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2 INDICE PREMESSA Pag INTRODUZIONE Pag DATI STORICI IN PUGLIA Pag METODI Pag CARTOGRAFIA Pag Progettazione dei rilievi Side Scan Sonar Pag Rilievi ROV Pag Parametri geodetici e rilievi topografici di base Pag Interpretazione Pag Restituzione finale Pag ANALISI BIOLOGICHE Pag Attività in mare Pag Analisi di laboratorio Pag RISULTATI Pag CARTOGRAFIA Pag Descrizione generale Compartimento Marittimo di Taranto Pag Compartimento Marittimo di Gallipoli Pag Compartimento Marittimo di Brindisi Pag Compartimento Marittimo di Bari Pag Compartimento Marittimo di Molfetta Pag Compartimento Marittimo di Manfredonia Pag ANALISI BIOLOGICHE Pag Prateria di S. Pietro (Isole Chéradi - Taranto) Pag Prateria di Campomarino (Taranto) Pag Prateria di Torre Colimena (Taranto) Pag Prateria di Gallipoli (Lecce) Pag Prateria di Ugento (Lecce) Pag Prateria di Otranto (Lecce) Pag Prateria di Le Cesine (Lecce) Pag Prateria di Torre Guaceto (Brindisi) Pag Prateria di Bari Pag Prateria delle Isole Tremiti (Foggia) Pag Analisi degli organismi perforatori (borers) delle scaglie di Posidonia oceanica Pag Studio sulla variabilità genetica di Posidonia oceanica lungo le coste pugliesi Pag CONCLUSIONI Pag. 93

3 PREMESSA Il progetto Inventario e Cartografia delle Praterie di Posidonia nei Compartimenti Marittimi di Manfredonia, Molfetta, Bari, Brindisi, Gallipoli e Taranto è stato ammesso a finanziamento con Determina Dirigenziale n 66 del 16/04/2004 del Settore Caccia e Pesca dell Assessorato Agricoltura, Acquacoltura, Alimentazione, Foreste, Caccia e Pesca della Regione Puglia, nell ambito del POR Puglia , Asse IV Sistemi locali di sviluppo - Misura 4.13 Interventi di supporto alla competitività ed all innovazione del sistema pesca - Sottomisura 4.13D2 Azioni realizzate dagli operatori del settore: azioni di interesse collettivo e Centro Servizi Il progetto è stato presentato e realizzato dal Consorzio per la Ricerca Applicata e l Innovazione Tecnologica nelle Scienze del Mare CRISMA, con la partecipazione dell Associazione Armatori da Pesca di Molfetta ASSOPESCA in rappresentanza degli operatori del settore della pesca. Le attività tecnico-scientifiche ed operative sono state condotte con la collaborazione della Cooperativa Nautilus ( e della Cooperativa COISPA Tecnologia & Ricerca ( La supervisione scientifica del progetto è stata realizzata da un Consiglio Scientifico composto dai seguenti esperti: Prof. Angelo Tursi, Università di Bari; Prof. Nando Boero, Università di Lecce; Dott.ssa Maria Cristina Gambi, Stazione Zoologica di Napoli; Dott. Giuseppe Lembo, COISPA Tecnologia & Ricerca, Bari; Dott. Roberto Sandulli, Università di Bari; Dott. Giovanni Torchia, Nautilus, Vibo Valentia. Responsabile Scientifico del progetto è stato il Prof. Angelo Tursi dell Università di Bari. Allo svolgimento di questo progetto ed ai risultati ottenuti, in termini di analisi, catalogazione e mappatura delle praterie di Posidonia, lungo i litorali pugliesi, hanno contribuito con grande competenza scientifica, esperienza e passione, numerosi ricercatori, tecnici ed operatori del settore. D altra parte, è stato possibile ottenere questi risultati anche grazie alla lungimiranza e competenza della struttura tecnica del Settore Caccia e Pesca dell Assessorato all Agricoltura, Acquacoltura, Alimentazione, Foreste, Caccia e Pesca della Regione Puglia. Le metodiche impiegate, i risultati e le conclusioni del Progetto sono riportate nel presente documento denominato Relazione Generale. Due atlanti cartografici, uno dei rilievi ed uno delle praterie di Posidonia, costituiscono altri due dei prodotti principali del 1

4 Progetto. Un GIS, realizzato su piattaforma Esri ArcGis 9.1, presenta in forma digitale sintetica i dati biologici raccolti e le carte realizzate. Un ulteriore documento denominato Relazione Analitica, riporta dettagli, approfondimenti ed informazioni supplementari a quanto già riportati nel presente documento, in particolare relativamente alle metodiche impiegate per la raccolta dati e per la redazione delle carte e ai risultati degli studi biologici condotti su 10 praterie campione. 2

5 1. INTRODUZIONE Posidonia oceanica (L.) Delile è una pianta endemica del Mediterraneo con radici, fusto (detto rizoma) e foglie, che può riprodursi per via sessuale, producendo fiori e frutti e per via asessuale, per allungamento della pianta (stolonizzazione). P. oceanica origina vere e proprie praterie che ricoprono i fondi marini dalla superficie sino alle batimetriche dei metri. Il ruolo che, dal punto di vista ecologico, viene svolto delle praterie di Posidonia, nei confronti del sistema costiero, è di importanza assai rilevante. Questa fanerogama, infatti, è una specie strutturante, per la sua azione di consolidamento e arricchimento sul substrato e per quella che svolge, indirettamente, sul biota, in termini di risorse e protezione, tanto da rappresentare una vera e propria area di nursery per i giovanili di moltissime specie alieutiche, oltre ad offrire rifugio e cibo anche agli esemplari adulti (1). La pianta produce con la fotosintesi una grande quantità di materia organica che rappresenta una fonte di cibo diretta e indiretta per numerosi organismi ed il punto di partenza di una complessa rete trofica (2). Fig. 1 Un estesa prateria di Posidonia oceanica. 1 Francour P., Fish assemblages of Posidonia oceanica beds at Port-Cros (France, NW Mediterranean): assessment of composition and long-term fluctuations by visual census. P.S.Z.N.I: Mar Ecol., 18: Mazzella L., Buia, M.C., Gambi M.C., Lorenti M., Russo G.F., Scipione M.B., Zupo V., Plant-animal trophic relationships in the Posidonia oceanica ecosystem of Mediterranean Sea: a review. In: John D.M., Hawkins S.J., Price J.H. (eds). Plant-animal interactions in the marine benthos. Systematic association special volume. Clarendon, Oxford:

6 Dal punto di vista della Gestione della fascia costiera, la prateria svolge un ruolo fondamentale di contenimento e di protezione delle coste dall'azione erosiva del moto ondoso. Da una parte, infatti, la pianta smorza l idrodinamismo e, intrappolando tra i rizomi il sedimento più fine, consolida il substrato; dall altra, le foglie morte, spiaggiando, possono costituire formazioni dette banquettes, che proteggono il litorale dai fenomeni erosivi causati dal moto ondoso (3). Fig. 2 Foglie morte spiaggiate. Nell intento di salvaguardare l ecosistema a P. oceanica, assume un importanza basilare definire le aree occupate dalle praterie, studiarne la struttura, la fenologia ed i popolamenti epifiti. Per realizzare tale proposito si utilizzano metodologie che, attraverso rilevamenti sul campo, conducono a rappresentazioni cartografiche immediatamente interpretabili e ad indicazioni sullo stato di salute delle praterie e dei popolamenti ad esse associati (4). 3 Jeudy de Grissac A., Effets des herbiers à Posidonia oceanica sur la dynamique marine et la sédimentologie littorale. In: Boudouresque C.F., Jeudy de Grissac A., Olivier J. (eds). First International Workshop on Posidonia oceanica. GIS Posidonie, Marseille: Pergent G., Pergent-Martini C., Dynamique et évolution de l herbier a Posidonia oceanica en Méditerranée. Giornale Botanico Italiano, 129 (1) :

7 I rizomi di Posidonia sono fusti modificati che possono accrescersi sia in senso orizzontale (rizoma plagiotropo) che verticale (rizoma ortotropo). Lo sviluppo in verticale determina un progressivo innalzamento dal fondo, che dà origine ad una tipica formazione chiamata con termine francese matte, costituita dall'intreccio di più strati di rizomi e radici di vecchie piante e dal sedimento intrappolato tra questi elementi; solo la sommità di questa formazione è ricoperta da piante vive. Le foglie sono nastriformi, con apici arrotondati, di colore verde intenso, hanno una larghezza media di un centimetro e possono raggiungere un metro e mezzo di lunghezza; sono organizzate in fasci, ognuno dei quali ne contiene in media sei o sette, a formare quasi un ventaglio. Fig. 3 Rizomi e foglie. P. oceanica è estremamente sensibile a tutte le variazioni ambientali e scompare a causa dell inquinamento. Per questo motivo risulta essere un eccellente bioindicatore. Le principali cause di regressione delle praterie sono imputabili alla crescente pressione antropica sulle coste, dovuta all immissione diretta di sostanze inquinanti o eutrofizzanti e alla costruzione di manufatti, come porti, moli e dighe, che alterano il regime idrodinamico costiero. Si verifica allora, con la regressione o la scomparsa delle praterie, una perdita di 5

8 biodiversità e una maggiore esposizione delle coste verso i fenomeni erosivi, con notevoli danni, biologici oltre che economici (5). Fig. 4 Prateria in forte regressione. P. oceanica è specie sottoposta a tutela, come riportato nelle Convenzioni internazionali sulla tutela della biodiversità in Mediterraneo (6) : è citata nell Annesso I (specie rigorosamente protette) della Convenzione di Berna e nell Annesso II (specie minacciate) del Protocollo delle Aree Specialmente Protette della Convenzione di Barcellona; inoltre, nel Piano d Azione per la conservazione della vegetazione marina in Mediterraneo, adottato dai paesi mediterranei nell ambito della Convenzione di Barcellona nel 1999, le nazioni aderenti si sono impegnate a condurre inventari e mappature delle praterie di P. oceanica che insistono lungo le loro coste. Le praterie di Posidonia rappresentano uno degli habitat inclusi nell Allegato I Tipi di habitat naturali di interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di aree speciali di conservazione della Direttiva 92/43/CEE del 21 maggio 1992 relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche. 5 Pérès J.M., La régression des herbiers à Posidonia oceanica. In: Boudouresque C.F., Jeudy de Grissac A., Olivier J. (eds). First International Workshop on Posidonia oceanica. GIS Posidonie, Marseille: Relini G., Nuovi contributi per la conservazione della biodiversità marina in Mediterraneo. Biol. Mar. Medit., 7 (3):

9 2. DATI STORICI IN PUGLIA Nel 1990 il Ministero della Marina Mercantile ha commissionato alla Snam-Progetti uno studio per la cartografia delle praterie di P. oceanica lungo il litorale pugliese. Tale studio si è avvalso di soluzioni tecnologiche all avanguardia per l epoca. La presenza di Posidonia sui fondali indagati fu individuata mediante l'uso del side scan sonar, mentre per il posizionamento geografico fu utilizzato un GPS. L'analisi dei sonogrammi SSS mostrava situazioni particolari per le quali era necessario un approfondimento conoscitivo mediante visione diretta dei fondali esaminati. Per tale motivo venne impiegato un ROV (Remotely Operated Vehicle), veicolo subacqueo teleguidato, munito di telecamera e macchina fotografica. La mappatura delle praterie di Posidonia oceanica sui fondali antistanti le coste della Puglia fu realizzata con la redazione di 42 tavole in scala 1: riportanti le varie formazioni a Posidonia individuate, evidenziate con simbologia standardizzata (7). Il dettaglio delle carte prevedeva la rappresentazione anche del tipo di impianto (su sabbia, su matte, su substrato duro, ecc.) ed una generica indicazione della presenza di segni di degrado ed arretramento della prateria (presenza di matte nude o colonizzate a chiazze). La serie cartografica era corredata da una raccolta di monografie relative a ciascuna prateria o formazione individuata, in cui erano descritte tutte le caratteristiche biologico-strutturali relative alla prateria stessa ed ai fondali a contorno. Lungo le coste pugliesi (estensione di circa 800 km) furono individuate 16 praterie, più o meno contigue fra loro e generalmente comprese nella fascia batimetrica fra i 9 e i 30 m. Le praterie in miglior stato di salute furono rinvenute per lo più lungo le coste salentine e soprattutto lungo quelle ioniche, come quella presente nei fondali compresi fra Campomarino (TA) e Porto Cesareo (LE); quella che colonizza gran parte delle baie a Nord ed a Sud di Gallipoli spingendosi per circa 4 miglia al largo; quella che da Otranto, raggiunge Capo di Torre Cavallo (a Sud di Brindisi) colonizzando in continuo, più o meno fittamente, una fascia batimetrica che si assottiglia (5 15 m di profondità) o si allarga (sino ai -25 m) in ragione delle caratteristiche morfo-strutturali del fondo marino. Decisamente più compromessa risultava invece la situazione rilevata lungo le coste del barese e del tarantino, dove il Posidonieto era ridotto a lembi e chiazze 7 Meinesz A., Boudouresque C.F., Falconetti C., Astier J.M., Bay D., Blanc J.J., Bourcier M., Cinelli F., Cirik S., Cristiani G., Di Geronimo I., Giaccone G., Harmelin J.G., Laubier L., Lovric A.Z., Molinier R., Soyer J., Vamvakas C., Normalisation des symboles pour la représentation et la cartographie des biocénoses bentiques littorales de Mediterranée. Ann. Inst. Oceanogr. 59 (2):

10 residuali, con abbondanti matte morte a testimoniare uno stato di degrado in atto ormai da decenni. Le principali fonti di degrado furono individuate negli scarichi inquinanti (urbani ed industriali) riversati in mare e da alcune indiscriminate attività di pesca condotte illegalmente sotto costa. Un elevato livello di degrado fu riscontrato lungo quasi tutto il litorale della provincia di Bari, dove insistono numerosi centri abitati costieri. In quest'area furono osservati vasti tratti di matte morta attestanti la pregressa colonizzazione dei fondali da parte di P. oceanica. Un approfondimento relativo a questa cartografia del 1990 è disponibile nel rapporto denominato Relazione Analitica. 8

11 3. METODI 3.1 CARTOGRAFIA Le metodologia impiegata nel presente Progetto ha visto l impiego principalmente di side scan sonar a copertura totale, single beam, GPS e ROV per i rilievi visivi Progettazione dei rilievi Side Scan Sonar La cartografia realizzata nel 1990, pur presentando ovviamente limiti legati alla tecnologia disponibile nel periodo, aveva comunque individuato le principali praterie presenti lungo litorale pugliese. Tale base cartografica è stata utilizzata come riferimento per la progettazione delle rotte dei rilievi side scan sonar. I dati del 1990 sono stati integrati dalle informazioni acquisite tramite interviste dirette agli operatori della piccola pesca pugliese. Le informazioni ottenute hanno permesso di escludere dalla ricerca l area del Gargano, in quanto è stato accertato che nei suoi fondali non è presente la fanerogama. Delimitate le aree da mappare è stato progettato il reticolo di acquisizione, vale a dire le rotte di navigazione sulle quali sono stati effettuati i rilievi con Side scan sonar ed ecoscandaglio: Per le aree nelle quali esistevano indicazioni certe sull assenza di praterie, è stata effettuata una rotta di verifica detta di collegamento intorno alla batimetria dei -10 metri, l indagine è stata condotta con range laterali non superiori a 200 metri per lato; nel caso in cui sui collegamenti è stata individuata la presenza di praterie, si sono incrementate le rotte di rilievo in maniera da assicurare la completa copertura del nuovo posidonieto ; Nelle aree per le quali le informazioni raccolte indicano la presenza certa di P. oceanica, l indagine è stata condotta con un range laterale non superiore ai 200 metri con un over-lap di 50 metri. In totale le aree da indagare coprono teoricamente una superficie di circa 563 Kmq, in particolare per le praterie già individuate sono stati calcolati 397 Kmq circa e 166 Kmq per le rotte di verifica o di collegamento. 9

12 Fig. 5 Dati cartografici del 1990 e progettazione del reticolo di rilievo SSS su base cartografica IGM georiferita. Le attività di campo sono state svolte, nel periodo da settembre 2004 a aprile 2005, a bordo dell imbarcazione The President, per i rilievi side scan sonar e single beam e dal M/P Morfeo limitatamente ai rilievi ROV. I principali strumenti utilizzati sono stati: Side scan sonar a correzione di immagine; Sistema batimetrico single-beam a doppia frequenza (30 e 200 khz); ROV provvisto di telecamera ad alta risoluzione; Sistema di posizionamento satellitare GPS, con precisione di ordine metrico. Il sistema side scan sonar è stato impostato con una frequenza operativa di 100 khz ed un range laterale non superiore ai 200 m (scala grafica di acquisizione pari a 1:2.000) che ha permesso di mantenere una risoluzione delle immagini dell ordine di 0,5 m, con over-lap di 50 metri. I rilievi batimetrici sono stati effettuati con un ecoscandaglio idrografico single beam, corredato di digitalizzatore, direttamente interfacciato ad un computer di bordo, che acquisisce in continuo il profilo del fondo marino associandovi i dati di posizione (per ogni punto rilevato) forniti dal sistema di posizionamento satellitare GPS. 10

13 Le aree indagate coprono una superficie complessiva di circa 700 Kmq. Sono stati effettuati circa 2000 km lineari di rilievi SSS per un totale di n. 433 transetti. Nel documento Atlante dei rilievi sono riportati su carta in scala 1: i sonogrammi dei rilievi side scan sonar effettuati, le rotte reali percorse e i transetti ROV. Laddove il basso fondale non ha permesso l utilizzo del side scan sonar i rilievi sono stati condotti con modalità d indagine differenti. Nelle zone costiere di Gallipoli, Ugento, Santa Maria di Leuca e Otranto è stato effettuato il rilievo a vista: mediante un gommone a basso pescaggio biologi marini hanno individuato i limiti superiori delle praterie tramite osservazioni dirette con batiscopio. Le coordinate dei punti sono state georiferite con GPS portatile ed hanno permesso, in fase di post-processing, di descrivere l andamento del limite superiore. Lungo la fascia costiera adriatica, da Otranto a Barletta, l individuazione del limite superiore delle praterie è stata effettuata integrando i dati ROV con l interpretazione delle foto aeree prodotte dalla Compagnia Generale Riprese Aeree (2000), visualizzabili sul sito www:atlanteitaliano.it Rilievi ROV Sulla base delle risultanze emerse dai rilievi batimorfologici sono stati disegnati 34 transetti sui quali sono state realizzate le riprese video-filmate col veicolo filoguidato ROV (si veda Atlante dei Rilievi). Complessivamente sono state acquisite 32 ore di filmati. Il rilievo e le relative registrazioni delle immagini sono state effettuate, nella quasi totalità dei transetti, ortogonalmente alla linea di costa e tenendo una velocità costante del mezzo navale. Per le indagini è stato utilizzato un ROV Hyball della Hydrovision, dotato di una telecamera basculante a 360 della JVC, ad alta risoluzione. Le riprese sono state registrate direttamente a bordo, in supporto DVD Parametri geodetici e rilievi topografici di base Tutti i dati di posizione e la cartografia restituita sono stati registrati secondo il sistema di riferimento UTM fuso 33. Il sistema di posizionamento satellitare GPS, impiegato per il calcolo della posizione dei mezzi navali, utilizza come ellissoide di riferimento WGS84. 11

14 3.1.4 Interpretazione Questa fase è stata svolta presso il CED di Nautilus. L interpretazione a video dei fotomosaici side scan sonar e la restituzione cartografica finale sono stati realizzati con il software Autocad Map 3D. I geofisici, supportati da biologi marini, hanno discriminato le diverse tipologie di substrato, prestando particolare attenzione all aspetto dei popolamenti di P. oceanica presenti. Le aree caratterizzate dalla presenza della fanerogama sono state contornate con delle polilinee e i relativi poligoni ottenuti sono stati successivamente campiti, utilizzando la simbologia proposta da Meinesz et al. (1983). L interpretazione dei sonogrammi, supportata dai rilievi ROV fornisce dati attendibili riguardo la presenza o l assenza della fanerogama. Talvolta potrebbero esserci difficoltà a discriminare con sicurezza tra Posidonia su matte e Posidonia su sabbia. Può infatti capitare che la matte sia bassa o completamente ricoperta di sabbia. Riguardo invece le aree più costiere, nei tratti dove le indagini side scan sonar non sono state possibili, per i bassi fondali e/o la presenza di secche, l interpretazione si è dovuta obbligatoriamente basare sulle foto aeree, oltre che sui rilievi visivi puntuali subacquei o ROV, potrebbero quindi in alcuni casi non essere certa la distinzione tra chiazze di Posidonia e substrati duri sommersi Restituzione finale La restituzione finale ha visto la produzione di n. 48 Carte dei Rilievi in scala 1: e n. 48 di Carte delle Praterie di Posidonia. In corrispondenza delle Aree Marine Protette sono state restituite n. 12 Carte delle Praterie di Posidonia in scala 1: Sono state distinte le seguenti tipologie: Posidonia su sabbia. Questa tipologia è stata utilizzata per situazioni nelle quali non erano evidenti gradini di matte, e le riprese ROV non indicavano la presenza evidente di matte. Non si può ovviamente escludere che, in talune situazioni, la matte potrebbe comunque anche essere presente sotto il sedimento sabbioso. La tipologia Posidonia su matte è stata impiegata per rappresentare praterie di Posidonia su matte quando risultano evidenti le matte dai sonogrammi side scan sonar e/o dai filmati ROV. La tipologia Posidonia su Roccia è stata utilizzata per rappresentare la presenza di Posidonia insediata su substrato roccioso. La tipologia Mosaico di Posidonia e substrato duro rappresenta situazioni con la presenza di Posidonia rada alternata a substrati rocciosi e/o biocostruzioni. 12

15 La tipologia Mosaico di Posidonia e matte morta è stata impiegata per rappresentare situazioni di alternanza di Posidonia e strutture di matte morta prive della fanerogama. La tipologia Matte morta rappresenta situazioni nelle quali la Posidonia è regredita e non è quindi più presente, ma rimangono evidenti i gradini di matte privi della fanerogama. Tutti dati raccolti sono stati organizzati e sintetizzati all interno di un database GIS realizzato su piattaforma ArcGis 9.x. Un quadro dettagliato delle metodiche utilizzate è riportato nella Relazione Analitica 13

16 3.2 ANALISI BIOLOGICHE Le indagini biologiche previste nell ambito del progetto sono state condotte nel periodo compreso fra agosto e dicembre 2004 ed organizzate in tre principali fasi operative: 1) campionamento biologico e rilevamento di alcuni parametri ambientali direttamente in immersione sui posidonieti prescelti; 2) analisi di laboratorio effettuate sui campioni prelevati in immersione (fasci fogliari e rizomi); 3) caricamento dei dati su fogli elettronici e successive elaborazioni statistiche destinate al calcolo di alcuni indici per la valutazione dello stato di qualità delle praterie indagate. Le attività di campionamento biologico e di rilevamento di alcuni parametri ecologici direttamente in immersione sono state effettuate su 10 posidonieti, scelti in altrettante località marine pugliesi, equamente distribuiti lungo i due differenti versanti costieri della regione ed in particolare: 1. prateria di S. Pietro Isole Chèradi Taranto (Mar Ionio); 2. prateria di Campomarino Taranto (Mar Ionio); 3. prateria di Torre Colimena Taranto (Mar Ionio); 4. prateria di Gallipoli Lecce (Mar Ionio); 5. prateria di Ugento Lecce (Mar Ionio); 6. prateria di Otranto Lecce (Mar Adriatico); 7. prateria di Le Cesine Lecce (Mar Adriatico) 8. prateria di Torre Guaceto Brindisi (Mar Adriatico); 9. prateria di Bari (Mar Adriatico); 10. prateria delle Isole Tremiti Cala Matano Foggia (Mar Adriatico). In ciascuno dei 10 posidonieti prescelti, sono state allocate n. 3 stazioni di campionamento. Tali stazioni di campionamento e rilevamento (3 per ciascuna prateria) sono state allocate lungo transetti costa-largo (1 per ciascuna prateria) ed in corrispondenza delle tre zone del posidonieto più significative sotto il profilo ecologico: limite superiore = fondale sottocosta ove si arresta la colonizzazione del posidonieto; zona intermedia (core) = fondale ove la prateria raggiunge in generale il massimo sviluppo; limite inferiore = fondale al largo ove la prateria si arresta più o meno gradualmente con l aumentare della profondità. Di seguito si riportano i dati (tab. 1) relativi alla localizzazione geografica, alla data di campionamento e alla batimetria delle singole stazioni di rilevamento effettuate. 14

17 Tab. 1 Localizzazione geografica delle stazioni di campionamento effettuate sui posidonieti prescelti lungo il litorale pugliese. prateria/località S. Pietro - Isole Chèradi (TA) (data campionamento 4/8/2004) Campomarino (TA) (data campionamento 10/8/2004) Torre Colimena (TA) (data campionamento 18/11/2004) Gallipoli (LE) (data campionamento 26/10/2004) Ugento (LE) (data campionamento 6/11/2004) Otranto (LE) (data campionamento 23/9/2004) Le Cesine (LE) (data campionamento 14/12/2004) Torre Guaceto (BR) (data campionamento 16/12/2004) Bari (BA) (data campionamento 11/11/2004) Isole Tremiti - C. Matano (FG) (data campionamento 9/9/2004) Stazioni limite superiore Stazioni zona intermedia Stazioni limite inferiore prof. (m) Latitud. Longitud. prof. (m) Latitud. Longitud. prof. (m) Latitud. Longitud. 4 N E N E ,5 N E N E N E N E N E N E N E N E N E N E N E N E N E N E N E N E N E N E N E ,5 N E N E N E ,5 N E N E N E N E N E N E L ubicazione delle stazioni di campionamento è stata altresì rappresentata in un apposito elaborato cartografico riassuntivo (fig. 6) di seguito allegato e relativo alle località costiere pugliesi indagate. Secondo tale schema operativo, quindi, sono state effettuate in totale 30 stazioni di campionamento distribuite in ambiti costieri pugliesi caratterizzati dalla presenza di praterie di Posidonia oceanica. Per quanto concerne l arco temporale in cui sono stati realizzati i campionamenti, si può osservare come esso sia risultato alquanto prolungato comprendendo sostanzialmente due periodi stagionali (estate-autunno 2004). Le attività di campionamento in mare e la documentazione fotografica inserita nel presente capitolo relativo alle analisi biologiche sono state realizzate dal dr Gaetano Costantino, coadiuvato dalla dr.ssa Santa Dalessandro, dalla dr.ssa Annarita Camerino e dalla laureanda Daniela Battista. Gli stessi, inoltre, con il coordinamento scientifico del dr. Gaetano Costantino e del prof. Alfonso Matarrese (Università di Bari), hanno effettuato le successive analisi di laboratorio relative agli aspetti fenologici, lepidocronologici e della comunità epifita delle praterie indagate, nonché il caricamento e l elaborazione dei dati raccolti. Infine, il dr G. Costantino ed il prof. A. Matarrese hanno curato l esposizione dei suddetti dati ed il relativo commento inserito nella presente relazione. 15

18 Fig. 6 Localizzazione cartografica delle stazioni di campionamento (LS= limite superiore; ZI= zona intermedia; LI= limite inferiore). 16

19 3.2.1 Attività in mare Durante le immersioni, condotte da operatori subacquei (biologi), seguendo un preciso protocollo sperimentale d indagine (8), sono stati effettuati n. 10 conteggi casuali di fasci fogliari (superficie di rilevamento 40 x 40 cm) per ciascuna delle 30 stazioni individuate sulle 10 praterie prescelte, per un totale complessivo di 300 conteggi. Per ciascun posidonieto, sono stati effettuati n. 10 conteggi in ciascuna delle 3 stazioni di rilevamento previste. In ciascuna di esse, inoltre, gli operatori hanno stimato, ciascuno autonomamente, la percentuale di ricoprimento del posidonieto sul fondale al fine di migliorare la valutazione complessiva finale. Durante le operazioni in immersione è stata realizzata una documentazione fotografica nonché, quando possibile, alcune brevi sequenze video di alcuni degli aspetti salienti relativi a ciascuna delle praterie esaminate, come alcune caratteristiche strutturali (copertura, morfologia, tipologia del limite inferiore) ed ecologiche (biocenosi a contorno, presenza di alghe invasive ecc.), utili a definire e documentare in maniera più completa lo stato di conservazione del tratto di prateria indagato. Le attività di campionamento biologico, effettuate sempre nelle stesse 30 stazioni prescelte, hanno permesso di prelevare complessivamente 900 fasci e relativi rizomi (in genere piante per ciascuna stazione) destinati alle analisi di laboratorio previste, quali: analisi fenologiche, analisi lepidocronologiche, delle comunità epifite ed infine analisi degli eventuali organismi perforatori presenti (borers). I fasci sono stati prelevati ad una distanza di almeno 4 m uno dall altro, scegliendo esclusivamente quelli ortotropi (a crescita verticale) e possibilmente con le foglie più esterne (adulte) integre, evitando di campionare fasci dicotomici e di compromettere l integrità dei fasci circostanti. Subito fissati in formalina (4%) tamponata in acqua di mare e conservati in flaconi etichettati, tali fasci sono stati trasportati in laboratorio dove, dopo abbondante lavaggio al fine di poter lavorare su materiale molto simile al fresco, sono stati esaminati singolarmente secondo protocolli standardizzati (9) (10). Inoltre, in 4 delle 10 praterie prescelte sono stati effettuati ulteriori campionamenti di fasci fogliari (40 x 4 praterie = 160 fasci) destinati alle analisi genetiche previste dal presente progetto. Tali praterie sono state individuate scegliendone 2 localizzate ad una certa distanza fra loro nel Mar Ionio, (prateria di S. Pietro - Isole Chèradi (TA); prateria di 8 Buia M.C., Gambi M.C., Dappiano M., 2003 Chapter 5: Seagrass systems. In Gambi, M.C. & M. Dappiano (eds), Mediterranean marine benthos: a manual of methods for its sampling and study. Biol. Mar. Medit., 11 (Suppl. 1): Pergent G., Pergent-Martini C Phénologie de Posidonia oceanica (L.) Délile dans le bassin méditerranéenne. Annales Institut Océanographique 64: Pergent-Martini C., Pergent G Lepidochronological analysis in the Mediterranean seagrass Posidonia oceanica: state of the art and future developments. Oceanologica Acta 17:

20 Gallipoli (LE)) e 2 nel Mar Adriatico (prateria di Otranto (LE); prateria delle Isole Tremiti (FG)), al fine di evidenziare affinità o differenze genetiche tra i diversi posidonieti indagati. Complessivamente, quindi, sono stati prelevati e destinati alle analisi di laboratorio circa 1100 fasci di Posidonia oceanica provenienti dalle 10 praterie pugliesi Analisi di laboratorio Le analisi di laboratorio previste sui campioni prelevati (fasci fogliari e rizomi), sono state effettuate utilizzando il materiale biologico campionato secondo il seguente schema operativo: analisi fenologiche: sono stati analizzati 20 fasci x 3 stazioni = 60 fasci x 10 praterie = 600 fasci in totale; analisi lepidocronologiche: sono stati analizzati 30 rizomi x 3 stazioni = 90 rizomi x 10 praterie = 900 rizomi in totale; analisi degli epifiti: sono stati analizzati 10 fasci x 3 stazioni = 30 fasci x 10 praterie = 300 fasci in totale; analisi dei borers: sono stati analizzati 30 rizomi x 3 stazioni = 90 rizomi x 10 praterie = 900 rizomi in totale; analisi genetiche: sono stati analizzati 40 fasci x 4 praterie = 160 fasci in totale. Allo scopo di minimizzare l impatto del campionamento sulle praterie nonché di ottimizzare le procedure di laboratorio, alcune delle varie tipologie analitiche citate sono state condotte sempre sugli stessi fasci. Ad esempio, delle 30 piante selezionate per ciascuna stazione, tutti i rizomi sono stati utilizzati per l analisi lepidocronologica e l analisi degli organismi perforatori (borers). Contemporaneamente sulle prime 20 piante veniva effettuata anche l analisi fenologica dei fasci fogliari, mentre sui restanti 10 fasci veniva effettuata solo l analisi relativa alle comunità epifitiche. Il campione biologico prelevato per le indagini genetiche, invece, è stato interamente destinato a tale tipologia analitica. Il dettaglio operativo e metodologico delle specifiche attività in mare e di laboratorio svolte nell ambito di ciascuna delle tipologie analitiche e di indagine effettuate è riportato nella Relazione Analitica. 18

21 4. RISULTATI 4.1 CARTOGRAFIA Lungo le coste pugliesi P. oceanica presenta un estensione complessiva di 330,18 Kmq, di cui 224,91 su matte, 1,51 su roccia, 21,73 su sabbia, 60,48 Kmq sono un mosaico di Posidonia e substrati duri e 21,55 kmq sono un mosaico di Posidonia e matte morta. La matte morta completamente priva della fanerogama interessa complessivamente 9,01 Kmq. Quest ultimo è, comunque, sicuramente un valore sottostimato, infatti molta matte morta risulta coperta dal sedimento e non distinguibile dai rilievi side scan sonar o ROV. L Atlante delle Carte delle Praterie di Posidonia rappresenta in scala 1: l estensione della Posidonia lungo la costa pugliese da Taranto a Manfredonia. Carte di maggior dettaglio, in scala 1: , sono disponibili in corrispondenza delle zone interessate da Aree Marine Protette. Di seguito, prima, si sintetizzano gli aspetti salienti della cartografia dei posidonieti pugliesi, poi, è riportata una descrizione, Compartimento per Compartimento, della distribuzione della fanerogama. In Figura 7a e 7b è riportata in due figure di sintesi la distribuzione di massima delle praterie lungo le coste pugliesi Descrizione generale Nel settore jonico sono presenti alcune praterie piuttosto estese (Isola S. Pietro, Torre Colimena, S. Isidoro, Gallipoli, Torre Mozza). Al largo di Torre Colimena la prateria si estende sino a oltre 9 km dalla costa. Nella zona jonica il limite inferiore spesso supera anche i 25 m di profondità, arrivando a sfiorare la batimetria dei 30 m a Gallipoli, con Posidonia su roccia, e a Torre Colimena, con Posidonia su matte. Il limite superiore generalmente è localizzato intorno alla batimetria dei 10 m e raramente è stato rilevato in acque più basse. Nei settori più costieri è talvolta evidente la matte morta, a testimoniare la passata presenza di P. oceanica. Matte morta è stata rilevata a Nord di S. Pietro (Isole Chéradi), a Nord di Gallipoli (su una fascia di oltre 6 km di lunghezza), a Nord di Marina di Mancaversa, a Nord e di fronte a Torre S. Giovanni (per una fascia lunga circa 10 km), nelle acque di Torre Pali (Isola delle Fanciulle) e poco prima (lato Ovest) di S. Maria di Leuca. Nel settore jonico la Posidonia si presenta per lo più su matte, ma talvolta anche su sabbia (Gallipoli) o su roccia (Isola S. Pietro; Gallipoli). Nei pressi di Marina Capilungo e intorno a Campomarino la Posidonia è presente a chiazze in mosaico con substrati duri. 19

22 Nel settore adriatico la Posidonia è presente, lungo il litorale costiero, con una piccola chiazza su roccia a sud di Punta Faci, e poi, da Otranto sino a circa 8 km a Nord di Bari, sono inoltre colonizzate a Posidonia piccole aree intorno alle Isole Tremiti. Le praterie nel settore adriatico sono in genere meno estese in larghezza rispetto a quelle joniche (l estensione maggiore, di poco oltre i 3 km, è stata rilevata a Sud di Brindisi), e spesso si presentano con una prima fascia di Posidonia su matte, cui segue, a maggiori profondità, una zona di mosaico di Posidonia e substrati duri. Oltre Monopoli la Posidonia su matte diventa più rada originando una situazione a mosaico di Posidonia e matte morta. Zone a matte morta, completamente prive di Posidonia, sono state rilevate a Nord di Barletta, a Nord e a Sud di Brindisi, oltre che in un tratto costiero a Nord di Torre S. Stefano. Nel settore adriatico il limite inferiore non si spinge mai oltre i 25 m di profondità, mentre il limite superiore spesso si aggira intorno alla batimetria dei 6-7 m e in rari casi sembra arrivare anche in acque ancora più basse, come in un area a Sud di S. Cataldo e in alcune zone a Nord di Torre Specchia Compartimento Marittimo di Taranto Questo Compartimento si estende da Nova Siri a Punta Prosciutto. Nel versante Nord la Posidonia è abbastanza rada: aree a matte morta sono presenti alla foce del Paternisco, tra gli 8 e i 12 m; la Posidonia compare nei fondali meridionali e occidentali dell Isola S. Pietro, su matte, dai 7 ai 18 m di profondità e a Capo S. Vito (località Semaforo), dove si localizza come una fascia continua su sabbia e su matte. Procedendo verso Sud la Posidonia si fa più discontinua, ma è comunque presente con praterie talvolta su matte, altre volte in chiazze alternate a substrati duri (mosaico di Posidonia e substrati duri). A Sud di Campomarino è evidente un estesa fascia, più stretta e continua, a mosaico con substrati duri, fino a N di Torre Colimena, dove ha inizio un posidonieto su matte molto esteso, sia in lunghezza che in profondità, che raggiunge anche la batimetrica dei -30 m. Subito a S di T. Colimena, Punta Prosciutto segna il limite inferiore del Compartimento di Taranto Compartimento Marittimo di Gallipoli Questo Compartimento si estende da Punta Prosciutto a Casalabate. 20

23 Da P. Prosciutto fino a Punta Castiglione il posidonieto ha lo stesso aspetto già descritto per l ultimo tratto del Compartimento di Taranto, poi si interrompe bruscamente per ricominciare, su matte e su sabbia, in corrispondenza di S. Isidoro. La fascia di Posidonia su sabbia si fa più continua nel Promontorio di Gallipoli, dove è anche presente, ma più in superficie, una fascia di matte morta. Questo aspetto continua fino a Punta della Suina in un ampia baia che presenta un esteso posidonieto su matte in zona superficiale e su sabbia verso il largo. Spostandosi a Sud, la P. oceanica forma una cospicua fascia, più o meno continua, dai 10 ai metri di profondità, su matte e poi, da Torre Suda, a mosaico con substrati duri, fino alla batimetrica dei -25 m o poco oltre. La fanerogama, a questo punto, si riduce gradualmente, per scomparire (fa eccezione un piccolo posidonieto su roccia a Sud di Punta Faci) da Leuca fino a N di Otranto, dove ricompare e si struttura, a partire da Torre S. Stefano, in una fascia continua su roccia, nella zona più superficiale e poi su matte fino a -25 m e oltre; proseguendo vero Nord la prateria si evidenzia su matte fino a S di Torre dell Orso. Si evidenzia, infine, un esteso posidonieto su matte a partire da Torre Specchia, dai primi metri di profondità ai -30 m, fino al limite del Compartimento Compartimento Marittimo di Brindisi Questo Compartimento si estende da Casalabate a Savelletri. La costa brindisina presenta una copertura pressoché continua della pianta, su matte dagli 8 ai 25 metri di profondità, nella zona più profonda Posidonia si presenta spesso a mosaico alternata a substrati duri. Da Brindisi fino a Torre Guaceto, la Posidonia prima scompare e poi si fa discontinua, per strutturarsi in formazione più continua, fino al limite del Compartimento. Anche qui la fascia più esterna è spesso costituita da un mosaico di Posidonia e substrati duri bioconcrezionati Compartimento Marittimo di Bari Questo Compartimento si estende da Monopoli a Bari. All inizio del Compartimento, e fino a Torre d Orta, dove termina, la Posidonia ha l aspetto descritto per l ultimo tratto del Compartimento di Brindisi. La fanerogama riprende a N di San Vito (loc. Cala S. Giovanni), in forma rada alternata a tratti di matte morta nella fascia più superficiale ed in mosaico con substrati duri nella fascia più profonda. La prateria di Posidonia termina a livello della diga foranea Sud del Porto di Bari, per poi ricominciare dal Faro di S. Cataldo, rada su matte tra i 5 e i 10 metri di profondità. 21

24 4.1.6 Compartimento Marittimo di Molfetta Questo Compartimento si estende da Nord di Bari alla foce del Fiume Ofanto. La Posidonia si presenta su matte tra i 5 e i m, fino a Palese, mentre in località S. Spirito assume l aspetto a mosaico con substrati duri, fino a Giovinazzo (Cala S. Spiriticchio). A questo punto la fanerogama termina, per localizzarsi ancora, con una piccola chiazza su matte, all ingresso del Porto di Molfetta. La rimanente fascia costiera di questo Compartimento è priva della pianta. Un affioramento di matte morta è evidente a S del Porto di Barletta Compartimento Marittimo di Manfredonia Questo Compartimento, che inizia a patire dalla foce del Fiume Ofanto, presenta un unica piccola formazione a Posidonia su matte e sabbia lungo i versanti NE e SE dell Isola di S. Domino appartenente al piccolo arcipelago delle Isole Tremiti. 22

25 Fig. 7A - Distribuzione di Posidonia oceanica lungo le coste pugliesi (Nord) (non sono rappresentate le Isole Tremiti) 23

26 Fig. 7B - Distribuzione di Posidonia oceanica lungo le coste pugliesi (Sud) 24

27 4.2. ANALISI BIOLOGICHE Di seguito vengono riportati sinteticamente i risultati scaturiti dalle osservazioni dirette in mare e dalle analisi biologiche (fenologiche, lepidocronologiche, della comunità epifita, degli organismi perforatori delle scaglie o borers e genetiche) condotte sui campioni di P. oceanica raccolti nelle praterie pugliesi indagate. Per ciascuna prateria viene riportata la collocazione geografica nonché la localizzazione, su cartografia nautica in scala adeguata, delle stazioni di campionamento; si riportano, inoltre, cenni generali sulla geomorfologia costiera prospiciente l area marina d indagine. Per ogni posidonieto vengono descritte le principali caratteristiche strutturali ed ecologiche, nonché evidenziati i dati più significativi emersi dalle analisi biologiche condotte sui campioni prelevati. I risultati relativi ai principali parametri biologici considerati sono stati raggruppati in 10 differenti tabelle sinottiche (una per ciascuna delle praterie indagate) e inserite nell ambito dei rispettivi paragrafi riferiti alle 10 praterie esaminate. A completamento della documentazione raccolta, vengono inserite nell ambito della presente relazione alcune significative immagini subacquee relative ai posidonieti indagati ed ai tratti costieri ad essi prospicienti. Infine, in due paragrafi separati, verranno commentati i risultati derivanti rispettivamente dall analisi degli organismi perforatori (borers) e dalle analisi genetiche. In particolare, il paragrafo relativo all analisi dei borers evidenzia complessivamente gli aspetti ecologici generali emersi dall analisi di tale comunità detritivora nell ambito delle dieci praterie pugliesi indagate. L analisi del materiale biologico utilizzato per lo studio dei borers è stata condotta presso il Laboratorio di Ecologia del Benthos di Ischia dalla dr.ssa Maria Cristina Gambi che ha effettuato la determinazione tassonomica degli esemplari rinvenuti sino a livello di specie. Il paragrafo sulla genetica evidenzia i principali aspetti relativi alla genetica di popolazione della fanerogama marina, emersi dall analisi dei campioni relativi alle 4 praterie prescelte (S. Pietro Isole Chéradi e Gallipoli per il versante ionico; Otranto e Isole Tremiti per il versante adriatico). Tali indagini genetiche sono state curate dal dr Gabriele Procaccini e dal dr Massimiliano Ambrosino presso il Laboratorio di Ecologia del Benthos di Ischia.

28 Per quanto concerne la descrizione analitica e gli approfondimenti relativi ai dati biologici raccolti, si rimanda alla specifica sezione relativa alle indagini biologiche inserita nella Relazione Analitica Prateria di S. Pietro (Isole Chéradi - Taranto) (Carte IGM n 493 III) Il posidonieto delle Isole Chéradi (Taranto), localizzato nel Mar Ionio settentrionale, ricopre un area dalla forma vagamente triangolare, estendendosi al largo della costa dell isola di S. Pietro sino ad un massimo di distanza di circa 2,5 km in direzione W e NW; in lunghezza, invece, esso si estende per oltre 6 km, da NW verso SE, seguendo l intero profilo costiero meridionale del piccolo arcipelago. Man mano che dall estremità W dell isola di S. Pietro ci si sposta verso E, la forma della prateria si modifica trasformandosi da un ampio triangolo in una fascia allungata e continua, larga da un massimo di 1 km ad un minimo di circa 300 m, che segue in parallelo la linea costiera del piccolo arcipelago sino a raggiungere l estremità dell isolotto di S. Paolo. Il transetto costa-largo su cui sono state realizzate le 3 stazioni d indagine, corrispondenti rispettivamente al limite superiore (prof. -4 m), alla zona intermedia (prof. - 9 m) e al limite inferiore (prof. -14,5 m) del posidonieto, è stato effettuato in data 04/08/2004 e risulta localizzato circa 600 m a SE di P.ta La Forca, lungo il profilo costiero meridionale dell isola di S. Pietro (Fig. 8). In questo tratto di fondale, quindi, la prateria è risultata compresa fra la batimetrica dei -4 m sottocosta e quella dei circa -15 m al largo. Sotto il profilo geomorfologico, la costa insulare antistante il posidonieto in esame risulta bassa e rocciosa, con sezione modellata a panchine debolmente inclinate verso il mare. Il fondale prospiciente l isola di S. Pietro e colonizzato dalla P. oceanica evidenzia verso W, SW e S una piattaforma lievemente inclinata, a gradini, protesa verso il mare aperto e con pendenza compresa fra 1-2% fino all isobata dei m, laddove un improvvisa rottura di pendio porta rapidamente a maggiori profondità. Date le sue caratteristiche geografiche, il complesso insulare delle Chéradi, manca di un reticolo idrografico. Lungo l arco ionico che si sviluppa nel settore costiero a W e NW delle isole, invece, sono presenti le foci di alcuni importanti corsi d acqua che attraversano l entroterra tarantino, con incisioni di varia lunghezza e ramificazione in alcuni casi approfondite anche diverse decine di metri, localmente note con i termini di gravine o lame. Tali foci distano dal sito marino in esame da un minimo di 6 km ad un massimo di 20 km. Tali corsi idrici oltre che alimentati da emergenze freatiche murgiane, risultano più o meno tutti recettori sia di reflui civili sia di canali di drenaggio delle aree agricole diffuse nell entroterra da essi attraversato. 26

29 Di seguito si riportano alcune immagini subacquee relative alle tre stazioni ove sono state effettuate le osservazioni dirette ed i campionamenti nonché una foto esterna relativa al tratto costiero prospiciente l area d indagine (Figg. 9-12). Nella successiva Tab. 2, invece, vengono riportati i dati relativi ai principali aspetti ecologici e biologici emersi dalle analisi effettuate. Fig. 8 Stazioni d indagine e campionamento relative alla prateria di S. Pietro (I. Chéradi - TA) (LS = limite superiore; ZI = zona intermedia; LI = limite inferiore). 27

30 Fig. 9 Prateria di S. Pietro (I. Chéradi): sito costiero prospiciente l area di campionamento. Fig. 10 Prateria di S. Pietro (I. Chéradi): posidonieto su sabbia nella zona del limite superiore (-4 m). 28

31 Fig. 11 Prateria di S. Pietro (I. Chéradi): posidonieto fitto su matte nella zona intermedia (-9 m). Fig. 12 Prateria di S. Pietro (I. Chéradi): limite inferiore netto su substrato detritico-sabbioso (-14,5 m). 29

32 Tab. 2 Principali parametri ecologici e biologici relativi alla prateria di S. Pietro (I. Chéradi - TA). Data di campionamento: 04/08/2004 staz. limite superiore staz. zona intermedia staz. limite inferiore Profondità (m) ,5 Densità prateria (fasci m -2 ) 494 ± 96,4 306 ± 46,4 250 ± 47,0 Stima copertura fondale (%) Classificazione prateria classe prateria classe prateria classe prateria (Giraud, 1977) II densa III rada IV molto rada Classificazione prateria classe prateria classe prateria classe prateria (Pergent et al., 1995; Pergent-Martini & Pergent, 1996) DB disturbata DB disturbata DN in equilibrio Lungh. media foglie giovanili (cm) 1,4 ± 1,4 1,0 ± 1,1 0,9 ± 1,1 Lungh. media foglia intermedia (cm) 37,0 ± 20,9 29,5 ± 15,7 34,2 ± 19,9 Lungh. tot. media foglia adulta (cm) 39,5 ± 16,8 45,4 ± 19,5 65,7 ± 19,4 Largh. media foglia giovanile (cm) 0,5 ± 0,2 0,6 ± 0,5 0,6 ± 0,2 Largh. media foglia intermedia (cm) 0,8 ± 0,1 0,8 ± 0,1 0,8 ± 0,1 Largh. media foglia adulta (cm) 0,8 ± 0,1 0,8 ± 0,1 0,9 ± 0,1 Numero medio foglie x fascio 6,3 ± 1,5 5,9 ± 1,2 6,4 ± 1,1 Coeff. "A" medio foglie intermedie (%) 16,7 15,6 8,3 Coeff. "A" medio foglie adulte (%) 83,6 66,1 31,6 Coeff. "A" medio totale (%) 64,7 47,7 22,6 Tessuto bruno medio foglia intermedia (%) 0,0 0,0 0,0 Tessuto bruno medio foglia adulta (%) 5,5 7,1 8,2 Biomassa fogliare med (mg s.s. fascio -1 ) 796,5 ± 304,2 809,5 ± 361,5 1165,8 ± 307,1 Superficie fogliare med (cm 2 fascio -1 ) 125,2 ± 44,5 131,2 ± 50,1 205,8 ± 47,9 Leaf Standing Crop (g s.s. m -2 ) 349,6 ± 136,9 218,3 ± 96,7 257,0 ± 65,9 Leaf Area Index (m 2 m -2 ) 6,2 ± 2,2 4,0 ± 1,5 5,1 ± 1,2 TF tasso formaz. fogliare (n. foglie fascio -1 anno -1 ) 5,70 ± 1,35 6,00 ± 1,25 5,56 ± 0,93 TR tasso di crescita del rizoma (cm anno -1 ) 0,69 ± 0,34 0,61 ± 0,23 0,47 ± 0,16 PR produzione del rizoma (g s.s. anno -1 ) 0,055 ± 0,037 0,063 ± 0,043 0,042 ± 0,016 (g s.s. m -2 anno -1 ) 27,15 ± 18,50 19,25 ± 13,02 10,42 ± 4,00 Produz. fogliare 2003 (g s.s. fascio -1 anno -1 ) 1,06 0,82 1,58 (g s.s. m -2 anno -1 ) 523,20 250,12 393,99 N. peduncoli fiorali rinvenuti (paleofioriture) IT Indice Tracce Policheti borers (%) 13,3 16,7 30,0 IB Indice Borers Policheti (%) 0,0 0,0 16,7 IT Indice Tracce Isopodi borers (%) 16,7 16,7 0,0 IB Indice Borers Isopodi (%) 0,0 3,3 0,0 IC Indice Colonizzazione (IT+IB) (%) 26,7 33,3 46,7 Numero totale individui Numero totale specie Ricoprim. medio fogliare epifiti vegetali (%) 2,2 34,2 22,1 Ricoprim. medio fogliare epifiti animali (%) 18,4 8,2 6,7 Ricoprim. medio fogliare totale (%) 20,6 42,5 28,8 30

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