ASPETTI DELLA PASSIONE DI GESÙ IN ALCUNI APOCRIFI

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1 Studia Theologica IV, 4/2006, ASPETTI DELLA PASSIONE DI GESÙ IN ALCUNI APOCRIFI (ASPECTE ALE PATIMII LUI ISUS ÎN UNLE SCRIERI APOCRIFE) INTRODUCERE Prezentul studiu îşi propune să identifice şi să analizeze câteva particularităţi privitoare la Patima lui Cristos reperabile în unele scrieri apocrife, subliniind în acelaşi timp aspectul inedit şi legătura cu datele prezente în textele canonice. Fiind vorba însă de o încercare ce se limitează doar la câteva texte şi folosind o metodă expozitivă şi analitică, acolo unde pasajele alese se pretează, apare de la sine înţeles că nu pretindem să epuizăm tematica propusă, ci doar să oferim un cadru discret al elementelor mai puţin cunoscute privitoare la Patima lui Cristos. Ne-am oprit atenţia mai cu seamă asupra primului text, cel mai amplu şi mai bogat, de altfel, în elemente afine subiectului ales. Dezvoltare analizzi textelor nu va fi egală. Ne-am limitat la a riproduce pasajele segnalate şi la scurte observaţii. Am ales pentru studiul nostru următoarele texte: 1. Faptele lui Pavel sau Evanghelia luii Nicodim 2. Evanghelia lui Gamaliel (o Plângerea Mariei) 3. Declamaţia lui Iosif di Arimatea 4. Evanghelia lui Petru 5. Cartea Cavernei comorilor I. INTRODUZIONE Il presente lavoro si propone di individuare e di analizzare alcune particolarità riguardanti la passione di Cristo rintracciabili in alcuni apocrifi, sottolineando allo stesso tempo l inedito e il collegamento con i dati presenti nei testi canonici.. Essendo un intento limitato a pochi testi e usando un metodo espositivo e analitico dove i passi scelti vi si prestano, va da sé che non pretende di esaurire la tematica, ma tenta di offrire un discreto quadro degli elementi meno noti sulla passione del Signore. Ci siamo soffermati principalmente sul primo testo, il più ampio e più ricco in elementi attenenti al nostro proposito. Lo sviluppo dell analisi dei testi non sarà uguale. Ci siamo limitati a riportare i passi segnalati e a fare brevemente delle osservazioni. 455

2 Abbiamo scelto per il nostro studio i seguenti testi: 1. Gli Atti di Pilato o Il Vangelo di Nicodemo 2. Il Vangelo di Gamaliele (o Il Lamento di Maria) 3. La dichiarazione di Giuseppe d Arimatea 4. Il Vangelo di Pietro 5. Il libro della Caverna dei tesori II. ANALISI DI TESTI 1. GLI ATTI DI PILATO O IL VANGELO DI NICODEMO a. Introduzione sullo scritto: struttura, datazione, autore Lo scritto si potrebbe dividere in due parti 1. Il titolo di Atti di Pilato appartiene solo ai cc. I-XVI ( di Pilato non si fa neppure menzione nella II a parte). La forma meglio attestata nei mss è: Atti del processo di Gesù come si è svolto sotto Ponzio Pilato. In I-XVI l esposizione parallela al testo canonico è molto più evidente che in seguito, dove essa è del tutto assente. Si può considerare Anania come il recensore di I-XVI Sembra chiaro che tanto I-XVI come XVII-XXVII abbiano una storia distinta e anteriore al 555. Vari indizi ci conducono a datare lo scritto originale, certamente greco, degli Atti di Pilato nella prima metà del II secolo. Il modo di parlare di Giustino 2, la calunnia giudaica concernente la concezione prematrimoniale di Gesù e la cronologia tra la resurrezione e l ascensione sono gli argomenti addotti. b. Analisi dei passi Il Prologo Consideriamo opportuno, prima di entrare nello specifico del nostro lavoro di segnalazione degli aspetti insoliti sulla passione di Gesù -, riportare un frammento del prologo, rilevante per la persona del recensore e per la collocazione del testo. Io, Anania, della guardia del corpo con il grado di ufficiale pretoriano, versato nella legge, ho riconosciuto per mezzo delle sacre Scritture, dopo che mi fui accostato con fede e dopo che ebbi pure la grazia di ricevere il santo battesimo, che Gesù Cristo è il Signore nostro. Poi ricercai anche gli atti processuali stesi a quell epoca, 1 Cfr. M. ERBETTA, Gli Apocrifi del Nuovo Testamento, vol. I/2, Casale Monferrato 1981, p Giustino rimanda due volte agli atti del processo di Gesù davanti a Pilato. Nel c. 35 della I a Apologia così si esprime: «Dopo che l ebbero crocefisso gettarono le sorti sulle sue vesti e se le divisero i suoi crocifissori. Di tutto ciò potete averne notizia dagli Atti composto sotto Ponzio Pilato» (PG 6, 384 C); ancora nel c. 48: «Voi potete sapere dagli Atti composti sotto Ponzio Pilato che egli ha compiuto queste cose» (PG 6, 400 C) (cfr. M. ERBETTA, op. cit., 234). 456

3 al tempo del Signore nostro Gesù Cristo, atti che i giudei misero per iscritto durante il governo di Ponzio Pilato. Li trovai, redatti in ebraico. Con il favore di Dio li tradussi in greco per la conoscenza di quanti invocano il nome del Signor nostro Gesù Cristo, l anno XVIII di regno del nostro signore Flavio Teodosio, V della «nobiltà» di Flavio Valentiniano, indizione nona. [ ] L anno XIX del governo di Tiberio Cesare, imperatore dei romani, mentre Erode era re della Galilea, nel XIX anno del suo regno, l VIII giorno prima delle calende di aprile, cioè il 25 marzo, durante il consolato di Rufo e Rubellio, l anno IV della CCII olimpiade, pontefice dei giudei Giuseppe Caiafa: ecco le cose che Nicodemo, dopo la croce e la passione del Signore, raccontò e consegnò ai somi sacerdoti e agli altri giudei, dopo averle scritte egli stesso in ebraico. Aspetti inediti 1. I primi dati insoliti per rapporto ai testi canonici sono i nomi dei pontefici e degli scribi. Oltre Anna e Caifa, appaiono Semes, Dathaes, Gamaliele, Giuda, Levi, Neftali, Alesssandro, Giairo È significativo in seguito il dialogo tra i giudei e Pilato. Le accuse dei giudei contro Gesù sono le seguenti: - asserisce di essere figlio di Dio e re, pur essendo conosciuto come figlio del falegname Giuseppe e nato da Maria; - profana il sabato, cercando così di abolire la legge dei padri; - guarisce con arti malvagie, con l aiuto di Beelzebul, essendo un mago. Qui è Pilato che, a differenza dei vangeli canonici (Mt 12,24-27; Lc 11,15-18), si trattiene con i giudei sul potere di Beelzebul delle guarigioni di Gesù. E aggiunge un dato insolito: il scacciare i demoni non lo fa con l aiuto di uno spirito immondo, ma del dio Asclepio. Lo scenario si sviluppa come segue, con l apparizione in scena di un intermediario, il cursore 4. - il cursore farà portare Gesù davanti a Pilato e ai giudei; - Pilato chiede al cursore di portare Gesù, ma con rispetto, giacché re; - il cursore, vedendo Gesù, lo adora e getta ai suoi piedi il copricapo ( ) per farlo passar sopra. - i giudei protestano sia per aver Pilato mandato soltanto un cursore come per il gesto di quello; - interpellato per la ragione del suo comportamento, il cursore replica di aver visto facendo lo stesso a Gerusalemme, da parte dei bambini ebrei portatori di rami e gridando a Gesù: Salve, tu che abiti nei luoghi altissimi! Benedetto chi viene nel nome del Signore! 3 Alcuni mss legono Summe, Subel, Summis per Semes; Dotai, Dodaem, Dothaim per Dathaes; Iairus, Cyrus, Syrus per Giairo, cfr. ERBETTA, Apocrifi, L invito in tribunale per mezzo di un cursore (corriere, usciere, messaggero), servo privato del governatore, e non per mezzo di un pubblico araldo o banditore, significa che Pilato non voleva dare troppa importanza all accusa. Se ne renderanno conto anche i giudei., cfr. ERBETTA, ibid.. 457

4 - Non trovando nessun motivo di rimproverarlo, Pilato gli chiede di far entrare Gesù come considerava opportuno. Il cursore, introducendo Gesù, ripete il gesto di prima. 3. Un altro elemento insolito sono gli stendardi che adorano Gesù, al suo passaggio. Lo scenario è il seguente: passando Gesù, i busti imperiali delle insegne si piegano e adorano Gesù; i giudei protestano contro gli alfieri e questi si difendono, confessando che sono greci devoti agli dei, perciò non s inchinano ad altri. Pilato propone di prendere altri uomini e i giudei ne scelgono dodici robusti degli ebrei e la scena si ripeterà come prima. 4. L intervento della moglie di Pilato, una timorata di Dio e incline alle usanze giudaiche Qui il sogno della moglie di Pilato, cui vicinanza alle tradizioni giudaiche viene riconosciuta anche dai giudei, sarebbe stato frutto del potere magico di Gesù, secondo gli stessi giudei. 5. Accuse e difese a Gesù - È particolarmente interessante il dialogo tra Pilato e Gesù, soprattutto per le parole dell ultimo. Sebbene in Gv 19,10s, alla domanda di Pilato: Non dici nulla?, Gesù ricordava che il suo potere viene dall alto, qui mette in risalto la libertà che ognuno ha di proferire il bene e il male. Perciò ne sono responsabili quelli che l accusavano. - Gli anziani fanno tre accuse a Gesù: - di essere nato da fornicazione, - di aver provocato con la sua nascita a Betlemme il massacro dei bambini, - che la fuga in Egitto dei suoi genitori era dovuta all impossibilità di presentarsi liberamente tra il popolo. È del tutto particolare la notizia del riconoscimento della strage dei bambini, da parte dei giudei, soggiacendo implicitamente il riconoscimento della causa: la paura di Erode per la nascita di un re dei giudei. È un termine costante in torno a cui girano le scene e le accuse: quello di re. 6. Una scena singolare e rilevante e quella dei testimoni a favore di Gesù. Tre sono gli elementi inediti: - È Pilato ad affermare che c è stato un sposalizio tra Maria e Giuseppe di cui erano presenti i testimoni, prendendo un atteggiamento chiaramente favorevole a Gesù; 458

5 - l identità di questi testimoni è ben precisa: non soltanto che sono giudei (e non greci proseliti come venivano accusati), ma sono dodici (!) e vengono riportati anche i loro nomi: Lazzaro, Asterio, Antonio, Giacomo, Amnes, Zeras, Samuele, Isacco, Finees, Crispo, Agrippa e Giuda. Dicono che non li è permesso di giurare, però, sorprendentemente, invitano gli accusatori a giurare, anche loro ebrei! - Alla domanda di Pilato ai dodici testimoni viene chiaramente menzionato che la ragione per cui volevano uccidere Gesù era un opera buona. In altre parole, si sottintende, guarire di sabato è un opera buona (!). 7. Lo svolgimento ulteriore della scena segue come nei vangeli canonici, con un particolare e camuffato rimprovero però di Pilato ai giudei che gli chiedono di ucciderlo, giacché a loro era proibito: A voi Dio ha proibito di uccidere; e a me l ha permesso?. In più, Pilato prende per testimone il sole per affermare che non trova nessuna colpa in Gesù. 8. Nel dialogo tra Gesù e Pilato nel pretorio, a differenza dei testi canonici, la scena non finisce col silenzio davanti alla domanda di Pilato: Che cos è la verità?, ma Gesù risponde che la verità viene dal cielo. Pilato riprende chiedendo se c è verità sulla terra. E Gesù risponde con una formula indiretta: Tu vedi come quelli che dicono la verità sono giudicati da quelli che detengono in terra il potere. Vale a dire, che i due termini verità e potere terrestre si trovano in piati opposti nella bilancia. 9. Davanti all inflessibilità degli anziani di veder Gesù giustiziato e ucciso, e alla loro decisione di prendere su di loro il suo sangue, Pilato ricorre ad un ultimo intento di farli cambiare idea, svolgendosi loro in privato: Non agite in questo modo! riducendo le loro accuse alla cura dei malati e alla profanazione del sabato. È significativa la replica dei giudei, che con coraggio sorprendente davanti al romano Pilato affermano che se uno che bestemmia Cesare è reo di morte, molto più uno che ha bestemmiato Dio. 10. Di nuovo un dialogo insolito tra Pilato, Gesù e poi gli anziani, dove: - Gesù afferma che Mosè e i profeti hanno preannunciato la sua morte e la sua risurrezione. - I giudei ricorrono allo stesso tipo di argomento, con un finale un tanto strano: se uno che pecca contro un altro uomo merita quaranta colpi di frusta meno uno, uno che lo fa contro Dio deve essere lapidato, ma loro vogliono che Gesù sia crocifisso. 459

6 11. L intervento di Nicodemo Anche quest apparizione manca nei testi canonici. Elementi significativi sono precchi: - Nicodemo chiama Pilato pio signore ( ), manifestando chiaramente l apprezzamento che aveva per il governatore. - Nel suo discorso di difesa di Gesù appaiono elementi combinati di Gv 3,2 (del discorso dello stesso Nicodemo) e Atti 5,38 (dell intervento del fariseo Gamaliele). - Compara Mosè con Gesù, le sue azioni con quelle di Gesù. 12. La deposizione dei risanati È uno dei passi più carichi di significato e di emozione: tutti quelli che hanno beneficiato in qualche modo dei segni da lui compiuti, adesso sfilano per rendere testimonianza, ma diremmo noi anche quasi come un ultimo corteggio prima della sua condanna. Si succedono il malato da trentotto anni sul letto, il cieco nato, il giudeo del braccio curvo, un lebbroso, una donna - l unica nominata: Berenice (o Veronica), patendo flusso di sangue da dodici anni (anche se non aveva diritto di comparire come teste), un intera folla di uomini e donne confermando che Gesù scacciava i demoni, o raccontando la risurrezione di Lazzaro. 13. Gesù viene condannato - In più, rispetto ai testi canonici, qui appare un rapporto curioso di forze: da una parte Pilato con i dodici che avevano difeso Gesù cercando di salvare Gesù, e dall altra parte i giudei che lo accusavano. - Del tutto strano appare nella bocca del governatore il duro rimprovero che Pilato fa ai Giudei (richiamando parzialmente le parole di Stefano davanti al sinedrio, Atti 7,51), ricordando brevemente ciò che Dio fecce con i giudei, dalla liberazione di Egitto al deserto e la risposta infedele di Israele. - È altrettanto interessante il dato che Pilato comunica a Gesù, che sarà sospeso sulla croce nell orto dove era stato preso. - Per la prima volta nella tradizione appaiono i nomi dei due malfattori crocifissi con Gesù: Disma e Gesta. - Un altro dettaglio proprio è l uscita di Gesù dal pretorio assieme ai due malfattori, poi il suo coronamento con le spine soltanto al luogo della crocifissione. 14. Dopo la morte di Gesù 460

7 - Curioso è il dato riportato su Pilato e sua moglie, quando vennero a sapere delle circostanze dell ora della morte di Gesù, cioè dell oscuramento del sole, della scissione del velo del tempio: rimasero molto addolorati e quel giorno non mangiarono né bevvero. - Accaduto ciò, Pilato rimprovera di nuovo i giudei. - Questi argomentano che non si tratta di altro che di una solita eclissi di sole. Interrompiamo qui il riferimento agli Atti di Pilato, perché l interesse nostro era limitato soltanto ai dati inediti sulla passione di Gesù. Riportiamo ancora soltanto un ultimo dettaglio, dalla fine di questi primi undici capitoli che costituiscono un unità a parte: 14. Alla fine Anna e Caifa riassumono la passione di Gesù, specificando che fu crocifisso sul monte Calvario, che il soldato Longino trapassò il suo costato con la lancia e che alla fine è risorto. II. IL VANGELO DI GAMALIELE (o IL LAMENTO DI MARIA) Di questo testo, databile con approssimazione nel VI secolo, vogliamo soffermarci soltanto su alcuni dettagli, senza entrare in troppi commenti. - La prima scena che abbiamo scelto è quella in cui Maria cerca gli apostoli per accompagnarla nel suo dolore. Non trovò nessuno, essendo tutti fuggiti e avendo abbandonato il Signore per paura ai giudei. Sappiamo così che: - il giovane che fuggì nudo nell orto degli Ulivi è Giacomo, il fratello del Signore (I.38) - Giacomo, il fratello di Giovanni non aveva resistito neppure un'ora (I.42) - l unico trovato è stato Giovanni (I.44) - Tra le donne presenti accanto alla croce, c è anche Giovanna, moglie di Cusa (II.27). - Pilato viene presentato in toni molto favorevoli: egli e sua moglie amavano Gesù come loro stessi. Se l aveva flagellato era per piacere agli empi giudei, sperando così di intenerire il loro cuore, affinché non lo condannassero a morte. III. LA DICHIARAZIONE DI GIUSEPPE D ARIMATEA I mss pervenuti di questo testo sono databili nel sec. X/XI, ma si tratterebbe piuttosto di una legenda, giacché sono ignorati gli usi giudaici e vengono riportate con troppa fantasia notizie finora sconosciute. Comunque è interessante uno di questi dati nuovi riportati e in concreto il nuovo capo 461

8 d accusa contro Gesù: che sarebbe stato lui a rubare la legge e i profeti. Nel testo appare la figura di due briganti, Gesta e Disma, uno che uccideva i viandanti con la spada, altro li spogliava. Sarebbe stato Disma a rubare i libri della legge che si trovavano a Gerusalemme e portato via lo stesso deposito segreto di Salomone, ma alla proposta di Giuda fatta ai giudei, l accusa veniva indirizzata a Gesù, per avere il pretesto del suo arresto. Gesù viene perciò condannato insieme ai due ladri, così come viene riportato anche dai vangeli canonici. IV. IL VANGELO DI PIETRO Fu composto probabilmente tra Lascia intravedersi una grande stima per Pilato, scaricando tutto il peso della responsabilità per la morte di Gesù sui giudei e particolarmente su Erode. Mette in una luce particolare la figura di Pietro, omettendo le sue negazioni. Riportiamo alcuni dati propri. 1. Tra quelli che colpivano Gesù e si burlavano di lui, che lo pungevano con una canna c erano alcuni che dicevano: Questo è l onore che rendiamo al Figlio di Dio (III,9). 2. Gesù sulla croce, tra i due malfattori, taceva, come se non sentisse dolore Il ladro che difese Gesù aveva detto: Questo, che è diventato il Salvatore degli uomini, in che cosa vi ha pregiudicato?. Adiratisi contro di lui, i giudei decisero di non spezzarli le gambe, per farlo morire tra i tormenti. (IV,13-14). 4. Uno di loro disse: Dategli da bere fiele con aceto. Fatta la miscela gliela diedero da bere. E compirono ogni cosa, colmando la misura dei loro peccati sul loro capo Le ultime parole di Gesù in croce sono sensibilmente diverse da quelle dei testi canonici: Forza mia, forza mia, tu m hai abbandonato! (. Detto ciò, fu assunto (V,19). 6. Un altro dato che non compare nei testi canonici riferisce ai chiodi: allora estrassero i chiodi dalle mani del Signore e lo deposero per terra. Tutta la terra si scosse e fu un panico enorme.. È molto suggestivo l episodio: la terra, a contatto col corpo del Signore. 7. Morto Gesù e viste le conseguenze della sua morte, i giudei, gli anziani e i sacerdoti si accorsero del male che avevano fatto e loro stessi e cominciarono a colpirsi i petti dicendo: Maledette le nostre iniquità! Ecco il giudizio e la fine di Gerusalemme (VII,25). 8. Sulla tomba di Gesù hanno messo sette sigilli 7 (VIII,33). 5 Un allusione docetista? 6 Anche la bevanda ha qui l espressione di atto di crudeltà, a differenza dei testi canonici. 7 Forse non è esagerato vedere qui un richiamo dell Ap 5,1-3: E vidi nella mano destra di Colui che era assiso sul trono un libro a forma di rotolo, scritto sul lato interno e su quello esterno, sigillato con sette sigilli. Vidi un 462

9 9. Una scena originale è quella dell ascensione del Signore nel momento in cui lascia il sepolcro e s indirizza verso il cielo (vs 35-44), interpretando così la passione del Signore alla luce della sua ascensione (vs. 19) e rendendo anche la croce partecipe a questa glorificazione (vs ). V. Il libro della Caverna dei tesori Un apocrifo anomalo possiamo dire, che non entra nell elenco di quelli neotestamentari, ma viene piuttosto considerato come facendo parte da quelli veterotestamentari, è il libro della Caverna dei tesori. Si tratta di uno scritto redatto in siriaco tra il IV sec 8 e VI-VII sec. 9, di ispirazione chiaramente cristiana, e che ha attinto a fonti e tradizioni giudaiche antiche, come il Liber jubilaeorum (II sec. a.c., chiamato anche Piccola Genesi, Apocalisse di Mosè, Testamento di Mosè e Vita di Adamo, che descrive in periodi giubilari di 49 anni la storia rivelata a Mosè sul Sinai) o l Assumptio Mosis (tra il 6-30 d.c., una composizione mista di due scritti: Testamento di Mosè e Assunzione di Mosè, citata da Origene, Clemente Aless. e dagli atti del concilio di Nicea). La caverna dei tesori presenta un racconto continuo della creazione di Adamo ed Eva, la loro discendenza fino a Melchisedek, arrivando poi fino alla morte di Cristo. L abbiamo preso in considerazione in quanto riporta un dato particolare che collega la passione e la morte di Cristo con la caduta e la morte di Adamo. Per quanto ci risulta, nella tradizione patristica questo elemento non è rintracciabile tranne che in Ireneo (AH V, 23, 2). Il libro presenta la corrispondenza tra eventi riguardanti il primo Adamo e il Secondo, nello stesso giorno di venerdì (c.48, v.12 e 21): alla prima ora del venerdì fu plasmato Adamo dalla polvere e nella prima ora del venerdì il Messia ricevette gli sputi dai figli di Adamo; in un venerdì peccarono Adamo ed Eva, e in un venerdì fu perdonata la loro colpa; in un venerdì morirono Adamo ed Eva, e in un venerdì ritornarono a vivere 10. Conclusione Il presente studio non pretende di aver fatto una ricerca comparativa esauriente con rispetto ai testi canonici, ma semplicemente mettere in rilievo alcuni aspetti insoliti sulla passione di Gesù che i testi scelti contengono. Non possiamo non osservare l affinità che pure hanno con i vangeli angelo forte che proclamava a gran voce: «Chi è degno di aprire il libro e scioglierne i sigilli?». Ma nessuno né in cielo, né in terra, né sotto terra era in grado di aprire il libro e di leggerlo. 8 Cfr. secondo Ch. Kannengiesser in DPAC, c Secondo F. Scorza Barcellona, ibid,.c. 2066, e S. Voicu, ibid., c Il testo viene citato secondo E. WEIDINGER, Gli Apocrifi. L altra Bibbia che non fu scritta da Dio, tr. it. E. Jucci, Casale Morferrato Altri elementi al riguardo si possono ritrovare in A. STROBEL, Ursprung u. Geschicte d. frühchristlichen Osterkalenders p. 68; in J. CEDRENO, Historiarum Compendium, ed. I. BECKER, p.12; nell indicazione bibliografica offerta da S. VOICU, alla voce Spelunca thesaurorum, DPAC c. 3268; in A. ORBE, op. cit., p

10 canonici, specie sinottici. Va oltre le possibilità e i limiti del presente intento uno studio ampio che potesse rilevare la relazione esistente fra i testi, le dipendenze o gli influssi, sia per mancanza di materiali, sia per l estensione di tempo e spazio che ciò comporterebbe. BIBLIOGRAFIA ERBETTA, M., Gli apocrifi del Nuovo Testamento. I/1, I/2 Vangeli: Infanzia e passione di Cristo, Assunzione di Maria, Casale Monferrato Torino MARA, M. G., Evangile de Pierre («Sources Chrétiennes», 201), Paris 1973 WEIDINGER, E., Gli Apocrifi. L altra Bibbia che non fu scritta da Dio, tr. it. E. Jucci, Casale Monferrato BOVON, F., GEOLTRAIN, P.(ed.), Écrits apocryphes chrétiens I, (Bibliothèque de la Pléiade 442) Gallimard, Paris

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