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1 Anno 11 Numero Luglio 2013 In questo numero troverete: Borsino del calcio europeo #2, Pag. 2 Virtus Roma-Cantù playoff, Pag. 14 Sassuolo-Livorno playoff, Pag. 26 Cesena-Juve Stabia, Pag. 34 Bellinzona-Aarau, Pag. 38 Modena-Pro Vercelli, Pag. 46 Novara-Empoli playoff, Pag. 50 Cesena-Pro Vercelli, Pag. 54 Pisa-Perugia playoff, Pag. 58 Latina-Nocerina playoff, Pag. 66 Reggiana-Cuneo playout, Pag. 73 Pisa-Latina playoff, Pag. 81 Casertana-Virtus Verona playoff, Pag. 86 Centese-Solierese Coppa Italia, Pag. 95 Sport People, Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Lecco, autorizzazione nº11/2003. Editore Ragazzi di Stadio, Via Adda 22, 23898, Imbersago (LC). Info: relazioni@sportpeople.net.

2 Approfondimenti: Borsino del calcio europeo 2012/13 (seconda parte) Sport People n 26/2013 Pag. 2 Borsino del calcio europeo #2 SPAGNA Da un decennio a questa parte, la Liga, il massimo campionato iberico, è di una noia mortale: è un confronto diretto tra Barcellona e Real Madrid, con le briciole lasciate alle altre squadre. Non che sugli spalti sia meglio: le realtà ultras sono poche e spesso molto disorganizzate, il tifo è lasciato qualche volta alla spontaneità delle peñas, o all apatia in altre. In più l ultras, in Spagna, è da considerarsi, per la società perbenista, un emarginato sociale, forse persino in maniera peggiore che da noi. Le trasferte, persino a poche decine di chilometri da casa, sono un diversivo per pochi temerari, e non importa la squadra. È, piuttosto, un tipo di mentalità che, al di là di quello che si dice sulla personalità caliente degli Spagnoli, nei confronti del calcio è molto fredda. Fatta questa doverosa premessa di inquadramento, il campionato è stato stravinto dal Barcellona con 100 punti tondi, rendendo persino ridicoli, in confronto, gli 85 del Real Madrid. Terzo, a 76 punti, è stato l Atletico Madrid in netta risalita, che però è stato capace di perdere, di nuovo, tutti e due i derby in campionato. Dal 1999 l Atletico non ne vince uno. I Conchoneros, comunque, si possono consolare per la vittoria al Bernabeu, ai supplementari, della Copa del Rey, proprio contro il Real, anche se, per le statistiche, il segno al 90 è l x. Ci si chiede quando, e come, l Atletico potrà rivincere un derby nei 90 minuti contro il Real. Magari sarà proprio Ancellotti, neotecnico dei blancos a riuscire nel miracolo. Queste tre squadre citate vanno alla fase a gironi della Champions League, mentre i preliminari li disputerà la quarta piazzata che, a sorpresa, non sarà il Valencia, quinto per un punto, ma la Real Sociedad di San Sebastian. Dopo 15 anni, una squadra basca può andare in Champions e sarà interessante, almeno nei preliminari se non oltre, misurare l ambiente nello stadio Anoeta. Per il resto qualche delusione come, per esempio, il Valencia, appunto appena in Europa League, e per gli striminziti campionati di Athletic Bilbao ed Espanyol. Ottime salvezze per le piccole, ovvero Rayo Vallecano (terza squadra di Madrid, il cui gruppo portante, i Bukaneros, sono un ottima realtà), il Real Betis (squadra di Siviglia eterna rivale dei biancorossi che portano il nome della città) e il Levante (seconda squadra di Valencia, la più antica della città). Proprio il Betis va in Europa League, mentre il Malaga, che non ha ripetuto l exploit della stagione precedente, ma che in virtù del suo sesto posto avrebbe avuto diritto all Europa League, a causa del mancato rispetto delle norme del cosiddetto Fair Play finanziario, è stato escluso dalla competizione. Si è così scatenato un contenzioso tra il Rayo Vallecano, che per classifica avrebbe avuto diritto al posto vacante, ma senza licenza Uefa (che però il club madrileno ha richiesto) e il Siviglia, arrivato immediatamente dopo in classifica, che tale licenza già la ha. Per ora gli organismi competenti hanno dato ragione al Siviglia, ma a Luglio è attesa una risposta per il ricorso inoltrato dal Rayo. Retrocedono Deportivo La Coruña (ormai squadra yo-yo), Real Zaragoza e, a sorpresa, il Mallorca, presenza fissa in Primera ormai da anni. Parlando di pubblico, inarrivabili le cifre di Barcellona ( spettatori in media a partita) e Real Madrid (67.209), terza piazza per fedeltà all Atletico Madrid (44.000), quarta, praticamente a pari merito, per Real Betis e Valencia (36.000, storico, per il Betis, il sorpasso sui cugini del Siviglia, con spettatori), e Bilbao (oltre ). In generale, nessuna piazza, tranne le piccole di Madrid, Rayo Vallecano (10.000) e Getafe (9.000), va sotto le presenze medie annue. Segno di una certa vitalità, nonostante la tremenda monotonia del campionato. La Segunda Division è un lungo, interminabile, campionato, conclusosi solo il 19 Giugno con la finale Play-off. Non poteva mancare all appuntamento con la Primera il

3 Approfondimenti: Borsino del calcio europeo 2012/13 (seconda parte) Sport People n 26/2013 Pag. 3 Villarreal, che nonostante la promozione diretta grazie al secondo posto, durante la stagione ha tribolato, e non poco. Primo posto per l Elche, squadra che da diversi anni stava tentando il gran salto. Ai Playoff, invece, un altro ritorno nella massima serie, dopo un po più anni rispetto al Villarreal, ovvero quello dell Almeria. Due le altre grandi del campionato, ovvero Sporting Gijón, finito anonimamente a metà classifica, e il Racing Santander, addirittura terzultimo, e per questo retrocesso in terza serie, la Segunda B, dalla quale è un inferno risalire. Racing seguito da Real Murcia, Xerez e Huesca. Segunda B che, come ho appena detto, fa passare le pene dell inferno, prima di una risalita. Intanto perché ha quattro gironi, e poi perché neanche la prima in classifica di ognuno ha la certezza della promozione in Segunda. Premetto che neanche io ho ben capito il regolamento della serie C spagnola, in ogni caso, le prime di ognuno dei quattro gironi giocano semifinale e finale (con andata e ritorno), e solo le due finaliste di questi Champion play-off vanno direttamente in Segunda; le altre due, se non sbaglio, vengono rimescolate alle due vincenti dei Play-off tra le varie seconde, terze e quarte di ogni girone, che si incontrano in base ad accoppiamenti stabiliti con criterio. Da tutto questo putiferio, quindi, escono vincitrici altre due squadre. Bene, le due finaliste dei Play-off per il titolo, ovvero il Tenerife e il Deportivo Alavés (quest ultima ha poi vinto il doppio confronto) sono salite in Segunda Division. Nel momento in cui scrivo, devono ancora essere giocate le finali per gli altri due posti, ovvero Eibar L Hospitalet (con l Eibar che però ha vinto 3-0 all andata in casa), e Real Jaen Huracan Valencia (1-1 all andata in casa dei Valenciani, ed esito più incerto). Purtroppo non ho dati sugli spettatori di Segunda B. Uniche squadre, dei quattro gironi, che restano in Segunda B, e che associo ad un importante passato, sono il Salamanca e il Cadice. Per il resto è zeppo di seconde squadre dei club di prima e seconda serie. PORTOGALLO Leggevo in un articolo, pubblicato anche nella rassegna di Sport People, che i tifosi del Benfica siano i più tristi del mondo perché quest anno hanno perso campionato, Europa League e Taça de Portugal. Sarà. Io sospetto che proprio il tifoso portoghese sia triste di suo. Non solo perché, a parte alcune significative eccezioni, spesso nella massima serie si gioca in campi equivalenti a quelli della nostra serie D, davanti a pochi spettatori. Ma anche perché, dalla fondazione del campionato, nel 1934, hanno vinto il titolo sempre e solo tre squadre. Indovinate quali? Non potreste mai immaginarlo ma sono Benfica, Porto e Sporting Lisbona. Con due eccezioni: il Belenenses, nel campionato 1945/46, terza squadra di Lisbona, e il Boavista, seconda squadra di Porto, nel più recente 2000/01. Per il resto noia, noia, noia, con lo Sporting Braga che ci ha provato, negli ultimi anni, ma senza riuscire nell intento. Roba da tagliarsi le vene. Visto che anche i numeri delle tifoserie riflettono il palmares, nessuno protesterebbe se ci fosse un unico campionato a tre squadre. Tanto, quello è, e quello rimane. Non ci vuole molta fantasia per capire

4 Approfondimenti: Borsino del calcio europeo 2012/13 (seconda parte) Sport People n 26/2013 Pag. 4 chi si è conteso, fino all ultima giornata, il campionato: naturalmente Porto e Benfica, col Porto che ha trionfato grazie alla vittoria nello scontro diretto alla penultima giornata, oltre ad un campionato con 24 partite vinte, 6 pareggi e 0 sconfitte. Lo stesso per il Benfica ma con un pareggio in meno ed una sola sconfitta in tutto l arco della stagione, quella appena citata. Sbadigli, tedio, sbadigli. L unica movimentazione del campionato è stata offerta dal Paços Ferreira, arrivato terzo, precedendo lo Sporting Braga, e qualificatosi ai preliminari di Champions League. Una prima volta storica. In Europa League Braga, appunto, e una new-entry, il piccolo Estoril (più famoso per il circuito di Formula Uno) e, grazie alla Coppa, il Vitoria Guimarães che, stranamente, ha battuto 2-1 il Benfica in finale. Per la cronaca, l anonima Coppa di Lega è stata vinta dallo Sporting Braga che, in finale, ha battuto il Porto. Retrocesse la Moreinense che, come è arrivata, è subito tornata da dove è venuta, e il Beira Mar di Aveiro, squadra che gioca in uno stadio spettacolare quanto deserto. Tale campionato, tale pubblico. Tolte le tre big, ovvero Benfica ( spettatori in media), Porto (30.278), e Sporting Lisbona ( per un campionato più che mai deludente), più due outsider quali Sporting Braga e Vitoria Guimarães (poco più di spettatori per entrambe), gli altri 11 club hanno giocato regolarmente sotto i spettatori. Di più, ben 6 di questi 11, hanno una media che si aggira, chi più, chi meno, sui spettatori. Qualcuno dirà: ma se la serie A è così, figuriamoci la serie B. Esatto. Se la serie A è triste, la B è il deserto del Gobi. E a nulla è servito riformare il campionato, portandolo persino da 16 a 22 squadre, con l aggiunta di ben 6 squadre B di club di serie A. Viene da ridere a pensare che, su 22 squadre, nessuna ha raggiunto i spettatori di media e che, le più seguite, sono state, oltre alla capolista e storica Belenenses (1.726 spettatori di media in un impianto che ne ospita fino a ), il Vitoria Guimarães II, il Porto II, e il Benfica II. Ben 14 le squadre sotto i spettatori di media, con il Naval II Maio che ne ha registrati, mediamente, 246. La Promozione della Campania è mille volte meglio. Passando ai risultati, passa in serie A il Belenenses, con la Furia Azul 1984 che, se non altro, è sempre stato un ottimo gruppo e l Arouca (606 spettatori di media) che, per lo più, andrà a batter cassa ai tifosi delle grandi squadre. Brutta la storia del Boavista (squadra che, tra l altro, ha un discreto pubblico), retrocesso in serie B per uno scandalo di corruzioni arbitrali nel 2008 e poi sprofondato (e rimasto tuttora) in terza serie. Ultimamente, sembra, ci sia stata una sentenza di appello che ha assolto il secondo club di Porto, che ora chiede come risarcimento un posto nella prossima serie A. Il che sembra essere fattibile. Quello che ci si può chiedere, legittimamente, è che campionato può fare, in serie A, un club che, in cinque anni, invece di risalire, è ulteriormente sceso di categoria.

5 Approfondimenti: Borsino del calcio europeo 2012/13 (seconda parte) Sport People n 26/2013 Pag. 5 SVIZZERA Andiamo su un terreno che conosco bene e mi è caro, come testimoniano i miei numerosi articoli per Sport People, che siano essi di calcio oppure di hockey. La passionalità delle tifoserie, la non emarginazione degli ultras, la libertà di tifare che ricorda la nostra molti anni fa, e l integrazione quasi perfetta dei tifosi con le loro squadre, rendono gli Elvetici un esempio da emulare su molti fattori. Non mancano le ombre anche in questo contesto. Sta di fatto che, rapportata ad altre realtà, la scena svizzera la si può definire assolutamente di spessore, anche se, purtroppo, di grandi numeri se ne vedono solo in Super League (la serie A svizzera) e nell hockey su ghiaccio. Va detto che, comunque, anche la Challenge League ha almeno un gruppo ultras per ogni squadra, forse con un paio di eccezioni (Wohlen e Biel, se non erro). Andando con ordine, e partendo dalla Super League, per l ennesima volta, anche se con più sofferenza del solito, ha vinto il titolo rossocrociato il Basilea, che per lunghi tratti ha subito il dominio del rinato Grasshoppers di Zurigo. Entrambe le squadre vanno in Champions League, l una diretta, l altra tramite preliminari. Tra l altro, queste due tifoserie rientrano tra le migliori del paese, assieme a Lucerna, San Gallo, Zurigo, ovviamente, Young Boys Berna e Servette. Quest ultima, purtroppo, è scesa nuovamente in Challenge League e stavolta gli ultras hanno contestato eccome. Un ultimo posto che brucia, ratificato dopo un vano tentativo di rimonta, alla penultima giornata, nello scontro diretto contro i Vodesi del Losanna, squadra con la quale c è un accesissimo derby. Non per niente, questa partita è stata turbata da notevoli scontri. Mentre l affascinante Coppa Svizzera è stata un affare tra Grasshoppers e Basilea (vittoria per gli Zurighesi), in Europa League vanno S. Gallo, Zurigo e Thun, mentre rimane clamorosamente fuori, dopo una seconda parte di campionato disastrosa, il Sion di Gattuso che, dopo appena una stagione, ha salutato, partendo con armi e bagagli alla volta di Palermo. Basilea a parte ( spettatori la media), non brillantissime quasi tutte le altre piazze che, però, ad eccezione di Losanna e Thun, hanno portato allo stadio almeno una volta spettatori, se non molti di più. Comunque, si attesta sui spettatori lo Young Boys, sui il S. Gallo, il Lucerna, oltre per Zurigo e Sion. Delude un po la media del Grasshoppers (8.600), tifoseria che però rivendica il proprio vecchio stadio, demolito e mai più ricostruito nonostante ci sia da anni un progetto non attuato per le proteste di alcuni cittadini; cavallette che, controvoglia, per ora giocano nello stadio degli odiati cugini dell FC Zurich. Challenge League, serie B, ridotta alla miseria di 10 squadre, delle quali ben quattro ticinesi. È retrocesso l ultimissimo Locarno, ma di fatto già ripescato prima della fine del campionato, a causa della mancata ratifica dell iscrizione al prossimo campionato del Bellinzona, che va in Prima Lega Promotion (la terza serie), rischiando però, tuttora, di ripartire persino un paio di categorie più in basso, qualora si dovesse concretizzare il fallimento della società granata. Peccato,

6 Approfondimenti: Borsino del calcio europeo 2012/13 (seconda parte) Sport People n 26/2013 Pag. 6 perché la squadra, penalizzazioni a parte, è arrivata seconda, contendendo fino all ultimo il primato all Aarau, compagine che poi ha effettivamente staccato il tagliando per la Super League. A parte il miracolato Locarno (non è la prima volta che retrocede ma viene ripescato per fallimento di un altra squadra, alternando, da diversi anni a questa parte, salvezze per il rotto della cuffia), campionato sin troppo tranquillo per Lugano e Chiasso. La stagione 2013/14 presenterà quindi tre e non quattro squadre del Ticino in Challenge League, mentre dalla terza serie c è il ritorno dello Schaffhausen, squadra dell estremo nord della Svizzera che ha una discreta tifoseria organizzata, comunque in linea coi parametri della Challenge League. Come numeri, niente di eccezionale per questa serie B svizzera. Basti pensare che l Aarau, che tradizionalmente vanta discreti numeri e un ottima tifoseria organizzata, ha portato in media spettatori a partita, seguito dal Winterthur con Migliore fra le Ticinesi il Bellinzona con 2.000, seguito dal Lugano con Va detto, a giustificazione di tutte le squadre, che la formula del campionato, con una retrocessione sola che già era di fatto stabilita a Novembre, e la promozione, diciamo, già da Marzo in mano all Aarau (visto che erano già chiari i problemi del Bellinzona), ha allontanato notevolmente il pubblico da un campionato scontato e ripetitivo (due gironi di andata e due di ritorno). Per ora la formula non è messa in discussione ma qualche miglioria andrebbe senza dubbio portata. O forse meglio sperare in campionati meno scontati nei risultati. Già il ritorno a dei play-off Super-Challenge e dei Play-out Challenge-1.Liga potrebbe cambiare qualcosa. Dai bassifondi, risale il fallito Neuchâtel Xamax, che il prossimo anno giocherà in 1.Liga Classic (la quarta serie svizzera). AUSTRIA Il calcio austriaco possiamo dividerlo in due fasi storiche: quello A.R.B. e quello D.R.B. (Avanti Red Bull e Dopo Red Bull). Inutile dire che l acquisizione dell ormai disciolta (e rifondata dai tifosi) Austria Salisburgo per farne la squadra della bibita, ha demolito certezze, scavato un solco, creato precedenti, diviso la tifoseria e compattato gli ultras di tutta Europa, non solo contro i dettami del calcio business, tutto denaro e senza né anima né cuore. Tanto che persino la Red Bull pare aver imparato la lezione e, in Germania, invece di rilevare una delle due squadre di Lipsia, ha comprato il titolo di una squadra di provincia, il SSV Markranstädt, senza far danno a nessuno ma risultando comunque antipatica ai più. Ne parleremo tra poco, con la Germania. Sta di fatto che, ahinoi, in Austria la Red Bull non ha mollato l osso e continua a detenere, senza rilanciare concessioni, la proprietà del club. Senza dubbio, in questi anni, il sodalizio della città di Mozart ha migliorato, e non di poco, il suo palmares. Ma il quesito è sempre lo stesso, che in Europa si è presentato sotto varie forme (PSG e Cardiff gli esempi concreti che ho fatto fin qui, ma ce ne sono tanti altri): si è disposti a vendere la propria passione e quindi la propria anima, nonché le proprie tradizioni, al diavolo, sotto forma di titoli

7 Approfondimenti: Borsino del calcio europeo 2012/13 (seconda parte) Sport People n 26/2013 Pag. 7 vinti? La risposta non è poi così scontata come sembra, visto che, per una buona parte dei tifosi, la risposta è sì, con una parte della tifoseria contraria che, solitamente, tende più ad assottigliarsi che ad ingrossarsi, a meno che i successi sbandierati non arrivino. Fatto questo doveroso preambolo, stavolta il diavolo si è dovuto accontentare di un secondo posto, anche se correlato ai preliminari di Champions League. A vincere il campionato è stata l Austria Vienna, tornata al vertice austriaco dopo 7 anni. Scudetto numero 24 per i bianco-viola che, come la Red Bull, va ai preliminari dell Europa che conta. Delusione cocente per il Rapid Vienna, staccato di 20 punti dalla seconda, che si consola con l Europa League, così come lo Sturm Graz. Ma dall Austria, oltre al calcio moderno, ci arriva anche una bella favola. In Coppa ha vinto il Pasching, squadra di un paese di abitanti, con un minimo passato in Bundesliga (quando il club si chiamava Superfund) e ora relegato in terza serie. Dopo aver eliminato (sempre giocando fuori casa) ai quarti il Rapid e in semifinale la Red Bull, i neroverdi, nella finale di Vienna, seguiti da appena 400 tifosi, hanno battuto i campioni dell Austria Vienna per 1-0. Immaginate l incredulità dei tifosi e dei giocatori stessi che ora, come premio supplementare, hanno i preliminari di Europa League. Tornando alla massima serie, l unica retrocessione è stata quella del Mattersburg. Passando ai numeri, ben 6 squadre su 10 non hanno raggiunto neanche i spettatori di media, con numeri decisamente bassi per Wiener Neustadt (2.780) e Admira Modling (3.144). Squadra più seguita, al solito, il Rapid Vienna, con una media di A seguire Sturm Graz e Austria Vienna (poco più di ), mentre la Red Bull si ferma a Va detto che, ora come ora, la Bundesliga è formata da molte squadre di piccoli centri, mentre tifoserie numerose (Grazer Ak, Austria Salisburgo, le due squadre di Linz) sono relegate persino in terza serie. Poco limpida la Eerste Liga, ovvero la serie B. Dopo un girone d andata stradominato dall Austria Lustenau, che neanche ricordo quanti punti aveva di vantaggio sulla seconda (in ogni caso tanti, troppi), ha perso quasi tutte le partite del girone di ritorno, arrivando addirittura terza a -14 dalla capolista. Ad andare in Bundesliga è il Grödig, piccolo comune vicino a Salisburgo di abitanti, esordiente assoluto nella massima serie, con una media di 900 spettatori a partita. Per completare l annata d oro del calcio a Lustenau, l altra squadra, l FC, ha dichiarato bancarotta ed è stata retrocessa direttamente in Regionalliga (la terza serie), senza sapere neanche se, almeno quella, riuscirà a disputarla. Ciò ha permesso all Hartberg di salvarsi e di far disputare i play-out al Blau Weiss Linz, ultimo, con una delle prime della Regionalliga, ovvero il Parndorf. Ma il BW Linz non ce l ha fatta, così come, nell altro spareggio (giocato invece dalle prime di altri due gironi di Regionalliga) non ce l ha fatta il LASK Linz, umiliato dal Liefering (2-0 a Salisburgo, 0-3 a Linz). E sapete chi c è dietro a questa squadra dal nome anonimo? Ovviamente no: è la Red Bull, che ha rinominato Liefering la sua squadra B (ne ignoro il motivo,

8 Approfondimenti: Borsino del calcio europeo 2012/13 (seconda parte) Sport People n 26/2013 Pag. 8 prima era semplicemente Red Bull II ma evidentemente era poco simpatico), composta da giovani Under 21. Liefering che, nel suo girone di Regionalliga, ha preceduto proprio l Austria Salisburgo (che col secondo posto non ci ha potuto far nulla, visto che solo le prime di ognuno dei tre gironi vanno agli spareggi per i due posti di Eerste Liga dove, appunto, si aggiunge la penultima di tale campionato, che ha quindi una possibilità di salvarsi). Mi chiedo come i tifosi viola abbiano digerito il tutto ma, sono sicuro che, o prima o dopo, il tempo delle rivincite arriverà anche per loro. Tornando un attimo alla serie B, ovvero la Eerste Liga, come media spettatori vince l Austria Lustenau con un discreto 3.716, seguito da St. Polten (quasi 3.000) e Altach (2.400). A questo campionato si aggiunge, per mia simpatia, la First Vienna che, come dice il nome, è stata la prima squadra fondata a Vienna e in Austria, nell ormai lontano Per una realtà che resta comunque in ombra rispetto a Rapid e Austria, sono più che dignitosi i quasi spettatori di media. Come abbiamo visto, un piccolo paese come l Austria, il cui calcio non è propriamente considerato ai vertici del continente, ha tante storie da raccontare, a volte belle, a volte assolutamente no. GERMANIA Si dice, anzi, in tanti lo dicono, che il campionato tedesco sia diventato il più bello del mondo. Non c è dubbio che molti fattori confermino un affermazione del genere: In Europa, il calcio tedesco è arrivato a livelli di assoluto vertice, con Spagna e Inghilterra che, di contro, si stanno notevolmente ridimensionando; il giro di soldi è aumentato e l arrivo in Germania di alcuni top player, nonché di allenatori di indiscusso prestigio come Guardiola, ne è la prova; gli stadi registrano un pubblico notevole fino alla quarta serie del calcio, la Regionalliga, a dimostrazione che le pay-tv non hanno ancora trionfato; tranne rare eccezioni, gli stadi sono belli e confortevoli; i gruppi ultras sono in crescita da anni anche se, c è da dire, come abbiamo scoperto io e Simone nel nostro viaggio narrato su Sport People un po di numeri fa, gli standard attuali del movimento tedesco sono ancora ben lontani dalle varie epoche auree della nostra scena. I gruppi, pur registrando un impennata di aderenti, sono ancora in perenne conflitto col tifoso normale, che spesso tifa persino in piedi accanto agli ultras, ma con un modo di pensare diverso, sicuramente più conformista e borghese. Fatto sta che, a parte qualche malfunzionamento che oggettivamente ci può stare, il calcio della Germania è riuscito, in qualche maniera, ad amalgamare la passione popolare col business e il marketing. Non cambiare i simboli e i colori delle società, permettere ai tifosi di tifare in piedi, non impedire le trasferte, tollerare situazioni a volte di estrema tensione, fa sì che il tifoso, che sia ultras o meno, non abbia nessuna voglia di allontanarsi dallo stadio. Poi c è anche la repressione, poco raccontata, ma che abbiamo visto con i nostri occhi, con gruppi che devono sfondare i cancelli per appendere i propri striscioni in trasferta, o il rischio di diffide per l accensione di una torcia. Eppure, che lo si voglia o meno, loro stanno meglio di

9 Approfondimenti: Borsino del calcio europeo 2012/13 (seconda parte) Sport People n 26/2013 Pag. 9 noi. Bastano poche foto dei loro stadi per accorgersene. Passando ai risultati sportivi, impossibile ignorare lo strapotere del Bayern Monaco che centra un imperiosa tripletta: vittoria del campionato (91 punti, + 25 sul Borussia Dortmund secondo), della Champions League (in finale sempre contro il Borussia Dortmund), nonché della Coppa di Germania (1-0 in finale sullo Schalke 04). Nulla da dire, su questa squadra che sembra essere tornata ai vecchi fasti, forse persino qualcosa di più. Champions diretta, oltre che per Bayern e Dortmund, anche per il Bayer Leverkusen, mentre lo Schalke 04 dovrà vedersela ai preliminari. Posti di Europa League per Friburgo, Eintracht Francoforte (partito a razzo ma sminuitosi dopo) e Amburgo. Campionati molto al di sotto delle aspettative per Borussia Mönchengladbach, Stoccarda, e Werder Brema, che ha persino lottato per non retrocedere. A proposito di lotta retrocessione, c è più di un indizio di calcio moderno per quanto successo in coda. Come molti sanno, a retrocedere direttamente, sono le ultime due in classifica, mentre la terzultima fa uno spareggio contro la terza della 2.Bundesliga. Nulla da discutere sull ultimo posto del Greuther Fürth, ma da non credere ciò che è successo tra la penultima e la terzultima piazza. Una delle due squadre in questione è l Hoffenheim, squadra di un borgo di abitanti, frazione della più popolosa Sinsheim, nella regione del Baden-Wütternberg. Squadra, questa, che dal 2000, grazie ai soldi del plurimilionario Dietmar Hopp, ha scalato diverse categorie prima di giungere, nel 2008, in Bundesliga. Nonostante le simpatie di alcuni, che hanno creato comunque un buon pubblico, la maggior parte dei Tedeschi detesta quella che viene descritta come una squadra artificiale, che va avanti solo grazie a iniezioni di denaro sonante (forse perché ancora non conoscevano la Red Bull). Comunque sia, a tre quarti di campionato, l Hoffenheim sembrava spacciato, facendo la spola tra l ultimo e il penultimo posto. Poi è iniziato qualche buon risultato che ne ha risollevato le sorti (senza neanche troppo continuità) ma, soprattutto, è iniziata una serie di risultati disastrosi della neopromossa Fortuna Düsseldorf, squadra partita molto bene in questa stagione: negli ultimi 12 incontri di campionato, il Fortuna ha raggranellato tre punti con tre pareggi, perdendo tutte le altre, in particolare le ultime cinque di fila. Quando, all ultima giornata, il Fortuna va a perdere ad Hannover contro una squadra senza più pretese di classifica per 3-0, e l Hoffenheim va a vincere per 2-1 in rimonta negli ultimi minuti in casa del ben più forte Borussia Dortmund, i tifosi del Düsseldorf capiscono che ne hanno abbastanza e cominciano a spaccare tutto. Ma ne hanno ben donde: con un gol annullato al Borussia Dortmund all ultimo secondo (e che avrebbe dato la possibilità di spareggio al Düsseldorf), l Hoffenheim si salva momentaneamente, per affrontare il Kaiserslautern, finito terzo in 2.Bundesliga. Premetto che pure per il Kaiserslautern ho poca simpatia, dopo quanto visto di persona in loco, però era meglio se a salire fosse stata una squadra vera. E invece no, persino lo spareggio, di andata e ritorno, ha miracolato

10 Approfondimenti: Borsino del calcio europeo 2012/13 (seconda parte) Sport People n 26/2013 Pag. 10 l Hoffenheim. Forse è sbagliato pensare male, ma come disse il primo uomo sulla terra, spesso ci si azzecca. Meglio passare alle statistiche sul pubblico, che fanno lustrare gli occhi. Premettiamo, intanto, che, possibilità di tifare in piedi a parte, i prezzi degli stadi sono molto popolari. Tutto esaurito, sempre, il Westfalenstadion, coi suoi spettatori fissi. Uno spettacolo che, chi ha visto, dice che lascia indelebilmente un ricordo. Tutto esaurito, in tutto il campionato, anche per il Bayer Monaco (71.000), e lo Schalke 04 (61.000). Di più non ne possono contenere. Quasi esauriti tutti gli altri stadi. Persino il piccolo e ultimo Greuther Fürth, ha registrato una media di spettatori in uno stadio che, al massimo, ne contiene Poi, a parte il Friburgo ( spettatori in media dentro uno stadio che può arrivare al massimo a ), tutte le tifoserie registrano almeno spettatori medi e minimo l 82% dei biglietti totali venduti. Si va dai dell Amburgo ai dell Hoffenheim. Düsseldorf, nonostante il tremendo epilogo, ha avuto una media di spettatori. Numeri che noi ci sogniamo. Stesso discorso per la 2.Bundesliga, anche se comincio col buttare un occhio ai risultati. Prima e seconda, promosse in Bundesliga, sono state rispettivamente Hertha Berlino e Eintracht Braunschweig. Mentre i Berlinesi ultimamente si divertono a fare la spola tra prima e seconda serie, per l Eintracht è un ritorno dopo quasi 30 anni di assenza. Con uno scudetto alle spalle, conseguito nella stagione 1966/67, il Braunschweig è stata una delle prime squadre a lottare, in tempi antesignani, contro le logiche del calcio moderno che oggi sembrano essere la regola. Nel 1973, col liquore Jägermeister, l Eintracht fu la prima squadra della Bundesliga ad avere uno sponsor sulle maglie, vincendo l opposizione della Lega (pensate in che tempi diversi si viveva). La cosa stava degenerando quando, negli anni 80, lo sponsor stava per far cambiare il nome della società in Eintracht Jägermeister, una specie di Cisco ante-litteram. Fortunatamente il tentativo andò a vuoto. Come già detto ampiamente, terza classificata il Kaiserslautern che, dopo i Play-off, non è riuscito nell impresa di arrivare in Bundesliga. Lo spareggio per non retrocedere, tra la terzultima di 2.Bundesliga e la terza della 3.Liga, ha premiato la squadra dalla categoria più alta, nonché una grande tifoseria: infatti, la Dynamo Dresda, pur con gran difficoltà, ha superato nel doppio confronto l Osnabrück (sconfitta 1-0 a Osnabrück e vittoria 2-0 a Dresda). Retrocesse direttamente in 3.Liga Sandhausen e Jahn Regensburg. La 2.Liga ha presentato, e presenterà, molte tifoserie di spessore: St. Pauli, Union Berlino, Monaco 60, Bochum, Colonia, Kaiserslautern e, appunto, la Dynamo Dresda. Una serie B dove le due squadre più seguite, ovvero Hertha Berlino e Colonia, fanno poco più di spettatori medi, e dove ben 7 club su 18 ne fanno più di , è distante anni luce dai nostri canoni. Solo due squadre (FSV Francoforte e Sandhausen) hanno registrato poco più di spettatori, con tutte le altre almeno sopra i Un torneo bello da

11 Approfondimenti: Borsino del calcio europeo 2012/13 (seconda parte) Sport People n 26/2013 Pag. 11 vedersi ha, come punto di partenza, un grande pubblico. Andategli a parlare di tessere del tifoso, a questi. Medie impressionanti anche per la terza serie, a girone unico, dove hanno partecipato piazze imponenti come Karlsruhe, Bielefeld, Rostock, Munster, Osnabrück e Aachen. Promosse in 2.Bundesliga due squadre predestinate, il Karlsruhe e l Arminia Bielefeld. Incredibile la retrocessione, all ultimo posto peraltro, dell Alemannia Aachen, accompagnata da Darmstadt e Babelsberg. Nonostante la presenza di due squadre zwei, ovvero Stoccarda II e Borussia Dortmund II, nessun club ha avuto una media inferiore di presenze sotto le Anzi, 11 delle 20 squadre hanno avuto almeno spettatori di media-partita, con picchi raggiunti da (in ordine) Karlsruhe (12.000), Alemannia Aachen (11.500), Osnabrück (10.600) e Arminia Bielefeld (10.300). Una partita dello Stoccarda II, alla Mercedes-Benz Arena, ha registrato spettatori (e non è stato il derby contro gli Stuttgarter Kickers, affollato da appena spettatori, lo consiglierò nella prossima guida ai derby europei). Note dolenti dalla quarta serie, ovvero la Regionalliga. Divisa in cinque gironi, la prima di ognuno, più la seconda del girone Sud-Ovest, si affrontano, su sorteggio, in tre incontri di andata e ritorno, dove, da ognuno, esce una delle tre promosse in 3.Liga. Una di queste tre è la Red Bull Lipsia, che ora ha le porte spalancate verso le categorie che contano (la Regionalliga è forse uno dei peggiori pantani del sistema calcistico tedesco, visto che non basta vincere il proprio girone per garantirsi la promozione). Red Bull in Austria, Red Bull in Germania, anche se qua, fortunatamente, non ha ingerito le locali Lokomotive e Chemie, i cui tifosi ovviamente non gradiscono di marcire nei bassifondi, mentre una squadra figlia del più ostentato calcio moderno prende gli allori. Sta di fatto che la Red Bull ha registrato una media di quasi spettatori, a fronte dei della Lokomotive. Il calcio moderno attira il tifoso che guarda un solo parametro: le vittorie. Una piazza più prestigiosa salita in 3.Liga è stata l Holstein Kiel, accompagnata dalla meno affermata Elversberg. Tante le realtà dal peso storico in questa categoria: a parte la Lokomotive Leipzig, da segnalare Carl Zeiss Jena, Magdeburgo, Lubecca (persino retrocesso in Oberliga), Koblenz, Ulm, Essen e Wuppertaler. Ci sarebbe da dire pure della Oberliga, la serie D tedesca ma, se si comincia, col calcio tedesco non si finisce più. DANIMARCA Torniamo al nord. Poche tifoserie numerose in Danimarca, pochissime quelle organizzate, spesso solo per partite di cartello. Ne sa qualcosa il nostro Simone che, non molto tempo fa, in una normalissima partita di campionato del Copenaghen, ha visto i locali tifare in 30 (e parliamo della tifoseria più blasonata del paese). Pure il campionato, in questi ultimi anni, è noiosetto, col solito Copenaghen che vince sempre, interrotto, giusto una stagione fa, dall incredibile vittoria del

12 Approfondimenti: Borsino del calcio europeo 2012/13 (seconda parte) Sport People n 26/2013 Pag. 12 NordsJaelland di Farum. Quest anno si è tornati alla tradizione, col Copenaghen netto vincitore (pur mollando decisamente a campionato acquisito) e NordsJaelland secondo. Entrambe le squadre vanno ai preliminari di Champions League. Randers, Aalborg e Esbjerg (vincitore, tra l altro, della Coppa), vanno in Europa League. Retrocedono Horsens e Silkeborg, squadra che, forse, qualche tifoso della Roma ricorda. Tutto sommato, data l entità del campionato, i numeri potrebbero essere persino peggiori. Rapportati al fatto che il paese non ha città molto grandi, a parte la capitale, nessun club va sotto le presenze medie a partite, anzi, quasi tutti sopra i Premiata la città più grande con le sue due squadre, il Copenaghen (quasi spettatori di media) e il Brøndby (quasi per questo club un po decaduto da diversi anni a questa parte). In serie B, su 12 squadre partecipanti, appena 5 superano la media dei medi a partita. Bene, dato lo standard, le due neopromosse Viborg (primo in assoluto con spettatori medi a partita) e Vestsjaelland (terzo in questa speciale graduatoria, con spettatori). Secondo club più seguito dai propri tifosi il Vejle-Kolding (2.500). GRECIA Dal nord al sud, per poi risalire di nuovo. Grecia, paese in tremende difficoltà economiche, come tutti noi non sappiamo. I vari aspetti della crisi ellenica, il più delle volte, non vengono neanche passati dai nostri notiziari o dai quotidiani, se non in qualche trafiletto. La situazione, in quella che è stata la culla della civiltà europea, è disastrosa e, ovviamente, si ripercuote anche nel calcio. Oltre a tanti club che regolarmente falliscono dalla serie B in giù, un paio di anni fa è stato l Iraklis Salonicco, con qualche fusione di troppo, a dover ripartire dalla serie C. Ora, sembra, è arrivato il turno di squadre blasonate che negli scorsi anni hanno speso troppo, ritrovandosi così a fare i conti con una austerità che, come nel caso dell AEK, può arrivare fino a dei veri disastri. Le due squadre di Atene, AEK, appunto, e Panathinaikos, dopo un ridimensionamento clamoroso del budget, hanno dovuto rivedere i loro classici obiettivi di inizio stagione. Con la conseguenza che il Panathinaikos è rimasto persino fuori dall Europa League, sesto posto finale impronosticabile solo fino ad un anno fa. Peggio di tutti è andata all AEK, squadra quasi sempre ultima che, verso la fine della stagione, sembrava potesse risalire e salvarsi finché, alla penultima giornata, nello scontro diretto in casa col Panthrakikos (che avrebbe permesso all AEK l aggancio alla terzultima posizione), il gol degli ospiti a tre minuti dalla fine ha scatenato una furiosa invasione di campo (in stile Lecce), con retrocessione immediata e perdita della partita per i gialloneri. Un epilogo drammatico per una delle squadre più amate della Grecia,

13 Approfondimenti: Borsino del calcio europeo 2012/13 (seconda parte) Sport People n 26/2013 Pag. 13 con 11 titoli nazionali alle spalle (anche se l ultimo, ormai, risale a 20 anni fa). Siamo partiti dal basso, e completiamo col basso, con l altra retrocessione, quella del Kerkyra Corfù. Il titolo l ha stravinto l unica delle grandi rimasta in piedi, l Olympiakos Pireo, 77 punti a fine campionato, + 15 sul PAOK Salonicco secondo. Olympiakos che, tanto per gradire, ha vinto anche la Coppa di Grecia. Dalla seconda alla quinta si sono disputati dei play-off a girone unico che assegnavano un posto per i preliminari di Champions League, riservando agli altri l Europa League: PAOK, Asteras Tripolis, Atromitos Atene e PAS Giannina si sono affrontati in sei partite tutt altro che scontate. Pur con troppa fatica rispetto al dovuto, il PAOK ha confermato il piazzamento in campionato e può giocarsi, ai preliminari, un posto in Champions. Beffato proprio sul finire l Atromitos che, insieme ad Asteras e PAS Giannina, si consola con l Europa League. In termini di affluenza, togliendo i play-off finali, si può notare come la serie A ellenica sia un insieme di stadi semi-deserti, a fronte di poche realtà dal grande seguito: esse sono Olympiakos (prima assoluta, con spettatori di media partita), PAOK (11.300), l AEK (nonostante tutto quasi 9.800), l Aris Salonicco (8.500 spettatori) e il Panathinaikos (8.000 spettatori la media di quest anno, ma il club, di solito, è abituato a ben altre cifre). Poi il nulla, con tutti gli altri 11 club sotto i spettatori di media, fino ad arrivare alla più totale tristezza di Platanias (820) e Kerkyra (523). Più di qualcosa, comunque, la crisi avrà influito eccome, visto che, per molti, i soldi servono a ben altro che a comprarsi un biglietto per la partita. La prossima serie A greca avrà due squadre in più, passando da 16 a 18; quindi, a due retrocessioni, fanno contrappeso quattro nuovi arrivi dalla serie B, tre per promozione diretta, uno ai play off, che hanno coinvolto dalla quarta alla settima classificata. Le tre promosse dirette sono, in ordine di classifica, Apollon Smirne, Ergotelis (città di Heraklion, Creta, che torna a disputare il derby con l OFI) e Kallonis. Ai play off vince il Panaitolikos Agrinio, che ha messo in fila il prestigioso Iraklis, già citato, e le due squadre di Volos, l Olympiakos e la Niki. Purtroppo sulla serie B greca non ho dati attendibili sulle medie spettatori, così come è di scarso interesse la serie C. Testo di Stefano Severi.

14 Tifocronache: Semifinale Playoff Lega A, Virtus Roma-Cantù 4-3 Sport People n 26/2013 Pag. 14 L intera serie in casa di Roma Questa sarà certamente un annata che i romani amanti della pallacanestro non dimenticheranno facilmente. La Virtus Roma si è resa protagonista di una stagione regolare a dir poco maiuscola, condita dalla conquista della finale che nessuno avrebbe osato pronosticare ad inizio stagione, quando il sodalizio capitolino era riuscito ad iscriversi al campionato per il rotto della cuffia, riducendo spese ed organico e ponendosi come obiettivo quello della salvezza. Al momento in cui scrivo, invece, la squadra è in piena lotta per conquistare il titolo ed è già sicura di partecipare alla prossima Eurolega. Seppure più attrezzata tecnicamente, anche per Cantù si può parlare di stagione positiva: i brianzoli sono infatti arrivati ad un passo dalla finalissima ed hanno disputato dei play-off esaltanti buttando fuori un avversaria quotata da tutti come probabile finalista, la Dinamo Sassari, al termine di 7 gare sempre al fulmicotone. Dal punto di vista del tifo si è trattata di una semifinale piacevole, sugli scudi e con palazzetti sempre caldi e colmi di passione. GARA 1 (Virtus Roma-Cantù 82-75) A distanza di pochi giorni dall ultima partita della serie contro Reggio Emilia, si torna al PalaTiziano. Il raggiungimento delle semifinali ha fatto tornare a parlare di basket sulle colonne dei principali giornali sportivi della Capitale e molta gente si è ricordata dell esistenza di questo sport. Del resto, come detto in altri resoconti, questa è un po la differenza che intercorre tra città che vivono la palla a spicchi marginalmente e città che invece fanno girare attorno ad essa l interesse generale della comunità sportiva (Siena e Cantù docet). Arrivo nei pressi del palazzetto quando manca mezz ora all inizio della sfida, subito noto l assembramento roman-canturino davanti la curva di casa. Il gemellaggio viene rinsaldato tra fiumi di alcol, risate e scambi di sciarpe. Entro per ritirare l accredito e poco dopo entrano anche gli ultras ospiti. Una

15 Tifocronache: Semifinale Playoff Lega A, Virtus Roma-Cantù 4-3 Sport People n 26/2013 Pag. 15

16 Tifocronache: Semifinale Playoff Lega A, Virtus Roma-Cantù 4-3 Sport People n 26/2013 Pag. 16 quarantina circa. Un numero di tutto rispetto se si considera che gli stessi sono reduci da 4 trasferte massacranti in Sardegna e Roma non è proprio dietro l angolo. Come al solito hanno con loro tante bandiere e stendardi per colorare il proprio settore. Fanno il loro ingresso anche i ragazzi della Curva Ancilotto suddivisi, come sempre ultimamente, in Gioventù e Virtus Roma Cori di reciproca stima tra le due tifoserie e buon tifo da ambo i lati. In campo non sembra esserci storia, Cantù infatti costringe spesso l avversario alle corde e mantiene, almeno fino al terzo quarto, un cospicuo vantaggio. Gli Eagles mettono in mostra un tifo costante e di ottima fattura. Bei battimani ed un paio di sciarpate che non sfigurano mai, pensando al grigiore che ormai popola la maggior parte delle italiche curve. La sponda romana cerca comunque di spronare i propri giocatori ed a metà del terzo quarto qualcosa cambia. Sotto di oltre 20 punti i giallorossi cominciano a spingere sull acceleratore, recuperando velocemente distanza. Si va all ultimo quarto dove la propulsione capitolina porta prima al pareggio dei conti e poi al sorpasso. Ma il quintetto di Trinchieri non ci sta e prima della sirena finale riesce a ristabilire la parità Si andrà ai supplementari. Il PalaTiziano è ora una bolgia e s intuisce come l inerzia del match, che ad un certo punto sembrava chiuso, sia sfuggita dalle mani dei biancoblu per la disperazione dei propri supporters. Nell extra-time non sono sufficienti le triple di Mazzarino per fermare una Virtus Roma che, a tratti, è sembrata a dir poco inferocita, bloccando gli avversari e chiudendo la partita con una vittoria di 7 punti che fa ben cominciare le semifinali alla squadra di Calvani. Prima di lasciare le gradinate ancora un saluto tra canturini e romani, a

17 Tifocronache: Semifinale Playoff Lega A, Virtus Roma-Cantù 4-3 Sport People n 26/2013 Pag. 17 simboleggiare quanto amicizia e rispetto siano più importanti di qualsiasi scudetto. GARA 2 (Virtus Roma-Cantù 74-68) Non c è tempo per respirare nel basket. Né tantomeno per riordinare le idee ed inviare gli scatti realizzati in Gara 1. Dopo 48 ore è infatti già tempo di tornare al palazzetto. Ormai la metà della mia vita, nelle ultime settimane, si svolge nell area delimitata tra il Lungotevere e Piazza del Popolo. Così salire sul tram è ormai come entrare nel cortile del mio condominio. Tanti ragazzi, un ora prima della gara, sono già attorno al PalaTiziano e, proprio come due giorni prima, tifosi di casa ed ospiti si ritrovano insieme nel prepartita, mangiando e bevendo beatamente. Faccio qualche giro intorno all impianto per assaporare l ambiente, scambio quattro chiacchiere con molteplici persone che incontro ed alle quali neanche sapevo interessasse il basket (magia dei play-off) e poi ritiro l accredito entrando. Neanche sto a sottolineare la calura che assedia il piccolo impianto capitolino, ma già dai primi passi capisco che sarà abbastanza difficile riuscire a respirare senza affanno. Pochi minuti prima della palla a 2 entrano le tifoserie. La Curva Ancilotto è forse leggermente più gremita rispetto a Gara 1, mentre gli ultras brianzoli sono all incirca in egual numero rispetto al primo incontro. Si raggruppano tutti dietro allo striscione Eagles cominciando da subito a mettersi in mostra con bei battimani e qualche sbandierata. Anche stasera non mancherà la loro classica sciarpata sulle note di Rose rosse per te. Uno di quei momenti per i quali sono disposto a correre in tondo all intero palazzetto pur di immortalarlo. Sì lo so, la sanità mentale non è il mio forte, però a me le sciarpe tese sono una di quelle cose che hanno sempre fatto perdere la ragione. Sciarpe tese, tamburi battuti come Cristo comanda, mani tenute sopra la testa e cori scanditi lentamente ed a lungo. Datemi una curva così e per lei venderei mia mamma ai

18 Tifocronache: Semifinale Playoff Lega A, Virtus Roma-Cantù 4-3 Sport People n 26/2013 Pag. 18

19 Tifocronache: Semifinale Playoff Lega A, Virtus Roma-Cantù 4-3 Sport People n 26/2013 Pag. 19 beduini, come disse Woody Allen. Da parte capitolina stasera il tifo tiene davvero alla grande, ottimi battimani, cori che spesso coinvolgono anche l imborghesito pubblico della tribuna e molto colore nel settore della Gioventù. Applausi per lo striscione canturino in sostegno agli Ultras Bresciani, colpiti dalla morte di uno di loro al ritorno dalla trasferta di Livorno. In campo, come in Gara 1, è sempre Cantù a fare la partita con i suoi cecchini che sembrano infallibili da 3. Eppure, proprio come successo 2 giorni prima, ad un certo punto qualcosa si spegne e la costanza dei romani esce fuori. Il divario si colma ed a fine 3/4 sono i padroni di casa ad essere in vantaggio, per l euforia generale del PalaTiziano. L ultimo periodo di gioco sancisce il successo della squadra giallorossa con l Ancilotto che festeggia chiamando tutto il palazzo ad alzarsi in piedi. Applaudono anche i canturini, invitando i propri giocatori a non arrendersi, ben consci che le prossime due gare tireranno in ballo il tanto celebre Fattore Pianella. Realizzo qualche video e poi, divincolandomi tra la folla, abbandono gli spalti per fare rientro a casa. Un po confuso se ormai la mia casa effettiva non sia Viale Tiziano. GARA 5 (Virtus Roma-Cantù 66-77) Dopo essermi concesso un salto al Pianella ed averne assaporato il caldissimo ambiente in una delle due gare disputatevi, si fa ritorno nella Capitale con i brianzoli che sono riusciti a pareggiare la serie. Potrebbe quindi essere questa la partita della svolta per una delle due formazioni. Gli Eagles per l occasione hanno organizzato al meglio la trasferta, richiamando più gente possibile in modo da spingere la squadra di Trinchieri alla vittoria, avvicinandola di fatto alla finale. Giungo alquanto in anticipo in zona palazzetto, ci sono già congrue file ai

20 Tifocronache: Semifinale Playoff Lega A, Virtus Roma-Cantù 4-3 Sport People n 26/2013 Pag. 20 cancelli ed io, dopo aver ritirato l accredito, ho modo di incontrare persino la mia ex professoressa di educazione fisica. Una tipa che merita di essere citata solamente perché, ai tempi che furono, condividemmo insieme una trasferta a Milano, su di uno di quei treni sudici che partivano la sera ed arrivavano a mattina inoltrata. La stessa che mi commissionò una piccola inchiesta sul movimento ultras a Roma da presentare in un progetto sullo sport, organizzato da lei sul finire dell anno scolastico. Quindi, onore al merito. Richiuso il cassetto dei bei ricordi, posso fare il mio ingresso nella fornace PalaTiziano. Mancano pochi minuti alla palla a due, i canturini sono un centinaio circa. Tra loro noto subito lo stendardo dell Onda d Urto Montecatini. Come sempre molte bandiere, tanti stendardi e bel movimento. La curva di casa oggi sembra un po sotto tono, forse troppa tensione blocca un po i ragazzi della Curva Ancilotto i quali non riescono quasi mai a far decollare il tifo, complice (bisogna sempre ricordarlo) un pubblico di tribuna che a Roma è davvero difficile far scaldare e partecipare ai cori. Complessivamente s intuisce che per la Virtus non è serata e questa volta i biancoblu scendono in campo determinati a vincere per ribaltare definitivamente la serie. Mazzarino ed Aradori sono scatenati ed a tratti incontenibili, mentre tra i romani le precarie condizioni di Datome, Taylor e D Ercole pesano come macigni. Il centinaio di canturini incita a gran voce il proprio quintetto, accompagnandolo all ambito successo. Sciarpe, manate e cori scanditi a lungo e lentamente. Il loro leit motiv per tutta la serie, questa sera raddoppiato nel numero delle presenze. Finisce con il palazzetto che applaude comunque i giocatori in maglia giallorossa, c è aria di rassegnazione. C è la consapevolezza che adesso, per conquistare la finale, ci vorrà un impresa quasi proibitiva: vincere in Lombardia e poi

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