------J LA CITTÀ E LA SUA FORMA NELTETA INDUSTRIALE
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- Teodora Zanetti
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1 LA CITTÀ E LA SUA FORMA NELTETA INDUSTRIALE tr.e c-ifià neiltt p ri'nte eje in'îhbh'iaie Nel corso dell'otrocento le città in Europa e negli Stari Uniri subirono un forte processo di o'escira, fn-r no del massiccio inurbamenro dì larghi suati di popolazione dalle campagne Tale fenomeno ponò moìte volte a procesi di oescita spontaìea e inegolare (salvo pochi casi, quali le onà a scacchiera di Chicago, New York e Barcellona), determilando muramemi corujderevoli ne1)' oryadzza' lone urbaru. Le qnà si dourono di reti infrasnitlr reli, ot^reto lifìee di comunicazione (strade, reú Lramviarie, metropo[tane) e di servizi recnici (fognature, reù di distribuzione dell'acqua, retj eìenriche). La coslruzione di nuovi quarrieri esterni si accompagnò spesso alì'adeguamento o alla complen riedifìcazione di quelli anùchi, più vicini alle aree súalegiche de.l cenro.. Il ti.more della perdita del centro Uno dei piìr imporznti segnali del cambiamento rispefto al passato fu la tendenza a non distinguere più I'originario cenrro della cinà, che in eù anùca èra determinaro, ad esempìo, dalla chiesa con la na piazza e il suo mercato. Quesa condizion_e è ricoioscibile sia dal punto di vista formale che funzionale e ha decerminaro l'emergere di una nuova consapevolezza rispetto al desrino delle cinà: il timore della perdira della loro forma Per lereraú e uornini di culnra, questa condizione fu visra come meafora della perdita di un'idenriù. L'iÍrmagnazione lenenria rappresenta una chiara resrimonianza di questo timore. Londra, che passò dai abiranri nel 1750 al milione inlorno al 1820, fu visra dal poera e pittore William Blake come una sona di metafora dei nuovi tempi; i.l poeu Perry B. Shelley Ìa interpretò come iflrmagine dell'r,nfemo e íl pinore John Manin come nuova Babilonia. Charles Dickens, nel romanzo Dartd Coppedield, pose fatalisticamente in relazione le condizìoni di povenà delle nuove ciassi popolari inurbate con la nuova dimerurone industriaie. Nell'Ottocento si corsolidò il processo di differenziazione all'intemo della cinà, che era stato awiato nei secolo precedente. I quanien operai trovarono poslo nelle periferie o ln aree inteme al vecchio res suto edificato, merure le ciassi boryhesi si riappropriarono dei centd urbani, rico$ruiti con case moderne e nuovi seffei. Parigi e Vienna furono le cinà che meglio interpretarono. aeaverso intervenù massicci e coordiîad, quesa evoluzione. Nel giro di pochi anru, la poliùca deglì.svenrramenú si eslese al.le più importanti ciflà eufopee. Esemplari furono, in Italia, i casi di Roma, Firenze, Mi.lano, Napoli. particolare del piano di risistemazione del centro cittadino di Farigi, ad opera di G.É. Haussmanh Anorno alla metà dell'onocento, Napoleone III incaricò il barone Georges-Eugène Haussmann ( D, prefeno della Senna, di rjlistemare.l'intero centro ciftadino. Il grande progeno urbanisrico prevedeva I'abbanimento di ampie pani dei vecchi quanieri medievali, per far posto a grandi stade moderne, i boulnards. Questi vennero fiancheggìaù da nuovì palazzì, àdificari con un inlenso, sostenuo cìalla ricca imprendioria pafi8ifla. il pìano di Haussmann a cinà: gli ampi viali si diramavano da gnndi piazze, entro ie quali erano irueriti edificj mo riproduce la s$remazione di una via parigina, sono segnati in nero i nuovi fronti sradali e in grigio le proprieù espropriate per l'anuazione del piano J
2 NAPolj ldducendo motrvi dì pubblica igiene. venne aperto úa il 1888 e il 1894 il cosiddetio r?ttfíla, che congiunge la siazione fenoviaria Ia p\azzz dei ìviurucioio. Lo scopo dell'intervento era quello di risanare i quarueri malsaru del cenro cl&dino, e al tempo sìesso dr mìgliorue Ia funzionaliu della rete viaria. Di fano, esso venne realizzato sefìze lener conto dei radicati problemi sociali della città: la demolizione di intere aree cenrali delerminò lo sposumento deìla popolazione in aree estern:, poru;rdo làl sin-razioni di deglado- Il completamento dei fionù dei reujfiio si amò, ra lerrtezze e inadempienze, soìo nel secondo decen' nio del-novecento. Fm-exu, l-a cinà fu capìe1e d'iulia dal 186> al 1871, e come uje fu oggenq di iniervend di casfornrzione urbana volti a conferjde un aspeno europeo Autore d:l orano urbanistico e delle sue vuiand fu larchiren; Giuseppe Poggi, che elaborò le proprje proposte a partire dagli esem Quesri modelji, però, ebb sentaùvo che di coererte nd ai viali dì circondella vecchia cinra co vennero disttce. foro di eù roma.ra, suila cuale venne erefia Piaza della Rqubbltu circonèau dz ozlazzi in stile neorin:scimentale. I! I ú t k Mú4N-o L adeguamento della cimà.alle nuove esigenze rzè preselutive e furuional non fu a{ida:o ad un vero proqeno di riqualficazione a IveUo urbano: si Preferì ridefinire I'area viciru aì Duomo, con inlelvetù lrammentari, c5e dete:minarono lo svenria-n:nlo dele aree iimirofe e la tealizzazione, dal 1861, delìa Gallería ù GiusepPe Mengoni All'intemo delle muz, poi, si colmarono le aree Libere, cosiruendcr nuor,í quartieri ad altissìma densità ediìizia Del 1889 BeÎuto, che p ad anelli o stoíico. colce La maglia indi-fferenziau di strade ec isolatj che si venne ccsì a cíeare plesenta\fa pochi element di r:ccordo con il rerritono circos'ante alla cinz.,lo -
3 tr n ciîîà canteiez?araflea: tti?d,'d{izia senza tnoclelli \on e facjle tna\zzzre una cinà conremporanea: essa è sempre un'enúra complessa, ricca di elenentj in relazione ua loro ed in continua rasformazione. Ma È ancora più dilficije collocarla enlro schemr, lnterprelarla con una chiave di lem:ia che sia esrensibile ad alre enurà urbane, ljia teonzz zlane generale suìl'argomento è staca tentan Grosse-mo.{gglomerazione Si dice di un: cinà che si espande in modo da inglobare cenri nlnorj, che diventano suoi c.uartierì perledci. ni: la cinà ha \tai qucuiieri-siardina, \e sue perifene e Grandi are anno fa erano desrhate alla colrivazione oggi ospitano jnteri quanieri commerciali, fruìbilj dalla cinà slessa; analogamenre, per organizzare Ia mobilirà di persone e di mercj è stato necessano rez\zzare imoranri sradali di enormi dimensioni. Una deile modalità piu diffuse negli ultìmì decemi per. sosrenere lo wiìuppo delìa complessita, è sau quella di localizzare Ie diverse funzioni ln aree omogenee: quanieri residenziali, direzionali, di svago, ecc-; oggi, però, anche questa forma di razionalizzazíone sembra poler essere messa in discussrone dalla ponau di nuovi evend: si pensi a quanto può incidere sull'orgaruzzazione delle varie anivirà ì'a nuova àimensione delìe rerì informaliche, che consenlono a chiunque di 'muoversi'via cavo senza lasciare Ia propda abiezione o iì luogo di lavoro. la risposta più recente alla nuova reaità urbana sembra essere to;nau quella delìa elaboraztone di un piano urbanisdco che passi afftveso grandi progeni di architemrra. Fig. l. Milton Ke,lnes, Piano sttategíco con indicazioni di aree di-costruzione, 1 970, Nottingham. Fíg. 2. Esempio progettuale di un'area di grandi proporzioni, alla periferia di Piacenza.,11 -
4 Milatm ro*taru Di Milano romana non c'e molto da vedere, a yàíe Ie colome e la basilica di San Lorenzo. La strdtura delle $rade è difficilinente riconoscrbile, dopo secoli e secoli di vicende storiche diverse. Quanto tempo sia passato 1o si vede.dal fa-fto che il piano delia ciuà si é alzato di ben tre metri e qualche segno è rimasto nei delle vie:,vja.cjrco, via Aren4 via Tealro' r'ia Mcr:eta" via san _nomi Giovanni. sul Muro (cioe presso le mura rornane) e in' alcunj resn archeologici (via.brisa' roa N{origi; na Nigra ecc-). Ma quello che sopi-attutio erimasto dell'epoca romana e-il taccìato di tutle - ie vie che a Éggiera uscivano datla città; in rune le direzionì-! trco dov'ero il Pri' no insedionenlo rana' no, dolld pionio quo' drongolore. I'romani a Mílun Un secolo e mezzo'do larrivo dei Gatli, i Romani, sottomessa lltalia centrale e meridionale' rirscirono a sconfiggele i Galli lnslbfi aa conquistare -N{r-lano nel 222 a'c-miltlatd nella lingua dei Rornani sí chiamò A'lediolanum Come d.i consuetudine i romani sol,i-dpposeio la classica piaríra quadrangolare di tutti loro accampamentifortificatia.lborgogìiico;comesemprevitrarciaronociueviepnncipali perpendicolari: il cardine mts.simo e ll decannano; al.loto incrocio psero itfora cíoè La' pi"-" ' clte sj trovar.a dove.oggi c'è piazasan Sepolcro, I-l dove le due vie principali incontravano le mura c'era.ro le porte. Intomo alle mura scavè.rono un fossato, alimentatc dalle acque del Seveso e del Nirone, che ogi scoriono sotto ia città. Mediolanum continuò a crescere e div'entò una ciffà ricca. con un'intensa ati:lità economica e culturale, martenendo sempre la sua importanza militare' il{ilarc împeriale Nel 286 I'impemtore Diocleziano noi-rrinò lvfilano capi"aje deli'i,-::pero ioma:ro d'occidente e I'afiidò ai collega che si era scelto, I'imperatore Massimiaío, che vi stabili la sua residenza Si fece cosruire un lussuoso palazo {rcstasolo qualche nome: San Giorgo al Pal''no.via Olmeno, da un -'l l)
5 olmo che paíe sorgesse presso il palazo rmpenaìe) e in meno di un decerurio trasfigurò la città^ Con ura corte sfarrcsa e ul elelzto tono di r.ita essa dilento simile a Roma" con un grande Circo (via Circo) per le corse dei cavalli, imponenti Terme (Terme Ercuìee) visibilj nei resti lra corso Europa e corso Vittorio Emanuele, Flonea per le derrate aiimentari' Massimiano..Erculeo" allargo la cinta muia.rla Dalle porte (otto o forse nove) uscivano' strade lastricate che porlavano in tètte!e <tirczioni. dell'impero Ben undici vie comolari conyefgevanù sq Milano: una raggiera che ha condizonato il firturo wiluppo del1a città in serso topograíico e che I'ha resa defiuivamente un cenío d trajfici' frn dai tempi di Augusto c'erano il Teatr o (via San Vittore al Tratto- vicino a via Meravjgli ) fatto a semicerchio, con novemila posti a sedere, uno dei più grandi dell'impero; I'Arena (fuon dalle mura, a sud della città nell'attuale r.ia Aren4) grandissima e a pianfe ellittica; \a zecca (nell'attuale via Monetz)..' La cità aveva urvr rete fogrnria soberranea e [e stracie erano in genere lastricate' con canalelti di scarico ai lati: ì resti di una strada romana si possono vóere daì merzanino della metropolìtana di piazza Duomo e Piaza Missori. C,erano templi per tuth gli dei: romani, gallici, orientaìi- Solo i cristianì sj rjrmivafio di nascosto' _nei cimitcrì fuol-i le mtrra. Infatti, a ca,,sa del sottosuolo acquìfinoso a Mila::o non c'sizno catacombe come a Roma- Milarw paleocri*iana Dopo la proclamazione dell'edito di Costantino ( 313) che sanci anche per i crisiani la píena libertà di culfo, cominciarono a sorgere in città le prime basiiiche. Fra esse c'era la basiiica MaggioreoSantaTeclaconl,aniicobattis6tefootÌagonaledisanGiovanniinFontes'dove Ambrogo batlezò sant'agostino (alcuni resti sono visibili scendendo da una scalena flzll'iìtemo del Duomo, a èstra èlla porta principale)' LechiesediSaasimpticiano,sant'Ambrogio'SelNazgro'SanCelimerofiuonoedificatetrail[V e il v secolo rnsieme ad altre oggi scompar-5e come sal Dionigi, ma Ì'uaica basìlica paleocrìstala che ci rimane nel sùo asp tto originano (o quasi) e San l'renzo la grande chiesa dei iempi deil'imperatoreteodosio(ivsec'd-c),chesitrovanelprimotratodeicorsodiportaticinese' eonannessilacappellasarrt'aquilino(giàmausoleoimperiale)asud,l,antieomarll'riumdi sant'lppcli.o a est, e ìì mausoleo di San Sisto a nord. Le t6 colonne cavanti alla chiesa facelano parte deli.antico qua,lripor.-ico che ia precedelz e pro."enivano da un edificio monumentaie del II sec.sarrlnrerrioeralabasilicapalatin4cjoelabasiljcadicorie,leparetiinterne.deliabasiiica r1
6 eral-lo probabilmente rivestite di marrni nella pa--te jnfenore, ment-e Ia paíre sup riore era decorata con pf ziosi rnosaici, oggt perduti, si può alere un'idea deì loro antico splendore visitando quelli ancora presenti nel mausoleo dì Sant'Aquilino e quelìi del Saceìlo di San Vittore jn Ciel d'oro (V sec.) presso sanl' Ambrogìo. L'aJlonediaevo: norte e rinoscit's di l'iilatlo Dopc aver peiso il titolo di capitaie a favore di P..avenaa' Milano ini'ia il suo declino l-t "ina 'i.spopola e la socretà si frantuma. Nel 452 gli unnj ìa saccheggiano, poi è la volta degli Eruli, dei Burgundi e degli Óstrogoti. Dopo periodo di tranquiiiita con la breve parentesi bizantina nel 569 ljboino, re dei Longobardi, la conquista e À4ilano diventa sece di uno dei 56 Ducati iongobardi e in pia.za Cordusio sorge il paiazo del Duca' caria ducls, che le darà il nome' A Milano i l,ongobaldi íeslauraùo le mura romaúe e poienziano uiìa nuo!? cerchia che avelz comfociato a sorgere al lempo delle invasioni barbariche, p r proteggele i sobborghi fuori ciaile mura accanto alle basiìiche paleocristiane. E' I'inizio della cosiddetta cerchia dei navigii, ma l,acquedotto, gli edifici pubblici e le strade sono in rovina., orti e vigne sorgono accznto aglì antichi pslf; e jì popclo abita in povere caparure' Dopo la scon-fitta dell'r:lti:no re longobaido, Desiderio, Mila:ro e la l,orirbardia diverrtano coniea dell'lmpero carolingio. E in questo periodo che si afferma 1a figwa dell'arcivescovo di Milano ìl quale' stabilendo con I'impero legami privilegiati' a-qsume il ruolo di signore e guida della citta' favorendone la rinascita economica ed artistiqa- AlIe soglie dell'amo Mille lvfilano era di nuoyo uruì vere citta Al centro, accanto all'antica cattedraie di sana Teci4 era sorh. la "caredraie invernale" di santa Maria Magiore; renilz usala d,invemo perché più piccola" raccolta e faciie <ia riscaldare. Entrambe queste chiese sono poi scompafse per f-ar posto "i Duo-o. C'erano poi la Cwra Arcivescovile' vicino alla cattedrale e ia corte Ducaìe del tempo dei l,ongobarcii aì cordusìo, con loggiati e portici, Di quest'epoca rimaîe oggi come unico esempic di archiletf.:ra celclingie il Sacello di sen Saùro (8?6)' 1tt
7 La città dzi borghai l,lqro romuroli,, " Idiir(r sto.iri tiumr e iorjotr llo'rìqlìo Gronde e (onro dei N oviqli Priicjpoli vie di (0mu0(0Ir0ne Î Po,r, I Pono (omorino? Porto Nuovo 3- Pono 0nentole 1. Pono Toso 5. Pono Romono ó. Pono Ticin.5e 7. Pono Vertellno 8. Poro Giovia I Etolello verihio 2 Broletto nuovo a Polozzo iello Rogione.l Arrivelcovodo t^ _. ì 5 Bohilo 2 5 0io'ronni in (onro 3 5. trlorio pnsro 5 Soliro 4- L Vincen:o in Piolo i 5 (eho ó. 5 5epokro / 5. Iulorgio 8.5. Irfenrio 9-5. Morio lo Rorso (luori tonol l0 5. Ambroqio I I 5 /'iotco i'iozoro l3 5 limpliciono Duraflte il periodo comunale Milano diventa la più popolosa città d'exropa. arriva a abitanti ed e famosissima p r la produzione d3i tessuti e delle armi. come mai ia piccola Milano medievale dopo ìl Mille e una ciità così gfande e importante? Le cause sono sopiattutto tfe: affluisconoincittà'prolefrientidallacampagrn,pefsolledioriginesocialemoltodiversa. I'economia cittadina (borgfuse) basara sujl'ariiganato, stx trafficr e sul cofffnercio, si sviìuppa a un dùno molto veloce; tutto questo viene favorito dall'otnma posizione in cur si tr-ova Miiano' al cenro Celle principaìi vie di comrmicaziorre, Il liben cotrlutte di trliinno Dopo l'anno Miìte, la spinta decisiva che libera Milano dal potere feudale viene dalla nuova classe borghese. commercianii, artigiani' banchieci' giudici, noiai che accumulano ncchezt, e,t5
8 rivendica:ro maggiori dirith. lottando contro le classi feudali. La borghesia si era fatta un'organiazicne autonom4 la credenza di sar,t'amhrogio, di cui ftce lano pafte le otto Corporazìoni di Arti e Mesfieri. l,e sue funzioni erano quelìe di difendere i dintt dei cive'î cont.o l'arcivescovo e i nobiìì suoì alìeati, regoìare ì rapportì con ì lavoratori stabiiendo orarì e salari; impedire la concorrenza decidendo i prezi delle rnerci' Le citt4 mmunque, non era abitala soio da nobili e da borghesi. Vi era ':na parre del popolo formata da piccoli arti,.,am, nanovali, òperai, spesso sfuggrii agli stenii della vita cootadina e a1la dranda del Signore feudale, che non avela diritti, viverz mìseramente ed era dura:nente sfrutlata- Com'era Milans Turrite dimore di nobili e ricchi borehesi, case di legno dei popolani; botteghe di ertige-'ri e rdercantr, vie toriuo e e siistte arumafe di folle pia:::etté raccoite e chiese; spazi l"eidi con vigne e frutteti dentro le mura fortificale, circondale dal Naviglio e in cui si aprivano porte e posterle; intomo c,era la campagna" atfraversata da vie dt acqua e dalle strade che portavano ìn cità- Nel cuore iklla cittl le piarc erano ii punto di incontro deiia gente per fare affari, discutere, contrattsre, in rn incredtbile via vai di atlaccenrloti passa:rti, facchini, riccbj mercenti' vendìtorì ambulanti, gioc{lieîj, elegariti da e, sei'ùto, j, galline, ladri, musicant', bambinj e tobiu sigrori' Dove ora c'è il Duomo, sì apriva 7a pìe-za (piir piccola dell'afiuale) dove nei giorni di feste comandate si svolgevano gji sp ttacoli in pí^2," e le processioni. Lì a due pa-ssi, dove ora c'è la piazzetta Realg sorgeva la sce del Comune; il Broletto Vecchio' Il nome deriva dalla piazzetla non lastricata, quasi ùn pralo (broto), in cui sorgeva la curia arcivescoyile, che divenne il luogo deile assemblee poiitiche e poi la sede dei rappresentanti del governo. Nel 1228 quesa renne trasèrilà ai BroleBo Nuovo, che aliora era ula pia-za ctliusa che comprendeva le attuaii pi.q-'a N{ercanti e via Mercariti, e in cui sr entava attraverso sel porte. Al cenúo sorgeva il Palazn della Ragone. che ancora oggl si può vedere venendo Ca pìaz-'a Duomo a sinistra Ci vra Mercanti Qui, sopra gli archi, c,era la sela in cui si srolgevano i processi citili (ragioni) e il consigtio ccmunale ieneva le assemblee- Irrtomo c'erai:o alt-j ed.ifici, oggi scomparsi o r-istruffurati nej teii-ip'l: ll p2iatz6 f,pi podestàr, gii archivi del comune, la rappresentanza delle AÍi e delle corporazioni, i'edificio deile aste pubbliche. le Scuole del Broietio. Nella piazza c'era il merc.ato con le barcarelle dei generi alimenlari; i notai per testamenti e conaafti, belchien e cambíavalute ec anche i mryraz)ni del sale: e poi le pngioru'p'er i debitori e per i figii discoli, verso via G'efici, e la forca prer i condarnati a morte' Al centio della piz-'r' riol-e ora.è un pozo del '500, si tovava ia pietra dci J'ailtti, dove i condamatr per fro<ie dovevano battere ii,"0.r- Ot-u di'essere rinchiusi neila vjcina prigione t6
9 1+ Nell'athrale piazza Fontaaa- dietr-o I'Arcivescovado. c'era il Verziere, cioe la pia-', dove si teneva iì mercato di frutta, lerdure e cami; dalzntr a Santa Tecla c'era il mercato del pe-sce. Fra la Chiesa di San Babita Ò quella di San Nazaro, c'era il Brolo di Sant'Ambrogio, un grantie spaz:o a orti, frutteli, giardrni che comprendeva anche un bosco, in cui l'arcivescovo e i suoi ospiti a-ndavano a caccia di cervi- Le vie dt M1lano prendevano il nome dei loro abitanti, perché c'èra I'uso che quelli che tàcevano lo stesso rnestiere abitassero vicini: via Armorari (che coslruivano le armi), via Speronaiì, via Cappeìlan, via Spadai, r,:a Orefici, r'ra Pattan (venditorì di str-acci e vestìti usati), via deì Boìlo (con cui si marchiavano, dopo averli saggiari, imetalli preziosi). A quei tempi c'erano. anche 1a vta dei tintori, dei bandierai, dej commercianti dj olio. Nella zola di piaza Vefa, r'erso Porta Ticinesg c'era il qusrtiere ma.lecdorante dei conciatori di peliete famigiie pirì i-nfluenti darzno iì noine alie vie (o coúroàe), dole c'erano le lom dimore e quelle. dei loro amici e parenii: via Bigli, via Morigi, via Meravigli, via Cubani, r-ia dei Bossi. k porle non erano numerate e venivano contraddistinte datm omamento o un simbolo Scolpíto. Tutte le vie, raramente lastricate con ciotoli, erano toúuose e strette, cosi strette che raramente vi si passavg a cayallo. Le rmiche vie im Fo'plù larghe, in cui ì carri Potevaro inúociarsj e sup'-ra$i, erano i cosiddetti carrobbi- Ir case szmo úolto alte e costituivano come rm mr.u-o di difesa. Le porte erano sfette e le finesíe erano chiuse da ìnferriate. Dieto le case erano orti e giardini, s in ogni cortile c'era un deposito di fieno e paglia per i cavalli' Le chicsedell'età comunale aneora esistenti sono molîe. Infatti, a differenza dellesostruzioni siviii spesso in legno, erano costruite ín muratura E poi a Milano. come aitrove, le chiese erano moitissime (circa duecento) e moitissimi erano anche i monasteri e i conlentí dei dilreisi ordini- Dai molti campanili (centoventi) le campane puntualmente scendivano il tempo, segrnvano 1o scorrere delle ore, l'inizio e ia fine della gornata, ma davaro a tutti la notizia di una nascita, di rma morte, dì r.m pericolo ìmminente La vits sociale nel Medioevo era flrtts imbevrrta di retigiosità- b fede, ma gdche la superstdone e ij timore de.l.ia mofce e delj'a.ldilà era:ro molto Îartt. I-a c.attedrale con la sua imponenza, ì suoì orlamenti, le zue immagini venerate, la sua antpiezz e ricchez'"' il suo spazio e ìe sue opere d,arte, rimaneva il simbolo deila città e dell'importanza che veniva assegnata a quel tempo aila vrta religiost
10 La citfa deí Lrtscowi t- - F aniíicozioni Novigli 5trode ii-ii Edifici rioricj I (one 0ucoie 2. Loggio deqli 0r'j 3. (oste/io 4. (oso Eononlteo J. Arctvescovodo ó. (oro PoÍovicini t-.. I Duomo 2.5- Goltqrdo 3 5 Morio ollo Srclo ' 4,.5. Morio dei 5ei/r I Vrsconti diedero un notevole impulso ali'abb iiimento della cir,a secondo [o stile gotico allora di moda- Fu però un gotico lombardo, non molto sviluppato in ùtezza e con I'impiego vísibile di rnattoni e di decorazioni rn cotto a testimo anza dell'areillosa terra lombarda ss cui di elifici sorgevano. Sotto la loro signorìa, Milano incominciò a supeére ie mur-a commdj e Ia cerchia ciei ì.iavigìi: nuov'i vi llaggi e nuovi brghi si estende%no a r gi inngo Ie principaji vie dr usci'ia dalla crttà. Per dilendere gli abitanti lucri le mur-a, Galezzzn Ti fece costruire una di fesa esterna: ìl Redefos.ri, un fosseto con relativo terepienc di tene battl:te, p*zllelo elle mura comuneli, che già prefliguar.a Ie fifure rnura spagnole- Cominciò anche ad essere ccstruita una rete fo$éria sottenanea che dalle case portava i rifiuti neile acque del Seve.fo e dèl Nirone. e si organizò anche la prima raccotta di nfiuti.
11 Sul sito dell'antico Broletto (oggr i.r sorge Palazo Reale) i Viscoati si coseuirono un pale-uo, completato con l-athgua cappella ducale di san Gothrdo, il cui beììisimo campaniìe, otlagdno gugliato, si può vedere ancora oggi, insieme all'abside, al rosone e al porlale, rimasù originali. trl campanìle venne poi chìamato Campaniìe deìle Ore, perche facera mostra dì r:no dei primi oroìogi meccanici d"europ4 il primo orologio pubblico di Milano..4, ridosso deìle mura sorgeva i1 castello di porta Giovia, realizato ne1 1358{i8 per Gale"-'o'Il e tresformab da Gian Galee-zo in residenze ducale permanente, nurvo poio urbanisricci e archiietlonico della città. che passava così dall'unico tradìzionale c nt.o comrmal ai due poli di elà lìscontea A conf,erma di ciò con Gìan Galeazo venne awiata la c<xtruíone del Duomo, che fu costruito nello spazio occufato da Santa Maria e santa Tecla', in parte disn-une nel i353 dal crollo dell'a.lto campenile di Santa Maria-: Gian GaJeazo decise di sosb-tuide entrambe con uda nuo\@ splendida cattedrale, didicata a SanÎa Maria Nasc'ente e degna dei grande Ducalo che starz creando-. Ad esempio dei patazzi gentilizi di quest'epoca romane palazzo Bonomeo, anche se molto danneggiato daì bombardamenti del 1943, il palaz,o óorsewa una thcciata guatíocentesca' ìi portale archiacuto in marmo rosa di Condoglia, con stemma araldico e soprattutto i locaii dell'antica sala dell'archivio delle carte e dei registrì, decoratí con afiieschi rafììgrranti i giochi caratterìsticì detla società cortese, corne i tarocchj e la pall4 oltre aila ó:l12a' Delle torri nobiìiari che ul tempo punteggìavano il cielo della cjttà rimane la TofTe dei Gorani (vìa Gorani) e la Torre dei Mbrigi (vra Morigi)' Vie di comanicaziorc e anivítà prodattive Sstto i ViscoÍti anche gnàe al recupero di rm sistema di comrrnicazione che nella zona padasa era slato ampiamen ie val,oizzlo in età tardoantica e alìo svilupno delle vie d'acqua I'economia di Milano rifiori. L'imprenditoria e le attività manifatturiere diventarono molte e famosissime' sui corsj d'acqua di poftata maggiore fitti erano i mulini, dove si macinava il grano o funzionavano Ie peste per scorticare il rnrglio, o si muovevano i pesalti marrellj delie folle da panno e da celta^ o le mole per lucidare gii ogetii di mefallo e affilare le lame' ]isettoreprodurtivopereccellerrzaeraquellomerjdjonaje'iipiùrircodiacqueetiirìsorgìve.ln que$o setrorè arrivava il Tjcinejlo (Navidio Gran.Jel. che convogliava fiao aile porte della citta le acque derivate Caì Tieino, consentendc ciì r:ggiungere il l-ego Maggiore e divenendo la principale r.ia di rifomimento delle città. Alla DarseDe Cr Sant'Eustorgio attreccaveno balconi cerichi di derrate agnco)e (grarri, f elo, paglìa' '",esciame da i-,racel]o, lirro) deíjnati ai mercaii cii],ad.iri; i materiali edilìzi (mationi, calcina- pietre)' legname da costruzione e lesna da ardere
12 Attorno alla Danena si t,errne slruftuiando fuiro Lrn sisieraa di san'izi e dj aaiìità legate allo scarico, all'iramagazinamento, aìla distribuzione di questi liatèriali Fresanti, Ú ratterizt"ndo in modo determinanle la composizione sociale e I-aspetlo del quarcìere' Ma ì'acqua e i canalì non servìvano solo alla citià e alie attìvità artigianajì. ia funzìone prìmarìa, ia pnma molla che ave.,a spinto allo se.rrc di carali, era fo:se stata c^uel1a della Cifesa: difesa del rrilcleo urbeno per il tbsseto del 1167; d.'rèsa det coetadc per il Ticinelio sceva'ul Í1391í stessi emi a segaare il confine ùa ii tern;orio milanese e que11o pavese; fi:azíone difensiva foise aache per ia Mrvze, f,s.'y41a dall'a<ìda e reaitzz,t? <iar io<iigianì a partre oai i22ú aii'esíerflo ììmjte settentrionale del loro contado. Nel corso del Xtfl secoio i canali leisero ia ioro originaría fi'mzione difensira a rentaggio dr una fu..lzione dj riordr'na.:nento e riorganizazjone del terrjtorio' [. ii. r-i 1 Sul lloriglio 6ronde, nel 1398, venne rostruilo lo chieso di 5on úisloíoro tone ingrozio' nenîo dei toprowittuli o uno rcresiio, on il ful conponile quoiiro' (enîesco. L fiozzo llerconli, lo toooio deoli Asií. Sebbe',iio,rottt il none della lonigln the vi risiedevo t7îino, rcnne (ollíuilo oi n mt lpl )UU e tl SUq hckontino, deraroto rioi,t'loesîri funpionesi. seni do ollara in poi ai lîonbetiierí per proclonore ol popolo le leggi, gli editii e le senieniz t,o
13 [.a cíttà d4tí Sfora 3,lluro romunoji 2.,.. rrrr l0lil(l slonal ioscli e novigii i=,n,,,, I. 5. l,lono delle 6rozie Motio presso 5 Soiiro 3. (oppello Poriinoti l. (o:tello 5for:esco 2. [o'grondo 3 (oto Fontono 4 (cso Dol Verme 5. (oro Lilto ó (oro 8ig /. (olo di Bernordino (oiìo 8. foro (ostoni 9 (!io Atelloni 10. (oro dei 6rií Da] 1450 al 1535 la città venne go!'emata dagli Sforza Fu un'epoca di ilassjmo splendore, forse una delle piu belle della storia di Milano, ma anche di graadi i"f ghi e di violenza L'economia continuò a pîos4îue e rmilano fit, seua dubbio, uria del.le città più ricche delì'epoca tarto che aumentarono i comumi e ii tenore di viîa si el vò uiteriormente' Ormai qoasi tutte le vie della citfì e.ano lastricate: le case erano a dse o tre piaru e ìungo Ie vie si aprjvano i p,ortonì delle case dei rjcc.hr che si svilèppaì'ano intori]o a rln corb'le quadrato con portlco ad archi leggeri decorati in cotto. Poi c'eraiio Ie case degli artiqianj con la bottèqa sotto cas4 le case d'affiuo dei piccoli borghesi e le casupoie di legnó degli operai. Nfilano si ela inglandita É si estende ormaj fino alìa Cerchja di Narreii, olùe la quaie si aprìvano i prad' La vì ta dei nobiìj continuala anche fuori citri lelìa quièta ùampagna. ir viììe beìlisstrne per ìa!ìllegglatu-ra esiiva: la Miiabella" la bicocca degli Arcinboldi, la Boscaiola" rilia Sinonetla..l,,1
14 Il caslelln Ma ii pal^.,0 più bello di tutti era la residenza del S ignore di Milaao. Il Castelio Visconteo, distrutto dai Milanesi durante la Repubblica.Ambrosiana che pose fine al dominio nel iu rieostruito per volontà di Francesco Sforza e divenne il Castello Sfoczesco. Era una dimora sontuosa e splendida, realizzta soprattutfo per le feste e gli intrattenimenti di corte. Aiia sua riedífibazione conlribuírono ii toscano Filarete, Bartolorneo Gadio e Leonardo. Iì cornplesso forrna ul graade quadrato di duecento met-i di lato e ha al suo jnteno utia piazza ci'armi molto vast4 ai Ci tà cii esse si trovano [a resicieirzz ducale e la Rocchett!' nna fsjtezza nells forlezza con mu.i-i sfressi sei úetri. Un ampio fossato circonda I'intero quadriìatero e cunicoli segreti sottelranei lo collegavano aii'aperta campagna La Ca' Grandn perloìere di Frzacesco e Bianca Maria Sforza, che aíficiarono ì'i,'lcarico aì Filaiete, veane edifi cato sul terreno del Brolo di Sa-ot'Ambrogio (dove gli arcivescovi-andav'ano a caccia durante il periodo comunale) ii primo osperle le iaico del mondo, pr porre freno alìe frequenti epicemie di peste (nei 1452 si conlavano più di 200 morti al gromo). La Ca', Gran&, cosi come la vediamo oggi, è stele costrui..a in tre diverse fasi: la fase sforzesca rinasc-imentale, queila spagnola barocca (co;iile maggiore, chiesa dell'annmciata e facciala con por,ale) e guella napoleonica (crociera sinistra) Tuttavia. conserva una sorptendente unità architettonica in quanto è stato sempre il -ùpettato progetto originario del Filirete che pnevecela due corpi (rmo Cestinato alìe donne e I'aitro aglì uorrini) a pianta quadrata' a loro volta suddivisi in quatro cort quadrate' Il Lazzoretfo Nel 1488, su progetto dell'architelto I-azato Pa!^-ri. di Lugano. venne costruito in aperla campapga il recinto de1 LazzaretÍo per il ricovero degli appef.ati e dei malatí contagiosi. Demoiita aila fine dell.800, oggi rimale una piccola parte del portico in via San Gregorio e ìa cappella centrale, Sex catlo allazarctto (costruifa alla fine del '500), in liaie Tuaisia ail'angolo con!ìa Lecco- Altre opere Vennero fondati ii Monte di Pieta, che faceva prestiti aila poyera genle senza interessi e il famoso orfanotro{io dei,ltfurtlnltt. chr un tempo ave'r'a sece in via lr4enzoni. Dei pocltì esempi Ci edilida privata sono da segnalare ia Casa Foniana (corso Venezia 10) e Pal-aao Llandna-'u del Cesanano (ria Borgonuovo 25).
15 ì{'.io". ì ca,-:ali sj 'gq.::t:eío al veccl-io Ticinello: dél'adda a Milalo îa dadvato il ca'-iale dalla!ría-;-:esana, ca lvjrlaac a Pada, iì Nal'relìc Pavese- Il ÍemloÌro ìomhardo subì giosse Easioi:iiazioni DÈr 13 re..è iei canaìi e ìe opere <ii bcnifica. ohe jncise;o (e jnclrlonc erccrà o'ggi) nel paesaggc r:raí,: : n:tl' economia agiicoia' G!! sr'u sè t i i't ss c! iiu:n"dii ìfiiano sforzesca coiìobbe ia ci:lf.:ra" ì'arte, ia filosofia dei rinasciinenlo e utr $ìlovo modo <ii Densefsba$tosu]j'uono.Dioilgstcleriodosonctesi]ú]odej1z!i;rclevoìjiccrrnenda,.tlstrcj iasciati dai piir grandi artisti chiamati a eorte' tra cui Leonard(Ì e Bramante' ;rj I lo Sirot:o degli At' dnbaldi (viole Sotto 10! ). tosiruttt netto se- :anic nelo tlzl '1AA Per la villeggiotwo. ha dei beoli olfreyhi che nostro- ' ni le piotevale"e de.llo. viîo di nle APPoliene aro ollo Pirelli e dò il no' ne ú un inleío quorì)ere l a J;j L Di quesii torlili ri:l 'JA1 e ne sono nolli o,1i!ono, onthe se Parhi. scno síuggiti oi iíotr nenli dell'eiò borotto lì snarano íknnla il ncsa'oll're i,oor;ani oi ::tii n!c.:i /el ::t; ro ^^.'--;" "--.,r.i. l. rcso Silr:srri icnicnt in rcrsa -)/:nezio 10, rhe a[' l:e ol ialile (ndk kn) ho uno lorricro de! ni' gllor'.!0a.tonborio. il!:l oa/l::t Dtl f:;n: tn la'puini i. lo rcst Ltìic n crst!,::tcc lg ;:r; 4i:lì,r. s iì:ii. i resn riello nso di hrnordino furio. uno iegii snriri íeg Síorc, in io \onl';lgne:e, lo an íei ftsioni n czo \cn Sepclrro I e ou;llc degii )::llcni n :orn,',laaentt',í_;
16 La donùtazíone spaguta l Bqslioni È lodili(o?ioni lloviqli ì_ i - Lhrese l.!. Alelsondro 2.5. Fedele l. 5. Bernotdino olle 0rlo Morio prero 5. (elso Morio dello PoIrìone, # tdifi,i,rorì,i I Polozzo di Brero 2 0rfonotrolio delle Stelline 3. Biblioteco e Pinocolero Àmbrosiono 4. (oll:gio elvelico J. Polozo Oudni 6 Polozo Aceói / Pqlozo Annoni L Polozo Morino I (oro deqli 0nenoni I0. Polozo (nvelli ìl Rotondo dello Belono Col 1535 N{ilano entrò a t'are pa.ite degli immensi domini spagnoli- Per I'ltalia e per Milanr fuiono due secoli di gravi dificoltà, di sottomjssione, di dec{ino politico e sopfattuflo di pesante decaderza economica. Il Ducaio di lr4lano per glì spagnolì avava rm'imporr,zla soprattuso sf:?iogica: colìegar'a ì iorc territori gerinanici con i domjni deij'italia merjdionale. A v'iiano la domiradone spagroia durò c ntosettanta anni, in cui la.spagna arir:ò una politica di pesante pressione fiscale. miope e avida= che causó it tracotlo dle attiviti'* produttive: se ia decadenza economica fu grave, ie cariche pubbliche assicuravano alla classe dirigente milalese un potere e un reddito che si aggiucgevano a quellì derjvati dalle proprietà di ca:npagrra (dovesonerocomoderesidenzees..'ive,cornevillalifiaadaffon).l{aiecaiesdeerarro Èequenissime, moit _eii emarginati, i men<iicantí, elj amnsiatí, i ragabondi e mente nej pul'-''' si lacevano tèste sontirose, soprattutto da baìio' il passafempo del popolo cónsisteva nel liequentare
17 tat eme, gtocare a dadi e ubriacarsi, ma il diverlimento maggiore era assìstere a.lìe eseclzoru 6prmli Si tene!.6no pubblicamente in piq77a Vetr4 qui venivano bruciate anche le donne accusate di sfregoneia. Il Trjbuna.le delì'inquisizrone aveva sede vicino a piazze Vetra, nel convènto domen i cano dí Sant' Eustor gio. m o ltissi m i fi:rono i processi effetfuati' Mildno spagrcln Una delle opere pubbliche più impof.anti fatta dagli spagaoli fi] la costruzione degli iinmensi bastioni, ìughi I t chilometri, che comprender.zno tutti i borghi cresciuti intorno alìa crttàr l bastioni non ci sono pig. anche se è rimasta la parol4 nell'u-so comune, per indicare la doppia cerchia dei viaji della circonvallazione, percorsa dal'tram Ne rimangono a.lcuni spezzoni in via Filippetti e nei giardini vicjoi ed è soprar'r'issuta la porta Romana /del 1558) in pia-" Medaglie 'd'oro. I bastioni vennero fatii erigere dal sovematore Ferrante Gonzaga lungo il ti-accialo del vecchio terrapieno del tempo dei Visconti, tungo it Redefossi. Nell'enorme muraglia difensiva vennero dapprima aperte sei porte: alle sei porte corrispondenti a quelle medievali, si aggiunsero porta Tosa, Vicentina, Ludovica, il Porteiio e la porta Tenagii4 queste due uitime vicino al Casteiio. Venne ape5to 1g! primo Eatlo navigabile del Naleglìo Pavese e il l^aghetlo di porta Ticìnese lu allargato con la costn:zione della Darsena- ( c^t+l u.d. 9, e 3) Le stade e i palaz,i La grande novitii per le strade erano le caîrozze, finalmente comode e dotate di sospensioni- Erano diventate uno s/d/11r s-tmbo!, utta forma di ostetrtazione del potere. Anche la pa'r'imentazione conunciava a tenere coflto delle carroze: c.trmparv-ero shzde con due strisce lasiricate per 1e ruoie e in mezzo i ciotoli <ii fiume, a<iatti agli zoccoli dei cavalii' Si f'ecero nuove sîrade più largbe, come ad esempio via Dwini, lìancheggiate daí pajazzi nobiliari, come palazzo Durinì, al no 24, costruito dal Richini. Uno dei più impcrtanti pala.zi delt'epoca spagnola Îu p "-to Mzrino, r'olulo da Tomaso lúarino' urio dei più ricchi mercaati de! tempo, uomo d'afiarj, banchiere, che presla'/a denaro a papi e iraperatori, e aveva aache in appalto ìe tasse del sale' Un altro palazzo d,a ricordare è la casa degli Omenoni, detta cosi perche ha otto gfandi statue che omano la facciata. l,a fece costruire l,eone l.eoni, scultore al]a ccrle degii irnperatori di Spa--na. Era un uomo dj fama mclto Ciscussa e d.i vita a\n'e.ílt'ìrosa forse ptrsino galeotbc- Sotto la finesíell3 c nirale dell'uitimo piano si vede iin sanio (simbolo della calunnia) l-into da due ieoni (sim*r'lo deìlo scultore $esso: una sfida a turta Ia citfà 1<
18 Le r.ag_aioi i=rprese ediii.:e del nl;rr sairo Iegate aila coil-ri4jtteiiz3 reìigios4 íc.'néccibila ali'a-acne pasioiale di Sal CarÌo. ì-'arcivescovo cèrcò di invesdle i'iirteé ciità il u:: prcge.t'.c itso a nibn:aie cgî, aslefo rjeììa socierd, inérlíaniioio suile trai;che devozionalì; iìorgar:izzò ogni seirore ciei cie;o, dai monasian alle pa;;ccchìe, agìì istnuti assis:enzjalj..r-p* li Sa:rjuic ivkgg'rore (corso v:iie:iai 6), il ca!i,:nio Flî.-.:t'i. l:' Sc::':le dei Ges.ri:: íe:,li'e:: sede degii Uniliaii, oggi Accadeinia di Biera), i-ofaao:roíio íen-.-ni.'-'iìe de11e Sieiiiae. Contizgatore iieìì'oteiatc <ii Sa:r Carìo fi: il cug:lo F-*e:ico BoÍorieo. a cd si <ieve ia fon{ìszion: deila Bibiioteca Ambrosiana, aiiora unica biblioteca in-ítalia a7ítà ai piibhlico e agli slrdiosi; Ceii--AcoaCer:ta A:nbrcsiana a cui iclò ia su: ccilezjcne a=a:'le, ossi nu.i'j:c fclcelenf:je della D;-.^^+e.' A rhr.-r< ie--r >- llel crozioso rerinìa Lororto ielia Roion o dei' ic Eesono (vkino o Piozo únoue Gionole). casiruiìo clo fine del 'ó00, Per un ;ttoio d lu il oniiera del' I lscedcb Mcagnre, oeìic anthe foppone lloppa iual dire íosso e iporcri si senellivcna in orcndi hrsj conuni. i riàhi inrcce nelle rhiese). 0ggi i un gicrdino Puhbli' to noito tnnouillo e io (hieio aiptlú nosiíe d'orìe. t,a tc:o ;:clì Ùne.!''aion i? tl1 :!l!cit1t
19 Mîla o a striaca l ;ì 7 /',1! ro e bcsioni u idilici rtoriti ) Forioti e novtgli ri iobilìrò r0rle Porîo 0rienlole I l; Lhrese!. Llirhele oi Nuovi 5ePolni l. Polozlo (uroni 2 Polozzo (ierici 3 Poloz:o Eelgioioro {. Polozzo di (orte 5 leolio ollo Srolo ó Polozro Diolti 7 Vilfo Belqioioro 8. Polono 5erbelloni 9. Polono I'tto {lorooto) l0 Polozo 0r:9noni (foaioloj lì. Polozo 5orinoni (foaioto) Maria Teresa d'austria, sorrana iì.luminat4 andò al ù-ono nel 1740, soltanto perché non c'erano eredi rtraschi e si trovò a govemare un Ducato in profonda cùi economica e infestato da bande di briganti, che subito represse con polso di ferro Per lei jo Slato si basava sul principio dell 'assolutismo, come per ù.itti ì reglarti dì aììora. GU stati erano considerati beni privati delle famiglie regnanti, e questo per lv{aria Teresa sigmficalz che essi dovevano rendere bene, e che quìndi dovevano essere amministrad jn modo inielligenie e oculato. Così Mílano sj arwjò ad essere uno degli statr meglio amírinistrati d'europa. Tra i moìti prow,ecimenti introdofti Calì'ímpratrice, fone il pr'ir importante atto di govemo lu I'intoduzione del calssto, cioe di un p'mtuale e pleciso cersimento dì tutte le proprietà- ìe ce.se e le terre esis'ienri. Nei i780, alla morte di i"{aria Teres4 Ie successe il figìio Giuseppe II, iì pnrnogeruto di ben sedici figli. condivise le idee della madre, ma era più radicale di lei come riformatore. Anticlencale t_,+
20 'onv-into, decretò Ia soppressione di gran parte degji ordiru religiosi a cui confiscò le proprietà e gli ìagenti patrimoní per finanzia;e opere pubbliche: scuole, os-pedali, assistenza sociale, islituzioni culturali. Vennero aboiìti soprattutto gji ent religiosi rjtenuii "inutili" (monaslerì di clausura), tascíando in vita quelli che si dedicavano all'assistenza e all'istruzione' Fra le opere pubbiiche attuate dagl i Austriaci ci fu ì'istituzione deii'ospecaìe dei paà (in corso XXII lvlarzo 50 c'e ancora il pzla"zo che ii cspita"'a) e del Pio Albergo Tri't z'iopr gli Nuiani che' in seguíto, fa trasferito a Baggio,<ìa cui il nome bopp;irut' Nel 1i72 fu sop,presso ì'ordine dej Gesuiti e il loro convento a Brera fu utiìizz"to corhe dell,accademia di Belle Arci, della biblioteca Braidense, dell'osservaforio astronomico e, grardini de.l pala-,o di Bret4 si piaatò I'Oro Botanico' Nel.700 l,ìss-uzione erè aocorír rm prii.ilegio di clero e nobili, e le scuole esjstenti erano tenée d3 religiosi: Gesuiti, Bamabiti e numerosi attri ordii. G1i austnaci iavece pensava.lo che fosse compito dello Stato occuparsi dell'istruzione: assegrarono nuovi foncii alle scuole ciei À'l'artinrr (che diventò la prima scuola prot'essionale di lvlilano) e delle Stellide e ai nspetti'"ì ortànotrofil istituì scuole pubbliche per i'istnrzione elementare' affidandola aiie parrocchie' nei?:alani in città: drl rococò al neoclassicismo Neila prima metà del '700 si costruiva ancoftì in stile barobco, o meglio ín baroccheno lombardo. leggero e riccioluto: Palazzn Litz (corso Magenta 24ù, plazzo Cusani (via Brera 15), palazzo Sormani (in corso Vitoria all'angolo con vra Francesco Sflorza), dove ora c'è ìa bibiíoteca Commale, e p31azn Clerici (r'ra Cìerì ci 5),PaJe.znDugnanì (r'ia Manin 2). Diveno è ì'aspetto dei palez-i cost-uiti nella seconda metà del secolo: i progeni ediliz a.llora passa-'-ano per le mani del piermarini, Imperial Regio archìtetto. ispettore delle fàbbriche dj Lombardia- incaricato cii sovrintendere alla sistemazione urbanistica della cittàpiermanrr' progettò i ciardjru Pubblici, rzddilzzò vìe, aprì ptat'e: îia qùesie pif:rz, Fo]rtllra, con aj centro una delle poche iontane di Milano. i bastioni di Porta Orientale ( o porta Renza oggi Porta Venezia) furono spiaaati per farne un viale ailrerato. Il centro della vita elegp.nte di allora si spostò veiso po11a Venezia e molti nobijí famigiie vi tmsferirono le loro dimore; palazzo Serbelloni (corso venezia 16), palazo Beleioioso l3.ia-ze Beleio.icso 2), Palazo Greppi (via sa-nt"e'ntonio 12), palazzo ìvferiggia (ria Borgonuovo 23)' Nel ltzl, in occasione cielle nozze il Duomo deiì'arciduca Ferdinando Cario con lv{aria Beat-ice d,este, che stabilir'ono Ia loro residenza a Mila-no, venne daio al Piermanru l'incan'co di adatlare e nq
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