle dei contadini esasperati dalla miseria e della borghesia incapace di sottrarsi radicalmente alla pressione politica e sociale della aristocrazia terriera. Un problema complesso è quello del rapporto tra il nuovo governo e le correnti autonomistiche napoletane, che si fecero ad un certo momento portavoce del malcontento antipiemontese; certamente esse, come è stato rilevato dal Passerin d Entrèves, con le formule del gran dualismo, del rispetto delle tradizioni, delle leggi e degli istituti locali esprimevano la tendenza a lasciare sostanzialmente le cose come erano, a non rinnovare nulla, a conservare il borbonismo senza i Borboni; soprattutto poi, il limite dell autonomismo napoletano era la sua incapacità di guardare al di là degli interessi, delle tradizioni e dei vecchi privilegi dell ex capitale; il loro autonomismo era in gran parte municipale, napoletanistico è proprio in questo modo, attraverso questa caratteristica, esse si rivelano espressione di quel vecchio ceto politico napoletano che era sempre stato a mezza strada tra borbonismo e liberalismo. Al nuovo governo, dunque, non era più possibile in queste condizioni, fare appello al Mezzogiorno affinché i bisogni e le speranze da cui era nata la ribellione contro i Borbonici chiarissero ed acquistassero consistenza sul piano politico; lo impediva la lotta contro ì democratici, l isolamento dei liberali piemontesizzati, la tendenza degli autonomisti napoletani a confondere la propria voce con quella dei nemici dello Stato unitario; e intanto, nelle province, tornava a sollevarsi la bandiera dei Borboni e si riapriva, non più nel quadro di una rivoluzione democratica ma con un significato politico implicitamente o esplicitamente reazionario, una guerra sociale. 180

L unificazione dell Italia

L unificazione dell Italia L unificazione dell Italia Dopo i moti rivoluzionari del e la sconfitta piemontese nella prima guerra d indipendenza (1848-1849) negli stati italiani ci fu una dura repressione chiesta dall Austria. L

Dettagli

Il Risorgimento e l Unità d italia

Il Risorgimento e l Unità d italia Il Risorgimento e l Unità d italia Prima parte: L Italia dopo il «Congresso di Vienna» : un espressione geografica L Italia, dopo il congresso di Vienna (1814-1815), è divisa in più stati, la maggior parte

Dettagli

Il processo di unificazione (1849-1861)

Il processo di unificazione (1849-1861) Il processo di unificazione (1849-1861) Il Piemonte dopo il 48 Il Regno di Sardegna è l unico stato italiano che mantiene lo Statuto. Crisi tra il re Vittorio Emanuele II e il suo ministro D Azeglio e

Dettagli

La Resistenza Italiana SPIEGATA DAGLI ALUNNI DELLA 3 E

La Resistenza Italiana SPIEGATA DAGLI ALUNNI DELLA 3 E La Resistenza Italiana SPIEGATA DAGLI ALUNNI DELLA 3 E Cosa è la resistenza? La Resistenza italiana, comunemente chiamata Resistenza, anche detta "Resistenza partigiana" o "Secondo Risorgimento", fu l'insieme

Dettagli

GIORNATA DEL VOLONTARIATO. Torino 7 aprile 2013. regionale a tutti i volontari piemontesi che hanno accolto l invito a

GIORNATA DEL VOLONTARIATO. Torino 7 aprile 2013. regionale a tutti i volontari piemontesi che hanno accolto l invito a GIORNATA DEL VOLONTARIATO Torino 7 aprile 2013 Desidero porgere un caloroso saluto a nome dell intera Assemblea regionale a tutti i volontari piemontesi che hanno accolto l invito a partecipare a questa

Dettagli

nome classe data la repubblica, la costituzione Quanti voti ha ricevuto la monarchia? Quanti la repubblica?...

nome classe data la repubblica, la costituzione Quanti voti ha ricevuto la monarchia? Quanti la repubblica?... Giugno 946, nasce la Repubblica Leggi il testo poi osserva la tabella con i dati del referendum e rispondi alle domande. Dopo la guerra era necessario creare uno Stato nuovo in cui venissero riconosciuti

Dettagli

ESERCITAZIONE OSSERVARE UN ALBERO

ESERCITAZIONE OSSERVARE UN ALBERO L esercizio richiesto consiste nella scelta di un albero e il suo monitoraggio/racconto al fine di sviluppare l osservazione attenta come mezzo per la conoscenza del materiale vegetale. L esercitazione

Dettagli

Cosa ci può stimolare nel lavoro?

Cosa ci può stimolare nel lavoro? a Cosa ci può stimolare nel lavoro? Quello dell insegnante è un ruolo complesso, in cui entrano in gioco diverse caratteristiche della persona che lo esercita e della posizione che l insegnante occupa

Dettagli

PENSIERO DI LENIN. Fonte: Lenin [Vladimir Ilic Ulianov], Scritti economici, Roma, Editori Riuniti, 1977, pp. 837-840.

PENSIERO DI LENIN. Fonte: Lenin [Vladimir Ilic Ulianov], Scritti economici, Roma, Editori Riuniti, 1977, pp. 837-840. PENSIERO DI LENIN Fonte: Lenin [Vladimir Ilic Ulianov], Scritti economici, Roma, Editori Riuniti, 1977, pp. 837-840. Articolo datato 6 gennaio 1923 e pubblicato sulla «Pravda» del 27 gennaio 1923. ******

Dettagli

Camera dei Deputati 449 Senato della Repubblica. xiv legislatura disegni di legge e relazioni documenti

Camera dei Deputati 449 Senato della Repubblica. xiv legislatura disegni di legge e relazioni documenti Camera dei Deputati 449 Senato della Repubblica Camera dei Deputati 450 Senato della Repubblica Camera dei Deputati 451 Senato della Repubblica Camera dei Deputati 452 Senato della Repubblica Camera dei

Dettagli

Il crollo dello stato liberale e l avvento del fascismo

Il crollo dello stato liberale e l avvento del fascismo L Italia fascista Il crollo dello stato liberale e l avvento del fascismo La nascita e l affermazione del Fascismo La prima riunione del movimento dei fasci di combattimento si tenne a Milano nel 1919.

Dettagli

IL RISORGIMENTO IN SINTESI

IL RISORGIMENTO IN SINTESI IL RISORGIMENTO IN SINTESI La rivoluzione francese ha rappresentato il tentativo violento, da parte del popolo, ma soprattutto della borghesia francese (e poi anche del resto dei paesi europei) di lottare

Dettagli

INTERVENTO DELL ON. CARFAGNA Nella Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. 26 novembre 2014

INTERVENTO DELL ON. CARFAGNA Nella Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. 26 novembre 2014 a cura del Gruppo Parlamentare della Camera dei Deputati Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente 836 INTERVENTO DELL ON. CARFAGNA Nella Giornata internazionale per l'eliminazione

Dettagli

Lezione n 2 L educazione come atto ermeneutico (2)

Lezione n 2 L educazione come atto ermeneutico (2) Lezione n 2 L educazione come atto ermeneutico (2) Riprendiamo l analisi interrotta nel corso della precedente lezione b) struttura dialogica del fatto educativo Per rispondere a criteri ermenutici, l

Dettagli

Prof.ssa Cristina Galizia www.arringo.wordpress.com

Prof.ssa Cristina Galizia www.arringo.wordpress.com LA SECONDA GUERRA DI INDIPENDENZA (1859-1860) Prof.ssa Cristina Galizia Per scacciare gli Austriaci dal suolo italiano, Cavour decise di chiedere aiuto alla Francia, nemica storica dell Austria. Ma come

Dettagli

UNA LEZIONE SUI NUMERI PRIMI: NASCE LA RITABELLA

UNA LEZIONE SUI NUMERI PRIMI: NASCE LA RITABELLA UNA LEZIONE SUI NUMERI PRIMI: NASCE LA RITABELLA Tutti gli anni, affrontando l argomento della divisibilità, trovavo utile far lavorare gli alunni sul Crivello di Eratostene. Presentavo ai ragazzi una

Dettagli

Capitolo 3: Cenni di strategia

Capitolo 3: Cenni di strategia Capitolo 3: Cenni di strategia Le "Mobilità" L obiettivo fondamentale del gioco è, naturalmente, catturare semi, ma l obiettivo strategico più ampio è di guadagnare il controllo dei semi in modo da poter

Dettagli

Scopri il piano di Dio: Pace e vita

Scopri il piano di Dio: Pace e vita Scopri il piano di : Pace e vita E intenzione di avere per noi una vita felice qui e adesso. Perché la maggior parte delle persone non conosce questa vita vera? ama la gente e ama te! Vuole che tu sperimenti

Dettagli

STORIA DEGLI STATI UNITI D AMERICA (U.S.A.)

STORIA DEGLI STATI UNITI D AMERICA (U.S.A.) STORIA DEGLI STATI UNITI D AMERICA (U.S.A.) OGGI Oggi gli Stati Uniti d America (U.S.A.) comprendono 50 stati. La capitale è Washington. Oggi la città di New York, negli Stati Uniti d America, è come la

Dettagli

IL FASCISMO 1919-1943

IL FASCISMO 1919-1943 IL FASCISMO 1919-1943 Origini del fascismo 1919-1921 Il fascismo prende il potere 1922-1924 Diventa una regime totalitario di massa (dittatura) 1925-1943 Le origini del Fascismo 1919-1921 Dalla crisi economica

Dettagli

Gestione della politica monetaria: strumenti e obiettivi corso PAS. Mishkin, Eakins, Istituzioni e mercati finanziari, 3/ed.

Gestione della politica monetaria: strumenti e obiettivi corso PAS. Mishkin, Eakins, Istituzioni e mercati finanziari, 3/ed. Gestione della politica monetaria: strumenti e obiettivi corso PAS 1 Anteprima Con il termine politica monetaria si intende la gestione dell offerta di moneta. Sebbene il concetto possa apparire semplice,

Dettagli

Accogliere e trattenere i volontari in associazione. Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile

Accogliere e trattenere i volontari in associazione. Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile Accogliere e trattenere i volontari in associazione Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile Accoglienza Ogni volontario dovrebbe fin dal primo incontro con l associazione, potersi sentire accolto e a proprio

Dettagli

Relazione attività esercizio 2012

Relazione attività esercizio 2012 Relazione attività esercizio 2012 maggio 2013 Il Sentiero di Morena fonda le sue radici nella storia pluriennale di un gruppo di fami-glie della provincia di Ascoli Piceno che praticano direttamente o

Dettagli

CORSO VENDITE LIVELLO BASE ESERCIZIO PER L ACQUISIZIONE DEI DATI

CORSO VENDITE LIVELLO BASE ESERCIZIO PER L ACQUISIZIONE DEI DATI CORSO VENDITE LIVELLO BASE ESERCIZIO PER L ACQUISIZIONE DEI DATI 1. Vai a visitare un cliente ma non lo chiudi nonostante tu gli abbia fatto una buona offerta. Che cosa fai? Ti consideri causa e guardi

Dettagli

L USO DELLA PNL IN AZIENDA: COME, QUANDO E PERCHE

L USO DELLA PNL IN AZIENDA: COME, QUANDO E PERCHE L USO DELLA PNL IN AZIENDA: COME, QUANDO E PERCHE LA SCIENZA Se si cerca programmazione neurolinguistica O PNL si hanno questi risultati ( tantissimi ) Definire la PNL, Programmazione Neuro Linguistica

Dettagli

GRUPPI DI INCONTRO per GENITORI

GRUPPI DI INCONTRO per GENITORI Nell ambito delle attività previste dal servizio di Counseling Filosofico e di sostegno alla genitorialità organizzate dal nostro Istituto, si propone l avvio di un nuovo progetto per l organizzazione

Dettagli

Come fare una scelta?

Come fare una scelta? Come fare una scelta? Don Alberto Abreu www.pietrscartata.com COME FARE UNA SCELTA? Osare scegliere Dio ha creato l uomo libero capace di decidere. In molti occasioni, senza renderci conto, effettuiamo

Dettagli

La rivoluzione Francese: cade la Bastiglia, crollano feudalesimo e assolutismo dei re. Guglielmo Spampinato

La rivoluzione Francese: cade la Bastiglia, crollano feudalesimo e assolutismo dei re. Guglielmo Spampinato La rivoluzione Francese: cade la Bastiglia, crollano feudalesimo e assolutismo dei re. Guglielmo Spampinato Data l indecisione sul metodo della votazione ( per stato o per testa) il terzo stato si riunì

Dettagli

La strage di Capaci raccontata da Tina Montinaro

La strage di Capaci raccontata da Tina Montinaro La strage di Capaci raccontata da Tina Montinaro Venerdì 17 aprile, è venuta nella nostra scuola signora Tina Montinaro, vedova di Antonio Montinaro, uno dei tre uomini di scorta che viaggiavano nella

Dettagli

Proposta di intervento rieducativo con donne operate al seno attraverso il sistema BIODANZA

Proposta di intervento rieducativo con donne operate al seno attraverso il sistema BIODANZA Proposta di intervento rieducativo con donne operate al seno attraverso il sistema BIODANZA Tornare a «danzare la vita» dopo un intervento al seno Micaela Bianco I passaggi Coinvolgimento medici e fisioterapiste

Dettagli

LE STRATEGIE DI COPING

LE STRATEGIE DI COPING Il concetto di coping, che può essere tradotto con fronteggiamento, gestione attiva, risposta efficace, capacità di risolvere i problemi, indica l insieme di strategie mentali e comportamentali che sono

Dettagli

LE TAPPE DELLE UNIFICAZIONI ITALIANA E TEDESCA

LE TAPPE DELLE UNIFICAZIONI ITALIANA E TEDESCA LE TAPPE DELLE UNIFICAZIONI ITALIANA E TEDESCA 1848-1849 La Prima Guerra d Indipendenza Nel 1848 un ondata rivoluzionaria investì quasi tutta l Europa. La ribellione scoppiò anche nel Veneto e nella Lombardia,

Dettagli

SERVIZIO CIVILE: GIOVANI PER UN ITALIA SOLIDALE ROMA 2 GIUGNO 2015 - CAMERA DEI DEPUTATI

SERVIZIO CIVILE: GIOVANI PER UN ITALIA SOLIDALE ROMA 2 GIUGNO 2015 - CAMERA DEI DEPUTATI IL SOTTOSEGRETARIO DI STATO SERVIZIO CIVILE: GIOVANI PER UN ITALIA SOLIDALE ROMA 2 GIUGNO 2015 - CAMERA DEI DEPUTATI INTERVENTO ON.LE BOBBA On. Presidente Boldrini, signori Ministri e membri del Governo,

Dettagli

LE SCHEDE DIDATTICHE DELLA MAESTRA MPM LE GUERRE PERSIANE

LE SCHEDE DIDATTICHE DELLA MAESTRA MPM LE GUERRE PERSIANE LE GUERRE PERSIANE Mentre le città greche si sviluppavano, i Persiani crearono un vastissimo impero sottomettendo tutti i popoli conquistati. Sparta e Atene, piuttosto di perdere la propria libertà affrontarono

Dettagli

Da dove nasce l idea dei video

Da dove nasce l idea dei video Da dove nasce l idea dei video Per anni abbiamo incontrato i potenziali clienti presso le loro sedi, come la tradizione commerciale vuole. L incontro nasce con una telefonata che il consulente fa a chi

Dettagli

I DISCORSI DELLA LIBERTÀ (7) NELSON MANDELA Discorso in difesa di se stesso e dei suoi obiettivi, 20 aprile 1964

I DISCORSI DELLA LIBERTÀ (7) NELSON MANDELA Discorso in difesa di se stesso e dei suoi obiettivi, 20 aprile 1964 506 I DISCORSI DELLA LIBERTÀ (7) NELSON MANDELA Discorso in difesa di se stesso e dei suoi obiettivi, 20 aprile 1964 11 dicembre 2013 a cura del Gruppo Parlamentare della Camera dei Deputati Forza Italia

Dettagli

Gestione del conflitto o della negoziazione

Gestione del conflitto o della negoziazione 1. Gestione del conflitto o della negoziazione Per ognuna delle 30 coppie di alternative scegli quella che è più vera per te. A volte lascio che siano gli altri a prendersi la responsabilità di risolvere

Dettagli

TNT IV. Il Diavolo è meno brutto di come ce lo dipingono!!! (Guarda il video)

TNT IV. Il Diavolo è meno brutto di come ce lo dipingono!!! (Guarda il video) TNT IV Il Diavolo è meno brutto di come ce lo dipingono!!! (Guarda il video) Al fine di aiutare la comprensione delle principali tecniche di Joe, soprattutto quelle spiegate nelle appendici del libro che

Dettagli

CONFRONTO TRA STABILE ORGANIZZAZIONE, SOCIETA E UFFICIO DI RAPPRESENTANZA

CONFRONTO TRA STABILE ORGANIZZAZIONE, SOCIETA E UFFICIO DI RAPPRESENTANZA CONFRONTO TRA STABILE ORGANIZZAZIONE, SOCIETA E UFFICIO DI RAPPRESENTANZA L attuale contesto economico, sempre più caratterizzato da una concorrenza di tipo internazionale e da mercati globali, spesso

Dettagli

STATUTO ASSOCIAZIONE GIOVANI BANCA di CREDITO COOPERATIVO Giuseppe Toniolo CAPO I - PRINCIPI FONDAMENTALI

STATUTO ASSOCIAZIONE GIOVANI BANCA di CREDITO COOPERATIVO Giuseppe Toniolo CAPO I - PRINCIPI FONDAMENTALI STATUTO ASSOCIAZIONE GIOVANI BANCA di CREDITO COOPERATIVO Giuseppe Toniolo CAPO I - PRINCIPI FONDAMENTALI Art. 1 - L Associazione L Associazione GIOVANI BANCA di CREDITO COOPERATIVO Giuseppe Toniolo (GIOVANI

Dettagli

Alpiq EcoServices Con sicurezza verso l obiettivo energetico.

Alpiq EcoServices Con sicurezza verso l obiettivo energetico. Alpiq EcoServices Con sicurezza verso l obiettivo energetico. Assumersi responsabilità. Con provvedimenti energeticamente efficienti. L efficienza energetica è una strategia efficace per la protezione

Dettagli

Questionario tipi umani

Questionario tipi umani Questionario tipi umani Dare solo una risposta, indicandola con una crocetta, ad ogni item in relazione al livello corrispondente. A - Mi riesce spiacevole realizzare un lavoro non diretto da me. - Se

Dettagli

COSA FARE SE SI È VITTIMA DI STALKING? Strategie d azione

COSA FARE SE SI È VITTIMA DI STALKING? Strategie d azione COSA FARE SE SI È VITTIMA DI STALKING? Strategie d azione Non esiste un'unica soluzione che vada bene per ogni situazione di molestie assillanti. Le strategie d azione rivelatesi efficaci nel contrastare

Dettagli

Obbiettivo dell incontro: accompagnare i bambini verso la comprensione che per credere in Gesù dobbiamo amarlo e non dubitare mai del suo Amore

Obbiettivo dell incontro: accompagnare i bambini verso la comprensione che per credere in Gesù dobbiamo amarlo e non dubitare mai del suo Amore Traccia: Obbiettivo dell incontro: accompagnare i bambini verso la comprensione che per credere in Gesù dobbiamo amarlo e non dubitare mai del suo Amore Per la preghiera: vedi in allegato. Sviluppo dell

Dettagli

J. Delors NELL EDUCAZIONE UN TESORO. Rapporto all UNESCO della Commissione Internazionale sull Educazione per il XXI secolo

J. Delors NELL EDUCAZIONE UN TESORO. Rapporto all UNESCO della Commissione Internazionale sull Educazione per il XXI secolo J. Delors NELL EDUCAZIONE UN TESORO Rapporto all UNESCO della Commissione Internazionale sull Educazione per il XXI secolo L utopia dell educazione L educazione è un mezzo prezioso e indispensabile che

Dettagli

IL FONDO OGGI E DOMANI

IL FONDO OGGI E DOMANI IL FONDO OGGI E DOMANI Lo schema di gestione che ha caratterizzato il Fondo fin dalla sua origine nel 1986 prevede un unico impiego delle risorse su una linea assicurativa gestita con contabilità a costi

Dettagli

SERVE ANCORA AVERE UN SISTEMA DI QUALITÀ CERTIFICATO?

SERVE ANCORA AVERE UN SISTEMA DI QUALITÀ CERTIFICATO? LA NUOVA ISO 9001 : 2008 SERVE ANCORA AVERE NEL 2009 UN SISTEMA DI QUALITÀ CERTIFICATO? Paolo Citti Ordinario Università degli Studi di Firenze Presidente AICQ Tosco Ligure 1 Si legge oggi sui giornali

Dettagli

Claudio Bencivenga IL PINGUINO

Claudio Bencivenga IL PINGUINO Claudio Bencivenga IL PINGUINO 1 by Claudio Bencivenga tutti i diritti riservati 2 a mia Madre che mi raccontò la storia del pignuino Nino a Barbara che mi aiuta sempre in tutto 3 4 1. IL PINGUINO C era

Dettagli

Siamo così arrivati all aritmetica modulare, ma anche a individuare alcuni aspetti di come funziona l aritmetica del calcolatore come vedremo.

Siamo così arrivati all aritmetica modulare, ma anche a individuare alcuni aspetti di come funziona l aritmetica del calcolatore come vedremo. DALLE PESATE ALL ARITMETICA FINITA IN BASE 2 Si è trovato, partendo da un problema concreto, che con la base 2, utilizzando alcune potenze della base, operando con solo addizioni, posso ottenere tutti

Dettagli

Davide Uzzo LA COSTANZA PREMIA

Davide Uzzo LA COSTANZA PREMIA La costanza premia Davide Uzzo LA COSTANZA PREMIA INDICE La costanza premia PAG. 07 PAG. 11 PAG. 17 PAG. 26 PAG. 39 PAG. 44 PAG. 47 INTRODUZIONE SIETE PRONTI? SI COMINCIA! VARIE TECNICHE DI SCOMMESSA

Dettagli

Alessandro Ricci Psicologo Psicoterapeuta Università Salesiana di Roma

Alessandro Ricci Psicologo Psicoterapeuta Università Salesiana di Roma Alessandro Ricci Psicologo Psicoterapeuta Università Salesiana di Roma LA COPPIA NON PUO FARE A MENO DI RICONOSCERE E ACCETTARE CHE L ALTRO E UN TU E COME TALE RAPPRESENTA NON UN OGGETTO DA MANIPOLARE

Dettagli

GLI STRUMENTI DELLA GEOGRAFIA

GLI STRUMENTI DELLA GEOGRAFIA VOLUME 1 CAPITOLO 0 MODULO D LE VENTI REGIONI ITALIANE GLI STRUMENTI DELLA GEOGRAFIA 1. Parole per capire A. Conosci già queste parole? Scrivi il loro significato o fai un disegno: Terra... territorio...

Dettagli

DIMENSIONI CRITERI INDICATORI

DIMENSIONI CRITERI INDICATORI Allegato 4 - Manerbio META EDUCATIVA: autonomia in ambito scolastico (classe 4/5 scuola primaria) DIMENSIONI CRITERI INDICATORI GESTIONALE OPERATIVA Uso degli strumenti Conoscere gli strumenti necessari

Dettagli

La Posta svizzera SecurePost SA, Oensingen

La Posta svizzera SecurePost SA, Oensingen La Posta svizzera SecurePost SA, Oensingen Il datore di lavoro Richard Mann Circa un anno e mezzo fa, nell ambito del progetto Integrazione di persone disabili presso la Posta, abbiamo assunto una nuova

Dettagli

In questa lezione abbiamo ricevuto in studio il Dott. Augusto Bellon, Dirigente Scolastico presso il Consolato Generale d Italia a São Paulo.

In questa lezione abbiamo ricevuto in studio il Dott. Augusto Bellon, Dirigente Scolastico presso il Consolato Generale d Italia a São Paulo. In questa lezione abbiamo ricevuto in studio il Dott. Augusto Bellon, Dirigente Scolastico presso il Consolato Generale d Italia a São Paulo. Vi consiglio di seguire l intervista senza le didascalie 1

Dettagli

IL COMPORTAMENTO DEL LEADER E LA REAZIONE DEI MEMBRI DEL GRUPPO IN TRE DIVERSI CLIMI AZIENDALI AUTORITARIO DEMOCRATICO LASSISTA. www.ergonomica.

IL COMPORTAMENTO DEL LEADER E LA REAZIONE DEI MEMBRI DEL GRUPPO IN TRE DIVERSI CLIMI AZIENDALI AUTORITARIO DEMOCRATICO LASSISTA. www.ergonomica. IL COMPORTAMENTO DEL LEADER E LA REAZIONE DEI MEMBRI DEL GRUPPO IN TRE DIVERSI CLIMI AZIENDALI AUTORITARIO DEMOCRATICO LASSISTA Ogni decisione sul da farsi viene presa dal leader. Tutte le cose da farsi

Dettagli

Mario Albertini. Tutti gli scritti IV. 1962-1964. a cura di Nicoletta Mosconi. Società editrice il Mulino

Mario Albertini. Tutti gli scritti IV. 1962-1964. a cura di Nicoletta Mosconi. Società editrice il Mulino Mario Albertini Tutti gli scritti IV. 1962-1964 a cura di Nicoletta Mosconi Società editrice il Mulino 822 Anno 1964 A Bernard Lesfargues Caro Bernard, Pavia, 28 novembre 1964 dato che non verrò a Lione

Dettagli

Mentore. Rende ordinario quello che per gli altri è straordinario

Mentore. Rende ordinario quello che per gli altri è straordinario Mentore Rende ordinario quello che per gli altri è straordinario Vision Creare un futuro migliore per le Nuove Generazioni Come? Mission Rendere quante più persone possibili Libere Finanziariamente Con

Dettagli

Tra il dire e l educare c è di mezzo il web. Come può la comunicazione educare alla cultura dell incontro?

Tra il dire e l educare c è di mezzo il web. Come può la comunicazione educare alla cultura dell incontro? Tra il dire e l educare c è di mezzo il web. Come può la comunicazione educare alla cultura dell incontro? Marco Deriu docente di Teoria e tecnica delle comunicazioni di massa, Università Cattolica per

Dettagli

GENNAIO CGIL CGIL CGIL CGIL CGIL CGIL CGIL CGIL CGIL CGIL CGIL CGIL SIENA. Giuseppe Di Vittorio 1954 MARTEDÌ MERCOLEDÌ GIOVEDÌ VENERDÌ DOMENICA

GENNAIO CGIL CGIL CGIL CGIL CGIL CGIL CGIL CGIL CGIL CGIL CGIL CGIL SIENA. Giuseppe Di Vittorio 1954 MARTEDÌ MERCOLEDÌ GIOVEDÌ VENERDÌ DOMENICA GENNAIO 1 17 2 3 18 19 4 20 5 6 21 22 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 23 24 25 26 27 28 29 30 31 Vedo davanti a me tante facce, vedo dei neri,...dei bianchi, dei gialli, dei mezzi neri come me, ma tutti insieme,

Dettagli

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (Argomento n. 3 all ordine del giorno)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (Argomento n. 3 all ordine del giorno) 1 Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (Argomento n. 3 all ordine del giorno) Passiamo alla trattazione della: ITR/1037/QT, in data 19 novembre 2010, a firma dei Consiglieri Spreafico, Pizzul,

Dettagli

Anno 2004/2005 CORSO SNES-CSI PER FORMATORI. Bologna, 3 dicembre 2005. Lara Rossin

Anno 2004/2005 CORSO SNES-CSI PER FORMATORI. Bologna, 3 dicembre 2005. Lara Rossin Anno 2004/2005 LA FIGURA DEL FORMATORE CSI -LE SUE PECULIARITÀ E LA SUA MISSION- CORSO SNES-CSI PER FORMATORI Bologna, 3 dicembre 2005 Lara Rossin 1 INTRODUZIONE Non si insegna e non si può insegnare,

Dettagli

Progetto incontra l autore

Progetto incontra l autore Progetto incontra l autore Il primo aprile la classe 2 C ha incontrato Viviana Mazza, la scrittrice del libro per ragazzi «Storia di Malala». Due nostre compagne l hanno intervistata sul suo lavoro e sul

Dettagli

PROMUOVERSI MEDIANTE INTERNET di Riccardo Polesel. 1. Promuovere il vostro business: scrivere e gestire i contenuti online» 15

PROMUOVERSI MEDIANTE INTERNET di Riccardo Polesel. 1. Promuovere il vostro business: scrivere e gestire i contenuti online» 15 Indice Introduzione pag. 9 Ringraziamenti» 13 1. Promuovere il vostro business: scrivere e gestire i contenuti online» 15 1. I contenuti curati, interessanti e utili aiutano il business» 15 2. Le aziende

Dettagli

La carriera universitaria e l inserimento nel mondo del lavoro dei laureati in Ingegneria dei Materiali

La carriera universitaria e l inserimento nel mondo del lavoro dei laureati in Ingegneria dei Materiali La carriera universitaria e l inserimento nel mondo del lavoro dei laureati in Ingegneria dei Materiali Studenti che hanno conseguito la laurea specialistica nell anno solare 2009 Questa indagine statistica

Dettagli

La Convenzione sui diritti dell infanzia

La Convenzione sui diritti dell infanzia NOME... COGNOME... CLASSE... DATA... La Convenzione sui diritti dell infanzia La Convenzione sui diritti dell infanzia è stata approvata dall Assemblea generale delle Nazioni unite (ONU) il 20 novembre

Dettagli

RILANCIO, GOVERNO E RAPPRESENTANZA DELLE AUTONOMIE SCOLASTICHE La scuola è un Istituzione della Repubblica che garantisce, insieme al valore legale

RILANCIO, GOVERNO E RAPPRESENTANZA DELLE AUTONOMIE SCOLASTICHE La scuola è un Istituzione della Repubblica che garantisce, insieme al valore legale RILANCIO,GOVERNOERAPPRESENTANZADELLEAUTONOMIESCOLASTICHE Lascuolaèun IstituzionedellaRepubblicachegarantisce,insiemealvalorelegaledeititolidistudiosu tutto il territorio nazionale, pari opportunità a tutti

Dettagli

PROGETTO INCREASING EUROPEAN CITIZENSHIP ICE (MIGLIORARE LA CITTADINANZA EUROPEA)

PROGETTO INCREASING EUROPEAN CITIZENSHIP ICE (MIGLIORARE LA CITTADINANZA EUROPEA) Cilap eapn Italia PROGETTO INCREASING EUROPEAN CITIZENSHIP ICE (MIGLIORARE LA CITTADINANZA EUROPEA) PROGRAMMA LIFELONG LEARNING GRUNDTVIG 2012 PARTENARIATO DI APPRENDIMENTO (No. 2012-1-IT2_GRU06_37625_1)

Dettagli

Hanno così acquisito un know how specifico, prezioso, sulle tecniche della raccolta fondi.

Hanno così acquisito un know how specifico, prezioso, sulle tecniche della raccolta fondi. La sindrome di RETT una malattia rara. I giovani del Rotaract hanno, in questi anni, già collaborato con Telethon, organizzando banchetti, distribuendo inviti e in generale promuovendo le attività di Telethon

Dettagli

Emozione: Risposta affettiva a situazioni oggettive o a stati soggettivi che turbano profondamente la coscienza.

Emozione: Risposta affettiva a situazioni oggettive o a stati soggettivi che turbano profondamente la coscienza. Emozione: Risposta affettiva a situazioni oggettive o a stati soggettivi che turbano profondamente la coscienza. Le emozioni esercitano una forza incredibilmente potente sul comportamento umano. Le emozioni

Dettagli

queste domande e l importanza delle loro risposte, per quanto concerne questo lavoro.

queste domande e l importanza delle loro risposte, per quanto concerne questo lavoro. ABSTRACT La presenti tesi affronterà i problemi legati ai diritti umani, focalizzandosi specificatamente sul trattamento e lo sviluppo di questi diritti in Cina e nelle sue due Regioni Amministrative Speciali,

Dettagli

Casa di cura e di riposo per anziani di Gundeldingen, Basilea (BS)

Casa di cura e di riposo per anziani di Gundeldingen, Basilea (BS) Casa di cura e di riposo per anziani di Gundeldingen, Basilea (BS) Werner Wassermann, datore di lavoro La signora L. lavora da noi da tanto tempo. È stata capo reparto e noi, ma anche gli altri collaboratori

Dettagli

COME AVERE SUCCESSO SUL WEB?

COME AVERE SUCCESSO SUL WEB? Registro 3 COME AVERE SUCCESSO SUL WEB? Guida pratica per muovere con successo i primi passi nel web MISURAZIONE ED OBIETTIVI INDEX 3 7 13 Strumenti di controllo e analisi Perché faccio un sito web? Definisci

Dettagli

Napoleone, la Francia, l l Europa

Napoleone, la Francia, l l Europa L Età napoleonica Napoleone, la Francia, l l Europa Nel 1796 Napoleone intraprese la campagna d d Italia. Tra il 1796 e il 1799 l l Italia passò sotto il dominio francese. Nacquero alcune repubbliche(cisalpina,

Dettagli

Risultati parziali - su 1580 partecipanti

Risultati parziali - su 1580 partecipanti Risultati parziali - su 1580 partecipanti 1. PARTECIPANTI AL SONDAGGIO 69,81% ETA' 24,50% Partecipanti al sondaggio 19-24 anni 25-29 anni Figura 1: Giovani partecipanti al sondaggio per fascia d età REGIONE

Dettagli

Appunti sulla Macchina di Turing. Macchina di Turing

Appunti sulla Macchina di Turing. Macchina di Turing Macchina di Turing Una macchina di Turing è costituita dai seguenti elementi (vedi fig. 1): a) una unità di memoria, detta memoria esterna, consistente in un nastro illimitato in entrambi i sensi e suddiviso

Dettagli

I colloqui scuola-famiglia: le basi per una comunicazione efficace Dott.ssa Claudia Trombetta Psicologa e psicoterapeuta claudia.trombetta@email.

I colloqui scuola-famiglia: le basi per una comunicazione efficace Dott.ssa Claudia Trombetta Psicologa e psicoterapeuta claudia.trombetta@email. I colloqui scuola-famiglia: le basi per una comunicazione efficace Dott.ssa Claudia Trombetta Psicologa e psicoterapeuta claudia.trombetta@email.it CTI Monza, 20 Novembre 2015 Prima parte: comprendere

Dettagli

Lo scontro fra la Grecia e la Persia

Lo scontro fra la Grecia e la Persia Lo scontro fra la Grecia e la Persia Un conflitto di civiltà Ø nel corso del VI secolo a. C. le città greche della costa occidentale dell Asia Minore (odierna Turchia) crescono in ricchezza e potenza,

Dettagli

Come funziona il Patto di

Come funziona il Patto di Come funziona il Patto di Stabilità per i Comuni SOMMARIO 1. Il Patto di Stabilità esterno (Italia Vs Europa) 2. Il Patto di Stabilità interno (Stato Vs Autonomie Locali) 2.1. Come si calcola il saldo

Dettagli

INDAGINE PROFESSIONI A CONFRONTO: COME I RELATORI PUBBLICI E I GIORNALISTI ITALIANI PERCEPISCONO LA PROPRIA PROFESSIONE E QUELLA DELL ALTRO

INDAGINE PROFESSIONI A CONFRONTO: COME I RELATORI PUBBLICI E I GIORNALISTI ITALIANI PERCEPISCONO LA PROPRIA PROFESSIONE E QUELLA DELL ALTRO INDAGINE PROFESSIONI A CONFRONTO: COME I RELATORI PUBBLICI E I GIORNALISTI ITALIANI PERCEPISCONO LA PROPRIA PROFESSIONE E QUELLA DELL ALTRO Analisi elaborata da Chiara Valentini e Toni Muzi Falconi SINTESI

Dettagli

20 GENNAIO 2011 SCHEMA DELLA RELAZIONE DEL

20 GENNAIO 2011 SCHEMA DELLA RELAZIONE DEL 20 GENNAIO 2011 SCHEMA DELLA RELAZIONE DEL DOTT. ANDREA TOSI Chi sono i miei interlocutori Quale è il mio ruolo Quale situazione devo affrontare Quale richiesta mi viene effettuata Cosa faccio io di fronte

Dettagli

Analisi settimanale N1 Settimana 24-29 settembre

Analisi settimanale N1 Settimana 24-29 settembre Analisi settimanale N1 Settimana 24-29 settembre MERCATO AZIONARIO Il mercato azionario sta sperimentando un forte trend al rialzo, che tuttavia potrebbe subire una pausa di qualche settimana. Il grafico

Dettagli

Class CNBC Intervista al Group CEO, Mario Greco

Class CNBC Intervista al Group CEO, Mario Greco 12/03/2015 Class CNBC Intervista al Group CEO, Mario Greco Giornalista: Dott.Greco questo bilancio chiude la prima fase del suo impegno sulla società. Qual è il messaggio che arriva al mercato da questi

Dettagli

PLIDA Progetto Lingua Italiana Dante Alighieri Certificazione di competenza in lingua italiana

PLIDA Progetto Lingua Italiana Dante Alighieri Certificazione di competenza in lingua italiana PLIDA Progetto Lingua Italiana Dante Alighieri Certificazione di competenza in lingua italiana giugno 2011 PARLARE Livello MATERIALE PER L INTERVISTATORE 2 PLIDA Progetto Lingua Italiana Dante Alighieri

Dettagli

Rivoluzione francese

Rivoluzione francese 2 3 4 1 5 6 7 8 9 10 11 12 13 Orizzontali 2. Governo moderato che si instaurò al termine della Rivoluzione 5. Importante esponente della Rivoluzione 7. Catturarono Luigi XVI 8. La fortezza di Parigi 10.

Dettagli

Convegno Rapporti dall Europa

Convegno Rapporti dall Europa Spunti per l intervento dell On. Sandro Gozi Premio Grinzane Cavour Convegno Rapporti dall Europa Saluto augurale dell On. Sandro Gozi Giovedì 27 settembre 2007 Torino 1 Nel marzo scorso, l Europa ha festeggiato

Dettagli

Il settore moto e il credito al consumo

Il settore moto e il credito al consumo Il settore moto e il credito al consumo Rapporto di ricerca ISPO per Marzo 2010 RIF. 1201V110 Indice 2 Capitolo 1: Lo scenario pag. 3 Capitolo 2: Il Credito al Consumo: atteggiamenti 13 Capitolo 3: Il

Dettagli

REGOLAMENTO DELLA CONSULTA DEL VOLONTARIATO E DELL ASSOCIAZIONISMO

REGOLAMENTO DELLA CONSULTA DEL VOLONTARIATO E DELL ASSOCIAZIONISMO REGOLAMENTO DELLA CONSULTA DEL VOLONTARIATO E DELL ASSOCIAZIONISMO Approvato con deliberazione di Consiglio Comunale n. 36 del 04.05.2006 Indice ART. 1 - OBIETTIVI...2 ART. 2 - FUNZIONI DELLA CONSULTA...2

Dettagli

Salvatore Salamone. Manuale d istruzione per. Coppie che. Scoppiano QUALCOSA SI PUÒ FARE! ... tutto sommato un libro d amore

Salvatore Salamone. Manuale d istruzione per. Coppie che. Scoppiano QUALCOSA SI PUÒ FARE! ... tutto sommato un libro d amore Salvatore Salamone Manuale d istruzione per Coppie che Scoppiano QUALCOSA SI PUÒ FARE!... tutto sommato un libro d amore CAPITOLO 18 Voler avere ragione Spesso le coppie incontrano delle barriere insormontabili

Dettagli

I tre pesci. (Favola araba)

I tre pesci. (Favola araba) Favolaboratorio I tre pesci I tre pesci. (Favola araba) C'erano una volta tre pesci che vivevano in uno stagno: uno era intelligente, un altro lo era a metà e il terzo era stupido. La loro vita era quella

Dettagli

Mario Basile. I Veri valori della vita

Mario Basile. I Veri valori della vita I Veri valori della vita Caro lettore, l intento di questo breve articolo non è quello di portare un insegnamento, ma semplicemente di far riflettere su qualcosa che noi tutti ben sappiamo ma che spesso

Dettagli

PARTIAMO DA ALCUNE DOMANDE

PARTIAMO DA ALCUNE DOMANDE PARTIAMO DA ALCUNE DOMANDE Esiste l immagine del disabile intellettivo come persona adulta nella mia mente? Quali sono i maggiori ostacoli che i famigliari/ operatori incontrano nella costruzione di un

Dettagli

Anno 16, n. 3 - MARZO/APRILE 2008 - Edizioni OCD Roma - Sped. in abb. post. D. L. 353/2003 (conv in L. 27/02/2004 n 46, Comma 2) DCB - Filiale di

Anno 16, n. 3 - MARZO/APRILE 2008 - Edizioni OCD Roma - Sped. in abb. post. D. L. 353/2003 (conv in L. 27/02/2004 n 46, Comma 2) DCB - Filiale di Anno 16, n. 3 - MARZO/APRILE 2008 - Edizioni OCD Roma - Sped. in abb. post. D. L. 353/2003 (conv in L. 27/02/2004 n 46, Comma 2) DCB - Filiale di Roma - Italia - Mensile Testimoni Persone e comunità Suor

Dettagli

ANCORA TAGLI SULLE POLITICHE SOCIALI

ANCORA TAGLI SULLE POLITICHE SOCIALI 30 aprile 2010 ANCORA TAGLI SULLE POLITICHE SOCIALI Finalmente sono finite le varie tornate elettorali regionali e comunali, ognuno ha avuto l amministrazione che ha voluto e chi non ha votato non dovrà

Dettagli

LA RIFORMA DELLE PENSIONI: ISTRUZIONI PER L'USO

LA RIFORMA DELLE PENSIONI: ISTRUZIONI PER L'USO LA RIFORMA DELLE PENSIONI: ISTRUZIONI PER L'USO D.L. 201/2011 Il D.L. 201/2011, convertito nella L. 214/2011 (nota come Riforma delle pensioni), ha modificato in modo radicale il sistema previdenziale

Dettagli

Helsana Assicurazioni SA, Lucerna

Helsana Assicurazioni SA, Lucerna Helsana Assicurazioni SA, Lucerna Il datore di lavoro Sandra Meier La signora F. è impiegata nella nostra azienda al servizio clienti. Lavora alla Helsana da oltre 20 anni. L ho conosciuta nel 2006 al

Dettagli

Maschere a Venezia VERO O FALSO

Maschere a Venezia VERO O FALSO 45 VERO O FALSO CAP I 1) Altiero Ranelli è il direttore de Il Gazzettino di Venezia 2) Altiero Ranelli ha trovato delle lettere su MONDO-NET 3) Colombina è la sorella di Pantalone 4) La sera di carnevale,

Dettagli

CONVENZIONE SUL QUADRO PROMOZIONALE PER LA SALUTE E LA SICUREZZA SUL LAVORO, 2006 1

CONVENZIONE SUL QUADRO PROMOZIONALE PER LA SALUTE E LA SICUREZZA SUL LAVORO, 2006 1 Convenzione 187 CONVENZIONE SUL QUADRO PROMOZIONALE PER LA SALUTE E LA SICUREZZA SUL LAVORO, 2006 1 La Conferenza generale dell Organizzazione Internazionale del Lavoro, Convocata a Ginevra dal Consiglio

Dettagli

La dura realtà del guadagno online.

La dura realtà del guadagno online. La dura realtà del guadagno online. www.come-fare-soldi-online.info guadagnare con Internet Introduzione base sul guadagno Online 1 Distribuito da: da: Alessandro Cuoghi come-fare-soldi-online.info.info

Dettagli

A.1 Leggere i testi da 1 a 5. Indicare nel Foglio delle Risposte, vicino al numero del testo, la

A.1 Leggere i testi da 1 a 5. Indicare nel Foglio delle Risposte, vicino al numero del testo, la PARTE A PROVA DI COMPRENSIONE DELLA LETTURA A.1 Leggere i testi da 1 a 5. Indicare nel Foglio delle Risposte, vicino al numero del testo, la lettera A, B o C corrispondente alla risposta scelta. Esempio

Dettagli