Note essenziali sull Empirismo

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1 Note essenziali sull Empirismo TRE «PROTAGONISTI» JOHN LOCKE ( ) GEORGE B BERKELEY ( ) DAVID HUME ( ) Si fonda sulla tradizione inglese (Ruggero Bacone, Guglielmo di Ockham,Francesco Bacone). Ha come componenti di fondo la Rivoluzione scientifica e l Illuminismo Illuminismo. Trova in queste parole il suo principio fondante: nihil est in intellectu quod prius non fuerit in sensu ( niente è nell'intelletto che prima non sia stato nei sensi ).

2 Note essenziali sull Empirismo LA RAGIONE Anche per gli empiristi la ragione, non potrebbe essere altrimenti, è un riferimento fondamentale. Essa, però, è vista come uno strumento in più sensi limitato dall esperienza. L ESPERIENZA Essa va intesa come: 1. Fonte e origine di ogni processo conoscitivo. 2. Criterio di verità, ovvero strumento di verificazione i delle tesi elaborate lb dll dalla ragione. Insomma: in termini generali, o addiritturara generici, possiamo dire che gli empiristi sono un poco meno fiduciosi dei razionalisti.

3 Note essenziali sull Empirismo CONTRO LA METAFISICA Il richiamo costante all esperienza fa sì che l empirismo, in antitesi al razionalismo, tenda ad assumere un atteggiamento limitativo o critico nei confronti delle possibilità conoscitive dell uomo e, per questo motivo, a seguire un indirizzo antimetafisico, presente soprattutto in Hume.

4 VITA 1. Nasce a Edimburgo. 2. Compie studi di giurisprudenza i e, dopo OPERE PRINCIPALI un fiacco tentativo di esercitare la professione di avvocato, stabilisce un preciso piano di vita: 1. Trattato sulla natura umana 2. Saggi morali e politici Risolsi di supplire alla mia fortuna 3. Ricerche sull intelletto umano scarsa con una rigida frugalità, di 4. Ricerche sui principi della morale mantenere intatta la mia libertà e di considerare come trascurabile ogni cosa all infuori dell applicazione del mio ingegno alle lettere. 3. Ormai ricco grazie alla fama delle sue opere, muore nel 1776 nella nativa Edimburgo.

5 L UNICA SCIENZA Esiste una sola vera scienza per l uomo, quella che si occupa di studiare la natura umana medesima. Perché? Anche la più astratta e impersonale dll delle scienze, altro non è che prodotto dell uomo e della sua natura! Dunque è dalla conoscenza della natura dell uomo che bisogna partire: tutto trova lì il proprio cominciamento. SENTIMENTO Contro il razionalismo: luomo l uomo è più sentimento che ragione. La stessa ragione è, in effetti, una sorta di istinto animale. Le nostre verità, quindi, ben lungi dall essere oggettive e incrollabili, saldamente basate sulla natura delle cose, sono invece soggettive, ovvero costruite dall uomo per l uomo, dettate da istinto e abitudine.

6 PERCHÉ FARE FILOSOFIA? In una significativa nota biograficapresente nel Trattato sulla natura umana, Hume domanda a se stesso il perché egli debba dedicare tempo e grandi sforzi nella considerazione di queste tematiche, così difficili, quando la vita pratica, di tutti i giorni, non ne viene minimamente influenzata nel suo fluire... Insomma: perché occuparsi di filosofia? P hé i d H i d i ifi i Perché, risponde Hume in modo estremamente significativo, non posso farne a meno.

7 A ANCORA SENTIMENTO Questi sentimenti e t nascono o naturalmente a te nella eamia presente pese disposizione; e se cercassi di bandirli e applicarmi ad altri affari o distrazioni, io sento che ci perderei in fatto di piacere. Questa è l origine dll della mia filosofia. Questa è l origine della Filosofia, di tutto il pensiero umano: un istinto insopprimibile. Ecco che paradossalmente la ragione umana che illumina il cammino Ecco che, paradossalmente, la ragione umana che illumina il cammino contro credenze superstiziose, di natura sentimentale e istintuale, altro non è, a sua volta, che sentimento e istinto.

8 CRITICA DISSOLVENTE L Illuminismo, come sappiamo, ha sottoposto l intera storia umana al lume critico e distruttivo tti della dll ragione. Hume applica alla ragione stessa questa fredda analisi critica. Ne emerge che: 1. I due concetti metafisici fondamentali, quello di sostanza e quello di causa, sono tutt altro che solidi. 2. Etica e politica vanno ricondotte a esigenze umane e non impostate su fantomatiche basi metafisiche. 3. Per l uomo, è possibile conseguire effettive certezze solo nel campo della quantità e del numero.

9 CRITICA DISSOLVENTE Se ci viene alle mani qualche volume, per esempio, di teologia o di metafisica scolastica, domandiamoci: contiene qualche ragionamento astratto sulle quantità o sui numeri? No. Contiene qualche ragionamento sperimentale su questioni di fatto e di esistenza? No. E allora gettiamolo nel fuoco, perché non contiene che sofisticherie e inganni (Ricerche sull intelletto umano, conclusione). Questa veemenza critica, però, non prescinde da un elemento essenziale: pur con tutti i suoi limiti, la ragione è l unica guida e nostra disposizione.

10 IMPRESSIONI GNOSEOLOGIA Le percezioni che penetrano con maggior forza ed evidenza nella nostra coscienza vengono chiamate da Hume impressioni. Sono tutti ttiii dti dati sensoriali, ilile passioni ie le emozioni, nell attimo presente in cui vediamo o sentiamo, amiamo o odiamo, desideriamo o vogliamo. IDEE O PENSIERI Le immagini delle impressioni, che la nostra mente ritiene sotto forma di ricordi, sono quelle che Hume chiama idee o pensieri.

11 GNOSEOLOGIA LEGAME FRA IMPRESSIONI E IDEE Ogni idea deriva dalla corrispondente impressione. Non esistono, dunque, idee o pensieri di cui non si sia avuta precedentemente l impressione sensibile. LIBERTÀ LIMITATA La libertàdel pensiero dell uomo trova limite in questo principio: L uomo Luomo può si collegare idee diverse fra loro nei modi più vari, ma non potrà mai avere una sola idea che non derivi dalle impressioni, cioèda un qualche tipo di esperienza.

12 GNOSEOLOGIA SOLO IMPRESSIONI E IDEE Per descrivere e spiegare la realtà del mondo e dell io, l uomo non ha a disposizione se non le impressioni, le idee e i loro rapporti. TUTTO È PARTICOLARE, SINGOLARE Tutto ciò che certamente e indubitabilmente esiste sono le nostre impressioni e le idee che da queste derivano. Sia le une che le altre sono radicalmente individuali. Tutti i nostri concetti astratti e, dunque, universali derivano dall abitudine abitudine di designare con un solo nome cose che si somigliano.

13 COME SI COLLEGANO LE IDEE FRA LORO? 1. SOMIGLIANZA 2. CONTIGUITÀ (nel tempo e nello spazio) 3. CAUSALITÀ Anche se non esistesse in natura neppure un triangolo, le verità dimostrate da Euclide conserverebbero sempre la loro certezza e la loro evidenza FONDAZIONE DELLE SCIENZE PURE La relazione di somiglianza, quando viene riferita a semplici idee e non a cose reali, possiede la massima esattezza possibile e costituisce il dominio della scienza. Su di essa sono fondate la geometria, l algebra e l aritmetica, i cui oggetti sono idee che non aspirano ad alcuna realtà di fatto. Le proposizioni di queste scienze si possono scoprire con il solo pensiero e non è possibile negarle perché ciò implica contraddizione.

14 IL MONDO REALE Hume contrappone alle proposizioni matematiche, il cui contrario non è possibile, le proposizioni che concernono l esistenza il cui contrario è sempre possibile perché ogni cosa che è, può non essere. Questa distinzione è, naturalmente, assai simile a quella che Leibniz propone fra verità di ragione e verità di fatto.

15 IL MONDO REALE E LA SUA RADICALE INCERTEZZA Il contrario di un qualunque dato di fatto è sempre possibile. Il sole domani non si leverà è una proposizione non meno intelligibile né più contraddittoria de il sole domani si leverà. Sappiamo benissimo che anche domani il Sole sorgerà all orizzonte... Eppure non è possibile darne dimostrazione.

16 IL MONDO REALE E LA SUA RADICALE INCERTEZZA Approfondiamo. Ogni verità di fatto si basa sulla relazione di causalità. Tale relazione, però, non è conoscibile a priori, ovvero per via di puro ragionamento, ma solo tramite una qualche concreta esperienza. Adamo non avrebbe mai potuto inferire dalla fluidità e trasparenza dell acqua che essa poteva soffocarlo o dalla luce e dal calore del fuoco che esso poteva consumarlo. Nessun soggetto scopre mai, per mezzo delle qualità di un oggetto che appaiono ai sensi, le cause che lo producono o gli effetti che sorgeranno da esso; né può la nostra ragione, senza l aiuto dell esperienza, effettuare alcuna induzione che concerna realtà o fatti. Questo vuol dire che la connessione fra causa ed effetto, anche dopo che è stata scoperta per esperienza, rimane arbitraria e priva di qualsiasi necessità oggettiva.

17 IL MONDO REALE E LA SUA RADICALE INCERTEZZA Questo è vero per un ovvio motivo: l esperienza, qualunque esperienza, riguarda solo e solamente il passato. Possiamo ripetere mille volte il medesimo esperimento e ottenere sempre il medesimo risultato... Questo non garantisce, non dimostra che al tentativo successivo accadrà dàancora lo stesso! L esperienza, Lesperienza, per quanto lungamente confermata, riguarda sempre il passato, mai il futuro. Tutto ciò che essa ci dice è che da cause simili ci aspettiamo effetti simili. Ma appunto questa attesa non è giustificata dall esperienza: essa è piuttosto il suo presupposto! L ità è i di t tti t i i i i La sua necessità è quindi puramente soggettiva e va cercata in un principio della natura umana. Questo principio è l abitudine, o costume.

18 IL MONDO REALE E LA SUA RADICALE INCERTEZZA Quando abbiamo visto più volte congiunti due fatti o due oggetti, ad esempio la fiamma e il calore, il peso e la solidità, siamo portati dall abitudine ad aspettarci l uno quando l altra si mostra. L abitudine, esattamente come l istinto degli animali, è una guida infallibile per la pratica della vita, ma non è né può essere un principio i i di giustificazione ifi i razionale o filosofico. Un principio di questo genere, semplicemente, non esiste.

19 CREDENZE E FINZIONE Ogni credenza che riguardi fenomeni fisici risulta dal sentimento dell abitudine di più che da un atto di pura ragione. La radicale incertezza dellacredenza credenza, si noti bene, non significaridurlaa a qualcosa di simile alla finzione. Noipossiamo possiamo, nel nostro concetto, congiungere la testa diun uomocon il corpo di un cavallo [esempio di finzione], ma non è nostro potere credere che una tale creatura esista realmente [credenza] La finzione è in potere del nostro intelletto, la credenza no: si tratta di una distinzione i i essenziale. il

20 IL MONDO ESTERNO La più radicata delle credenze è forse quella che riguarda l esistenza del mondo esterno. Se è vero che tutto ciò che conosciamo altro non è che impressione sensibile e pensiero, è radicata in noi la convinzione che tali impressioni e pensieri corrisponda qualcosa che esiste indipendentemente da noi. Come si forma tale credenza?

21 Vi sono delle impressioni sensibili che si presentano sempre insieme. Tutte le volte che osservo la mia automobile, vedo un certo colore associato ad una certa forma, associata ad una certa dimensione, ecc. Dalla coerenza e dalla costanza di certe impressioni, l uomo è tratto a immaginare che esistano cose dotate di una esistenza continua e ininterrotta e quindi tali che esisterebbero anche se ogni creatura umana fosse assente o annientata.

22 Si tratta tt di una credenza preriflessiva, i iti istintuale. t Abbastanza precocemente, però, la riflessione ci insegna che ciò che si presenta ai nostri sensi e alla nostra mente non è l oggetto fisico in se stesso, ma una sua rappresentazione. Banalmente: L oggetto che i nostri occhi fissano sembra rimpicciolirsi quando ci allontaniamo, ma quella reale, che esiste indipendentemente da noi, non subisce alterazioni di sorta. Ecco che prima il pensiero filosofico e poi quello scientifico conducono a distinguere le cose oggettive, continuamente esistenti, dalle percezioni soggettive delle medesime, mutevoli e interrotte. Eppure noi conosciamo le prime solo e soltanto tramite le seconde!

23 In termini rigorosi, Una realtà che sia diversa dalle percezioni ed esterna ad esse non si può affermare né sulla base delle impressioni dei sensi né sulla base del rapporto causale. La realtà esterna dunque rimane priva di giustificazione razionale, ma l istinto a credere in essa è ineliminabile. Questo appare piuttosto inquietante e pare aprire le porte ad un radicale scetticismo. Hume però si spinge ancora oltre!

24 LA REALTÀ DELL IO Hume afferma che l identità che noi attribuiamo allo spirito umano è un identità fittizia, dello stesso genere di quella che attribuiamo alle cose esterne. Lo spirito umano è fatto da una pluralità di percezioni legate insieme dai rapporti di somiglianza e di causalità. Sui rapporti di somiglianza è fondata la memoria, giacché l immagine della memoria somiglia al suo oggetto. E il presentarsi di percezioni simili dà il primo spunto a produrre l idea dell identità personale. La causalità dà l altro, quello decisivo. Hume paragona l anima a una repubblica, in cui i diversi membri sono uniti da un vincolo reciproco di governo e di subordinazione e danno vita ad altre persone, le quali continuano la stessa repubblica nell incessante cambiamento delle sue parti.

25 Ciò che chiamiamo io potrebbe benissimo essere niente più che la somma di impressioni e idee, senza che vi sia alcun sostrato comune. La credenza nella realtà indipendente del mondo esterno e quella nell identità dell io si spiegano dunque come produzioni dell immaginazione, ma non si giustificano nella loro validità oggettiva.

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